Ho chiuso gli occhi. Sentivo una donna godere. Sentivo un uomo emettere gemiti di piacere. Sentivo il ritmo di due corpi intrecciati tra loro che facevamo l’amore. Sentivo il profumo intimo del sesso femminile godurioso. Sentivo il profumo del sesso maschile eretto. Ho aperto gli occhi. Non era una semplice donna, era la mia donna, la mia Daniela, che stava godendo con uno sconosciuto. Era oscenamente messa a pecora con il viso rivolto verso di me, il suo seno che ballava forte, i capelli racconti in una coda con un elastico. Indossava tacchi vertiginosi, la bocca era aperta e gli occhi chiusi. Il viso era totalmente sudato. E dietro di lei un uomo, uno sconosciuto di nome Antonio, che la stava scopando con forza e vigoria, le reggeva con una mano la coda dei capelli, forte e deciso, costringendola a tenere il collo alto ed all’insù. L’altra mano passava dal seno al culo, quasi sempre per darle pacche o veri e propri schiaffi. Daniela era oscena, il suo culo era totalmente rosso, il suo seno sballottava a destra e sinistra sia per i movimenti dovuti alla penetrazione che agli schiaffi sul seno che riceveva. Emetteva gemiti di dolore e di eccitazione. Eravamo nell’assurdo, lui la schiaffeggiava e lei godeva.
“Marcolino vedi che troia che hai come fidanzata? Pensavi di avere una fidanzatina casa e chiesa vero?”
Antonio, appena finito di parlare, le ha dato uno schiaffo fortissimo sul seno, provocandole un urlo di dolore e facendola piangere. La forma della sua mano è rimasta impresssa per diversi minuti sulla sua pelle con il colore rosso fuoco. L’amplesso di Daniela con Antonio è durato un’infinità. Io, nudo anche nell’orgoglio e nella dignità, senza più avere un freno inibitore, mi sono lasciato andare, distrutto dalla scena a cui stavo assistendo in prima persona. Ero incapace di reagire, incapace di bloccare Antonio, incapace di dire a Daniela di fermarsi. Vederla poi godere sotto i colpi e gli schiaffi di Antonio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
“Ma guarda un po’ il nostro Marcolino come si è eccitato! È così piccolo e dolce…. Vieni qui vicino”
Antonio, vedendomi eccitato, mi ha fatto avvicinare a loro due, e mi ha fatto mettere dietro Daniela, dopo che lui è uscito da lei. Aveva il membro durissimo e bagnatissimo degli umori di lei, che, effettivamente, era un lago di umore e grondava di piacere.
“Avanti Marco, non essere timido, accomodati pure dentro la tua donna”
Mi ha messo una mano dietro la schiena e mi ha spinto contro di lei. Ero eccitatissimo a quel punto e non ho potuto fare altro che entrare…. Ma non la riconoscevo più. Era larga, fradicia, sentivo solo un gran calore intorno il mio membro. Le dimensioni erano troppi differenti. Daniela, presa dal piacere che le aveva provocato Antonio, continuava a muovere il bacino verso di me, convinta forte che ancora non ero dentro. Non mi sentiva più. Il tutto sotto gli occhi attentissimi di Antonio.
“Avanti Marcolino, non vedi che la tua donna ha voglia del tuo cazzo? Spingilo dentro forza!”
E dicendomi queste cose mi è arrivata una forte pacca sul culo. Ho sentito la pelle bruciare, lacerarsi alla sua manata. Un dolore lancinante che mi ha provocato un urlo di dolore e mi ha fatto crollare sulla schiena di Daniela. Avevo percepito la forza e la spregiudicatezza con la quale Antonio aveva schiaffeggiato Daniela, ma non lo avevo ancora provato sulla mia pelle. E come se non bastasse quello schiaffo anziché darmi una scossa e farmi ribellare mi aveva reso ancora più innocuo. Ho abbassato gli occhi, mi sono rimesso in posizione ed ho continuato a seguire le indicazioni di Antonio che mi diceva di entrare ed uscire. Eseguivo i movimenti sotto il suo comando. E quando ero dentro un altro forte schiaffo mi è arrivato sull’altra natica, deciso e crudo come il primo. Avevo il culo in fiamme, mi bruciava tutta la pelle.
“Marcolino forse Daniela non sente più il tuo pisellino… guarda come si muove cercando di trovarlo. Te l’ho allargata bene bene è? Spostati e segati adesso, da bravo cornuto quale sei. Perché sei un cornuto, vero Marco?”
Io, alle sue parole sono uscito fuori da Daniela e mi sono fatto da parte. Antonio, tuttavia, vedendo che non rispondevo, mi ha dato un altro forte schiaffo sul sedere, ormai rosso fuoco.
“Sei un cornuto vero Marco? Rispondi!”
Il tono con cui Antonio mi aveva posto la domanda non ammetteva più silenzi. La sua forza, la sua potenza, la sua autoritarietà era ormai evidente. Era pronto a sculacciarmi ancora se non avessi parlato. La paura è subentrata dentro di me, senza tuttavia cancellare l’eccitazione, cosa assurda in quel momento. Venivo sculacciato pesantemente da un uomo eanziché reagire ero in silenzio a subire tutto passivamente.
“Si Antonio, sono un cornuto.”
Le sue mani pensanti avevano avuto effetto. Con un filo di voce ho ammesso ciò che stavo diventando, un ragazzo cornuto e contento di vedere la propria donna nelle mani di un altro. Ma tutto ciò non è bastano ad Antonio.
“Più forte, non ho sentito!”
Un altro forte schiaffo. La pelle, ormai lacerata ed in fiamme, mi bruciava forte. Non sentivo più solo dolere, sentivo il fuoco dietro al mio sedere. Ho iniziato a lacrimare, troppo il dolore per sopportarlo in silenzio. In contrapposizione ad un’eccitazione nuova è disarmante, il mio membro era durissimo.
“Sono un cornuto”.
L’ho detto ad alta voce, liberandomi, come ad urlare contro quello che mi stava accadendo pur di essere lasciato in pace. Non avrei resistito ad un altro schiaffo. Non lo avrei più sopportato. Mi bruciava tutto, troppo. Con gli occhi non riuscivo più a vedere nulla, erano pieni di lacrime. Stavo piangendo. Piangevo per il dolore delle sculacciate, piangevo perché Antonio mi aveva reso impotente di reagire. Ma forse non era Antonio, era l’eccitazione dentro di me. Era il mio inconscio, al quale quest’irreale situazione stava piacendo talmente tanto da rendermi super eccitato.
Daniela stava osservando passivamente la scena, era girata e guardava me e Antonio con gli occhi sbarrati ma con le gambe aperte: era un lago, grondava di umori. Il suo seno era gonfio e rosso, i suoi capezzoli dilatati, duri e turgidi. I capelli spettinati, il trucco sbavato e le labbra della fica gonfie, agli occhi di un osservatore estraneo, non lasciavano dubbi sul suo stato di eccitazione e su cosa stesse facendo in quel momento. Non era più Daniela nelle mani di Antonio, eravamo io e lei adesso, una coppia che fino al giorno prima era in spiaggia a scoprire nuove sensazioni e nuove emozioni su un topless rubato. Adesso ci stavamo trovando in casa di uno sconosciuto che ci stava rendendo super eccitati in perversioni uniche. Tacitamente, io e Daniela, accettavamo tutto questo senza guardarci negli occhi, come due estranei in una stanza, legati dalla presenza di un uomo che ci stava manovrando come se fossimo marionette. Era un incubo, o forse un sogno.
“Venite qui, venite accanto a me”
Antonio si era semisdraito su un pouf più grande, con il membro oscenamente duro che puntava in alto, segno della sua potenza e del suo totale controllo della situazione. Io e Daniela ci siamo così seduti vicino a lui, su due cuscini, guardandolo, in attesa, come due discepoli che attendono.
“Dal primo momento che vi ho visti avevo capito tutto di voi. Siete una bellissima coppia, vi amate e sono sicuro che nei vostri pensieri, seppur giovani di età, avete già progetti per un futuro insieme, sposandovi e facendo figli. Ma siete ancora troppi giovani ed avete ancora tanta voglia di esplorare il mondo e fare esperienze. È chiaro anche che volete farle nel mondo della trasgressione, anche se forse non ve lo siete mai confessato e lo avete anche negato a voi stessi. Ma quale ragazza fidanzata vuole mettersi con le tette nude al sole con il premio fidanzato ed anche con altre persone sconosciute presenti se non una che vuole farsi vedere e trasgredire? E quale fidanzato permetterebbe alla propria fidanzata di farlo se non uno a cui piace che gliela guardano, anche a costo di passare per cornuto? Che poi, da questa sera, caro Marco, non passerai più per cornuto, ma sei diventato un gran bel cornutello.”
Antonio mentre parlava aveva portato la sua mano su un seno di Daniela per strizzarlo e giocare con il capezzolo.
“E tu Daniela, ti stai sentendo finalmente troia, quello che dentro di te hai sempre voluto essere ma che per educazione, rispetto verso i tuoi genitori, morale e repressioni interne ti sei sempre vergognata di esserlo. La tua voglia di cazzo è tanta, guarda come sei eccitata in questo momento. Ma da adesso, con me, potrai finalmente essere te stessa. Io vi guiderò verso la trasgressione, verso un mondo a voi ignoto fatto di perversione ed eccitazione. Io vi guiderò verso gli angoli più nascosti dell’eccitazione, quel posto che dentro il vostro subconscio esiste ma che la vostra mente vi nega. Vi guiderò verso la perversione, in cambio mi darete piacere ed un giorno mi ringrazierete. Da soli non avete il coraggio, ma con una persona che vi educa e vi guida sarete in grado di soddisfare ogni vostro desiderio, anche quelli che ignorate, ma che nel vostro subconscio sono presenti. Il fatto che questa sera siete qui, in mia presenza, nudi, è indicativo del vostro istinto remissivo nei miei confronti. Non dovete però spaventarvi, ma lasciarvi andare e farvi guidare da chi è più esperto e maturo di voi. Abbandonatevi al piacere senza avere vergogna, senza avere imbarazzi e vedrete che il vostro godimento arriverà a livelli mai raggiunti. Daniela, sei mai stata così bagnata prima di oggi? Rispondi e non avere vergogna del tuo fidanzato Marco, anche lui sarà contento di sentirtelo dire”
Daniela, imbarazzata ma eccitata, mi ha guardato negli occhi, con vergogna e piacere, incapace di non rispondere a quella domanda.
“Si è vero, sono eccitata come non mi era mai successo”
Da quella risposta ho capito che anche lei, come me, era incapace di dire di no ad Antonio.
“Adesso voglio che vi guardate negli occhi, che vi promettete amore eterno e che vi baciate, come se dovete fare l’amore. Anzi, fatelo qui, davanti a me! Baciatevi e amoreggiate!”
Il suo tono deciso non ammetteva repliche. Io e Daniela ci siamo così guardati negli occhi, ci siamo abbracciati, ci siamo baciati, lingua lingua, stringendoci l’uno all’altra. Un abbraccio forte, pieno di emozioni non dette, di pensieri repressi dentro. Ma i nostri corpi parlavano, si dicevano che qualunque cosa fosse successa noi ci saremmo stati sempre. L’amore puro tra noi sarebbe continuato ad esistere sempre, nonostante tutto e tutti. Nonostante Antonio. E mentre i nostri cuori trasmettevano emozioni, ci siamo abbandonati su quel tappeto grosso e abbiamo fatto l’amore, quello vero, fatto di sentimenti e di emozioni segrete. Antonio era presente, ci guardava, ma in quel momento siamo riusciti ad isolarci, ad essere soli, e forse questa è stata la cosa che più di tutte ha aperto le porte ad Antonio dentro la nostra coppia. Stava partecipando al nostro momento più intimo, al momento in cui due persone si amano emotivamente e carnalmente. I baci, le carezze, le coccole, io dentro di lei: AMORE PURO. E proprio mentre ormai io e lei eravamo sul punto di massimo godimento, sussurrandoci l’amore che provavamo, il piacere di essere io e lei “soli”, quando la tranquillità dell’amore aveva invaso le nostre teste, i nostri corpi ed i nostri cuori, la voce di Antonio decisa e sicura ha di nuovo spaccato l’equilibrio creato.
“Inginocchiatevi davanti a me e baciatevi”
Come due marionette abbiamo smesso di amarci. Ci siamo alzati, tremanti dal piacere ma soprattutto de quella frase netta e decisa che ci aveva appena detto. Mai avrei immaginato che qualsiasi altra persona potesse fermare l’atto più intimo, segreto e forte di una coppia. Antonio ci è riuscito con una semplice frase. Era in piedi, davanti a noi, con il membro prepotentemente dritto e duro. Era veramente enorme. Inginocchiarsi davanti a lui è stato umiliante. Era riuscito a fermarmi mentre facevo l’amore con la mia donna, senza che io opponessi resistenza. Con un semplice comando. Come se fossi un gioco con la leva on e off. Ma soprattutto Daniela, che subito in piedi, si è inginocchiata nuda davanti a lui con lo sguardo basso. Ho esitato una frazione di secondo, avevo paura di inginocchiarmi. Un suo sguardo, anzi un suo mezzo sguardo direi, mi ha costretto a terra, come se due mani pesanti mi premessero sulle spalle. Crollando a terra, ho sbattuto le ginocchia, come un cavaliere che si inginocchia e lascia cadere scudo e spada davanti il suo avversario, arrendendosi per sempre. Dentro di me sapevo quel gesto avrebbe segnato un cambiamento netto e deciso. Io e Daniela ci stavamo consegnando a lui.
“Marco e Daniela, meravigliosa coppia, domani vi amerete come oggi e come ieri. Nulla cambierà tra voi. Sarete la solita coppia che tutti conoscono, i due bravi ragazzi fidanzati che vogliono vivere il futuro insieme. Abbassate lo sguardo e promettetemelo.”
Sembrava un vero e proprio giuramento, una cerimonia assurdamente assurda! Con un filo di voce, con lo sguardo basso, lei per prima ed io subito a ruota, quasi in corso abbiamo esclamato:
“Promesso”
“Bene. Adesso alzate il vostro sguardo, noterete davanti a voi il mio cazzo duro ed enorme. Non mi basta la vostra promessa. Dovete giurarvi amore eterno davanti a me, che sarò la vostra guida ed il vostro educatore. Sorveglierò su voi e vi aiuterò nei momenti di difficoltà! Adesso baciatevi!”
Io e Daniela stavamo tremando. Il suo tono deciso era inquietante, avevamo paura. Ho chiuso gli occhi ed ho incontrato la sua bocca, ancora una volta. La testa annebbiata, senza nulla dentro. Il cuore batteva forte, quello di Daniela ancora di più. Il momento era teso, l’aria si tagliava. Abbiamo sentito lui avvicinarsi a noi, piano, con calma. Avevo paura di aprire gli occhi. Forse sapevo cosa poteva succedere ma non volevo, non volevo assolutamente. Baciavo Daniela per ripararmi, per nascondermi. Daniela baciava me con passione e amore. L’aria sempre più tesa, lui sempre più vicino. Tamente vicino che tra le nostre guance qualcosa di estremamente caldi e duro e deciso ha iniziato a farsi spazio.
“CONTINUATE A BACIARVI”
Nessuno dei due ha osato fermarsi. Non volevo crederci, piangevo quasi e mi stringevo ancora di più a lei, sperando che quanto stava succedendo non fosse vero. Ma sempre più caldo c’era tra noi, fino a quando non c’era più solo la sua bocca davanti a me. Un corpo estraneo era tra noi, tra le nostre bocche. Un corpo duro, caldo, estremamente caldo. Un profumo di maschio. Mai avvertito prima.
“BACIATEVI”
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«Il finale??????»
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