Conobbi Luca durante un turno di lavoro. Sono un medico di base, e durante uno dei miei turni serali, mi ritrovai nel mio studio, questo ragazzo di 25 anni. Era veramente bello ed era alto circa 1,70, molto muscoloso con bicipiti esagerati, che quando piegava il braccio mettevano a dura prova le cuciture delle maniche delle attillate T-shirt che indossava. Capelli ricci, un po’ di barbetta ed occhiali in faccia, e la poca differenza di età, lo rendeva ancora più interessante. Non lo faccio quasi mai, per una questione di stile, ma con Luca si era instaurata fin dal primo giorno una sorta di complicità e reciproca fiducia al maschile che mi piacque molto. <<Ragazzo di buona famiglia... fin troppo educato…>> pensavo io. Era l'estate del 2010 e lui stava preparando la tesi e contemporaneamente si allenava per una gara di pesi alla locale palestra. Spesso arrivava in ambulatorio con un dolore muscolare o un po’ di mal di schiena. Faceva caldo in quei giorni e qualche volte arrivava con addosso ancora i pantaloncini da allenamento e una specie di canottiera un po’ bagnata di sudore e che a mala pena conteneva tutti i suoi muscoli. Era sempre molto interessante vederlo arrivare, salutare con molta educazione e accomodarsi sulla sedia. In quei momenti pensavo: <<Eccolo! Che pezzo di ragazzo che sei, cazzo… dai, dammi una ragione per essere spogliato e palpato dalla testa ai piedi!>>. Lui si sedeva parlava brevemente e poi mi presentava il piccolo problema del giorno con frasi del tipo:
-“Vede dottore, oggi in palestra ho sentito all’improvviso un dolore qui, oppure un dolore lì ecc..”
Tutte piccole cose che mi obbligavano sì a visitarlo, ma sempre senza darmi la scusa per togliergli i vestiti. Anche in queste occasioni, però, il mio cuore iniziava a battere all’impazzata e il mio cazzo si raddrizzava e iniziava a premere dietro ai pantaloni. Averlo attorno e sapere che avrei potuto toccarlo mi eccitava a tal punto che avrei voluto saltargli addosso, spogliarlo, mettergli le mani ovunque! Visitandolo ero investito dal suo forte odore di maschio e di palestra. Non troppo pesante, non di sporco, ma un caldo e avvolgente odore di esercizi fatti, di vigore maschile... di sesso... Una volta mi disse che durante uno sforzo, sollevando un bilanciere, aveva sentito il suo cuore battere più forte del solito, si era impaurito ed era accorso al mio studio. Quando aprì la porta e mi salutò ebbi un sussulto. Era lì, ancora un po’ sudato nonostante l’aria condizionata della sala d’aspetto avesse in parte asciugato la sua pelle, possente e muscoloso come sempre! Mi colpì il suo sguardo un po’ preoccupato, rispettoso e contento di vedermi.
-“Dottore” dice lui, “pensavo che fosse già andato via!”
-“Stavo per farlo, sei arrivato appena in tempo. Vieni Luca accomodati, che succede?”
Lui entra con tutta la sua massa di muscoli, in dosso una maglietta e un paio di pantaloncini che gli coprono a mala pena i boxer, tanto sono corti e aperti sui lati. Dovetti farlo distendere sul lettino, era piuttosto preoccupato tanto che era corso da me senza perder tempo neppure per farsi la doccia! Non che la cosa mi dispiacesse più di tanto … Mi misi alla sua destra, in piedi, guardandolo negli occhi:
-“Dimmi tutto.”
-“Vede dottore, a un tratto mi è parso di sentire dei battiti irregolari, accelerati, non era mai successo prima...”
Il suo viso un po’ da ingegnere, con gli occhiali, e un po’ di sebo dovuto all’attività fisica rendeva umida e lucida la sua pelle. Non aveva una faccia da fotomodello, aveva dei lineamenti un po’ rudi, da cattivo ragazzo, forse per questo ancora più sexy. Mi pareva quasi ammiccante… Ma era soltanto la mia impressione, forse.
<<Chissà come si diverte a scopare quella ragazzina con la quale si è presentato qui qualche volta.. e chissà come deve godere lei, così carina e per benino a farsi montare da questo toro di 90 chili di muscoli!!>> Pensai in quel momento.
Ma quello che dissi fu soltanto:
- “Non preoccuparti, vedrai che non è niente, sarai soltanto un po’ teso.”
La mia eccitazione saliva. Finalmente lo avrei toccato un’altra volta. Avvertivo il mio cazzo che iniziava a dare segni di vita. Mi misi alle orecchie il mio stetoscopio. Facendo il medico s’impara a dissimulare tutte le emozioni affinché ogni atto trasmetta fiducia tranquillità e sicurezza, io in questo sono bravo. Gli feci togliere la maglietta e mi avvicinai. Per ascoltare il battito del suo cuore dovetti piegarmi leggermente in avanti. A pochi centimetri da me il suo torace, coperto di una bella e curata peluria scura. I pettorali sembravano scolpiti, ben definiti e si gonfiavano quando lui inspirava. Sembrava quasi di aver davanti ad un modello, muscoloso, in carne ed ossa. I capezzoli sporgenti e paonazzi sembravano volessero solo esser leccati e tormentati, morsi da qualcuno.. Si sentiva il profumo del deodorante che probabilmente si era messo quella stessa mattina e che adesso, attenuandosi, si era mischiato al profumo della sua pelle esaltato dallo sforzo fisico. Ascoltai per un po’ il battito del suo cuore: ritmico, perfetto. Il mio atleta stava benissimo, era solo un po’ stressato. Stavo per rialzarmi, quando pensai che mi sarei potuto godere un po’ lo spettacolo di quel corpo. Restai quindi con lo stetoscopio attaccato alle orecchie dicendogli:
- “Mmm, il cuore sembra star bene, però sentiamo se anche in pancia se è tutto a posto.”
-“Certo dottore, come vuole lei.” Rispose.
Mi spostai leggermente verso il suo ombelico e ci appoggiai l’estremità dello stetoscopio per ascoltare non si sa bene cosa... Volevo soltanto una scusa per continuare a guardarlo da vicino e toccarlo. Il mio uccello intanto era già bello duro e temevo si potesse vedere il gonfio che si stava delineando sul camice all’altezza della vita. Sentivo filose gocce di pre-sperma che si stavano raccogliendo sulla mia cappella, per fortuna ben imprigionata nelle mutande. Mi stavo già pregustando il godimento della bellissima sega liberatoria che mi sarei sparato dopo aver congedato Luca. Da quella posizione ero ad una ventina di centimetri dal suo bacino. Non potetti non guardargli il pacco. Essendo lui disteso, il sottile tessuto dei pantaloncini era appoggiato alle forme del suo membro e le delineava vagamente. Aveva un bel pezzo di carne anche lui e a giudicare da quello che vedevo doveva essere almeno un po’ barzotto. Mi sembrava di vedere la sua cappella adagiata sulla destra, più sotto il gonfio delle palle. Con la mia testa ero proprio sopra quella piccola striscia di peli che dal centro degli addominali conduce a mo’ di autostrada, entrando sotto l’elastico delle mutande, dritta, dritta al cazzo. Il respiro di Luca si fece un po’ più rapido e mi sembrò di notare un certo imbarazzo. Rimasi fermo in quella posizione, leggermente ricurvo su di lui, con un atteggiamento che da fuori sarebbe sembrato molto distaccato, mentre in realtà nella mia mente scorrevano pensieri di libidine. Mentre stavo facendo finta di ascoltare che tutto fosse normale, come se non fossi stato già abbastanza eccitato, piano, piano, iniziai anche a sentire un odore molto molto sexy… Lo riconobbi subito era l’odore del suo cazzo che, anche se chiuso dentro i boxer, era talmente vicino al mio naso che ne potevo riconoscere il forte odore di sesso, di cappella non lavata da almeno un giorno. Pensai che aveva fatto proprio bene a venire da me senza docciarsi, altrimenti mi sarei certamente perso questo buon odore di uomo. Quanto avrei voluto strappargli quei fottutissimi shorts da palestra e godermi lo spettacolo del suo uccellone, giocarci, toccarglielo, baciarlo ed in fine passare al suo culo e scoparlo su quel lettino… Tornai in me. Mi raddrizzai, lo guardai dritto negli occhi. La sua espressione era davvero cambiata. Era molto a suo agio, accennò un mezzo sorriso. Gli spiegai che tutto era apposto. Lui mi rispose che era contento e che ora era anche più tranquillo. A quel punto mi disse una cosa che mi lasciò di stucco:
-“Dottore, mi dica, posso rivestirmi, o vuole divertirsi un altro po’ con me, eh?!”.
Quelle parole mi fecero l’effetto di una scarica elettrica e per un attimo ne fui sorpreso, imbarazzato e turbato. Studiai la sua espressione: era tranquilla come sempre.
-“Che intendi dire Luca? Sei nello studio di un medico, qui nessuno si sta divertendo che credi?!”
Risposi io con evidente disappunto e palesemente sulla difensiva.
-“Le chiedo scusa, stavo solo scherzando…”.
La sua faccia era ancora tranquilla, avevo l’impressione che ci fosse però qualcosa di beffardo nel suo sguardo e di complice allo stesso tempo. Che avesse capito che mi piaceva e che lo trovavo irresistibilmente sexy?! Che fosse gay anche lui? Non era possibile, o almeno ero convinto del contrario... Quindi stava cercando di mettermi in imbarazzo, lo stronzo, sapeva di eccitarmi e quindi faceva di tutto per provocarmi!? Oppure no, erano solo mie fantasie dovute alla mia solita coda di paglia.
-“Sì, tranquillo Luca.” Feci io gettando acqua sul fuoco. “Dicevo per dire, sono già le 19 e sto lavorando da 6 ore filate, inizio a non capire più le battute alla prima..”
Poi girandomi di spalle per tornare dietro la scrivania gli dissi con una certa freddezza:
-“Comunque rivestiti.”
Seguì un attimo di silenzio. Avevo ristabilito l’ordine e avevo di nuovo il controllo della situazione. Odio quando nel mio ambulatorio sono i pazienti a comandare e non il dottore. Sopratutto odio quando il paziente scopre che mi piace e che mi sto divertendo un po’ con lui! Mi sedetti sulla poltrona di pelle, mi appoggiai allo schienale e con voce impostata gli spiegai che tutto era normale, che doveva ridurre un po’ il carico di lavoro e che era per il resto in estrema forma. Compilai la fattura e gliela porsi. Mi pagò in contanti e si congedò con esagerata formalità avviandosi alla porta. Prima di uscire si voltò e mi fece l’occhiolino:
-“La prossimo settimana dovrò tornare da lei, temo, arrivederci!”
Non feci in tempo a rispondere che la porta si era già chiusa. Che cazzo avrà voluto dire? Anche se mi pagano, non mi piace che i miei pazienti vengano da me per niente, perché mi sento realizzato soltanto quando è davvero bisogno del mio lavoro. In questo caso però era diverso. Riconobbi che avrei dato qualunque cosa per stare da solo in intimità con quel ragazzo. Mi chiesi ancora una volta se fosse la mia immaginazione a correre troppo o se invece quel tipo ci stesse davvero provando col suo medico di fiducia. Mi alzai, aprii la porta dello studio e trovai la segretaria che stava venendo verso di me:
-“Dottore io vado, chiudo la porta da fuori, quando lei esce la sbatta soltanto.”
-“Si signorina, a domani, buona serata.”
-“Ah, si ricordi che domani mattina ha il primo appuntamento alle 8,30.”
<<Cazzo me n’ ero dimenticato, l’indomani a lavoro mezz’ora prima!>>
- “Grazie, a domani.” La salutai e lei se ne andò.
Tornai nel mio studio. Mi sedetti ancora sulla poltrona. Finalmente ero solo e potevo farmi una bella sega in pace. Mi tolsi camice e cintura e mi allentai la cravatta. Mi aprii i pantaloni e li calai leggermente. I miei boxer aderenti coprivano il mio cazzo che era quasi completamente eretto, tranne la punta che faceva capolino verso l’ombelico. La cappella era bagnata e anche il tessuto aveva qualche chiazza. Sospirai: finalmente un po’ di tranquillità. Su internet cercai un bel filmino porno. Non gay. Un film con un maschione che si scopava una fighetta. Chiarisco che non mi piacciono le donne, ma ogni tanto mi piace guardare dei bei maschi dotati e virili che scopano selvaggiamente delle fighette, che rompono loro il culo stretto. Misi il filmato sul più bello ed intanto cominciai a stringermi la punta del cazzo fra le dita giocandoci. Era ancora molto lubrificato ed il liquido pre-spermatico rendeva il gioco molto piacevole. Mi piace molto l’odore di cazzo, sia del mio che di quello degli altri, purché non sia eccessivo e non mi dia l’impressione di sporco. Mi annusai quindi la mano compiacendomi: avevo un odore niente male. Mi calai le mutande poggiando il culo sulla pelle della poltrona e finalmente mi scappellai completamente. Tirai giù la pelle fino in fondo, fino a sentire un po’ frizzare. In questo modo avevo distribuito il bagnato su tutto il glande. Un buon profumo di pisello si stava diffondendo. Iniziai a farmi una sega molto violenta. Mi immaginavo che l’attore fosse il mio bel paziente e che la tipa fosse la sua ragazza. Il cazzo dell’attore pareva sproporzionato per il culo della protagonista, lei lo prendeva però con intenso e travolgente piacere. Lui la sculacciava mentre le piantava il suo palo tutto dentro al culo. Per un attimo immaginai di essere io ad essere scopato da Luca, che lui mi desse una prova della sua forza e mi facesse sentire quando dura potesse diventare la sua nerchia. Subito dopo immaginai il suo viso malizioso appoggiato sul lettino ed io, col cazzo in mano, che gli sborravo in faccia. Continuai a masturbarmi. Il pc del mio studio non ha altoparlanti, quindi si sentiva soltanto il rumore della mia cappella segata a dovere. Stavo per venire. Mi alzai in piedi. Immaginai ancora Luca, stavolta di spalle nudo che si chinava sul lettino e mi faceva vedere il culo. Ci mettevo la faccia dentro, sentivo il suo solito odore di maschio, tiravo fuori la lingua e cominciavo a leccarlo come se volessi mangiarlo. Premevo con la faccia sulle sue chiappe sode, la bocca spalancata e la lingua che entrava dentro di lui come una trivella. Con questa immagine in testa schizzai alcuni fili di calda e densa sborra sulla scrivania e contemporaneamente godetti come un cavallo e mi sentii finalmente appagato. I giorni passarono. La settimana finì e passò anche tutta la settimana successiva. Di Luca neanche l’ombra. Ogni giorno mi domandavo quando sarebbe venuto e che cosa sarebbe successo. Controllavo l’agenda della segretaria: mai il suo nome. Finalmente il mercoledì di un paio di settimane dopo notai l’ultimo appuntamento del venerdì: “Luca B”. Era lui cazzo! Era veramente lui e si era fatto mettere alle 19:00... forse sapendo che alle 19,30 la segretaria sarebbe andata via e saremmo rimasti soli. Continuavo a fantasticare, ad immaginare... Chissà cosa mi avrebbe detto, con quale faccia si sarebbe presentato! Forse stavo ancora esagerando, forse semplicemente ero di fronte all’ennesimo paziente ipocondriaco che aveva bisogno del medico che lo tranquillizzasse, nient’ altro. Mi pare di non ricordare un’estate più calda di questa. Fra me e me mi ripetevo era etero e quindi non poteva aver nessuno interesse sessuale per me. Venerdì mattina. Mi svegliai con un alzabandiera da guinness dei primati. Mi sentivo un leone.
<<Stasera verrà Luca e vedrò come si comporta, se vuole veramente provarci starò al gioco, altrimenti saranno altri 70€ che entrano nelle mie tasche..>> Pensavo. Ore 19:00, mi chiama la segretaria.
-“Dottore, purtroppo devo chiederle il permesso di uscire un’ora prima, perché mio figlio non sta bene.”
<<Cazzo, il sogno si sta avverando!>> Pensai. <<Meglio di così, se ne va già.. Faccio questi due ultimi pazienti rompicazzo che restano da vedere e rimarrò solo, così quando arriverà Francesco avrò campo libero.>>
-“Vada pure signorina, a domani, mi faccia sapere di suo figlio.”
Avevo già una mezza erezione. Visitai i pazienti che restavano in sala d’attesa, salutai l’ultimo e lo accompagnai al portone. Un attimo dopo essermi congedato ed ecco Luca con in dosso un paio di bermuda grigi e una polo azzurra attillata molto sexy. Il cielo estivo iniziava pian piano a tingersi di rosso e si avvicina l’ora del tramonto. L’aria restava afosa e caldissima nonostante qualche alito di vento. Lo feci entrare nella sala e dopo aver chiuso la porta a chiave andammo nel mio studio.
-“Dottore, perchè ha chiuso la porta a chiave?” Mi chiese con un pizzico di ironia.
-“Perché la segretaria se n’è andata.” Risposi io.
Mi incamminai verso la mia stanza con lui che mi seguiva.
-“Accomodati pure.” Gli dissi con cortesia e distacco, chiudendo poi la porta alle sue spalle.
Lui era un po’ teso. Vestito bene, stavolta non veniva dalla palestra. Mi sedetti e lo guardai in faccia senza dire niente, un po’ imbarazzato ma cercando di non farmene accorgere. Lui non sapeva dove guardare, i suoi occhi sfuggivano ai miei, ma si vedeva che era proprio lì che voleva trovarsi; tant’è che nascose a mala pena un sorrisetto malandrino. Per un attimo ci fissammo dritti, dritti negli occhi. Il mio cazzo divenne duro in pochi secondi. Senza distogliere lo sguardo gli domandai:
-“Ebbene?”
-“Vede dottore” Mi disse con un mezzo sorrisetto. “La mia ragazza...”
<<La sua ragazza?! E’ venuto per parlarmi della sua ragazza?! Allora non ho capito proprio un cazzo!!>> Pensai io deluso.
-“mi ha detto la mia ragazza che mi è venuto uno strano brufolo sotto i testicoli, cioè... fra i testicoli e…”
-“Fra i testicoli e l’ano?” Chiesi io.
-“Si chiama perineo quella regione del corpo.” Dissi con un certo tono di superiorità e distanza.
Aveva però ancora quel sorriso strano… e quella voce fra l’imbarazzato ed il divertito… Come se mi stesse facendo uno scherzo che sarebbe stato molto divertente eccitante se io fossi stato al gioco, ma che sarebbe risultato compromettente e di cattivo gusto se io non avessi accettato la provocazione. La fine del suo discorso, inoltre, mi aveva colpito al cuore! Mi stava parlando del suo bellissimo culo e dei suoi coglioni! Però era stata la sua ragazza a notare questo “brufolo”, allora gli piacevano le donne… quindi che intenzioni aveva adesso? Ero disorientato. D’altro canto il suo faccino sorridente mi faceva davvero sospettare che si trattasse soltanto una scusa, che quel brufolo non esistesse, che lui fosse lì soltanto per divertirsi e per farsi toccare le palle e il culo da me. Wow!! Il mio cazzo si stava bagnando sempre di più: comunque fossero andate le cose, qualunque idea avesse in testa, una cosa era certa: si sarebbe dovuto spogliare e mi avrebbe dovuto mostrare il suo lato migliore stavolta! Provai a stare al gioco, volevo però vendicarmi dell’imbarazzo in cui aveva messo la volta precedente. <<Stasera>>, pensai, <<se veramente vuole spassarsela col suo dottore dovrà stare un po’ sulle spine.>> Lui ricominciò:
-“Sì il perineo.. come diavolo si chiama.. ho una cosa lì..”
Ed io:
-“E quindi la tua ragazza ti ha detto che hai una brufolo sotto i testicoli? Ma che genere di cose fai con la tua ragazza?”
-“Vede dottore..” Era ancora più imbarazzato ed io mi stavo godendo la situazione.
- “Vede dottore, ogni tanto facciamo del sesso orale, e capita che ci mettiamo nella posizione del 69.. quindi..”
Incredibile! Stava parlando dei sui rapporti con la sua ragazza di quando fanno il 69!
-“Qual’ la posizione del 69?” Continuai io in tono freddo e distaccato ma tenendogli gli occhi puntati addosso, portando avanti il busto e mettendo entrambi i gomiti sulla scrivania. Lui rimase disorientato. Dal mio sguardo diretto e dal rossore delle mie guance poteva forse accorgersi che stavo al gioco, che ero lì a farmi provocare e che avrei voluto andare avanti di questo passo, ma le mie parole non lo mettevano affatto a suo agio e d’altro canto rimanevo impassibile dietro la scrivania.
-“No niente… dottore mi scusi volevo solo dire..” Cercava di risponde con un filo di voce, balbettando.
Voleva fare marcia indietro ma ormai era tardi ed era in trappola.
Decisi di spingermi un po’ oltre e tirai fuori un tono che non avevo mai usato con lui:
-“Adesso mi dici che cazzo vuol dire “posizione del 69″! E mi spighi anche che cazzo vuoi da me oggi! E’ venerdì sera e ho diritto anch’io a farmi i cazzi miei ad una certa ora! Non voglio perdere tempo con le tue stronzate, questo è uno studio medico non un bar! E che cazzo!”
Stavo facendo fatica per non farmi prendere dall’eccitazione e dalla passione che mi suscitava questo bellissimo ragazzo che era venuto da me, probabilmente soltanto perché voleva provarci, ma era bellissimo sentire di averlo in pugno. Ancora un po’ di pazienza e ci saremmo forse divertiti entrambi! Lui restò intimorito, ed obbedì. Come potrebbe fare un uomo pauroso che scappa da una minaccia, che corre in maniera automatica senza guardarsi indietro e senza domandarsi dove va, così Luca iniziò a parlare nei dettagli dei rapporti che aveva con la sua ragazza. Di tanto in tanto si fermava ma bastava una domanda diretta che riprendeva subito rispondendo alle mie curiosità:
-“Vede il 69 è quando due persone si spogliano completamente e una lecca il sesso dell’altra. In una di queste occasioni la mia ragazza me lo stava tenendo in bocca mentre io le leccavo la cosina. Ad un certo punto ho avuto voglia che mi leccasse il culo.. dottore non so come spiegarglielo, ma ho sentito questa voglia. Lei stava distesa, il le ho tolto il cazzo dalla bocca, ho portato il bacino in avanti e le ho messo il culo in faccia perchè me lo leccasse. In quella occasione mi ha detto che avevo qualcosa di strano proprio nel peri.. perineo.. e non me lo ha voluto leccare…!
<<Incredibile>>, pensai, <<questo giovane toro avrebbe sentito la voglia di farsi leccare il culo dalla troietta con cui sta, ma lei invece di lasciarsi andare gli avrebbe notato un brufolo.. e questo sarebbe il motivo della consultazione di oggi?>> Se le cose stavano così dopo averlo spogliato e controllato mi sarei riempito le dita di lubrificante e con la scusa di controllare per bene gli avrei accarezzato il culo e lo avrei come minimo penetrato con le mie dita e a lui sarebbe pure piaciuto! Se era una cazzata e si era inventato tutto, lo aveva fatto solo per farsi toccare il culo e farsi prendere in mano le palle da me. In ogni caso mi andava benissimo, stavamo andando proprio come volevo. Mi ero nuovamente appoggiato allo schienale, buttandomi un po’ indietro e allargando le gambe. Iniziai a toccarmi il pacco attraverso il camice abbottonato. Con discrezione, ma non senza che Luca se ne rendesse conto. Ripresi con fare autoritario, ma non irritato:
-“E quindi ti piace farti succhiare il cazzo, ma ti piacerebbe farti leccare il culo eh?! Rispondi, sono il tuo medico, devo saperle queste cose.”
Lui fu un po’ sorpreso dal tipo di domanda che gli avevo fatto. Ormai stavamo usando un linguaggio come se fossimo in un bar, due vecchi amici. Si fece un po’ meno imbarazzato. Ecco che ricomparve quel mezzo sorrisetto. Stava cominciando a capire che stavo al gioco, a mio modo.
-“Si dottore, mi piace farmelo succhiare, e mi piacerebbe tantissimo che qualcuno giocasse col mio culo.. la mia ragazza non vuole, e io mi rendo conto che lei non è abbastanza per me.”
Il suo uccello stava diventando duro vidi che si mosse dentro i bermuda. La sua faccia divenne un pò rossa. Mi alzai in piedi, mi sbottonai il camice con la scusa del caldo e mi girai di profilo sempre rimanendo dietro la scrivania. Appesi il camice all’appendiabiti. Era soltanto una scusa per costringerlo a notare la mia vistosa erezione. Indossavo un paio di pantaloni beige, di cotone, non larghissimi, che mi fasciavano la vita. Il mio cazzo era lì deliziosamente eretto e forzava contro l’elastico delle mutante e contro il tessuto. Il sudore e il liquido pre-spermatico avevano fatto il resto. In sostanza avevo un pacco grosso e visibile le cui pieghe facevano capire anche l’esatta posizione del mio “amico”. A lui non sfuggì nessun dettaglio, e rimase piacevolmente sorpreso. Vidi dal suo sguardo scomparire ogni timore. Sorrise maliziosamente e si aggiustò il cazzo attraverso i vestiti. In tono malizioso continuò:
-“Ma secondo lei è grave quel foruncolo che potrei avere?” Ormai stavamo recitando due parti parte: il paziente che vuol sedurre il dottore con la scusa di farsi visitare le parti intime.
-“Beh, bisogna vedere... vedi potrebbe non essere niente ma per poterlo dire bisogna che ti spogli.”
-“Un po’ mi vergogno a dire il vero. Ma se proprio devo”
-“Beh non c’è altro modo temo.” Dissi sorridendogli apertamente. Lui ricambiò il sorriso.
-“Vieni, alzati, vai verso il lettino.” Continuai.
Passai dall’altra parte della scrivania e lui rimase in piedi davanti a me. Gli andai con la faccia a pochissimi centimetri dalla sua. Stava per fare qualcosa.. era tesissimo ed eccitatissimo. Io però volevo continuare il gioco e con voce bassa ma severa, guardandolo negli occhi gli intimai.
-“Togliti i vestiti. Cosa aspetti?! Ho già perso fin troppo tempo.”
Detto questo mi tolsi la giacchetta e la cravatta e mi ero arricciato le maniche della camicia.
Si slacciò la cintura, guardandomi in faccia a mo’ di sfida. Si sbottonò i bermuda e li portò fino alle caviglie. Nel chinarsi era passato a pochi centimetri dal mio pacco e mi parve che ci si fosse soffermato un attimo, per guardarlo. Era incredibile stava accadendo davvero! Si stava spogliando! Riconobbi quel suo fantastico odore di maschio. Notai che eravamo tutt’e due un poco sudati per l’eccitazione. Rimase con un paio di boxer aderenti di cotone bianco, con un bell’elastico nero. Gli disegnavano un sesso grandioso. S’intravedeva l’asta bella lunga, forse quanto la mia, forse di più e decisamente più larga della mia. In corrispondenza della cappella cera una chiazza umida. Anche lui si era eccitato a tal punto che la punta del suo uccello si era bagnata. Riconobbi quell’odore di sesso, di cappella, di palestra. Era uno spettacolo incredibile. Le cosce erano grosse, robuste e muscolose, coperte di una bella peluria scura. Aveva ancora in dosso la polo.
-“Bravo. Adesso girati, su!”
Dissi io mentre mi sedevo su sgabello incrociando le braccia e divaricando le gambe con aria un po’ strafottente.
-“Allarga un po’ le gambe e piegati con la pancia sul lettino, forza. Mettiti in piedi accanto al lettino su questo lato, e appoggiaci la pancia sopra.”
Lo avevo fatto sistemare a pelle di leopardo, in piedi ma con la pancia distesa per traverso sul lettino. Avevo libero accesso al suo di dietro senza che potesse fare niente. Il suo culo era perfetto. Dalla mia posizione lo potevo ammirare in tutto il suo splendore. Bello grande, ma non esagerato. Sodo duro e tondo. Aveva ancora in dosso le mutante. Il suo respiro era affannato. Mi resi conto che era eccitato, imbarazzato, divertito ed un po’ in soggezione: ero pur sempre il suo medico e lo stavo trattando con molta decisione, gli stavo facendo fare cose oscene . Si stava divertendo, gli piaceva giocare e piaceva anche a me.
-“Secondo te posso visitarti il culo attraverso le mutante?”
-“Le devo togliere?”
-“Non abbiamo tutta la sera! Le mutande dai!”
Si abbassò le mutande rimanendo girato verso il lettino. La punta del suo cazzo eretto le bloccò un istante premendo contro l’elastico. Era fantastico. Un culo incredibilmente sexy, dei bei peli scuri lo adornavano. Non erano troppi, non eccessivi. Francesco era un ragazzo pulito e il suo culo odorava di maschio. Un odore penetrante, inconfondibile, per niente sgradevole al quale non avrei resistito a lungo. Senza che se ne accorgesse, era infatti con la faccia rivolta nella direzione opposto ed io ero seduto dietro di lui, mi aprii la cerniera e tirai fuori il mio membro. Non dissi niente, non lo avevo ancora toccato. Lui in quella posizione col culo davanti alla mia faccia, io seduto dietro di lui che mi masturbavo estasiato ammirandolo. Vedevo le sue palle che penzolavano e intravedevo la sua nerchia eretta che puntava in avanti. Feci passare almeno trenta lunghissimi secondi. Lui era visibilmente eccitato, irrequieto, ma non aveva ancora detto niente. Volevo tenerlo sulle spine, e a lui stava piacendo. Mi avvicinai e gli detti una bella pacca sul culo che lo fece sobbalzare, gli allargai le chiappe e notai che non c’erano né brufoli né foruncoli.. niente di niente. Il maiale si era inventato tutto e stava ottenendo quello che desiderava.
Con un tono languido e seduttivo mi chiese se era tutto a posto.
-“Non lo so ancora, non ho ancora cominciato col tuo culo.”
Rispose con un mugolio.. Ci premetti contro il viso e inspirai sentendo il suo delizioso profumo. Feci scorrere la mia barbetta fra le sue chiappe, su e giù, facendolo sospirare di piacere. Mi sembrava di vivere un sogno! Tirai fuori la lingua e lo leccai come farebbe un cane, dal basso vesso l’alto facendo un rumore assurdo. Lui era eccitatissimo ed aveva iniziato a dire cose molto spinte tipo: “bravo dottore, fammi vedere quanti ti piace il mio culo, leccamelo tutto!! Dai più forte cazzo! È bellissimo sei veramente un porco anche tu”. <<Finalmente ci siamo trovati!>> Non credevo alle mie orecchie. Il paziente dei miei sogni era più sveglio di quello che pensavo.
-“dottore ti prego, gioca col mio culo!” Mi disse dopo un po’. “Per favore ne ho voglia da quando mi hai sfiorato la prima volta. Da allora sono sempre venuto da te per farmi toccare, per sentire la tua voce, l’odore della tua pelle, le tue mani che mi toccano. Adesso però non mi basta più!”
-“Adesso ci penso io al tuo buchetto, vedrai quanto ti piacerà!”
Lasciai il suo culo più bagnato che potessi con la mia saliva e avvicinando lo sgabello per stare più comodo iniziai ad infilarci le dita dentro. Prima una, piano,piano… poi due insieme. Le giravo dentro, poi ondeggiavo velocemente da una parte e dall’altra, come se avessi voluto allargarlo. Sentivo il suo buchino stretto che mi cingeva le nocche. Alle volte spingevo in avanti con talmente tanta forza che spostavo il suo bacino. Continuai a giocare così per una decina di minuti abbondanti, senza farmi prendere dalla fretta, godendomi lo spettacolo e la sua respirazione che ogni tanto s’interrompeva o accelerava. Forse ogni tanto gli facevo un po’ male, ma dai gemiti che emetteva direi che stava godendo.. il porcellino.. Di tanto in tanto usavo l’altra mano per masturbarmi un po’ o per accarezzargli le cosce o sfiorare leggermente il suo cazzone che sembrava stesse per esplodere, senza mai smettere di giocare col suo peloso sedere. Mi alzai, tolsi lentamente le dita da dentro di lui, e girai dall’altra parte del lettino, dove lui aveva la testa un po’ inclinata in basso. Gli guardai le spalle possenti e la schiena.
-“Il tuo dottore, Luca, vuole che tu glielo lecchi adesso. Devi prendergli in bocca il suo cazzo! Fai il bravo e succhia. Succhia bene.”
Così dicendo mi avvicinai con il mio membro all’altezza della sua bocca. La cappella era violacea e bagnatissima. Quando Luca mi scappellò l’arnese alcune gocce scesero giù lungo l’asta fin sopra le due dita. Ancora un po’ di odore di uomo si sparse nella calda aria.
-“Che fai, non ti piace per caso?” Sembrava che queste parole lo avessero fatto impazzire.
Non aspettava altro. Iniziò prima a leccare le gocce che erano sul glande e poi se lo infilò in bocca succhiandolo come fosse stato un chupachup. Io ero al settimo cielo! Riusciva a prenderlo in bocca quasi tutto. Spingevo il mio pube conto la sua faccia... gli stavo praticamente chiavando la bocca. Era chiaro che non aveva mai fatto un pompino, ma mi stava facendo comunque impazzire. Gli piaceva moltissimo succhiarlo e leccarlo. Io lo guardavo eccitato e gli toccavo a schiena arrivando con le mani, piegandomi su di lui, fino a toccargli le chiappe. Sentii che stavo perdendo il controllo... Mi piaceva da morire questa situazione.. Lo feci cambiare di posizione: ora era disteso a pancia in su, per lungo sul lettino. Il suo cazzo era veramente enorme, e si adagiava sul suo addome fino oltre all’ombelico. Ci guardammo. Non eravamo più medico e paziente, eravamo diventati complici, amanti. Era bellissimo. Mi chinai su di lui ed avvicinai la mia faccia alla sua. Lui mi baciò. Senti entrarmi in bocca quella che mi parve una lingua lunga un metro. Mi piaceva era succulenta e mi pomiciava sapientemente. Si tolse la maglietta e mi avvicinai di nuovo alle sue labbra, ci passai sopra la lingua e poi, dopo essermi leggermente allontanato gli lasciai cadere fra le labbra quando più saliva potevo. Gli sputai delicatamente in bocca. Era una cosa un po’ forte, lo sapevo, ma lui apprezzò. Infondo siamo due porci, lo aveva appena detto. Voltò la testa dalla mia parte e guardò il mio cazzo. Glielo infilai nuovamente in bocca. Riprese a ciucciarmelo inondandomi l’uccello della nostra saliva che sentii scendermi sui coglioni.
-“Adesso tocca al lui.” Gli dissi ad un tratto riferendomi al suo pisello.
-“Dai dottore fammi vedere cosa sai fare.”
Salii sopra di lui: “Adesso proviamo il tuo 69…” Mi misi a cavalcioni della sua faccia. Le mie ginocchia accanto alle sue orecchie. Non poteva muoversi, non poteva che godersi lo spettacolo: il mio bel culo peloso e profumato, le mie palle e il mio cazzo duro con la cappella ancora bagnata della sua saliva. Tutto li, a pochi centimetri dal suo naso e dai suoi occhi.
-“Ora tocca a me, stai disteso e godi!” Ordinai.
Lui andò quasi in estasi. Intanto gli afferrai il membro. Era bellissimo davvero. Meglio di come lo avevo immaginato, bello largo e duro. Un po irregolare. Ancora quel suo incredibile profumo. Lo annusai e godetti della vista della sua bella cappella mentre gli tiravo giù la pelle. Piano,piano. Iniziai a succhiarlo con piacere, aveva un sapore delizioso. Lui se la godeva. Con le mani mi accarezzava il buco del culo, mi toccava le palle e giocava col mio cazzo.
-“Dottore, il mio 69 prevede che ci si lecchi il culo…”
Aveva ragione. Lo accontentai subito. Ci spostammo per terra, sul tappeto. Ci mettemmo di profilo ognuno con la testa fra le gambe dell’altro. Le cosce piegate in avanti. Avevo la bocca davanti al suo magnifico culo e lui l’aveva davanti al mio. Iniziammo a leccarci i buchetti con una avidità incredibile. Lui godeva da morire e anche a me piaceva tantissimo. Adoro leccare il culo. Mi eccita tanto anche che me lo lecchino. Sembravamo due cagne in calore. Rimanemmo in quella posizione lussuriosa per un bel pò. Adesso però volevamo scopare. Lo lasciai disteso per terra su un fianco. Gli passai dietro e mi distesi alle sue spalle.
-“Che vuoi fare?” Mi chiese.
-“Voglio riempirti con il mio cazzo.” Risposi senza tanti giri di parole, ma condividendo con lui la forza di quella frase
-“No per favore non voglio, non oggi.. ”
-“Ma come.. dai ti piacerà... Godrai da morire, fidati.”
-“Lo so.. ma non credo sia il caso… Davvero.” Era serio, non voleva. Non potevo pretendere di più da lui, non quel giorno… Mi dispiacque, ma non fu un problema, quel che disse dopo risollevò infatti la situazione:
-“Piuttosto vorrei esser io a fotterti ben bene..” Mi disse con quel suo sorriso malizioso che ormai conoscevo.
L’idea non mi dispiaceva affatto. Ci scambiammo il posto. Mi accomodai fra le sue braccia mettendo il mio culo all’altezza del suo cazzo. Ambedue di profilo, lui dietro io davanti. Mi strinse forte fra quei meravigliosi bicipiti. Iniziò a spingere il suo cazzone in avanti, strusciandolo contro il mio culo ancora bagnato. Continuò in questo modo, per un po’. Poi senza l’aiuto delle mani, piegando un po’ il bacino all’indietro trovo il buco con la cappella. Mi strinse ancora più forte ed iniziò a penetrarmi. Cazzo, faceva male. E non ero certo vergine. Iniziò a leccarmi e a mordermi un orecchio. Mi stava bagnando tutto il collo con la sua lingua. Era stupendo. Mi lasciai andare. Piano, piano era entrato quasi tutto. Si fermò solo quando il suo pube premette contro le mie chiappe fino a spostarmi in avanti.
-“Dimmi che ti piace dottore!”
-“Luca mi fai impazzire.”
Ero appoggiato con la testa sul suo braccio destro, avevo il suo cazzo in culo. Era bellissimo. Con l’altra mano mi teneva il fianco per potermi fottere a dovere. Sentivo il suo respiro sul mio collo. Avevamo ancora in faccia il sapore dei nostri sessi... era il massimo! Ad un tratto notai che accelerava. La sua respirazione diventò più veloce. Iniziò a mugolare. Io ero all’apice del piacere stava per farmi venire dal culo il mio bel paziente.. Tolse il cazzo dal mio culo, in un attimo si mise disteso a pancia all’aria masturbandosi come un ossesso. Mi misi sopra di lui a cavalcioni all’altezza del collo. Stavo per venire anch’io. Gli misi il cazzo in bocca. Lui gemette più forte. Gli inondai letteralmente la gola con la mia sborra. Nello stesso istante sentii dei caldi schizzi che mi bagnarono la schiena. Venimmo insieme. Come due animali. Mi distesi accanto a lui. Rimanemmo un po’ in quella posizione. Poi ci abbracciamo forte forte. Ci baciammo un po’, con tenerezza stavolta. Ci asciugammo come potemmo con i lenzuolini dello studio e ci rivestimmo. Non c’era imbarazzo. Soltanto sguardi di complicità
-“Da ora in poi le mie visite per te saranno sempre gratis.” Dissi io per concludere la serata.
Era veramente tardi. Misi tutto in ordine, salii in macchina e accompagnai a casa il mio paziente che sarebbe diventato il mio attuale compagno.
«Io vorrei farmi visitare nudo da un bel dottore superdotato»
«Mi fa molto piacere»
«Mmmm ..... gran bella visita .»
«Veramente carina la storia, mi ha eccitato fino a masturbarmi»