1. Premessa. 


Con questo racconto mi accingo ad intraprendere una strada nuova e praticamente ancora inesplorata rispetto alle mie consuetudini: quella della sottomissione e del BDSM. 
Prima, però di inoltrarmi nella vicenda che vi voglio raccontare, come sempre ritengo opportuno presentarvi gli “attori” che ci accompagneranno lungo questo cammino…


Primo di tutti, c’è Patrizio, l’interprete principale, un normalissimo ragazzo di 24 anni, alto 1 metro e 73 centimetri per 80 kg., leggermente sovrappeso e molto pigro.
Intelligente sopra la norma, si è ritrovato a lavorare in un tipico e noioso ufficio della provincia del centro Italia, per la precisione a Orvieto.
Patrizio, è fidanzato da poco tempo con Emilia – una brava ragazza dall’aspetto però molto provocante –, e il suo “segreto” (quello che poi sarà la sua rovina…) è che è assolutamente dipendente dalla pratica della maturbazione: si sega durante le ore di lavoro, a casa, appena può, facendo oggetto del suo piacere Ilaria e Lucilla, due amiche bellissime di vecchia data ed ex compagne di classe della fidanzata, di quelle che riempiono il proprio profilo Instagram di foto “da porche”, che le ritraggono in viaggio o a durante feste molto particolari…


Emilia, la ragazza di lui, ha la sua stessa età, ed è una studentessa universitaria modello. 
Viene da una famiglia “complicata” – abbandonata dal padre da piccola, è oltremodo legata alle sorelle, ed ha imparato fin da ragazzina a provvedere a se stessa e a loro –, e questo l’ha resa una ragazza dolce e premurosa. 
Ad uno sguardo superficiale, potrebbe sembrare una gran porca, ma – innamorata di Patrizio da anni – è fedelissima al suo ragazzo e poco propensa al sesso, anche se inizialmente i due si vedevano solo occasionalmente per fare l’amore.
Nonostante tutto, è una vera esperta di pompini e di spagnole, ma non è molto brava nello scopare, e non ha mai dato il culo (ne a Patrizio ne ad altri). 
Veste spesso in modo provocante, mostrando le sue belle forme generose: bassina sul metro e 60, rotondetta – pur non essendo grassa – sfoggia una quarta di seno grossa e leggermente cadente, e un culo non perfetto ma voluminoso.


Come già accennato, ci sono poi le due amiche, Ilaria e Lucilla, le classiche “troiette da social”, di quelle sempre pronte a pubblicare foto seducenti per attirare “like” e commenti di maschi arrapati.
Nei dettagli, Ilaria è alta 1.55 per 50 kg, magrissima ma con due gambe da capogiro (lunghe e toniche), un culo sodo pur non grande, e due tette floride e compatte (ha infatti una terza che strizza a forza in push up ridottissimi e in vestitini da vera troia).
Occhi e capelli castano chiaro, è il sogno erotico di tanti, tanto che due anni fa ha cominciato a fare ciò che aveva sempre scritto nei tanti messaggi social: è diventata una escort di lusso. 
Per fare questo, seleziona con cura i clienti, che devono essere necessariamente molto ricchi e in grado di consentirle vacanze in località  esclusive… 


Lucilla, invece, al contrario dell’amica, non fa la escort, ma più semplicemente si fa pagare dai suoi “sugar daddies” per accompagnarli nelle situazioni più disparate o per inviargli foto “senza veli”. Insomma, quello che Ilaria fa per soldi, lei lo fa per piacere. 
Ninfomane sempre alla ricerca di cazzi enormi che sappiano soddisfarla, fisicamente è alta 1.80 per 55 kg, magra (la classica cavallona), con due gambe chilometriche e un culo molto grosso ma tonico (non è un caso che il suo account instagram è pieno di particolari del suo culo) per via della attività di palestra che frequenta.
Occhi verdi e capelli castani, si trucca sempre pesante e sfoggia espressioni da porca, ha due tette minuscole (una seconda), e veste anche lei in modo provocante, con abiti aderenti.


Infine, ecco Louis, il capo di Patrizio. Di origine francese, 60 anni circa, è alto 1 metro e 65 centimetri per 80kg. E’ il classico uomo attempato – ricco ma brutto – che ci prova con le ragazzine, convinto che i soldi possano comprare tutto.
Capelli neri tinti tirati indietro con molto gel, una pancia pelosa e gambe grosse, scopre per caso la mania per le seghe del suo dipendente Patrizio, e sfrutterà questa sua “debolezza” a suo favore.


Bene, cari i miei lettori, mettetevi comodi che si va ad iniziare!


2. La scoperta. 


Un giorno, Patrizio, ebbe bisogno di una delucidazione su una pratica che il suo capo gli aveva affidato. Così, lasciando la sua scrivania, si avviò verso la stanza del superiore. 
Stava per bussare educatamente, quando udì degli strani rumori provenire dall’interno. Aveva quasi deciso di rinunciare a quel colloquio, rimandandolo ad un momento successivo, quando si avvide che la porta della stanza era socchiusa…
Si avvicinò senza fare rumore e soprattutto facendo bene attenzione a non essere scoperto dai colleghi, accostò l’occhio allo spiraglio rimasto, e vide una cosa che ci mancò poco lo lasciasse preso da una sincope.
Dentro la camera, appoggiata alla scrivania, c’era Ilaria, nuda, e quel porco se la stava scopando a pecora.
Patrizio, udì distintamente le sue parole che – nella foga dell’amplesso – le dicevano:
- “Lasciati andare, piccola puttanella… Fatti scopare per bene… Se sarai carina con me, come mi pare di vedere, non avrai che da chiedere… Avrai tutto ciò che vorrai…”. 
Subito, vide la ragazza voltarsi verso quel vecchio e baciarlo; poi, aprì bene le gambe… Le sue mutandine erano finite già sul pavimento, mentre la lingua di Louis era entrata nella fica.
Vide anche il momento in cui lei venne, grazie al sapente lavorio delle sue dita, e quando quel laido tirò fuori dai pantaloni un cazzo durissimo e glielo mise dentro…
Ilaria era eccitata come non mai, e con la voce roca dall’intensità del momento gli disse:
- “Dai toro, fammi godere tantissimo, voglio la sua sborra dentro, in bocca, dappertutto… Per quello che paghi, puoi fare tutto, anche prenderti il culetto se vuoi!”.


Il ragazzo, credeva di sognare, per la prima volta vedeva Ilaria come l’aveva sempre sognata mentre le dedicava infinite seghe…
Era tentato di omaggiarla come meritava, ma nonostante tutto era troppo rischioso farlo lì, davanti a quella porta e non avendo il completo controllo della situazione.
Ad ogni modo, quello “spettacolo” gli rivelò due cose: la prima che la sua amica era proprio una troia; la seconda, che lo faceva per denaro… 
In parte deluso, si disse, tra se e se:
- “Potrei pure avere gli argomenti adatti, fisicamente, ma contro il denaro c’è davvero poco da fare per uno come me…”.
Si ricompose, e quatto quatto tornò alla sua postazione di lavoro, eccitato come un mandrillo… Per fortuna che la sua scrivania copriva un’imbarazzante erezione che gli gonfiava la patta dei pantaloni…


Ma le sue scoperte non erano finite lì… Difatti, sempre nella stesa sede, qualche tempo dopo, Patrizio si trovò nuovamente davanti a qualcosa di ancor più inimmaginabile di ciò che aveva visto con Ilaria… 
Questa volta, fu tutto chiaro fin da principio: infatti, da quello spiraglio, si poteva ammirare Louis sdraiato supino sul tavolo, con il cazzo che svettava verso l’alto. 
Patrizio, non riuscì a quantificare le sue misure, che dovevano comunque essere davvero notevoli, poiché su quel membro equino stava allegramente saltando Lucilla…
- “Dio mio, ma è tutto vero o è un’allucinazione?”, pensò stralunato l’impiegato, “L’altra volta Ilaria e oggi pure Lucilla?”.
Patrizio cominciava a pensare che non si trattasse più di una mera coincidenza, ma ad ogni modo gli stavano sottraendo gli “oggetti” privilegiati delle sue seghe… Era come se Louis le stesse “profanando” moralmente, ma in realtà lì davanti ai suoi occhi c’era molto, molto di più…


Anche Lucilla pareva essere liberamente lì, senza alcuna costrizione, ma c’era qualcosa che non era la stessa di quando aveva ammirato l’altra amica… Lì per lì, non riuscì a capire cosa, ma qualcosa non quadrava… 
Gli fu tutto chiaro quando, pochi istanti dopo, la giovane, si rivolse al suo “benefattore”:
- “Papi, sai a me non interessano i soldi che dai a quella troia di Ilaria… A me basta che mi porti in vacanza in bei posti… Per il resto, scopare con te è una vera delizia…”.
Fu lì, che capì di essere di fronte a una perfetta “sugar baby”, e il desiderio di possedere entrambe cominciò a lavorare nel suo cervello… Tanto che – quando la ragazza “scese da cavallo” – lui si ritrovò i pantaloni bagnati con una chiazza scura proprio sul davanti.


Da quel momento in avanti, durante le innumerevoli sessioni di masturbazione, Patrizio ebbe dinanzi agli occhi non soltanto una onirica immaginazione come era stato fino ad allora, ma i corpi nudi veri e propri delle sue amiche, e ciò aggiunse una carica in più alla sua “azione”…


3. Festa a casa del capo. 


Patrizio pensò e ripensò mille volte a ciò che aveva visto nell'ufficio del suo capo, e si convinse che Louis non aveva lasciato quella porta socchiusa per sbadataggine: lui, era un uomo così meticoloso che badava anche ai dettagli, figurarsi se in previsione di un evento così "personale" si sarebbe lasciato andare a una leggerezza tanto madornale. 
No, in realtà quella era stata una sua scelta ben precisa, per mettere alla prova il ragazzo... 
E senza volerlo, in quella valutazione fu anche aiutato da Lucilla, la quale per "ragioni tecniche" – stava a smorzacandela con il volto rivolto verso la porta –, aveva potuto vedere gli occhi stralunati dall'eccitazione di Patrizio che li osservavano. 
La ragazza, infatti, invitata dall'uomo per un'altra scopata, esordì dicendo: 
- "Louis, a te eccita se ti guardano mentre fai sesso?". 
Ci fu un attimo di silenzio... Il capo prendeva sempre le sue precauzioni per non essere ricattabile, e quindi si domandò dove lei volesse arrivare... 
Poi, le rispose: 
- "Onestamente, non me ne frega niente, ma perché me li chiedi?". 
E lei, con un pizzico di malizia: 
- "Perché quando l'altra volta il tuo cazzone mi stava sventrando, ho visto quel tuo dipendente... Come si chiama... Ah, si Patrizio... Mi pare... Beh, lui ci stava guardando...". 
- "Ah, si", rispose Louis quasi annoiato, "che vuoi, è uno sfigato... Hai presente Ilaria, la tua amichetta con cui qualche volta giochiamo insieme? Beh, mi ha detto di aver scoperto che si spara tante di quelle seghe pensando a voi due... Che quasi se lo consuma... Ahahah...". 


Lucilla, gli mise il broncio... Pensava di avergli dato una grande notizia, e invece... Il suo papi già sapeva tutto... 
Così, si giocò l'ultima carta che aveva in mano, e che certamente l'uomo non poteva conoscere: 
- "...Però sono sicura che c'è una cosa che non sai... Quello sfigato, come lo chiami tu, ha una fidanzata che è una gran gnocca... Sì, lo so, quel bestione – disse indicando il cazzo – chissà quante ne ha castigate, ma un culetto vergine non ti piacerebbe?". 
Sveglia com'era, sapeva di aver toccato le corde giuste, e perciò rimase in attesa di una sua reazione. 
Che non tardò ad arrivare: 
- "Effettivamente... Rompere i culetti è sempre stata una mia specialità... Oltretutto, se quello si ammazza di seghe, vuol dire che non fa molto altro... Gli insegnerò io come si scopa una donna...". 
Ci pensò un attimo su, e poi ancora: 
- "Tu e Ilaria siete proprio adatte... Mi aiuterete... Viste le sue manie, farete da esca...". 


Aveva deciso di tendergli una trappola, e la studiò proprio bene... 
Con la complicità dei soliti dipendenti baciapile – presenti come il sale in ogni ambiente – gli fece recapitare un invito per una festa aziendale che si sarebbe tenuta il sabato sera presso la sua villa in campagna. 
Visto che tentennava, i colleghi complici finsero stupore e invidia perché ad essere scelto era stato proprio lui. 
Gli dissero: 
- "Ma vuoi scherzare? Non andare alla festa del capo sarebbe vista come una scortesia... Se ha invitato proprio te, può darsi che stia pensando a una promozione e vuole conoscerti meglio! Sei giovane, pensa alla carriera...". 
Alla fine, si convinse, e lesse mille volte il biglietto d'invito, il quale recitava così: 


" LA S.V. È INVITATA ALLA SERATA CHE SI TERRÀ PRESSO "VILLA GIULIA" IL 16 MARZO P.V. È GRADITA LA PRESENZA DELLA SUA SIGNORA". 


Patrizio ancora non ci voleva credere, ma si sentì talmente orgoglioso della cosa che non immaginò neanche potesse trattarsi di un tranello tesogli dal suo capo... 
Così, la sera della festa, si presentò puntuale, insieme alla sua fidanzata, ai cancelli della villa. 
Bussò, e fu accompagnato da un valletto fin sulla soglia di una sala...
Attraversarono lunghissimi corridoi, e la cosa strana era che non si udiva il brusio tipico della presenza di molte persone, fin tanto che la coppia non si rese conto che gli unici “invitati” sarebbero stati soltanto loro e... le due ragazze, Ilaria e Lucilla, oltre al padrone di casa ovviamente! 


Entrati che furono, la porta si rinchiuse alle loro spalle, e si ritrovarono davanti una scenografia che aveva dell'incredibile: il capo si fece trovare seduto nudo dietro una enorme scrivania, scortato da Ilaria e Lucilla, una alla sua destra e l’altra alla sinistra, le quali – istruite precedentemente da Louis – si presentarono avvolte in tutine nere di latex e con dei frustini in mano…


4. Coppia di troie. 


Le due ex compagne di scuola di Emilia si erano ormai calate perfettamente  nella parte di "Darkgirl", e Louis si stava divertendo un mondo nel vedere il suo sottoposto mangiarsi con gli occhi quelle troie sapendo di non poterle “toccare” per via della presenza ingombrante della sua fidanzata... 
Ma quando infine ritenne di essersela spassata abbastanza, fece cenno a Patrizio di avvicinarsi alla scrivania e cominciò a parlare, con sarcasmo: 
- "Bene, bene... Benvenuto nella mia umile magione… Ti ho invitato, perché ho saputo che sei un grande esperto dei giochi di mano, un esperto di calli...". 
Gli strizzò l'occhio sinistro, mentre le ragazze si misero a ridere sguaiatamente, e poi riattaccò: 
- "Lo so, qui davanti alla signorina forse ti vergogni di ammetterlo, ma vedi non c'è nulla di male... Noi maschietti abbiamo bisogno di dare sfogo a certi stimoli non proprio dichiarabili pubblicamente... E non dirmi che non è vero... Sappiamo tutti qui dentro che gran seghe che ti spari pensando a loro...". 
Guardò Ilaria e Lucilla, le quali gli rimandarono degli sguardi da porche e annuirono, sapendo già di essere da lungo tempo la causa di tutto ciò. 


Intanto, Emilia sarebbe voluta sprofondare al centro della terra pur di evitare quella umiliazione a sé stessa e in fin dei conti anche a quel degenerato che l'aveva messa in quel casino... 
Ma Louis tirò dritto per la sua strada, e rilanciò: 
- "Lo sappiamo tutti… O quasi… Comunque, so anche che ci hai spiati quando me le scopavo in ufficio...", e indicò con un dito teso prima l'una e poi l'altra, "e voglio in qualche modo risarcirti della sofferenza che ti abbiamo fatto patire, povero Patrizio... Ti offro la possibilità di passare dall'azione solitaria a fatti diciamo più concreti, più virili diciamo, facendo avverare così il sogno di tutta la tua misera vita...". 
Il ragazzo stentava a credere alle sue orecchie, preso com'era tra l'entusiasmo per quella prospettiva e la riprovazione che già si leggeva negli occhi della sua partner.
Allora, il capo, stanco di "giocare di fioretto", e di dover attendere oltre, diede in escandescenze: 
- "Lo capisci, pezzo di imbecille, che ti sto concedendo su un piatto d'argento l’occasione di scomparti entrambe le tue amiche?". 
E siccome Patrizio continuava a non reagire, decise di agire lui... Bastò un'occhiata perché le due puttanelle iniziassero a spogliarsi delle tutine, sfidando con perfidia l'impotente fidanzata... 
Le disse, Ilaria: 
- "Che c'è, non ci hai mai viste così? Lo facciamo per lui, poveretto... Se non gliela dai tu, gliela diamo noi... E con gli interessi!".
E Lucilla, aggiunse:
- “Eh si, questo fa la gatta morta, ma sotto sotto deve essere proprio un gran mandrillo…”. 


Emilia era impietrita dalla rabbia: non era mai successo prima che quelle due cercassero di soffiarle il suo uomo... 
Lui, invece, era come incantato, ma ben presente a se stesso, e noncurante della presenza della fidanzata, andò automaticamente con la mano a massaggiarsi il pacco. 
Questo gesto non sfuggì a Ilaria e Lucilla, le quali – scambiandosi un cenno d’intesa – si approssimarono al giovane, il quale si lasciò spogliare docilmente: via la giacca, e poi la camicia; giù i pantaloni, fino ai boxer, per rimanere completamente nudo anche lui... 


Ilaria, che era la più vacca delle due, si trovò direttamente a tu per tu con un misero cazzo di circa 15 centimetri; fece una smorfia di delusione, ma poi gli si inginocchiò davanti, gli carezzò velocemente le cosce, e quindi afferrò quell'uccello ancora moscio che stentava a "svegliarsi"… 
Lo scappellò in maniera profonda, fino a mettergli in tensione il frenulo, e – dopo esserselo messo in bocca – iniziò a fargli un lavoretto fantastico. 
A Patrizio, dall'emozione, tremarono le gambe e stava quasi per venire, ma quella sbraitò: 
- "Non ci provare nemmeno, che ho appena cominciato a divertirmi... Mamma mia, come sei eccitato! Su, stai calmo... Siediti sulla scrivania, apri le gambe un attimo, che ti tranquillizzo io...”.
Il ragazzo obbedì, andò verso Louis che già pregustava lo spettacolo a poca distanza dai suoi occhi, e la fanciulla – con la boccuccia a cuore – riprese daccapo a prendere quel membro tra le sue labbra.
Dopo un pò, maliziosa, alzò il viso, se lo fece uscire e gli domandò, conoscendo già la risposta:
- “Ti piace quello che ti sto facendo?”.
E Patrizio:
- "Altrochè se mi piace… Mi stai facendo godere...”.
Ma lei tornò a gridare:
- “Eh no, porco… Devi venire solo quando te lo dirò io!”.
Poi, Ilaria se lo rinfilò di nuovo tutto dentro fino in gola, e iniziò la sua solita succhiatina, mentre con le mani gli massaggiava le palle.
Si fermò ancora, e istruì Patrizio su cosa doveva fare:
- "Ora io rimango ferma, e tu spingi avanti-indietro il cazzo nella mia bocca…".
Il maschio – rosso in volto per il piacere, e spronato in quel modo –, afferrò la testa di quella femmina (che sembrava fare bocchini da sempre) con le mani, con forza le fece scoorere il cazzo in profondità, e – liberandosi da ogni freno inibitorio – la apostrofò:
- "Brava troia, succhia, che questa volta vengo davvero…".
In pochi istanti, Ilaria si trovò la bocca inondata da un misto di sperma e saliva, che subito prese a tracimarle abbondantemente dai lati.
Le faceva male la mandibola per lo sforzo, ma sorrise contenta: era riuscita a dimostrare a Patrizio – ma anche a Emilia - tutte le sue notevoli capacità nel sesso orale…


Il giovane – al settimo cielo – era ancora devastato dal piacere che Ilaria si rialzò, fece un volteggio su se stessa per fargli contemplare meglio anche il culo e la fica, e infine gli lanciò un bacio con il dito indice della mano sinistra,  prima di riprendere il suo posto accanto a Louis.


Ma il capo non era ancora soddisfatto dell’operato di quella puttanella, si sarebbe aspettato di più, e voleva eccitarsi nel vedere Patrizio al limite dello spasimo.
Perciò, tra il serio e il faceto, gli disse:
- “Complimenti, ragazzo… Hai due coglioni che sono una cisterna! Però, allora, non possiamo non approfittarne, vero Ilaria?”.
Rimandò la porcella a sollazzarsi di quei testicoli, la quale lo tirò giù dal tavolo  e si stese lei stessa a pancia in su sulla scrivania, proprio come fosse un succulento piatto da portata da servire al padrone di casa. 
Louis, le allargò le gambe e – dopo essersi inumidito le dita di saliva – le umettò la fessura vaginale. 
Quindi, prese a pastrugnarle le tette – grandi e sode – per mantenerla su di giri, le stuzzicò i piccoli capezzoli scuri, e fu a questo punto che la ragazza voltò la testa verso Patrizio e quasi lo supplicò: 
- “Forza, sbrigati… Fai il maschio… Scopami!!!!!”. 
Le si avvicinò anche Lucilla, che – divaricandole le labbra e aiutando quel pigro imbranato – approfittò di quella situazione per ciucciargli l’uccello, e quando tutto fu pronto mollò la presa e chiamò lui a salire sopra di lei. 
Patrizio si appoggiò con il cazzo sul monte di venere, e piano piano scese verso il basso, lasciando che la sua cappella, molto sensibile, sfregasse con un certo fastidio contro la fighetta bagnata di Ilaria... 
Puntò il suo attrezzo contro la vagina, spinse delicatamente, ed esitante le chiese: 
- "Ti faccio male?". 
E lei: 
- "Vai tranquillo, ne ho presi di veramente grossi...". 
La ragazza, ansimava e gemeva, si sentì accalorata in viso, e il respiro le si fece sempre più affannoso. 
Era fradicia di umori e pronta a prendersi quel cazzo, tanto che brutalmente lo esortò: 
- "Mettimelo dentro… Prendimi... Sono tua...". 
E così dicendo spalancò le cosce oscenamente, offrendogli il suo bene più prezioso. 
Ormai in preda alla massima eccitazione, Patrizio si liberò di ogni indecisione e riprese a spingere, mentre Ilaria – sentendo il membro toccarle l'utero – iniziò a provare un grande godimento, e pian piano si avvinghiò ai suoi reni... 
Lo incitò: 
- "Più forte... Voglio sentirlo tutto dentroooo!!! Mi fai morireeee... Sto venendo...". 
Il giovane accelerò il ritmo, scivolò completamente dentro di lei, e finalmente sopraggiunse per la ragazza un bell’orgasmo, forte, intenso. 
Dopo una decina di minuti, anche Patrizio – che fino a quel momento si era trattenuto dal manifestare apertamente le sue emozioni – gridò con quanto ossigeno aveva nei polmoni: 
- "Anche io vengo... Sborrooooo!!!". 
E quando infine si sollevò dal corpo di lei, dalla vagina colarono fuori fiumi di sperma che scivolarono densi fra le sue cosce. 


Intanto Emilia era rimasta là, in mezzo alla sala, incredula, al punto che non riuscì neanche a protestare.
Vedeva il suo uomo tradirla, tutti erano nudi tranne lei, e si sentì così infastidita come non si era sentita mai… 
Le sembrava di impazzire, non sapeva se si trovava in un sogno o se era tutto vero, e si augurò che la cosa potesse finire presto. 
Purtroppo, però, le sue speranze svanirono quando udì ancora la voce di Louis che diceva: 
- "Patrizio, non dirmi che sei già stanco... Un toro come te… C'è ancora Lucilla! Ti ho conservato apposta lei per ultima, perché è il boccone più pregiato...". 


Ebbene, per dare forma alle sue parole fece appoggiare la ragazzina prona, con le braccia distese sul tavolo, e le allargò le natiche... 
E mentre le massaggiava con abilità lo sfintere, disse lapidario al giovane: 
- "Vedi? E’ tua… A te l'onore di aprire la strada...”. 


A Lucilla piaceva sentirsi trattare come una sorta di schiava, e si mise da sola a pecorina, mentre questa volta fu l'altra a ciucciare il pisello moscio di Patrizio, che in breve riprese una condizione accettabile. 
La "vittima sacrificale" – forse per darsi coraggio, o per darne al ragazzo, anch'esso alla prima esperienza di quel genere –, senza guardarlo in faccia gli intimò: 
- "Ti voglio sentire nel mio culo... Adesso... Nel culo!!!". 
Lui, da parte sua, non aveva mai fatto quel servizietto a una donna, sapeva di non essere un superdotato e che quindi l'anale non sarebbe stata una cosa semplice, ma non si tirò indietro... Forse si vergognava, o forse voleva far vedere alla sua fidanzata quanto fosse "uomo", nonostante tutto. 
Quel buco, si apriva e si chiudeva ritmicamente, agitato, come se volesse fare l'occhiolino, e la penetrazione fu molto dolorosa: la giovane, infatti, sentì un dito che maldestramente stava tentando di forzare l’ano, ed emise un lamento: 
- "Ahiiii... Fai piano, così mi fai male, stai attento!". 
Allora Louis intervenne prontamente, e con la sua esperienza suggerì a quel  goffo inculatore: 
- "Così non va bene... Bagna il dito con molta saliva, vedrai che funziona...".
Patrizio, da bravo scolaretto, seguì il consiglio, ci sputò sopra e poi ricominciò la "marcia di avvicinamento". 
Il problema era che lo sfintere di Lucilla era davvero molto stretto, e non appena la prima falange tentava di raggiungere il retto questi vi si stringeva attorno impedendogli di proseguire; figurarsi cosa sarebbe successo quando avrebbe introdotto il glande!
Entrambi stavano diligentemente facendo la loro parte, ma sembrava che fosse tutto inutile... fin tanto che accadde qualcosa di inaspettato. 
Ilaria, che si era posizionata alle spalle del ragazzo, prese il comando delle operazioni... Sistemò con precisione la cappella a contatto con lo stretto pertugio, poi afferrò Patrizio per i fianchi, e – facendo pressione con tutto il suo corpo sui glutei di lui – diede un colpo secco in avanti. 
In tal modo, il cazzo superò di slancio l'orifizio: l'affondo fu accompagnato da Lucilla che ebbe un sussulto, e un grido di dolore le si spense in gola ancor prima di nascere… 


Ciò che accadde dopo fu solo una crescente galoppata nel corpo della ragazza, la quale prese a rantolare come un animale ferito mentre sentì montare un “indecente” appagamento, e il dolore andò svanendo. 
Fortunatamente per lei, quel ragazzo durò poco, le contrazioni delle sue palle si fecero sempre più frequenti, e una potente eiaculazione non tardò ad arrivare, cogliendo quasi di sorpresa Lucilla che con le viscere in fiamme cominciò a strizzarsi le piccole tettine e a contorcersi come una biscia. 


Era finita. La giovane si rialzò, tenendosi con una mano tappato il buco di dietro che continuava a rilasciare sborra calda, e – ancora dolorante per l’inculata che le aveva appena spaccato il culo – si rivolse al ragazzo: 
- "Non credevo che quel cazzetto potesse fare tanti danni...". 
E poi: 
- "Sei fortunata, Emilia!".


Finalmente, Patrizio aveva soddisfatto il suo sogno, e la presenza della sua fidanzata gli aveva stimolato una libidine ancora maggiore, se possibile.
Ad ogni modo, tutto era accaduto sotto un’apparente luce di “costrizione”…


5. Fatto cornuto.


A Patrizio sembrò davvero incredibile che si era scopato le due ragazze – benché con il determinante "aiutino" costrittivo del suo capo – e non si rese conto sul momento di tutto ciò che gli stava accadendo intorno. 
Ma quando si “risvegliò” da quello stato di quasi incoscienza, si avvide che Emilia, la sua fidanzata, era legata ad una sedia, nuda con solo le scarpe eleganti a tacco alto, bendata, gambe e braccia aperte, fissate ai piedi e ai braccioli... 
Era stato Louis a "comandare" quel trattamento, e lui – seppure d'istinto avrebbe voluto andare lì a soccorrerla – non poté far nulla... 


I due ragazzi si guardarono, e Patrizio vide negli occhi di lei come un muto rimprovero... 
Come poteva essere stato così stupido ad essere caduto in quella trappola? Disgraziatamente, capì che quello era il tacito prezzo del suo appagamento sessuale, ed ora toccava a Emilia saldare il conto... 


Ilaria, Lucilla e Patrizio si erano divertiti, ed ora toccava a lui, il capo. 
Il quale, rivolgendosi al giovane, con ironia gli disse: 
- "Le puttane si pagano, caro mio... Paghi tu, o paga lei? A dire il vero non mi dispiacerebbe farti quel culetto da signorina, ma siccome non sono una checca mi prendo lei, che non devi aver usato come si merita...". 
Si alzò dalla scrivania, e adesso c’era sotto gli occhi di tutti un biscione mostruoso che gli pendeva tra le gambe. 
Patrizio rabbrividì al pensiero che molto presto quell'attrezzo avrebbe letteralmente squarciato Emilia, la quale – al contrario – si sentì dei crampi di piacere avvolgerle il ventre.
Louis era un uomo gigantesco, muscoloso, che oltretutto quando voleva qualcosa se la prendeva senza chiedere nulla a nessuno... 


Si avvicinò alla ragazza, mentre Ilaria e Lucilla si approssimavano al fidanzato.
Ridacchiavano, poiché avevano puntato di nuovo il suo uccello... Lo avevano "provato" da poco, e – nonostante non fosse un extra-large – stavano pensando a come distrarlo dato sì che Emilia stava per essere scopata da Louis... 
Patrizio se le ritrovò una a destra ed una a sinistra, con le mani che salivano lungo le sue cosce. Si misero da sole a pecora, iniziando a stuzzicargli – alternandosi – le palle e il buco del culo, mentre lui posò una mano sul culo di ciascuna, sfiorandogli l'ano. 
A quel punto, Ilaria si sporse un poco con la testa in avanti e prese a “pizzicargli” con le labbra il filetto, mentre Lucilla iniziò a leccare l’asta che ormai si era fatta dritta e dura come un missile. 
Quel doppio pompino era troppo per Patrizio, a tal punto che dimenticò in un istante la sorte della sua ragazza... 


Ogni muscolo di Emilia vibrava come una corda di violino, e ogni sua percezione era  amplificata dall'impossibilità di vedere cosa stava accadendo attorno a lei… Tutto era consumato dal buio assoluto… 
La ragazza provò la durezza del legno su cui poggiava le chiappe, e i disegni ad altorilievo scolpiti sulla spalliera quasi le si conficcavano nel dorso. 
La tensione nervosa la portò ad accelerare il battiti, mentre tra le cosce anche la sua passerina grassottella sembrava risentirne, imperlandosi di scintillanti goccioline del suo saporito succo; le tette, invece, libere di oscillare, esibivano dei capezzoli turgidi per l’attesa di un futuro incerto. 
Era sulle porte dell'orgasmo quando Louis cominciò a sfiorarle il viso e poi il collo e le braccia. 
Le disse: 
- "Ora voglio vedere se sei così passionale come le tue compagne...". 
E riprese con quel tocco leggero ma deciso... Le trastullò i capezzoli, sfiorandoli appena, ma a Emilia quello sfregamento sembrò vigoroso come una frustata. 
Li sentì diventare durissimi sulla cima del petto grosso e leggermente cadente, e spingere all'infuori come a voler squarciare le mammelle. 
Per reazione, ebbe uno scatto verso di lui, il quale le afferrò quei chiodi stringendoli forte, e la ragazza non poté non reagire con uno strillo cristallino; ma l'uomo la fece tacere: 
- " Fai silenzio, troia... Fai schifo per quanto sei eccitata... Ma tranquilla, a te ci penso io...". 
Louis mollò la presa sui capezzoli, circumnavigò l’areola con un dito, e infine – disegnando il suo profilo – scese sulla pancia a trastullarsi con l’ombelico.
Commentò: 
- "Sei proprio uno spettacolo... Questo pancino riceverà tanta sborra quanta non ne ha mai accolta in tutta la tua vita". 
Si abbassò ancora di più sul monte di venere, acconciato con un bel pelo nerissimo e curato, e lambì l'interno cosce, per poi risalire nuovamente fino a raggiungere le grandi labbra e ad insinuarsi all’interno, a palpare le piccole labbra e il clitoride. 


Emilia era bagnatissima, e stava andando su di giri, ma – anche se di suo era poco propensa al sesso – si capiva che voleva molto di più. 
Prese a muovere il bacino andando incontro alle dita virili di quel maschio per farsele entrare il più possibile a massaggiare le pareti interne della vagina... 
La benda gli permetteva di provare sensazioni uniche, e difatti si abbandonò a un'implorazione, quasi una supplica: 
- "Ti prego, scopami!!!". 


Patrizio non credette alle sue orecchie: solitamente, la sua donna era difficile da "accendere", e invece in quel momento, con quell'uomo che nemmeno conosceva, stava quasi "elemosinando" un amplesso liberatorio... 


Louis, allora, decise di osare di più: le appoggiò la cappella alla bocca, e un vago sapore di pesce marcio pervase il suo cervello... 
Un sapore che, però, le piacque così tanto da spingerla a ghermire con entrambe le mani – e alla cieca – l'oggetto da cui proveniva quel beato effluvio. 
Il cazzo dell’uomo era ancora appassito, ma lei era una maga del pompino... Sapeva come "manovrare", conosceva i tempi alla perfezione, aveva coscienza di quando ingoiare e quando cacciarlo fuori... 
Le palle di Louis si stavano gonfiando preparandosi a pompare fuori della calda crema, ma fu allora che Emilia si fermò. 
Il capo di Patrizio, sulle prime, si sentì un poco offeso... Gli voleva venire in bocca per il gusto di vederla ingoiare tutto il suo piacere, ma lei lo aveva trattenuto a un passo dal paradiso. 
La ragazza lo sorprese ancora una volta: strinse l'asta turgida tra le sue tette possenti, e diede il via ad una spagnola – fatta di torsioni e strusciate – che rischiò di farlo eiaculare dopo pochi minuti, come un pivello alle prime armi... 


Nel mentre, Emilia sussurrò con un tono di voce impastata di desiderio: 
- "Ti voglio vedere... Per favore, toglimi la benda...". 
Louis stava impazzendo di piacere nel vedere quella femmina esercitare alla massima espressione tutti gli altri sensi, e poi aveva ancora altro in programma per lei... Perciò, le rispose: 
- "Sono io che decido... Non ti serve vedere con gli occhi, mi senti...". 
E puntando deciso all’obiettivo della fessura, spinse deciso… Prese a muoversi dentro... Fino quasi a estrarlo del tutto per poi ridiscendere nelle sue viscere con un colpo netto e forte che quasi la fece stramazzare. 
Emilia era senza fiato, con il grosso e ruvido pollice di lui che le solleticava il clitoride, e quel movimento a percussione nella vagina, sempre più rapido, veniva corrisposto da una risposta uguale e contraria, mentre i naturali spasmi le eseguivano una sorta di delizioso quanto micidiale massaggio. 
A un certo punto, lui la artigliò per i fianchi, e lei urlò per la violenta penetrazione: 
- "Uhhhh... Siiiii... Godooooo...". 
Louis era allo stremo, e cominciò a inondarla di sperma, e con i battiti a mille lei reclinò il capo all'indietro, inarcando la schiena... 
Restarono così avvinghiati, con il fiato grosso, finché lui non riprese vigore... Come se fosse rientrato in sé, le chiese:
- “Ma tu, prendi la pillola, vero?”. 
E lei:
- “Veramente… No!”.
Ci fu un attimo di esitazione, ma poi Louis risolse tutto con una battuta:
- “Beh, tanto il cornuto che se ne assumerà la paternità lo abbiamo…”.


Le sciolse le caviglie dalla sedia, e le sollevò le gambe sopra le sue spalle. Si piegò fino a raggiungere l’orecchio della giovane, e le mormorò: 
- "Ora, attiva tutti i tuoi sensi... e preparati a cogliere il piacere più grande...".
Si chinò, e le allargò le chiappe più che poté... Avvicinò la lingua a quel rosone chiaro che Patrizio non aveva ancora mai usato, e adoperandola come un pennello lo inumidì rendendolo più morbido e trattabile... 
Emilia, che non poteva vedere nulla, capì però subito le intenzioni dell'uomo, e cercò di sfuggire a quel “gioco”. 
Lo pregò, quasi piagnucolando: 
- "Nooo... Dietro no, non ci ho mai messo nulla... Ho paura!". 
Ma Louis non le diede retta, e – mantenendole il culo aperto con pollice e indice della mano sinistra – gli infilò dentro l'indice della destra, per poi farlo arrivare giù nell'intestino fino in fondo; quindi, cominciò a farlo girare da destra verso sinistra e viceversa, spalmando la saliva nella mucosa del retto…
Pur provando un autentico terrore, Emilia ebbe come una sensazione stupenda, ed ebbe la certezza che presto sarebbe sopraggiunto un potentissimo orgasmo. 
Dopo un pò, le dita nel culo si moltiplicarono… Divennero due, e poi tre… 
Emilia aveva sentito parlare di venire col didietro, ma solo in quel momento potè veramente cominciare a capire di cosa si trattava sulla sua pelle… 
Poi, improvvisamente, Louis le tirò fuori tutte, e la ragazza intuì che era davvero giunto “il” momento: la punta del glande pulsava frenetico, appoggiato al suo sfintere, e si stava facendo largo attraverso il budello…
Avvertì inizialmente un senso di malessere, ma era una sensazione a cui non avrebbe rinunciato per nulla al mondo… Gli gridò, incurante degli “spettatori” che stavano assistendo: 
- ”Su, non perdere tempo, rompimi il culo!!”.
Patrizio rimase incredulo… Non pensava che la sua donna potesse arrivare a tanto ed essere così porca… Non la riconosceva più! 
Ma lei incalzò il suo toro:
- ”Ti supplico, incula la tua schiava, entra… Presto!, non ce la faccio più ad aspettarti!”. 
Louis spinse senza soluzione di continuità, ed Emilia si sentì squartare, mentre il dolore aumentava sempre di più… Ma stava entrando, passo dopo passo…


Era stato davvero faticoso, ma ce l’avevano fatta, quel cazzo equino era giunto a destinazione… Tutto nel culo…
Ora il dolore era quasi svanito, e cominciava a manifestarsi il pieno godimento, libero, e infatti la ragazza tornò a sollecitarlo:
- “Distruggimi, non avere paura… Ce la faccio a resistere…”.
Patrizio cominciò a temere che la sua fidanzata era uscita di testa, ma Louis  prese a pompare l’ano con forza, esattamente come quando le aveva scopato la fica…
Adesso quel palo di carne entrava comodamente nel culo, e quando si ritraeva completamente lasciava libera una cavità che pareva un autentico crepaccio.
Ben presto, Emilia si stancò di quel “giochetto”, e gli intimò:
- “Vienimi dentro… Qui non c’è pericolo… Sto godendooooo…”.
Fu un orgasmo violentissimo, che per reazione la fece sussultare e la portò a contrarre lo sfintere con il cazzo saldamente inserito in mezzo…
Contemporaneamente, la giovane troia percepì un getto caldo invaderle l’intestino, e si accasciò sulla sedia, come una bambola di pezza senza più anima… 
Lentamente, quel mostro preistorico che aveva dentro di sé cominciò ad ammosciarsi, e ben presto prese a ripercorrere la strada a ritroso. 
Emilia, aveva fatto tutto ciò in uno stato di trance, e quando si riebbe vide dinanzi a sè Patrizio che la guardava.
Abbassò lo sguardo, e non sapendo che dire scoppiò in lacrime… 


6. Lo schiavo. 


Insomma, quella sera il ragazzo venne trascinato in un “gioco” più grande di lui... 
Lui ed Emilia, erano arrivati in quella villa per far piacere al suo capo (magari sperando poi in un occhio di riguardo in ufficio), immaginando di partecipare ad una festa affollata, e invece... Gliela fecero a loro, la "festa"! 
Patrizio, aveva scopato le donne dei suoi sogni, ma in cambio aveva dovuto cedere la sua compagna per nutrire le dissolutezze del suo superiore, che le aveva persino sverginato il culo... 
Credeva, Patrizio, che di lì a poco sarebbero potuti tornarsene a casa, a dimenticare quell'incubo, e invece l'aspettava qualcosa di ancora peggiore…


Infatti, mentre erano ancora tutti e cinque nudi e sfiniti, Louis – con fare istrionico – annunciò: 
- "Ringraziamo Ilaria e Lucilla per la generosa offerta... Io personalmente, ringrazio poi Emilia, che mi ha regalato la sua più bella e intatta primizia... Ma adesso è il momento di chiedere qualcosa in più a Patrizio...". 


Le due "ancelle" tornarono a legare Emilia alla sua sedia, ma quando stavano per stringere nuovamente la benda sui suoi occhi il capo gli intimò: 
- "No! Niente benda... La signorina deve vedere tutto... Adesso, faremo divertire le tue amichette, ragazzina, e il tuo uomo ci aiuterà!". 
A un cenno di Louis, presero Patrizio e lo ammanettarono ai polsi – legandoli stretti l'uno all'altro – e alle caviglie; gli fecero divaricare il necessario le gambe, e poi fissarono tutto a degli anelli posti sul pavimento e sul soffitto. 
In questo modo, si videro le palle del ragazzo penzolare, libere, ben definite, e trattenute nello scroto... 
Infine, Lucilla prese una cordicella e cominciò ad avvolgerla saldamente e con scrupolo prima attorno a un testicolo e poi attorno all'altro, separandoli. L’operazione, purtroppo, si rivelò più perigliosa del previsto, anche a causa delle dimensioni ridotte di quegli organi che tendevano a sfuggire. 
Spazientita, la giovane esclamò: 
- “Eppure, quando mi hai inculata, mi sembravano sufficientemente grandi… Su, vediamo cosa si può fare con queste palline da eunuco…”. 
Terminò quel legamento alla base dell'asta, stringendo forte, come a realizzare una situazione simile all’applicazione di un anello penieno. 


Patrizio era sempre più incredulo e spaventato, e a un certo punto domandò – con lo sguardo di un agnello condotto al macello – alla ragazza che lo aveva immobilizzato: 
- "Perché?". 
Allora, intervenne il capo prontamente, e gli rispose con un'altra, analoga, domanda: 
- "Perche cosa? Perché hai fretta di sapere?". 
E gli sistemò bene le gambe di modo che le palle fossero ben visibili e accessibili... 
All’improvviso, dopo che Ilaria ebbe raggiunto l’amica dinanzi al giovane, a una distanza poco superiore all’estensione completa delle loro gambe, Lucilla prese la rincorsa e tirò un calcio preciso e tremendo agli organi riproduttivi di Patrizio, il quale - imbrigliato com'era - si piegò dal dolore come un orsacchiotto del lunapark. 
Non ebbe nemmeno il tempo di domandare il perché di quel gesto che l’altra – Ilaria – lo fece rialzare e poi fece scivolare il piede destro in mezzo alle sue gambe, reiterando il colpo, altrettanto forte, dell’amica. 
La fitta, quasi impossibile da sopportare, provocò un mugolio soffocato, che uscì timidamente dalla bocca del ragazzo. 
Poi, Lucilla riprese a “giocare”, cominciando a fare pressione con le piccole dita di un piede sui testicoli, mentre lui – sorpreso – non seppe che fare e che dire, e – affascinato dalla bellezza di quelle due figliole – le lasciava fare. 
Ma Lucilla non si accontentò di fargli male ai “gioielli di famiglia”, e avvicinandosi ancora un pò lo prese stringendo forte appena sotto la cappella e gli sussurrò, decisa: 
- “Stai zitto, non ti ho detto che puoi parlare…”. 
Patrizio, obbligato a compiacerla, obbedì tacendo. E non appena la guardò negli occhi, ecco che un nuovo calcio, più leggero, si abbattè sul testicolo sinistro… 
Questa volta, era Ilaria! La quale, sentendo la palla schiacciata dal suo piede, gli sorrise beffarda… Lo colpì ancora, e ancora e ancora una volta, con forza sempre crescente, finché Patrizio non si lasciò andare, accasciandosi e rimanendo sospeso con le braccia in alto e le corde tese. 
Quel calcio gli fece rimbalzare le palle fino a che non colpirono il pube per poi scendere di nuovo giù. 
Fu un istante, ma nonostante il forte dolore che le due gli stavano provocando, la cosa non gli dispiacque affatto.


Allora Louis, che non voleva permettergli di godere, lo richiamò all'ordine: 
- “Coraggio, rialzati, frocetto… Ti hanno appena toccato… Non sai cosa ti aspetta di veramente pesante…”. 
Il "gioco" tornò nuovamente nelle mani di Lucilla, che prese a palpeggiarle le palle con le dita di entrambe le mani… 
Vedendo dipingersi sul volto del ragazzo una smorfia di fastidio, gli chiese, sadica: 
- “Ti piace?”. 
E lui, che ancora stentava a riprendersi da quell'incessante trattamento, farfugliò: 
- “Sì...”. 
Ma siccome quel monosillabo era appena percettibile, per tutta risposta ricevette da Ilaria un nuovo calcio, brusco, non terribilmente forte ma in grado di togliergli il respiro. 
Ridendo da gran puttanella qual'era, la ragazza gli spiegò: 
- “Devi dire si, mie dee, hai capito?”. 
Lui, con un filo di voce, annuì, mentre ora le due si guardarono interrogative tra di loro pensando a cosa potevano fargli patire. 
Patrizio, intanto, sentiva l’orgasmo che cominciava a salirgli da sotto lungo l'asta e il glande, e disse – guardando negli occhi Louis, nella speranza di ricevere da lui un briciolo di solidarietà maschile: 
- “Sto per venire…”. 
Ma Ilaria, senza attendere il permesso del capo, gli "stampo'" il suo piedino – con una violenza inaudita – fino a farlo affondare nei coglioni. 
Lo fece all'istante, poichè non voleva che lui godesse, e Patrizio, per il contraccolpo, barcollò all’indietro, gridando di dolore per l’ennesima volta. 
La gioia che le due troie provarono nel vederlo soffrire così fu talmente intensa da provocarle un godimento contemporaneo, tanto che – nel pieno dell’orgasmo – sferrarono due potenti e simultanei colpi di tallone all’inguine del maschio. 
Patrizio questa volta urlò più forte di prima e sgranò gli occhi, ma più lui provava dolore e più loro provavano piacere... 
Lucilla continuò ad esplorare i testicoli gonfi, e poi cominciò ad esercitarci sopra una forte pressione con la punta delle dita del piede, sentendolo infine piagnucolare e gridare a pieni polmoni: 
- "Cazzo che male... Stavolta mi hai fatto proprio male...". 
Patrizio si sentiva morire dal dolore, un tremendo dolore devastante lo aveva quasi bloccato, e il testicolo che gli era stato schiacciato gli faceva malissimo.
Temette l'irreparabile, ma dopo un pò sentì un nuovo dolore alle palle… 
Era Lucilla, che le aveva afferrate energicamente, ma ora c'era qualcosa di diverso, un calore forte che si stava diffondendo a tutto il pene. 
Ilaria, infatti, gli stava facendo un pompino… E che pompino! 
Era favoloso, e quell'alternarsi di dolore e piacere gli stava spaccando il cervello e mettendo a dura prova il suo cuore. E dopo appena qualche altro minuto, Patrizio venne nella sua bocca... 


Le palle gli dolevano ancora quando giunse Louis. Lo sciolse dai suoi vincoli, e mentre lui pensò che l'incubo era finito, le ragazze lo fecero sdraiare a terra.
Da sotto, Patrizio vedeva le due porcelle parlottare animatamente tra loro, e alla fine Lucilla si allontanò dall'amica per raggiungerlo. 


Con le mani sui fianchi, scavallò il giovane, restando con i suoi piedini uno a destra e l'altro a sinistra del torace di Patrizio. 
Lo guardò, inginocchiandosi, e quindi si sedette con il culo sul suo petto; si sistemò per bene, e poi cominciò ad avanzare verso il suo volto, sempre senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi. 
Il ragazzo, ebbe a intuire qualcosa di piacevole e abbozzò un sorriso, ma lei –  prontamente – lo rintuzzò: 
- "Che hai da ridere? Questa è una punizione... Ti devi sottomettere alle tue dee... Non lo hai ancora capito?". 
Infine, giunse al punto di avere le labbra della sua passerina sulle labbra della bocca di Patrizio. 
Con una serie di movimenti di bacino aggiustò la posizione... Non fu difficile, poiché la sua micetta era abbondantemente slabbrata, e la lingua del giovane si insinuò presto al suo interno, spingendo il naso a stimolare il clitoride che per l'eccitazione si era fatto molto duro ed esposto. 
Lucilla, sentendosi penetrata in profondità, cominciò a godere, e dal suo sesso aperto cominciò a colare una gran quantità di umori, che finirono per essere "gustati" voracemente da Patrizio. 
E più la fanciulla godeva, e più spingeva il suo ventre contro di lui, che cominciava ad essere in debito di ossigeno e cercava ogni tanto di staccarsi per riprendere fiato. 
Quando Lucilla se ne accorse, prese a strillare verso quell'inetto: 
- "Evidentemente, non lo hai ancora capito, ma devi renderti conto che sei il nostro schiavo... Se voglio, ti piscio anche in bocca... Comunque sia, preparati che sto per venireeeee...". 
Si aggrappò alle spalle di Patrizio e gli scaricò in gola una squirtata incredibile, infinita e salata... 


Al vedere quella scena, Emilia - che aveva assistito a quell'ignobile spettacolo - non ce la fece più, si sciolse strattonando come un'invasata i legacci, e corse verso il suo fidanzato. Lo guardò come se stesse osservando qualcosa di ripugnante, e poi gli urlò:
- "È finita, Patrizio!, mi hai fatto vergognare... Tu non sei un uomo, sei un verme... Eravamo venuti a una festa, e invece mi hai gettato in pasto a queste bestie affamate di sesso... Ti sei fatto prendere a calci da due troie che credevo amiche, mi hai fatto scopare il culi, e non hai detto niente... Addio...".


7. Servizio completo. 


Ma quell’incubo non era ancora finito, le ragazzine avevano preso il via, e non era più nemmeno necessario lo sprone di Louis. 
Inoltre, l'addio di Emilia al suo fidanzato aveva dato nuovo vigore alle due, che ripresero l’azione… 


Patrizio ed Emilia stavano in piedi l’uno di fronte all’altra, pronti a darsi ancora battaglia, che non si accorsero che Ilaria e Lucilla avevano indossato un enorme strapon. 
Le aguzzine, nonostante tutto affascinate da quei corpi, li condussero a quella scrivania che ormai era diventata uno strumento da BDSM. 
Con un tono che non ammetteva repliche, li invitarono a distendersi – l’uno accanto all’altra – con il petto appoggiato al legno. 
Braccia e gambe divaricate al massimo delle loro capacità, gliele legarono – attraverso delle corde – prendendo, rispettivamente, polso e caviglia destra e polso e caviglia sinistra. 


A quel punto, Emilia – che non ci stava ad essere umiliata ancora una volta – reagì con un urlo (l’unica cosa che poteva fare…), e insultò le due: 
- “Siete delle zoccolette in calore, affamate di sesso e di porcherie! Smettetela, il gioco è finito… Lasciateci andare!”. 
Ma per tutta risposta Lucilla le schiaffeggiò il grosso culo con un colpo terribile, e le rispose urlando ancora di più: 
- “Zoccola a chi? Stai zitta, che ti sei fatta appena rompere il culo… E se non taci pubblico il video che ti ha fatto Louis… Perciò, farete quello che vi diciamo, hai capito?”. 


Emilia, nonostante quel trattamento che le fece sentire il culo in fiamme, sentì anche salirle il sangue alla testa, un caldo anomalo fra le gambe, e il respiro che le si fece pesante dal turbamento… 
I culi di entrambi erano oscenamente esposti e indifesi, tremanti, al cospetto di quelle pazze. 
E siccome già immaginavano le reazioni dei due poveri disgraziati, gli si accostarono alla spalle e gli chiusero il naso con due dita. 
Per reazione, i ragazzi aprirono la bocca per respirare, e fu allora che Ilaria e Lucilla gli infilarono dentro una gagball che gli avrebbe impedito di strillare al momento topico. 
Le vessatrici fecero il giro del tavolo, li guardarono in faccia e si misero a ridere; poi, tornarono alle loro spalle, e… Via, iniziò la “punizione”!


Cominciarono con Emilia, e mentre Ilaria le allargò le chiappe esponendo al massimo quello sfintere già precedentemente “preparato”, Lucilla spinse l’enorme strapon fino in fondo nel culo della fanciulla, senza darle tregua e senza consentirle di sottrarsi a quella spinta dilaniante. 
Quel dildo era veramente enorme, e la ragazza provò un dolore ben oltre il sopportabile, ma la sua scopatrice non diminuì per nulla le poderose botte che stava imprimendo nel suo ano. 
Quando poi si ritenne soddisfatta della profondità raggiunta, estrasse il lungo cazzo di lattice per riaffondare immediatamente e tutto di un colpo nel buco infiammato e ormai distrutto, e prese a stantuffarle l’intestino a un ritmo forsennato. 
Emilia stava cominciando a metabolizzare il dolore per quella penetrazione così brutale e innaturale, trasformandolo in piacere, fin tanto che un tremore incontrollabile la scosse selvaggiamente. 
Lei, con una mano, cominciò a massaggiarsi furiosamente il clitoride, e alla fine esplose in una squirtata che nemmeno Patrizio era mai riuscito a procurarle. 
Si accasciò pesantemente sul tavolo con ancora quello strapon conficcato dentro, e ci volle tutta la forza di Lucilla che lo indossava per estrarlo dalle sue carni… 


Poi, toccò a Patrizio, che terrorizzato guardò Ilaria mentre lo indossava.....
Il ragazzo nutrì un certo timore all'idea di dover subire la stessa umiliazione di Emilia, poiché non era abituato a considerare cosa da uomo farsi inculare, e soprattutto con un oggetto che gli sembrò così sproporzionato... 
Voltò la testa verso di lei con il cuore che batteva all'impazzata dallo spavento, e le disse: 
- "Cosa vuoi fare? Si inculano le donne, non i maschi...". 
E lei: 
- "Mio caro, adesso capirai cosa si prova a prenderlo... Rilassati e tutto andrà bene...". 
A quelle parole la sua paura crebbe ancora di più, ma nel momento in cui sentì la punta del pisello finto entrare ad allargargli il buco del culo, quel sentimento scomparve, e lui fu travolto da un senso di piacere che non si può descrivere.


Ilaria continuò a scendere dentro piano piano, si fece strada come una che sapeva il fatto suo, e infine Patrizio percepì quel cazzo fare avanti e indietro lentamente nel suo budello, mentre entrava sempre più in profondità. 
Dopo circa 10 minuti di quel doloroso "accoppiamento", con il retto che si stava oramai adattando, Ilaria cominciò a darci dentro scatenando tutta la forza dei suoi reni, mentre lui prese a masturbarsi viziosamente a due mani... 
Altri 2 minuti, e Patrizio non riuscì più a controllare l'eccitazione: sborrò, con un piacere così intenso che non aveva mai provato in tutta la sua vita. 


Il ragazzo ricevette così anche lui la sua deflorazione, e il culo continuò a fargli male per una settimana intera...


FINE.

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Categorie: Bondage e Sadomaso