Sono passati un po’ di giorni da quando Carla mi ha visto masturbarmi davanti a lei. Nei nostri successivi incontri di studio ho cercato di evitare altre situazioni di questo genere. Un po’ per evitare di trasformare il nostro rapporto, che prima era solo professionale, in qualcosa di troppo spinto, un po’ perché lo scopo della sfida l’ho già raggiunto. Credo però che Carla non voglia tornare al freddo rapporto che c’era prima, mi sembra che per lei si sia aperta una porta che vuole attraversare, piuttosto che richiudere.



Dopo essermi così aperto con lei, non ho nemmeno più avuto remore a farle leggere tutti i miei racconti. Ovviamente non si è persa l’occasione ed ha rapidamente divorato tutti i miei scritti. Non sono mancate le domande le volte successive in cui ci siamo visti. La maggior parte volte a capire quanto ci fosse di reale nelle storie che scrivo. Le ho detto onestamente che ci sono fatti reali del mio vissuto che hanno ispirato i racconti, fantasie che mi piacerebbe provare, ed anche una buona dose di invenzione per condire la narrazione.



Difficilmente non avrebbe notato che il tema ricorrente nelle mie storie è proprio il pissing. Inizialmente ha evitato di trattare l’argomento, forse aveva letto ancora soltanto una parte del materiale che le ho passato. In seguito mi ha chiesto di più sull’argomento, voleva capire se in questo caso si trattasse di esperienze fatte, di desideri o solo di fantasia. Ho cercato di essere vago, ma sono certo che ha capito bene che non è solo un tema narrativo.



Nel frattempo con Claudia mi sono visto un paio di volte, ma per via degli impegni lavorativi di entrambi non abbiamo avuto grandi occasioni per giocare insieme e portare avanti la sua scoperta della pioggia dorata. In compenso il nostro progetto di scrittura prosegue, con una trama sempre più complessa ed intricata, nella quale mettiamo un po’ di pepe con avventure personali. Mi chiedo spesso quanti lettori saranno in grado di cogliere ciò che c’è di vero nella storia.



Oggi siamo tutt'e due liberi da impegni, quindi ho pensato che potesse essere una buona occasione per giocare insieme. Stamattina ho mandato un messaggio a Claudia chiedendole se aveva voglia di fare una passeggiata al parco nel pomeriggio. Appena me lo ha confermato, le ho detto di presentarsi all’appuntamento con la vescica piena, mi sembrava di darle istruzioni per un’ecografia dell’apparato urinario.



Sapevo che avrei acceso la sua curiosità e stuzzicato le fantasie per tutte le ore che ci separavano. Ha anche provato più volte a chiedermi quali fossero le mie intenzioni, ma io sono rimasto sul vago per non rovinare la sorpresa.



Mentre sono all’ingresso del parco la vedo arrivare da dietro l’angolo, per ora sembra ancora camminare senza particolare urgenza di urinare. È vestita con una maglietta bianca, una gonna salopette con stampa a quadri, un cappellino a falda stretta e degli stivaletti di pelle nera. Credo sia la prima volta che la vedo indossare una gonna. Le bretelle della gonna mettono in risalto i suoi grandi seni. Gli stivaletti forse sono stati una scelta per evitare gli schizzi di pipì sui piedi, o semplicemente per camminare nell’erba, non sapendo di preciso cosa faremo.



“Ciao, sei stupenda vestita così.”



“Fa un po’ campagnola, ma mi sembra l’ideale per una visita bucolica al parco.” Sorride.



“Sì, poi è noto che le campagnole fanno pipì nei prati.”


“Ah! Ed io che pensavo di farla su di te.”


“Ahah come sei diventata spavalda.”



“Come se non sapessi che è quello che vuoi.”


“Mai detto il contrario, però mi sembra che tu ci stia prendendo molto gusto.”


“Devo ammettere che mi piace, poi ogni volta mi stupisci con qualcosa di nuovo.”



“Non voglio certo annoiarti.” Le rispondo facendo l’occhiolino.


“Difficile. Già l’altra volta è stato molto insolito, quindi lontano dall’annoiarmi.”



“In doccia dici?”



“Sì. Il fatto che, ovviamente, la maggior parte delle pisciate avvenga su un gabinetto ti piace? Cioè, è uno di quegli aspetti che me la fa gradire di meno, quando ti ho pisciato nella doccia ad esempio è andata molto meglio.”



“Concordo, il gabinetto è troppo noioso ed abituale. Io quando posso cerco di farla anche altrove. Nella doccia praticamente quasi ogni volta. Spesso la faccio anche nel lavandino. Non solo a casa, anche nei bagni pubblici se sono di quelli che hanno il lavandino nel bagno chiuso. Poi all'aperto è ancor più bello, nei prati o nei boschi ad esempio è divertente spruzzare ovunque liberamente. In mare è una cosa ovvia, ma se mi capita di essere seduto sugli scogli o sul molo mi piace scostare il costume e farla lì.”



“Che meraviglia! Lo confesso, questa cosa che tu la faccia ovunque mi piace sul serio! La scena degli scogli l'ho trovata molto molto stuzzicante, così come posti più insoliti all'aperto.”



“Mi è capitato anche in passato di intrufolarmi in qualche cantiere e farla dentro gli appartamenti, poi passando davanti una volta abitati pensare che dove magari hanno il salotto o il letto io ho lasciato la mia firma.”



“Sei tremendo!" Riesce a dirmi singhiozzando tra le risate.



Facciamo una passeggiata nel parco in attesa che Claudia sia carica per bene di pipì fino al punto di scoppiare, mi dice che ha bevuto poco prima di arrivare e che quindi non le è ancora sceso tutto nella vescica. Intanto vediamo che stanno allestendo i tavolini e gli stand per qualche sagra. Avvicinandoci per curiosare scopriamo che si tratta di una delle tante feste della birra che popolano i parchi specialmente in estate. Scopriamo anche che stanno predisponendo un palco per i concerti, c’è pure un manifesto con i gruppi che suoneranno nelle varie serate. Si tratta di gruppi emergenti, nessuno di famoso, ma non per questo meno bravi. Alcuni sono delle cover band, altri non lo indicano quindi presumo facciano musica propria.



Decidiamo che potrebbe essere divertente venire una sera a berci una birra ed ascoltare qualche band suonare, potrebbe essere una buona occasione per fare qualche giochetto dei nostri. Claudia è molto stuzzicata dall’idea di creare situazioni eccitanti che ha letto in un mio racconto. Poi dopo che le ho riferito che anche Carla ha sentito di casi ancor più spinti, il suo interesse è cresciuto ancor di più.



Mi ha chiesto di provare a chiedere a Carla se le va di uscire con noi per berci una birra e vedere se si allarga la compagnia dei piscioni. L’idea intriga anche me, seppur ritengo sia ancora pericoloso esporsi troppo.



“Sai che ora mi scappa davvero tanto.” Mi dice portando una mano fra le gambe.



“Allora è arrivato il momento di divertirci.”



“Qualunque cosa tu abbia in mente non la voglio nemmeno sapere, ma sbrigati o andrà sprecata.”



Faccio strada tra i vialetti del parco per andare in una zona un pochino isolata. Si tratta del retro della chiesa di San Giovanni, dove c’è uno spiazzo poco frequentato con delle aiuole sopraelevate, circondate da muretti. Sono state create idealmente come panchine per i visitatori del vicino museo, che però da anni è chiuso. Quindi risulta essere una zona abbastanza tranquilla anche se c’è comunque la possibilità che qualcuno passi di lì.



Ci infiliamo tra due di queste aiuole, controllo in giro con lo sguardo e non vedo nessuno, possiamo procedere senza occhi indiscreti. Anche se forse piacerebbe ad entrambi se qualcuno ci vedesse.



“Vuoi che la faccio qui dietro?”



“Aspetta, non ti ho portata qui per bagnare i fiori.” Mi abbasso in ginocchio davanti a lei, infilo le mani sotto la gonna e risalgo ai lati delle sue gambe. “Le mutandine le togliamo intanto.” Gliele sfilo e me le metto in tasca.



“Ho fatto proprio bene a mettere la gonna.” Dice con il respiro che si fa più intenso.



“Ora siediti.” La faccio appoggiare su un muretto, facendo però in modo che il suo sesso sporga davanti al muro. Mi infilo con la testa sotto la sua gonna e mi trovo faccia a faccia con la sua figa. “Prima di farti pisciare voglio, farti godere.”



“Ma godere non era previsto, non eri quello che non voleva tradire?”



“Non ho detto che ti voglio scopare. Ma tu mi ha visto masturbarmi più volte, non mi pare giusto lasciarti sempre insoddisfatta.”



“In ogni caso fai quello che vuoi, ma sbrigati e lasciami pisciare!”



La sua urgenza mi fa eccitare tantissimo, il mio cazzo vorrebbe subito vedere uscire la sua pipì, la mia mente però vuol far durare questo piacere più a lungo. Inizio a leccare avidamente il suo clitoride, con la lingua mi spingo lungo le sue labbra e sento che non c’è solo la mia saliva a bagnarla. La sua eccitazione scorre fuori dalla vagina come un miele dolce che cola dal vasetto. Dal sapore che sento si tratta unicamente degli umori prodotti dalla sua voglia, ma mi piacerebbe che non trattenesse più l’impeto della sua vescica per gustare anche la sua pipì.



Come i fotografi del secolo scorso, faccio tutto il mio lavoro coperto dal telo della sua gonna, lei non può vedermi in faccia ma deve affidare tutto alle sensazioni che le arrivano dal suo sesso. Avvicino la mano destra al mio mento, poi faccio scorrere il dito medio in avanti fino a raggiungere l’apertura della sua figa, lo infilo e mi faccio spazio dentro di lei mentre la mia lingua continua a non darle tregua.



Una volta infilato completamente il dito per tutta la lunghezza, premo con il polpastrello nella direzione della mia faccia, lo muovo in circolo andando a premere il più possibile sulla sua vescica.



“Ah! Così mi fai pisciare sotto!” Esclama lei sorpresa. Qualche schizzo di urina le parte senza che possa controllarlo, mi arriva sulla bocca e sul naso.



Mi stacco un attimo con la bocca dalla sua figa, lasciando però il dito infilato al suo posto. Con l’altra mano sollevo la gonna arrotolandogliela in vita e prendendo le sue mani per fargliela tenere.



“Così mi puoi vedere meglio ed eviti di bagnare tutta la gonna.” La guardo negli occhi mentre lei mi osserva a bocca aperta. “Non voglio che la trattieni, lasciala andare se ti viene.”



Torno con la bocca appoggiata alla sua figa e riprendo a leccarla e ad esercitare pressione con il dito da dentro. La guardo in faccia ora che nulla più me lo impedisce, vedo che si contorce e morde il labbro inferiore. Le sue gambe si muovono nervosamente di fianco a me sfregandosi contro le mie spalle.



“Cazzo mi stai facendo impazzire. Mi scappa da morire da pisciare ma se non ti stacchi non riesco a farla.” 



Non le rispondo nemmeno da quanto sono impegnato con la bocca su di lei.



Dopo diversi minuti in cui è arrivata evidentemente al limite, scoppia in un intenso orgasmo liberatorio. Il suo bacino sussulta, le sue ginocchia si stringono a me, mi appoggia una mano sulla testa, e, finalmente, dei fiotti di pipì partono dal suo buchetto. Non è proprio una pisciata liberatoria, ma ad ogni spasmo le parte uno schizzetto che mi colpisce violento in faccia.



Mentre si riprende, tolgo il dito dalla sua vagina, le bacio la vulva leccando e risucchiando le gocce di urina che le sono rimaste nei dintorni. Mi accorgo però che un po’ è colata lungo il sedere formando una piccola macchia sulla gonna.



“È stato molto intenso! Davvero! Non riuscivo a controllare il mio corpo!”



“Ho notato, sono contento di averti fatto godere così. In effetti è la prima volta che ti vedo avere un orgasmo.”



“Tu invece mi hai deliziato più spesso, caro il mio esibizionista.”



“Eheh in effetti.



“Ora però devo pisciare più di prima, non è uscita tutta.”



“Immaginavo. Però è meglio se cambiamo posizione.” Mi sdraio per terra e le faccio segno di mettersi su di me.



“Vuoi berla?”



“Certo, me lo merito, direi.”



“Eccome se te la meriti!”



Si mette con i piedi ai lati della mia testa e si accovaccia sopra di me. Raccoglie la gonna portandola verso l’alto intorno al busto, stringendo le braccia in modo da tenerla ferma. In questa posizione può vedere la mia faccia tra le sue cosce e la mia bocca aperta sotto la sua figa.



Prima di iniziare si guarda intorno, ricordandosi che siamo in un luogo pubblico. Appena dopo essersi assicurata di poter procedere, parte con un forte getto diretto nella mia bocca. La forza con cui esce è tanta che emette come un fischio mentre taglia la poca aria che ci separa. In un attimo la mia bocca si riempie facendo un gorgoglio sempre più acuto. Quando sono ormai al limite le faccio segno di rallentare per darmi il tempo di deglutire.



Ci prova, stringe anche i glutei ma non riesce a fermarla tutta. Io chiudo la bocca ed ingoio tutta quella che posso prima di riaprirla per accoglierne altra. Nel frattempo però mi ha già lavato tutta la faccia.



Quando vede che può ricominciare, lascia andare i muscoli ma nel farlo si sbilancia e cade su un ginocchio. Io cerco di seguire la direzione del suo getto di pipì che però va un po’ ovunque sul mio viso, il collo ed il terreno intorno. Anche uno stivaletto dei suoi non esce indenne.



Mentre ingoio una seconda boccata di piscio e prima che il suo fiume giallo smetta di scorrere, sento il mio cazzo dentro le mutande che sussulta di vita propria. Sto avendo anche io un orgasmo senza nemmeno averlo toccato. Vorrei fermarlo, ma anche quando ci metto sopra una mano non c’è modo di arrestare la sborrata. Ormai le mie mutande sono zuppe di sperma.



Quasi contemporaneamente alla fine del mio orgasmo, finisce anche la pipì di Claudia. Lascia andare anche l’altra gamba e si appoggia su entrambe le ginocchia per qualche istante. Poi si riprende e si siede accanto a me.



“Ti stavi toccando?” Mi chiede vedendomi con la mano sul pacco.



“No, cercavo di fermare l’orgasmo per non imbrattarmi le mutande.”



“Cioè sei venuto senza toccarti?”



“Sì, ero in una situazione molto stimolante.”



“Wow! Non mi è mai successo di far godere un uomo senza nemmeno sfiorarlo.”



“Allora mettilo nel tuo libro dei guinness.”



Dopo esserci sistemati un po’, ci avviamo verso l’uscita del parco. Io ho ancora i capelli bagnati e lei ha ancora la macchia di urina sulla gonna.



“Ho il piede che fa sciff sciaff ad ogni passo.” Mi dice indicando lo stivaletto su cui era finita la sua pipì.



“Ti è finita anche dentro?”



“Sì, ma ne hai sicuramente più dentro tu.” Ribatte ridendo, riferendosi a quella nel mio stomaco.



“Ahah, in effetti mi sono dissetato per bene.” 



Ci lasciamo dandoci appuntamento per la festa della birra e mentre vado verso la macchina scrivo a Carla invitandola ad unirsi a noi. Pochi secondi dopo mi risponde che sarà dei nostri.



La sera che abbiamo scelto per la nostra uscita, vede in programma una cover band dei Queen, seguita da un paio di gruppi emergenti con loro brani inediti. Il tutto condito da fiumi di birra.



Quando arrivo all’area feste, trovo Claudia e Carla che sono già insieme e stanno chiacchierando. Sembra ci sia già un clima di amicizia tra loro, anche se è solo la seconda volta che si vedono.



“Ciao ragazze, sono in ritardo?”



“No, siamo qui da poco.” Risponde Claudia.



“Bene, allora andiamo a prenderci qualcosa da bere. Io ho anche fame, non ho cenato prima di venire.”



“Anche noi stavamo pensando di mangiare qualcosa, ci sono un sacco di stand gastronomici.”



Ci avviamo tra sentieri del parco disseminati di furgoncini da street food che offrono birre artigianali di ogni tipo, cibi di accompagnamento e qualcuna anche degli oggetti di artigianato. Alla fine io prendo una birra ambrata IPA con uno stinco al forno, Claudia una Weiss ed un panino wurstel e crauti, Carla una birra Saison con patatine fritte.



Troviamo un tavolino libero e ci sediamo insieme a mangiare e bere quel che abbiamo acquistato. Tra un boccone ed un sorso di birra, Carla riempie Claudia di domande come aveva già fatto con me in passato. Vuole conoscere tutti i dettagli di come sia nata la sua passione per la scrittura erotica.



Riesce a scucire a Claudia un sacco di informazioni su quali argomenti sono trattati nei suoi racconti, che non ha ancora avuto occasione di leggere. Scopre che lei spazia un po’ su tutti gli aspetti sessuali, con una certa predilezione per i tradimenti, per il voyeurismo e per l’incesto. 



Ad un certo punto ho quasi il sospetto che Carla stia per spiattellare gli episodi che ha avuto con me, quando si parla di voyeurismo ed esibizionismo, ma apprezzo che invece tiene per sé l’argomento dimostrandosi affidabile e discreta. In compenso mi arriva la frecciatina quando sottolinea che invece nei miei racconti il tema principale è il pissing.



Mentre sto parlando con Carla, finisco l’ultimo sorso di birra ed appoggio il bicchiere di plastica vuoto sul tavolo. Appena lo lascio, Claudia allunga la mano verso il mio bicchiere e lo prende.



“Vado a prenderti un altro bicchiere di birra.” Mi dice.



“Non preoccuparti, vado io adesso.”



“Stai pure, faccio io, state parlando così non ti interrompi. Poi hai ancora la carne da finire.”



“Grazie mille allora. Prendi il mio portafogli.”



“Faccio io, tranquillo.”



Devo assolutamente ricambiare la gentilezza di Claudia. Questo comportamento l’avrei dovuto più avere io nei confronti delle fanciulle che mi accompagnano stasera, ma mi ha proprio spiazzato a sorpresa. Troverò un modo per sdebitarmi più tardi.



Intanto Carla mi sta parlando di una estetista dalla quale va a fare dei trattamenti estetici, non ho ben capito quale sia il negozio, ma si fa interessante il discorso e credo varrebbe la pena scoprirlo.



“Quando faccio i massaggi da lei sto sempre completamente nuda, tanto è abituata a vedermi quando mi fa la ceretta.”



“Certo, immagino sia normale con buona parte delle clienti.”


“Sì, ma l’ultima volta è successo qualcosa di non proprio usuale.”



“Cioè?” Le chiedo sempre più curioso, mentre Claudia è tornata da noi con un bicchiere pieno di altra birra per me. “Grazie mille.”



“Prego. Di cosa parlate?”



“Stavo raccontando a Matteo di cosa mi è successo durante l’ultimo massaggio dalla mia estetista.”



Intanto che Carla riprende il discorso mi rendo conto che il bicchiere che mi ha portato Claudia non contiene birra. Il colore non si avvicina certo all’ambrato della birra rossa di prima. Sembra più quel che viene normalmente definito giallo paglierino o giallo pallido. Ora capisco la premura nell'andare a prendermi un nuovo bicchiere di birra così in fretta. Evidentemente le scappava da pisciare con urgenza ed ha pensato bene di prendere il mio bicchiere di plastica vuoto per riempirlo della sua urina.



Metto la mano intorno al bicchiere e sento che è ancora bello caldo. Non c’è schiuma sopra ed anche da questo mi sarei dovuto accorgere subito che non era birra, ma ero distratto a parlare.



“In pratica ha visto che mi ero eccitata durante il massaggio, così mi ha proposto di proseguire con un massaggio tantrico ed ha proseguito fino a farmi raggiungere l’orgasmo.” Continua Carla.



“Caspita!” Le dico strabuzzando gli occhi. “Meno male che non stavo bevendo altrimenti mi sarebbe andata di traverso su questa notizia.”



“Basta che non la sputi, sarebbe un peccato sprecarla.” Mi dice Claudia sorridendo.



Prendo allora il bicchiere e lo porto alla bocca, il profumo intenso mi avvolge le narici e, appena arriva il primo sorso sulla lingua, riconosco l’inconfondibile sapore di pipì.



“Non preoccuparti, non ne spreco nemmeno una goccia.”


“Bravo, è appena spillata.” Aggiunge Claudia.



A quel punto Carla si accorge che c’è qualcosa di strano nel nostro discorso, abbiamo sottolineato troppo questo punto per essere una cosa casuale. Ci fissa in modo alternato per cercare di capire cosa stia succedendo e perché ci guardiamo con quel ghigno di chi sembra sapere un segreto.



“Ma cosa avete voi due?”



“Nulla, nulla. Però con il tuo orgasmo da massaggio mi hai fatto venire un’erezione.”



“Ah è dovuta solo a quello?” Rimarca Claudia.



“No, e lo sai.” Lascio Carla ancor più perplessa. “Ma lasciamo finire la nostra amica.”



“Quello che non vi ho ancora detto, e sono sicura apprezzerete, è che mentre venivo mi sono lasciata andare ed ho pisciato.”



“Ah! Ma è fantastico.” 



“Chissà che lago nello studio.” 



“Per fortuna non esageratamente. Il telo sul lettino ha assorbito la maggior parte, giusto qualche goccia è finita a terra. Però io sono venuta due volte mentre pisciavo.”



“Mi devi dare il numero della tua estetista.” Le dico.



“Credo faccia solo donne.”



“Allora dallo a me.” Si aggrega Claudia, sorridendo. “Com’è la birra?”



“Buonissima, molto meglio di quella di prima. Anche se è calda.”



A quel punto Carla guarda meglio il mio bicchiere e, conoscendo i miei racconti, capisce di cosa si tratta realmente. Fino ad ora non le avevo rivelato esplicitamente che le fantasie messe nelle storie corrispondono ai miei gusti reali, ora però non avrà più nessun dubbio.



“Ma stai bevendo quello che immagino?”



“Sentiamo, cosa immagini?”



“È piscio?” Chiede abbassando un po’ la voce.



“Ahah e dove l’avrei trovato? Qui vendono birra, non pipì.” 



“Oh cazzo, ma allora Claudia quando sei andata a prenderla, in realtà sei andata a pisciare nel bicchiere?”



“Bingo!” Svela la mia amica scrittrice. “Sono andata là in fondo, dietro quei cespugli, e non ero la sola a farla. C’erano altre due ragazze a pisciare e mi hanno guardato male quando mi hanno visto farla nel bicchiere.”



“Ahah ma non ci credo, sei una pazza! Siete due pazzi!” Ride Carla a crepapelle. 



“Però ho detto alle ragazze che mi hanno vista che era per uno scherzo ad un mio amico.”



“Direi che ho apprezzato lo scherzo.” Sorrido soddisfatto.



“Ahah ma non sai che poi sono passate di qui e ti hanno visto bere come se niente fosse.”



“No! Non vale! Devi dirmi chi sono.”



“Non lo saprai mai. E comunque sono già andate altrove.”



“Che stronza. Che figure mi fai fare.”



“Ahah adesso sanno tutti che ti piace bere la piscia.” Mi prende in giro Carla.



“Non esageriamo. Lo sapete voi due e basta, quelle ragazze penseranno che ero troppo ubriaco per distinguere cosa fosse. Magari faranno lo stesso scherzo a qualcun altro. E si allargherà la cerchia di amanti del genere.”



“Sempre che non lo diciamo in giro.” Azzarda Carla in modo beffardo.



“Sempre che io non dica in giro che massaggi ti fai fare.”



“Ops.” Mette una mano davanti alla bocca. “Ok dai, siamo pari.”



“Non proprio pari.” Ribatte Claudia. “Il signorino qui intanto se la spassa, chissà come ti scoppia il cazzo mentre ti bevi il mio nettare.”



“Già, non è che devi godere solo tu. Noi che sappiamo i tuoi segreti ti teniamo in mano. Volendo possiamo usarti come il nostro giocattolo erotico.” 



“Magari potrebbe pure piacermi.”



Non mi aspettavo che Carla fosse così sfacciata. Non mi aspettavo affatto che le potessi vagamente interessare se non per le nostre lezioni di informatica. Ora mi sta addirittura prospettando di essere un sex toy. Che svolta! 



Dopo aver finito di mangiare e dopo un’altra birra, Carla ci informa che ha anche lei bisogno di svuotare la vescica. Anche Claudia dice di volerne approfittare nuovamente dato che la birra le fa scappare tanta pipì. Mi chiedono di andare con loro per tenere le borse mentre si dedicano ai loro bisogno. Se non me l’avessero chiesto sarei andato comunque a spiare.



Ci avviamo nella direzione dove era stata prima Claudia quando mi ha riempito il bicchiere. Passati i cespugli che vedevamo dal nostro tavolino, ci si trova in una zona di prato abbastanza nascosta, ci sono degli alberi alti più in là e la strada è ben distante. Visto il numero di fazzoletti di carta disseminati in giro, deve essere molto frequentata da chi fa i propri bisogni corporali.



Claudia fa segno a Carla dove sia meglio passare per non finire con i piedi in fallo. Io rimango all’inizio di quella zona con in mano le loro borsette ed a controllare che non arrivi gente, o almeno non troppa.



Mentre si allontanano mi rendo conto che il loro parlare sottovoce non è sicuramente solo per trovare il punto ideale, mentre chiacchierano continuano a girarsi verso di me ed a guardarmi come se stessero complottando qualcosa.



Arrivate in un buon punto, verso cui ho comunque un’ottima visuale e con un po’ di luce che arriva da un lampione in lontananza, si girano verso di me e cominciano a slacciare piano piano i pantaloni all’unisono. Muovendosi in uno spogliarello per il loro spettatore. Poi arriva il momento delle mutandine, anche quelle scorrono giù per le loro gambe in un movimento coordinato.



Dopo avermi fatto vedere per bene la loro figa, fanno anche un giro su loro stesse per mostrarmi il lato b. Il corpo di Claudia lo conosco molto bene ormai, quello di Carla invece lo vedo per la prima volta in questo modo. Ha una bella fighetta depilata ed un culetto sodo e compatto. Vorrei avvicinarmi di più, poter essere a pochi centimetri per godermi quella celestiale visione. Probabilmente apprezzerebbero anche loro la mia compagnia, dato che mi stanno mostrando così impunemente le loro nudità. Ma non so cosa potrebbe succedere e siamo comunque in un luogo pubblico ed affollato.



Mentre sono avvolto in questi pensieri si piegano sulle ginocchia e danno il via a due belle pisciate che mi dispiace tantissimo non poter gustare meglio, quantomeno posso vederle. Mi accorgo che dall’altro lato della zona pisciatoio, sono arrivati altri tre ragazzi che probabilmente avevano le stesse intenzioni. Quando però hanno visto le mie amiche intente nei loro bisogni, si sono fermati senza farsi notare e si stanno gustando anche loro la scena.



Claudia termina per prima, in fondo l’aveva già fatta da non molto, mentre Carla prosegue ancora per un po’. Poi, prima di asciugarsi, fanno un gesto inaspettato, che sia io che gli altri ragazzi abbiamo gustato. Si toccano a vicenda la figa ancor bagnata di urina, poi con l’altra mano si asciugano, si rivestono di corsa, un po’ a fatica, e corrono da me.



“Vieni porcone, spostiamoci che c’è un piccolo assaggio per te.” Mi dice Claudia.



Ci avviamo nella direzione dei tavoli, ma dopo pochi passi Carla mi allunga la mano con le dita bagnate di pipì della complice.



“Prima questo, che è un sapore che già conosci.”



Afferro il polso per tenere ferma la mano, poi con la lingua passo su ogni dito, me li infilo uno ad uno in bocca e succhio avidamente. Nonostante non fosse un contatto diretto si sente benissimo il sapore di piscio. Terminata l’operazione è Claudia che mi avvicina la sua mano. Ripeto la minuziosa opera di leccatura ed assaporo anche la pipì di Carla, che mi guarda estasiata al pensiero che sto gustando la sua urina.



Il mio cazzo è in uno stato di rigidità tale da farmi male, vorrei solo tirarlo fuori in questo momento. Mi piacerebbe farlo godere e sborrare come una fontana, ma anche solo liberarlo dalla prigione in cui si trova sarebbe una soddisfazione.



Invece le mie amiche mi trascinano verso la zona del palco, incuranti della carica erotica che mi hanno procurato. 



Il resto della serata passa tra balli, canti ed altre due birre a testa per me e Carla. Claudia invece non beve altri alcolici dato che è venuta in macchina, a differenza nostra. Infatti a fine serata è lei che si offre di accompagnarci a casa.



Saliamo in macchina ed io mi metto al posto del passeggero davanti, Carla sta dietro da sola. La situazione però degenera presto, siamo entrambi su di giri per quel che abbiamo bevuto e Carla insiste talmente tanto che io vada dietro a farle compagnia che al secondo semaforo rosso mi tocca cedere alle sue richieste. 



Claudia ci prende un po’ in giro facendo finta di essere un autista di taxi, ma ci redarguisce sul non fare danni sulla sua macchina.



Dopo qualche istante Carla pensa bene di mettersi a sedere sulle mie gambe, come se la tenessi in braccio, mi mette anche le braccia intorno al collo per avvinghiarsi meglio. Qualche secondo più tardi sento un particolare calore sulla coscia che mi fa insospettire. Infilo la mano sulla mia gamba e sotto il suo culo. Esattamente nel punto dove ho sentito il calore, trovo il tessuto bagnato.



“Ma mi hai pisciato addosso?”



“Ops! Forse me ne è uscita un pochino.”



“Non bagnatemi i sedili!” Urla Claudia.



“Non preoccuparti, è talmente poca che non pensavo nemmeno bagnasse i pantaloni.”



“Invece ha bagnato i tuoi ed i miei!”



“Sono certa che non ti dispiace tanto avere un po’ della mia pipì addosso.”


“No, tutt’altro, ma preferivo essere preparato. Ora devo almeno sciacquare i pantaloni prima che arrivi Giulia dopo il turno di notte.”



“Direi che non è il caso di lasciare a lei da lavare la piscia delle tue amichette.” Ribatte sprezzante Carla.



Fino a casa sua devo comunque tenerla in braccio altrimenti bagnerebbe il sedile. Quando arriviamo l’aiuto a scendere senza fare danni ed esco anche io per controllare la macchia. C’è una bella chiazza di almeno otto centimetri di diametro sulla coscia. Carla ha tutto il cavallo dei pantaloni bagnato.



Ci salutiamo e riparto con Claudia verso casa mia, stavolta seduto di fianco a lei.



“Mi spiace per Carla, mi sa che era un po’ su di giri.”


 


“Non preoccuparti, non è successo nulla di male, anzi a me è piaciuta tantissimo la serata.”



“Se è per questo pure a me, ho il cazzo duro da inizio serata.”



“Non vuoi farti una sega?”



“Appena arrivo a casa di sicuro.”



“E perché non qui, adesso.” Mi sprona provocatoriamente.



Non me lo faccio certo ripetere, anche se dovessi schizzarmi sui pantaloni ormai sono sporchi d’altro. Il mio cazzo non aspettava altro. Sposto la cintura di sicurezza, slaccio i pantaloni, sfilo l’uccello dalle mutande e finalmente svetta libero.



Claudia accosta, in un parcheggio in penombra, per gustare meglio lo spettacolo senza distrarsi alla guida. La mia mano si muove veloce su e giù per l’asta ed il mio cervello ripensa a tutti i momenti eccitanti della serata. Alterno momenti in cui mi perdo eccitato nei pensieri ad altri in cui guardo lei che mi osserva con piacere.



Dopo qualche minuto sento arrivare forte la spinta del mio orgasmo. Metto la mano libera davanti alla cappella per fermare gli schizzi.



“Così me lo nascondi però.” 



“Non… volevo… sporcare.” Riesco a dire tra i gemiti.



“Allora facciamo come prima.” Dice prendendomi la mano sporca di sperma. Se la porta alla bocca e lecca tutta la mia sborra dalla mano come io ho fatto prima con la loro pipì.



Finito di ripulire ogni goccia, mi rende la mano e posso risistemare il cazzo soddisfatto al suo posto. Riparte con la macchina e mi accompagna fin sotto casa.



Prima di lasciarci, ricevo un messaggio da Carla. “Mi spiace per lo scherzetto in macchina, dillo anche a Claudia. Però ho già pensato ad un modo per farmi perdonare. Con la complicità della mia nuova amica, se ne avrà voglia.”

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