Capitolo 25 - Clamorosa chiavata nel camper.
Mattino. Alla cassa del supermercato notai un uomo sulla sessantina tatuato, con lunghi capelli brizzolati legati a coda di cavallo, barba incolta, aria un po' trasandata e maglietta e pantaloncini. Mi ritrovai a pensare che era proprio il tipo di maschio che mi eccita tanto, dall’apparenza “porca”, gran chiavatore e sfonda fighe. Subito mi ritrovai immersa nei miei inconfessabili pensieri, provai immediatamente una gran voglia di scopare con lui, lo guardavo e ad un certo punto i nostri sguardi si incrociarono.
Finì di pagare e giunse il mio turno e, mentre lui imbustava la sua spesa, scambiammo qualche battuta sul tempo, sul caro prezzi e così via. Fu così che, volendo aiutarmi a portare le mie buste, ci incamminammo insieme verso l’uscita del supermercato. Ci fermammo nel parcheggio adiacente e ci presentammo. Lui si chiamava Giovanni, 58 anni, scapolo e appassionato camperista. Mi disse di avere il camper parcheggiato poco vicino e che usava la bici per venire in centro. Mi invitò ad andare con lui ed io, già eccitatissima, immediatamente accettai. Presi a seguirlo con la mia auto fino a che arrivammo, in pochi minuti, a destinazione.
Inutile dire che avevo voglia di farmi scopare da Giovanni, lontano da occhi indiscreti volevo assaporare il suo cazzo in tutte le maniere.
Arrivati, salimmo sul camper e gli dissi di essere diventata single da poco, di avere una figlia, di chiamarmi Sara. Lo misi al corrente di avere 53 anni e di lavorare in un albergo come cameriera ai piani. L’atmosfera divenne immediatamente ricca di erotismo e di voglia reciproca. Parlavo serenamente, ma la tentazione di inginocchiarmi tra le sue cosce e sparargli un pompino clamoroso, diveniva di minuto in minuto sempre più forte, impellente. Inutile negarlo, avevo tanta voglia di cazzo duro, di sborra calda da ingoiare.
Chi mi conosce sa che sono estremamente troia ed infatti, con la scusa del gran caldo, senza decoro ne vergogna, mi misi completamente nuda! Lui non disse nulla, ma rimase visibilmente sorpreso di vedermi li, seduta nuda e eccitata.
Ormai ero fuori di testa, eccitata all’inverosimile e così presi l’iniziativa, mi ci inginocchiai davanti, senza una parola lo feci alzare in piedi e gli tirai giù i pantaloncini e gli slip. Era molto eccitato pure lui perché il suo cazzo fece uno scatto all’insù, come una molla andò a sbattere sulla sua pancia.
Inginocchiata, senza ritegno e senza toccarlo, presi a leccare ingordamente i coglioni duri che sapevano di sudore. Lappavo le grosse palle con la lingua, le ingoiavo con ingordigia, leccavo il tratto tra le palle ed il buco del culo. Gli chiesi di piegarsi un po' e di allargare le chiappe e fu così che presi a leccare il suo buco del culo. Passavo la lingua sulla rosellina lasciandola umida di saliva, leccavo quel culo come impazzita dal piacere mentre gli accarezzavo il retro delle cosce e gli segavo l’uccello davanti, sentendolo diventare sempre più duro e grosso.
Dopo qualche minuto si sedette su uno dei lettini e mi fece capire cosa voleva che facessi. Mi inginocchiai tra le sue cosce allargate, appoggiai le labbra alla punta del cazzo e scesi giù scappellandolo completamente con la lingua e con le labbra. Iniziai a pompare quel grosso cazzo ritmicamente e clamorosamente, ad occhi chiusi salivo e scendevo con la bocca sull’asta, assaporavo la cappella mordicchiandola e leccandola mentre lui godeva come un animale. Avvertivo l’odore della cappella che mi eccitava tantissimo. Gli sparai una pompa incredibile!
Mi inebriava sentire quel bel cazzo duro come il marmo mentre mi ispezionava la bocca, avvertire le venature dell’asta mi portavano a fare quella pompa come un’assatanata vogliosa di cazzo. Mi fermai e, guardandolo negli occhi, presi a fargli un assolo di lingua sulla cappella mentre filamenti di liquido seminale e saliva mi imbrattavano le labbra per poi colarmi sul mento e sulle tette.
Si denudò anche lui, mi alzai, lo raggiunsi sul lettino e mi impalai letteralmente sul suo cazzo facendolo scivolare ben in profondità nella mia fica bagnatissima. Lui prese a dettarmi il ritmo con le mani sui glutei ed io che andavo su e giù impalandomi sull’uccello del maschione. Ad ogni affondo, stille di liquido vaginale colavano sui suoi coglioni, lubrificante naturale che aiutava nella splendida scopata. Con il cazzo conficcato tutto dentro, mentre lui alternava a palparmi le tette ed il culo, saltavo violentemente facendolo entrare nell’utero e fu così che, in pochi minuti, sudatissima ed affannata, raggiunsi un orgasmo così intenso da farmi rabbrividire, ad occhi chiusi, sbattendo sul suo addome, strillavo dal piacere mentre lui pompava la mia fica madida dei nostri umori.
Dopo qualche minuto di pausa, mi fece mettere a pecora e mi fece il culo. Mi sentii allargare dalla cappella prima e dal cazzo durissimo dopo che esplorava il mio intestino in un’inculata clamorosa, da manuale. Era bravissimo a sodomizzarmi, aveva un ritmo costante senza pause, che mi faceva impazzire. Un rumore simile ad un peto si formava di tanto in tanto mentre il cazzo mi spaccava il culo violentemente, inesorabile e durissimo. Lui mi accarezzava la fica madida da sotto mentre mi inculava ed io, carponi, ad occhi chiusi, lo pregavo di non fermarsi, di farmi godere come non mai. Ed infatti, di li a breve, raggiunsi un secondo intenso orgasmo squirtando come una fontana. Lui continuava a pompare il mio culo senza fermarsi, ma mi disse che stava per venire.
Avevo sete, volevo che mi sborrasse in bocca e glielo dissi. Giovanni, che era prossimo a venire, non se lo fece ripetere due volte. Si accomodò di nuovo sul lettino a gambe aperte e mi disse di voler venire nella mia bocca. Legai i lunghi capelli e presi di nuovo il cazzo pulsante e pronto ad eruttare tra le labbra e, in pochi minuti, lo feci sborrare. Mentre mugolava, mi reggeva la testa sulla nuca e mi guardava lavorarmi il suo uccello.
Andavo su e giù, mi fermavo stringendo la cappella tra le labbra e titillandola con la lingua sull’uretra dall’interno. Colto da spasmi che gli facevano alzare l’addome, 8, 9, 10 fiotti di sperma denso e perlaceo mi colpirono la lingua ed il palato riempendomi la bocca, ingoiavo la sborra che sembrava non volesse arrestarsi, sborrava come una fontana ed io avevo la bocca piena di sborra densa che mandavo giù avidamente assaporandola, mentre gli facevo dei grattini ai coglioni. Gli lasciai il cazzo completamente ripulito, avevo mandato giù tutto il latte di maschio che avevo munto. Si complimentò con me e mi fece dare una risciacquata nel bagnetto del camper. Mi rivestii, lo salutai ed andai via sazia e con il sapore di sperma in bocca…
«mmmmm questo tuo racconto mi ha fatto eccitare da matti.....sei intrigantissimaaa»