Siamo a Seattle. Una, stranamente calda, serata di Ottobre. Alex lavora in un piccolo locale aperto tutti i giorni e tutto il giorno in un quartiere di periferia di Seattle, solitamente frequentato da caionisti incazzati, tifosi incazzati lì solo per guardare qualche partita registrata da anni o alcolizzati abiutali...ovviamente.


Il bar è in chiusura e la mia favolosa divisa attillata puzza da far schifo ma sorrido perchè il mio turno di oggi è concluso, finalmente. Rimasto l'ultimo cliente al bancone, lo invito ad andarsene: è Bob, frequenta questo bar già da prima che fossi stata assunta due anni fa, è un camionista stranamente gentile e pacato che viene qui una volta al mese per accertarsi che la sua barista preferita stia bene, che Alex se la spassi come si deve ("Vista la tua giovane età è un peccato che tu sia costretta a lavorare qui, sei così giovane e bella!). Bob è forse il cliente più carino che frequenta questo bar, di solito si presentano, appunto, uomini maturi ubirachi che pretendono di bere a gratis. Lo invito ad andarsende con un: "Bob, ti prego, devo chiuedere da quaranta minuti, ci vediamo il mese prossimo, lo sai".  Triste lascia il locale, lasciandomi però con un piccolo sorriso in volto di felicità. 


Mi slego la divisa da dietro ma i nodi sembrano più fitti del solito, così mi arrendo dicendomi che ci avrei riprovato una volta tornata in camper. Corro al bagno, ho un'urgenza. Mi torna alla mente che avrei dovuto comprare il cibo per Sumo prima del turno, il mio cane sta senza mangiare da un giorno intero...povero amore mio...domani devo assolutamente fare un salto al market vicino casa, a meno che non abbia voglia d'andare al market non sorvegliato aperto 24h abitato da senzatetto...scarto subito questa opzione, lasciando sbattere dietro la mia schiena la porta rotta da mesi del bagno degli uomini. Persa nei miei pensieri noto che un dread mi si è completamente staccato e che è caduto dentro il water. Me ne frego e sistemo alla meglio il bar, pulendo alla meglio i tavoli, piuttosto che le sedie o il bancone dall'alcol rovesciato sopra da qualche ubriaco. Testa china sotto un tavolo mi pento subito d'aver lasciato la porta del locale aperta: sento dei tacchi avvicinarsi e la porta che anzichè sbattere viene accompagnata, sento un agre profumo invadere tutto il bar ma ancora non giro il capo.


E infine, girandomi piano piano, sento un voce delicata chiedermi: "Scusi per l'ora, state chiudendo o può portarmi un drink?"


 

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Categorie: Lesbo
Tag: Bisex