Il tuo ragazzo si oppone, ma ti ha fatto incazzare come non mai, quindi ordini di legarlo ma non bendarlo, perché deve vedere.
Attorno a te ci saranno una dozzina di uomini, dai quaranta in su, adulti, che ti desiderano, che ti vogliono: legano il tuo fidanzato ad una sedia e iniziano a dirti quanto sei bella, quanto sei sexy, quanto sei desiderabile.
Tu indossi una canotta blu, di quelle elasticizzate, che aderisce al corpo, delineando le forme del tuo seno, e una gonna in jeans, corta. Sotto un tanga, blu come la canotta.
Gli uomini ti sono vicini, continuano a parlarti, alcuni ti accarezzano
Ti siedi lasciando intravvedere il tanga sotto la gonna: I loro sguardi vogliosi ti piacciono, i capezzoli incominciano ad ergersi, si vede che spingono il tessuto della canotta.
Guardi il tuo ragazzo: sembra un pulcino impaurito...ma non te ne frega un cazzo di lui, ora, ti ha fatto troppo incazzare... poi ti piace essere circondata da uomini che ti vogliono.
Qualcuno ha tirato fuori il cellulare e ha iniziato a fotografarti.
Ti chiedono se ti dà fastidio, domanda retorica perchè nessuno lo avrebbe comunque riposto, ma in ogni caso tu rispondi di no, non ti dà fastidio, anzi tu e il tuo ragazzo sapete quanto ti piace essere fotografa, quindi ne approfitti per assumere delle pose leggermente sexy, ma non volgari, tu non sei mai volgare.
Senti una voce dietro di te che ti chiede di allungarti sulla sedia, lo fai, e allunghi anche le braccia dietro e senti un corpo, maschile. Le tue mani sono all’altezza del suo bacino, le allunghi dietro e senti il suo fondoschiena, tonico, forte, i muscoli dei glutei che si tendono, e tu li stringi per meglio sentirne la consistenza: il tuo ragazzo non ha un culo così, pensi.
La persona dietro di te inizia ad abbassarti le spalline della canottiera, tu lasci fare: il gruppo di maschi si stringe intorno e continua a fotografarti, o a filmarti… in realtà non lo sai, inizia a pensarci, per un attimo dubiti di fare la cosa giusta…ma ecco: lentamente le spalline abbassate hanno lasciato uscire un seno, i commenti di approvazione si sprecano, gli sguardi di ammirazione sono tutti su di te, i click degli scatti delle foto sono copiosi e tu ti senti inebriare da tanta attenzione. Visto il successo scegli di scoprire anche il secondo seno: è un tripudio, tutti gli uomini ora ti cercano, li senti tutti per te. Qualcuno allunga una mano e ti tocca il capezzolo del primo seno scoperto, il destro, che è teso, e sensibile. Tu ti ritrai, gatta morta, però il tocco ti è piaciuto, un fremito nel basso ventre te lo dice, un calore ancora più giù te lo conferma.
Quando la canotta è completamente scesa, l’uomo dietro di te ti riprende le braccia, ha un tocco leggero ma sicuro, te le fa riallungare così che il tuo seno possa stendersi in tutta la sua ampiezza; lui ti tira delicatamente le braccia e tu sei costretta, a causa della spalliera della sedia, ad inarcare il busto: i tuoi seni si ergono ancora di più, e su di essi svettano i capezzoli, scuri , duri come non li hai mai sentiti, persino la loro aureola si è ristretta e sollevata, su di essi senti l’alito degli spettatori che ora sono vicinissimi perché voglio immortalarli nelle loro foto, dei primi piani bellissimi…e vicinissimi, qualcuno ti sfiora il seno, qualcuno altro il ventre, ti viene voglia di ritrarti ma con le mani tenute dietro non riesci….guardi il tuo ragazzo, ma lui non c’è più, è lì come un bambolotto, ipnotizzato e più bavoso del più maniaco che hai attorno…
L’uomo allenta la presa e tu puoi rilassare il busto, qualcuno ti chiede di guardare in camera e tu giri la testa per farti riprendere, altri ti dicono quanto sei bella, alcuni ti accarezzano i capelli: ti senti a tuo agio, non c’è violenza… solo dolcezza … forse un po’ di lussuria, ma nessuna forzatura.
Una mano ti sfiora una coscia, un’altra la senti sull’altra gamba, una tocca un polpaccio, una una caviglia: capisci che ti chiedono di allargare le gambe e tu ti concedi. Gli sguardi si intrufolano sotto la gonna, anche qualche telefonino, una mano ti tocca l’interno coscia e preme, tu intuisci che ti chiede di allargare di più, e lo fai.
Il tuo tanga blu, visto da qui sotto, copre la vagina ma poi sparisce tra i glutei…bellissime natiche abbronzate, come il resto del corpo: nessun segno di cellulite, nessun pelo, sei proprio bella e lo sai.
Ti fanno alzare e mettere di spalle con una gamba sulla sedia, le braccia appoggiate allo schienale: la tua schiena è perfetta, dritta, una leggera curvatura prima di scendere al bacino, proprio come i modelli che vedi sui libri di anatomia. Alcune mani te la accarezzano, alcuni ti toccano il collo… lì ti piace che ti tocchino, sollevi i capelli ed inarchi la schiena mentre un brivido, o più d’uno, ti percorre la spina dorsale.
Una mano da dietro si insinua lentamente verso il tuo seno destro, la senti calda, la senti che ti raggiunge il capezzolo e lo tocca, senti un polpastrello che sfiora l’aureola, fa un paio di giri attorno, prima più larghi poi si avvicina sempre più al centro. Ora è sul capezzolo, lo sfiora un paio di volte quasi a misurarne la lunghezza e poi lo tocca in cima per poi ridiscendere sull’altro lato… mmm, pensi, ma non lo dai a vedere, vuoi mantenere il controllo della situazione, in fondo è una novità anche per te, non ti sei mai trovata alla mercè di sconosciuti.
Un’altra mano, sempre da dietro, ti tocca il fianco sinistro e si avvicina lungo il bacino, raggiunge il bottone della minigonna, che apre con estrema facilità, e tira giù la cerniera…altre mani tirano giù la gonna prendendola da sotto e così facendo ti sfiorano le gambe…altre la tirano giù da sopra infilando le dita tra la gonna ed il tuo corpo e, mentre questa scende, le senti toccarti la pelle nuda delle natiche. Per un attimo le strigi, ma poi capisci che il tocco ti piace, e lo cerchi rilassando i muscoli, quasi a bloccare la gonna, perché vuoi che le mani restino lì, incollate a te.
L’uomo di fronte a te, quello che prima ti era dietro, quello con il bel culo muscoloso, ti sussurra qualcosa all’orecchio… non capisci cosa dice, ma il solo leggero movimento d’aria uscito dalle sue labbra ti crea una piacevole sensazione di calore, umano, …avvicini l’orecchio alla sua bocca fino a sfiorarne le labbra…l’uomo ripete la frase con le labbra ormai attaccate al tuo orecchio, ed il loro movimento ti produce quella sensazione di leggero prurito che è stimolo erogeno, e il tuo corpo percepisce il piacere che ti sta dando inclinando la testa verso il lato opposto, offrendo così il collo allo sconosciuto, che capisce, e lo bacia.
Intanto la gonna è scesa alle caviglie…i tuoi glutei sono alla mercè dei fotografi: qualcuno, vedendoti assorta nell’assaporare il bacio sul collo, la testa inclinata gli occhi socchiusi, avvicina la mano e inizia ad accarezzarli. Un altro li allarga per vedere, e fotografare, il tanga tra le natiche. Un altro ancora appoggia la mano più sotto e li solleva per vedere meglio cosa il tanga copre, lì, alla fine delle natiche e all’inizio della figa.
L’uomo smette di baciarti sul collo, ti risvegli, lui ti guarda negli occhi e ti dice: ora il tanga.
Sarà come te lo ha detto, saranno le continue vibrazioni che tutti quei tocchi trasmettono al tuo cervello, sarà tutta la situazione, ma in quell’istante hai sentito un lago, lì tra le cosce, un calore inatteso quanto piacevole; per un attimo infinitesimale le gambe hanno ceduto, la voglia di scendere ed impalarti su qualcosa di caldo e duro, ti ha quasi sopraffatta.
Ti siedi sulla sedia, guardi l’uomo dritta negli occhi, e ti giri verso il pubblico, stringi le gambe e prendi i lati del tanga: guardi chi hai di fronte, che in realtà non vedi accecata dal piacere, e lentamente, inizi a tirare giù. Prima scendono solo i lati, poi si scopre il pube, tiri ancora un po’ e appare il monte di venere. Tiri ancora ed ecco apparire la vagina, glabra, perfettamente depilata, abbronzata come tutto il resto del corpo. Tutti ti guardano, o meglio, senti che tutti ti guardano, senti i loro commenti, e senti i loro respiri ormai pesanti, quasi affannosi.
Ti sollevi dalla sedia e via, il tanga scende fino alle caviglie: ormai sei nuda.
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«Si molto bello certo che aspetto che lo completi»
«Veramente bello! un continuo ci starebbe; ma anche così il racconto lascia spazio all'immaginazione.»