Avevo ventidue anni ed avevo colto un'opportunità di lavoro in una città lontana dal mio paesello d'origine, il problema era che data la distanza dovevo trovare una sistemazione per alloggiare e cominciai così a consultare vari annunci di affitti.
I prezzi erano alle stelle così iniziai a spulciare quegli annunci di gente che cercava un coinquilino per dividere le spese, me trovai uno che sembrava interessante sia per la locazione geografica, relativamente vicina al mio posto di lavoro, che per il prezzo e le condizioni offerte. Telefonai quindi al numero indicato e mi rispose Giovanni, parlammo un po' dell'appartamento e delle mie aspettative e decidemmo quindi di incontrarci affinché potessi prendere visione dell'alloggio.


Mi presentai all'indirizzo che mi aveva dato all'orario prestabilito, suonai il campanello e mi aprì un bell'uomo sui quarant'anni, alto circa un metro e novanta, spalle larghe e ben curato; "Piacere, io sono Giovanni" mi disse porgendomi la mano.
"Piacere mio, io sono Gabri" gli risposi condividendo la stretta di mano.
Giovanni mi invitò ad entrare, parlammo un po' del più e del meno mentre mi mostrava l'appartamento e quella che sarebbe stata la mia stanza, nel frattempo mi raccontò di trovarsi anch'egli in città per lavoro, mi raccontò di essere un medico e di non essersi sistemato in un appartamento tutto suo perché stava cercando di ottenere un posto cui ambiva ma che era in un'altra città, e che quindi preferiva fare qualche sacrificio per mettere via un po' di soldi in modo da "partire alla grande" una volta che si sarebbe sistemato professionalmente.


L'appartamento mi piaceva, la stanza pure e Giovanni mi sembrava una persona perbene e piacevole, così ci accordammo per la convivenza e l'indomani portai li le mie cose e mi stabilii nel mio nuovo alloggio.


Io e Giovanni andavamo abbastanza d'accordo, ognuno rispettava gli spazi dell'altro e qualche volta passavamo un po' di tempo assieme in salotto, guardando la TV, qualche volta eravamo anche usciti per passare una serata al pub, insomma io e lui stavamo diventando buoni amici oltre che coinquilini e si sa, ma mano che l'amicizia cresce aumenta la confidenza, così spesso ci ritrovavamo a parlare di figa e a raccontarci le nostre avventure, ovviamente "ricamandoci sopra".


Giovanni non sapeva che io adoravo masturbarmi penetrandomi con oggetti e quando mi sentii abbastanza sicuro della mia privacy mi procurai un bel cazzo a ventosa ed un cuneo anale coi quali divertirmi nelle sere in cui lui faceva il turno di notte e io, ritrovandomi in casa da solo, potevo starmene nudo per tutte le stanze e guardare porno seduto sul divano collegando il portatile alla TV.


Devo precisare che nonostante mi autopenetrassi da parecchio tempo e si, insomma, il mio culo lo conoscevo bene, non ero mai stato con un uomo, anzi l'idea non mi attirava affatto, o almeno cercavo di convincermi che fosse così.


Una sera Giovanni uscì per fare il turno di notte e io, subito dopo che ebbe chiuso dietro di se l'uscio, mi spogliai di fretta, presi il gel lubrificante, mi infilai senza troppi complimenti il plug nel culo e andai  sedermi sul divano per guardare un bel porno trans. Il film che avevo scelto mostrava una ladyboy tailandese che, per prostituirsi, entrava in una stanza con il suo cliente e dopo un lungo pompino lui, offrendole un compenso extra, le chiedeva il culo. Lei era riluttante perché lui ce l'aveva davvero grande però l'idea di guadagnare quei soldi la spinse ad accettare, si sdraiò sul letto a pancia in giù e lui le montò sopra, guidò il suo arnese fra le natiche della povera ladyboy e quando lo ebbe appoggiato al suo ano cominciò a spingere per tentare di entrare. Ad ogni tentativo di sfondamento lei gemeva e gli chiedeva di fermarsi, lui cercava di rispettare i suoi tempi e di tanto in tanto si alzava da sopra di lei per allargarle le natiche e insalivarle il buchetto nel tentativo di lubrificarla.


Guardando quella scena iniziai a sculettare sul divano in modo che il cuneo che avevo dentro si muovesse e mi stimolasse, nel frattempo mi resi conto che guardando quella scena mi eccitava di più pensare di ritrovarmi al posto di lei piuttosto che al posto di lui. D'un tratto sentii la porta di casa aprirsi e mi resi conto che Giovanni era tornato, avrei voluto il tempo di spegnere la TV e scappare in camera prima che mi vedesse ma non lo ebbi, Giovani mi guardò con un'espressione non troppo meravigliata e senza far menzione al fatto che ero nudo mi disse: "Avevo sbagliato a leggere i turni, non è stasera che avevo la notte" poi subito dopo volse lo sguardo verso la televisione ed esclamò: "wow! anche a te piacciono i porno con le trans? Li adoro anch'io"!
Lasciandomi di stucco si sedette a fianco a me sul divano e mi chiese se mi andava di guardarlo assieme, sapeva benissimo che in quella situazione non potevo certo dirgli di no, così mi ritrovai nudo, seduto sul divano a fianco al mio coinquilino guardando un porno trans senza potermi alzare perché altrimenti si sarebbe accorto che avevo pure il cuneo nel culo, che imbarazzo!


Dopo pochi minuti Giovanni iniziò a commentare la scena della penetrazione dolorosa ed iniziò a chiedermi se mi sarebbe piaciuto scoparmi quella Ladyboy.
"E a te"? gli risposi senza soddisfare la sua curiosità.
"Io si, me la scoperei molto volentieri, adoro il culo"! disse, "anche se..."
"Se"? gli chiesi io;
"Anche se preferirei farmi un ragazzo".


"Quella frase cadde nella stanza come una grossa stalattite di ghiaccio che dal soffitto si frantuma sul pavimento, lo guardai rimanendo a bocca aperta senza dire nulla e lui, quasi ridendo del mio stupore, mi passò un braccio attorno al collo e mi chiese con una naturalezza quasi disarmante: "perché quell'espressione sorpresa? Tu non te lo faresti un bel culo maschile?"


Rimasi un attimo in silenzio poi gli risposi: "ma dai Giovanni! Che discorsi fai? E' imbarazzante"!


"Scusa eh" disse lui, "ti ho beccato nudo sul divano a guardare un porno trans e ti imbarazza parlare di queste cose"?


"Ma no, è che..." borbottai io subito interrotto nuovamente da lui che si alzò in piedi dicendo: "guarda cosa faccio per metterti a tuo agio, mi spoglio anch'io così siamo pari" e subito si denudò completamente e si sedette nuovamente a fianco a me.
Il mio sguardo non poté non indugiare per un po' sul suo meraviglioso cazzo, aveva un'asta bella grande con sotto due palle ad essa ben proporzionate e appena fu nuovamente seduto a fianco a me mi chiese: "va meglio"?


"Forse si" gli risposi.


"Visto? Non c'è nulla di male se due amici si guardano un porno assieme, e chi afferma il contrario è solo un ipocrita"!


"Sai che ti dico? Hai ragione"!


Continuammo a guardare il porno  commentando le varie situazioni, nel frattempo la ladyboy era riuscita a ricevere il membro del suo cliente nell'ano e lui, fra i gemiti e i lamenti di lei, si muoveva su e giù godendosi la scopata per la quale aveva pagato. Infine venne il momento in cui lui stava per raggiungere l'orgasmo, lei se ne rese conto e gli chiese di venire fuori ma lui le offrì degli altri soldi e la convinse a lasciarsi riempire; dopo qualche inquadratura della faccia di lui godurioso, di lei sofferente e del pavimento pelvico di lui che si contraeva schizzando nell'intestino di lei, il film si concluse con un primo piano sull'ano di lei che lasciava uscire il clistere di sperma che l'aveva riempita.


"Quanto invidio quel tizio"! disse Giovanni afferrando il mio portatile e mettendosi alla ricerca di un nuovo porno da guardare.


"Tu non lo invidi"? mi chiese con il chiaro intento di mettermi in imbarazzo. Io non gli risposi allora lui continuò: "Dimmi la verità, tu invidi lei, vero"?


"Ma cosa dici"?! Esclamai cercando di assumere un'espressione scandalizzata.


"Non ci sarebbe nulla di male" rispose lui con la solita naturalezza disarmante, "anzi non pensi che sarebbe una bellissima combinazione? Saremmo coinquilini con benefici,  me piace metterlo, a te prenderlo, sai che scopate fra amici che ci potremmo fare"?


"Ci stai provando con me"? gli chiesi a quel punto.


"Ma dai"? rispose lui con tono sarcastico.


"non so cosa dire" gli risposi.


"Di di si"! rispose lui.


"Tutto questo è paradossale" dissi io


"Quante storie! Se ti desse così fastidio ti saresti già alzato e te ne saresti andato nella tua stanza".


Lui non sapeva ché non mi ero ancora alzato perché avevo il cuneo nel culo e se mi fossi alzato l'avrebbe visto, solo che ormai cominciava a darmi fastidio e sentivo il bisogno di toglierlo.


"Non lo so, gli dissi, non sono mai stato con un uomo e non ho mai nemmeno preso in considerazione seriamente la cosa" gli risposi.


A quel punto lui si alzò dal divano e mi disse: "ok, non voglio forzarti, vado a dormire, scusa se ho esagerato, non volevo metterti a disagio, almeno sai come la penso, buona notte".


"Buona notte" risposi, e appena Giovanni chiuse dietro di se la porta della sua stanza io mi alzai e corsi nella mi, mi tolsi dal culo il cuneo che avevo tenuto dentro così a lungo che quando tirai per estrarlo, in un primo momento, sembrava persino che si fosse incollato alla mia carne.


Mi misi sotto le lenzuola, cercai di addormentarmi ma non riuscivo a non fantasticare sull'idea di essere sodomizzato da Giovanni, mi afferrai il cazzo e cominciai a menarmelo immaginando lui che mi scopava il culo finché venni, raccolsi con la mano tutto lo sperma che avevo eiaculato e lo bevvi. Non lo avevo mai fatto prima ma lo assaporai pensando che potesse essere la sua.
Finito di assaporare il frutto del mio piacere mi rannicchiai su un fianco cercando di prendere sonno, mentre pian piano prendevo coscienza del fatto che l'idea di andare con un uomo mi eccitava e, soprattutto, se mi fosse capitata l'occasione di farmi deflorare non mi sarebbe dispiaciuto che il fortunato fosse Giovanni.


Venne mattina, suonò la sveglia e la prima cosa a cui pensai fu il cazzo di Giovanni, poi sapete come si dice: "la notte porta consiglio" e io avevo maturato l'idea di "valutare più attentamente la sua proposta", così mi alzai e ancora nudo me ne andai in cucina per fare colazione, Giovanni era già li, lui era in mutande e quando mi vide nudo iniziò a fare battutine e ad insinuare che volevo provocarlo (in effetti aveva ragione, lui l'aveva capito, io ancora no).
Finii la colazione, andai a farmi una doccia, mi vestii e andai di corsa al lavoro; la giornata passò con mille pensieri che mi frullavano nella testa, all'idea di piacere ad un uomo ero eccitato ma anche confuso e, soprattutto, non sapevo come avrei affrontato la serata in compagnia del mio coinquilino.


Arrivò l'ora di rincasare, Giovanni era già li e quando entrai mi salutò come se nulla ci fossimo detti la sera e la mattina prima, mettemmo in tavola la cena e quando fummo seduti uno di fronte all'altro calò un silenzio imbarazzante che dopo una decina di minuti il mio coinquilino ruppe dicendo:
"Ho esagerato ieri sera, vero"?


"Forse, ma ci ho pensato molto e sono contento che tu l'abbia fatto" gli risposi.


"Perché"? chiese lui.


"Perché mi hai aperto gli occhi e mi hai fatto capire che devo smetterla di reprimere certi pensieri, confesso che ieri sera, guardando il film, avevi ragione a dire che invidiavo lei, ma davvero ti piaccio"?


"Certo che mi piaci, mi sei piaciuto subito, da quando ti ho guardato il culo seguendoti per casa il giorno in cui sei venuto a vedere l'appartamento".


"Anche tu mi hai fatto un certo effetto, ma non sapevo ancora cosa fosse" gli risposi.


"Quindi adesso cosa succede"? chiese lui.


"Non lo so, io non sono mai stato con un uomo, sei tu l'esperto, io sono la verginella" gli risposi.


"No aspetta, non hai capito, anch'io non sono mai stato con un uomo, ho solo detto che mi piacerebbe".


"Quindi nessuno di noi due ha esperienza, come facciamo"?


"Beh, come funziona lo sappiamo, non deve essere difficile, andiamo in camera mia, ci mettiamo a letto e vediamo cosa succede".


"Andiamo, prima che ci ripensi"! esclamai alzandomi in piedi e dirigendomi verso la sua stanza, lui mi seguì e appena dentro ci spogliammo, quando fummo nudi uno davanti all'altro inizialmente non sapevamo cosa fare poi lui si avvicinò a me, mi abbracciò e con le mani scese lungo la mia schiena fino ad afferrarmi le natiche, a quel punto io ricambiai e dopo averlo abbracciato lo baciai mettendoci la lingua.


"Addirittura i baci"? disse lui.


"Vuoi il mio culo e in cambio non vuoi darmi nemmeno un po' di coccole"? gli risposi sorridendo.


"Hai ragione" rispose, poi fu lui a baciarmi di nuovo e senza rendercene conto ci ritrovammo sul letto, rotolammo un po' limonando finché io non fui a pancia in giù con lui sopra di me, con il suo cazzo che premeva contro le mie natiche mentre mi riempiva di baci sulle spalle e sulla schiena.


"Non è necessario arrivare fino in fondo questa sera, se non te la senti, quando pensi che sia troppo, me lo dici e ci fermiamo" mi disse per rassicurarmi.


"Non preoccuparti, voglio essere come la trans del film di ieri sera" gli risposi.


"Ma se non l'hai mai preso ti farà male, non voglio che resti disgustato, preferisco che ci prendiamo il tempo per fare in modo che ti piaccia".


"Devo confessarti una cosa" gli dissi a quel punto, "il mio culetto non è proprio vergine".


"Sei già stato con un uomo"? mi chiese lui.


"No, quello mai"  risposi.


"Non capisco" mi disse perplesso.


A quel punto lo disarcionai da sopra di me, mi alzai in piedi e lo invitai a seguirmi in camera mia, una volta li aprii il cassetto del mio comodino e gli mostrai il mio cazzo a ventosa e il cuneo che vi tenevo nascosti, afferrai il plug e gli dissi: "questo lo avevo dentro anche ieri sera mentre eravamo sul divano, per quello non mi sono alzato finché non te ne sei andato in camera, in realtà pratico l'autopenetrazione da molto quindi tecnicamente non sono vergine, magari tu volevi un culetto stretto da deflorare".


"Io voglio il tuo culo, la tua bocca, il tuo corpo, te, non mi interessa che sia stretto, voglio infilare il mio cazzo fra le tue chiappe ed esplodere dentro di te"!


"Mi hai convinto"! gli risposi con tono scherzoso, poi salii carponi sul mio letto e mostrandogli il culo gli dissi "fammi tua"!


Cominciò a strofinarmi la cappella contro il buco e a parlare di come di li a poco mi avrebbe penetrato, nel frattempo mi faceva i complimenti per il mio "fiorellino" (lo chiamava così) io ero sempre più eccitato ed inarcavo la schiena all'indietro per fargli capire che volevo che mi penetrasse, lui però sembrava non decidersi così gli dissi: "nel cassetto assieme ai miei giocattoli c'è anche una bottiglietta di gel lubrificante, penso che sia ora di preparare la strada al tuo cazzo".


"Sicuro che te la senti? Se vuoi puoi farmi un pompino, mi accontento".


"Sono io che non mi sento pronto a farti un pompino, ormai sono qua e qualcosa ti devo dare, quindi vada per il culo, fammi tua"!


Giovanni prese il gel e cominciò a spalmarmelo sul buchetto, poi si lubrificò il cazzo, appoggiò il glande e spinse entrando un pochino, io ebbi una fitta e gli chiesi di fermarsi un attimo, lui mi accontentò, fece passare qualche secondo poi mi chiese se me la sentivo di riprovare, gli dissi di si ma appena spinse scappai nuovamente in avanti.


A quel punto mi venne l'idea di chiedergli di stendersi a pancia in su, gli salii a cavalcioni, afferrai il suo cazzo passandomi la mano dietro la schiena e me lo puntai contro quello che lui chiamava "il mio fiorellino", poi lentamente mi lasciai cadere dolcemente impalandomici sopra come ero solito fare col mio cazzo a ventosa.
Quando fui completamente seduto sul suo bacino e quindi col suo cazzo tutto dentro iniziai ad ancheggiare e a muovermi su e giù, lui mi afferrò le natiche con le mani e mentre io mi muovevo impalato dalla sua asta anche lui prese a muovere i fianchi sotto di me.


"Come va"? mi chiese sussurrando e sorridendomi.


"Bene, ma voglio cambiare posizione, voglio stare sotto di te, sentirmi tua".


Così mi sfilai da sopra il suo cazzo, mi distesi a pancia in giù e lui salì sopra di me, mi infilò nuovamente dentro il cazzo con un paio di colpi decisi, che io seppi incassare ed apprezzare allo stesso tempo, poi iniziò a muoversi dentro di me da prima lentamente poi sempre con più frenesia, finché lo sentii esplodermi dentro riempiendomi del suo sperma caldo.


Dopo poco che ebbe raggiunto l'orgasmo dentro di me il suo cazzo si sgonfiò, rotolammo su un fianco e lui, abbracciandomi da dietro, mi afferrò il cazzo e me lo menò fino a far venire anche me.


"Posso dormire qua con te stasera"? mi chiese.


"No" risposi secco, anzi voglio che tu te ne vada subito, ho bisogno di stare solo adesso".


"Ho fatto qualcosa di sbagliato"? mi chiese lui con gentilezza.


"No, solo che adesso ho bisogno di stare solo, farmi una doccia e dormirci sopra, non ti offendere".


Lui rispettò la mia volontà ed io mi misi sotto la doccia, mentre mi lavavo provavo una strana sensazione di sporco, mi sentivo come se avessi appena fatto la cosa più brutta e sbagliata del mondo, trassi la conclusione non l'avrei mai più rifatto e mi promisi che l'indomani gli avrei detto che non sarebbe mai più successo.


Andai a dormire e l'indomani, quando mi svegliai, uscii dalla mia stanza deciso a dirgli che ciò che avevamo fatto era stato un errore e non sarebbe più dovuto succedere, arrivai in cucina e lui era già li, nudo con il suo magnifico cazzo che gli penzolava fra le gambe, mi salutò affettuosamente e mi chiese come mi sentissi, senza rispondere mi avviai verso il frigo, tirai fuori il panetto del burro, glielo mostrai, mi piegai in avanti sulla tavola e gli dissi: "sai già cosa devi fare"!


 

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Categorie: Gay e Bisex