Seduto al tavolo di cucina guardo mia moglie che, come tutte le mattine prepara la colazione per tutta la famiglia, composta dal sottoscritto, lei e due figli. La guardo e penso che io quella donna la amo alla follia, ancora oggi dopo venti anni di matrimonio. Eugenia, questo il suo nome, pur lavorando, ha avviato un'agenzia di viaggi, tutte le mattine prima di andare in ufficio ci coccola preparandoci la colazione. Oggi è domenica, siamo soli in casa, i figli sono tutti fuori e lei solo per me sta lì a prepararmi il caffè, l’aranciata, i crostini imburrati e ieri sera ha fatto una torta: mi vizia e mi coccola. La vedo serena, allegra come tutte le mattine e mi domando come possa essere così allegra e spigliata mentre io mi sento morire.
Ma andiamo per ordine. Sono Aldo, ho 45 anni e la mia storia inizia quando, a 24 ho conosciuto Eugenia. Dopo aver conseguito la maturità tecnica di perito, mio padre che aveva una piccola impresa edile, mi fece entrare in società.
Fu così che andando all’indirizzo dell’abitazione dove avrei dovuto presentare un preventivo la conobbi.
Quando,dopo aver aperto il cancello della villetta dove abitava, venne ad aprirmi il portoncino di casa me la trovai di fronte. Vedere quella ragazza non molto alta, con due occhi verdi smeraldo, capelli neri ondulati, un nasino impertinente con un nulla di efelidi attorno e quella bocca carnosa con labbra che invitavano a morderle, succhiarle, io non capii più nulla.
Rimasi impalato a guardarla fino a quando lei, guardandomi a sua volta con aria stupita, non disse:
"Allora giovanotto, ha l'idea di stare sulla porta tutto il giorno oppure pensa di dirmi chi è. E che cosa vuole?".
Ancora abbagliato dalla dolcezza dei suoi lineamenti mi riscossi, e a mia volta dissi:
"Mi scusi, sono mortificato. Mi chiamo Aldo e sono venuto per fare un preventivo sui lavori richiesti da suo padre."
Per tutto il tempo non le tolsi gli occhi da dosso.
Sorridendomi mi tese la mano
"Eugenia, piacere mio padre sarà da lei tra pochi minuti: se nel frattempo vuole accomodarsi le faccio strada.".
Eugenia non aveva solo occhi meravigliosi e labbra provocanti, quando mi invitò a seguirla potei ammirare le sue curve morbide ed invitanti. Gambe perfette, culetto che faceva sognare con fianchi che chiedevano di essere afferrati da mani vogliose. La seguii fino ad una porta aperta dove all’interno stavano discutendo due persone.
"Papà, c’è il muratore per il preventivo."
Mi annunciò al padre, che pochi secondi dopo mi fece accomodare nel suo ufficio. Accanto a lui una bella donna che identificai immediatamente per la madre tanto erano simili, bella la figlia, bella e intrigante la madre.
In compagnia del due feci il giro della villa prendendo nota dei lavori da fare. La parte in muratura sarebbe stata opera di mio padre mentre a me sarebbe toccato l’impianto elettrico ed idraulico. Si trattava praticamente di ristrutturare tutta una parte della villa con nuovi bagni e camere da letto per gli ospiti.
Preso l’appalto, per tutto il tempo che durarono i lavori ebbi modo di approfondire la conoscenza con Eugenia.
Scoprii che aveva 16 anni e studiava lingue presso un istituto di suore. Ben presto passammo dal lei al tu. Con il passare dei giorni la trovavo sempre più spesso ad offrirmi il caffè o altro, ed io vedevo quei momenti come fantastici. Di lei mi piaceva tutto ma la sua voce era per me sconvolgente, un qualcosa di dolcemente erotico e sensuale. Finalmente un giorno trovai il coraggio di invitarla a mangiare una pizza e poi al cinema, quando mi disse di si quasi svenni. A quella seguirono altre uscite insieme . da li a fidanzarci il passo fu breve. Per me Eugenia era una dea e come tale la trattavo. I primi baci furono sconvolgenti, avevo tra le mani una ragazza ingenua e spontanea. Non è che dovetti insegnarle tutto, baciare lo sapeva fare molto bene.
Quando la nostra intimità lo permetteva, ci appartavamo con la mia macchina in posti isolati e li, dopo i baci, mi permise di azzardare le prime carezze audaci. Eugenia pareva gradire certi toccamenti eppure tendeva a fermarmi e a ritirarsi. Poi mi concesse di toccarle il seno, di denudarlo e lasciò che le prendessi i capezzoli tra le labbra, donandole un piacere sconosciuto fino a quel momento. Conobbi la sua amica del cuore, Samantha con la quale legai subito tanto era bella e simpatica.
La nostra storia andava avanti con gioia. Dopo il seno, con snervanti battaglie fatte di palpeggiamenti e vere e proprie lotte con mani le sue che respingevano le mie e dopo furiosa lotta con i maledettissimi collant,riuscii a conquistare quello che aveva sotto la gonna, per la verità molto corta . le sue cosce vellutate erano per me il paradiso.
Eugenia, rispondeva con passione alle mie carezze, tanto che osai prenderle una mano e portarla sul mio pene in piena erezione. Contrariamente a quanto da me temuto,lei non ritrasse la mano ma, con delicatezza avvolse il membro con le proprie dita in maniera delicata e gentile, ed ancora più stupefacente, senza che io la incoraggiassi o le suggerissi, lei prese a muovere la sua delicata manina su e giù, su e giù, con lentezza e senza creare traumi al glande mi portò all’orgasmo più sconvolgente.
Devo dire che non sono mai stato un donnaiolo e la mia timidezza ha giocato negativamente in questo : così quella sega fatta tra i boschi mi pareva fantastica. Ormai ero lanciato presi sempre più confidenza e mi feci intraprendente. Fui tanto intraprendente che a forza di insistere riuscii, una volta sollevata completamente la già esigua mini gonna, a piazzare il pene tra le sue cosce sfogandomi nel più classico dei fra cosce adolescenziale. Infine, e non fu cosa semplice, riuscii a sfilarle completamente le mutandine, fu così che arrivai a toccare il paradiso con le dita. Eugenia era fica anche nella fica. La vulva appariva coperta da un folto bosco di pelo nero che saliva su verso l’ombelico creando un meraviglioso triangolo rovesciato che attirava i miei baci. Leccai, lappai quella fessura bevendo i suoi umori, mordicchiai il suo clitoride mentre con le mani le pastrugnavo i seni ed i capezzoli fino a quando contorcendosi in spasimi di piacere, non esplose riempiendomi la bocca del suo orgasmo. A quel punto, in parte titubante, ma sentendomi forte del successo ottenuto fino a quel momento, le chiesi di contraccambiare quella parte di piacere .
Fu con una certa sorpresa che, senza lamentele o rifiuto da parte sua, la vidi piegarsi verso il mio inguine e con delicatezza prendere i pene con mano ferma per portare il glande a contatto delle sue labbra.
Il primo colpo di lingua fu tanto inaspettato quanto piacevole, tanto da farmi sobbalzare.
"Ti ho fatto male?" domandò premurosa. .
"Noooooooo, è bello, continua ti prego."
Mi limitai a dire, mentre le sue labbra s’impadronirono del glande aspirandolo completamente nel suo cavo orale. La sua lingua dardeggiava sul glande mandandomi in estasi.
Mi resi conto che aveva una bravura innata, faceva quel pompino con naturalezza, era come se baciasse il mio cazzo. Quando, pur sconvolto dal piacere che mi dava la sua bocca, riuscii a gemere un flebile:
"Vengo! Levati che sto per veeeeniiiiiireeeeeeee" e nello stesso tempo avvertii le contrazioni che espellevano lo sperma inondandole la bocca. Se fino a quel momento Eugenia mi aveva piacevolmente sorpreso, ora mi aveva strabiliato quando mi resi conto che, non solo non aveva staccato la bocca dal mio pene, ma ne aveva ricevuto totalmente il liquido seminale senza sputarne fuori nemmeno una goccia.
Stremato dal piacere crollai sotto la voracità delle sue labbra ed i colpi finali della sua lingua. Solo molto più tardi, nella tranquillità della mia camera, ripensando al fatto mi balenò qualche vago sospetto che quel pompino non fosse il primo che lei faceva, ma scacciai subito quel pensiero fastidioso. Con Eugenia avevo trovato la donna della mia vita. Ne fui consapevole quando un giorno, andando in un posto tranquillo sulle alture della città, stendemmo una coperta tra la vegetazione che rigogliosa ci nascondeva totalmente da eventuali sguardi indiscreti. Da subito ci coricammo abbracciandoci e baciandoci come due adolescenti, ma Eugenia lo era quasi.
Presi dai nostri piaceri, oltrepassammo quel fosso che ci eravamo ripromessi di non varcare. Totalmente preso dal piacere, una volta sfilatole il tanga ed aver ammirato quella sua boscaglia di folto pelo nero dal quale faceva bella vista la fessura con le labbra aperte che ne mostravano l’iterno rosa violaceo non potei fare a meno di scendere con la mia bocca su quel frutto goloso, dopo assaporato la sua fessura, portandola sulla soglia dell’orgasmo, mi sollevai a baciarla e nello stesso tempo mi posizionai a cavallo su di lei con Il pene libero di scorrere lungo la sua fessura. Quando Eugenia si accorse del pericolo che stava correndo mi avvertì di stare attento a non combinare guai. Io viaggiavo in un mondo di piacere, ero talmente preso dalle sensazioni che ricevevo dal glande che, quando prese a scorrere nel canale naturale della vulva spinsi in maniera di agevolare il contatto a trarne il maggior piacere.
Mi mossi con lentezza e con piacere fino a quando il glande, come seguendo una strada ben conosciuta, puntò dritto all’imboccatura vaginale e vi penetrò facendomi vibrare dalla testa ai piedi.
Fu ancora la voce, flebile ed ansante dal piacere, di Eugenia a strapparmi dal mio mondo di erotica estasi che diceva;
"Siii! Aldo, fallo entra in me, ma stai attento e sii delicato, sei il mio primo uomo.".
A sentire quelle parole il mio essere si gonfiò di orgoglio e con delicatezza e molta attenzione mi spinsi in lei. Come già detto non è che io fossi un grande amatore, di fica ne avevo presa pochina, se si toglie l’esperienza con una mia cugina avuta poco più che da adolescente, le altre erano state cose veloci e quasi tutte a pagamento. Ricordavo però che con mia cugina; lei quattordici anni io sedici, dopo anni di gioco del dottore, avevamo deciso di provare a mettere il mio zufolo nella sua nicchia d’amore ci furono problemi. Lei avvertiva dolore a mano a mano che io facevo penetrare il mio pene in lei e quando, inserito una parte del pene dentro la sua vulva avvertii un ostacolo, entrambi ci restammo sorpresi, lei dal dolore, io trovandomi davanti ad una cosa sconosciuta che non mi permetteva di penetrare completamente in lei.
Fu lei a venirmi incontro con mossa decisa forzando l’imene contro il glande causandone con l’urto la rottura. Mia cugina diede un piccolo strillo di dolore, era come fosse stata punta internamente da un ago un poco più grande del normale, quello che era fastidioso, a suo dire era un lieve bruciore che continuava a persistere anche dopo che io mi ero vuotato le palle nel fondo della sua vagina. Fu un piccolo flash che mi fece riscontrare quanto tutto questo con Eugenia, non ci fosse stato. Il mio pene era penetrato in lei con facilità, non c’era stata nessuna resistenza, nessun ostacolo. La penetrazione nella vagina di Eugenia era un puro atto d’amore e non solo sesso curioso come era stato con mia cugina, il fatto stesso che le mia Eugenia appena mi ebbe tutto dentro sollevò le gambe al cielo mettendomi i talloni sulla schiena per meglio sentirmi.
Penetrai completamente in lei fino a toccare il muso di tinca, così piantato, con il glande spinto contro la bocca dell’utero, mi immobilizzai. Era una sensazione bellissima forse dovuta alla non mia grande esperienza amatoria : poi avvertii una cosa sconvolgente, la vagina pareva voler stritolare i miei sedici centimetri di cazzo che l’invadeva, ma era solo impressione perché tutto il canale vaginale ed i muscoli pelvici presero a contrarsi e rilassarsi stringendo e allentando la presa sul pene, a quel movimento di mungimento si aggiunse un movimento di spinta verso l’alto fino a quando avvertii chiaramente aprirsi un nuovo passaggio, oserei dire che avvertii l’utero aspirare il pene ancor più dentro, era come se una boccuccia si fosse posizionata sul meato del glande e mi succhiasse all’estremo della tolleranza.
Anch’io ero al limite della sopportazione e con un misero,
"Amore così mi fai venire .OOOHHH! Vengo! Ecco prendimi!" e crollando senza più energie su Eugenia lasciai che il mio sperma le invadesse l’utero intanto che lei continuava a muovere i suoi fianchi su e giù, roteandoli a destra e sinistra tirandomi fuori anche l’ultima goccia di sperma.
Giacevo stremato tra le sue braccia mentre lei, teneramente mi copriva il volto di bacetti alternandoli a baci infuocati . Sempre immerso nella sua vagina, che non aveva smesso un momento di stringere e mungere il cazzo, lo sentii riprendere vigore e chiedermi di spingerlo ancora più in profondità Eugenia, con gemiti di piacere ed ansimando con passione prese a spingere ancor più intensamente i fianchi contro i miei inguini, presi a muovermi anch’io: fino a quel momento aveva fatto tutto lei. Il nostro divenne ben presto un vero coito, preso dalla foga la spinsi sotto di me nella più classica posizione del missionario con le mani sotto le sue natiche l’attiri contro i miei inguini pompandole la fica con il mio cazzo .
Stremata, Eugenia raggiunse quello che definì il paradiso mentre io le sparai in fica una quantità di sborra tale che avrebbe preoccupato qualsiasi donna più esperta di lei. Restammo abbracciati così, io sopra di lei con il pene ammorbidito di molto immerso nella vagina che continuava pulsare e mungere, quanto tempo passò prima che i nostri sessi si separassero non mi fu dato sapere, di certo fu che estrassi il pene con lentezza osservando con piacere ogni millimetro che usciva dalla vulva. Con sorpresa notai di avere il glande ancora congestionato ed irritato, vidi che appena tolto il tappo naturale dalla vulva di lei prese a fluire fuori la parte di me che le avevo scaricato nell’utero. Stringendoci in un abbraccio ci scoprimmo ancor più innamorati. Quando i nostri sensi ed il desiderio di fare l’amore si furono calmati, venne il momento delle riflessioni. Fu Eugenia ad iniziare, coricata supina gli occhi rivolti al cielo disse:
"Aldo, ho goduto tantissimo, fare l’amore con te è stato bellissimo, ti amo tantissimo, ma non è che siamo stati un tantino imprudenti?"
"Cosa intendi dire?" domandai ancora imbambolato dal piacere provato.
Lei si voltò verso di me e, appoggiandosi con il gomito destro sulla coperta mi sussurrò:
"Io mi sono donata a te con amore, ti ho voluto dentro di me con gioia ma, non prevedendo nulla di quanto accaduto, o perlomeno non entro oggi non ho usato nessun tipo di protezione e, da come mi sono sentita allagare dentro, credo che neanche tu abbia pensato ad un contraccettivo. Penso che almeno un preservativo avresti dovuto usarlo."
"Amore mio, non viaggio con i profilattici nel portafoglio, non sono quel tipo d’uomo che pensa di avere l’occasione ad ogni momento, ed oggi non mi pareva proprio il caso di averne uno. Avresti potuto pensare che era stato tutto preparato: invece è stato tutto meravigliosamente spontaneo e naturale, io ti amo Eugenia, non dubitare mai del mio amore. Se ci saranno conseguenze a quanto accaduto non mi tirerò indietro, ho ventiquattro anni una buona impresa e il matrimonio sta nei miei piani, certo se tu terminassi gli studi non sarebbe male ma no sarà mai un problema."
Detto questo la abbracciai e la baciai con passione. La baciai con talmente tanta passione che dopo pochi minuti mi ritrovai con il pene immerso nella sua vagina ed il glande ancora una volta piantato contro l’ingresso dell’utero .
Dopo aver lasciato che il mio seme scorresse dentro il suo canale vaginale, crollai esausto rotolandomi al suo fianco ancora ansimante. Una volta ripresomi fui io a fare alcune considerazioni. Più che considerazioni erano dubbi,ricordavo bene il rapporto con mia cugina che, pur non essendo io un super dotato ebbe difficoltà, almeno all'inizio, a prendere dentro la fica il mio uccello, senza parlare della piccola emorragia alla rottura dell’imene. Io amavo quella ragazza ma volevo la verità, non amavo essere preso in giro.
"Eugenia," mi trovai a dire. "Io ti amo senza riserve ed intendo avere con te un rapporto serio e sincero. Vorrei che tu mi dicessi tutto sul tuo passato, anche quello passato. Tu mi hai detto che sono il tuo primo uomo, sei sicura di questo? Bada che non sono qui a giudicare ma amerei sapere."
Eugenia, abbasso lo sguardo poi, quasi parlasse a se stessa.
"Non ti ho tenuto nascosto nulla. Tu sei veramente il mio primo uomo. Quello che ha destato il tuo dubbio non è stata opera di un uomo ma il risultato di alcuni giochi adolescenziali tra me e mio cugino.
Tutto accadde quando io avevo poco più di dodici anni ed appena iniziavo a svilupparmi.
Quell’anno andai in campagna dai nonni dove già era mio cugino Tonino.
Lui di anni ne aveva diciassette ed i suoi ormoni giravano a mille.
Vedendomi con i primi accenni di ragazzina, pensò bene che la cugina potesse essere meglio delle seghe.
Molto ingenuamente mi lasciai coinvolgere nei suoi giochetti.
Giochi che molto furbescamente lui porò sul sesso.
Fu suo il primo membro maschile che vidi, suo fu il primo che toccai, poi,sotto la sua guida le feci la prima sega e lui toccò la mia patatina facendomi impazzire dal piacere con il mio primo ditalino.
Dopo i giochini con le mani Tonino, propose di passare a cose più piacevoli convincendomi a lasciare che sistemasse il suo pene tra le mie coscette, da li a sfregare il glande del suo pene sulla mia fessurina,il passo fu breve.
Non nego che la cosa mi piacque e, che in seguito fui io stessa ad invitarlo a ripetere la cosa, almeno fino al giorno che, dopo aver sfregato per bene il suo glande contro la mia farfallina facendola lacrimare di piacere lubrificando così la strada, lui non spinse e fece penetrare il glande oltre le piccole labbra.
Ancora sorpresa da quanto stava accadendo non ebbi modo di oppormi alla sua bramosia. Tonino diede una spinta mi strappò un grido di dolore e dopo una seconda spinta mi sentii il suo cosone piantato dentro lo stomaco, almeno in quel momento fu quello che pensai.
Quando, non pensando minimamente alle possibili conseguenze che potevano derivare dal suo gesto mi sentii allagare nella profondità della mia cosina.
Fu così che, dolorosamente persi la verginità.
Penso che tu oggi te ne sia accorto ed è a questo che ti riferivi.
Ma non è tutto.
Dopo quella dolorosa esperienza non volli più giocare con mio cugino, ma Tonino, con mille moine, riuscì nuovamente a convincermi tanto da farmi riprendere a fare quelle cose.
Devo essere sincera e dire che piacevano anche a me.
Dopo il primo dolore provai piacere. Smisi di partecipare a quel tipo di passatempo quando apparve il menarca.
Mia zia. La madre di Tonino mi mise in guardia sul pericolo che da quel momento avrei corso se avessi avuto dei rapporti sessuali con un ragazzo.
A quella notizia non permisi più a mio cugino di mettere il suo membro nella mia patatina e depositarvi dentro il suo seme.
Ma Tonino, che aveva trovato in me un giocattolo per le sue perversioni, mi pilotò verso altri piacevoli giochi che non avrebbero lasciato conseguenze.
Mi insegnò a prenderglielo in bocca e fargli il mio primo pompino, così come lui fu il primo a leccarmi la passera.
Tutto accadde in quell’anno, poi io e lui non ci trovammo mai più da soli ma ormai il danno era fatto, in me si era svegliato però il desiderio di godere e fino al momento che ti ho incontrato soffocavo la mia libido co la masturbazione più sfrenata.
Oggi finalmente c’è stato quello che da tempo bramavo ma che avevo paura ad accettare per timore del tuo giudizio su di me.
Questo è tutto, ora sai che tu veramente sei stato il mio primo uomo."
Detto questo Eugenia rimase a testa china come aspettando il mio giudizio. La abbracciai, la baciai dicendole che l’amavo e che quanto raccontato da lei era quello che io avevo fatto con mia cugina. Di lei ora sapevo tutto, non ci furono più segreti tra di noi. Dopo quella nostra prima volta, il sesso sfrenato tra di noi durò ancora per circa due mesi, ovvero fino a quando un pomeriggio Eugenia non mi disse di essere rimasta incinta. Per me ventiquattrenne sposare una sedicenne non fu un problema. Organizzammo il matrimonio con grande gioia e tra i pianti di sua madre ci sposammo. Eugenia era la più felice delle spose perché si univa in matrimonio con il suo Aldo, così mi disse Samantha che ovviamente era tra gli invitati, pure per lei fu un bel giorno visto che conobbe Michele, amico di Tonino, il famigerato cugino di Eugenia, diventato poi suo marito. A me Tonino non piacque per nulla, conoscendolo mi sentii rodere dalla gelosia visto che lui aveva goduto mia moglie prima di me in tutti i sensi. Non fu solo quello a rendermelo antipatico ma quello che sentii dire da lui. Si era giunti alla fine del pranzo nuziale e gli invitati avevano iniziato a ballare seguendo il ritmo di musica che una orchestrina ingaggiata da mio suocero stava eseguendo. Io, mi aggiravo tra gli invitati salutando qualche amico quando passando non molto distante da un gruppetto di persone non sentii la voce di Tonino che ridacchiando stava dicendo.
"Questa notte il povero Aldo, se già non l’ha avuta, avrà la sorpresa di percorrere un’autostrada già abbondantemente collaudata dal sottoscritto."
Seguì una risata collettiva del gruppo. Non volendo creare problemi il giorno del mio matrimonio feci finta di nulla ma la cosa mi bruciava e continuò a bruciarmi per parecchio tempo.
La festa stava volgendo al termine quando io e mia moglie decidemmo di salutare i nostri ospiti partire per il viaggio di nozze. Non andammo molto lontano, avevamo prenotato una stanza in un albergo della nostra città, il viaggio vero e proprio sarebbe iniziato due giorni dopo. Come nei classici film americani, presi la moglie in braccio per farle varcare la soglia della stanza e la portai ai piedi del letto, qui Eugenia mi abbracciò e baciò con passione; quel bacio pareva non finire mai, tanto era l’ardore messo. Ci spogliammo ed entrambi ci ficcammo sotto la doccia per rinfrescarci dopo una giornata bella, meravigliosa ma stancante come può essere il giorno del proprio matrimonio.
Sotto il getto della doccia ci abbracciammo, ci baciammo, poi la insaponai e la lavai soffermandomi sui suoi seni, sulle sue natiche e tra le cosce deve il suo triangolo d’amore spiccava. Eugenia, preso il sapone insaponò la morbida spugna e, come già avevo fatto io con lei, mi insaponò. La carezza delle mani di mia moglie sul mio corpo fu un tonico rigenerante. La fatica della giornata si dissolse nel nulla e quando la sua bocca prese a scorrere sul mio corpo come a volermi asciugare scomparve anche lo stress e quando la sua bocca arrivò ad impossessarsi del mio glande lo trovò già pronto a godere di quel piacere. Preso dall’impazienza di un piacere più completo, chiusi il rubinetto della doccia e, così bagnati come eravamo, presi mia moglie e la trascinai sul letto. Mi soffermai a guardare il suo corpo sdraiato sulle lenzuola che si muoveva invitante in una offerta d’amore. Come già prima lei, nella doccia mi aveva sconvolto con la sua bocca, io le restituii il piacere. La baciai e le passai la lingua sul collo, dietro le orecchie e dentro le orecchie, poi scesi ancora sul collo baciandolo e succhiandolo, cosa che la mandò in estasi spingendola ad offrirsi completamente. Il percorso del suo corpo con la mia lingua fu lento e piacevole. Succhiai i suoi capezzoli come un poppante, lappai i suoi seni con delicatezza facendola rabbrividire e poi giocherellai con il suo ombelico solleticandolo con la lingua. Fu lei stessa, che presa da una urgenza di un piacere più concreto, spinse la mia testa sul cespuglio di peli neri aggiustato, sfoltito ed a ben delineato Posare le mie labbra su quella fessura grondante di piacere mi mandò in paradiso, sentire il calore di quelle labbra intime e il dolce sapore dei suoi succhi era splendido.
"Basta! Ti prego,vieni entra in me, non resisto più; ti voglio."
La voce di Eugenia era irriconoscibile dall’ansia che aveva di essere posseduta. Non la feci attendere, mi posizionai tra le sue cosce e lasciai che fosse lei a dirigere il pene all’ingresso della sua grotta. Sprofondai in un mare di beatitudine, le gambe di mia moglie mi imprigionarono a lei bloccandomi con i talloni sui fianchi. Sentendomi completamente in lei, Eugenia, prese a muoversi con lentezza, mi impose di stare fermo e di lasciare che fosse lei a guidare la danza dell’amore. Con i suoi movimenti vaginali che mi aspiravano e respingevano dandomi, con i muscoli vaginali, delle strizzatine a tutto il pene mi portò al limite dell’orgasmo. Improvvisamente, resasi conto che se avesse fatto anche solo un movimento l’avrei inondata con il mio sperma, mi spinse fuori da quel paradiso.
"No! Amore mio. Questa è la nostra prima notte di nozze ed io voglio donarti la mia verginità!" disse in un soffio la mia adorata Eugenia. Io la guardavo stranito e sconvolto, mi aveva bloccato l’orgasmo per dirmi quello? Non mi diede il tempo di parlare che, come una gatta in amore si voltò posizionandosi con la pancia sul lenzuolo e sollevando in alto i fianchi mi offrì quella parte di lei che mi mandava fuori di testa. Eugenia era ben fatta ma il suo culo era un poema di armoniose rotondità, con voce invitante disse,:
"Amore, visto che per mia ingenuità e la bramosia di Tonino, tu non hai potuto cogliere la verginità del mio fiore, ti offro l’unica rimastami e che tu desideri in ugual misura. Vieni amor mio mettimelo dietro, non aver timore di farmi male: voglio essere tua completamente."
Sorpreso da quella offerta non esegui prontamente, tanto che mia moglie spazientita aggiunse,
"Allora amore che cosa aspetti a mettermelo in culo!!"
Eugenia era così nei momenti di intensa passione si lasciava andare ad un linguaggio che spronava ed eccitava il suo amante. La mia bocca tornò sul suo fiore che ormai era ruscello di umori per poi risalire un poco più su fino a posarsi sul muscolo dello sfintere che già pulsava dilatandosi e contraendosi, lo insalivai abbondantemente e, quando lei mi implorò ancora una volta di romperle il culo, mi posizionai e, poggiato il glande sull’orifizio presi a spingere. Il gemito di dolore che uscì dalle labbra di mia moglie mi bloccò, fu ancora la voce impaziente di Eugenia a spronarmi.
"Aldo! Non aver timore spingi! Rompimi il culo come sempre hai voluto. Questo è il mio dono d’amore:"
Ed io spinsi incurante dei suoi gemiti. Il glande forzò l’ano ed incurante del grido di dolore di mia moglie continuai a spingere fino a quando lo scroto non arrivò a battere contro la vulva.
"Ooooiiooo, che male, ma non importa ti sento tutto dentro, aspetta prima di muoverti, lascia che il mio culo si adegui al tuo affare."
Poi, quando me lo disse Eugenia presi a scorrere in quella guaina stretta, stretta. Fu una inculata fantastica, quando le venni nel culo pareva dovessi entrarci anch’io tanto la prostata pompava sperma in lei.
Sette mesi dopo il nostro matrimonio nacque Mara ed un anno e mezzo dopo arrivò Paolo. Il tempo scorreva veloce e pure Tonino sposò Marica una bella bionda. Con il cugino di mia moglie ben presto cancellai il rancore nei suoi confronti. Alla resa dei conti si dimostrò un uomo generoso ben disposto verso il prossimo. Pochi anni e anche Samantha si sposò con Michele. Noi sei legammo talmente bene che ogni occasione era buona per stare insieme a festeggiare. Frequentandoci assiduamente si stabilì tra di noi un affiatamento goliardico. Non c’era argomento o scherzo che non ci trovasse pronti a discutere, tanto che una sera, eravamo a cena da Tonino toccammo l’argomento ballo; a me piaceva il liscio, ballo standard, mentre ad Eugenia piaceva il latino americano. Contrariamente a noi Michele amava il latino americano e Samantha amava lo standard liscio, fu Tonino a suggerire di iscriverci ad una scuola di ballo, io in coppia con Samantha e Michele in coppia con mia moglie. Seguendo il consiglio ci iscrivemmo in due scuole diverse che avevano orari diversi, così il martedì e il venerdì sera io e Samantha ci trovavamo a ballare il liscio mentre mia moglie e Michele avevano lezione il lunedì e il giovedì, in quelle sere io restavo a casa con i ragazzi. Furono proprio queste nostre decisioni a legare maggiormente il gruppo, ormai facevamo tutto in comune feste, vacanze ed altro. Anche nella vita quotidiana la nostra amicizia si dimostrava solida e disinteressata, se uno di noi aveva un problema gli altri si davano da fare per aiutarlo alla grande.
Gli anni passavano e l’amicizia si cementava . Tra me e Samantha, visto il rapporto che c’era come ballerini, nacque un’intesa ed una confidenza che ci permetteva di confidarci ed aiutarci con consigli. Samantha poi, aveva una carica di simpatia ed umorismo che per me era un piacere trascorrere quel tempo con lei e anche qualche cosina di più. Tale situazione logicamente era molto simile tra mia moglie e Michele. Me ne resi conto una sera che, andando a ballare tutti i gruppo, vidi i due lanciati in una salsa, merengue ed una lambada che mi fecero salire il sangue alla testa.
"Samantha, hai visto tuo marito con mia moglie? Tra poco quei due scopano sulla pista."
Mi trovai a farle notare ingelosito da quello che vedevo.
"Sono fantastici!" si limitò a dire lei, mentre io continuavo a vedere il vestito di mia moglie sollevarsi sempre più ad ogni giravolta fino a notare che indossava il più minuscolo dei suoi tanga. Mi stavo veramente incavolando, tanto più che le mani di Michele spaziavano lungo tutto il corpo di Eugenia che beatamente ruotava come una trottola attorno al suo partner; terminato il ballo tornarono al tavolo complimentati da Tonino e Marica, inutile dire che Samantha si precipitò tra le braccia del marito baciandolo felice della sua esibizione. Pareva proprio che l’unico a non esultare per l’esibizione di Michele con mia moglie fossi io, ma sinceramente ero molto infastidito . Troppe volte avevo visto gli inguini di Michele premuti contro le natiche di mia moglie, troppe volte le mani di lui si soffermarono sui fianchi e lungo le cosce di lei che, come in estasi si dondolava con i fianchi contro di lui. No! Non avevo nulla da entusiasmarmi.
Fu la voce di Samantha a risvegliarmi dai miei pensieri.
"Allora!? Stai dormendo? Svegliati! Non senti che suonano un tango, cosa aspetti a portarmi in pista così facciamo vedere a questi due che anche noi siamo bravini. Dai,su a cosa stai pensando? Andiamo."
Mi prese per mano e quasi mi trascinò in pista. Mi riscossi, aveva ragione ero andato in bambola meditando su mia moglie e Michele. Sbagliai malamente il passo di apertura ma, una volta ripresomi ballai quel tango con tutta la passione e sensualità che quel ballo richiede, ci misi l’anima, tanto che Samantha ad un certo punto mi sussurrò all’orecchio
"Aldo, se ti sei incazzato per come hanno ballato tua moglie e Michele, penso che, se continui a stringermi così e a premere il tuo uccello contro la mia fica, sembra davvero che tu mi voglia scopare. quando torniamo al tavolo avremo delle rimostranze da parte dei nostri rispettivi coniugi. "
Aveva ragione preso dalla rabbia del come si era comportata mia moglie, mi ero lasciato prendere dalla passione del tango e stavo esagerando con il contatto dei nostri corpi . Mi scusai e mi giustificai ripetendo le parole dei maestri,
"Il tango è passione, dovete metterci l’anima, dovete sedurre la vostra dama."
Io forse stavo esagerando ma in quel momento dovetti riconoscere che Samantha mi stava intrigando molto. Recuperai il tempo e ripresi a ballare quel tango che mi stava eccitando. Finimmo in bellezza, va detto che con Samantha ballare era veramente un piacere. La serata continuò con musiche varie, lambata, baciata,mambo,cha,cha,cha, rumba alternate con foxtrot, valzer lenti, tango, mazurka, polka e valzer viennese; insomma c’era musica per tutti i gusti . A me la voglia di restare a ballare stava passando, non gradivo per nulla quello che mia moglie e Michele stavano facendo, stavano ballando al limite della decenza, io non sopportavo tutti quegli strusciamenti sulle chiappe di Eugenia, cosa che a lei pareva invece piacesse molto. Quando il gruppo decise fosse giunta l’ora di tornare a casa non persi tempo in chiacchiere e trascinai mia moglie fino alla nostra automobile. Appena partii, mia moglie mi aggredì chiedendomi cosa mi fosse passato per la testa scappando così senza salutare nessuno. In quella macchina dopo ben diciassette anni d’amore e di vita in comune, litigai aspramente con mia moglie.
"Allora! Si può sapere che cosa ti è preso a scappare cos’? non ti sei neanche fermato a salutare."
"Mi ha preso che mi sono rotto le balle di vedere i fianchi di Michele strusciasi contro il tuo culo. Non sono quel genere di mariti che sbavano nel vedere la propria moglie manipolata da altri. No! A me da fastidio e non mi piace:"
"Oddio Aldo, se non ti conoscessi così bene penserei che dopo diciassette anni di matrimonio mi sei diventato geloso"
Ribatte ridendo mia moglie -
"Geloso, geloso proprio nel vero senso della parola no, mi da fastidio vedere tutto quello strusciarsi, mi da fastidio come ti stringe e ti accarezza nelle movenze languide il bel Michele."
"No! Questo è troppo, tu fai un tango con Samantha che a voler essere magnanimi si può definire osceno. Questa sera in particolar modo . Guarda che anche Michele lo ha notato."
"Certo, visto quello che facevate voi anch’io ho pensato di farvi vedere che riesco a fare il tango in modo sensuale."
"Si ma tu te la stavi quasi scopando. Dai Aldo, non venire a dirmi cose strane, se non ti va di vedere come Michele mi conduce non venire, scusami per due volte la settimana sono con lui e non dici nulla poi fresco, fresco te ne vieni fuori con queste cazzate, non farmi ridere."
Eugenia si irritò talmente quella sera che andò a dormire con i musi e mantenne il suo atteggiamento per tutta la settimana.
La seconda discussione ci fu quando, una sera in casa di Tonino dove tutti eravamo a cena, parlando di cose varie il discorso non finì sul sesso. Mi pare fosse stato proprio Tonino a intavolare l’argomento sulla monotonia del sesso fatto con lo stesso partner per molti anni. Io continuavo a trovare la mia compagna molto eccitante anche dopo diciotto anni di matrimonio, e devo dire che tolto gli ultimi giorni Eugenia non si era mai rifiutata di fare l’amore ogni qualvolta mi avvicinavo a lei, anzi c’erano momenti che era proprio lei a cercarmi. Solo ultimamente, a causa della mia gelosia nei confronti di Michele, a seguito delle discussioni che ne venivano fuori, lei si rincantucciava nella sua parte di letto e non c’era verso di smuoverla. Era testarda e non cedeva per nulla, in quelle occasioni non si faceva l’amore, anzi si continuava a discutere con più accanimento fino a quando non ci si accusava di insensibilità. A quel punto, io mi alzavo e andavo in cucina a farmi una camomilla per calmarmi; poi; quando tornavo a letto lei già dormiva beata.
Quella sera, dopo che Tonino aveva introdotto l’argomento sesso e monotonia, Michele portò ad esempio il Canada dove a suo dire era nato lo scambio di coppia. Ci spiegò che in una serata d’inverno, un gruppo di coppie di Montreal, si erano riunite un venerdì sera in casa di una delle coppie. Dopo cena il gruppo si dedicò a giochi di società e al ballo. Quando decisero che era il momento di fare ritorno alle proprie case; si resero conto che, a causa dell’abbondante neve caduta durante la serata, erano bloccati. Nevicò per tutto il giorno. Cadde tanta neve che per tre giorni rimasero bloccati. Il primo giorno si impegnarono in giochi vari per far passare il tempo, la sera però, avendo esaurito tutte le idee se ne stavano tutti seduti a bere senza fare nulla. Fu a quel punto che uno di loro lanciò l’idea di formare delle nuove coppie per trascorrere la notte Tutti accettarono la cosa e sorteggiarono la formazione delle coppie. Pare che dopo il primo momento di naturale riluttanza la cosa fu gradita, tanto che il mattino dopo il gruppo decise di ripetere l’esperienza sorteggiando nuovamente le coppie. L’esperienza del gruppo fu ripetuta altre volte in altre circostanze e venne talmente apprezzata da diventare una nuova moda. A seguito di questo racconto, vero o falso che fosse, nacque una discussione tra di noi sulla possibilità o meno di attivare quel tipo di pratica.
Tonino, ridendo disse che la cosa avrebbe potuto essere divertente,
"piacevole, pensate noi sei, amici da tanti anni potremmo ravvivare i nostri matrimoni scambiandoci le mogli. Certo, più ci penso più la cosa mi stimola. Io che ho sempre avuto un debole per mia cugina, mi piacerebbe poter vedere se è rimasta la timida ragazzina che ha avuto con me la sua prima esperienza. Davvero la cosa mi eccita moltissimo, voi che ne pensate?" concluse rivolgendosi a tutti noi.
La prima a rispondere fu sua moglie, appariva alquanto indispettita dalle affermazioni del marito.
"Non credere di essere il solo a pensare cose eccitanti. Io, per esempio, non credo mi annoierei se avessi la possibilità di passare una notte con Aldo o con Michele, solo che la cosa messa in piedi così a freddo mi pare squallida. Credo ci voglia l’atmosfera giusta, ecco per esempio quando si è in vacanza, in una notte particolare potrebbe esplodere il desiderio di trasgredire, ma così a freddo no,non sono del parere. Ora dite la vostra."
Michele raccolse la sfida con entusiasmo.
"Io, senza che mia moglie si offenda, uno scambio lo sogno,scambierei volentieri mia moglie con una bella figa polposa e capiente che mi permetta finalmente di farmi una chiavata a sangue senza dover stare attento a mettere solo un piccolo pezzo dentro perché le faccio male. Samantha, e non le faccio una colpa, ha la vagina infantile, troppo piccola e forse è per questo che non arrivano figli, capirete che per me uno scambio sarebbe solo un guadagno."
Samantha, lo sguardo fisso al tavolo, espose la sua idea.
"Non posso dire nulla in proposito. Fare sesso mi piace e stando ai preliminari è molto piacevole, ma al momento della penetrazione per me sono dolori, Ho la vagina che si contrae ed ostacola la penetrazione. Se fosse per fare un regalo una volta e via a Michele potrei accettare lo scambio ma per il resto non saprei che dire eccetto che chi di voi dovesse essere il mio partner per una notte avrebbe una grossa delusione, dicendo che sia Aldo che Tonino sono due uomini con i quali andrei volentieri."
Samantha passo a me che, con molta difficoltà espressi il mio parere.
"Scusatemi se non condivido il vostro entusiasmo ma io ci vedo molte difficoltà Prima di tutto, dove mettiamo l’amore? Io, ad esempio. Sono sposato da diciotto anni e di mia moglie amo tutto. Ci sono momenti, come prima quando Tonino ha rimarcato di essere stato il primo uomo di mia moglie, che mi fanno male, se esposti come prima I’amo ancora tanto mia moglie non vorrei certo dividerla con nessuno, questo senza contare le conseguenze che uno scambio inevitabilmente si trascina dietro. Se i due sono ancora innamorati non hanno bisogno di scambi strani. Se innamorato lo è solo uno dei due ecco che c’è violenza decisionale sul più debole che accetta per non perdere il suo amore. Violenza che a lungo manifEugeniaà dei problemi. No! Non sono per lo scambio, neanche tra persone amiche come lo siamo noi. Troppe complicazioni, troppi dubbi."
"Io penso che tu sia un po’ troppo rigido nelle tue idee."
Sentii riprendermi da mia moglie e questo mi sorprese.
"Nessuno ha detto che dobbiamo fare lo scambio di coppia, si sta solo divagando sui motivi che portano a questo e, soprattutto, che cosa se ne trae. Piacere? Riavvicinamento di una coppia in crisi o come si dice una spinta in alto contro la monotonia? Personalmente, se si tratta di dare un ventata di aria fresca al matrimonio e ravvivare il desiderio tra i coniugi ritengo sia una buona medicina. Certamente, come dice Aldo i due devono essere in pieno accordo senza tentennamenti e ripensamenti."
Tutti approvarono l’idea di Eugenia, che per la verità aveva esposto bene la cosa.
"Visto che quasi tutti siamo della stessa idea ci si potrebbe pensare veramente" suggerì il solito Tonino. Io ostinatamente negai quella possibilità
"Scusatemi tanto ma io non mi sento assolutamente pronto per un'esperienza del genere. Non so come reagirei nel vedere mia moglie scopare con un altro uomo. No assolutamente no. Come ho detto troppi interrogativi. Poi bisognerebbe mettere dei punti fermi e ben precisi. Io con Eugenia non uso il profilattico, so che in un certo periodo non devo venire dentro e lo faccio, ma se al mio posto ci fosse un altro esigerei che Eugenia usasse un preservativo e poi mi sentirei in imbarazzo ogni qual volta incontrassi quell’uomo ."
"Oh, come la fai difficile. Ipotizziamo che in una festa tra amici dove si balla, si beve, insomma ci si diverte, siamo tutti allegri. Improvvisamente si spegne la luce, buio completo non arrivi a vedere neanche la punta del tuo naso. Ad un tratto due braccia ti si stringono attorno al tuo corpo e ti portano a sederti su di un divano, con quella donna che tu non sai chi sia ci fai l’amore. Questo è quello che intendo io per divertirsi con lo scambio. Pensa potrebbe essere la stessa tua donna e tu non lo sapresti mai."
La teoria di Tonino poteva essere interessante e molto intrigante ma io restavo della mia idea. No allo scambio completo delle mogli. La discussione durò per tutta la serata e, con mia moglie continuò anche a casa nostra. Non riuscivo a capire questa sua insistenza.
"Tu insisti per una possibile prova ma io ti chiedo se hai pensato alle eventuali conseguenze, pensa solo per un momento se uno di noi due si innamorasse della persona con cui ha fatto cambio, sarebbe la fine del matrimonio. Guarda non ne voglio neanche parlare."
Conclusi malamente, ero proprio alterato. In tutta la compagnia pareva che il desiderio di fare l’ammucchiata, fosse diventato una cosa primaria. Le discussioni con Eugenia continuarono fino ad arrivare ad un punto di crisi, quasi non ci parlavamo più. Solo a parlarne il mio matrimonio era entrato in crisi, figuriamoci a mettere in pratica lo scambio. Eravamo arrivati alla frutta, io ed Eugenia non avevamo più i soliti rapporti soddisfacenti, ora con le discussioni il più delle notti mia moglie si girava dall’altra parte senza neanche augurarmi la buonanotte. Eravamo in piena crisi quando nella prossimità delle ferie ci riunimmo in casa di Michele per decidere il posto dove andare. Altra discussione tra me e mia moglie, io amavo la montagna mentre lei e gli altri, ad eccezione di Samantha adoravano il mare. Finì come tutti gli anni che andammo tutti al mare. Meta decisa "Malindi" dove loro avrebbero potuto rosolarsi al sole durante il giorno e tirare l’alba in discoteca la notte. Già all'inizio del viaggio incominciai a discutere con mia moglie per la quantità enorme di bagaglio che pretendeva di portarsi dietro. All’aeroporto arrivati al check-in eravamo fuori quota peso, facendo il cumulativo riuscimmo a passare con gli amici. Il volo fu tranquillo fino ad un'ora dall’arrivo, poi temporale e turbolenza mi costrinsero a riempire un sacchetto di plastica, infine toccammo terra e ci immergemmo nel caldo tropicale. Devo dire che i bungalow erano veramente accoglienti con tutti i confort. Consisteva, almeno quello assegnato a noi, in un ingresso soggiorno pranzo, grande potevamo trovare posto dodici persone sedute a tavola, poco più avanti, nascosta da un piccolo muretto la piccola cucina Sulla sinistra si apriva il bagno con doccia ed idro, separatamente lo stanzino wc, niente bidet . A destra la stanza da letto con vista panoramica sulla spiaggia . Neanche il tempo di aprire i bagagli che i nostri amici trascinarono Eugenia in spiaggia. Io preferii riposarmi, visto il momento di crisi con mia moglie preferii sottrarmi agli scherzi a volte pesanti di Tonino e Michele, già avrei dovuto sopportarli a cena e durante la serata. Dopo la grande cena andammo a ballare, c’erano vari locali sicuri dove poter andare tranquilli. Michele scelse uno dei locali dove il latino americano era totale, così io feci tappezzeria mentre tutto il resto del gruppo si scatenava nel ritmo di salsa merengue, rumba,samba, cha,cha,cha. Appena Michele e Tonino si fermavano un momento le nostre donne venivano invitate a ballare, tanto da non avere un momento di tregua. Visto che tutti si divertivano, io mi concentrai sulle coppie, osservando i vari comportamenti. La gelosia del ballo ormai era superata quando mia moglie ballava con Michele, non lo era per nulla quando si trattava di vedere Eugenia volteggiare in pista con i vari indigeni che non perdevano occasione di posare le loro manone nere sul corpo di mia moglie e lo facevano abbastanza sfacciatamente. Feci alcuni balli con Samantha e dopo, accusando una stanchezza abbastanza veritiera lasciai la compagnia e tornai al bungalow. Quando Eugenia ritornò, accompagnata dagli amici non so che ora fosse, io dormivo già alla grande, il giorno dopo volevo alzarmi presto e cercare una barca per poter andare a pesca. La pesca con lenza è sempre stata la mia passione e piuttosto che stare in spiaggia con il gruppo sempre fermo a fare giuochini stupidi, preferivo darmi alla pesca. Quella mattina trovai la barca e il pescatore che mi avrebbe accompagnato sul posto. Fu una giornata meravigliosa, riuscii a tirare su dei bei pesci, circa sei chili, pesce che avrei cucinato con gli amici. Il bungalow era vuoto dal momento che erano ancora tutti alla spiaggia, bene avrei avuto il tempo di cucinare il pesce che già avevo squamato ed eviscerato sulla barca. Quando il gruppo accompagnò mia moglie mi feci trovare pronti ad accoglierli ed invitare tutti a cenare con me. Quando lasciarono il bungalow tutti erano soddisfatti e felici della mia idea. Mia moglie, che solitamente bocciava la mia passione della pesca solitaria, quella volta appoggio la mia idea di continuare a trascorrere le mie giornate a pesca, tanto ci si vedeva sempre la sera. Andai avanti così per tutti gli otto giorni che restammo a Malindi. La notte mia moglie continuò, con gentilezza ma con fermezza, a respingermi con le scuse più astruse. Poi, l’ultimo giorno di permanenza me la trovai tutta tenera, fin dal primo mattino. Civetta, promettendo ma non concedendo.
"Amore, penso che da troppo tempo noi stiamo tenendoci il broncio,e questo non è giusto, ci stiamo facendo del male." furono le sue parole a me graditissime. L’ultimo giorno, con quelle premesse, non andai a pesca: feci un giro turistico con mia moglie e ne approfittammo per fare acquisti; pranzammo fuori e ci ritirammo nel tardo pomeriggio per riposare un poco. La sera ci fu una festa di addio con cena al lume di candela, Il giorno dopo alle quindici avremmo lasciato l’Africa per l’Italia. Ed eccoci tutti seduti al tavolo che ci ospita, si ride si scherza, pare che il mio buon umore sia tornato. Stavo così bene che non mi agitai quando vidi mia moglie ballare con uno del posto il quale si prese molte libertà con il corpo di lei, quella era la nostra ultima notte in quel villaggio. Ballai appassionatamente con Samantha e pure con mia moglie. Eugenia ballò con me sfuggendomi e provocandomi,tanto che la trattenni per un braccio sussurrandole all’orecchio
"Se continui così, ti butto a terra e ti violento qui davanti a tutti."
Lei ridendo mi guardò con occhi languidi
"davvero hai ancora voglia di me dopo che ti ho trattato così male?"
"Stai scherzando, vero’ Sono mesi che non ti lasci toccare ed io sto impazzendo dal desiderio!"
Esplosi. Eugenia annuì, sembrava soddisfatta della risposta.
"Allora se questa notte….se, insomma se ci lasciassimo andare alla grande, ti andrebbe bene?" In risposta la strinsi a me, volevo sentisse quanto la desideravo
E lei sorrise scostandosi di quel poco che bastava a interrompere il contatto dei nostri corpi.
"Anche subito, amor mio!" singhiozzai.
"No! Non subito…Tra un’ora. Tu ti ritiri nel bungalow ti corichi e mi aspetti ed io ti raggiungerò dopo. Non accendere le luci, facciamo una cosa nuova, intrigante. Facciamo l’amore come se non ci conoscessimo, come due estranei che si sono appena conosciuti ed hanno una notte di sesso sfrenato, senza parlare o perlomeno limitandosi al minimo indispensabile: Ti va?"
A me andava bene tutto, il solo pensiero di poter stringere nuovamente il suo corpo tra le mie braccia mi sconvolgeva, mi sudavano perfino le mani
"D’accordo,amore mio,tra un’ora esatta sarò in camera ad aspettarti!"
Si era fatto tardi ed eravamo seduti attorno al tavolo con l’ultimo drink della giornata,Michele e Samantha si alzarono ci salutarono e dissero:
"Ragazzi vi salutiamo, andiamo a dormire . Domani sarà una giornata campale visto che prima di partire vogliamo fare ancora un bagno in queste acque. Buona notte!" e si allontanarono in direzione dei bungalows che erano tutti e tre vicini ed allineati . Non passò molto che anche Marica disse:
"Tonino, io vado avanti, tu vieni pure quando vuoi."
"Aspetta che ti accompagno per un tratto;" la chiamò Eugenia che la seguì per un tratto poi tornò indietro,sedendosi al tavolo con gli occhi nei miei.
"Noi restiamo ancora un poco, vero Aldo?"
"Sì, io perlomeno circa una oretta poi si vedrà."
Parlai con Tonino delle giornate trascorse in solitudine con la pesca, dei piccoli problemi risolti, tenendo sempre mia moglie per mano, un occhio all’orologio e poi finalmente mi alzai e salutai.
"Io me ne vado a nanna, sono bollito!"
Eugenia mi sorrise ed aggiunse:
"Tra dieci minuti vengo anch’io. E tu Tonino che fai?"
Lui si alzò come.
"Vado a vedere cosa sta facendo la mia dolce metà! Magari ha bisogno che le rimbocchi le coperte!"
Ridendo ci avviammo insieme verso i nostri bungalows, appena entrato nel mio mi fiondai sotto la doccia e poi mi distesi sul letto, completamente nudo ed aspettai l’arrivo di mia moglie a luci completamente spente. Al buio i miei sensi si acutizzarono al massimo facendomi quasi stare male, il pensiero che tra pochi minuti il magnifico corpo di mia moglie sarebbe stato al mio fianco mi faceva tirare il cazzo come un mandrillo.
Finalmente la porta d’ingresso si socchiuse appena, giusto per fare passare la figura di mia moglie e sgusciare dentro per dirigersi verso la doccia . Ascoltai con desiderio crescente lo scroscio dell’acqua, poi smise e pochi minuti dopo lei mi raggiunse e si distese al mio fianco ancora umida e fece un piccolo sospiro.
"Mi desideri, Aldo?".
Allungai una mano e gliela passai sul viso, sul collo,scendendo sui seni e soffermando le dita che la sfioravano appena. Mi sentivo scoppiare dalla gioia.
"Da impazzire " risposi quasi senza fiato
"Sono qui, tutta per te. Non indugiare."
La sua voce era roca dall’eccitazione, quasi stentavo a riconoscerla. La sua mano si allungò sulla mia guidandola lungo il suo fianco giù fino a farmi toccare l’interno delle sue cosce, continuò a guidarmi fino a farmi sentire quanto calda fosse la sua intimità pronta a ricevermi.
Ma volevo fare le cose con calma. Ripresi a baciarla mordicchiandole le labbra carnose succhiai la sua lingua mentre lei mi passava le braccia attorno alla vita e mi invitava, attirandomi a se ed avvinghiandomi con le gambe la schiena. Mi ero ripromesso di andare con calma, ma la mia signora pareva essere molto più impaziente e desiderosa di essere penetrata dal sottoscritto. Furono le sue mani ad impugnare il pene e sfregarsi il glande sul clitoride e lungo la fessura per poi cacciarselo dentro la fica, che ingorda lo aspirò fino alla radice. Sprofondato nella sua vagina la sentivo più morbida, più ricettiva di quanto la ricordassi. Mia moglie era ancora più disponibile del solito, mi incitava con ardore. Pareva proprio che la lunga astinenza a cui si era sottoposta ne avesse moltiplicato il desiderio. Dapprima con delicatezza, poi con sempre maggior impeto presi a far scorrere il mio cazzo in quella magnifica fica che con contrazioni e spinte di pelvi di Eugenia mi sconvolgevano il cervello dalle sensazioni. Non riuscii superare le dodici penetrazioni prima di arrendermi a quel mare sconvolgente di passione, e venni. Avvisai Eugenia con un rantolo che non resistevi più e stavo per sborrare. Non sapevo quale era la sua condizione del ciclo e fu con apprensione che avvertii i primi getti di sperma zampillare dal meato del glande. Mia moglie, per tutta risposta mi si avvinghiò ancor più pompandomi con la fica fino a quando l’ultima goccia di sperma non fu uscita dal pene. Poi, una volta recuperato l’energie riprendemmo, Ci rotolammo sul grande letto, mai sazi e mia moglie continuava ad incitarmi salendo una volta lei su di me per poi invertire ancora le parti con me sopra, di fianco, di dietro, pareva che volesse provare tutte le varianti in una sola notte. Mi fece provare posizioni che mai avevamo fatto e cose che mai avrei osato chiederle, ma lì nel caldo buio della notte africana sembrava che avesse perso ogni minima remora, volò via anche l’ultimo tabù, se mai ci fosse stato. Era diventata una selvaggia senza controllo ed io con lei finalmente libero di amarla come nei più arditi sogni erotici trovandola morbida, consenziente e ardente come mai. Quella notte non ci fu angolo, piega,buco del suo corpo che il mio cazzo e la mia lingua non esplorarono. Ogni volta crollavamo esausti, ed allora lei, con amore mi accarezzava il pene per poi scendere a succhiare il glande facendo risorgere l’asta che pareva morta. Anche lei con piccoli baci visitò ogni più piccolo lembo della mia pelle finanche il buco del culo, che mai aveva fatto, ed io riprendevo insaziabile a scavare in quella fica stracolma del mio sperma. Ero esausto, ma sentendo lei ancora disponibile ad un nuovo orgasmo,mi tuffai con la bocca sulla vulva lappando quella ferita bollente e carica di umori. Poi risalii passandole la lingua su tutto il corpo, mi soffermai sull’ombelico, e mi trovai tra le labbra un piccolo piercing, lo presi tra le labbra tirandolo leggermente, poi mi staccai sussurrando:
"Da quando hai messo questo coso sull’ombelico?"
Lei gorgogliò una risatina, e le sue mani che in quel momento mi solleticavano la schiena, salirono alla base del collo per pizzicarmi le orecchie,
"che c’è, non ti piace? E’ stata una mia fantasia."
Le mie labbra s’impadronirono ancora del piccolo monili tirandolo dolcemente mentre la lingua penetrava nella fossetta dell’ombelico, strappandole l’ennesimo singulto di piacere.
"Mi piace moltissimo." Sussurrai ancora.
"Sai, potrei farmene un altro……da un’altra parte un poco più intima….Credi che ti piacerebbe succhiarlo? Baciarlo?" cinguettò misteriosa lei. Non disse dove esattamente l'avrebbe fatto, ma non era difficile capire la posizione. Infatti scesi con la lingua a baciare e a succhiare il posto dove, forse, avrebbe fatto mettere un nuovo piercing. Anche se ammisi con me stesso un certo fastidio che avesse deciso di farlo senza dirmi nulla, ma a quel punto tanto valeva, e poi lo trovavo estremamente sensuale. Continuai a giocare accarezzandolo, tirandolo facendo gemere Eugenia di libidine.
Poi, dopo quanto non saprei, ci addormentammo. Quando mi svegliai ero solo nel letto, mi pareva quasi impossibile che mia moglie fosse stata così meravigliosamente appassionata, ma nello stesso tempo ero felicissimo che le cose tra di noi fossero tornate come prima.
Mi alzai, feci una doccia ed infilatomi i calzoni scesi in spiaggia, avevo inforcato un enorme paio di occhiali da sole per nascondere le profonde occhiaie. Vidi tutto il gruppo che seduti l’uno accanto all’altro sembravano dormire. Mi avvicinai a mia moglie e mi chinai a baciarla, lei rispose appassionatamente al mio bacio attirandomi a se.
"Dormito bene, amore mio?"
"Benissimo, come un angioletto,e tu?" domandai a mia volta
Lei, si stiracchiò, aveva un bel livido sul collo e mi venne da ridere, non mi ricordavo quando glielo avevo fatto ma di certo non era il solo che aveva addosso.
"Divinamente. Una notte indimenticabile amore mio."
"Ti amo,Eugenia e grazie per questa notte meravigliosa."
Le sussurrai mentre mi sedevo al suo fianco.
Lei sorrise, allungò una mano a sfiorarmi la coscia, un gesto così sensuale di possesso assoluto non lo aveva mai fatto, almeno non davanti agli amici, senza aprire gli occhi mormorò:
"Anch’io ti amo Aldo."
"mai più incomprensioni o discussioni sciocche allora?"
Lei fece una risatina divertita.
"Se avremo delle incomprensioni, le potremo sempre risolvere durante la notte, non credi?"
Ero più che d’accordo con lei sotto tutti i punti di vista. Cercai di vedere il piercing all’ombelico, ma lei aveva indossato un pareo rosa che la copriva, così mi limitai a dirle sottovoce
"Volevo dirti di non sognarti minimamente di farti piazzare un altro piercing in quell’altro posto, quello che hai ipotizzato stanotte,capito? Lì ci posso mettere le mani solo io. Chiaro!"
Lei sorrise nuovamente e con voce torbida
"Chissà, chi lo può dire, vedremo!"
Restammo a poltrire prendendo gli ultimi raggi di sole prima della partenza. Apparentemente anche Tonino e Marica pareva avessero avuto una notte brava, almeno dai commenti che si scambiavano ogni tanto, ridendo tra di loro ed io mi sentii in pace, tutto andava bene, mia moglie mi amava come prima. Malindi era meravigliosa gli amici erano allegri, nessuna nube offuscava l’orizzonte.
Poi Eugenia si alzò, si tolse il pareo e disse, rivolta a noi. Stando in piedi con il mare come sfondo, era bellissima e desiderabile più che mai, esibiva i suoi seni sodi ed il ventre piatto nel suo bikini verde.
"Andiamo a fare il bagno?"
Si alzò Marica, andò accanto a mia moglie e si tolse il pareo lasciandolo cadere ai suoi piedi. Rimasi a guardarle, parevano gemelle… più o meno la stessa statura e le stesse curve da venere, lo stesso ventre piatto; unica differenza Eugenia con i capelli neri e Marica bionda, ma soprattutto mi colpì l’altra differenza. Sul ventre di mia moglie non vi era traccia di piercing, mentre su quello di Marica spiccava l’anellino d'oro del piercing. Le due donne ci guardavano e ci sorridevano complici mentre anche Tonino si alzava con il viso sorpreso guardando attonito l’ombelico della moglie. Mentre io in quel momento capivo che quella notte, lui aveva trovato senza . Sempre ridendo le due donne si girarono verso il mare e corsero via ridendo. I loro corpi dorati, le natiche che danzavano nella corsa, le lunghe gambe che falciavano la sabbia.
Io ammiravo quelle lunghe gambe che durante la notte erano state avvinghiate alla mia vita, ufficialmente alla vita di Tonino. Ci guardammo increduli, allucinati, incapaci di capire cosa fosse veramente successo. Io chiusi gli occhi e rividi la mia lunga notte con….Marica! Una notte fatta di trasgressione, di amore sfrenato ed immaginai lo stesso avesse fatto Eugenia con Tonino. La mia confusione era totale, non capivo più nulla. Il ricordo di quelle labbra, di quel corpo che si piegava ad ogni mio desiderio,il ricordo delle sue parole che dicevano di amarmi e che voleva stare con me, di risolvere i nostri problemi in notti infuocate come quella appena trascorsa…. A chi erano riferite, da chi erano state dette, con che carica di sincerità.
Anche Tonino mi pareva sconcertato, stava in silenzio seguendo con lo sguardo le due donne che felici giocavano nell’acqua ed anch’io mentre guardavo Tonino non sapevo cosa dire, cosa fare, cosa pensare.
Poi guardai,anzi guardammo le donne tornare verso di noi sorridendo: Eugenia si avvicinò a me e mi baciò dolcemente sulle labbra
"Tesoro, immagino tu non veda l’ora di tornare a casa vero’ Anch’io, sai. E’ stata una bella vacanza ma niente è meglio della propria casa!"
Marica confermò, abbracciando Tonino che era rimasto rigido e pallido.
"Hai ragione, niente è meglio della propria casa. Ma ci ricorderemo di questa vacanza, credo che abbia fatto bene a tutti…… almeno credo."
Io continuavo a restare senza parole, avevo però capito, anche se pur vagamente che le cose dovevano restare come stavano e che nessuno avrebbe mai accennato a quella notte di follia, e tanto meno allo scambio….. o forse non c’era mai stato nessuno scambio…. Forse mi ero immaginato tutto, anche il piercing.
Tonino fece uno strano verso con la gola e disse, fissando la moglie:
"Ma quel coso lì….te lo puoi togliere?"
Marica rise,divertita:
"Ma naturalmente,tesoro! Quando penso di poterti fare male con il gancetto, lo tolgo."
Marica rise guardandomi intensamente,poi aggiunse:
"Pensa che ne mettono anche in altre parti…… più intime! Molto più intime!"
La guardai a mia volta e dissi gelidamente:
"Quelle parti le posso toccare solo io che sono suo marito!"
Risero tutti, Tonino completamente rinfrancato prese sua moglie sottobraccio e si avviarono verso il loro bungalows, guardai mia moglie che strizzò appena gli occhi.
"Qualcosa non va, caro?"
Sorrisi a mia volta molto divertito, se mia moglie voleva che le cose restassero così, l’avrei accontentata!
"no amore, va tutto bene! Anzi benissimo non vedo l’ora di tornare a casa e ripetere quello che abbiamo fatto la notte scorsa, sei stata grande e mi hai sorpreso, non avrei mai immaginato tu potessi essere così disinibita, così scatenata, così troia. Quasi mi pareva di fare l’amore con un’altra donna. Sì mi sei piaciuta molto."
Lei mi fissò con un lungo sguardo pensoso, poi annuì e si avviò al mio fianco dicendo:
"Bene,allora se vorrai ricominceremo da lì!"
La abbracciai, la strinsi a me e ci avviammo dietro ai nostri amici
"In fondo, credo che mi andrai bene anche senza piercing sull’ombelico!, però vedi di far sparire quel brutto succhiotto dalla tua gola!"
Lei rise, mi passò una mano alla vita e si strusciò a me sensualmente calda, era la mia adorata mogliettina che, non aveva trovato di meglio da fare, per risolvere una situazione di stallo organizzare uno scambio di coppia piuttosto bollente.
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