Ha un cazzo meraviglioso e glielo tengo duro per ore.


È più vecchio di me, ventisei anni, e frequenta la mia stessa palestra. Per due anni solo un ciao o al massimo due parole sul tempo, ma lo vedevo nudo in doccia. Minchia, il mio sogno erotico: fisico asciutto perfetto, zero peli, e fra le gambe un pene che mi tagliava le gambe, non potevo non immaginarmi di prenderglielo in bocca da moscio e sentirlo indurire... Un paio di volte gliel'ho visto, barzotto, appena gonfio tra le cosce, probabilmente pensava a qualche troietta della palestra, e io mi ci sono fatto seghe per mesi usando il mio vibra.


Solo seghe, perché lui era fidanzato perso con una ed io sono imbranato assoluto. Avevo avuto solo due avventure bisex, a parte un certo numeri di pompini, ed avevo terrore che si sapesse in giro che amo il cazzo.


Ma poi a luglio c'è stata la cena della palestra in un locale all'aperto. Da svenire per il caldo, trentanove gradi: ci ho messo dieci minuti per realizzare che era proprio lui il Mirko di cui parlavano, uno sfigato che era stato scaricato dalla tipa dopo sei anni, quando pensavano già ad una data. Colpa il caldo, colpa le birre e gli shottini ci sono passato davanti palpandoglielo da non lasciare dubbi, non ci ho poggiato la mano di dorso, gli ho stretto il pacco.


Fanculo, succeda quel che deve succedere! Ero davvero ubriaco. Io ero con i miei amici, lui con i suoi. Tutti etero centopercento. Dopo cinque minuti una mano mi palpa il culo. Non uno struscio, ma proprio sotto fino alle palle. Un'impressione da toglierti il fiato.


Toccava a me. Era al bancone, vado a prendermi un ennesimo shottino e lo ingollo tastandogli il cazzo di nascosto. Non più il suo meraviglioso pene, ma il cazzo duro per me. Ero confuso, ubriaco ed innamorato. Sono tornato al tavolo con gli amici. Alzo gli occhi e vedo che mi fissa e poi va verso il parcheggio. Qui ho fatto la cosa più intelligente della serata: mi sono alzato portando via di nascosto una bustina d'olio per condire l'insalata. E gli sono andato dietro.


Dietro la prima siepe l'unica mia paura non era d'essere visti ma di non piacergli. Gliel'ho spompinato come mai a nessuno, dopo due anni con una fretta bestiale. Nessuno dei due aveva condom. Io l'olio. Anche lui aveva una fretta bestiale. In piedi contro una recinzione, le dita aggrappate alla rete, mi è risalito su per il culo un cazzo caldo, largo, maschio, potente, duro e bastardo. Non ho urlato per non farci sentire, per non farlo smettere.


Sono ritornato dopo lui e mi sono riseduto al tavolo con gli amici, seduto su una piacevolissima sensazione, incazzato che avevamo dovuto scappare come ladri, ma esaltato come mai lo sono stato. Ed avevo la scusa d'esser ubriaco se non parlavo con nessuno.


Poi è venuto al nostro tavolo: “Domenica forse andiamo a vela sul lago. Chi è interessato?” Ci siamo scambiati i numeri. Mi tremavano le dita e non sollevavo la testa.


 



Sabato è stata una tortura fino alle 18. Sono arrivato a credere di essermi sognato tutto, che la sera prima non era successo nulla. Eppure avevo il suo numero. Cazzo, non posso chiamarlo. Che cazzo di coglione sono!


Sono scappato nascosto in camera quando ha suonato. Okay, certo, sì, sì, mi è piaciuto, va bene, sì, grazie. Coglione totale!


Mia madre mi ha chiesto con un sorriso ironico chi fosse la ragazza che mi aveva chiamato “Non la conosci. Forse stasera non torno.”


Era felice: “Prendi le precauzioni.”


Non potevo dirle che la ragazza che mi aveva invitato a casa sua aveva un cazzo da paura e mi aveva già ingravidato.


 



Abbiamo scopato facendo l'amore tutta notte, non me ne fregava un cazzo che probabilmente non avrei più camminato. Gli ho succhiato ogni centimetro di pelle e lui mi metteva la lingua anche in culo. E gli piaceva anche il mio cazzo, m'ha prosciugato i coglioni a pompini, anche in sessantanove che mi soffocavano.


Ce l'avevo sulla schiena, il cazzo di marmo che inchiodava al materasso: “Cucciolo, tu sei un coglione! Saranno due anni che ti guardo, hai un culetto da favola, ero sicuro che lo volevi in culo, ma tu a fare la stronzetta! Sai come ci saremmo divertiti?” 


Non ci credevo!Sono un coglione ancor più totale di quel che credevo. “Scopami, ti prego, fammi male.”


Tre colpi con tutto il peso, lo tirava fuori quasi tutto e me lo rificcava in culo da schiantarmi. “Io oggi pomeriggio prendo l'aereo, sono in trasferta in Polonia, ma torno venerdì ed ho tre settimane di ferie. Vado nella casa dei miei al mare. Vuoi venire?”


Sono sfuggito da sotto sfilandomi, gliel'ho stretto fra le mani, leccato, succhiato e mi ci sono seduto impalandomi. Mi ha chiamato con un cenno ed io mi sono chinato in avanti fino a baciarlo in bocca. Abbiamo limonato così per il resto della notte.


 


 


 

Visualizzazioni: 10 620 Aggiunto: 2 anni fa Utente:
Categorie: Gay e Bisex