Ogni tanto leggo di una professoressa che passa dei guai perché scoperta a fare sesso con un suo alunno.
In realtà, quando ero adolescente, era il mio sogno, ma anche dei miei amici. Quando c'era un prof sensuale le seghe in suo onore si sprecavano. Ognuno raccontava di averle sbirciato le coscie, o la scollatura, o il culo quando si era chinata.
Avremmo fatto carte false per una nave scuola che ci insegnasse tutto, ma proprio tutto del sesso. Ma ovviamente nel caso saremmo corsi a dirlo agli amici, aumentando se possibile i racconti, e le gesta sarebbero passate di bocca in bocca, diventando vox populi. Forse per questo qualche prof che pure sembrava piuttosto provocante se ne guardava bene dal dare seguito ai nostri turbamenti, lasciandoci annegare nelle tempeste ormonali aggrappati miseramente a una manualità sempre più ossessiva.
E tuttavia, a circa 18 anni, forse qualche mese prima, mi capitò di dover fare ripetizioni di matematica. Lei aveva una trentina d'anni e arrotondava le supplenze con le ripetizioni di matematica e fisica.
Era bassina e grassottella, non una bellezza, ma simpatica. Spiegava bene e le ripetizioni erano fruttuose.
Sinceramente non pensavo per niente al sesso con lei. Senonché fra un teorema e un'equazione, iniziò a farmi domande personali. Se avevo la ragazza (no), se l'avevo avuta (si), se ci avevo fatto "cose" (si), e lei a provocarmi, a dirmi che secondo lei ero troppo timido e il sesso non lo conoscevo ancora...
E io a dire che no, ci avevo fatto l'amore, con la ragazza, ma che adesso ci eravamo lasciati. E era vero, ma era anche vero che quelle prime esperienze sessuali erano state imbranate, da parte di entrambi e gli orgasmi quasi estemporanei. Vissuti poi con una specie di senso di colpa.
E lei, la prof, che diventava sempre più insinuante con le sue domande, scendendo in particolari, come l'avevamo fatto, se ci eravamo toccati, leccati... insomma domande così, che mi facevano arrossire e mi creavano turbamento e un'erezione ben visibile, che cercavo di nascondere.
Sinceramente non ricordo come arrivò a circuirmi perché quello che mi è rimasto impresso è che mi ritrovavo sul letto e lei sopra, che mi scopava e poi se la faceva leccare.
Anzi sarebbe più giusto dire che mi scopava la faccia. E non poteva non accorgersi, la porca perversa, che mi faceva schifo, che mi si sedesse sopra "applicandomi" e strofinandomi la fica slargata sul viso.
Mi raccontava che aveva un fidanzato che in quel momento era in un altra città, e aveva un cazzo enorme e era abituata a quello. Che a me non mi sentiva, nonostante fossi più che normale, e infatti avevo la sensazione di non sentirla la sua vagina sul mio cazzo.
Mi scopava passando dalla fica al culo senza quasi che me ne accorgessi, sempre standomi sopra cavalcandomi. Mi faceva venire e poi se la faceva leccare, lavandomi la faccia con i suoi umori e il mio sperma. Fino a venire più volte, strofinandosi sul mio viso, usando naso, mento e labbra per stimolarsi.
Giuro che allora era traumatico. Iniziai a temere gli incontri e le dicevo che ci sarei andato ma senza fare sesso, perché (mentendo) mi ero rimesso con la mia ragazza e volevo essere fedele.
E lei mi diceva di si, che certo, se non volevo non facevamo niente, che era stata una debolezza.
Ma poi quando ero lì mi circuiva di nuovo. Mi batteva le tettone in faccia. Mi toccava e finiva nello stesso modo ogni volta: lei a cavalcioni sul mio viso e io che leccavo.
Le lezioni finirono e finì la storia.
E io ne fui sollevato.
Ma poi, anni dopo, più svezzato al sesso, ripensando a quei pomeriggi, pensavo a quanto fosse stata porca e perversa la prof, a scoparsi lo studentello, a dominarlo, a usarlo, diciamo pure a stuprarlo, anche se consenziente. E seppi che era sposata, e immaginai che in realtà raccontasse al marito dei suoi pomeriggi con me.
Si, poteva incidere negativamente sul mio sviluppo erotico, ma in realtà che spettacolo di porcona mi è capitata! Mi ha insegnato a leccare la fica come dio comanda e a uscire dal ruolo di maschietto che controlla tutto, i giochi di ruolo, senza che lo sapessi. Si, si è approfittata di me. Non è stata moralmente ineccepibile nel suo ruolo. Ma gliene sono sempre stato grato.