Qui al mare cercano tutti sesso, ci vuole un cazzo per portarti una in camera, magari una mammina con bimbi in spiaggia col maritino.


C'è fame di cazzo al mare. So quello che dico, ho trentasette anni e da dieci anni ho l'albergo che mi hanno lasciato i miei per aprirne un altro a Senigallia. Non devo far nulla per trombare, mi basta girare a torso nudo con i pantaloncini morbidi sul pacco, qualcuna o qualcuno si fa sempre avanti sorridente. E poi ho la barca, ti danno anche il culo per un giretto in barca.


Ma a volte mi piace scommettere su quelli che sembrano impossibili, come con Luca, un bel ventenne apparentemente etero al 100x100.


Luca aveva preso una doppia quindici giorni, stava con la tipa e la tipa, gli ronzavano attorno tutte le fighette della spiaggia. Passava i pomeriggi in partite di calcio, windsurf e corsi da sub per poi fare sport con la fidanzatina di notte. Una bella coppia, lei magra con le giuste curve ma un po' troppo stile puzza sotto il naso, lui atletico, socievole e pieno d'energie.


Purtroppo una mattina sono dovuto entrare in camera per svegliarlo.


- Mi spiace ragazzo, ma devi scendere subito a spostare la tua macchina. È tua la Golf bianca, no? Dei clienti devono partire e non riescono a uscire dal parcheggio.


Ho atteso senza uscire che si mettesse dei pantaloncini. Un bel cazzo e un corpo niente male, abbronzato e scattante. La sua fidanzatina mi guardava preoccupata col lenzuolo tirato fin sugli occhi. Cazzo si vergognava?, lo sapevo già che trombavano nel mio albergo.


Luca, da vero maschietto testosteronato, invece era felice d'essere stato beccato con la sua figa e le ha dato un bacetto prima di scendere con me. Parlava troppo, si scusava di non averci pensato, ch'erano tornati alle quattro, che c'era stata una festa incredibile in spiaggia... Io l'ho aiutato, con santa pazienza sotto il sole, a spostare l'auto fra le decine incastrate nel parcheggio per far partire i clienti incazzati e gli ho poi mostrato dove infilarla.


- Okay, vieni a bere un succo, poi torni a dormire.


Ma sono entrato nel mio appartamentino al piano terra, non nel bar, e il ragazzo mi ha seguito dopo una piccola indecisione. Troppo facile, speravo in un maschietto più schizzinoso, ma era davvero carino a torso nudo col viso ancora addormentato.


Due parole per metterlo a suo agio mentre si beveva la spremuta in piedi. Di dove siete?, vi piace qua?, hai provato la vela?


Il ragazzo non era ingenuo, era arrossito sotto la bella abbronzatura ed aveva ripreso a parlare a raffica. Si dava le solite arie dei maschietti sicuri di sé ma ha dato un paio di occhiate velocissime al mio pacco: voleva solo un bel cazzo in bocca ed andava aiutato. Gli ho messo una mano in spalla e l'ho tirato fuori davanti a lui. Capiti quel che deve capitare!


Luca ovviamente ha provato a fare il sorpreso, a ribellarsi sdegnato ma me lo stringeva già mano. L'ho costretto ad abbassarsi, doveva sentirsi obbligato, lui queste cose non le faceva mica, era etero certificato, e girava la testa dall'altra parte, ma io gliel'ho bloccata e messo in bocca barzotto.


- Fa' il bravo, sai come si fa, la tua puttanella non te lo ciuccia?


Me l'ha rizzato in due secondi. Il fighetto con gli addominali non aspettava altro che poter ciucciare un bel cazzone e succhiava con passione. È vero, era inesperto ed ingordo, mi ha ferito con i denti ed ha avuto dei conati quando ha cercato di prenderlo tutto, ma alla fine mi ha fatto un vero pompino da puttana. Ci ha dato dentro da cagnetta tenendolo stretto in mano. Mi ha succhiato e leccato i coglioni, l'ha finalmente ingollato fino alle palle senza vomitare e me lo segava succhiando forte da aspirarmi i coglioni. Gli ho schizzato in bocca tenendogli ferma la testa.


S'è rialzato sudato con le lacrime agli occhi. Sorrideva scuotendo la testa, non credeva a quello che aveva appena fatto. Gli ho passato un kleenex.


- Prendi. Pulisciti il viso.


- Grazie. Ma non dirlo in giro.


- Tranquillo. Non è il tuo primo pompino, scommetto.


- No, ma sono anni che non ne facevo. Non sono frocio. 


- E chi cazzo lo pensa? Però sembra che t'è piaciuto.


Luca ha riso ed ha allungato la mano per ritoccarmelo.


- Amico, tu ce l'hai fantastico.


L'ho spinto contro il muro e l'ho baciato di lingua.


- No, fammi andare, non possiamo.


L'avrei trombato a raffica ma io non sono uno che fa casini. L'ho mandato via con una pacca sul culetto.


- Corri! E ricordati di lavarti i denti prima di baciare la tua fighetta. Trombala per me.


 



Non mi ero innamorato di Luca, ma non dovevo pensarci troppo perché mi veniva subito duro. Al pc dell'albergo ho visto che rimaneva ancora dieci giorni e che aveva lasciato il suo numero di cellulare.


Cenavano in una tavolata da sei con i loro amici, tutti col telefonino in mano. Gli ho scritto un messaggio.


- Passa domani mattina quando esci a correre.


Ha sollevato la testa e mi ha guardato sorridente.


- Non posso, corro con gli amici ????


- Quindi?


- Non so.


Lo vedevo nervoso. Dopo tre minuti mi ha riscritto.


- Stasera vanno in paese per negozi. Non ho voglia, dico che mi sono stirato la coscia col windsurf.


Mi sono allontanato dalla sala, m'era diventato duro.


- ??? Non vuoi?


- OK ma mi dai il culo


- ????????????????Ce l'hai troppo grosso 


- Mordi il cuscino allora. Hai un culetto fantastico


- ???? grz.


- È da stupro. Te lo devo rompere


- ???????????????? e poi chi corre domani? ????????????


- Ti sei già stirato col windsurf


 



Ho dovuto aspettare fino alle dieci. La cagnetta s'era agghindata per me: canottiera sulle spalle nude e calzoncini di lycra tesi sulle chiappette tonde. Ha salutato amici e baciato la fidanzatina ed è tornato verso l'albergo. Lo aspettavo steso su un lettino accanto la piscina illuminata, di sera il posto più bello e frequentato dell'albergo. Attorno a me altri clienti. Luca mi è passato vicino grattandosi il torace per sollevare la maglia e mostrarmi i begli addominali.


- Niente shopping stasera?


- No, mi sono preso uno stiramento, sto un po' a riposo in camera.


Il culetto glielo fissavamo in quattro: io e tre quarantenni con la figa affamata. Chiacchierai un poco per distrarle e le salutai per andare verso il mio appartamento.


 



Mi aspettava fuori, al buio di un angolo. 


Mi s'incollò di culo contro il pacco e testa girata per cercarmi la lingua. Quella cagna si sarebbe fatta inculare all'aperto. Lo palpai a dovere cercandogli il cazzotto: è deprimente incularti uno col cazzettino, tutt'altra cosa fotterti un vero maschio cazzuto e poi se ha anche un culetto liscio come Luca...


Aprii e lo spinsi in casa. La camera era troppo lontana, lo piegai sullo schienale del divano, gli abbassai i calzoncini, spinsi due dita unte per allargargli l'ano e per farlo squittire da troia e gli puntai il mio cazzone carico.


- No, metti un preservativo.


- Okay, ma poi non vengo.


- Scusa.


Si rigirò per farsi perdonare con una succhiata di gola e sbavandomelo da cagnetta. Attese che me lo rivestissi e me lo ungessi per bene e si rimise in posizione da monta perfetta, culo alto e bacino inarcato.


Ero incazzato; avere davanti un culetto così e dover usare il condom! Gli tappai la bocca con una mano e glielo ficcai con una sola spinta fino alle palle. Whoww. La troia piangeva implorando: gli girai la testa indietro e lo limonai leccandogli il viso.


- Fa' piano ti prego.


- Tu non mi freghi, sei un rottoinculo.


- Piano, è grosso, fa male.


- Da quant'è che non lo prendi in culo?


- Due mesi... ma il tuo è da cavallo.


Quel frocio voleva farmi proprio incazzare, per un attimo avevo sperato di averlo sverginato io. Gli cercai il cazzo e glielo segai mentre lo tenevo arpionato col mio, spinto fino allo stomaco. Cominciò a gemere; spostava le braccia indietro per premermi i glutei, si slogava il collo per baciarmi, cercava di pomparmi di culo. Io lo segai alla dannata fino a farlo schizzare a due metri; ad ogni schizzata il suo culo gli si chiudeva sul mio cazzo facendolo gridare. L'ultima sborrata mi colò sulla mano che gli feci leccare.


Era uno straccio senza forze, più sudato che dopo le partite di beach volley.


Presi a picconare e non mentivo, col condom non vengo. Dopo cinque minuti lo spostai sul letto tenendolo impalato, per dieci lo scopai alla missionaria lingua in bocca e gambe sulle mie spalle, e poi a cucchiaio segandolo ancora da farlo schiantare, ed a martello nel culo che tentava di tener sollevato, e. poi saltandogli sul culo lui spalmato sul materasso. Ad ogni cambio di posizione me lo ungevo e mi ci rituffavo prima che si chiudesse il buchetto. Sudavo più di lui, dai capelli mi cadevano goccioloni di sudore sulla sua schiena.


Era schiena sul materasso e gambe che mi cingevano in vita.


- Basta, vieni ti prego... toglilo.


Me lo levai a fatica facendo respirare il cazzo dolorante. L'abbracciai al collo e lo pompai da amante, facendolo godere più di prima e finalmente ingravidai il mio boy mandandolo in paradiso.


 



Il giorno dopo li beccai a colazione. S'era preso omelette con bacon. Evitava di guardare nella mia direzione ma mi arrivò un suo messaggio.


- Bn giorno! 


-Ciao bello. Come stai?


- Indovina ????


- Beh cammini ancora.


- ???????????????????? Stronzo


- Hai voglia?


- Non posso cazzo!!! Lo sai.


- Alle tre, ti aspetto


- Come faccioooo??? ????????


- Solo un pompino. Quando dorme


- Okok


 



Era davvero un casino organizzare, ma quel frocetto non lo teneva nessuno, correva da me alla prima occasione. In tre giorni gliel'avrò ficcato almeno una decina volte, ma sempre di corsa, due o tre botte e via, magari tra i cespugli o nel capanno in spiaggia. L'unica vera scopata è cominciata in ascensore e finita sul tetto dell'albergo fra gli asciugamani stesi. Ci salvavamo coi pompini del pomeriggio, l'ora del sonnellino in albergo, ed io mi sono concesso un paio di gustose ciucciate di un signor cazzo.


Una sera però venne a sedersi al mio tavolino.


- Domani partono i nostri amici... Noi avremmo ancora una settimana ma Giorgia vuole che partiamo anche noi.


- Perché!?


- Non le piace qui. Vuole andare a Pinzolo, in Trentino, i suoi hanno una casa... Insomma, vuole rompere i coglioni!


- Okay, robe vostre, io non voglio sapere se non vuoi dirmi.


Il ragazzo sorrise ammiccando.


- Sono uno stronzo, è tutta colpa mia... ho lasciato che sclerasse da sola. La verità è che non abbiamo mai funzionato ed io mi sono stufato di correre dietro alle sue paranoie. Basta, finito tutto!


- Beh mi spiace, ma è meglio accorgersene in tempo. Quindi domani ve ne andate?


- Non so, che ne dici se invece resto? Lei può partire con gli amici...


- Che questa volta rimani davvero incinta.

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Categorie: Gay e Bisex