Esco dalla clinica e percorro un breve tratto di strada, dove avevo notato un piccolo centro commerciale, con negozi di abbigliamento. Una volta entrata in uno di questi, cerco qualcosa di provocante da indossare per la serata, non avendo nel mio bagaglio nulla di adatto. La mia scelta cade su di un vestito di lino bianco, con nove bottoni davanti, che lo tengono chiuso e la solerte commessa mi consiglia di abbinarvi uno dei tre tipi di scarpe di quello stesso tessuto. La differenza fra le scarpe è costituita solo dal tacco: basso, medio e alto. Naturalmente scelgo quello alto e prendo anche un reggiseno a fascia, molto sottile, assieme ad un perizoma veramente striminzito. Quando torno in clinica, trovo mio suocero che sta parlando con Roberto, il quale ci informa che il giorno successivo sarà il primo ad esser operato, poi mi lancia solo un’occhiata e se ne va, mentre io resto ancora un po’ con Pietro, che però non fa che parlare dell’imminente intervento. Quando si fa ora di uscire, lui mi sorride e mi dice di non disattendere le sue parole. Uscendo trovo ad aspettarmi Roberto, che mi chiede se è sufficiente una mezz’ora per prepararmi e mi dà appuntamento davanti alla mia residenza. Entro in camera, faccio una doccia, poi massaggio il mio corpo con una crema per la pelle che la rende ancora più morbida e vellutata, poi indosso l’intimo, che mi soddisfa molto, soprattutto il perizoma che, dietro, sparisce completamente nel solco delle mie natiche e, quando indosso il vestito di lino bianco, sembra quasi che il mio culo sia completamente nudo. Mi inerpico sui sandali a zeppa che si legano alla caviglia con un fiocco dello stesso tessuto del vestito e, quando mi guardo allo specchio, decido che, dei nove bottoni, i primi due in alto, vanno lasciati aperti, così da mostrare il solco del mio florido seno. Lascio aperti anche gli ultimi tre in fondo, in modo che la mia coscia sia visibile ben oltre la metà, ad ogni passo. Un leggero filo di trucco e un po’ di lucidalabbra completano il mio outfit e, soddisfatta, scendo e trovo Roberto appoggiato ad una splendida Maserati. Sorride compiaciuto nel vedermi e, quando apre lo sportello per farmi salire, faccio in modo che abbia un completo panorama delle mie cosce. Parte velocemente e guida in maniera sicura e tranquilla. Durante il percorso, parliamo solo di cose banali, fin quando vedo che lui, lasciata la tangenziale, si inerpica su per la collina ed entra nel piazzale di una casa colonica, dove ci sono solo altre tre auto parcheggiate. Entrati in quel particolare ristorante, attraversiamo un piccolo salone, per uscire dall’altro lato, dove ci troviamo su uno splendido terrazzo con davanti, in forma degradante, si delinea l’intera città illuminata. Appena seduti, un’anziana signora si avvicina, ci sorride e subito inizia a servire bevande e cibo, senza che nessuno di noi due abbia ordinato nulla. Mangiamo assaporando con estremo piacere il gusto di quelle pietanze veramente squisite; intanto guardo Roberto con occhi carichi di desiderio e noto che anche lui non riesce a non indugiare sul mio corpo. Lui mi offre un pezzo di carne di agnello veramente squisita, ma io ho voglia di lui, e quando lui mi chiede il mio giudizio sulla pietanza, le mie parole sono pervase da un chiaro e lampante doppio senso.
«Decisamente molto buona, ma io, questa sera, ho fame di carne di "porco", possibilmente cruda.»
Lui mi guarda, sorride e mi prende per mano; insieme, dopo aver pagato il conto, ce ne andiamo velocemente. Nessuno di noi due parla e, ad un tratto, mi trovo davanti all’ingresso di una villetta molto carina, dove lui mi invita ad entrare. Appena dentro, mi stringe a sé e mi bacia con trasporto. Poi, si siede sul divano, lasciandomi in piedi davanti a sé e, mentre penso che vorrà spogliarmi, lui ha altre idee e, per me, in quel momento, inizia un vero percorso di piacere mai provato prima. Allunga le mani e mi accarezza le gambe, partendo dalle ginocchia per poi risalire, lungo l'esterno coscia, fino al culo. Poi, sempre quelle mani, hanno preso a salire lungo i miei fianchi, portandosi al seno, pizzicandomi i capezzoli, attraverso la sottile stoffa. Poi è sceso di nuovo sotto il mio vestito, mi ha sfilato il perizoma ed ha iniziato ad accarezzarmi la fica, passando le dita della mano destra, lungo le labbra della mia vagina, pronta ed offerta. Dopo avermi fatto divaricare le cosce, ha iniziato a dedicare tutte le sue attenzioni al clitoride, perché con le gambe così aperte lo lasciava totalmente esposto. Lo massaggiava con l'indice e il medio facendo dei cerchi con la punta delle dita e altre volte. con l'indice e il pollice, lo strizzava. Non ci vollero che pochi minuti per avere il primo orgasmo. Tutto il mio corpo tremava al punto che ho dovuto appoggiarmi alle sue spalle, per non cadere. Ho serrato di colpo le gambe, cercando di stringere la sua mano fra le mie cosce, perché il piacere che provavo era forte e intenso. Stavo urlando di piacere, mentre lui continuava a strofinare le dita molto lentamente, sul clitoride. Non mi ero ancora ripresa dall'orgasmo, quando mi ha sollevato facendomi tornare dritta e aperte di nuovo le gambe mi ha infilato ancora due dita dentro la figa. Le muoveva dentro senza portarle fuori, fin quando io, in preda ad un orgasmo, ho iniziato a muovere i fianchi, abbassandomi sulle ginocchia per cercare di far entrare quelle dita ancora più in profondità dentro di me. Ero totalmente in preda al piacere con le gambe aperte, muovendo i fianchi avanti e indietro, accarezzandomi il seno con le mani, mentre mi lasciavo scopare dalle dita di quest’uomo, che mi stava sconvolgendo con il piacere che mi stava procurando. Ho avuto un altro orgasmo, mentre lui continuava imperterrito a muovere le dita dentro di me, poi a tirarle fuori e inserirle di nuovo dentro, molto lentamente, utilizzando il suo pollice per strofinare di nuovo il clitoride. Di tanto in tanto aumentava il ritmo di quel dentro e fuori, facendolo molto velocemente, cosa che mi faceva impazzire perché dosava sapientemente il piacere e, quando si rendeva conto che ero prossima ad un orgasmo lui rallentava il ritmo facendomi arrivare sull'orlo della follia. Ad un tratto, mentre stavo per avere un ulteriore, ancor più forte e intenso del precedente, ho afferrato la mano di Roberto in modo che non smettesse di muovere le sue dita dentro di me. Lui ha assecondato il gioco ed io ho avuto un orgasmo così forte che lui ha dovuto sorreggermi, per poi adagiarmi delicatamente sul divano. Non mi aveva neanche spogliato e nemmeno scopato, e già avevo avuto alcuni orgasmi devastanti. Ora lo desideravo, lo volevo con tutta me stessa, al punto che, allungate entrambe le mani, l’ho afferrato per i fianchi e ho tirato il suo corpo davanti alla mia faccia, cercando velocemente di aprire i suoi pantaloni, perché volevo il suo cazzo in bocca. Lui ha indugiato ancora qualche secondo per aumentare ancor di più il mio desiderio, poi ho visto davanti ai miei occhi uno splendido membro di ottime dimensioni, sicuramente sopra la media, sia in lunghezza che in circonferenza, con un bel glande. Quando l'ho avuto praticamente vicino alle mie labbra, l’ho bagnato sulla punta passandoci sopra la lingua e, chiusi gli occhi, ho iniziato a succhiarlo molto lentamente, facendo scorrere la lingua tutt'intorno, mentre muovevo la mano su e giù, segandolo lentamente. Lui ha appoggiato la mano sopra la mia testa e mi ha spinto quello splendido membro tutto in bocca. Ho appoggiato le mani sui suoi fianchi ed ho deciso che ora volevo esser io a fare impazzire lui. Lo lasciavo scivolare dentro lentamente e quando lo avevo tutto in bocca lo tenevo immobile, tutto piantato in gola, fin quando non ho avuto diversi conati di vomito; solo allora ho deciso di tirarlo fuori e poi, di nuovo, l’ho affondato tutto in gola, ripetendo questo gioco diverse volte, facendolo gemere di piacere. Solo quando quello splendido membro scivolava agevolmente lungo tutta la mia gola e io lo pompavo in maniera veloce e costante, consapevole che così l'avrei fatto sborrare, lui di colpo mi ha fermato, mi ha afferrato per le ascelle e, muovendoci velocemente, in pochi passi siamo entrati nella sua camera da letto. Rapidamente ci siamo spogliati completamente e lui mi ha messo supina sul letto. Mi ha preso per i fianchi, tirandomi a sé, facendo in modo che le mie gambe fossero appoggiate sul letto e le cosce oscenamente aperte, con la fica in bella vista. Si è inginocchiato ai piedi del letto e con l'indice ed il medio di una mano, ha aperto le labbra vaginali e così, con la fica completamente aperta ed esposta al suo sguardo, ha iniziato a leccarla. Se con le dita mi aveva già fatto impazzire, con la lingua è stato un autentico delirio. Ho avuto un orgasmo così forte e intenso, che ho abbassato le mani, gli ho afferrato la testa, l’ho schiacciata contro la fica, perché non volevo in nessun modo che smettesse di succhiarmi il clitoride. Era sconvolgente, mi stava facendo impazzire e ancora non mi aveva scopato! Dopo aver goduto intensamente, l'ho trascinato su di me con la speranza di sentire quel membro dentro la mia vagina e l’ho anche implorato di scoparmi.
«Fottimi! Per favore, prendimi! Voglio sentirti dentro di me, adesso! Spingimelo tutto dentro, fammelo sentire fino in fondo!»
Lui ha avuto un sorriso sornione e, reggendo il suo cazzo, ha preso a scorrere con la cappella lungo lo spacco, colpendo con la punta il mio clitoride. Quella manovra mi procurava fitte di piacere incredibili, che aumentavano sempre più il desiderio di averlo dentro. Ha giocato ancora un po’ con me, poi ha iniziato a spingermelo dentro, lentamente. Ha messo dentro solo il glande e lo ha tirato fuori, poi lo ha di nuovo affondato e così via, fino a quando, d'improvviso, l’ha messo tutto dentro ed allora ho sentito le sue palle sbattere contro le chiappe. Senza muoversi lo ha tenuto dentro per alcuni secondi, finché non ha iniziato a pomparmi lentamente, ma, ogni volta, il ritmo delle spinte aumentava sempre più. Ho provato un piacere infinito che andava aumentando sempre di più e, quando il mio corpo si è teso, pronto ad esplodere in un ennesimo orgasmo, lui, in maniera sadica, l'ha tirato fuori dalla fica per alcuni secondi, per poi rimetterlo dentro, prima lentamente, e poi sempre più velocemente. Follia pura! Mi stava facendo impazzire con questo gioco incredibilmente erotico, ma tremendamente sadico. Lo ha ripetuto un sacco di volte. Ero sull'orlo della follia. A suo piacimento lui smetteva di pomparmi, cioè si fermava ed ero io a muovere i fianchi avanti e indietro sempre più velocemente mi infilavo e mi toglievo il cazzo dalla fica. Gli piaceva restare immobile, facendo in modo che fossi io ad imprimere il ritmo all'amplesso e, di nuovo, quando stavo per venire, l'ha tirato fuori e ha aspettato qualche secondo prima di rimettermelo dentro. Ho urlato tutta la mia libidine.
«Basta, ti prego! Fammi godere! Voglio venire! Fammi impazzire! Non ti fermare! Sto venendo! Non ti fermare, ti prego!»
Lui, improvvisamente, l’ho messo dentro in un colpo solo. Ha preso a sbattermi molto velocemente ed io, guardandolo negli occhi, ho desiderato con tutta me stessa che non si fermasse, e lui, con il suo ego appagato, ha continuato a pomparmi in maniera bestiale, facendomi godere così tanto che quasi sono svenuta. Mi ha lasciato immobile, facendomi assaporare l’orgasmo devastante che mi aveva assalito e così a lungo desiderato, poi sue labbra si sono unite alle mie in un bacio sconvolgente e passionale. La cosa che mi stupiva era che io avevo già goduto moltissimo, mentre lui ancora non era venuto. L'ho lasciato scivolare di lato e, sdraiato supino, mi sono impalata su di lui. Leggevo nei suoi occhi l'immensa soddisfazione per la prova cui mi aveva sottoposto, così ho deciso che non poteva finire così. Ho preso a muovermi avanti/indietro, facendo scivolare quel membro tutto dentro di me; lui ha sollevato le mani ed ha afferrato i miei seni, strizzandoli con forza, mentre io godevo un orgasmo dopo l’altro, impalata su di lui. Alla fine, sfinita, mi sono adagiata sul suo petto e, con un filo di voce, l’ho supplicato di venire.
«Sei fantastico! Non ho mai goduto così tanto, anche se il mio unico punto di confronto è mio marito che, in ogni caso, fino ad oggi, mi ha sempre soddisfatto. Con te mi sto rendendo conto che il vero piacere è tutt’altra cosa. Ora voglio il tuo piacere, voglio bere il tuo nettare, lo voglio dentro il mio corpo, nella mia bocca, per apprezzare il sapore che ha il seme del maschio che, questa notte, mi ha fatto letteralmente impazzire.»
Lui mi ha spinto di lato e, dopo avermi fatto girare, mi ha penetrato da dietro, sollevando una gamba, mentre con le dita è tornato a stimolare il mio clitoride, facendomi nuovamente impazzire. Il ritmo ora era diverso, molto più veloce e più profondo e, all’improvviso, ho sentito il suo corpo rimanere attaccato al mio e un’onda di calore ha invaso la mia vagina, mentre lui, con un gemito, quasi soffocato, ha preso a godere dentro di me. Ho lasciato che mi inondasse la vagina, poi mi sono girata di scatto e con la bocca sono andata a cercare quel membro stupendo, che continuava ad emettere schizzi sborra bollente. L'ho preso tutto in bocca, succhiandolo avidamente e continuando ad ingoiare fino all’ultima stilla di quel nettare prelibato, che sgorgava da quella verga che, dopo avermi fatto impazzire, continuava ad esser duro e potente, come se fino a quel momento non avesse goduto. Sorpresa da tanta vigoria, ho deciso che volevo esser sua fino in fondo e, guardandolo dritto negli occhi, mi sono inginocchiata davanti a lui e, senza dire una parola, con entrambe le mani ho dilatato le mie natiche e, praticamente, l’ho invitato a penetrarmi anche analmente. Quando lui ha lubrificato la cappella lungo lo spacco della mia fica, da cui sgorgava ancora sborra, ho aperto ancor più il buco del culo, consentendogli di affondare quel grosso membro dentro il mio culo che, non senza qualche dolore l’ha inglobato tutto, fino in fondo. Mi è sembrato che mi stesse sfondando le reni da quanto mi sembrava dilatare il mio buco, ma, nonostante ciò, la cosa mi piaceva moltissimo e, dopo aver allungato una mano sotto di me, ho preso ad accarezzarmi la fica impastata del suo seme e, ben presto, il ritmo della pompata cui mi ha sottoposto, mi ha procurato un altro orgasmo, mentre insistevo nel pregarlo di inondarmi anche quel buco. Mi ha scopato a lungo tenendomi ferma per i fianchi, fin quando, con un gemito, non si è svuotato completamente dentro di me. Siamo crollati entrambi abbracciati ed il sonno ci ha sorpreso. All’alba, il suono della sveglia ci desta e, rapidamente, recupero il mio vestito e, in un attimo. sono pronta ad uscire con lui che, lungo la strada, mi lascia davanti al mio residence. Entro in camera, mi metto stessa nel letto e rifletto su quello che è avvenuto durante la notte. È stato qualcosa di fantastico, di sconvolgente e, nello stesso tempo, sono presa a pensare quali spiegazioni potrò dare a mio suocero. All’orario convenuto, entro in clinica, ma lui ancora non è tornato in camera sua e devo aspettare più di un’ora. Comunico con mio marito, informandolo che sto ancora aspettando suo padre e, mentre sto parlando con lui, improvvisamente due infermieri lo riportano in camera. Ha il viso stravolto dal dolore, però è sereno e cosciente. Parla con mio marito e gli spiega in breve che tutto è andato bene e che ora dovrà fare solo una lunga riabilitazione. Ironizza sul fatto che gli hanno fatto indossare delle calze bianche autoreggenti e questo suscita in tutti una certa allegria, che, in parte, stempera la tensione dell’attesa per la riuscita dell’operazione. Per tutto il giorno è ancora dolorante, un po’ stordito dall’anestesia e rivedo Roberto solo nel tardo pomeriggio. Ha l’aria stanca e non mi stupisce, considerando che ha passato una notte di sesso intenso con me ed un’intera giornata a fare operazioni. Quando entra in camera, istintivamente i nostri occhi si incontrano e, per un lungo istante, restiamo a guardarci, mentre sui nostri volti si dipinge un leggero sorriso, che non sfugge a mio suocero. Parla con lui e lo tranquillizza, perché tutto è andato a meraviglia, considerando che aveva dei seri problemi. Lo informa che il giorno successivo lo rimetterà in piedi e questo ci stupisce entrambi, poi saluta e se ne va. Restando sola con lui, vorrei chiedergli alcune spiegazioni, ma è un continuo via vai di infermieri che vengono in continuazione a controllare e verificare lo stato di salute di mio suocero e questo mi fa sospettare che sia stato Roberto ad ordinarlo. Giunge l’ora di uscire e lui mi prende entrambe le mani e, guardandomi negli occhi, mi parla con voce calma e serena.
«Gioia mia, sta tranquilla perché sto bene; ma ora perché non vai a scaricare la tensione con quel bravo giovane che sembra aver capito tutto di te. Non guardami con questi occhi interrogativi: ho notato che lo sguardo che vi siete scambiati e me ne sono compiaciuto. Come promesso, appena avremo un attimo di tempo, ti spiegherò tutto quello che c’è da sapere, ma ora vai, esci con lui e divertiti.»
Gli sorrido e lui, con un cenno del capo, mi indica la porta e annuisce, ribadendo il desiderio di sapermi a divertire. Pochi passi fuori dalla clinica trovo Roberto ad aspettarmi.
«Va bene la solita mezz’ora?»
Lo guardo basita: vorrei capire se sta facendo questo perché si sente in dovere verso di me, oppure perché ha ancora desiderio di me.
«Cavolo! Ma non sei stanco? Dopo una giornata così, dovresti riposarti e, come minimo, dormire diverse ore.»
Lui sorride e mi risponde che passare del tempo con me è il miglior modo per rilassarsi, per scaricare ogni tensione e far svanire la fatica di una lunga giornata di lavoro. Per di più, domani, avrà solo due semplici interventi di routine, fissati in tarda mattinata, quindi, domani mattina, potrà anche dormire un po’ di più. Salgo in camera mia e, dopo una breve doccia, mi vesto in maniera semplice, ma elegante. Indosso un tailleur grigio, giacca e gonna, che mi arriva al ginocchio, con sotto una camicetta di pizzo nero, ricamata, che lascia intravedere il reggiseno anch'esso nero. Indosso delle autoreggenti ed ai piedi calzo delle scarpe, con un tacco 10; un leggero filo di rossetto sulle labbra, rende il mio outfit perfetto. Quando Roberto mi vede, esprime i suoi complimenti con un inchino, che è soave musica per il mio orgoglio di donna.
«Complimenti! Hai classe da vendere! Una bella donna come te, anche una banale foglia di fico, renderebbe il tuo aspetto splendido e di gran classe!»
Sorrido, lusingata dai suoi complimenti. Mi porta in un locale al centro della città. Scendiamo all’interno di uno strano enorme scantinato, dall’aspetto antico, ma veramente ben messo. Seduti ad un tavolo, iniziamo a gustare delle vere prelibatezze; lui mi tratta con dolcezza, facendomi mille coccole. Mi sento bene, serena e, nello stesso tempo, monta in me il desiderio per quel maschio, nonostante abbia già trascorso con lui una notte indimenticabile. Mi è chiaro che anche lui abbia lo stesso desiderio e, dopo cena, torniamo nel suo appartamento, dove passo con lui una nuova notte indimenticabile, durante la quale ha perso il conto di quante volte mi ha portato oltre l’orgasmo. Sfiniti ci addormentiamo e, all’alba, insieme andiamo a far la doccia e, anche lì lui inizia un gioco che ben presto ci eccita e mi ritrovo tra le mani la sua verga ancora dura.
«Non è possibile! Mi hai scopato tutta la notte e ancora oggi hai voglia di me?»
Lui sorride e ribadisce che di me non è mai sazio e, dopo avermi portato di nuovo quasi sul punto di godere, mi girai appoggiata al muro della doccia e mi penetra da dietro: sento la sua verga dura scivolare fino in fondo al mio ventre, portandomi ad un orgasmo che mi travolge tutta. Mi scopa con calma, a lungo e senza fretta, facendomi godere un orgasmo dopo l’altro, lasciandomi il tempo di assaporarli tutti e, solo quando vede che sono quasi sfinita, mi sbatte più velocemente, per poi sfilarsi da me ed offrirmi la verga in bocca. Spalanco le labbra e me lo infilo tutto in gola, giusto in tempo per ricevere tre generosi schizzi, che ingoio dopo averli assaporati per bene. Un’ora dopo entriamo insieme in clinica e subito lui viene con me in camera da mio suocero, che trova in buone condizioni. Insieme lo facciamo alzare in piedi e resto stupita dal fatto che, nonostante abbia subito quel tremendo intervento, lui sia già in grado di potersi muovere liberamente. Roberto se ne va e vedo mio suocero che, compiaciuto, mentre passeggia per la camera, come gli ha ordinato il dottore, si regge al mio braccio e lentamente mi parla.
«Gioia mia, hai un aspetto magnifico e riposato! Son sicuro che hai trascorso una gran bella notte e questo mi riempie il cuore di gioia. Come ti ho detto, ci tenevo molto al fatto che tu cogliessi questi momenti di libertà. Mio figlio è un ottimo manager, ma deve ancora imparare a gestire la sua vita matrimoniale. Sta facendo lo stesso errore che ha fatto io a suo tempo e, per questo, voglio che tu, adesso, ti diverta, poi troveremo il modo di far ragionare anche tuo marito e fargli capire quanto sia importante il giusto equilibrio fra lavoro e vita coniugale. Io l’ho imparato, tanto tempo fa, quando, dopo quattro anni di matrimonio con la mia adorata Eleonora, mi son reso conto che la stavo trascurando e lei, nel farmelo notare, mi fece capire che prima o poi mi avrebbe tradito. Ho riflettuto molto su questa cosa e così decisi di fare con lei un patto, che, nel tempo, ho sempre rispettato e che ci ha portato a vivere altri anni insieme in maniera intensa, appagante e, soprattutto, ad avere una vita sessuale piena di sorprese che ci ha permesso di esser più uniti e innamorati di prima. Il nostro patto era semplice: quando lei si rendeva conto che io la stavo trascurando, era libera di dirmi che si sarebbe fatta scopare da qualcuno, per soddisfare il desiderio di sesso che aveva. No, non guardami con questi occhi meravigliati, ti assicuro che la cosa è reale ed ha anche funzionato alla grande. Questo patto aveva un duplice scopo: spingermi a trovare il tempo da dedicare a mia moglie, oppure accettare il sottile piacere del tradimento, che ne poteva derivare. La prima volta, che mise in atto il nostro accordo, ricordo di aver passato un’intera serata in casa ad aspettarla seduto sul divano in balia di pensieri contrastanti, di sensazioni incredibili, di forti scatti di gelosia ed altrettanti momenti di forte eccitazione. Quando è tornata aveva l’aria stanca, ma soddisfatta e, insieme, sdraiati nel letto, abbiamo fatto sesso in maniera sconvolgente. L’ho scopata in maniera selvaggia, con vero furore. Ero come impazzito, ebbro di gelosia e, nello stesso tempo, eccitato dal fatto che si era fatta scopare da un altro. Ti giuro, era qualcosa di veramente sconvolgente. Ti giuro che FU qualcosa di veramente sconvolgente! Ebbe a raccontarmi i dettagli del suo incontro clandestino. Era andata in un bar e lì si era guardata intorno, in cerca di qualcuno interessante, ma non avendo trovato niente che facesse al caso suo, se ne uscì ed entrò in un altro bar, ma, anche in questo, non c’era nessuno che suscitava il suo interesse. Nell'uscire anche da questo secondo bar, fu strattonata accidentalmente da un signore sulla quarantina che, scusandosi, volle offrirle qualcosa e lei, guardandolo attentamente, si accorse che era davvero interessante. Seduti al bar, lei ebbe a confessargli che il marito la trascurava e che aveva una gran voglia di far sesso. Lui, senza alcun indugio, la portò a casa sua e, dopo averla spogliata, la eccitò a lungo con le mani e con la bocca, prima di penetrarla con una verga non troppo lunga, ma di notevole spessore. L'aveva scopato bene e a lungo, facendola godere molto e poi le aveva riversato in corpo una grande quantità di sborra. Nell'andar via, lei si era fatto dare il suo numero di telefono, con la promessa che, in caso ne avesse avuto bisogno, lo avrebbe contattato di nuovo. Naturalmente quel tipo di eccitazione ha comportato che, nei mesi a seguire, ho continuato a scoparla sempre in maniera intensa ed appagante. Poi di nuovo mi son lasciato prendere dal lavoro e lei mi ha messo di nuovo davanti al fatto compiuto. Una sera, rientrando dal lavoro, ho trovato un biglietto in cui mi ricordava del nostro patto. L’ho aspettata a letto con il cazzo duro e un misto di sensazioni ancor più forti e potenti di quelle provate in precedenza. Ero sconvolto dalla gelosia e dal desiderio di averla: ero eccitato immaginando che, in quel momento, la sapevo alle prese con un altro maschio, che la stava facendo godere oltre ogni limite. Quando è tornata, le ho dato solo il tempo di spogliarsi e, mentre la possedevo, sentivo la sua vagina aperta e dilatata, oltreché piena del seme del maschio che vi aveva goduto dentro. Non puoi capire quali sensazioni incredibili ho provato in quel momento. Era un insieme di gelosia, eccitazione, rabbia e furore, ma, nello stesso tempo, provavo un amore sconfinato per lei. Le ho urlato che l’amavo, che ero pazzo di lei, e che era una meravigliosa puttana. Lei ha assecondato ogni mio attimo e l’ho sentita godere in maniera sconvolgente. Anche in questo caso è trascorso un po’ di tempo, durante il quale abbiamo in qualche modo continuato a sfruttare l’onda dell’eccitazione che quel gioco ci procurava, poi avvenne una cosa che ha dato il colpo di grazia ad entrambi. Una sera, mentre eravamo a letto e dopo aver fatto l’amore in maniera molto intensa, ci stavamo scambiando delle coccole e le ho confessato una cosa che ha stupito lei, ma anche me stesso.
“Ti amo da impazzire, ma, nello stesso tempo, impazzisco di gelosia frammista a desiderio ogniqualvolta vai a farti montare da uno sconosciuto. Non so spiegarti perché e nemmeno da quando, ma sento dentro di me il desiderio di vederti scopata da un altro maschio.”
Lei mi rivolse uno sguardo sbigottito e poi scosse la testa, affermando che non se la sarebbe sentita di far sesso con un altro, in mia presenza. Allora ne parlammo e giungemmo ad un compromesso che ha soddisfatto entrambi. Circa una settimana dopo, una sera, lei aveva invitato Alberto, il suo amante segreto, a venire a scopare in casa nostra. Io ero nascosto ed ho assistito a quella monta stupenda, dove lei si è fatta scopare a lungo e bene, fino a farsi riempire di sborra. Sfinita ed appagata, è rimasta distesa sul letto, ricoperta del piacere di quel maschio ed io, uscito dal mio nascondiglio, mi son precipitato fra le sue braccia ed ho leccato ogni singolo lembo del suo corpo, mentre lei succhiava il mio cazzo che, alla fine, esplose nella sua bocca e, nonostante tutto, era rimasto duro come il ferro. Nonostante avesse chiavato a lungo con quel maschio, l’ho scopata con furore per tutta la notte, facendola godere ancora e urlare di piacere, ma, soprattutto, le ho fatto gridare ripetutamente che mi amava, che era la mia donna e la mia adorabile puttana. Poi abbiamo deciso di voler un figlio e, in qualche modo, il nostro patto ha subito una sospensione, perché lei è rimasta incinta e, dopo aver al messo al mondo Paolo, per circa due anni, la nostra vita è stata sempre serena e dolce, con il sesso ancor più soddisfacente. Poi, nell’estate successiva, siamo andati al mare e subito ho notato che il direttore dell’albergo, dove eravamo alloggiati, le aveva messo gli occhi addosso e non perdeva occasioni per farle complimenti e flirtare con lei, ogni qualvolta ve ne era l’opportunità. Era così palese l’interesse di lui nei suoi confronti, che lei, qualche volta, si sentiva in imbarazzo nei miei confronti, ma, nello stesso tempo, era attratta dalla personalità di quell’uomo così dominante. Allora fui io stesso, il giorno prima della fine della nostra vacanza, a suggerire ad Eleonora di scopare con lui. Nel pomeriggio, io ed il piccolo Paolo, uscimmo e andammo al Luna Park vicino al porto, lasciando Eleonora libera per l'intera mattinata. Quando ritornai, era quasi ora di cena e la trovai sdraiata nel nostro letto che aveva l’aria stravolta e stanca e, quando le chiesi come era andata, lei mi rispose che me ne avrebbe parlato in serata: dopo cena, eravamo sdraiati nel nostro letto e lei prese a farmi il resoconto di quanto accaduto. Mi disse che questa volta era stata una cosa completamente diversa. All’inizio si era trovata da sola con lui che l’aveva eccitata e baciata a lungo, facendola fremere di desiderio e poi l'aveva penetrata con un membro non troppo lungo, ma decisamente molto grosso. Mentre stava godendo del suo primo orgasmo, si era trovata davanti la moglie del direttore, che, con un sorriso, si era unita a loro. Era stata un’esperienza alquanto particolare, durante la quale lei aveva goduto sia con lui che con lei e questo le aveva procurato un piacere insolito, ma, nello stesso tempo, molto intenso. Dopo quella strana esperienza, per qualche tempo, non avevamo più avuto modo di vivere altre esperienze, ma qualcosa in Eleonora era cambiato. L’evento si verificò circa tre anni dopo, in occasione del primo giorno di scuola di Paolo. Facemmo la conoscenza con la sua insegnante e subito notai che la signora guardava con occhi carichi di interesse mia moglie. Qualche mese dopo, erano diventate amiche e, un giorno, scoprii che spesso e volentieri, entrambe si incontravano in casa nostra e si donavano piacere reciproco. Sembrava strano, ma Eleonora aveva di fatto preferito sfogare la sua insoddisfazione sessuale con una donna e questo, in qualche modo, è stato un suo modo di punirmi. La cosa è durata alcuni anni, poi abbiamo anche avuto qualche esperienza di scambio coppia, ma, ormai, quel sottile piacere del tradimento era svanito. Per questo ti chiedo di vivere i momenti che stai passando qui in maniera più intensa possibile, perché, una volta che torneremo a casa, faremo in modo di far capire a tuo marito quanto sia bello questo gioco del tradimento. Del resto lui non è immune dal tradire, perché, qualche anno fa, dopo che eravate stati in vacanza, l’ho sentito parlare con una ragazza e dargli un appuntamento. L’ho pedinato ed ho visto che si è incontrato con una biondina dalla faccia da vera puttanella e, qualche giorno dopo, si è incontrato di nuovo con lei; così lo presi in disparte e gli ho imposto di fare una scelta definitiva: una brava moglie come te o una sgualdrinella da quattro soldi. Lui è rimasto un po’ mortificato per esser stato sgamato, così penso che la questione sia finita in quello stesso momento.»
Guardo Pietro con occhi diversi e, finalmente, mi rendo conto di tanti piccoli dettagli che in passato mi avevano incuriosito, senza mai riuscire a capire quale fosse la reale intesa che ero convinta esistesse fra lui e mia suocera. Quella sera esco di nuovo con Roberto e passo con lui un’altra notte di sesso sconvolgente. La sera prima che lui dimettesse mio suocero, siamo stati insieme, e dopo aver fatto sesso intensamente, mentre ce ne stiamo abbracciati, gli chiedo che idea si fosse fatto di me.
«Penso che tu sia una donna stupenda, intelligente e con molta classe. A letto sei una gran vacca, che sa scopare bene che gode intensamente, capace di appagare un maschio e di godere all'infinito lasciandosi penetrare in ogni buco. Ammetto che, se vivessi in questa città, mi piacerebbe vederti ancora e, sicuramente, da domani sentirò la tua mancanza.»
Lo guardo e lo ringrazio per la sua estrema sincerità e, quando lui mi chiede cosa io penso di lui, sono altrettanto sincera come lo è stato lui.
«Professionalmente credo che tu sia un ottimo medico, maschio intelligente, dal fisico stupendo. Sessualmente parlando credo di poter capire la gelosia che, per te, potrebbe provare una donna. È innegabile il fatto che tu sia un vero maschio capace di far godere una donna prima ancora di possederla e questo ti colloca fra quelle persone che non possono esser solo di una donna. Tu sei un maschio che ama godere sicuramente a lungo e bene, ma cercare di legarti sarebbe il miglior sistema per farti fuggire. Tu sei il classico uomo che per stare con una donna, deve sentirsi libero di scegliere e non perché obbligato. Anch’io domani sera sentirò la tua mancanza e non ti nego che, se ne avrò l’occasione, cercherò ancora di giacere con te e di godere intensamente.»
Il giorno successivo siamo pronti a partire e quando lui viene nella camera di Pietro per consegnargli tutta la documentazione, si gira verso di me e mi abbraccia: io non mi trattengo dal baciarlo davanti a lui, che sorride compiaciuto.
«Caro dottore, sono immensamente felice nel costatare che ha messo a posto la mia schiena e, nello stesso tempo, ha reso felice mia nuora. Di questo gliene sarò sempre estremamente grato.»
Quando rientro a casa, sono una donna diversa e, dopo qualche giorno, una sera che siamo a letto, chiedo a mio marito da quanto tempo non facciamo sesso. Lui mi guarda un po’ stupito e mi dice che, in questo momento, si sente sotto pressione: allora gli propongo il patto che mi ha suggerito Pietro e leggo nei suoi occhi uno sguardo strano. Riflette sulla mia proposta, poi mi guarda e le sue parole mi riempiono di gioia.
«Sei libera di farlo, perché so che lo facevano anche i miei genitori e, poiché ho visto che la loro unione è sempre stata bella, lunga e felice, son convinto che questa soluzione potrebbe funzionare anche per noi. Accetto che tu, in maniera discreta e il più possibile riservata, posso avere un’amante per godere, ma voglio sapere, ogni volta che lo farai, quali sensazioni avrai provato con lui.»
Due sere dopo, sono uscita e, dopo un lungo girovagare, non sono riuscita a trovare qualcuno che suscitasse il mio interesse. Mentre tornavo a casa, mi son fermata ad un distributore di benzina, perché la mia auto necessitava di un rifornimento e, ad un tratto, dall’altro lato della pompa, si è fermato un uomo e, vedendomi un po’ in difficoltà, si è offerto di aiutarmi. Abbiamo parlato per qualche minuto e ho visto che lui mi osservava con desiderio, così, senza tanti giri di parole, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto scopare con lui. Ovviamente è rimasto alquanto perplesso, poi, una volta convinto che non stavo scherzando, ci siamo spostati in fondo al parcheggio del distributore e, sdraiata nell’auto, mi son fatta scopare da questo perfetto sconosciuto, come una puttana. Non è stato molto bello, anzi non mi è piaciuto più di quel tanto, ma, quando sono tornata casa, a notte fonda, ho trovato Paolo ad aspettarmi nel letto e subito ha voluto scoparmi, facendomi godere moltissimo. In quel momento mi son resa conto che non era importante la persona con cui lo facevo, ma ciò che provocavo nella mente del mio compagno ed è per questo che, ogni volta che sento il desiderio di scopare, esco, vado in un cinema e mi guardo un bel film, poi, torno a casa, e gli faccio credere che sono stata a farmi fottere da tanti maschi.
È superfluo dire che questo lo eccita in maniera tale che poi mi scopa in maniera incredibile. Forse il mio è diverso dal sottile piacere del tradimento, ma amo mio marito e se, per avere la sua attenzione, devo fingere di tradirlo, il gioco vale la candela