Lo sai che non sono brava a scrivere. E poi se scrivo di sesso mi eccito e ci riesco ancora meno. Appena mi sono messa qui davanti e ho iniziato a pensare a cosa scrivere mi sono bagnata.
Ecco. Sono seduta qui, lo schermo davanti, allargo le gambe e sento salire l'odore della mia fica. Mi accarezzo da sopra le mutandine. Ho voglia di scostarle, di aprirla con le dita, ma se lo faccio non scrivo più. Mi trattengo. Ma più mi trattengo più ho voglia e mi eccito e mi vengono in mente le cose che vorrei scrivere.
Solo che la mia mente va molto più veloce delle dita.
Mi hai detto di scrivere quello che ho provato ieri sera. Me la sento addosso, la serata di ieri. Tutte le parti sensibili del mio corpo lo sono di più. Sono irritata, arrossata, ultrasensibile, nei capezzoli, i seni, la fica, il culo, le labbra. Anche a aprire la bocca mi fa male.
Mi avete usata a vostro piacimento, come un buco, una vacca da monta, una puttana ubriaca. Mi avete allargato, spaccato, violato. Mi avete girato e rigirato come un calzino.
Ho pianto di dolore a sentirmi aperta, slabbrata, e poi di felicità, per lo stesso motivo.
Sei un porco. Sapevi che mi sarei persa. Che mi sarei vergognata, oggi, a pensare a quello che mi avete fatto fare. Ma è più forte di me, mi vergogno di essere così ma anche mi eccita. Ti amo per avermi capita e guidata su questa strada, che è quella della scoperta di quello che ho dentro: una femmina nuda.
Mi inebria pensare che il mio corpo, passivo, abbia questo potere. Non so quanti maschi potrebbero usarmi per il loro piacere e io accoglierli tutti. Mi sono sentita a un certo punto un contenitore di sperma. Lo sentivo addosso, dentro, colare. Sentivo l'odore di sudore e di sperma. Da saliva e di sperma. Ho perso il conto di quanto ho goduto. Ho iniziato e non ho più smesso. Ero esausta ma avrei continuato. Oggi sento i segni sul/nel mio corpo ma sono come trasognata, vorrei essere ancora lì, di nuovo lì.
Lo so dove hai preso ispirazione. Mi ricordo quando ti dissi che da ragazzina mi eccitava un giornaletto in cui la protagonista veniva venduta come schiava e i compratori la spogliavano, la toccavano, la palpavano come un animale, la frugavano nelle parti intime, mettevano le dita nella fica per capire se fosse vergine, nel culo per sentire quanto fosse stretto, o se magari i pirati che l'avevano portata via avessero già utilizzato la merce...
Hai messo in scena un'asta. Con me come oggetto da vendere. E compratori interessati. La differenza è che la loro esclusiva era a tempo. E gli altri dovevano essere presenti.
Mi hai portato in quella villa e mi hai chiesto di indossare una benda. Ero già eccitata, e nervosa. Volevo fumare ma mi hai legato le mani dietro la schiena. Così non potevo nemmeno toccarmi.
Mi avevi detto di vestirmi professionale. Il che mi aveva un po' confuso. Mi aspettavo una cosa di sesso, ma allora era un professionale da troia o non era una cosa di sesso ma di lavoro? Ma in fondo che differenza fa, mi sono detta. Un tailler, ma sotto reggicalze a guepiere e calze di seta. Lo so che ti eccitano le calze che si allentano, sbilenche, che danno l'idea della puttana sguaiata. Una camicetta e un reggiseno con i capezzoli che escono fuori, tanto con la giacca non si vedono. I capelli tirati indietro in una coda. Lo so quanto vi piace prendere la coda e guidare la testa sul vostro cazzo. O tirarla mentre mi scopate a pecorina. Le scarpe rosse. La stessa sfumatura del rossetto. Tacco alto ma non eccessivo.
Eccomi, professionale ma pronta a tutto. E da come mi hai guardata ho avuto la conferma che ti piacevo. Hai guidato. Ti ho chiesto di darmi qualche indizio, ma tu sorridevi sornione. Hai detto: vedrai che ti piacerà. La mia ansia è cresciuta all'unisono con l'eccitazione. La camicetta strofinava i capezzoli. La pelle nuda dell'interno coscia mi chiedeva di essere toccata.
Tu vestito come sempre al lavoro, elegante ma pratico. Nessun indizio. Arriviamo in questa villa. Aprono il cancello, ma non arriva nessuno a accoglierci. Parcheggi, scendiamo, entriamo dalla porta aperta. Nessuno.
E lì mi bendi e mi leghi. Vorrei andare in bagno a fare pipì, effetto dell'ansia, ma non ho il coraggio di chiederlo.
Mi dici: non puoi parlare se non sei interrogata. Dico: si. Il gioco comincia. E' sesso, altro che lavoro. Mi batte forte il cuore. Devo respirare profondamente.
Mi vengono in mente cose tipo glory hole, una cabina, o una tenda da cui spuntano cazzi duri. No, perché dovrei essere bendata io? Mi viene in mente una seduta sadomaso, ma non è nei nostri giochi e mi fido ciecamente di te. Qualunque cosa sia mi piacerà. Lo so.
MI fai entrare in un ambiente. Sento che ci sono altre persone. C'è musica in sottofondo, ma non conosco e odore come di cose da mangiare, dolci forse. Ho persone intorno, qualcuno più distante dice qualcosa ma non capisco. Una mano mi prende il gomito e mi guida, è una donna, dice "attenta allo scalino". Sale con me. Sono in piedi. Abbassano la musica e la donna dice:
- come sapete, la signora che vedete è a disposizione per le vostre offerte. Le regole sono queste:
1) potete acquistare un servizio, a vostro giudizio, senza limitazione che non sia il comune buon senso e educazione
2) potete usufruire della signora per il tempo necessario, ma comunque non più di 30 minuti ciascuno
3) la prestazione deve essere pubblica, ovvero svolgersi in questa sala
L'oggetto ero io. Ero in vendita. Potevano comprare le mie "prestazioni". Ero come in un bordello di una volta. Quella era la tenutaria e mi stava vendendo. Quanti erano i clienti? E com'erano? Mi venivano in mente immagini vaghe di film, prese chissà da dove, di uomini grassi con il panciotto che fumano il sigaro con una donnina seminuda seduta sulle ginocchia.
Sento una voce: vorrei vedere la merce. E' una voce giovane. Su "merce" mette un'enfasi particolare. La donna dice: certamente. Mi slega le mani, mi toglie la giacca. So che i capezzoli spingono la camicetta come due chiodi. Una mano li sfiora, indugia, ma è per slacciare la camicetta. Mi sta spogliando. Ora mi vergogno assurdamente del reggiseno con i capezzoli esposti. Mi sento puttana. La camicetta scompare. Sono esposta. La gonna scende. Mi rilegano le mani. Perché? E' una cosa psicologica, è confortante essere legati. Bendati e legati. Sono inerme e oggettivizzata.
Mi fa voltare. Girare su me stessa un paio di volte. MI spinge la testa giù, mi fa chinare, esporre il culo. Percepisco un movimento vicino, dove sei tu? Una voce maschile, ma non sei tu. Posso? Prego.
Sento una mano sulla natica sinistra. Stringe. Passa alla destra. Scende e si insinua. Apre il solco con le dita. Indugia un mometo poi scende alle cosce. Le fa aprire, risale, con la mano a coppa mi abbraccia la fica, da dietro, stringe. La toglie, sento che annusa.
Offro 10 euro per un servizio completo. Dice.
Sono offesa, 10 euro??
20. Un altra voce.
25. Un altro.
Quindi siete almeno 4 più la donna. Una contrazione della fica e mi bagno. Sono, mi sento, mi comprano, come una puttana. Sbrigatevi. Ho voglia.
Un'altra voce. 5. "Ho un'idea: bella è bella ma... vediamo cosa sa fare, quanto partecipa, se vale la pena... che ne dite di un acquisto in comune? 5 euro a testa per farcelo diventare duro...
Solleva un'ondata di entusiasmo. Altre voci. Ma quanti sono?
Sono d'accordo.
La donna mi fa scendere lo scalino e mi slega le mani. Mi fa fare dei passi e quindi sedere su un tavolinetto, mi sembra. E' freddo. Sento le persone intorno a me, movimenti. Calore vicino al viso, ho una persona a pochi centimetri. Qualcosa mi sfiora le labbra, sento il profumo di un cazzo. Tiro fuori la lingua e lo trovo. E' bagnato e non ancora duro, ma lo diventa subito. Me lo mette in bocca e lo succhio, lo lecco. Non è il tuo. E' più piccolo, mi pare. Si toglie e viene un altro. Questo è più rude. Mi prende la testa e me lo spinge sulle labbra aprendole di forza. Questo è grosso. Mi scopa la bocca senza preliminari. Poi lo tira fuori e me lo strofina sul viso. Che troia, la fica mi pulsa. Le tette mi fanno male. Voglio essere toccata scopata dove sei tu?
Si toglie e arriva un altro. L'odore è forte, e me lo strofina sul viso quindi lo sento bene. Uno spruzzo mi colpisce sul naso e poi addosso. Impreca e si scusa non si è controllato, mi ha riempito ilviso di sborra, la sento colare sulle tette e le cosce, me la tolgo dal naso, un po' mi è finita in bocca, faccio la troia per te, lo so che mi stai guardando, la lecco sulle labbra e la mano...
subito un altro cazzo si fa strada, ho preso coraggio, lo prendo in mano e lo sego, stringo i coglioni, lo succhio ... è un bel cazzo... non vedo l'ora di sentirlo dentro di me...
un altro... questo è proprio grosso, massiccio, venoso, imperioso... prende possesso della mia bocca. Una mano mi stringe la nuca e mi ci inchioda. Ho le gambe aperte e mi sto toccando.
Sembra siano finiti. Tu non sei passato. O mi sbaglio?
Sembra che abbia avuto successo perché le offerte fioccano, nel frattempo. Ma sono distratta perché qualcuno mi ha di nuovo messo il cazzo in bocca. Glielo succhio incavando le guance, facendo degli schiocchi quando mi stacco con la bocca. Scendo a lambire i coglioni, sono lisci e depilati, però grossi e duri. Come dici tu... sono palle gonfie piene di sborra.
Qualcuno mi prende e mi porta su un divano, è davanti a me se lo fa succhiare. Mi impegno al massimo. E' durissimo. Poi mi prende mi fa sdraiare e mi allarga le gambe, si china fra le cosce e affonda il viso sulle mutandine... benedetto... siii dai.... leccamela... mi strofino contro di lui, spingo sul suo mento... scosta le mutandine e mi infila la lingua fra le labbra che colano....sono impiastricciata... mi allarga e lecca, mette un dito dentro e glielo stringo... ne mette due... porta la mano alla mia bocca e gliela lecco... mi piace il mo sapore... e anche a lui piace perché affonda il muso nella mia fica... sto per venire.... ancora un po' e vengo.... ma si alza e si sistema per scoparmi, sento che è vestito, con i pantaloni calati al ginocchio... mi spennella con il cazzo lungo la fica e non vedo l'ora che spinga, mi apro e vado verso di lui e quando entra lo sento tutto... e vengo... godo come una scolaretta solo per un cazzo dentro... mi lecca le tette e inizia a muoversi dentro il mio laghetto... oddio mi sentirà, così bagnata...
sei bollente, mi dice... stringo i muscoli con i suoi movimenti... glielo sto succhiando con la fica e sto per venire di nuovo, ma lui prima si ferma e poi spinge e inizia a venire... lo sento spruzzare dentro di me...
fantastica, dice... si alza, mi sto per alzare ma delle mani mi fermano, nella stessa posizione di prima sento un altro cazzo entrare... sto colando dei miei fluidi e dello sperma che mi ha riempita... ma quello imperterrito spinge e i rumori che si sentono sono osceni... io sono venuta un'altra volta e pure lui mi viene dentro... uau... uno dopo l'altro... non capisco più niente se non che tu sei lì, da qualche parte e stai guidando la regia...perché questo è un tuo perverso desiderio, lo so... quello di vedermi scopata e riempita da più maschi uno dopo l'altro... piena di sperma e poi di scoparmi tu, alla fine, lo so....
un altro, quello con quel cazzo massiccio, me lo infila, e questo lo sento, mi strappa un gemito a sentirmi così aperta... nonosntante così ben lubrificata quel pistone entra e fa uscire tutto, vengo ancora, ma è un continuo, vengo più volte. credo... e poi lui mi riempie.
Il gioco dell'asta non c'è più. Sento mani ovunque. Mi ritrovo un cazzo davanti e mi butto a leccarlo. Mi tolgo la benda ma le luci sono soffuse. Vedo un bel ragazzo comunque, che mi sorride, ma mi gira e punta il culo, bagnatissimo dallo sperma colatogli addosso. Non c'è bisogno di chiedere. Lo voglio. Spingo io stessa e mi impalo sulsuo cazzo.
Ti vedo, davanti a me, mi offri il tuo cazzo e me lo prendo. Lo mangio. Lo succhio. Ti tengo stretto perché voglio farti venire mentre quello mi sta inculando. E infatti vieni, non appena quello dice che sta sborrandomi nel culo vieni anche tu. Ti bevo. Non ne perdo una goccia.
Ti amo. Grazie.