Quando siamo tornati al molo, nel salutarci, Ciro ha dato Greta un mazzo di chiavi, specificando che erano quelle della sua abitazione, dove c’era una piscina con una splendida vista sulla baia, dove avremmo potuto tranquillamente prendere il sole senza essere disturbati da nessuno. Mi sarei aspettato un rifiuto da parte di Greta, che invece ha preso le chiavi e, senza dir nulla è salita in auto. Avevo una marea di domande da farle, ma sono stato zitto e, seguendo le indicazioni ricevute, abbiamo percorso poca strada e ci siamo trovati davanti ad un cancello bianco, dove lei è scesa, ha aperto e poi, dopo il mio passaggio, ha richiuso, muovendosi come se conoscesse perfettamente il posto. La casa era qualcosa di veramente unico, un misto di pietra, legno e vetro, dove lei è entrata e, dopo essersi spogliata nel salone, è uscita da una enorme portafinestra che immetteva su un terrazzo, dove c’era una veranda molto bella ed una bellissima piscina a livello calpestio, da cui si poteva godere uno dei più bei panorami di Ischia. Senza dire nulla, si è tuffata e, dopo una breve nuotata, ne è uscita e si è sdraiata su uno dei lettini posti sul terrazzo e, poiché ero curioso ma nello stesso tempo molto eccitato, ho deciso di provocarla un po’.


«Poiché credo che qui non vi siano occhi indiscreti, potremmo anche prendere il sole nudi?»


Senza dir nulla, mi sono tolto il costume e mi sono tuffato in piscina e, quando sono riemerso, ho visto che anche lei si era messa nuda. Sono uscito, ho visto che si stava spalmando la crema solare in assoluto silenzio, quindi mi sono offerto di spalmargliela sulle sue spalle, cosa cui lei ha aderito sdraiandosi a faccia in giù. Mi aspettavo che dicesse qualcosa in merito all'intera situazione, ma non lo faceva per cui mi sono avvicinato a lei ed ho letto nei suoi occhi una certa agitazione, sembrava indecisa se darmi o meno delle spiegazioni, oppure continuare a restare in silenzio. Io non ho chiesto nulla e lei è rimasta ancora in silenzio. Non so quanto tempo è passato, perché, sdraiato al sole mi sono assopito. Mi ha destato il suono della sua voce che, nel salone, stava parlando con qualcuno. Mi sono alzato incuriosito e mi sono avvicinato all’enorme finestrone: ho visto lei che parlava con Ciro. Era completamente nuda davanti a lui che, nudo, le offriva qualcosa da bere. Ciro, quando mi ha visto, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato a fare un brindisi con lui. Inutile dire che mi sentivo un po’ disagio, soprattutto per il fatto che eravamo tutti e tre nudi ed io, senza neanche rendermene conto, con la coda dell’occhio, ho fatto un istantaneo confronto del suo sesso con il mio: aveva un fallo molto più grosso del mio. Lo so, è banale e stupido, quanto assolutamente bizzarro, ma mettetevi nei miei panni: ero nudo davanti ad un ex di mia moglie, con lei nuda, davanti a lui nudo. Come si fa a non fare un confronto? Ho sorseggiato il prosecco che ci ha offerto e, subito dopo, ci ha invitato a metterci a tavola, perché aveva già preparato uno spaghetto veloce, da consumare insieme. Doveva esser tornato da diverso tempo, perché il pranzo era praticamente pronto e così ci siamo seduti tutti e tre a tavola.


A quel punto la mia curiosità ha avuto il sopravvento.


«Non ho mai chiesto nulla a mia moglie del suo passato e, tutto mi sarei aspettato, tranne che incontrare un suo ex, ma, da come vedo, fra voi due c’è tuttora una buona armonia, quindi mi piacerebbe saper da te come era lei da ragazza.»


Lui la guarda, sorride, mentre Greta mi osserva con occhi cattivi, facendomi intendere quanto quella domanda fosse inadeguata. Ciro non si è perso d'animo ed ha esordito:


«Quando l’ho conosciuta, era la più bella ragazza del liceo e, innamorarsi di lei, era quasi un dovere, per quanto era bella. Aveva molti corteggiatori ma sembrava che per lei nessuno fosse importante. La sera che abbiamo festeggiato il diploma, qualcuno ha messo un disco di musica latino-americana ed io e lei ci siamo messi a ballare come due provetti ballerini, quasi l’avessimo sempre fatto. È stato in quel momento che lei si è accorta di me e, per circa tre anni, durante i quali lei frequentava l’università, siamo stati molto bene insieme. Poi, un giorno, ho preso atto che volevo di più, avrei voluto sposarla, ma, in quel periodo, non affioravano prospettive valide per realizzare quel sogno, così le ho offerto di emigrare con me all’estero, ma lei ha rifiutato e così la nostra storia è finita.»


Vedo Greta fare una specie di sospiro di sollievo, perché lui è rimasto molto sul generico, lasciando a me ancora tanta curiosità. Consumiamo il pasto velocemente e, insieme, rassettiamo la tavola e poi tutti e tre ci mettiamo seduti su un divano, all’ombra del portico. Lui ci offre del limoncello, ma Greta sparisce in bagno. Colgo l’occasione per fare un ulteriore domanda.


«Da quello che ho capito, tu sei stato il primo a far l’amore con lei?»


Ho usato la parola amore, quando avrei dovuto dire sesso, ma non me la sono sentita. Lui si è voltato verso di me, ha appoggiato una mano sulla mia spalla e la sua voce, era pacata e serena.


«Se vuoi sapere se sono stato il primo con lei, ebbene sì, sono stato io ad insegnarle a fare sesso. All’inizio era un po’ titubante, ma poi, molto lentamente, si è sciolta ed è stato qualcosa di veramente straordinario. Era meraviglioso far l’amore con lei, dimostrando di essere una donna molto calda, carnale. Inoltre era stupefacente vedere quanto la sua prorompente bellezza fosse ammirata dagli altri e questo mi riempiva di un orgoglio particolare, strano, che mi eccitava in continuazione. Io avevo già avuto delle esperienze; ero stato, per alcuni anni, l’amante di una puttana scatenata che adorava scoparmi davanti al marito e perciò, esibire Greta, facendole indossare minigonne vertiginose, camicette sbottonate, era qualcosa che mi mandava ai pazzi. Lei non si mostrava molto disponibile in questo, anzi era piuttosto titubante e, spesso, mi diceva che esageravo, però poi si lasciava andare lo stesso, perché in fondo piaceva anche a lei. Una sera ho esagerato. Dopo una bella serata trascorsa in un locale da ballo, dove ci eravamo alquanto eccitati a ballare il latino/americano, mi ero accorto di quanti sbavavano ad osservare le sue cosce nude, mentre volteggiava fra le mie braccia e, quando siamo usciti ed abbiamo raggiunto l’auto, situata in fondo ad un parcheggio un po’ buio, ero così eccitato che ho voluto scoparla lì. Mi sono accorto che qualcuno ci aveva seguiti e, allora, ho deciso di bendarla. Lei è rimasta un po’ confusa, quasi incerta, però era eccitata come me e quindi non si è opposta. Le ho aperto la camicetta e le ho succhiato i seni; poi, dopo averla sdraiata sul sedile dell’auto, ho infilato la testa fra le sue cosce, quando mi sono accorto che il tizio che ci aveva seguito, si era avvicinato a noi e con un gesto mi ha chiesto di abbassare il finestrino, cosa che ho fatto. Mentre le leccavo la fica, facendola godere, il tizio ha allungato una mano e le ha toccato il seno. Lei ha avuto una reazione immediata e isterica. Ha cacciato un urlo fortissimo e, coprendosi sommariamente, mi ha urlato di portarla immediatamente a casa. Durante il tragitto mi ha insultato con parole dure e sprezzanti.


“Che cazzo ti sei messo in testa?! Cosa credi, che io sia una puttana? Mi vuoi mettere su un marciapiede a battere? Se è questo che pensi di me, ti sei sbagliato di grosso! Ho visto come ti piace mettermi in mostra: forse speri di trovare clienti generosi per la tua puttana? Sei un bastardo! Con me hai chiuso! Non ti voglio più vedere, vattene!”


«Aveva interpretato male quello che era solo un mio gioco, ma d’altronde bisognava capirla. Allora non c’era tutta la libertà mentale che c'è oggi e, soprattutto, pochi giorni prima c’era stato uno scandalo di giovani donne, che si prostituivano, e sicuramente aveva pensato che anch’io volessi avviarla a quel mestiere. Deluso, me ne sono andato all’estero ed ho deciso che non mi sarei mai più sposato e, per quanto riguarda il sesso, avrei solo scopato per soddisfare la mia libidine e niente di più: non volevo più soffrire per nessuna. Rivederla oggi, ha riaperto una ferita che credevo ormai rimarginata da tempo. Durante la mattinata, sulla barca, non vi abbiamo aiutato perché finalmente sono riuscito a spiegarmi con lei, a farle capire che era solo un gioco e le ho chiesto di perdonarmi per quanto accaduto.»


Lo guardo e comprendo tante cose; sto per ribattere, quando Greta torna e ci osserva con aria un po’ sorniona.


«Cosa avete da confabulare voi due? Attenzione: la maestra vi guarda e vi metterà in castigo!»


Una risata ci coglie tutti e tre; lei si avvicina a noi e lui le offre un bicchiere di limoncello che, però, rifiuta.


«Non mi voglio ubriacare, anzi, voglio essere molto sobria per capire bene quello che voglio e quello che sto per fare.»


Senza aggiungere altro, si inginocchia in mezzo a noi due e subito afferra i nostri sessi, prendendo a succhiarli, alternandoli in bocca. Ho subito una violenta erezione e anche Ciro non è da meno. Lei ci fa impazzire leccandoci i nostri cazzi e infilandoli ripetutamente in gola, poi si solleva, si gira verso di me e mi bacia in bocca. Sento il sapore di cazzo sulle sue labbra e questo mi eccita ancor più, perché, quando si stacca dal mio bacio, mi guarda dritto negli occhi e le sue parole sono di un languore unico, intrise di voluttà.


«Ormai mi è chiaro cosa vuoi da me e, in questo momento, spero di riuscire a soddisfare il suo desiderio.»


Senza aggiungere altro, si siede sul divano di vimini e spalanca oscenamente le cosce, portando una gamba in alto sopra la spalliera e mettendo in mostra la sua fica luccicante di umori. I suoi occhi mi invitano ad infilarmi fra quelle cosce ed a leccare il nettare che sgorga dal suo scrigno d'amore. Mi abbasso in ginocchio ai suoi piedi, aspiro l’odore di femmina in calore, mentre guardo il rosa della sua fica, bagnata dai suoi stessi umori che ora sgorgano in abbondanza. Immergo la mia bocca in quel nettare, lo lecco, lo succhio, lo bevo e mi disseto a quella fonte come farebbe un naufrago che approda su un'isola deserta. Lei geme, gode e continua ad irrorare la mia bocca del suo piacere, mentre dopo aver allungato una mano, riprende in bocca il cazzo di Ciro. Se lo fa scivolare tutto in gola, tutto dentro, finché il suo viso non sbatte contro il ventre di lui. Sono sconvolto dal piacere e la lecco come un disperato, facendola godere a bocca piena. Poi, ad un tratto, se lo sfila, appoggia la mano sul mio capo e, quando sollevo lo sguardo, ho capito tutto: ora è lui che vuole.


Mi sposto senza dire nulla e gli cedo il mio posto. Lui si inginocchia fra le cosce di mia moglie. Ha la verga dura in mano, accosta la sua grossa cappella violacea fra le labbra fradicie di Greta, che lo guarda dritto negli occhi e lo implora di penetrarla.


«Scopami! Mettimelo dentro fino in fondo! Fammelo di nuovo sentire tutto!»


Osservo immobile lui che, con due spinte decise, glielo affonda tutto dentro. Lei spalanca la bocca ed inarca il corpo, mentre geme di piacere. Lui rimane immobile, dentro di lei, poi solleva il bacino e comincia a pomparla con un ritmo cadenzato, che subito la manda ai matti. La scopa sfilando metà del cazzo e poi lo riaffonda dentro di lei, con un movimento secco e deciso. Il rumore dei loro corpi che si sbattono fra loro riempie l’aria, mentre io, senza rendermene conto, mi sto già segando. È lei che, dopo aver raggiunto il primo orgasmo, si gira verso di me, allunga una mano e m’invita ad avvicinami. Giuntole davanti, afferra il mio cazzo e se lo mette direttamente in gola. Mi succhia in maniera forte e decisa, mentre gode intensamente. Gli orgasmi di Greta si susseguono senza soluzione di continuità e l'ambiente risuona dei suoi gemiti di piacere. Quando sto per sborrare nella sua bocca, lui l’afferra per i fianchi e, tenendola stretta a sé, la solleva e poi si siede, facendola impalare su di sé. Lei rimane immobile per qualche istante, poi lui solleva le mani, afferra i suoi seni e se li porta alla bocca, succhiandone i capezzoli con forza. Lei prende a muoversi su quel cazzo quasi come una danza erotica che la travolge, facendola urlare ancora di piacere. Reclina la testa all’indietro, mentre lui prosegue a morderle i capezzoli. Un orgasmo forte, intenso, ad un tratto la stravolge tutta, provocandole un tremito lungo tutto il corpo, e lei, con entrambe le mani, blocca la testa di Ciro, schiacciandosela sul suo seno. È sfinita dal piacere, ma ha ancora la forza di appoggiar la bocca sulla sua testa e baciarlo fra i capelli, tenendolo stretto e immobile, quasi temendo di poter godere ancora.


È bello veder mia moglie travolta e sfinita per la voluttà soddisfatta: quanto a lungo ho sognato questo momento ed ora voglio godermelo attimo per attimo.


Sono ancora immobili, poi lei allenta la presa; i due si guardano negli occhi e, ad un tratto, lei si abbassa e lo bacia in bocca. Per me è come una sferzata: è qualcosa di sconvolgente, quello che si stanno scambiando, non è un bacio qualunque, è passione, desiderio, amore. Sento dentro di me una fitta di dolore, di profonda gelosia, perché, in quel momento, vengo assalito da un incubo: sto perdendo la mia donna? Perché quello non è il bacio di una cui piace il sesso, ma di una donna che ama, che prova un sentimento profondo per la persona con cui sta chiavando e baciando. La fitta al cuore aumenta sempre più perché temo davvero di star perdendo mia moglie. Ma lei, dopo averlo baciato a lungo, si stacca da lui, si gira verso di me e, allungata una mano, mi invita a sedermi sul divano, accanto a lui. Quando le sono vicino, lei si sporge verso di me e, pur rimanendo impalata sul cazzo di Ciro, mi bacia con forza, con amore, forse con una passione maggiore rispetto a quella usata con lui. La sua lingua è un serpente che si insinua nella mia bocca e si intreccia con la mia giocando in maniera non solo avida, ma decisamente appassionata. Quando si stacca, i suoi occhi brillano e sono umidi di lacrime di felicità.


«Ti amo, ti amo come non ho mai amato nessun uomo. Sei la persona più importante della mia vita, il padre dei miei figli, il compagno, il marito, il complice, l’amico che ogni donna vorrebbe avere al suo fianco. Con te sono sempre stata benissimo, mentre con lui mi sento puttana, proprio come accadde quando stavo con lui. Amo anche lui, ma in maniera diversa, perché con lui il sesso è stato sempre qualcosa di sconvolgente ed ora mi rendo conto che non posso far a meno di voi due. Pensateci bene, perché io vi voglio entrambi: o entrambi o nessuno.»


La guardo sbalordito, ma, nello stesso tempo, molto eccitato, mentre lei mi guarda con occhi supplici, in attesa della mia risposta.


«Quando prima ti ho visto baciarlo, il mio cuore ha tremato, ma ora mi rendo conto che era solo una paura infondata. Per quel che mi riguarda, puoi avere lui quanto me, ogni volta che ne hai voglia, perché come ti ho visto godere in questi incredibili momenti, in cui scopavi con lui, non ti avevo mai visto in tutta la mia vita e, per questo, ti amo così tanto che voglio vederti ancora impazzire, come lo hai fatto poco fa.»


Anche gli occhi di Ciro brillano, lei lo guarda e lui annuisce, dicendo che, solo ora, dentro di sé, si rende conto che ha aspettato lei per tutta la vita e che ora che l'ha ritrovata, assolutamente non vuole perderla. Non c’è altro da dire, insieme ci trasferiamo in camera da letto, dove abbiamo scopato Greta per tutto il pomeriggio, facendola godere ripetutamente, fino allo stremo delle forze. È stato bello perché, fra noi, non c’è stata competizione, ma reciproca complicità tesa a farla godere quanto più possibile. L’abbiamo scopata a turno, a ripetizione, in continuazione, in ogni buco. Ci siamo alternati anche a leccarla: quando uno la inculava, l'altro era sdraiato sotto di lei e le leccava la fica. Oppure, quando uno la scopava, l'altro le faceva succhiare il cazzo, fermandosi sempre prima di venire, cosicché lei poteva continuare a godere: il culmine del piacere l'abbiamo raggiunto quando lei, impalata sul mio cazzo, è stata da lui spinta a sdraiarsi su di me, per prenderla nel lato B.


«Che meraviglia! Il tuo culo è sempre stato fra i miei desideri e son felice che lui ti abbia avviato anche a questo piacere, perché ora, sfondarti il culo con il mio cazzo, è qualcosa di veramente stupendo!»


È impazzita dal piacere e, alla fine, spossata, ci ha supplicato di godere, perché voleva anche il nostro piacere.


«Basta vi prego! Sono sfinita! Mi avete spremuto come un limone, e adesso voglio bere il vostro piacere, fino all’ultima goccia.»


Non ci siam fatti pregare oltre, perché anche noi eravamo al limite e, insieme, le abbiamo riversato in faccia, in bocca e su ogni parte del corpo, quanto contenuto delle nostre palle. Lei ha ci ha spremuti fino all’ultima goccia. Stremati, ci siamo sdraiati accanto a lei che ci ha baciato tenendoci stretti. In quel momento, mi sono sentito l’uomo più felice del mondo e la nostra vita è cambiata in maniera molto radicale. Finalmente avevo realizzato il mio desiderio ed avevo trovato anche un complice per far vivere a mia moglie nuove avventure. Abbiamo trascorso il resto del weekend insieme e, con estremo piacere, Greta finalmente ha preso coscienza di esser una grande troia. Ha messo da parte ogni ritegno ed ora non fa mistero che ama godere con più maschi. Ripresa la nostra vita, abbiamo ripensato con piacere al tempo trascorso con Ciro, riacuendo di continuo la nostra libidine. Dopo una decina di giorni, Ciro mi chiama e ci invita a tornare sull’isola, tanto la sua casa è libera e disponibile, e sente la mancanza di Greta. Ci organizziamo e qualche giorno dopo l’inizio di agosto, ci rechiamo insieme ad Ischia. Ci è venuto incontro al traghetto e ci ha accompagnato direttamente a casa sua, per poi lasciarci e ritornare dopo qualche ora. Finalmente ha tempo per Greta, che subito lo abbraccia e bacia, stringendolo con forza a sé. Lei ha voglia di lui e subito gli si inginocchia davanti e gli prende il cazzo in bocca, succhiandoglielo fino a farlo gemere di piacere. La cosa eccita molto anche me e, subito, mi inginocchio dietro di lei e comincio a masturbarla, trovandola ridotta ad un lago. Giusto il tempo che Ciro si denuda e subito la scopiamo, dentro l’acqua della piscina. Lui la prende da dietro, mentre io, seduto sul bordo, mi faccio succhiare il cazzo. Gode subito perché aveva desiderato tanto quel momento: in pratica non vedeva l'ora di avere ancora quella nerchia dentro di lei. Noi due, invece, sembra che ce la prendiamo con calma e ci alterniamo nei suoi buchi, scambiandoci di posto ed ogni volta lei gode. Alla fine, lei stessa ci implora di riempire il suo ventre con il nostro piacere.


«Mi fate impazzire! Mi state facendo godere a ripetizione, mentre voi due vi alternate a farmi impazzire. Adesso basta! Ora voglio bere il vostro piacere e assaporare nella mia bocca la nostra sborra.»


Ci diamo una occhiata d’intesa e, con immenso piacere, entrambi la prendiamo in doppia e, mentre lui le sfonda il culo, io la scopo in fica, muovendomi in sincronia: in pratica, mentre io ritiro il mio cazzo dalla sua fica, lui glielo spinge tutto nel culo e questa manovra la fa urlare di piacere. È un momento di lussuria tale che scuote anche noi e così, stringendola con forza, le riversiamo dentro tutta la nostra sborra. Appagato il desiderio, li lascio abbracciati a farsi le coccole, mentre io, in disparte, li osservo compiaciuto: quanto piacere le abbiamo fatto provare! Lui, nei tre giorni a seguire, è molto impegnato e ci lascia liberi di girare l’isola, ma ci chiede sempre di cenare nel suo ristorante, perché questo lo riempie di gioia. È un orgoglio per lui veder Greta seduta al tavolo e poter, di tanto in tanto, venir a degustare un sorso di vino, chiedendole se quanto ha cucinato è di suo gradimento. Il primo fine settimana, lui ci invita ad andare da lui a cena e bere qualcosa dopo, perché c’era una piccola band che avrebbe allietato la serata, facendo musica latino-americana. Siamo andati al ristorante ed abbiamo visto che c’era tanta gente, ma lui ci aveva riservato un tavolo e, per tutta la serata, ci siamo divertiti, io e mia moglie, a ballare sulle note dei vari ritmi sudamericani. Ad un tratto, anche lui si è unito a noi ed ha chiesto a Greta di ballare con lui la salsa. Lei indossava un vestito bianco corto, molto leggero e molto scollato. Ciro le ha chiesto se voleva ballare e, giunti in pista, hanno ballato insieme diversi ritmi. Ho osservato quanto fosse davvero sexy mentre ballava con lui; ho notato anche diversi ragazzi che si erano fermati a guardarla. Ogni volta che lui la faceva girare, il suo vestito saliva, mostrando il perizoma bianco e buona parte del suo culo. Ad un tratto, dal tavolo poco distante da noi, dove erano seduti quattro ragazzi, uno di loro, un ragazzo di colore, alto e molto palestrato, si è avvicinato e, con un sorriso a trentadue denti, si è messo a scherzare con Ciro.


«Amico, tua moglie è una brava e splendida ballerina. Quando la facevi girare, ho potuto vedere il suo perizoma ed ammirare le sue magnifiche cosce.»


Lui si è messo a ridere e poi, girandosi verso di noi, ha spiegato l’equivoco.


«Devo contraddirti, perché non è mia moglie, è la moglie di questo mio carissimo amico.»


Lui si è girato e, dopo aver guardato un attimo verso di me, si è chinato verso Greta e, allungata la mano, ha preso la sua e si è presentato, facendo un inchino con ostentata galanteria.


«Signora, lei è stupenda e mi scuso per la mia maleducazione, riferita al suo perizoma che, in ogni caso, è bellissimo. Mi permetta di presentarmi: mi chiamo Benjamin, ma tutti mi chiamano Ben. Sono il capitano di uno yacht, parcheggiato qui nel porto dell’isola, in attesa che il suo proprietario ci raggiunga per passare qualche giorno di navigazione lungo il Golfo. Io ed i miei compagni di lavoro, i tre ragazzi che vede al tavolo, siamo rimasti veramente affascinati dal suo modo di ballare e dalla sensualità che esprime. Se non le sembro troppo sfrontato, vorrei chiedere il permesso di ballare con lei, naturalmente con il consenso di suo marito.»


L’ho guardata, le ho sorriso e, dato che ero favorevole, gli ho risposto che poteva farlo e così, lei e Ben, son tornati sulla pista da ballo. Dopo alcuni balli, Greta è tornata al tavolo e ha detto che sentiva troppo caldo e ha aggiunto che Ben era un ballerino provetto e lei si era divertita davvero tanto. La serata stava volgendo al termine e, allora, Ben ha proposto a tutti noi, compreso Ciro, a trascorrere il resto della notte a bordo del loro yacht. Ho guardato mia moglie, che mi ha detto che si sentiva incuriosita, perché non era mai salita a bordo di una barca così grande e lussuosa. Siamo usciti dal locale e, poiché la barca era ormeggiata praticamente dall’altro lato dell’isola, non avendo taxi a disposizione, abbiamo deciso di andare con la nostra auto. Con me alla guida e Ciro seduto al mio fianco, sono rimasto stupito quando Ben è salito sul sedile posteriore e Greta gli si è accompagnata di fianco e gli ha messo i piedi in grembo. Gli ha anche chiesto di strofinarglieli perché le scarpe la stavano martoriando. Sono rimasto basito, ma, nello stesso tempo, eccitato in maniera incredibile, per questo strano comportamento di mia moglie. Osservavo lo spettacolo dallo specchietto retrovisore, ma non riuscivo a vedere granché, quindi ho pensato che Ben le stesse guardando per bene le cosce ed il perizoma. Ad un tratto Greta si è complimentata con lui.


«Che bella sensazione! Le tue mani sono così grandi e forti.»


Ci son voluti circa 20 minuti per raggiungere quella splendida enorme barca, più che costosa. Appena giunti a bordo, Benjamin ha detto Greta che, se voleva poteva tranquillamente rinfrescarsi, facendo una doccia. Lei ha accettato e lo ha seguito; è stata via circa una ventina di minuti. Io ero in compagnia di Ciro e, nel frattempo, ci eravamo versati un drink. Ciro mi ha guardato e mi ha parlato, facendomi capire di come si sarebbe evoluta il resto della serata.


«Per come conosco Ben, son sicuro che in questo momento ci starà provando con Greta e, da quello che ho capito, ho la netta sensazione che a lei questo gioco piace. Non mi stupirebbe se il resto della serata finisse con una scopata fra noi tre.»


Non ho avuto tempo di rispondere, perché Greta è tornata e aveva indossato una vestaglia di raso nero; mi ha baciato in bocca e poi ha detto:


«Mi sento molto meglio. Ti è piaciuto guardarci ballare?»


Ho annuito e lei, dopo aver sorseggiato un po’ del drink dal bicchiere di Ciro, per un attimo, si è trovata in mezzo a loro due, con Ben in piedi, davanti a lei che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei si è girata, verso di me, mi ha fatto un cenno e sorriso, poi, senza dir nulla, ha aperto la vestaglia. Subito Ben l’ha attirata più vicino a sé e l'ha baciata, poi le ha messo le mani sui seni; la sua mano era così grande da coprirle gran parte del seno. Greta gli si è avvicinata e, con una mano, gli ha stretto il cazzo.


«E' da quando ballavamo che ho sentito questo cazzo contro di me; ho subito capito che doveva esser molto grosso e ho desiderato molto poterlo avere.»


Poi si è inginocchiata, gli ha aperto la patta ed ha tirato fuori il suo cazzo. Era molto lungo, ma non era ancora duro. Si è voltata a guardarmi e mi ha sorriso maliziosamente.


«Poco fa, quando ti ho baciato, hai avvertito il sapore della sua sborra? Già, perché mentre eravamo sotto la doccia, gli ho fatto un pompino ed avevo ancora la sborra in bocca e per questo ti ho baciato.»


Ho avuto una erezione incredibile: avevo sentito un sapore diverso sulle sue labbra, ma non vi avevo prestato molta attenzione. Ora, invece, mi era assolutamente chiaro il gioco della provocazione, cui mi stava sottoponendo mia moglie. Ad un tratto si è alzata e, continuando a tenere quel cazzo in mano, ha permesso a Ciro di toglierle la semplice vestaglia che indossava, e subito si è ritrovata fra loro due, con indosso solo una giarrettiera nera con calze di nylon. Ben le ha messo un dito nella figa ed ha preso a muoverlo dentro e fuori, facendola godere, mentre lui era piacevolmente sorpreso di sentire quella fica già tutta allagata.


«Accidenti! È un lago! Voglio metterci il mio cazzo dentro.»


L’ha sollevata di peso e l'ha adagiata su uno dei divanetti presenti nel locale e subito lei ha ripreso a succhiargli il cazzo che, ora, era completamente duro. Ciro si era completamente denudato e lo stesso ha fatto Ben, mentre io li osservavo continuando a tenere il cazzo in mano, estasiato da quella visione: mia moglie stretta fra le braccia di un amico e di un gigante nero di cui, adesso, teneva in mano la verga di una misura mostruosa. Teso e duro, era sicuramente ben oltre i 20 cm, ma la sua circonferenza era qualcosa di incredibile. Greta lo stringeva tra le mani e, a fatica, riusciva a congiungere le dita, per quanto era grande lo spessore. Anche in bocca, per quanto lei sia una brava succhia cazzi, a mala pena riusciva a prenderne la punta. Ciro leccava Greta fra le cosce, facendola godere in continuazione e, dopo l’ennesimo orgasmo, si è spostato ed ha lasciato il posto all’altro che, inginocchiato fra le sue cosce, ha appoggiato quell’enorme cappella sullo spacco della fica di mia moglie. Ero sbalordito ed estasiato allo stesso tempo, ma anche un po’ intimidito perché temevo che quella imponente, quanto enorme dotazione, potesse, in qualche modo, creare uno squarcio nelle muscose di mia moglie. Lei ha sollevato le gambe, ha fatto un profondo respiro e poi, con un cenno della testa, l’ha invitato ad entrarle dentro. Lui ha iniziato a spingere quella grossa verga fra le labbra della fica di mia moglie che, trattenendo fiato, cercava di accoglierlo in maniera alquanto tranquilla. Ho osservato la delicatezza con cui lui glielo ha spinto nel ventre a mia moglie. Ad un tratto lei ha spalancato di colpo la bocca, bloccando con le mani il corpo di lui, e allora ho capito che certamente lui doveva esser giunto fino in fondo, anche se, circa ¼ dell'intero membro, era ancora all'esterno della fica di mia moglie. Ciro le masturbava il clitoride, facendola gemere e nello stesso tempo, con la bocca continuava a succhiare uno dei suoi capezzoli, mentre mia moglie, dopo aver fatto dei lunghi respiri, ha esortato il colosso nero a scoparla.


«Muoviti, lentamente, ma muoviti, perché sto veramente impazzendo dal piacere: mi sento completamente riempita da questo cazzo enorme.»


Lui ne ha sfilato una buona parte e poi ha cominciato a spingerglielo di nuovo dentro, e poi ancora fuori, e poi ancora dentro, affondando sempre di più dentro il ventre di mia moglie, che, incredibilmente, ad ogni affondo, ne riceveva un pezzo in più, fin quando ho visto che il corpo del nero aderiva a quello di Greta. Lo aveva accolto tutto in corpo! Lei mi ha guardato con gli occhi sbarrati, stupita essa stessa da quanto era riuscita ad inglobarne di quella verga. Quello, per lei, è stato l’inizio di una lunga serie di orgasmi che l'hanno scossa in continuazione, senza soluzione di continuità. Alla fine, sfinita a seguito dell'ultimo urlo di piacere, gli ha chiesto di sborrare. Mentre lui la faceva impazzire di piacere, Ciro, in piedi, davanti alla bocca, le faceva succhiare il suo cazzo e io li guardavo estasiato, segandomi e, senza rendermene conto, ho sborrato due volte. Ero incredulo, stupefatto, ma anche affascinato dallo spettacolo cui stavo assistendo: quel gigante stava devastando mia moglie, ma, nello stesso tempo, le stava dando tanto piacere. Quando lui si è sfilato, quel grosso membro portava i segni del piacere di Greta. Quell’enorme verga nera, era completamente ricoperta di crema bianca, che non era altro che tutto il piacere che lui gli aveva fatto provare. Si è spostato ed ho avuto modo di ammirare la fica completamente slargata di mia moglie. Era ancora dilatata e lui si è spostato per lasciare il suo posto a Ciro, che le si è inginocchiato davanti ed ha sollevato sulle sue spalle le cosce di Greta, che ha afferrato con entrambe le mani il grosso palo nero ed ha cominciato a leccarlo avidamente di tutta la crema che lo ricopriva. Ciro ha provato ad affondare il suo cazzo nel ventre di Greta, poi sorridendo, ha desistito.


«Cazzo, l’hai sfondata! È talmente aperta, che il mio ci sguazza dentro! Così ho deciso: ora le faccio il culo, così, almeno, sento qualcosa, altrimenti per sborrare devo farmi una sega, come lui.»


Ha sollevato ancora un po’ le gambe e, con una spinta decisa, l’ha penetrata nel culo, facendola sobbalzare. Ha preso a stantuffarla, mentre Greta impazziva nel tenere quella quell’enorme massa di carne nera tra le mani e fra le labbra. Se la strofinava continuamente fra viso, bocca e seno, cercando di segarla con entrambe le mani per farlo sborrare, ma lui, sembrava proprio non pronto a concludere.


«Te l'avevo detto che se ti sborravo in bocca, poi sarebbe stato difficile farmi godere ancora, quindi adesso lascio che il mio amico ti sborri in culo e poi, dopo che lui lo ha ben lubrificato con la sua sborra, te lo pianto anch'io nel culo e te lo farcisco a dovere.»


L’ho guardato, convinto che stesse scherzando, mentre Ciro la pompava facendola godere ancora, finché, con un grido strozzato, le ha riversato in culo tutto il suo piacere. Ho notato lo sguardo di intesa fra i due e, quando Ciro si è sfilato, Ben l’ha fatta girare ed inginocchiare sul divanetto. Ciro, dopo essersi posizionato di lato, ha aperto i glutei di Greta per aiutare l’intrusione di quella grossa massa nera. Ero stupito, stavo quasi per oppormi a quanto stava per succedere, quando Greta, ancora fibrillante del piacere della sborrata di Ciro in culo, l’ho invitato a prenderla dietro.


«Mettilo dentro, ma fa piano, per favore, perché sei davvero grosso!»


Lui, dolcemente e con estrema delicatezza, ma anche con determinazione, ha cominciato ad entrare dentro di lei, che pian piano lo ha ricevuto completamente, fino in fondo. Quando lui si è fermato dentro di lei, dando modo ai muscoli anali di adattarsi all'intrusione della sua verga, lei mi ha guardato e, ansimante per lo sforzo, mi ha invitato ad avvicinarmi assieme a Ciro e, prese le nostre verghe in mano, ha chiesto a quello di pomparle il culo, mentre succhiava i nostri cazzi. È stato qualcosa di sconvolgente! Ho visto che Ben stava sfondando il culo di mia moglie, che godeva ed urlava in continuazione, mentre continuava a succhiarci i cazzi, alternandoli nella bocca. Fortunatamente il gioco non è durato molto, perché improvvisamente lui, dopo averla afferrata per i fianchi e averla pompata a ritmo sostenuto, con un grido ha cominciato a inondarle il culo. Ho visto che mentre le svuotava dentro le sue grosse palle, ad ogni schizzo sfilava lentamente il cazzo dal culo di Greta e, alla fine, afferrata quella mazza ancora turgida, le ha spruzzato il suo ultimo schizzo sulla schiena e lungo il solco delle chiappe. Lei è letteralmente crollata, sfinita, sulla coperta della barca, mentre dal culo usciva una gran quantità di sborra, che ha formato una vera e propria chiazza in terra. Lui si è abbassato e dopo aver preso la sua faccia fra le mani, l’ha baciata in maniera calda e profonda. È stato un bacio lungo, sensuale, carico di piacere e quando si è staccato, ho visto gli occhi di lei brillare, mentre lui si è girato verso di noi e le ha rivolto un magnifico complimento.


«Sei una troia meravigliosa! Solo poche donne, nella mia vita, sono state capaci di prendere il mio cazzo in fica e, con la stessa facilità, anche nel culo. Tuo marito è un uomo fortunato, come lo è anche Ciro: entrambi sono così fortunati ad avere una femmina come te nel loro letto e, in maniera amicale, vi invidio da pazzi, grazie. Grazie per avermi fatto provare momenti che resteranno indimenticabili nella mia mente. Era da tempo che non mi godevo così bene ed a lungo, una gran troia che mi ha fatto veramente impazzire di piacere. Quando mi hai fatto il pompino sotto la doccia, pensavo che tutto sarebbe finito lì, e già mi ritenevo molto soddisfatto, ma quando ti ho visto prendere il cazzo di noi in bocca, ho capito che questa sera, finalmente, avrei scopato una Femmina con la F maiuscola. Spero di aver il piacere di rivederti ancora.»


Senza aggiungere altro, l’ha sollevata di peso, con la semplicità di chi solleva una piuma e, dopo essere scesi sotto coperta, l’ha portata in un bagno e le ha concesso di rimettersi perfettamente in ordine. Quando siamo scesi dalla barca, Greta era molto malferma sulle gambe, mi ha detto che si sentiva ancora il culo bruciare e la fica gonfia e tumefatta, ma, intanto, era felice di essersi goduta quella verga così grossa e, soprattutto, di aver goduto in piena libertà sotto i miei occhi, perché aveva notato con quanta estasi la guardavo. Infatti erano gli occhi dell'amore.


Questa è la mia donna, la femmina che finalmente mi ha regalato momenti indimenticabili e, mentre sfinita, sdraiata con me nel letto, si è addormentata soddisfatta, dentro di me penso che in futuro mi regalerà ancora momenti estremamente belli, dove lei farà da protagonista a scene che mi faranno godere ancora, senza fine.


 

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