Quell’università era sempre stato una delle più importanti sul panorama nazionale, citata sulle riviste del settore per i brillanti risultati e i premi prestigiosi ottenuti dagli studenti che l’avevano frequentata negli anni precedenti,
Ecco perché la mamma di Giacomo , aveva deciso di mandarlo a studiare in quell’ateneo, per acquisire competenze e prestigio laureandosi all’estero prima di magari tornare al suo Paese natale e costruire un futuro migliore per sé e per la piccola comunità della quale facevano parte.
Ed allora eccolo lì Giacomo, con la sua valigia trolley azzurrina, uscire dall’aeroporto diretto verso il parcheggio dei bus turistici tra i quali spiccava un’automobile stile londinese color nero, di quelle che sembravano essere uscite dagli episodi di Sherlock Holmes o qualcosa del genere.
Di fianco all’automobile lo attendeva un inserviente, divisa blu elettrico che scintillava al Sole per quanto era ben curata e tirata a lucido recante sulla giacca e sul cappello il simbolo inconfondibile dell’istituto che di lì a poco avrebbe accolto il ragazzo per i successivi anni al fine di formarlo e renderlo uno dei migliori ingegneri nel settore informatico.
Il viaggio era durato poco, nonostante il gran traffico della “city” al quale il ragazzo non era per niente abituato essendo nato in un paesino di montagna, ma i suoi genitori avevano messo da parte tutti i risparmi per permettergli di studiare all’estero ed ecco che era arrivato per lui il momento di ricompensarli nel migliore dei modi.
L’auto si fermò nell’ampio cortile, due studenti degli anni successivi, un ragazzo dal fisico imponente e una ragazza bionda dal fisico slanciato, probabilmente straniera anche lei di qualche paese scandinavo, occhi azzurro mare e seno più che visibile nonostante fosse compresso nella divisa universitaria; al di sotto una gonna di tessuto ondulato che lasciava scoperte la parte inferiore di gambe slanciate e decisamente atletiche probabilmente da sportiva.
Fu quest’ultima a prendere la parola, l’altro era decisamente lì per fare da cornice e a malapena sembrava interessarsi al nuovo arrivato. Non che a Giacomo dispiacesse ovviamente, potendo così soffermarsi il giusto ad ammirare il fascino norreno della bionda di fronte a lui.
Si presentò come Katia “e lui è Joseph” disse con un accento che Giacomo riconobbe con sorpresa non essere scandinavo. La ragazza era infatti solo di origine scandinava ma russa a tutti gli effetti, avrebbe scoperto nelle ore successive e gli era stata assegnata come tutor per accompagnarlo a fare il giro dell’istituto ed aiutarlo ad inserirsi al meglio e “presentarsi a tutti gli altri studenti e… alle studentesse nel migliore dei modi”. Il suo sguardo penetrante restò fisso in quello del giovane collega durante l’intero discorso che fece e il ragazzo potè giurare di notare una strana luce e un leggerissimo cambio di tono dopo quella pausa nell’esprimere l’ultimo concetto.
Ma nella sua ingenuità ed innocenza, o forse sopraffatto dall’emozione di trovarsi in quella situazione del tutto nuova per un “montanaro” come lui che fino a pochi giorni prima aveva semplicemente aiutato il padre ad andare nei boschi a tagliar legna per farne opere di falegnameria o da ardere nel camino e tutto ciò che poteva vantare era infatti un fisico possente anche se la sua statura era nella media e la camicia che indossava sembrava essere in tensione al di sopra di quei muscoli scolpiti che si ritrovava; fatto sta che lui si fece guidare seguendo e memorizzando ogni informazione senza quasi mai soffermarsi sul fascino della ragazza.
La giornata passò in fretta e Giacono venne messo in stanza con altri due ragazzi, più grandi di lui e dopo essersi preparati per la notte ognuno di loro si infilò a letto. Il giorno dopo sarebbe stata domenica, il che significava niente obbligo di sveglia presto e “giornata libera da dedicare a tutto ciò che più ci piace fare”, così come Katia aveva riferito a lui durante il loro giro. Lungo il percorso gli erano state presentate tante persone, soprattutto ragazze, anche se avrebbe giurato di aver visto sullo sfondo una maggiore presenza maschile. Evidentemente Katia, avendo più dimestichezza con le colleghe, aveva preferito presentarlo a loro, si… doveva essere così.
In fondo avrebbe avuto occasione di presentarsi agevolmente a tutti gli altri ragazzi durante la domenica libera e i giorni di lezione successivi, era appena arrivato dopotutto e non si poteva avere tutto subito.
Passò poco più di un’ora e nella mente di Giacomo, in sogno iniziò a comparire l’immagine di Katia, il corpo sinuoso della russa scandinava, quel seno perfetto e abbondante nella divisa, le gambe toniche e atletiche che fuoriuscivano al di sotto della gonna.
Lui si avvicinava a lei, stringendola e catturandola tra le braccia forti e muscolose per appartarsi nella prima porta utile per poi chiudersi dentro e possederla lì, contro il muro, offrendole tutta la mascolinità che madre natura gli aveva gentilmente e abbondantemente offerto per godere e farla godere come una come lei meritava.
La ragazza si sarebbe poi fatta mettere a novanta, con le braccia distese e le mani ad afferrare il primo appiglio disponibile per farsi possedere ancora ed ancora, con crescente passione e vigore riempiendo lo stanzino in cui erano clandestinamente rinchiusi di ansimi e gemiti.
D’un tratto Giacomo si destò, svegliato di soprassalto e in maniera inspiegabile da quel sogno carico di eccitazione e di erotismo, qualcosa di strano era accaduto o meglio… stava accadendo.
I primi istanti di dormiveglia , pensò, gli stavano causando ancora allucinazioni dovuti al sogno che poco prima riempiva la sua mente ma… passato qualche istante realizzò che non era finzione, c’era qualcosa o meglio qualcuno… che lo stava toccando nell’intimo, succhiando il suo membro ormai turgido come mai prima.
Lo sguardo di lui si spostò verso il basso, notando le coperte decisamente sollevate segno che qualcuno dai piedi del suo letto si era intrufolato al di sotto di esse per fargli un lavoretto di bocca che lo stava facendo godere come non mai. In quel preciso istante notò ancora un’altra cosa, al tatto, la stimolazione era troppa, non poteva crederci… c’erano due persone sotto quelle che più che lenzuola assomigliavano ormai ad una tenda da campeggio sollevate al di sopra del suo letto da una piazza e mezzo, due lingue lo stimolavano all’unisono e dolci gemiti decisamente femminili fuoriuscivano da quello scrigno di piacere.
La conferma gli fu data dal fatto che al suo movimento di braccia per porre le mani al di sotto delle lenzuola stesse Giacomo si ritrovo ad accarezzare due chiome di capelli, ignote, che gli stavano dando delle sensazioni sconosciute, mai provate prima… un doppio pompino da record.
Un istante dopo il contatto delle sue mani con le capigliature ecco che le “intruse” si rivelarono gettando via le lenzuola. Katia, completamente nuda e sfoggiando quel suo seno da premio Nobel gli regalò lo stesso sorriso cordiale di poche ore prima, come se nulla ci fosse di diverso, mentre di fianco a lei una studentessa asiatica, probabilmente cinese visti i lineamenti dolci, gli stava pompando il membro von una tale foga che sembrava volerselo portare dietro ogni volta che quasi completamente si ritirava prima di ingoiarlo da vera professionista roteando la lingua a stimolare i testicoli gonfi di seme.
Giacomo si ritrovò ad inarcare la schiena e gemere di piacere in maniera oscena e tutt’altro che soffocata, cosa che immediatamente gli fece balenare alla mente dove si trovava e lo portò con uno sguardo preoccupato a volgersi verso destra dove con suo immenso stupore ritrovò i letti dei suoi compagni di stanza vuoti; udendo la risatina di Katia in un misto tra il divertito e malizioso si rivolse di nuovo alla bionda che nel frattempo si era spostata in ginocchio all’altezza del suo petto e lo osservava dall’alto in basso con sguardo carico di lussuria “Tranquillo, le nostre compagne non li lasceranno tornare prima dell’alba e soprattutto non prima di averli prosciugati per bene”.
A quel commento Giacomo assunse un’espressione decisamente sbalordita chiedendosi dove fosse capitato, sembrava che quel luogo più che un’università fosse un bordello, incredibile. Quella sua espressione decisamente malcelata strappò a Katia un’altra risatina “Tranquillo, anche tu sarai svuotato a dovere, come meriti, visto quel randello che ti ritrovi in mezzo alle gambe sarai sicuramente in grado di saziarci entrambe, vero Xia?” disse guardando di sottecchi la cinese che continuava a pompare il membro duro come il marmo affondandolo nella gola in tutta la sua considerevole dimensione, annuendo a quelle parole e immediatamente lasciando libero quel pezzo di carne giusto il tempo di ricoprirlo con un preservativo e iniziare furiosamente a cavalcarlo rimbalzando senza ritegno e pietà e causando non solo a se stessa e Giacomo l’inizio di una serie di gemiti e ansimi dapprima soffusi e poi sempre più acuti ma anche facendo cigolare e scricchiolare il letto in modo sempre più evidente.
“Brava la mia cinesina, come al solito è sempre una gran cavalla quando trova un arnese degno di nota… tu invece Giacomo, meriti un regalo anche da parte mia… un bel regalo di benvenuto!” disse Katia prima di montargli sopra schiacciandogli letteralmente la figa in faccia, strusciando labbra e clitoride su di essa con movimento frenetici dei fianchi e del bacino mentre il ragazzo dal canto suo iniziò a ravanare con la lingua calda e vogliosa dentro e fuori da quelle labbra fradice di umori godendosi la cavalcata furiosa della cinese che gli sbatteva il membro fino in fondo quasi a volersi riempire senza limiti.
Katia aveva intanto iniziato anch’ella a godere come una cagna in calore, gemendo, mordendosi il labbro inferiore, spalancando la bocca per gridare di piacere mentre Giacomo gli strizzava quel seno che aveva ammirato solo di sfuggita ore prima.
“Si, così… sei un gran toro, ti farò scopare da tutte le cagnette dell’università, stanne certo, hanno proprio bisogno di uno come te!” disse prima di girarsi a cavalcare la faccia stavolta rivolta verso la cinese e iniziando a limonare con lei mentre si stimolavano reciprocamente tutto il corpo.
Non ci volle molto perché il culmine del piacere giungesse per tutti e tre e le due ragazze si sollevassero da Giacomo guardandolo con un misto tra gioia e adorazione nello sguardo ma con un sorriso che sarebbe stato del tutto innocente estrapolato dal contesto nel quale si trovavano.
Xia rimosse il preservativo gettandolo nella pattumiera, ma non prima di aver ripulito sapientemente ripulito l’intera asta con la sua lingua morbida e bollente; nel frattempo Katia si chinò raggiungendo l’orecchio del ragazzo che intanto stava lì esausto e sul punto di crollare in un nuovo sonno profondo e stavolta anche sessualmente appagato, con viso e ventre oscenamente coperti di umori “Benvenuto tra noi, bel toro italiano… riposati per bene che da domani ti toccherà scopare come un toro da monta!” gli sussurrò la biondina prima di fare un cenno a Xia e silenziosamente lasciare entrambe la stanza e dirigersi verso i propri alloggi per concedersi il meritato riposo.
Ringrazio tutti voi che avete letto questo racconto, ricordo il mio nuovo indirizzo e-mail madipreros90@outlook.com per commenti e recensioni. Avete richieste su storie che vorreste vedere nei prossimi racconti? Fatemelo sapere e quanto prima cercherò di esaudire le vostre richieste per quanto mi sarà possibile farlo con le mie umili potenzialità di scrittura,
Disponibile anche per chiacchierare e confrontarci reciprocamente sul mondo del sesso e dell’erotismo.
A presto, il vostro Madip.