Fu lei a inviarmi il messaggio: Sono in vasca!” aggiungendo “Trattami da zoccola che mi eccita da impazzire!”


 Fu da subito sesso talmente porco da far arrossire anche una centralinista delle linee erotiche.


Inizialmente con sms ma mi resi conto che i tempi diventavano troppo lunghi. Le chiesi quindi di sentirci al telefono. La vacca mi rispose con un: “Ok. Ma io posso parlare solo sottovoce. Ho marito e figli a casa!”


Quando la chiamai sentii della musica in sottofondo, era chiaro che serviva a nascondere la sua voce.


Effettivamente il da lì a breve cornuto del marito era a pochi passi. In quei giorni mi capitò di sentire, seppur confusamente, la sua voce mentre dice alla mogliettina: “Anna è quasi pronto!”


Mi colpì anche come la vacca si riprendeva


Io le chiesi subito del suo passato, stando bene attento a non imbeccarla. Non desideravo che mi confermasse cose che dicevo io, ma desideravo che mi confidasse ciò che ricordava.


Non ci fu necessità di alcun stimolo. Era un fiume in piena.


 Lei stessa mi confermò che era consapevole del suo nomignolo: la Regina dell’ingoio. E la cosa la aveva sempre eccitata. Io non potevo sapere una serie di cose. Fu lei a dirmele. Spontaneamente.


 Mentre ci masturbavamo.


Mi disse di aver fatto il primo pompino con ingoio a un ragazzo che potrà aver avuto diciotto anni. Lei ne doveva compiere ancora dodici anni. Lo fece in una cabina di una piscina.


 Mi disse che pochi mesi dopo perse la verginità di figa in ferie. Al mare e in campeggio. Con uno di cui non ricorda nemmeno il nome.


Mi disse che non poteva ricordarsi di me. Ne aveva presi troppi da ricordarseli tutti. Inevitabilmente le chiesi se avesse un’idea di quanti se la scoparono.


Non esitava a rispondere. Mi confidò che i pompini (aggiungeva sempre la parola ingoio. Ci teneva a chiarire. La troia!) non ne aveva idea. Ne aveva fatti troppi.


 Però con molta probabilità aveva scopato con una cinquantina di maschi diversi. Ammise che era una stima al ribasso in quanto di tanto in tanto gliene tornava in mente qualcuno. Era sufficiente che passasse davanti ad un cortile che non vedeva da tempo e si rammentava che in quella casa aveva scopato, anche se non ricordava bene con chi.


Mi disse che da ragazza prendeva in considerazione solo maschi già adulti. Alcuni anche più vecchi di lei di dieci anni. Riusciva a fare la puttana nonostante la famiglia la controllasse. All’epoca non si aveva molta libertà e la sua nomina era arrivata anche ai familiari più stretti.


Fu anche sincera nel dirmi che si masturbava tutte le sere. Lo sottolineò varie volte: tutte le sere. Talvolta guardando i primi film porno che le tv private trasmettevano a quei tempi.


Fu sempre sincera quando mi disse che per lei essere fedele era impossibile da quanto amasse il sesso e i maschi.


Mi disse anche che era consapevole da quanto fosse odiata dalle altre ragazze. Ma che non gliene avesse mai importato. Anzi, se una le fosse stata antipatica, ci avrebbe goduto ancora di più nel renderla cornuta.


Le piacevano i maschi molto più vecchi di lei. Questo le portava il vantaggio che spesso avevano la casa libera e ne approfittavano per portare la troia. E quando non c’era la possibilità scopavano in auto. Talvolta anche in uno sgabuzzino dopo una festa organizzata in qualche scantinato.


Approfittando del fatto che conoscevo la zona mi descrisse alcuni palazzi. Quando ebbe la conferma che avevo capito mi disse che in un appartamento di questi fece una scopata memorabile.


Lei aveva sedici anni e lui venticinque. Di memorabile fu il sesso, ma soprattutto che lui da lì a due giorni si sarebbe sposato. Con una tipa della sua compagnia. Una amica della troia! Ovviamente ignara!


La zoccola mi disse che se lo ricordava ancora sopra di lei. Sudato e ansimante mentre la pompava con furia. Scoparono tutto pomeriggio. La sera si trovarono, come se niente fosse, nella stessa compagnia. La troia guardava la ragazza apostrofandola (nel pensiero) come gran cornuta.


Mi disse che anche oggi, di tanto in tanto, la intravede nel paese. Ora la tipa è divorziata e il marito è andato altrove. La vacca la apostrofa come la cornuta. Proprio così: la cornuta.


Da ragazzina d’estate andava in vacanza in campeggio, con la famiglia e la località la apostrofò come “lo scopatoio!”. Lì ci dava dentro passando da una tenda all’altra. Anche ora su Facebook ha come amici (sposati con le mogliettine ignare di chi sia in realtà quella milf di Anna) maschi che se la sono scopata. Recentemente uno di questi, entrando in confidenza con lei, le inviò una vecchia foto di una compagnia: cinque ragazzi. Bene, tre di quelli se la sono scopata e ai rimanenti due fece dei bei pompini con ingoio!


Mi chiedo come può aver fatto una troia simile a sposare un tipo come suo marito. Geloso e tradizionale. Glielo chiedo e lei si scatena in una serie “ma che cogliona che sono stata, ma che cogliona che sono stata. “


Con lui non aveva alcuna affinità. Di nessun genere, tantomeno sessuale.


 Chiedo alla puttana se il marito le avesse mai chiesto del suo passato. Mi risponde di no. Penso che per lui averla trovata con la figa così larga sia stato già sufficiente e che probabilmente qualche voce gli sarà giunta.


 Le confido il mio pensiero e lei ammette, sempre con la massima sincerità, che prima di andare insieme a lui si era fatta un paio di maschi che frequentavano lo stesso bar. La ragazzina troia li vide fuori dalla chiesa, il giorno in cui si sposò. E solo poco prima si era fatta scopare anche da loro!


Mi racconta che, anni prima, per rendere il loro rapporto più vivo si era comprata un completino sexy. Il marito, appena lo vide, si incazzò sostenendo che lo indossavano solo le troie.


Magari facessi la troia, mi confidò Marta. Mi piacerebbe anche andare a battere. Provare cosa significa avere tante mani addosso contemporaneamente. Succhiare tanti uccelli uno dietro l’altro.  Da dei sconosciuti. Messa in ginocchio e circondata di cazzi. Mi confidò che sognava di prenderlo anche in culo, visto che il marito non si era degnato di romperglielo. Il rapporto anale la spaventava, ma nello stesso tempo la eccitava.


Mi disse anche che quando in negozio entrava un maschio che la intrigava non riusciva a resistere nel guardagli il pacco e si eccitava a immaginare cosa avesse sotto, come fosse quando scopava e che sapore poteva avere la sua sborra!!!


 E poi sborra a litri. Diceva proprio così: sborra a litri. Ma bevuta dall’uccello mentre le si gonfiava in bocca ed esplodeva. E poi gang con tanti porci. Era intrigata anche dall’idea di provare la bocca di una donna. Di leccarle la figa anche se non si immaginava solo con lei, ma con tanti maschi pronti a riempirla in ogni buco.


Ma a lei intrigava parlare dei suoi desideri. Ed erano desideri di una porcaggine incredibile Le interessava il sesso porco. Fatto come i maiali. Sue parole: come maiali, come maiali!


Senza amore. Solo per godere.


Mi confida che pur avendo scopato, spompinato e bevuto sborra a quantità, lo fece sempre con un maschio alla volta. Le sarebbe piaciuto finalmente provare cosa significa scopare con almeno due uomini. “A essere piena di cazzi, magari davanti a mio marito che non può intervenire!”


Si immaginava al centro di una finta violenza. Lei avrebbe dovuto simulare che non voleva ma non fino in fondo, avrebbe dovuto lasciare qualche dubbio al marito. E la chicca finale era che questa avvenuta violenza sarebbe dovuta accadere (almeno ufficialmente) per uno sgarbo del marito.


“Anche una cosa stupida. Ad esempio, una discussione in auto causa da mio marito. Loro mi prendono e mi violentano davanti a lui! Così lo faccio anche sentire in colpa!!”


Passammo due giorni masturbandoci e scambiandoci porcate telefoniche. Lei non mollava il colpo finché non godeva almeno due volte.


Silenziosamente, per evitare di essere sentita. In vasca. Nonostante fosse silenziosa non poteva sfuggirmi quanto godesse. Che intensità aveva e quanto durasse la sua goduta.


Ma non si accontentava. Dopo voleva sentire anche me. Io ero più libero quindi davo sfogo al mio urlo. Mi chiese anche dove sborravo. Le dissi che ero sul divano e venivo in un asciugamano da bidet. Le dissi che ero normodotato ma, da sempre, sborravo in grande quantità.


Questo aspetto non era autoreferenziale ma me lo confermarono varie troie, senza che io le sollecitassi. Lo fecero anche escort affermate. Poco tempo prima mi ero preso il lusso di andare insieme ad una ex pornostar degli anni 80. Una di quelle famose all’epoca. Ora faceva la escort e seppur non più giovane sfruttava la sua popolarità. Anche lei fu una di quelle sorprese dalla mia quantità di sperma. E parlava una che ne aveva viste di sborrate.


Quando le spiegai questo, Marta mi disse che avrebbe voluto essere da me per bere tutta la mia sborra.


 Un paio di sere andò in questo modo, la terza sera la vacca mi dice:


“Ho lasciato mio marito! “


Quindi mi spiega come è accaduto e la cosa non mi convince molto, non si può lasciare un marito parlando in piedi e spalle. Non le credo che sia un gesto risolutivo ma non glielo dico. Invece le chiedo: “Lui che dice?”


“Non è convinto. È già successo, pensa sia una crisi passeggera. È tornato di colpo galante! “


Avevo intuito che la zoccola fosse meno ingenua di quello che voleva farmi credere e la conferma la ebbi il giorno successivo.


Mi chiamò mentre era fuori da negozio e mi disse:


“Sabato vado a Venezia!”


Appena pronunciò il nome Venezia mi venne in mente Maurizio! Se non ricordate leggete il precedente racconto, il tipo per il quale la troia ha aperto il profilo Facebook. Sarà un caso, ma abita proprio a Venezia!


Ovviamente non glielo dico. Il marito non era affatto contento della cosa ma cosa poteva obiettare se solo poche ore prima Anna le aveva detto che era finita? Certo, lui non ne era convinto, era già accaduto ma se le avesse proibito di andarci la situazione avrebbe solo potuto peggiorare, quindi a malincuore dovette accettare.


Quando il maritino le chiese del motivo della scelta di Venezia la vacca fu abile nel rinfacciargli che lui non la aveva mai portata (bravissima nell’usare i sensi colpa altrui!) e che ne avrebbe approfittato per stare da sola a meditare, camminare nelle calli e riflettere.


La classica donna in crisi che non sa che fare! Questa era l’immagine che riuscì a dare la zoccola.


In realtà vide molto (ma veramente molto) poco Venezia.


Io conosco bene Venezia e le dissi che avevo a disposizione una casa (una mia amica, è una storia lunga) tutta per noi. Così avrebbe evitato le spese dell’albergo e ci saremmo conosciuti. Le aggiunsi di non temere che c’erano a disposizione due camere e che quindi non era indispensabile dormire insieme.


La vacca accettò senza esitazioni e senza dare condizioni. Capii immediatamente che avremmo scopato!!!


Ci inviammo delle foto ma il fatto che non fossero in formato digitale non si capiva molto del nostro aspetto. Erano ancora lontani i tempi dei selfie. Le invai anche qualche foto di me nel periodo che la scopai. In realtà in quella foto c’era anche il mio amico che se la sarebbe scopata un paio di settimane dopo di me. La vacca aveva dei ricordi seppur vaghi del mio amico e quasi niente su di me!! Troppi cazzi presi da ragazza!!!


 Lei mi inviò una foto a mezzo busto. Rispetto da ragazza aveva cambiato il colore dei capelli. Ora erano biondo platino. Ci tenne a sottolineare che era molto ingrassata, ma io non diedi alcun peso.


Avevo troppa voglia di scoparmela!!!


 


 

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