Mi monta sopra, continua a baciarmi. "Sento i tuoi capazzoli sfregare contro i miei, barista" dice ansimante. "Non sai quanto mi piace quando mi chiami così...le ho mai detto che è la mia cliente preferita?. Afferro il suo culo tra le mie mani, così bello. "Mhh, Alex, così...sì..." mentre sfrego la coscia sulla sua fichetta ancora bagnata e implorante.
Ed eccoci, sfinite sul letto, dopo un'incredibile rapporto non stop di tre ore. Wow, è l'unica cosa che riesco a pensare. Mi guarda, voltandosi verso di me con occhi blu come il mare. Mi accarezza il viso con la solita delicatezza, poi i capelli con le sue dita. Mi bacia senza lignua, facendomi leccare le sua labbra per sentirsi desiderata. Finalmente trovo la sua lingua. "Mi desidera morta, barista?". Mi stacco per guardarla ancora una volta, prima di lasciarmi cadere nel sonno. La sento stringersi dietro di me, la sua coscia avvinghiata alla mia. Nel suo abbraccio riesco a sentire, come mai, il suo odore. Vorrei non essere eccitata di nuovo. Cerco di non pensarci e fortunamente mi riaddormento velocemente.
Mi sveglio. Ore 8:50 segna l'orologio sul comodino. Mi volto verso di lei, al suo posto la sua gattina che fa le fusa. Mi alzo nuda e addormentata, cercandola...non è stato un sogno erotico? wow...sbatto contro il muro ad occhi chiusi e mi sveglio finalmente del tutto.
Ed eccola: la vedo alla finestra fumando, piegata in avanti con una magliettina trasparente di cotone, bianca e leggera. Ha solo le mutandine, sotto. Quelle incredibili mutandine di pizzo bianco. Trovo una felpa sul divano, la metto perchè sento freddo. Arrivo da dietro, le sue gambe nude contro la mia...lei profuma d'incredibile, il suo odore mi eccita ancora. Ricordo subito la notte precedente. "Buongiorno, infermiera". "Mattiniera, vedo...scusa se mi sono alzata ma non riuscivo più a dormire". Mi passa la sigaretta. Faccio un tiro mentre mi fissa ad occhi semichiusi, provocanti.
"Allora non è stato un sogno...Alex, barista di Seattle..."