Mi chiamo Antonio, sono alto 1,71, per 75 kg di peso, capelli e occhi scuri, magro, fisico abbastanza normale, un ragazzo come tanti, che sta completando il tirocinio per diventare medico. Sono fidanzato da tre anni con Sara, biondina con due begli occhioni azzurri, alta 1,50 per 50kg, terza di seno e un gran bel culo. Lavora come segretaria presso un'azienda grafica. Siamo una coppia abbastanza affiatata, con un bel gruppo di amici, con i quali, spesso e volentieri, usciamo per vivere serate all’insegna del divertimento e dello svago. Fra di noi c’è una bella intesa e, nel sesso, la trovo sempre soddisfatta da me, che non sono un superdotato. Le piacciono molto i preliminari, in specie quando raggiunge l’orgasmo nel farsi leccare la fica o masturbare a lungo. Quando invece la scopo, aspetto sempre che lei raggiunga l'orgasmo e poi le riverso dentro tutto il mio piacere. È molto brava nel succhiare il cazzo e lo ingoia facilmente, anche perché, come ho detto, il mio non è né troppo lungo e nemmeno troppo grosso, ma questo a lei sembra non dispiacere affatto.
Per reciproca comodità, abbiamo deciso di convivere e abitiamo in un miniappartamento, costituito da un angolo cottura, un piccolo salone ed una camera con bagno, il tutto in pochi metri quadri. Ci piace molto vivere assieme e quando, circa sei mesi fa, a seguito della dipartita della nonna materna, ha ereditato una bella villetta a schiera, grande e spaziosa, anche se un po’ datata, abbiamo deciso di fare dei lavori di ristrutturazione per renderla più funzionale ai nostri bisogni, facendola diventare il nostro nido amore.


Per fare questi lavori, ci siamo rivolti ad un geometra, conosciuto da lei per aver fatto dei lavori nel condominio dove abitano i suoi genitori.


Il signor Giuseppe è un uomo sulla cinquantina, ben portati, spalle larghe, mani forti e robuste, dal carattere piacevole ed allegro. Subito si è reso disponibile ad organizzare e realizzare i lavori, che noi avevamo in mente di fare in quella casa. Tutti e tre abbiamo fatto un sopralluogo per stabilire ciò che era assolutamente necessario o urgente da fare: ad esempio il rifacimento di entrambi i bagni, la sostituzione delle tubature e della caldaia, posta in una piccola nicchia esterna, su uno dei due ampi terrazzi; questo avrebbe inevitabilmente comportato il rifacimento dell’intero pavimento del salone, sotto cui sarebbero passate le tubature. La volta successiva, ci siamo trovati ancora in quell'appartamento insieme a lui e ad una squadra di cinque persone, di cui lui si avvale per realizzare ristrutturazioni e dove ciascuno è esperto in un apposito settore. Mi sono trovato davanti cinque persone dall’aspetto imponente e massiccio. La particolarità consisteva nel fatto che erano tutti rumeni e, premesso che non ho alcun pregiudizio nei confronti di queste persone, il loro modo di fare mi ha subito messo in allarme: fra essi vi era molta intesa e, soprattutto, tutti, nessuno escluso, staccava gli occhi dal corpo della mia fidanzata. Lei quel giorno indossava un semplice paio di jeans attillati ed un maglioncino che le modellava il seno; a completamento della mise, un semplice paio di scarpette da ginnastica, la rendevano, nell'insieme, una gradevole e bella visione; essi hanno posato a lungo gli occhi sul corpo di lei, che non credo abbia notato tutto questo interesse, in quanto presa dal parlare con il geometra e, di volta in volta, a seconda dell’argomento, con ciascuno dei cinque, mentre gli altri quattro se la mangiavano con lo sguardo.


Li osservavo, stando un po’ in disparte e, dentro di me, ho sentito una strana inquietudine, un misto di sensazioni contrastanti, che andavano da una folle gelosia ad una terribile eccitazione; sensazioni altalenanti che proprio non riuscivo a conciliare e tenere a freno. I cinque erano comandati da Dimitri, il più imponente di loro, colui che, in pratica, aveva creato quell’insieme di maestranze per realizzare ogni tipo di lavori. Subito dopo di lui c’era Pavel, forse il meno imponente fra i cinque e, a seguire, Igor, l’esperto d'idraulica e, sicuramente, quello dall’aspetto un po’ più inquietante, avendo le braccia coperte da tanti tatuaggi ed i capelli quasi rasi a zero. Il quarto, dal nome impronunciabile, che tutti chiamavano semplicemente Pietro, era il più taciturno, ma, nello stesso tempo, era quello che non smetteva un solo istante a mangiarsi la mia ragazza con lo sguardo. Infine Andrei, che non ho capito quale fosse la sua mansione, era sicuramente quello più loquace, che chiedeva sempre a Sara il parere su ogni cosa. Dopo aver stabilito tutto quanto, abbiamo dato inizio ai lavori, che si sarebbero dovuti protrarre per circa una decina di giorni. Dopo circa tre giorni, ci chiama Giuseppe, il geometra, e ci prega di passare a casa essendo giunto il momento di scegliere i materiali da sistemare nel bagno ed il pavimento del salone. Era una giornata particolarmente calda, io indossavo un paio di pantaloncini corti, e una semplice T-shirt, mentre Sara indossava un vestito leggero, bianco abbastanza trasparente, dove sotto si intravedeva, l’intimo bianco che, anche se non particolarmente sexy, la rendeva comunque un conturbante vedere. Giunti nella casa, abbiamo trovato solo il cinque personaggi sopra descritti e, subito, si sono attivati a spiegare, rivolgendosi soprattutto a lei, le scelte a farsi. Per prima cosa, ci hanno mostrato le mattonelle del pavimento del salone e, per fare questo, hanno invitato Sara ad avvicinarsi alla grande finestra, da cui proveniva molta luce, nonché il sole, elemento fondamentale per valutare il riflesso sulla mattonella. Lei non si è resa conto che, posizionatasi con la mattonella, fra loro ed il sole e piegandosi in avanti, il suo vestito è divenuto ancora più trasparente. Vista in controluce, si potevano intravedere benissimo le sue splendide forme, il suo meraviglioso culo che, anche se era coperto da una casta mutandina, era comunque un gran bel vedere. Anche in quest’occasione, ero leggermente più indietro rispetto agli altri, che le stavano tutti intorno ad attendere la sua decisione. Quando lei si è abbassata sulle ginocchia, per cambiare una mattonella con un’altra, il vestito è leggermente salito ed una bella porzione delle sue splendide cosce bianche è stata esposta alla vista di tutti. Tutti si sono guardati e, in particolare, Igor e Pavel, si sono scambiati un’occhiata d’intesa, mentre, a mia volta, in quel momento ero di nuovo assalito da quelle sensazioni contrastanti, che assumevano sempre più il sapore di un misto di gelosia/eccitazione nell'osservare di quanto desiderio fosse oggetto la mia fidanzata. Anche Dimitri la guardava da vicino e, forse, tra i cinque è stato quello che, essendo davanti a lei, ha goduto di più dello spettacolo offerto dalle sue cosce, al punto che, quando si è girato verso gli altri, ho visto che si inumidiva le labbra con la lingua; ma la cosa che mi ha colpito di più è stata quella di notare un notevole rigonfio all'altezza del pacco; inoltre, guardando verso gli altri, ho notato che anch'essi avevano i pacchi gonfi e, questo, dentro di me, non ha fatto altro che aumentare il mio senso di inquietudine.


Dopo il salone, siamo passati al bagno, il più grande dei due; oltre a Sara, sono entrati Dimitri, Pavel e Andrei, mentre gli altri due si sono fermati sulla soglia, con me dietro che, a malapena riuscivo a vedere quello che succedeva dentro. Mentre parlavano, Dimitri l’ha fatta posizionare nell’angolo dove sarebbe stata installata la doccia che, creata in muratura su tre lati, era opportuno stabilirne le dimensioni.


«Signorina, venga qui, immagini di essere all’interno della sua doccia e ci dica se lo spazio creato sia sufficiente.»


Nel dire questo, lei si è ritrovata con Pavel sul lato destro, che simulava essere una parte del muro, mentre Andrei, era l’altro muro sul lato sinistro, mentre Dimitri le stava davanti. Vederla stretta fra quei tre grossi maschi, ho sentito crescere la mia erezione che è diventata insostenibile quando Dimitri le ha chiesto di fare un ulteriore esperimento.


«Signorina, immagini che le è caduto il sapone e si abbassi per raccoglierlo; così avremo modo di accertare se lo spazio è sufficiente.»


Quando Sara si è abbassata, chinandosi davanti a lui, il suo culo è andato a sbattere contro il pacco gonfio di Pavel, che è sì rimasto immobile, ma in ogni caso le ha fatto sentire fra le chiappe la consistenza del suo membro, perché lei, dopo un attimo di indecisione, si è girata e, nel fare quel movimento ha strusciato anche contro il pacco gonfio di Andrei. Allora si è abbassata ancora, sempre fingendo di raccogliere il sapone e, a quel punto, si è trovata davanti alla faccia il grosso pacco di Dimitri, che la guardava con occhi carichi di desiderio. Lei, dopo essere rimasta un attimo immobile ed abbassata in mezzo a loro, si è sollevata rossa in viso: è uscita da quello strano angolo, visibilmente turbata. È venuta verso di me e, senza guardarmi in volto, ha detto che andava tutto bene e si è avviata verso la porta. Essi sono rimasti tutti in silenzio, ma, nel venire verso di me, sicuramente Dimitri si è accorto che il mio cazzo era duro come il loro, anche se era evidente che le loro dotazioni erano più generose delle mie. Durante il viaggio di ritorno verso casa, nessuno di noi due ha aperto bocca e, quando le ho chiesto se andava tutto bene, lei si è girata verso di me con aria assente e, senza guardarmi negli occhi, mi ha detto che era tutto a posto. Due giorni dopo, il geometra ci chiede se possiamo passare per decidere la sistemazione dei vari sanitari in entrambi i bagni, ma io sono impossibilitato a farlo perché impegnato nel mio lavoro e, quindi, chiedo a Sara se, durante la pausa pranzo, fissata fra le 13:00 e le 15:00, può andare lei per decidere quello che era opportuno. Preso dal lavoro, non mi rendo conto nemmeno che ho chiesto alla mia ragazza di tornare a farsi ammirare da quei cinque maschi e, solo a sera, di ritorno a casa, la vedo un po’ confusa, assente, ma in ogni caso, allegra e felice. Le chiedo il motivo di tale soddisfazione e lei, dopo aver tentennato un attimo, quasi inseguendo un suo pensiero, mi risponde che la casa sta divenendo veramente bella e che non vede l’ora di poterci vivere insieme. Il resto della serata si svolge nella solita maniera, e dopo cena, mentre lei segue un reality in tv, io, stanco per la dura giornata di lavoro, decido di andare a letto. Mentre sono in bagno e mi sto lavando i denti, la mia attenzione viene attratta da un piccolo dettaglio che spunta dalla cesta dei panni sporchi. Incuriosito mi avvicino e, sollevato il coperchio, vedo che il piccolo cintino nero che fuoriusciva dalla cesta, non era altro che parte del reggiseno a balconcino di pizzo nero che le ho regalato per il suo ultimo compleanno. Incuriosito ho osservato meglio sia quell’indumento che il piccolo perizoma nero, ad esso abbinato e presente nella cesta. Quando ho controllato il perizoma, ho potuto osservare che la parte che è a contatto con la fica era completamente ricoperta dei suoi umori, quasi a significare che doveva aver vissuto un momento di libidine talmente intenso da averle provocato la emissione di abbondanti umori che avevano letteralmente intriso quell’indumento. L’ho annusato ed ho sentito forte l’odore di femmina di cui era impregnato. Senza neanche rendermene conto, l’ho immaginata in mezzo a quei cinque maiali, che la guardavano, la toccavano, la facevano godere come una troia. Il mio cazzo è diventato durissimo, quasi a farmi male. Portata la stoffa alla bocca, l'ho leccata e succhiata avidamente, poi, senza neanche rendermene conto, mi sono segato in maniera furente, ricoprendo l’indumento con una sborrata colossale. Ero sfinito. La sensazione provata era stata sconvolgente. Dentro di me, non riuscivo a comprendere quello strano cambiamento che stavo maturando nei confronti della mia fidanzata: una parte di me, la voleva casta e pura, mentre un'altra parte desiderava che fosse la più troia delle puttane, la più zoccola delle vacche mai vissuta sulla terra. Turbato, me ne sono andato a letto, con la mente stravolta da mille pensieri. Mi sono addormentato ed ho fatto un sogno terribile, popolato da tanti cazzi tutti intorno alla mia Sara, che se li godeva e succhiava uno dopo l’altro, mentre loro ridevano di me, e mi davano del cornuto! Mi sono svegliato di soprassalto, ed ho visto lei che dormiva tranquillamente; stranamente mi sono ritrovato ancora con il cazzo duro. Ho cercato di riaddormentarmi, ma, alla fine, sono andato in bagno e, dopo aver preso di nuovo le sue mutandine ed averle avvolte intorno al mio cazzo, mi sono segato ancora, immaginandola scopata da tanti maschi. Sfinito sono tornato a letto. Il giorno successivo, mi ha chiamato di nuovo Giuseppe, il geometra, dicendomi che vi era un problema nella collocazione di uno dei mobili del bagno più piccolo e mi ha chiesto se era possibile fare insieme un sopralluogo. Ho cercato di contattare Sara, ma risultava irraggiungibile e, quando l'ho cercata in azienda, una sua collega mi ha detto che aveva preso due ore di permesso. Ho richiamato il geometra e gli ho dato appuntamento nel mio appartamento. Siamo arrivati quasi insieme davanti al palazzo e, quando siamo entrati dentro casa, ho sentito uno strano silenzio, rotto solo da strani rumori che provenivano da quella che era la vecchia camera da letto della nonna di Sara. Ho guardato Giuseppe che ha stretto le spalle senza dir nulla e, insieme, ci siamo avviati verso quella camera. Quando ho aperto la porta, ho visto una cosa che mi ha fatto gelare il sangue: Sara era nuda su quello che era il vecchio letto di sua nonna ed era alle prese con tutti e cinque gli uomini, che dovevano essere lì per fare i lavori dentro casa.


Ciascuno le stava offrendo il proprio cazzo da succhiare, mentre era impalata su quello di Dimitri che, dal basso, la pompava sbattendola alla grande.


Sono rimasto basito, ma nello stesso tempo, ho sentito forte un’erezione quasi dolorosa, che non è sfuggita ad Giuseppe.


«Aveva ragione Dimitri, nel dire che sei un cornuto, cui piace vedere la sua donna sbattuta e sfondata da altri maschi. Guarda come ti tira il cazzo! E allora, cornuto, tiralo fuori, perché adesso mi voglio godere anch’io quella puttana della tua fidanzata.»


Sono rimasto immobile a guardarla, mentre lei era così presa dal godere che quasi non ha notato la mia presenza. Anzi Giuseppe, dopo aver tirato fuori il cazzo, l'ha spinta a distendersi sul petto di Dimitri e, scavalcando le gambe di lui, glielo ha infilato dritto nel culo. Lei ha emesso un grido quasi strozzato, perché aveva la bocca piena di un altro cazzo, mentre gli altri due si stavano facendo masturbare da lei, che teneva i loro cazzi uno per mano. Ero furioso, ma nello stesso tempo tremendamente eccitato e, senza neanche rendermene conto, ho iniziato a segarmi e son subito schizzato. Pavel, quando mi ha visto sborrare, si è messo a ridere:


«Ragazzi! Guardate il cornuto: appena si è toccato il cazzo, è subito schizzato. Accidenti! È così eccitato nel vedere la sua donna godere in mezzo a noi, che sborra appena si tocca.»


Sara, si è tolta per un attimo il cazzo che aveva in bocca, si è girata verso di me ed i suoi occhi esprimevano l'implorazione di non far niente per interrompere quello che stava facendo. Dentro di me, in quel preciso momento, mi son subito reso conto che ciò che stavo vedendo era ciò che realmente volevo: avere una fidanzata e, di certo futura moglie, molto troia. Ciascuno di essi le ha sfondato il culo e la fica, riempendola di sperma fino all’ultima goccia, poi, quando tutti si son sentiti soddisfatti ed io ero venendo tre volte, masturbandomi, Dimitri e Giuseppe sono venuti verso di me e mi hanno dato una pacca sulla spalla.


«Complimenti! La tua donna è una vera vacca da letto! Ci ha fatto godere tutti e sei e, sicuramente, se ce ne fossero stati altri, li avrebbe spremuti fino all’ultima goccia. Adesso, per completare l’opera, dovresti inginocchiarti fra le sue cosce e leccare tutta la sborra che sta colando dai suoi buchi. Sei un bravo cornuto e quindi spetta a te lenire l’arrossamento che le abbiamo provocato, per averla scopata così intensamente.»


Non hanno aggiunto altro e sono usciti, lasciandoci soli. I miei occhi hanno incrociato quelli di Sara, che ha abbassato lo sguardo, non riuscendo a reggere il mio totalmente sorpreso ed irretito. Per un lungo istante siamo rimasti in silenzio: ero indeciso sul come comportarmi, poi mi sono avvicinato ed ho visto il suo corpo cosparso di sborra, i suoi buchi dilaniati e slargati, da cui fuoriusciva tutta la sborra che le era stata riversata dentro. L'ho guardata negli occhi ed i miei hanno scorto nei suoi la soddisfazione e l'appagamento da cui erano pervasi. Quando mi ha rivolto la parola, il suo tono era incerto e la voce tremolante.


«Scusami amore! Non sono riuscita a resistere alla tentazione di provare come sarebbe stato concedermi a questi cinque maschi superbi che, con i loro cazzi enormi e duri, mi hanno fatto godere fino allo sfinimento. Capisco che sarò giudicata una puttana, una troia che ha tradito, ma devi capire che questo è il mio temperamento ed è più forte di me; è una cosa cui non so resistere. Io ti amo e i miei sentimenti per te sono fortissimi; tutto quello cui hai appena assistito è solo sesso, appagamento del corpo che, di tanto in tanto, desidera sconfinare e godere con un vero maschio. Tu mi piace moltissimo, il tuo modo di scopare è dolce, delicato e mi fa anche godere, ma la mia indole mi fa avvertire forte il desiderio di sentirmi usata, sfondata e slabbrata da uno o più cazzi che mi fanno godere proprio tanto. Se tutto ciò non è da te gradito, possiamo anche finire qui la nostra storia, altrimenti vieni fra le mie braccia e godiamo insieme del piacere che tutto questo ci potrà dare in futuro. Ho visto come e quanto ti sei masturbato, quindi sono convinta che la cosa, in qualche modo, sia piaciuto anche a te.»


L’ho guardata, l’ho baciata ed ho sentito il sapore del seme di tutti quelli che l’avevano riempita di sborra in faccia, in bocca e su tutto il resto del corpo. Mi è piaciuto molto ed ho sentito, dentro di me, che era quello che volevo e così, da quel momento, la nostra storia ha avuto una profonda trasformazione ed entrambi abbiamo iniziato un percorso che ci ha portato a vivere esperienze che non credevamo possibili.

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