Sei completamente nuda, in piedi. Ti scosti lentamente i capelli dalla nuca, per permettermi di allacciarti il collare. Quel collare che dice che da adesso fino alla fine della sessione sarai completamente mia.


Te lo allaccio piano. Poi ti faccio inginocchiare. Ti lego i capelli in una coda, e ti lascio lì, in attesa.


Ti allaccio le polsiere e le lego tra di loro. Come se fossi ammanettata, ma a noi le manette non piacciono.


Mi allontano di qualche passo da te, e comincio a spogliarmi. Una volta nudo mi siedo sul divano.


Allargo le gambe.


«Adesso succhiami il cazzo».


Tu strisci sulle ginocchia e ti avvicini a me.


Prendo il cazzo e te lo appoggio alle labbra.


E tu cominci a succhiarlo, piano.


Quando è duro aumenti il ritmo, e io smetto di reggerlo.


Ora la tua bocca affonda fino alla base del cazzo, per poi risalire fino alla cappella.


Continui così, a lungo, finché il mio cazzo non è completamente ricoperto della tua saliva.


«Ora basta» dico.


«Vieni sul divano».


Ti faccio mettere a pecorina, le mie gambe all’altezza della tua pancia. Ho il tuo culo pericolosamente a portata della mia mano destra. E la uso.


«Conta» ti sussurro a un orecchio.


Comincio a sculacciarti. E tu conti.


«1. 2. 3. 4…»


Quando arrivi a 20 smetto.


Ora hai la sagoma rossa della mia mano su entrambe le natiche.


«Ora facciamo un gioco: ti metto il dildo nella fica. Devi tenerlo dentro mentre continuo a sculacciarti. Se esce devi mettere il plug».


Tu protesti un po’, e allora ti sculaccio. Smetti di protestare.


Prendo il dildo, aggiungo un po’ di lubrificante. Giusto per complicare un po’ le cose.


Quando lo inserisco nella tua fica gemi.


E lo lascio lì.


«Ovviamente non devi smettere di contare…»


E ricomincio a sculacciarti.


«1. 2. 3. 4…»


Il dildo esce tra la nona e la decima sculacciata.


Allora mi fermo.


Ti alzo, ti metto in piedi a 90.


E mentre ti tengo per le braccia ti penetro.


Comincio piano, ma passa pochissimo tempo prima che il ritmo aumenti e ti scopi forte. Il mio cazzo entra fino in fondo, e devo reggerti per i polsi che hai ancora legati dietro la schiena per non farti andare in terra.


Vieni dopo poco, e cominciano a tremarti le gambe.


Allora esco da te. Ti prendo per il collare e ti trascino in camera, camminando lentamente. Mentre camminiamo ti lecco il collo. Le labbra. Ti bacio, e la tua lingua rincorre la mia.


Ti faccio mettere sul letto a pecorina.


«Adesso devi pagare…» ti dico.


Prendo il plug. Una goccia di lubrificante sul metallo, un’altra sulle dita. Comincio a infilarti un dito nel culo. Entro piano, ma lo faccio entrare tutto. Quando comincia a piacerti lo estraggo e metto il plug.


Poi mi sdraio di fronte a te.


«Adesso succhiamelo ancora, troia»


E tu obbedisci, perché sei una brava troia.


Mi godo il tuo pompino, e tu sei bravissima. Lo fai lentamente, mi fai sentire la lingua che nella tua bocca gira intorno all’asta, intorno alla cappella, mentre la tua testa continua ad andare su e giù.


Ma non voglio venirti in bocca. Voglio scoparti ancora.


Ti alzo la testa, ma ti faccio restare in quella posizione. A pecorina, ancora con le mani dietro la schiena.


«Vorrei che tu avessi due cazzi, Signore» mi dici.


E cerco di accontentarti.


Ti tolgo il plug. Mi cospargo il cazzo di lubrificante, e te lo infilo nel culo.


Nel frattempo prendo il dildo, e te lo metto nella fica.


Riesco ad alternare le spinte del bacino a quelle del braccio. E mentre il mio cazzo esce verso l’ingresso del tuo culo, il dildo entra, fino in fondo alla tua fica. Quando estraggo il dildo entra il mio cazzo. E io dentro di te sento il dildo con il cazzo, separati soltanto da un piccolo strato di carne.


Non riesco a capire quante volte vieni, in questa doppia penetrazione. Ma sono tante. Troppe.


«Chi ti ha detto che potevi venire?» ti chiedo.


«Nessuno» mi dici, abbassando la testa. Perché sai che adesso arriverà la punizione.


Ti libero le braccia e ti metto a novanta ai piedi del letto, con il busto sul materasso, e il culo a mia completa disposizione.


Prendo il flagello. Sulle natiche hai ancora l’ombra rossa delle mie mani che ti hanno sculacciato prima.


Comincio a frustarti. Prima leggermente. Poi sempre più forte, finché sul culo le mani scompaiono, coperte da sottili linee rosse.


Quando penso di averti punita abbastanza ti faccio sdraiare a pancia in su. Ti do la magic wand, mentre io mi siedo sulla tua bocca, rivolto verso le tue meravigliose tette.


E mentre aspetto che tu venga mi masturbo, aspettandoti.


Quando sento che stai per venire aumento il ritmo della mia mano.


«Posso venire, Signore?» mi chiedi.


«Certo, puttana».


E mentre tu cominci a squirtare io ti vengo sulle tette, e il tuo squirt sulle lenzuola e il mio sperma sulle tue tette sono un disegno bellissimo.


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Categorie: Bondage e Sadomaso
Tag: Amatoriale