L’attesa per la cena a casa di Antonio è stata, ovviamente, tutt’altro che facile per me. Daniela, distesa a prendere il sole, aveva gli occhi chiusi ed il seno in vista. Non abbiamo parlato molto, anzi direi per nulla. E quando mi ha detto dell’invito io sono stato anche incapace di rispondere. Un accenno del mio capo e gli occhi sbarrati sono stati la mia reazione, assecondando quell’invito. Un “grazie” spirato più che pronunciato è uscito dalle mie labbra. Non so fino a che punto è stato un invito, dato che non abbiamo mai parlato dell’opportunità di andare o meno. È stato detto e basta. La nostra presenza a quella cena da subito è stata scontata. E non sapevo perché! Proprio la ricerca dei perché è stato l’unico pensiero fisso nella mia mente per tutto il resto della giornata, più di Daniela senza reggiseno, abbandonato chissà dove e chissà perché. Una giornata turbolenta, piena di dubbi, di perplessità, di angoscia, di paura, di eccitazione, ma soprattutto di incapacità di prendere la situazione in mano e cercare di tornare in me. Osservavo la situazione evolversi e rimane o immobile, impassibile, impotente.
Siamo tornati a casa a metà pomeriggio mano nella mano, come sempre, con Daniela che indossava un vestitino da mare fortunatamente largo, da nascondere il ballo prepotente e deciso del suo seno libero. Tra noi la conversazione era ridotta al minimo, probabilmente per l’imbarazzo da parte mia e, forse, per i mille pensieri nella testa di lei a seguito degli avvenimenti occorsi. So solo che lei, appena tornati a casa, è stata molto tempo in bagno, per fare una doccia e per prepararsi. Tempo che a era parso decisamente eccessivo, ma nello stato di confusione in cui ero, di certo non potevo valutare bene il trascorrere del tempo. Così ho fatto una doccia anche io, abbastanza lunga con acqua tiepida tendente al freddo, con la gran parte del tempo passata in piedi a farmi scorrere l’acqua sopra, cercando di svegliarmi ed uscire da quell’impasse in cui ero entrato. Ho così indossato jeans, maglietta e sneakers ed ho atteso Daniela che era di nuovo in bagno a sistemarsi. In altri contesti sarei rimasto a bocca aperta vedendola, era bellissima, ma quella sera invece ero su un altro mondo.
“sei bellissima amore”
“Sicuro amore? Non mi sento per niente sicura”
Era divina, aveva indossato un vestitino estivo con spalline, non aderente e non largo ma che lasciava comunque poco all’immaginazione, in quanto disegnava comunque tutte le sue curve. Ai piedi un paio di sandali con tacco. Indossava orecchini pendenti lunghi, aveva lasciato i capelli abbastanza selvaggi e mossi tendenti sul riccio. Il trucco leggero con un accenno di rossetto rosso chiaro, smalto rosa ai piedi e sulle mani.
Così, una volta in strada, ci siamo incamminati in direzione della casa di Antonio. Una villetta indipendente non lontana dal mare molto carina, con un piccolo giardino completamente recintato da una siepe abbastanza alta che non permetteva ai curiosi di guardare all’interno. Antonio ci ha accolto con molta eleganza, si è presentato a me e ci ha ringraziato di aver “accettato” l’invito. Lui indossava una tunica color oro di fattura africana che dava un senso di libertà ma che nascondeva comunque un qualcosa che non ero in grandi da percepire. La casa era ben arredata e profumata, un forte e piacevole profumo di intenso mi è entrato subito nelle narici e nella testa, senza disturbarmi. La luce era soffusa, non permetteva di mettere a fuoco tutto i suppellettili presenti, c’erano elefanti, composizioni floreali secche, arazzi, cuscini ovunque, tappeti, diverse statuine con apparentemente forme falliche. Al centro della stanza dove Antonio ci stava accogliendo c’era un grande tappeto persiano con cuscini sopra è una “tavola” apparecchiata sopra. La cena sarebbe stata quindi etnica e seduti proprio su quei cuscini. Una grande vetrata permetteva la visuale sul giardinetto antistante la villa.
“Complimenti Daniela per come ti sei vestita, complimenti anche a te Marco per questa meravigliosa donna che hai a fianco. Sei un uomo fortunato, ho avuto il piacere e l’onore di conoscerla oggi e la prima impressione è stata di essere davanti non solo ad una donna bella ma anche molto intelligente e colta. Ciò mi fa presumere che anche tu, che sei un bel ragazzo, sicuramente avrai un livello culturale elevato. Ed il fatto che voi siete qui, a casa mia, mi riempie di felicità perché sono sicuro che passeremo una bellissima serata”.
Guardare Antonio negli occhi era veramente difficile, un uomo sicuro di se, capace di controllare tutto ciò che stava accadendo intorno a lui. Pertanto completamente diverso da me in quel momento. Era il mio perfetto alter ego.
Ci ha fatto così accomodare sui cuscini, abbassando la luminosità della luce dell’ingresso e creando un’atmosfera soffusa e piacevole, rilassante. Una leggerissima musica in sottofondo aiutava a rendere l’ambiente chiuso e familiare. Nel complesso, veniva naturale sedersi su quei cuscini. Antonio parlava molto, anche perché sia io che Daniela non eravamo ancora capaci di intavolare una discussione a tre. Alle sue domande stavamo rispondendo con monosillabi o comunque con frasi abbastanza circoscritte. Ma nonostante ciò, con il passare del tempo, siamo riusciti ad aprirci e la conversazione era ormai a tre, con momenti anche molto divertenti. Antonio era tutto tranne che una persona monotona e noiosa. Una persona con la quale si poteva veramente passare una bella serata insieme. Mentre si parlava di tutto e di più, lui ogni tanto serviva del buon vino rosso e cibo etnico, il cui piatto principale non poteva che essere il cous cous, buonissimo e perfetto. Ma in realtà le portate erano molteplici, tanto che era un continuo via vai dalla sala da pranzo/salone alla cucina. Diversi piatti erano serviti su tajine, tutti leggeri e piacevoli da mangiare. Per non parlare delle diverse qualità di olive, datteri e altri stuzzichini vari. Per la prima volta dopo diverse ore mi stavo di nuovo sentendo bene ed in pace con me stesso, senza più il pensiero fisso che mi stava attanagliando ormai da molto. Non stavo più pensando a quando Daniela era andata sola in acqua o a quando si era sfilata il reggiseno. Sia io che lei stavamo ridendo alle battute ed anzi, a volte io è Daniela facevamo battute. In quel clima di serenità che si era creato io sono tornato a stare bene. Ed anche per Daniela era così. Eravamo entrati talmente in sintonia che aiutavamo anche Antonio a portare il cibo a tavola ed a togliere i piatti. In questo clima di rilassatezza e spensieratezza sono andato in bagno per esigenze fisiologiche e, dopo essermi lavato e le mani, mentre le asciugavo e mi guardavo allo specchio, un dettaglio mi ha fatto ripiombare nello stato iniziale della serata: il reggiseno di Daniela era accanto l’asciugamano, in bella vista. Il reggiseno che Daniela aveva indossato per la cena! Ciò significava che Daniela, adesso, non aveva più il reggiseno! E per di più se lo era sicuramente tolto quando aveva accompagnato lui in cucina perché io lei non l’avevo vista andare in bagno! Contestualmente dalla casa erano sparite le voci di Antonio e Daniela, non li stavo più sentendo parlare ad alta voce, ridere e scherzare. La musica era spenta e sentivo solo bisbigliare un minimo. Appena sono uscito dal bagno, ho sentito lei dire:
“Sta arrivando”.
Insospettito da tutto, seppur con poca lucidità, sono tornato nel salone e la scena che mi si è presentata davanti è stata talmente devastante che tutto ciò che era successo la mattina non era nulla a confronto. Sono rimasto immobile, con gli occhi sbarrati, le gambe che mi stavano tremando e la testa ormai fusa che fumava. Non so descrivere bene quali emozioni stavo provando dentro di me, una bomba atomica era appena esplosa e come un uomo svuotato dentro di qualsiasi cosa ho guardato Daniela, completamente nuda, con un decoltè rosso fuoco con tacco altissimo e plateau, sguardo verso il basso imbarazzata ma con i capezzoli del seno turgidi ed in bella vista, gambe piegate verso dietro che lasciavano intravedere che tra le gambe si era depilata completamente. Adesso capivo le ragioni di tutta quella permanenza in bagno il pomeriggio. Antonio invece era seduto con le gambe larghe, completamente nudo anche lui e con il membro semieretto. Era sconvolgente per le dimensioni sia del pene ma soprattutto dello scroto, grosso e largo, pieno. Sono rimasto senza fiato per un tempo imprecisato, con un rischio di svenimento per assenza di ossigeno elevatissimo. Qualche minuto prima mi ero ripreso, ero di nuovo in pace con me stesso, nonostante alle mie spalle qualcosa era successo. Antonio mi stava guardando orgoglioso di se e del suo corpo e probabilmente di come aveva fatto denudare Daniela.
“Caro Marco che fai lì in piedi? Mettiti comodo anche tu e vieni qui con noi. Fai come la tua donna, mettiti pure nudo tranquillamente e vedrai che starai anche più comodo.”
Ho guardato di nuovo Daniela, che aveva ancora lo sguardo basso ed imbarazzato. E come un automa mi sono spogliato, mettendomi nudo e sedendomi di nuovo sul cuscino. Antonio era tornato ad essere l’unico che parlava, l’unico che scherzava e cercava di nuovo di metterci a nostro agio. Una missione complicatissima per via del fatto che tutti eravamo nudi e che lui, apparentemente, era decisamente eccitato. Antonio parlava di tutto, come se fosse naturalissimo stare insieme ad una coppia totalmente nudi e con il pene in erezione. Un pene che aveva delle dimensioni enormi, credo almeno 20 cm, largo e venoso. La testa mi stava esplodendo, mi faceva male.
“Marco bevi questo, ti farà bene. Bevilo anche tu cara.”
È stata la prima volta che non l’ha chiamata Daniela. Ed anche la prima volta che, davanti a me, le aveva cinto il fianco con il suo braccio, poggiando la mano sul fianco sinistro. Ci stava offrendo un bicchiere di vino da meditazione veramente buono, questo lo ricordo bene. Alcolico si, ma buono. E per me e Daniela anche questa era novità in quanto prevalentemente astemi. Ma in quel momento qualsiasi cosa mi avrebbe fatto bene, per distendermi e cercare di essere meno reso possibile. Anche il profumo dell’incenso era diverso, era molto più dolce e più intenso.
“Marco hai proprio una bella fidanzata, abbiamo parlato un po’ quando tu eri in spiaggia questa mattina e adesso che eri in bagno. Daniela è una ragazza molto intelligente che sa stare anche al suo posto e sa quando deve stare zitta e quando può parlare, così come te, vero Marco?”
A quelle parole era impossibile rispondere, un cenno del mio capo in segno di assenso. Mi sono sentito ancora più impotente, mi sono sentito come se centomila catene mi avessero legato ed imprigionato. Il fisico non rispondeva più a me. Ma rispondere a cosa? La mia testa era come staccata dalla mia mente. E dentro la mia mente c’era solo una grande confusione, una nebbia fitta che offuscava tutto. Solo una scarica elettrica che scorreva dentro il mio corpo fino al mio pene mi ha fatto accorgere che tra le gambe non ero più dormiente. Mettendo alla luce del sole le diversità tra me Antonio, non solo fisiche ma anche di lucidità. Ed infatti la mano sinistra di Antonio era ormai sul seno di Daniela, accarezzando il capezzoli sinistro con il polpastrello dell’indice e giocandoci.
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«bravo....molto bello ....fatti coinvolgere anche tu ..da lui...la tua parte femminile devi esaltarsi .........»
«Parte 4?»
«Aspettiamo il prossimo capitolo»
«troppo intrigante!»
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