Avevo voglia, tanta voglia. Sono etero, ma inspiegabilmente avevo un desiderio folle, ripugnante, incredibile. Avevo voglia di fare un pompino ad un bel maschio, prendere un bel cazzo in bocca e ciucciarlo, succhiarlo, farmi inculare selvaggiamente. Mi ripugnava l’idea, mi faceva schifo, ma più ci pensavo e più mi eccitavo al pensiero, al punto che mi masturbavo tantissimo ad immaginarmi nell’atto di sparare un gran pompino con ingoio. Eh già, nelle mie laide fantasie, assaporavo e ingoiavo sborra a tutto spiano, ne ero ingordo e goloso. Immaginavo situazioni luride, sporche, immaginavo la mia bocca bavosa che ciucciava una grande cappella dura e gonfia, i coglioni da ciucciare e leccare fino all’esplosione finale di sborra densa e calda da sentire mentre mi riempiva la bocca e poi mandare giù tutto assaporandola avidamente. Poi immaginavo con eccitazione la scena di un maschio che mi inculava alla grande…


Ricordavo spesso un vecchio amico, Piero, più grande di me di alcuni anni e sul quale giravano voci che avesse un cazzo molto grande, che fosse molto dotato e che in passato mi aveva sempre dato l’impressione che sarebbe stato ben felice di sbattermelo in bocca. Ma come fare ad agganciarlo? Avevo paura di andare incontro ad un suo rifiuto, provavo vergogna verso di lui, soggezione, inoltre ci incontravamo di rado e realizzai che potevo provare a chattare con lui, che l’unico modo fosse proprio quello di mandargli un messaggio per sondare il terreno.


Così un giorno, di primo pomeriggio, gli mandai un messaggio su Messenger: “Ciao Piero, che fai”? Nessuna risposta, al che pensai che magari non amasse chattare e mi misi a fare altre cose, fino a che, improvvisamente, dopo circa mezz’ora, mi arrivò la sua risposta. “Ciao, niente di particolare”, rispose. Incalzai e risposi: “un pomeriggio ti vengo a trovare, e…”. Quei puntini di sospensione volevano dire niente e tutto ed infatti, Piero rispose: “e…”? Ormai persa la testa e con un unico desiderio, risposi: “è una cosa delicata, non mi va di parlarne tramite messaggio”. Lui incalzò: “che hai fatto, hai qualche problema”? Risposi che avevo un desiderio nascosto, ma chiesi: “mi dai la tua parola che tutto questo rimane tra di noi Piero”? Lui mi rispose: “Certo”. 


Con il cuore che mi batteva all’impazzata, risposi: “Piero, è da tempo che ho una voglia segreta, ho voglia di provare una esperienza inedita per me…”. Rispose: “Cosa”? “Ti andrebbe se ti succhiassi il cazzo Piero, ti andrebbe di incularmi”? Minuti interminabili trascorsero senza risposta da parte sua, poi mi arrivò un messaggio che diceva: “davvero lo faresti”? Ed io: “certo”!


Mi diede la sua parola che tutto ciò sarebbe rimasto un segreto tra di noi e mi disse: “quando vuoi, io sono qui”. Risposi: “adesso ti va”? Mi disse: “certo, ti aspetto qui a casa mia”. “Ok, a tra poco” – risposi e lo salutai.


Era fatta, realizzai che di li a poco avrei beccato il mio primo cazzo in bocca e in culo e col quale divertirmi alla grande.


Feci un bidè e verso le 15 lo raggiunsi. Mi fece entrare sorridendo, incuriosito mi chiese: “come mai questa decisione”? “Sapevo che sei etero”. “Si”, risposi, “amo la figa, ma ho questo desiderio incontrollabile che mi ronza per la testa da tempo e se sapessi quante seghe mi sono tirato al pensiero di farti un gran pompino, di ingoiare la tua sborra”. Ormai, quel po' di soggezione era sparita, ero solo eccitato al limite, sapevo che lo avrei portato a godere tantissimo con la mia bocca dalle labbra carnose.


Eravamo seduti su un divanetto, uno accanto all’altro ed io presi ad accarezzarglielo da sopra i pantaloni. Piero mi guardava con sguardo eccitato mentre lo massaggiavo avvertendo un grosso tubo già duro sotto il palmo della mia mano.


“Me lo fai vedere”? Lui rispose: “tiralo fuori tu”. Io sganciai la cintura, calai la zip e, quando lui si sollevò un pochino, calai pantaloni e mutande fino all’altezza dei coglioni, grossi e duri. Il cazzo rimase appoggiato alla sua pancia. Era di dimensioni eccezionali, grosso, largo e lungo, c’era molto da lavorare su quella bestia di uccello, pensai. 


Seduto accanto a lui, cominciai a fargli una sega con la mano sinistra, lo scappellai mentre avvertivo il cazzo in pugno e sentivo che era durissimo, caldo, quasi pulsante, le venature sembravano voler schizzare fuori dall’asta. Continuavo a smanettarlo e vedevo che lui era eccitatissimo, non vedeva l’ora che lo prendessi in bocca. Aveva una cappella bella, eccitante, violacea e dura. Ad un certo punto dissi: “chissà come sarebbe se mi ficcassi questa mazza grossa nel culo”. Praticamente gli avevo detto che desideravo anche farmi inculare alla grande. 


Eccitatissimo, esclamai: “lo voglio in bocca”. Mi alzai, e mentre lui si metteva nudo, feci lo stesso. Eravamo nudi, completamente…


Eccitatissimo dalla situazione e dal suo cazzo, mi inginocchiai tra le sue cosce e presi a succhiargli i grossi coglioni, mentre con la mano andavo su e giù sull’enorme cazzo duro. Lo guardavo negli occhi mentre mi mangiavo letteralmente le sue palle, con la lingua impazzita a lapparle, avvertendo odore di sudore e di testosterone. Lo feci venire un po' più avanti per leccargli il buco del culo. Con la lingua iniziai a solleticarlo, leccavo il culo di Piero avvertendo un sapore salaticcio, gli leccavo il tratto tra culo e palle, l’interno delle cosce bagnando tutta la zona con la saliva che usciva copiosa dalla mia bocca. Piano piano, salii con la lingua sull’asta fino ad arrivare alla cappella da cui usciva una gocciolina oleosa di liquido seminale a testimonianza della sua forte eccitazione. Iniziai a solleticarla con la lingua, ingoiando la gocciolina salata di liquido. Come fosse un gelato la leccavo circondandola con la lingua, poi leccavo lo spacco tra le due parti di cappella, il frenulo ed il buco dell’uretra fino a che lo presi in bocca.


Sputai sulla cappella che emanava un eccitante odore di testosterone, di sudore, di maschio eccitatissimo e iniziai ad andare su e giù sul suo cazzo duro a ritmo dapprima lento, poi sempre più veloce, sentivo la cappella che mi lambiva la gola con una marea di bava che inondava l’intero cazzo noduloso colandomi sul mento. Tossivo e mugolavo preso da un forte senso di nausea che, di tanto in tanto, mi costringeva a fermarmi e tirarlo fuori. Poi riprendevo a ciucciare la cappella di Piero come in estasi, me la succhiavo come impazzito avvertendone il sapore asprigno, la leccavo e poi la ciucciavo sentendola diventare sempre più dura, turgida sorgente di piacere animalesco e selvaggio. Lui mugolava mentre mi guardava ciucciare il cazzo, con la mano mi accompagnava e mi tratteneva sul cazzo lasciandomi senza respiro. Mi costringeva in un soffocone assai eccitante, ero in visibilio, mi sentivo schiavizzato, inchiodato a lui mentre il naso lambiva quasi il suo addome. Impugnavo il grosso cazzo e, guardandolo negli occhi, me lo passavo da un lato all’altro della bocca, e dallo specchio di fronte, vedevo il gonfiore della cappella sulle mie guance alternativamente, mentre con la lingua, lo leccavo intorno da sotto con una voglia di cazzo indescrivibile. Ero consapevole che gli stavo facendo una pompa incredibile.


Mentre andavo su e giù, capii che era questione di attimi prima che mi sborrasse in bocca, ma infoiato proprio da questa prospettiva ripugnante, aumentavo il ritmo, volevo farlo godere tanto e desideravo ardentemente la sua sborra in bocca, la desideravo in maniera incredibile. Mi fermai però, lo volevo in culo ora che era duro come il marmo.


“Piero, ora inculami, ti prego” gli dissi. Lui rispose: “sei proprio un porco, ti piace il cazzo”! Mi misi a pecora sul pavimento e lui si piazzò dietro di me. Sentii la cappella dura appoggiata al buco del culo, ma si fermò. “Bisogna lubrificarlo un po'” disse, “altrimenti ti faccio molto male”. Andò in camera ed io rimasi prono ad attenderlo, come una cagna in calore, in attesa del cazzo in culo. Tornò, si umettò per bene il grosso uccello, poi con un dito, lubrificò anche il mio buco. Godevo mentre con il dito me lo faceva, cominciai a mugolare mentre lui mi inserì la cappella nel culo. “Ahhh” mi sfuggì un urlo di dolore mentre Piero faceva scivolare il cazzo nel mio intestino, cominciando a stantuffare con lena, eccitatissimo. Avanti e indietro, sentivo quel mostro che mi spaccava il culo, ma il dolore passò in secondo piano, lasciando il posto ad una goduria per me inedita, ma bellissima, intensa tanto da portarmi a sborrare mentre venivo inculato. 


“Daiiiii, non fermarti, di più, di più Piero, daiiii non fermarti, più forte, più forte, dai, dai, spaccami il culo, daiii”, strillavo come una troia mentre beccavo il primo cazzo in culo, un cazzo veramente grosso, duro come il ferro, tutto nel culo. Lui era sudatissimo mentre mi pompava, stava godendo come un maiale e capii che di li a poco, sarebbe venuto. Volevo la sborra in faccia, in bocca, così gli dissi di devastarmi la faccia. “Sborrami in faccia Piero, la voglio tutta in faccia”.


Fui così accontentato… Piero si alzò in piedi ed io mi ci inginocchiai davanti, appoggiai le mani sulle sue cosce per sorreggermi mentre le ginocchia mi dolevano. Lui reggeva il grosso cazzo alla base mentre io andavo avanti ed indietro su di esso in un pompino da favola. “Dai, sborra, sborra porco” gli dissi e Piero prese a masturbarsi a pochi centimetri dal mio viso. Lo guardavo con aria quasi di sfida, con la bocca spalancata e la lingua in attesa della sborra. Con un mugolio prolungato, mi riversò in faccia una quantità enorme di sborra densa, calda. Sentivo gli schizzi violenti e appiccicosi adagiarsi sulle mie guance, sul naso, sulla fronte e sugli occhi, sulla lingua, ne sentivo il sapore, disgustato mandavo giù parte del suo seme che sembrava non volesse finire mai. Che sborrata mi beccai, incredibile, era una fontana che sputava sperma in quantità enorme. Lo ripresi in bocca per godermi le ultime stille vomitate dal cappellone duro, ingoiando la sua sborra avidamente in un turbinio di sensazioni incredibilmente eccitanti, mi sentivo sporco, maiale, pervertito. Il cazzo di Piero uscì dalla mia bocca completamente pulito da ogni traccia di sperma… mentre il mio viso ne era praticamente ricoperto.


Mentre la sborra tendeva ad essiccarsi sul mio viso assumendo un odore nauseabondo, gli chiesi: “ti è piaciuto”? Lui rispose: “tantissimo, sei un pompinaro da favola con un culo caldo ed accogliente”. 


Volendo ripetere quella fantastica avventura, gli feci giurare ancora una volta di mantenere il più stretto riserbo e gli proposi di diventare amanti. Lui accettò di buon grado e mi disse: “che porco che sei! Ma stai tranquillo, sei il mio amante da questo momento”.


Andai in bagno per sciacquarmi la faccia e la bocca devastate da quell’incredibile pompino e, dopo una decina di minuti, mi congedai da Piero.


Quella fu la prima volta che avevo fatto sesso con un maschio in assoluto, ma quell’esperienza mi era piaciuta. La mia ragazza non saprà mai nulla del fatto che faccio pompini e scopo con Piero, il mio maschione amante…

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