La vita di Lorena era cambiata grazie ad un semplice bacio.
Un’amica le aveva consigliata una palestra anche per conoscere qualche bel ragazzo con cui uscire, ed invece aveva incontrato Laura, una donna di quasi quindici anni più grande, che all’apparenza era la classica donna di mezz’età insoddisfatta della propria vita.
Lorena aveva trovato subito molte affinità con quella donna per certi aspetti fin troppo simile a lei, o perlomeno come si vedeva una volta raggiunta l’età di Laura. Perchè a dispetto dei suoi trent’anni portato più che bene, col suo metro e settanta senza tacchi, i quegli occhioni azzurri che erano il suo biglietto da visita, Lorena doveva ancora decidere cosa voleva dalla vita, perlomeno a livello sentimentale.
Le brevi storie non le erano certo mancate, ma nessuna era mai diventato qualcosa di serio proprio perché lei le trovava sempre imperfette, tanto che ormai preferiva passare la serata con uno dei suoi vibratori, che uscire con le amiche a caccia di conquiste.
Poi una sera quel bacio.
Le due donne di erano ritrovate sole nello spogliatoio, e dopo essersi rivestita, Laura l’aveva stretta a sé e baciata con passione. Lorena colta di sorpresa all’inizio non aveva mosso un muscolo, poi aveva cercato d’opporsi, per infine perdersi nella labbra dell’altra donna.
“Ma tu sei sposata !” disse Lorena non appena le fu possibile parlare.
“E con questo ?” ribatté l’altra donna “Mio marito non potrà mai darmi quelle emozioni che si provano solo fra di noi. Ma sia chiaro il gioco lo conduco io, e tu puoi solo ubbidirmi.”
“Non è che sei una sadica di quelle che amano le fruste ?” le chiese Lorena con un filo di voce.
“Ma sei scema ! Quello che intendo io è un sottile gioco fatto solo per arrivare il più tardi possibile all’orgasmo, ma credimi quando arriva è ben altra cosa rispetto a quello provati sino ad oggi.”
La più giovane delle due rimase interdetta davanti a quelle parole, ma poi bastò un altro lungo bacio per farla capitolare.
“Va bene dimmi cosa devo fare.”
“Per ora nulla a parte darmi il tuo indirizzo e il numero di cellulare. Quando sarà il momento ti darò tutte le istruzioni del caso, ma sarà solo quando avrà ben più di qualche ora libera.”
Lorena tornò a casa in uno strano stato dove si mischiavano in dosi uguali eccitazione e timore, ma poi comprese che non poteva che aspettare la chiamata di Laura per capire cosa volesse realmente quella donna da lei.


Le due donne si videro più volte in palestra, ma non riuscirono mai a rimanere sole neanche il tempo per scambiarsi qualche effusione. Mentre a Lorena il tempo libero non mancava mai, Laura era un'avvocatessa di successo, che condivideva col coniuge un affermato studio legale, e quando non c’era il lavoro c’erano i figli.
“Forse sabato sono libera, mio marito dovrebbe andar fuori per lavoro e mando i ragazzi dai nonni.” disse una sera Laura a Lorena facendola impazzire di felicità “Comunque ti faccio sapere tutto venerdì, così puoi preparati meglio.”
Lorena passò il venerdì in attesa di un messaggio di Laura, e quando questa gli confermò l’appuntamento per il giorno seguente, si ritrovò al settimo cielo. Perchè se da un alto non sapeva a cosa andava incontro, dall’altro non vedeva l’ora di scoprire cosa quella donna aveva in mente per lei.
La giovane trovò un pacco al suo rientro a casa, e non appena fu dentro il suo piccolo appartamento non riuscendo a resistere alla curiosità, lo aprì ben sapendo che era di Laura
Dentro c’era un semplice vestito viola, che però era anche molto attillato anche se non troppo audace essendo una via di mezzo fra il metà coscia ed il sopra il ginocchio, ed un ridottissimo string dello stesso colore, che di fatto era composto da due fili che non potevano coprire nulla.
“Almeno non lascerà il segno sotto il vestito” pensò Lorena prima di leggere il biglietto della sua prossima amante.
“Domani passerò a prenderti alle 14 e dovrai indossare quello che ti ho mandato, oltre a delle scarpe con tacco sette e una piccola borsa. Mi raccomando la puntualità anche perché non abbiamo molto tempo. Laura.”


Il giorno dell’appuntamento Lorena era tesa come una corda di violino, fasciata nel suo vestito viola, pronta con mezz’ora d’anticipo sull’orario stabilito. Laura arrivò in perfetto orario a bordo di una grossa Mercedes, e non fece in tempo a prendere il cellulare che Lorena era già in strada pronta a salire in macchina.
“Vedo che il vestito ti sta benissimo.” disse Laura dopo aver fatto salire la giovane in macchina.
“Sì è proprio la misura giusta.” le rispose Lorena con aria civettuola.
“Adesso allarga le gambe e fammi vedere il resto.” le ordinò con voce autoritaria la donna.
Lorena ubbidì arrossendo non poco, ma quello fu nulla rispetto a quello che accadde dopo.
“Il mio unico scopo oggi è quello di farti impazzire eccitandoti all’inverosimile.” le disse Laura dopo aver poggiato una mano sul suo interno coscia “Adesso andremo al centro commerciale e faremo un lungo giro soffermandoci in ogni camerino disponibile. Una volta dentro tu alzerai il vestito sino alla vita e se ti dirò d’assumere la posizione uno ti metterai spalle al muro, due faccia al muro e tre ti piegherai in avanti sino ad afferrarti le caviglie con le mani, sono stata chiara ?”
“Sì Laura.”
“Non credi sia meglio sì padrona ?” le fece notare la donna.
“Sì padrona è meglio così.”
“Bene una volta finito di giocare nei negozi andremo a casa mia dove sarà mia cura occuparmi del tuo bel culo, perché una come te è chiaro che dietro l’ha preso ben più d’una volta, e che ti piace fartelo sfondare o sbaglio ?”
“No padrona non sbaglia.”
Laura continuò a sfiorare la passera di Lorena sino a quando non arrivarono al centro commerciale, e una volta posteggiata la macchina, iniziarono a girare per i negozi come se fossero due normale amiche.
“Prendi quel vestito viola che andiamo a provarlo.” disse all’improvviso Laura cogliendo del tutto impreparata la sua nuova sottomessa.
Lorena non prese neanche la sua taglia tanto era nel panico, ma agguantò il primo vestito della fila, e con quello entrò nel camerino con Laura.
“Posizione uno !” ordinò la dominatrice col suo consueto tono perentorio.
La giovane ubbidì alzando il proprio vestito sino alla vita, e subito dopo Laura la baciò con passione, infilandole contemporaneamente due dita dentro la passera.
“Hai già un lago fra le gambe e siamo solo all’inizio.” le sussurrò all’orecchio l’esperta dominatrice “Mi chiedo come farai dopo aver visitato una decina di camerini.”
Nel secondo camerino Laura sodomizzò Lorena con un paio di dita, nel terzo la riempì entrambe le porte del piacere con le sue falangi, mentre nel quarto la fece mettere faccia al muro per poi sculacciarla fin troppo sonoramente.
Lorena era ormai succube dell’altra donna, e ubbidiva senza dire nulla, se non “Sì padrona” quando le veniva chiesto in modo ironico il suo assenso. Nello stesso tempo la sua eccitazione saliva sempre più, tanto che dovette trattenersi per non gemere troppo forte dal quinto camerino in poi, quando Laura iniziò a penetrarla con sempre più dita, che poi le faceva leccare. Quello che però di più l’inchiodava nel suo ruolo di sottomessa, era la curiosità di scoprire cos’aveva in mente per lei la sua dominatrice, perché le era ben chiaro che quel giorno nulla era lasciato al caso, e che ogni singolo passaggio era stato ben studiato da Laura.
“Posizione tre.” le disse nel decimo camerino in cui entrarono.
La giovane si mise nella posizione richiesta, e subito dopo Laura le mise dentro la passera un ovetto vibrante che poteva comandare a distanza.
“So che vorresti qualcos’altro, ma se vuoi chiamo il primo che passa per farti scopare, e magari se è abbastanza furbo da capire la troia che sei, te lo mette anche nel culo, che dici cerco qualcuno ?”
“No padrona voglio essere solo sua.” le rispose Lorena giunta quasi al limite della sopportazione.
“Brava risposta esatta, quindi meriti un premio, alzati.”
Mentre Lorena si ricomponeva Laura alzò al massimo la vibrazione dell’ovetto, facendo piegare le gambe della giovane.
“Metti a posto quel vestito che andiamo a prenderci qualcosa da bere.” le disse la donna con indifferenza.
I minuti che seguirono furono per Lorena un’autentica tortura, con Laura che aumentava e diminuiva la vibrazione dello stimolatore vaginale a suo piacimento, mentre le parlava di vestiti ed accessori con una naturalezza a tratti sconvolgente.
La legale era abituata a disporre a suo piacimento giovani donne vogliose di provare la sua dominazione, che era sì molto intensa, ma assolutamente non violenta, e quindi sapeva sino a che punto si poteva spingere per creare desiderio, senza però mai esagerare troppo e far finire in malo modo il suo gioco preferito.
Anche quando si sedettero in un bar per bere, Laura non smise mai quella sottile tortura, tanto che l’altra donna quasi smise di parlare tanto era concentrata nel non farsi scoprire così eccitata.
“Bene ora andiamo a prendere un paio di scarpe che ci serviranno a casa.”
Lorena non comprese quelle parole, ma fu ben lieta che Laura avesse spento la vibrazione dell’ovetto, e non capì neppure perché una donna di classe come la sua dominatrice, comprasse delle fin troppo banali scarpe con la punta a triangolo e un lungo tacco a spillo.
“Accompagnami in bagno che poi andiamo a casa.”
Laura però non la portò nei bagni delle signora, ma approfittando del fatto che non c’era nessuno in giro, in quello dei disabili, dove ordinò alla giovane di assumere la posizione numero tre.
“Sai non vedo l’ora d’arrivare a casa mia solo per sfondarti il culo, intanto vediamo di tenerlo pronto con questo.” disse Laura prendendo dalla borsa un plug che subito sparì nel buchetto di Lorena.
“Anch’io non aspetto altro che essere sua padrona.” le rispose l’altra con gli umori che ormai le colavano copiosi lungo le cosce.
“Lo so troietta in calore, adesso andiamo e vedi di camminare dritta.” concluse Laura dando due piccoli colpi sul pomello del plug, prima di rimetterle a posto il vestito.
Durante il viaggio in macchina la legale non tolse mai la mano dalla passera di Lorena, se non quando l’usava per giocare col comando a distanza dell’ovetto.
La giovane non diceva nulla, cercando di trattenersi dal gemere troppo forte per non far indispettire la sua dominatrice, che ben sapeva sino a che punto poteva tirare la corda.
Una volta arrivate nel lussuoso appartamento di Laura la musica per Lorena non cambiò, anzi la sottile tortura a cui era sottoposta diventò ben più crudele.
Appena chiusa la porta di casa, la dominatrice si mise alle spalle della sottomessa ed iniziò a palparle il seno con sempre più vigore, mentre le baciava il collo coll’ardore di una vampira.
Lorena uscì ben presto di testa ed alla fine cercò di girarsi per baciare Laura, ma questa per riposta la spinse contro il tavolo, per poi farla piegare sino a quando la faccia non toccò il piano in legno. Con movimenti apparentemente lenti le scoprì le natiche, che poi colpì con piccole serie di colpi di forza sempre maggiore, alternando le sculacciate a dolci baci sulla passera.
“Ti prego fammi venire.” mormorò Lorena mentre l’altra donna le leccava il sesso.
“Tu non hai ancora capito un cazzo !” esclamò Laura quasi furibonda “L’orgasmo è un lusso che dovrai guadagnarti e non l’otterrai implorando pietà ! Adesso spogliati e poi siediti su quella poltrona con i polsi ben poggiati sui braccioli.”
Lorena ubbidì dopo aver compreso che non poteva far altro che seguire ogni direttiva che riceveva, e non appena fu nella posizione richiesta, Laura le legò i polsi ai braccioli usando due foulard tirati fuori da un cassetto.”
“So benissimo che in questo momenti ti faresti scopare anche da un cane.” disse la padrona di casa mentre si spogliava “E del resto non sei che una cagna in calore pronta a tutto pur di soddisfare i propri istinti bestiali, ma hai accettato che fossi io a condurre il gioco ben sapendo a cosa andavi incontro, quindi ora puoi solo pregare che dopo aver goduto io, ti conceda d’infilarti le dita dentro la tua fica.”
Laura prese il comando dell’ovetto che aveva lasciato dentro la passera di Lorena e alzò la vibrazione al massimo, prima d’andarsi a sedere su una sua coscia e riprendere a baciarla e toccarle una tetta e la fica.
“Dimmi piccola puttana vogliosa quand’è stata la prima volta che un uomo te l’ha messo nel culo.”
“A diciott'anni dopo la mia festa, il mio ragazzo d’allora mi portò in cantina, e siccome non ero più vergine me lo mise dietro perché secondo lui dovevo diventare donna.”
“E t’è piaciuto.” le chiese passando alle sue spalle ma senza mai smettere di stimolarle il seno e la passera.
“Sì anche se mi ha fatto male, o forse proprio per questo, non saprei dirlo.”
“E la prima volta che una donna ti ha messo sotto ?”
“Una mia compagna di scuola, andai da lei con la scusa dei compiti, ma poi passai tutto il pomeriggio a leccarle la fica, e solo quando si stancò mi mise un vibratore dentro per far godere anche me.”
Quasi senza accorgersene Lorena scivolò sempre più in basso, sino a ritrovarsi sul bordo della seduta, e a quel punto Laura iniziò a schiaffeggiarle la passera, portandola al limite dell’orgasmo.
“Lo so che vorresti che ti scopassi, invece dovrai ancora aspettare a lungo, sempre che tu faccia la brava ed esegua alla perfezione ogni mio ordine.” le disse la dominatrice mentre la slegava dalla poltrona per poi ammanettarle i polsi dietro la schiena “Adesso in ginocchio e leccami la fica perché ho voglia di godere.”
Laura prese il suo posto sulla poltrona e così a Lorena non rimase che inginocchiarsi ai suoi piedi e leccarle con devozione la passera. Quel che la piccola schiava non poteva sapere, è che quella donna era fin troppo abituata a controllare il proprio piacere, e che era in grado di trattenerlo per un tempo pressoché infinito.
“Dal primo momento che t’ho vista ho capito che sei solo una cagnolina bisognosa di una padrona, e puoi stare tranquilla che da oggi in poi sarai sempre e solo mia. Fra l’altro visto che ti piace il cazzo potrei usarti insieme a mio marito, che quando si tratta di sfondare un bel culo non si tira mai indietro.”
La dominatrice si gustò ogni attimo passato ad insultare Lorena, che non smise mai di leccarle la passera, per la quale sembrava che l’orologio si fosse fermato. Solo quando non riuscì più a trattenersi Laura venne con tale intensità che la lasciò a lungo senza fiato, e proprio in quel momento la giovane comprese la potenza della negazione dell’orgasmo.
“Visto che sei stata brava ed è la tua prima volta ti farò godere, ma per tua sicurezza è meglio che ti leghi al tavolo, quindi piegati contro di lui con le braccia in avanti.”
Lorena non capì il perché di quell’ordine, ma l’eseguì senza fiatare troppo vogliosa di poter venire finalmente anche lei. Una volta che si mise nella posizione ordinata, Laura le legò i polsi alle gambe del tavolo, per poi toglierle sia l’ovetto che il plug, lasciando così vuoti i suoi orifizi. Con calma prese scelse due vibratori, uno lungo con una pallina come terminale che usò  per il buchetto, e l’altro a coniglietto per la passera. Lorena subì la doppia penetrazione senza dire nulla, e per un attimo si stupì che non provava nessun particolare piacere, ma poi bastò che Laura accese i due oggetti per mandarla in un’altra dimensione.
La giovane comprese perché era stata legata, infatti si dimenava tanto che Laura fece fatica a rimanere al suo fianco continuando ad usare i due vibratori, e quando l’orgasmo la travolse fu di una tale violenza che si mise ad urlare come non le era mai successo in vita sua. Per un tempo che non seppe calcolare fu avvolta da un piacere mai provato, che quasi le fece esplodere la testa per la sua potenza, ma soprattutto l’esperta donna non smise mai di masturbarla come se dovesse ancora venire.
A Lorena parve di passare da un orgasmo all’altro, ed un altro ancora sino a quando Laura non si fermò lasciandola distrutta sul tavolo.
“Allora mia giovane schiava ne è valsa la pena attendere tutto il giorno per un orgasmo così ?”
“Sì padrona anche se non credo di riuscire a stare in piedi.”
“Oh sì che ci riuscirai, intanto ti slego, ma tu muoviti solo se te la senti, e prenditi tutto il tempo che vuoi.”
Lorena si ritrovò libera da ogni legatura con le gambe ancora tremolanti, ma riuscì lo stesso a mettersi in piedi anche se poi crollò sulla poltrona.
“Davvero vuoi farmi scopare da tuo marito ?” 
“No è solo per prenderti in giro. L’umiliazione verbale fa parte del gioco, ma soprattutto una come te la voglio solo per me, ed in ogni caso senza uomini di mezzo.”
Laura spiegò con calma la sua visione della dominazione, dove di fatto non c’era alcuna violenza fisica, ma una costante supremazia mentale che però doveva portare entrambe le donne al piacere, e poco importava se non potessero avere l’orgasmo nel medesimo momento.
Lorena non solo fu una spugna pronta ad assorbire il sapere dell’altra donna, ma capì che non sarebbe più potuta tornare indietro, ad un semplice rapporto saffico, e ancor di meno ad uno con un uomo che magari pensava solo a scopare.
Quando si riprese completamente Lorena si rivestì per tornare a casa sua, certa di aver scoperto un nuovo mondo, e che quello era solo l’inizio di un cammino che non sarebbe stato breve.


 

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Categorie: Lesbo
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