Mi chiamo Angela ho 46 anni, da ragazza ero attratta da uomini grandi, infatti dopo essermi scopata una serie di ragazzini mi scopai  il padre di una compagna di scuola. La mia indole ribelle non mi faceva osservare l’estrazione sociale di una persona, ma piuttosto, l’aspetto fisico, e,  soprattutto,  se l’uomo mi facesse “sangue” Così un giorno noto un  uomo sui 60 anni, abbastanza robusto, con i baffi, indossava una camicia verde dalla quale sbucavano i peli del suo petto. Quest’uomo ogni sera parcheggiava il suo Fiorino,  davanti alle scuole medie, del mio paesello;  vendeva  i suoi prodotto caseari: ricotta fresca, pecorino, uova e salumi, era triste e il suo viso era sempre rosso. Un sera decisi di fermarmi per comprargli qualcosa, con tale pretesto, attaccai bottone - gli chiesi da quanto tempo facesse questo mestiere, e come faceva i formaggi. Lui mi disse che iniziò a fare il pastore da piccolo e che l’arte di produrre formaggi l’aveva imparato da suo padre. 


Affermai di essere stata sempre curiosa di come viene fatta la ricotta,  lui mi cercò di spiegarmelo, ma senza riuscirci.  dopo un po’ mi dice  ti piacerebbe vedere come si fa? Io,  gli rispondo si mi piacerebbe molto.  Quindi lui mi dice qualche giorno puoi venire, ma devi sapere che la ricotta si fa al mattino presto, subito dopo aver munto le pecore!  io gli rispondo di essere mattiniera. Gli chiedo di conoscere dove è ubicata  la masseria, lui mi spiega la strada  e, nel contempo, mi suggerisce,  di indossare degli stivali non troppo nuovi, poi mi chiede chi ti accompagna? Io gli dico di non aver bisogno di accompagnatori, così  rimaniamo che ci sarei andata la mattina seguente.


  Il giorno dopo mi alzo alle 4.30, era ancora buio , mi vesto tipo cow girl, quindi  metto un gonna di camoscio vecchia degli stivali vecchissimi, una camicia smanicata e un giubbotto di jeans- salgo in macchina e  raggiungo la masseria.


 Arrivo, lui era davanti al cancello sale  in macchina, percorriamo 500 metri per poi farmi fermare in uno spiazzo,  dove c’erano 3 cani  bianchi che abbaiavano. Mi dice scendi tranquilla, non mordono. Scendo dall’auto, lo seguo, e mi fa  entrare nella stanza  dove faceva la ricotta. Era fatta di pietra con il soffitto in legno, il pavimento era in  porfido, c’era delle sedie, un tavolinetto e in mezzo alla stanza un pentolone  e  sotto della legna pronta per essere arda.


Quindi andiamo a mungere le pecore, gli chiedo ma quante se ne devono mungere per riempire quel pentolone, lui mi dice che ogni pecora produce circa un litro e mezzo di latte e quindi mi dice che ne deve mungere almeno 100. Ma tranquilla mi dice, adesso arriva l’aiuto. Così apre una sora di sgabuzzino, e tira fuori un mungi latte elettrico. Mentre lui faceva questa operazione io davo un’occhiata alla masseria, aveva di tutto, e devo dire che era tenuta molto bene. Le galline erano in un recinto dove all’interno c’era una casetta per le galline ovaiole. Poi c’era il recinto dei maiali, e una stalla con dei cavalli. 


Erano già le 7,30 del mattino lui aveva finito di mungere le pecore, e di riempire il pentolone. 


 Accende il fuoco e dopo un po’ prende un sorta di grade mestolo e inizia a girare il latte, c’era molto caldo li dentro e ad un certo punto lui si toglie la camicia, il suo petto era peloso il suo odore assomigliava a quelle dei Fonzies, mentre girava il latte mi guardava, a un certo punto mi dice vuoi provare a girare, ed io entusiasta si … lui si mette accanto a me, sentivo il suo odore,  e sentivo i suoi peli sfiorarmi il braccio, mi diceva non devi fermarti altrimenti si fanno i grumi, gli chiedo di aiutarmi. Quindi si mette dietro di me, afferra il mestolo e lo giriamo insieme, c’era caldo così mi tolgo il giubbino, e rimango con le spalle scoperte, giravamo il latte e mentre lo facevamo gli dicevo ma quanto tempo ci vuole!? E lui, il tempo che quaglia la ricotta. Intanto sentivo che lui si avvicinava sempre di più, così inizio a muovere le gambe, e il culetto mentre giravo la ricotta, lasciando che il mio sedere strusciasse contro il suo pene, ad un certo punto lui mi fa staccare le mani del mestolo,  mi afferra  per i  capelli,  mi spinge sul tavolo,  mi alza la gonna, mi abbassa le mutante,  e inizia a scoparmi tirandomi per i capelli,  il tavolo sbatteva contro la parete producendo un rumore sordo, io mi tenevo con le mani mentre lui mi scopava con foga, poi mi gira e mi fa distendere sul tavolino, mi apre le gambe, inizia a leccarmi, mi tira per le gambe e mi scopa stavolta con una forza bruta sento il suo cazzo entrare profondamente, le sue mani stringermi fortemente, finisce mi guardo ed ero piena di lividi lui aveva mentre lui aveva stampato in faccio un  sorriso appagato – gli dico dimmi la verità ma da quanto tempo non scopavi?  E lui non ricordo forse 3 anni – intanto la ricotta era andata – rimasi con lui un’altra ora, poi gli  prometto  che sarei andata a trovarlo spesso – lui mi regala del formaggio e dei salumi – e tra questi un bel salame – sul quale riesce pure a fare una battuta – sono sicuro che questo è il tuo salume preferito – facendolo rotolare sul tavolinetto, io rido e gli dico che il suo salame è più gustoso, così lui prende il suo cazzo e mi fa e mangiatelo allora! Lo faccio gli rispondo! Lui si appoggia al tavolinetto dove prima mi aveva sfondata, io prendo una seggiola e mi siedo davanti a lui, glielo prendo in bocca glielo succhio per bene e dopo un po’ lui mi viene, tira fuori il cazzo dalla mia bocca e mi riempie la faccia di sborra – fatto anche questo servizietto – lo bacio con la lingua sporca di sperma -  salgo in macchina e vado via…


 

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