Sono un po’ delusa dalla serata, è appena passata mezzanotte e torno a casa da sola in auto dopo aver salutato le amiche. Mi aspettavo altro, certo non molte cose, ma mi concedo questo tipo di serate talmente di rado che avrei voluto qualcosa che smuovesse un po’ la fiamma dentro di me. Un incontro, un po’ di pepe, qualcuno che ci avesse avvicinato un po’, qualche apprezzamento. Decido all'improvviso la pazzia, guardo l'orologio e dico :" entro le 2 sarò comunque a letto", e sterzo, cambio direzione e vado al casello autostradale, senza passare col telepass per non lasciare tracce sul resoconto che arriverà a casa. Biglietto in mano, sospiro, capisco che la sto facendo grossa, ormai sono passata, andrò in un parcheggio di tir in autogrill, farò questi 30 km scarsi in auto senza pensare troppo e so solo che adesso ho forza e coraggio, sfrontatezza e voglia. Mi farò scopare del primo che mi noterà, che mi rivolgerà parola o sguardo. Prendo una cicca alla menta e la infilo in bocca, bevo un sorso d'acqua naturale, non penso ad altro, voglio farlo, sentirmi slacciare dentro, sentirmi aprire e lasciarmi usare, non mi importa da chi, e lo vedrò sul momento, metto la freccia e sospiro forte, entro, fermo l'auto tra le auto, per non dare all'occhio, sembro una di passaggio, di ritorno da qualcosa. Ho voglia di fare pipì, ma prima voglio guardare, prendo la borsetta, la metto a tracolla, lascio cellulare in auto, metto fazzolettini di carta e mi incammino. C'è buio dalla parte dietro nella zona delle strisce bianche e i camion sono tutti fermi, qualche lucina accesa, qualcuno è vuoto. Controllo e abbasso un pochino il livello del vestito sul seno, adesso forse si capisce che voglio provocare, anche perché proprio questo vestito blu è sempre stato generoso per gli occhi di chi mi guarda . Cammino dritta e decisa, si sente il rumore dei tacchi, trattengo il fiato e arrivo al parcheggio. Butto la cicca, e mi infilo tra i piccoli gruppi, fuori non sembra esserci nessuno e non voglio bussare a qualche portiera. Decido in un attimo, tolgo lo slip di pizzo blu e lo giro intorno al polso, cammino ancora, mi sento cavalla da domare, quasi quasi lo preferirei brutto, penso, ho voglia di sentirmi umiliata, abbassata, con qualcuno che dovrebbe addirittura pagare per stare con me. Adesso la pipì diventa urgenza e decido di farla lì. Non c'è luce forte né telecamera, sono a qualche metro da tre finestrini, mi accuccio, prendo un fazzoletto di carta in mano, di fianco a un contenitore di fusti e piscio, mi libero, sento liberarsi e scorrere, la fica nuda a cui arriva aria calda. Il parcheggio è ancora caldo, ma il vestito non è appiccicato al corpo, è leggero, alzato fino ai fianchi. Sono le 0,35 e ho voglia di un maschio, non importa chi, non importa di quale livello o istruzione o gusti, voglio darmi come una puttana e ormai sono lì, decisa, sperando che non si protragga troppo il tempo, che non subentrino altri pensieri. So che questo mi fermerebbe, non voglio ritrovarmi a masturbarmi pensando alla situazione mancata. Mi rialzo, due colpi di tosse mi raccolgo i capelli dietro la nuca, arriva un po’ di fresco sul collo e lo vedo, appena dietro lo sportello bordeaux e bianco. "Signora, che cosa cerca? con accento straniero. 55 anni circa. t shirt e jeans corti fino al ginocchio, è fermo coi sandali ai piedi, lo vedo in viso, il destino ha voluto che sia lui e trattengo il fiato, mi faccio coraggio, gli tengo la mano e sorrido, appena tirata un po’ la bocca, mi rilasso e gli accosto un bacio, in piedi, come se fosse un amante intimo. Penso, dai puttana, ormai sei in ballo, fai che questo maschio si stupisca e si ritenga fortunato questa volta, prendi l'iniziativa e accendilo. Accetta subito la lingua, si muove e sento il corpo contro il suo, sempre in piedi, con le mani che corrono nei fianchi lungo il vestito blu, il vestito che anche Carlo trova sexy e a volte eccessivo. Ho le formiche nella pancia, mi sento fremere, lui mi alza la testa e mi guarda, serio, non è bello, qualche dente guasto, viso deciso, non è bello ma nemmeno brutto, ha sapore di cannella dentro la bocca quando mi bacia e risponde al mio respiro, ai miei baci profondi ,mi guarda ancora e annuisce come se mi conoscesse, poi mi schiaccia giù e allora sono la sua puttana, non una signora che ha conosciuto, solo la sua puttana che esegue anche se non parla la stessa lingua . Si fa capire, senza gesticolare nemmeno è chiaro cosa vuole, ora, facendomi scendere col viso mi prende la mano e vuole che sia io ad aprire gli short.

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Categorie: Confessioni
Tag: Puttana