Si alzarono e andarono a fare la doccia insieme e ognuno insaponò l’altro indugiando sui genitali e sul seno. Insomma, il cazzo di Martino si eresse e Daniela gli fece un pompino fenomenale come gli disse lui. Un pompino da vera troia.
Daniela disse che si sentiva di fare con lui cose che non aveva mai fatto. Ora voleva farlo sotto la doccia alla pecorina quindi si mise con le mani appoggiata al muro con il culo in evidenza, ma Martino gli fece la gradita sorpresa di incularla. Nel mentre le toccava i capezzoli che erano di marmo da quanto lei era eccitata. Questo era testimoniato da gemiti sempre più forti finché lei venne gridando e lui gli sborrò negli intestini.
Poi, si vestirono Martino per studiare e Daniela per andare al lavoro. Si vestì con una camicia e una gonna un po’ corta per i suoi standard che infatti non aveva comprato lei, ma le era stata regalata da una sua amica che riteneva che dovesse mettere in mostra le sue splendide gambe.
Martino si dimostrò un po’ geloso dicendole che così tutti le avrebbero ammirate.
Lei ribattè che le voleva fare vedere, si sentiva giovane e sexy quella mattina, grazie a lui.
Andò al lavoro e gli uomini dell’ufficio le si fecero intorno, cosa che non succedeva mai.
Lei da un lato era imbarazzata, dall’altro lato ne era ben felice e uno le chiese un appuntamento per così dire, per andare a prendere il caffè durante il break della mattinata.
Il collega che si chiamava Marco era abbastanza giovane, aveva trentacinque anni e effettivamente assomigliava un po’ a Martino.
Daniela lavorò un po’ distrattamente aspettando l’appuntamento con Marco. Al momento, andarono al bar sotto l’ufficio e lui si dimostrò molto simpatico e assolutamente corretto, anche se, lanciava delle occhiate assassine al seno di Daniela e alle sue gambe.
Daniela era piacevolmente imbarazzata, anche se, pensava che Martino sarebbe stato geloso e quindi decise, di non dirgli nulla.
Marco era alto 1,90 m, con un bel fisico e Daniela non volendo o meglio forse proprio volendo lanciò un’occhiata al suo pacco che giudicò essere abbastanza consistente.
La conversazione invece era noiosa d’altronde non si conoscevano, anche se, erano attratti l’uno dall’altro.
La pausa finì e tornarono al lavoro. Daniela era più produttiva del solito, la sua autostima era al top.
Essere desiderata da un uomo più giovane non ha prezzo. Certo, pensava anche a suo figlio, però pensava che il sesso con lui non sarebbe durato per sempre, prima o poi si sarebbe trovata una persona della sua età.
Quindi, tornò a casa, Martino si presentò a lei nudo e con il cazzo in tiro, lei non si spogliò neanche, se lo mise subito in bocca e nel mentre si mise una mano nelle mutande ed era bagnata come non mai.
Gli disse che lo voleva nella figa e Martino gli tirò su la gonna le tirò giù le mutande e la prese a pecorina con un solo colpo, poi con colpi via via sempre più veloci mentre lei gemeva sempre più forte.
Gemiti che si acuirono quando lui gli sborrò nella fica e lei gli disse che non importava perché prendeva la pillola per problemi ormonali.
Lei era piacevolmente contenta di sentire la fica piena di sborra che poi colava lungo le gambe.
Con le dita si mise a leccarla e la fece leccare anche a Martino che quindi da vero porco le leccò anche la fica e nel mentre lei gemeva, non smetteva più finché squirtò nella bocca di Martino.
Poi, lui la baciò nella bocca per farle sentire il suo sapore lievemente salino,
Lui le strappò la camicia, la mise sul tavolino con le gambe sulle sue spalle e si mise a penetrarla in maniera profonda mentre lei gemeva. Disse al figlio che era quasi esausta dal godere così tanto.
Lui le disse che doveva colmare anni di astinenza sessuale.
Ancora una volta lui le venne dentro e subito le leccò la fica. Si gli piaceva la sua sborra, non lo avrebbe mai creduto di essere così porco.
E amava la porcaggine di sua madre, anche se, era un po’ preoccupato che la esternasse all’esterno, considerato come era andata vestita a lavorare quel giorno.
Martino per ora non voleva pensare a ciò, voleva solo pensare a godersi i momenti di intimità con sua madre.