Mi chiamo Roy e ho 23 anni. Sono un gran bel ragazzo con capelli mori, occhi celesti, barbetta ben curata, fisico atletico distribuito su un 1,82 per 78 kg. Faccio il Sous Chef in uno dei ristoranti più famosi e rinomati di tutta la città, ho lavorato un po’ da per tutto da quando ho lasciato la scuola a 17 anni…Italia, Francia, India, Thailandia, Cina, Giappone…si…un vero giramondo, ma ho appreso tanto. Sono ritornato a casa giusto quest’anno per stare vicino alla mia famiglia. Il mio curriculum invidiabile mi ha fatto ottenere decine di offerte di lavoro, ma quando mi è arrivata l’offerta del Mc Manus non ho avuto dubbi.


Era il locale più famoso e raffinato di Glasgow, era li che mi ero innamorato della cucina quando ero solo un ragazzino…avrei sempre voluto lavorare li.


Ci misi poche settimane a scalare le gerarchie, la mia esperienza in cucine di paesi diversi e brigate da galera, rendevano quell’esperienza al Mc Manus quasi rilassante…anche se la Chef era quasi sempre scorbutica e capricciosa. Alba McManus, figlia dello grande Chef McManus morto solo qualche anno prima…lei era ora la Chef del ristorante, una cuoca eccezionale e puntigliosa…ma allo stesso tempo, una zitella inacidita con la luna storta che aveva appena imboccato il viale dei 30. Da canto mio ero sempre stato uno che si faceva voler bene…affabile, chiacchierone e divertente, tanto scapestrato quanto cuoco geniale.


Tempo un mese ed ero amato e benvoluto da tutto lo staff e i clienti stessi che spesso mi invitavano al loro tavolo dopo il turno. Anche la signora McManus aveva un debole per me, moglie del compianto Chef, era una bella donna di 53 anni piuttosto in forma e di bel aspetto, capelli rossi arricciolati e un fisico mantenuto in linea dalla palestra…a dirla tutta una bella panterona. L’unica che non impressionavo era lei…Alba. La mia Chef, sempre musona e acida.  


Passò un altro mese, il Sous Chef di Alba rassegnò le dimissioni per andare a gestire la cucina di un ristorante a Singapore, fu un colpo piuttosto duro per lei, Vicky, il suo nome, era stata la Sous Chef anche di suo padre ed era per lei una sorta di mentore.


Alba volle parlarmi il giorno seguente, era prima del servizio e credo per la prima di averla vista in borghese. Era senza dubbio una bella donna, cosa che traspariva solo in parte quando era vestita in divisa, quella mattina indossava una gonna che le arrivava fino quasi al ginocchio, ma nonostante questo le metteva in risalto le gambe lunghe. Era molto magra, ma le curve nei posti giusti…un bel culetto, un addome dalle spiccate forme femminili, un seno sodo anche se non molto grande, probabilmente una seconda…ma soprattutto quel viso, che senza toque e con quel leggero trucco che portava fuori servizio, le metteva in risalto i bellissimi occhi verdi contornati dalle lunghissime ciglia. Aveva il mento un po’ spigoloso e labbra sottili…ma era lo sguardo a farmi impazzire, quello sguardo non diverso dal solito, ma che il trucco le risaltava: attento, penetrante…suadente. Infine i capelli rossi. Lunghissimi che arrivavano fino al sedere, solitamente raccolti diligentemente sotto la toque. La trovavo estremamente seducente, anche se certamente non era quello il sul obbiettivo…tanto che indossava una maglietta da calcio dei Celtic.


Senza giri di parole mi chiese di diventare il Sous Chef del McManus. Sorrisi, era un traguardo al quale ambivo fino da ragazzo, ma dalla mia bocca uscii un’altra affermazione “NO”. Alba aggrottò il sopracciglio indispettita “no?”. Sorrisi “solo se usciamo insieme qualche volta” esclamai. Sul suo volto di dipinse uno sguardo sorpreso…come se per lei quella fosse una situazione nuova…o forse semplicemente non si aspettava tanta “arroganza” da parte di un suo sottoposto. “Si o no” esclamò Alba dopo una decina di secondi di silenzio, era chiaro non avrebbe risposto alla mia proposta, allargai le braccia “certo chef, non ho mai visto un cuoco bravo te…sarà un piacere” risposi. Ero felice, ma anche un po’ deluso, Alba aveva palesemente ignorato la mia proposta, forse per lei ero troppo giovane, magari sentiva in imbarazzo ad uscire con me?


La brigata di cucina accolse favorevolmente la mia promozione e l’impatto morale fu immediato, l’ambiente era più disteso, fraterno e propositivo. Il mio carattere guascone e scapestrato aveva ravvivato tutto lo staff, non solo, Alba ora sembrava più creativa e meno pressante, le stavo dando molta più libertà di quanto avesse prima, e sembrava fidarsi molto di me, ma cercavo di ottenere la sua fiducia anche oltre la sfera lavorativa, inutilmente, non si apriva.


Passò qualche altra settimana, forse un mese, chiesi a Alba di uscire per forse la sesta volta, ma ancora una volta glissò, quel giorno eravamo rimasti solo noi in cucina, e stavamo discutendo il menù per il fine settimana. “Io vado Alba, chiudi te?” esclamò la signora McManus entrando in cucina seguita da un uomo sui 50 che salutò Alba quasi impacciatamente, la figlia fece cenno affermativo con la testa e la madre si congedò, dopo aver rivolto anche a me un caloroso saluto.


“Quello era il signor Fowler? Esce con tua madre?” esclamai sorpreso, lei rise “già, mentre io a 30 anni mi devo ancora masturbare come se fossi una 14enne…” mi rispose Alba di getto, morsicandosi le labbra e arrossendo subito dopo e distogliendo lo sguardo, era chiaro stesse pensando ad alta voce. “Ti aiuterei molto volentieri a farlo” esclamai mordendomi a mia volta le labbra, un conto era chiederle di uscire, un conto era una proposta così esplicita…Alba era la mia superiore e anche il mio capo, ed era piuttosto istintiva e focosa…se mi fosse andata bene mi avrebbe tirato dietro tutte le pentole, se mi fosse andata male oltre a licenziarmi mi avrebbe probabilmente castrato e fatto coi miei “arnesi” il brodo.


Lei mi fulminò con lo sguardo, risi nervoso e abbassai gli occhi. “Maiale -Fu tutto quello che disse, prima di riprendere il menu- fois gras con nespole e caviale?”. Balbettai “S-Si”. “Ottimo, andiamo in dispensa a fare la lista di quello che manca e poi possiamo andare…maiale” esclamò Alba sfilandomi accanto sogghignando.


La seguii restando qualche passo indietro e una volta in dispensa facemmo velocemente l’inventario. Una volta finito lei, esausta, si tolse la toque liberando i capelli rossi lungo la schiena, dandomi le spalle. Ancora una volta agii di impulso e le afferrai dolcemente delle ciocche, “hai dei capelli bellissimi…come tutto il resto d’altronde. Sei una ragazza bellissima…e la Chef migliore che abbia mai visto” esclamai ammaliato chiudendo gli occhi e portando la ciocca sotto il naso per annusarla. “CRUCIOOO!” impallidì ritornando alla realtà, la chef con un’espressione sbigottita mi puntava contro una bacchetta di liquirizia. Mi sbigottii anch’io, non capivo, “ho letto su un manga una volta che se una donna arriva vergine a 30 anni, acquisisce i poteri di una strega…forse era un hentai a dire il vero, non ricordo bene” ribatté lei tra il divertito e l’imbarazzato dandomi un colpetto con la punta della liquirizia. Ridacchiai e dopo averle abbassato la bacchetta di liquirizia mi avvicinai al suo volto andandole a baciare la guancia. “Sei adorabile. Usciamo insieme allora?” le riproposi per l’ennesima volta. La chef non rispose, ma si morse il labbro, non so se era stato quel bacetto sulla guancia, il contratto fisico, io che le annusavo i capelli o tutto l’insieme di cose, ma la vidi piuttosto eccitata. “Ok…vado a casa, scusa se ho fatto il maiale” esclamai cercando di uscire dalla dispensa, ma Alba mi afferrò il braccio dandomi a sua volta un bacio sulla guancia, allontanandomi da me subito dopo, raggiunse il tavolo della dispensa poco distante e si piegò a 90° su di esso.


Si abbassò i pantaloni sale e pepe e poi timidamente le mutandine, allargando poi le gambe, sventolandomi in faccia il suo meraviglioso culetto con la figa completamente depilata sotto di esso. Piegata sul tavolo mi rivolgeva uno sguardo voglioso portandosi la mano sulla figa allargandola con due dita.


Mi avvicinai estraendo il mio pene completamente eretto e desideroso di deflorare la figa della Chef, posizionai il glande sulle labbra della vagina e dolcemente lo lasciai scivolare al suo interno. Alba gemette all’istante e io con delicatezza iniziai a montarla. “Ti sei appena preso la mia verginità…quella di una zitella 30enne giovanotto, non sono patetica” esclamò lei tra un gemito e l’altro. Io da dietro intanto la penetravo afferrandola per i lunghissimi capelli rossi. Quei bellissimi capelli rosso fuoco tra le dita e quello sguardo tagliente con i suoi occhi verdi che di tanto in tanto si voltavano a guardarmi, rivolgendomi smorfie di piacere. Situazione impagabile.


 Cambiammo posizione, e quando tolsi il mio arnese delle gocce di sangue sgorgarono dalla figa di Alba, lei si sedette sul bordo del tavolo, e dopo essere arrossita ed essersi assicurata di non avere ancora sangue, allargò nuovamente le gambe, permettendomi così di penetrarla da davanti. Infilai il mio pene nella vulve e con delicatezza ricominciai a muovermi dentro di lei. Eravamo fronte contro fronte mentre Alba ansimava chiedendomi più vigore, con più decisione iniziai a pomparla più profondamente, la Chef gemeva come una cagna e all’ennesimo gemito le infilai la lingua in bocca, baciandola finalmente come avrei già voluto fare da qualche tempo. Lei ricambio l’azione limonandomi a mia volta mentre con le mani le scoprivo il seno, rivelando il suo seno sodo con capezzoli durissimi che non aspettavano altro di essere strizzati, quando lo feci Alba si lasciò andare all’esimo gemito che questa volta si tradusse in orgasmo, il mio pene ancora in azione nella sua figa fu inondato da una cascata di umori, sensazione talmente appagante che fece venire anche me. Riversai tutta la mia sborra nell’utero della chef ansimando. Dopo aver controllato sotto ed aver estratto il mio arnese, constatando che dalla vagina di Alba sgorgava solo la mia sborra e non più del sangue, tentai nuovamente di metterle la lingua in bocca, ma ricevetti un buffetto, “non avevi il permesso di venire dentro Sous Chef…per rimediare stasera dovrai portarmi fuori…e dovrai procurati dei preservativi” esclamò lei infilandosi due dita nella figa raccogliendo il mio seme e portandoselo alla bocca soddisfatta.


Da quel giorno di 4 mesi fa io e la Chef usciamo insieme e facciamo sesso quasi ogni giorno, e nelle ultime settimane pretende che mi prenda le mie responsabilità, in quanto l’ho deflorata e continuo a montarla, vuole la sposi il prima possibile…io ho sempre fatto il vago, più che altro per irritarla e indispettirla, adoro quando fa la tsundere…ma onestamente non vedo l’ora di metterle un anello al dito.

Visualizzazioni: 10 085 Aggiunto: 2 anni fa Utente: