Non era stato semplice trovare Camilla e Diana, perché non solo avevo dovuto scoprire un forum di ragazze con un forte feticismo dei piedi, ma anche cercarne due a cui piacesse anche il sesso saffico.
Senza dimenticare che il mio profilo era fin troppo banale, insomma sono la classica ‘ragazza della porta accanto’, a cui nessuno presta attenzione essendo ‘carina sì ma c’è di meglio’ e via dicendo.
Mentre Camilla era una bella mulatta che ammetteva di prediligere i giochi di sottile dominazione, Diana aveva un fisico mozzafiato di quelli che al mare non passano certo inosservati.
Chattando avevamo scoperto non solo d’amare tutte e tre il giocare coi piedi, ma di volerlo fare solo con un’altra ragazza, perché i maschi ‘vogliono solo scopare’ senza troppi preliminari. Quello che però fu una vera bomba, è che abitavamo tutte nella stessa città, anche se in quartieri molto diversi fra loro, e solo io ero nel centro.
Per esser sicure che fra noi non ci fossero profili falsi, iniziammo a videochiamarci, scoprendo così che non solo eravamo vere, ma anche molto desiderose d’incontrarci e non solo per bere qualcosa insieme.
“Vi va bene se ci vediamo in qualche locale del centro ? Non è per voler fare quella che vuole esser comoda, ma per non far fare strani giri a una di voi due.” proposi sperando che accettassero entrambe.
“Per me va bene, ma solo se è un posto vicino a casa tua.” mi rispose Diana facendoci capire in modo fin troppo esplicito che voleva fare sesso.
“Anche per me perché arrivare da Diana sarebbe un vero casino.” disse Camilla che era quella con più difficoltà a muoversi non avendo un proprio mezzo di trasporto.
Decidemmo così d’incontrarci sabato pomeriggio alle tre in un locale che a quell’ora era abbastanza tranquillo, se non altro per vedere come eravamo di persona e non più dietro uno smartphone.
Arrivò sabato e con lui il primo vero caldo, che pur non essendo ancora quello di luglio, mi tolse ogni tentazione di mettere un qualsiasi paio di calze per quanto potessero esser leggere. Decisi di puntare tutto sulle mie gambe, che pur non essendo come quelle di Diana, erano sempre state molto apprezzate dai ragazzi coi quali ero uscita, indossando un abito blu molto corto e dei sandali tacco undici che mi slanciavano non poco.
Giunsi davanti al locale quasi insieme a Camilla, che era vestita come me coll’unica differenza che il suo abito era verde.
“Neanche ci fossimo chiamate per metterci d’accordo.” mi disse mentre ci salutavamo con dei castissimi baci sulle guance.
“Vuol dire che abbiamo gli stessi gusti, il che secondo me è già un buon segno.” le risposi ridacchiando “Però speriamo che Diana non si presenti con questo vestito o davvero diventiamo ridicole.”
Per fortuna l’ultima dello strano terzetto arrivò in maglietta rosa e minigonna nera, ma anche lei con dei sandali dal tacco stratosferico.
Dopo i saluti di rito entrammo nel locale per bere dei cocktail analcolici e fare un minimo di conoscenza dal vivo, anche se era ben chiaro che tutte e tre non desideravamo altro che finire a letto e dar sfogo alle nostre fantasie più nascoste.
In quell’oretta scarsa passata a bere scoprii che con Camilla non avevamo solo gusti simili nei vestiti, ma che entrambe facevamo le segretarie, mentre Diana era una personal trainer che considerava i ragazzi “persone inutili soprattutto quando si parla di sesso”.
“Ragazze che ne dite d’andare a pagare per poi andare a sentire un po’ di musica a casa mia ? Non che sia chissà che, io lo chiamo un micro monolocale, in pratica c’è cucina, bagno e una camera, ma il letto è bello grande.” proposi ottenendo subito due sì molto convinti.
Così dopo aver saldato il conto ci recammo a casa mia, che era a pochi minuti di cammino, maledicendo i tacchi che erano sì molto belli, ma un vero e proprio strumento di tortura quando si trattava di andare a piedi.
Una volte arrivate nel mio piccolo appartamento, misi della musica di sottofondo per poi mettermi a ballare fin troppo sinuosamente fra loro due, che ben presto presero a strusciarsi contro di me con la scusa che lo spazio era poco.
Alla fine presi fra le mani la testa di Camilla e la bacia sulla bocca, subito ricambiata da lei che mi forzò la bocca con la lingua, e poco dopo mi girai per assaggiare le labbra di Diana che non aspettava altro che un mio primo passo.
“Visto che sei la padrona di casa iniziamo con te, quindi siediti al centro del letto e lasciaci fare.” mi disse la mulatta dopo l’ennesimo scambio di baci.
Feci appena in tempo a sedermi sul bordo del letto, che Diana e Camilla mi presero un piede a testa, e dopo aver fatto quasi volare il sandalo, iniziarono a leccarmeli anche se ognuna a modo suo.
La prima infatti era come se volesse succhiare solo le dita come se fossero dei piccoli peni, prendendo ora una alla volta, ora tutti o quasi insieme, massaggiandomi allo stesso tempo il piede con entrambe le mani. La seconda invece si divertiva a passarci la lingua sia sotto la pianta, che fra le dita con una lentezza che poteva sembrare esasperante, ma che invece mi portava parecchio piacere. Non so quale delle due mi facesse più godere, ma dopo pochi minuti avevo le mutandine tanto bagnate da divenire quasi trasparenti, e come se ne accorse Diana ci poggiò una mano sopra per poi avvicinarsi e baciarmi a lungo.
“Che ne dite di metterci più comode ?” proposi sfilandomi il vestito, seguita a ruota da entrambe le mie nuove amiche, sino a spogliarci del tutto finendo col far trovare Diana in mezzo, che Camilla spinse sul letto facendocela cadere di pancia.
Io non persi una attimo e quasi saltai sulla schiena della più atletica delle tre, mettendole i miei piedi vicino alla faccia, e prendendo i suoi che iniziai a leccare insieme a Camilla.
Fu fin troppo chiaro sin dal primo istante che tutte e tre amavamo curare le estremità delle altre due, così iniziammo una strana giostra, dove una si sdraiava al centro del letto, mettendo a disposizione i suoi piedini che venivano accudite da chi rimaneva seduta o in ginocchio.
Alla fine ci ritrovammo tutte e tre sdraiate su un fianco a formare un insolito triangolo, dove ognuna si occupava dei piedini di un’altra, avendo i propri nella bocca della terza. Se da un lato non fui felice di ritrovarmi fra le labbra quelli di Diana che aveva un bel trentanove, dall’altro Camilla mi stava facendo godere tantissimo essendo quella che più che leccare o baciare i piedi, li adorava quasi con devozione, facendomi sentire i brividi per tutto il corpo.
Quasi senza accorgermene presi a risalire lungo le belle gambe di Diana, sino a ritrovarmi davanti alla sua passera, che luccicava per quanto era pregna d’umori, e non avendo alcuna intenzione di resistere a quella dolce tentazione, allungai la testa per poterla leccare. A ruota anche loro due seguirono il mio esempio sino a ritrovarci in un bizzarro sessantanove a tre, che lentamente ci condusse all’orgasmo tanto desiderato.
“Ma davvero prima o poi dobbiamo smettere ?” chiese ironicamente Diana “Perché io andrei avanti non tutto il giorno ma proprio per sempre.”
“Io non ho altri impegni per tutto il giorno.” le rispose ridendo Camilla.
“Allora leccami la fica e fammi godere.” quasi le ordinò Diana mettendole la passera sulla faccia.
“E che ne dici se io mi occupo del tuo bel culo ?” le dissi facendo passare la lingua lungo tutto il solco delle sue chiappe.
“Vorrà dire che godrò il doppio, e tranquilla lì non sono più vergine da tempo immemore.” mi rispose alzando leggermente il sedere.
Così Camilla ed io ci ritrovammo ad infilare la lingua nelle porte del piacere di Diana, che a sua volta s’era quasi impadronita dei piedi della mulatta per tenerli un po’ in mano e un po’ in bocca, quasi non le bastassimo noi due per donarle piacere.
Alla fine non seppi resistere alla tentazione di sodomizzare Diana, così presi due dita che infilai prima nella passera per ricoprirle dei suoi umori, e subito dopo nel buchetto facendola gemere tanto forte che per un attimo ebbi la sensazione che fosse venuta un’altra volta.
“Um così è bellissimo.” mugolò la bionda “Dai continua e portami all’orgasmo.”
“Certo che non smetto, prima vieni tu prima vi prendete cura della mia fica.” le risposi iniziando a fotterle il culo con quelle due dita.
Anche se ero stata sodomizzata un paio di volte da un’amica un po’ perversa, per poi ricambiare il piacere a lei, non potevo immaginare che una donna potesse godere così tanto prendendolo dietro, e anche Camilla rimase stupita dal piacere che stava provando Diana.
Quando anche quella che forse aveva l’animo più docile del terzetto, infilò due dita dentro la passera della nuova amica, questa venne quasi urlando il proprio orgasmo, per poi afflosciarsi su un lato.
“Ora tocca a me, anche perchè ho la fica in fiamme.” dissi quasi sdraiandomi con le gambe aperte.
“Non aspettavo altro.” mi rispose Camilla quasi tuffandosi fra le mie cosce, seguita poco dopo da Diana anche se ancora col fiato corto.
La mulatta usò la lingua quasi come se fosse un frusta, facendola letteralmente sbattere contro ogni angolo della mia passera, mentre l’altra sembrava mi volesse scopare con due dita, un po’ come avevo fatto poco io con lei.
“Mm brave le mie puttanelle.” dissi loro sfiorandomi i capezzoli “Fatemi godere come si deve che dopo vi do un bel premio.”
“Eccotelo qui un bel regalo.” mi rispose Diana facendo scivolare le sue dita fino al mio buchetto, che violò con estrema dolcezza facendomi inarcare la schiena per il piacere “E non mi dire che non ti piace perché ce l’hai scritto in faccia quanto stai godendo.”
Non feci in tempo a risponderle, che Camilla mi penetrò la passera con tre dita, facendomi fare un passo in avanti in più verso l’orgasmo, che sentivo sempre più vicino. Riuscii ad aprire per un attimo gli occhi, e così vidi le mie nuove amiche che si baciavano con la stessa passione che avevano nei miei confronti, per poi lasciarmi andare e raggiungere nuovamente il picco del piacere, che questa volta fu però molto più intenso e duraturo, tanto da farmi pensare che il primo fosse stato solo un bell’antipasto o poco più.
Dopo di me fu il turno di Camilla, che però si sistemò carponi per permetterci di poter usare più comodamente le nostre lingue, lungo quel breve tratto che parte dall’inizio delle labbra intime e arriva sino al buchetto. Anche lei ebbe il suo orgasmo nato dalla sapiente miscela di leccate e penetrazioni con le dita in entrambe le porte del piacere, e come avevo fatto poco prima io, una volta che venne lasciò il posto a Diana, ma a quel punto volli andare oltre e presi da uno dei mie cassetti un vibratore.
“Vediamo quanto resisti se uso questo.” le dissi passandoglielo spento sulla passera per poi spingerne dentro pochissimo quando arrivava sopra il clitoride.
“Invece di parlare accendilo e usalo come si deve perché così è quasi un solletico.” mi rispose aprendo ancor di più le gambe.
“Io invece dico che lo vuole prendere qui.” disse Camilla spostando la punta del vibratore sino a portarla sul buchetto.
“Anch’io penso che sia una buona idea, quindi vada per metterlo nel culo.” esclamai iniziando ad infilare il giochino nel retto di Diana.
Con Camilla cominciò quasi una gara a chi masturbava di più l’altra, mentre io continuavo a sodomizzare Diana, che a sua volta s’era infilata almeno tre dita nella passera.
Pur avendo altri due falli in camera, non ebbi nessuna voglia di muovermi per andare a prenderli, tanto ero immersa in quel lussurioso triangolo, dove forse l’unico vero intruso era proprio il vibratore che Diana aveva nel retto.
Una dopo l’altra arrivammo al terzo orgasmo della giornata, quello che decretò la fine di tutto perché dopo eravamo davvero sfinite, anche se appagate come forse non era ancora accaduto nelle nostre giovani vite.
Con calma le mie amiche si rivestirono per poi lasciarmi sola, ma solo dopo esserci messe d’accordo su un nuovo incontro a tre.
“E tranquille la prossima volta ci divertiamo ancor di più.” disse Diana poco prima d’uscire da casa mia “Se non altro perché sappiamo già cosa piace alle altre.”
“Hai ragione però non credo proprio che oggi sia mancato il divertimento.” le risposi ridendo “E del resto non possiamo che affiatarci sempre di più, anche se è chiaro cosa piace ad ognuna di noi.”
“Ma perché stiamo parlando ?” intervenne Camilla “In fondo basta aspettare qualche giorno, però credo anch’io che se continuiamo così ogni incontro sarà sempre meglio dell’altro.”
Le vidi uscire dal mio campo visivo per poi chiudere la porta dietro di me ed iniziare ad immaginare cosa avremmo potuto fare da Diana, coll’unica certezza che non ci sarebbe stato nulla di scontato o banale.
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(quelli volgari saranno subito cestinati)
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