Al mattino presto sentimmo che i ragazzi si erano già alzati ed erano usciti di casa.


Nella mia testa, cominciava a prendere forma un'idea di festa che sicuramente ci avrebbe molto divertito, e con noi, sarebbero venuti anche molti dei ragazzi della festa precedente. Non volli anticipare nulla a Fiorella, perché - a quanto avevo capito - per lei l'esperienza di quell'orgia fantastica era stata unica e non ripetibile.


Samuele era tranquillo, ma spesso mi chiedeva cosa avrei potuto fare per organizzare ancora una festa. I suoi amici continuavano a chiederglielo e lui proprio non sapeva cosa rispondere.


Qualche sera dopo, sempre al ritorno dalle lezioni, Samuele mi chiamò prima di rientrare in casa. Mi chiese se fosse stato troppo disturbo venire con due suoi amici, che dovevano organizzare insieme un lavoro di gruppo. Non avevo nessuna obiezione, per cui dopo una mezz'ora vidi arrivare i tre ragazzi, che si chiusero in camera di mio figlio. All'ora di cena, i due ospiti uscirono con l'intenzione di andare alle loro case. Sulla porta, mentre mi salutavano, mi accorsi che avevano uno sguardo strano, come se avessero avuto qualcosa da chiedere e non osassero.


"C'è qualcosa che volete dirmi? Avete un'aria strana!" Dissi prima di aprire la porta.


"Si, in realtà qualcosa c'è." Rispose il più alto dei due.


"Dimmi, non c'è problema!" Ripresi.


"In tutta l'università non si fa altro che parlare della festa che c'è stata qui, qualche settimana fa. Noi volevamo sapere se avete intenzione di organizzarne altre, perché in questo caso, vorremmo metterci a sua disposizione per dare una mano, sia nell'organizzazione che nella preparazione del buffet!" Disse il ragazzo, mentre l'altro faceva grandi cenni di assenso con la testa.


"Ho una certa idea, che però non coinvolgerà più noi genitori. Abbiamo fatto la nostra parte, e non mi sembra giusto che si rimanga a dare fastidio."


"Mi hanno detto che proprio la vostra presenza ha dato alla festa quella marcia in più! Non capita a tutti di avere dei genitori che siano disposti a mettersi in gioco, come avete fatto voi!"


"Se accadrà di nuovo, dissi, state pur certi che vi chiameremo. Magari verrete con le vostre ragazze, per non avere un gruppo a maggioranza maschile. Ma sono sicuro che già sapete come fare!" Conclusi mentre si allontanavano nel vialetto del giardino.


Samuele era sceso in salone, ed aveva sentito le ultime parole che avevo pronunciato.


"Davvero pensate di fare un'altra festa?" Mi chiese incredulo.


"La mamma non ne sa niente, ma io vorrei fare una cosa un po' diversa. Ci penso un po' e poi ti chiederò di darmi una mano." Dissi a bassa voce.


"Cosa state tramando, voi due?" Chiese Fiorella che stava scendendo le scale.


"Tutti i ragazzi continuano a chiedergli se facciamo un'altra festa." Risposi evasivo.


"Ma figuriamoci!" Ribatté subito mia moglie. "E' già stata troppo la prima! Non mi pare che sia il caso..."


La interruppi, perché avevo notato nel suo tono di voce una sfumatura più leggera, come se le cose che diceva fossero un po' differenti rispetto a quelle che stava pensando.


"Ho intenzione di organizzare una festa progressiva, non necessariamente un'orgia, perché quella l'abbiamo già conosciuta. Samu, per piacere, trova una data che potrebbe andare bene ai tuoi amici e proponimela. Io intanto penso un po' a come organizzare tutto." Conclusi senza lasciare spazio alle obiezioni.


"Cosa intendi per "festa progressiva"?" Chiese Samuele incuriosito.


"Si comincia con un gruppo di ragazzi, magari solo due o tre. Maschi e femmine. Poi, con l'andamento della festa, ognuno chiamerà qualcuno che ha avuto una relazione con lui o lei, e la festa si arricchirà di nuovi personaggi."


"Ma allora non verranno tutti quelli della prima festa!" Obiettò mio figlio.


"Non tutti, ma sicuramente ci saranno tanti ragazzi. Sarà una festa a tema, e si intitolerà : La volta più emozionante". Ovviamente mi riferisco alla volta che accadde qualcosa di particolarmente eccitante, così come è successo con Ambra."


"Bello!" Esclamò Fiorella, entusiasta. "Non sarà necessario allora buttare all'aria tutti i letti, come la volta scorsa!"


"Si vedrà, con l'andamento della serata." Risposi ancora una volta con indifferenza.


Trascorsero altri giorni, e Samuele venne da me proponendomi una data. Era la più vicina possibile, perché - lo si era capito già da tempo - i ragazzi non vedevano l'ora di partecipare.


Suggerii a mio figlio di selezionare soltanto quattro o cinque tra ragazzi e ragazze, dopo aver chiesto loro se avevano voglia di parlare della loro prima esperienza. Tutti furono molto entusiasti, ed anzi molti altri si proposero ottenendo una promessa di coinvolgimento.


Giunse così la sera della festa. Non avevo preparato la sala, le camere, nulla che facesse presupporre che ci sarebbe stata una festa dalle caratteristiche spregiudicate.


Samuele aveva invitato cinque persone, tre ragazze e due ragazzi. Erano in sei con lui.


Avevo predisposto in ogni camera una webcam che trasmetteva su di un grande schermo nel salone. Non sapevo cosa sarebbe successo, ma l'intenzione era quella di divertirsi in ogni possibile modo.


Ci accomodammo tutti nel salone, i ragazzi non erano accoppiati, per cui si disposero come più era comodo per loro.


"Ciao, ragazzi!" Esordii accogliendoli. "Questa sarà una festa un po' diversa. La volta scorsa abbiamo sperimentato un'orgia, dove a parlare erano soprattutto i corpi. Questa volta invece, saranno le vostre storie, a creare l'atmosfera. Se sarete bravi a raccontare, la festa si estenderà e inviteremo sempre più persone. Quel che succederà, poi, saranno fatti vostri. Sappiate che in ogni stanza ho collegato una webcam che trasmette tutto ciò che accade. Quindi, se avrete voglia di ritirarvi per giocare con il o la partner, sappiate che tutti potranno vedere."


Quello che i ragazzi non sapevano, era che l'invito sarebbe stato esteso alle persone che avevano frequentato molto tempo prima, ed era una sorpresa per tutti ciò che sarebbe potuto accadere.


Mi presentai, ad ognuno dei partecipanti, e Fiorella fece altrettanto.


"Claudio, piacere!" Disse il primo al quale strinsi la mano. Era un ragazzo biondo, con un buffo taglio di capelli. Il viso liscio, leggermente abbronzato. Aveva labbra sottili e rosa, il naso pronunciato e due occhi azzurri molto intensi.


"Eva" Disse la seconda. Non l'avevo mai vista, perché me ne sarei sicuramente ricordato. Una ragazza bruna, con i capelli raccolti in una treccia che lei aveva acconciato dietro la testa. Di corporatura massiccia, era sicuramente sovrappeso, anche se le sue forme non risultavano appariscenti. Vestiva con un pantalone largo, frusciante, ed una camicia sbottonata anche oltre la misura lecita, che lasciava apparire una larga porzione dei suoi seni, che non erano sorretti da un reggiseno.


"Maya, piacere!" Disse la terza. Questa ragazza mi aveva attratto immediatamente. Aveva un corpo molto eccitante, un sederino tondo e due seni appuntiti, che bucavano la maglia. Aveva occhi verdi, una bocca pronunciata, con labbra morbide ed una linguetta che guizzava quando la ragazza terminava una frase. I capelli erano castani, arruffati.


"Eros!" Disse il quarto. Il ragazzo era di corporatura snella, ben formato, con la testa quasi pelata. Portava occhiali piccoli e rotondi, ed aveva un sorriso un po' intrigante.


"Ci sono anche io!" Disse Ambra, che era l'ultima del gruppo, ma che già avevamo conosciuto. Mi abbracciò forte e lo stesso fece con Fiorella.


"Accomodatevi, ragazzi. Vi anticipo che questa idea mi è venuta dopo aver sentito, qualche sera fa, il magnifico racconto di Ambra e delle sue avventure. Ho pensato che ognuno ha avuto una prima volta, bella o brutta, ma sicuramente avrà un ricordo bellissimo di una volta particolare, e vorremmo che ce la raccontasse." Dissi mentre mi sedevo sul divano piccolo, accanto a Fiorella.


Sugli altri due divani, c'erano i sei ragazzi.


"Chi vuole cominciare?" Chiesi mentre con il telecomando davo inizio all'ascolto di una musica di sottofondo. Nella sala, un grande televisore trasmetteva l'immagine delle quattro stanze, nelle quali ancora non c'era nessuno.


"Comincio io!" Disse Eros, che era seduto con le gambe accavallate.


"Cosa ci racconti?" Gli chiese Fiorella.


"Racconto della mia prima volta. O meglio, la prima volta con una ragazza della mia età. Perché la mia prima volta fu con una signora più adulta di me, che aveva deciso di insegnarmi a vivere."


"Raccontaci prima cosa è successo con quella signora, è interessante!" Chiese Claudio dalla sua postazione sul divano.


"Ero poco più che un ragazzino. Quattordici anni, una gran voglia di scoprire le meraviglie del sesso e pochissima esperienza. Ma soprattutto, pochissime occasioni per farmene una. Con i miei amici parlavamo spesso di quello che ci sarebbe piaciuto fare, ma tutto si risolveva con scambi di fantasie. Ci incontravamo in casa di amici, giocavamo per gran parte dei pomeriggi, poi inevitabilmente saltava fuori il discorso delle ragazze e del sesso, e ognuno si inventava ciò che poteva. Eravamo aiutati da qualche giornale porno, che gli amici erano riusciti a procurarsi. E li mettevamo in mezzo, guardavamo le immagini e ci lasciavamo andare a grandi masturbazioni. Un giornale fu quello che mi diede la prima esperienza. I ragazzi si lamentavano con me perché non portavo mai niente, ed erano sempre loro a fornire il materiale per le nostre seghe. Così una volta mi feci coraggio ed andai all'edicola di un quartiere lontanissimo dalla mia casa, per non farmi cuccare dai miei. Non avevo soldi, per cui l'unico modo per procurarmi la rivista era quello di rubarla. Completamente inesperto, arrivai al luogo del misfatto guardandomi intorno e cercando di indovinare il momento migliore per arraffare la prima rivista che fosse a tiro e fuggire a gambe levate. Così mi avvicinai all'edicola, vidi che una delle ultime riviste, collocata in un'area scarsamente visibile, era adatta al mio scopo e mi avvicinai per prenderla ed infilarla sotto il maglione. La manovra andò benissimo, nessuno se ne accorse ed io mi spostai per prendere la strada del ritorno. In quel momento, si aperse la porta dell'edicola e ne uscì una signora di mezza età, con i capelli cotonati, una vestaglietta sopra gli abiti ed un paio di scarpe comode.


"Cosa ti serve?" Mi chiese con calma.


"Niente, grazie. Ero curioso di vedere cosa fosse quella rivista!" Dissi indicando un punto imprecisato del banco.


"E hai soddisfatto la tua curiosità?" Mi chiese ancora cortesemente.


"No, non ho soldi!" Risposi pronto a scappare.


"Vieni un momento, ti faccio vedere quello che vuoi. Entra con me!" Disse, questa volta senza sorridere, prendendomi per un braccio.


Mi tirò all'interno del chiosco, e mi accorsi che lo spazio era veramente piccolo.


"Prendi, guarda questo!" Mi disse, allungandomi una grossa rivista che aveva sulla copertina la foto di una ragazza nuda.


Ero imbarazzatissimo, non sapevo come comportarmi, e soprattutto avevo paura che si accorgesse del giornale che avevo nascosto sotto il maglione.


"Guarda che seni!" Mi disse la donna, indicando su una pagina patinata, una ragazza bionda eccezionalmente formosa.


"Belli, sì!" Risposi sempre più imbarazzato.


"A te piacciono le tette grosse o quelle piccole?" Mi chiese a bruciapelo, mentre cercavo di sfogliare quella rivista fingendo indifferenza.


"Grosse. Bianche e grosse!" Risposi abbassando gli occhi. Non vedevo l'ora di uscire da quel buco di posto, imbarazzante quanto pericoloso.


"Come queste?" Disse la donna, dopo aver slacciato la camicetta e mostrato il reggiseno.


"Un po'!" Risposi imbarazzato.


Speravo che arrivasse qualche cliente, per togliermi da quell'imbarazzo, ma a quell'ora non passava proprio nessuno. E sembrava che l'edicolante lo sapesse benissimo.


"Guarda bene!" Proseguì la donna, abbassando il reggiseno e lasciando sgusciare fuori un seno grosso e bianchiccio, con una larga aureola scura. "Tocca, se vuoi!" Proseguì, prendendo una mia mano e stringendola su quel seno morbido.


Toccai e mi eccitai nel sentire la consistenza di quella morbida tetta. La donna si voltò verso di me, dopo aver dato una rapida occhiata in giro, e tirò fuori anche l'altro seno.


"Baciali, se lo vuoi!" Mi disse avvicinandosi. "Non vedono l'ora di essere succhiati da una bocca giovane!"


Con i pantaloni che nascondevano a stento la mia erezione, usai tutt'e due le mani per accarezzare quei grossi seni.


"Baciali, non aver paura! Qui non passa nessuno!" Mi disse per incoraggiarmi.


Non mi interessava se il viso della signora fosse bello o brutto, e veramente non me lo ricordo affatto. Ciò che era bellissimo, era quel paio di tette incredibilmente calde. Avvicinai le labbra a un capezzolo e lo leccai velocemente. La signora emise un sospiro e spinse il seno contro il mio viso. La sua mano scese lungo il mio corpo, per fermarsi proprio dove il mio uccello era diventato di marmo.


"E qui cosa abbiamo?" Chiese con una voce roca e vogliosa.


Temetti che avesse scoperto il giornale e le risposi un "niente!" cercando di staccarmi.


Ma lei fu più veloce. Afferrò lo zip dei pantaloni e lo fece scendere in un attimo. Poi con la mano frugò all'interno della patta e prese in mano il mio cazzo, che era già pronto a scoppiare.


"Ma come sei ben messo, mio caro!" Disse la donna, mentre con la mano aveva iniziato a farmi una splendida sega. Io continuavo a leccare il seno, mentre lei ne approfittava per regalarmi attimi di puro godimento. Ad un tratto, si staccò e si voltò verso la strada. Se qualcuno fosse passato, avrebbe visto quelle belle tette al vento. Ma non c'era ombra di gente. Pensai in un attimo di ricompormi e fuggire, ma lei fu veloce. Alzò la gonna, abbassò gli slip e spinse il suo culo contro di me. Ero diventato incandescente dalla vergogna e dall'imbarazzo. Ma il mio uccello era sempre durissimo e pronto. Non sapevo cosa fare, ma non ebbi bisogno di informarmene. La signora prese in mano il mio cazzo e lo spinse dentro di sé, con un gesto molto deciso. Era bagnata ed eccitata, la porca. Ed io ero emozionato e incuriosito da quel primo contatto caldo ed umido. Muovendo il culo, la donna mi diede il ritmo ed io proseguii a scoparla come mi aveva indicato. Si era piegata sul banco, con le tette ancora nude che accarezzavano i giornali. Il suo splendido culo era morbido e invitante, solo che non avevo la minima idea di cosa avrei potuto farci. Mi bastava quella scopata. Anzi, era fin troppo, dato che - qualche colpo fu sufficiente - ebbi il bisogno di esplodere in un orgasmo che non riuscii a trattenere.


"Ehi, ragazzo! Ma hai il fuoco, in quelle palle!" Esclamò la donna, sentendo il calore che la invadeva.


"Scusi, signora!" Cominciai.


"Ma che signora! E che "scusi!" Mi disse. "Hai fatto la tua prima scopata, e sei stato bravissimo!" Volle rassicurarmi.


Mi impegnai a chiudere la patta, dopo aver rimesso l'uccello nelle mutande e stando bene attento a non far cadere la rivista. Feci un passo per uscire, e riuscii ad aprire la porta.


"Arrivederci!" Dissi alla signora che si stava rivestendo.


"Ciao! E tieni pure quella rivista! Te la sei meritata!" Mi disse ridendo.


Se n'era accorta fin dal primo momento! E si era fatta pagare, come più le piaceva.


Qualche settimana dopo, tornai da lei alla stessa ora del mattino. Mi riconobbe, mi invitò ad entrare e facemmo una piacevole chiacchierata. Io avevo una voglia matta di scopare, e pensavo che avrebbe ripetuto la performance della prima volta. Mi sbagliai. Parlammo molto, e fu proprio una bella mattinata. Poi, prima di uscire, la signora mi chiese a bruciapelo:


"Vuoi che ti faccia un pompino?" Rimasi di stucco. Quella donna era capace di stupirmi.


"Ma..." Cominciai imbarazzato. "Ero venuto per salutarla..." Provai a mentire.


"Tu sei venuto per scopare, e questo l'ho capito. Solo che adesso non mi va, e per farti un piacere e non farti andare via in bianco, ti ho offerto quello che posso farti. Ma tu devi stare attento all'edicola. Se viene qualche cliente, devi prendere i soldi e dare il resto. Io starò qui."


Disse sedendosi davanti a me, sotto il bancone, ben coperta dai giornali.


Mi abbassò i pantaloni nonostante le mie proteste "Si vede tutto!" E lei "ho già controllato che non si vede niente!"


Ero praticamente al bancone, con il cazzo fuori, sotto il bancone dove si trovava la signora, che seduta a terra, imboccava il mio uccello ritmicamente.


Il mio viso doveva sembrare stravolto, ai clienti di passaggio, ma si limitarono a lasciare il denaro sul banco. Il piacere che mi dava quella bocca era incredibile. Non avevo mai ricevuto un pompino e per me quella prima volta era diventata un'ossessione. Mille volte mi ero chiesto come sarebbe stato. Ed ora che mi accadeva, me lo godevo come un matto.


 


Quando sentii che non potevo resistere, mentre un cliente aveva appena lasciato il bancone esplosi in un orgasmo devastante. Credo di aver schizzato fino a metri di distanza. La signora si ricompose apparendo nuovamente accanto a me e dandomi il tempo di rimettermi in sesto. 

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