1. Premessa. 


Salve ragazzi, con questo episodio andrò a raccontarvi il seguito dei "giochi" a cui io, mia sorella Giorgia – alla soglia dei 30 anni – e la nostra cugina Barbara, una donna matura di 65 anni, istruimmo un’altra anzianotta signora... 


Ebbene, dopo qualche mese in cui non ne avevamo più notizie, una sera squilla il telefono di casa... Era proprio lei, Barbara, la quale esordì con un tono di voce assolutamente brillante: 
- "Ehilà, ragazzi, vi ricordate di me? Come state? Che fate di bello? Sapete, io, proprio non riesco a dimenticare il bene che mi avete fatto, e non riuscirò mai a sdebitarmi abbastanza...". 
Giorgia, allora, che ricordava benissimo – e di tanto in tanto ancora me lo “rinfacciava” bonariamente – l'occasione in cui me l'aveva "regalata" e come avesse sofferto le pene dell'inferno nel doversi accontentare di udire solamente i gemiti che quella finta santarellina faceva trapelare dalla stanza in cui eravamo chiusi, decise di riaccendere subito le passioni mettendovi sopra del peperoncino... E reagì anch’essa con un accento spiritoso ma deciso:
- "Ciaooooo… Ma certo, cuginetta, certo che ci ricordiamo di te... Quella sera resterà memorabile… Ma, piuttosto, che fine hai fatto? Ti sei fatta un uomo, scommetto, eh!? Io e Marco parliamo spesso di te…".


Allora, capii che la mia sorellina aveva una gran voglia di rituffarsi in un'altra esaltante situazione con lei. 
E la tardona, non si lasciò sfuggire l’opportunità di punzecchiarla; si informò – con una sfacciataggine che non ricordavo avesse quando, timida e impacciata, ce la ritrovammo dinanzi per la prima volta – se la mia dolce metà "giocasse" anche da sola e, a una sua risposta discreta ma negativa, le spiattellò nuda e cruda la ragione di quella domanda: 
- "Vedi, cugi, non ti scandalizzare, ma dopo che ho provato con Marco, mi sono accorta di essere più portata per una relazione con una donna... Non che non mi piaccia il cazzo, eh", disse ridacchiando, "ma vuoi mettere la delicatezza di noi femminucce in certe cose? Così pensavo che tu...". 
Giorgia, che pure amava il sesso lesbo soft, stava per aprir bocca e chiudere drasticamente quel discorso quando io le misi una mano sul microfono del telefono e le sussurrai:
- "Non fare la sciocchina, con me non puoi fingere, e io so quanto muori di scoparla, se non altro per rivincita… E poi, quando ti ricapiterà un'occasione così? Una volta per uno non fa male a nessuno...", le dissi alludendo a quando io l'avevo sverginata... 
E mentre spingevo Giorgia tra le sue braccia, quella – forse per farla cedere – riprese: 
- "Comunque, un'altra bella insifonata da tuo fratello me la farei proprio dare...".
Mia sorella, si morse la lingua per non investirla con una selva di improperi, saltò su tutte le furie, gelosa, ed io faticai non poco per calmarla... Così, per rintuzzare quella insospettabile ninfomane, Giorgia si mosse a raccogliere la sfida: 
- "Ehi, troietta, lascia perdere mio fratello… Però, a pensarci bene, una cosa a due la potremo organizzare...". 
Dall'altra parte, sembrò quasi che la comunicazione si fosse interrotta, ma Barbara era ancora lì, si sentiva respirare, in preda a un'eccitazione crescente, e tutto d'un tratto, con fare accattivante, le cinguettò: 
- "Va bene, va bene… Non ti scaldare… Vedremo cosa fare... Ma adesso vi ho chiamati perché dovreste darmi ancora una volta una mano... Certo, se ne avrete voglia... Sapete, è una cosa un pò delicata... Vi prego!". 
Sentendo un certo imbarazzo a spiegarsi da parte della cugina, mia sorella recuperò il suo solito fare conciliante e le propose: 
- "Ascolta, Barbara, se è così complicato, perché non facciamo una bella cosa? Domani sera vieni a cena da noi, così ci spieghi tutto per bene…". 


Nel suo animo, già c'era l'intenzione di finire subito a letto con quella donna avanti con l’età, tutti e tre insieme, e per nostra fortuna la cugina accettò con entusiasmo l’invito: 
- "È una bellissima idea! A domani sera, allora...".


2. Primo incontro lesbo di mia sorella. 


Ebbene, la sera successiva andò tutto come Giorgia aveva pianificato, una gran cena con i fiocchi (mia sorella è sempre stata una gran cuoca) e un fantastico dopo cena... 


Infatti, terminato di desinare, mia sorella fu presa da un gran calore in mezzo alle cosce – che non nascose di certo, anzi lo ostentò spudoratamente – e cominciò a toccarsi... 
Si tolse la gonna come se fossimo in intimità io e lei soli, e quello fu per Barbara il segnale che si poteva cominciare a "giocare"... 
Le si avvicinò e – mettendole sensualmente una mano tra i capelli – le sbottonò freneticamente la camicetta. Bottone dopo bottone, come un sipario che si alzava, cominciò a venir fuori la pelle candida di mia sorella, poichè più la troia di mia cugina andava avanti e più sotto non si vedeva spuntare il tessuto del reggiseno: difatti, quella sera, Giorgia volle essere davvero sfacciata, e una volta tolto quell'indumento le sue grosse mammelle presero ad ondeggiare pesantemente davanti agli occhi goduriosi dell’altra. 
La cugina non aveva avuto ancora il piacere di ammirare quello spettacolo, e così si gettò sopra i capezzoli con le labbra a ventosa, come fossero dei naturali tiralatte, e questi – stretti in quella morsa calda e umida – subito si drizzarono, provocando a mia sorella un piacevole brivido lungo tutta la schiena. 
Per reazione, la mia porcellona reclinò il capo all'indietro dall'eccitazione, e nel frattempo ebbe la tempestività di afferrare il gonnellone di Barbara e scenderlo sino ai suoi piedi... 
Sorpresa!, anzi doppia sorpresa fu per me: la donna, non aveva più il mutandone ascellare che le vidi una volta quando la scopai, e neanche un misero perizoma, ma offrì subito alla nostra vista una passera completamente rasata. 
Giorgia, rimase schifata, e pure io ebbi un moto di sana rabbia... Ma trovai la forza di dirle: 
- "Barby, ma il tuo bel pelo? Che hai fatto? Perché??".
Stavo quasi per lacrimare dal dispiacere, e lei: 
- "Emma ha voluto così, dice che si lecca meglio e si sente tutto...". 
Non chiedemmo chi fosse questa Emma – e lei d’altronde non ci disse altro –,  ma fu un vero shock per entrambi, ma poi mia sorella si riprese prontamente, si tolse lo slippino bianco trasparente, e – mostrando la sua micia avvolta in una rigogliosa pelliccia nera, di cui io come sempre mi prendevo cura maniacalmente – con le mani sui fianchi, suadente, le spiegò: 
- "Questa, è una vera fica da femmina... La tua sembra da bimba...". 
Giorgia dava quasi l'impressione di essere adirata con la cugina, ma invece – senza darle il tempo di far nulla – le stampò uno splendido bacio in bocca, un bacio lungo e delicato con la lingua; e quando decise di staccare le labbra da quelle di Barbara, le tirò via pure – in un sol colpo – il grosso maglione, lasciandola nuda in tutta la sua magrezza, con i soli capezzoli che si esaltarono ancora di più su quella pianura padana che era il suo seno praticamente inesistente. 
La pelle della mia donna era ancor più soffice del solito, e la cugina fece scivolare le sue dita lunghe e affusolate sulle sue curve generose, mentre le mani di Giorgia accarezzavano il viso di lei. 


Quella skinny prese a giocare con i chiodoni delle tette che erano da sempre il mio orgoglio, e poi scese più in basso, sulla carne calda ed abbondante del suo sederone.
Ma Giorgia la richiamò all’ordine, con fare deciso la risollevò e la appoggiò al bordo del tavolo della sala da pranzo.
Con un’espressione di grandissima sensualità, chiuse gli occhi e si abbandonò ad acuire gli altri suoi sensi. 
Quasi incollò la bocca al torace di Barbara, e lo percorse lentamente giù dal collo fino al suo ventre, riconoscendone la fragranza e riempiendolo di una quantità infinita di baci. 
Fu in quei momenti così sensuali che la nostra ospite emise un penoso sospiro ed andò a stringere le sue dita nella nuca e tra i capelli lisci e corvini di mia sorella, la quale – ostinata – continuò a scendere inesorabilmente verso il basso, fino ad incontrare con le labbra il monte di Venere di Barby. 
A quel punto, Giorgia – respirando a pieni polmoni gli umori della cugina che emanava la sua intimità – staccò la bocca da quel bocconcino davvero prelibato, aprì improvvisamente gli occhi, e si trovò, nudo davanti a lei, un “banchetto” che si offriva al suo gusto e alla sua vista… 
Non seppe resistere oltre, e riappoggiò di nuovo le labbra su Barbara, la quale  si lasciò sfuggire un primo gemito, poi un altro, e un altro ancora, e infine  iniziò a gemere forte e a respirare con il fiato grosso. 
La cugina le disse, quasi supplicandola: 
- "Ti prego, fammi godere... fammi godereee!". 
E la mia metà, che voleva prendersela comoda e tormentarla, giocarci ancora un po’, prima di portarla all’estremo, le disse come in un falso rimprovero: 
- "Sei stata insolente a venire a casa mia... Ora te ne pentirai". 
Intanto il corpo di Barby riprese a tremare sotto l'incessante stimolo dei colpi di lingua di Giorgia – la quale non sembrava affatto essere quella la prima volta che leccava una fica – finché non arrivano gli spasmi del piacere a sconquassarla tutta e a soffocarle la voce in gola. 
Un orgasmo infinito, mentre mia sorella se ne stava con la faccia immersa nel grembo di lei, anch’essa grondante dei suoi succhi... 


Le mie due troie restarono così ancora a lungo, fino a che io – che mi ero goduto, masturbandomi forte, il primo amplesso lesbo di mia sorella – non mi avvicinai, e con il cazzo duro in mano le sussurrai: 
- "Amore mio, adesso tocca a me...".


3. Insifonata e goduta… come da richiesta.


E così, presi la sessantacinquenne che ancora ansimava, e le dissi: 
- "Su, mettiamoci comodi... Non hai detto che ti sarebbe piaciuto farti dare un'altra insifonata da me? Beh, eccomi… Dai non perdiamo tempo, che poi ci devi dire che favore ti dobbiamo fare…". 
La condussi, quindi, in camera da letto, seguito da Giorgia che non volle perdersi nemmeno un istante dello "spettacolo". Questa volta, voleva essere lì, con noi!


Ci sedemmo sul letto, molto vicini l’uno all’altra, con Giorgia che era saltata sopra al comò a gambe larghe, e si massaggiava languidamente il pelo.
Barbara guardò lussuriosa il mio corpo nudo, con il membro lucido e già quasi eretto, lasciò cadere una mano sul mio ginocchio, ed io a quel tocco sentii come una scossa che mi fece vibrare tutta l’asta e i testicoli mi fecero male…
Mi disse:
- “Marco, tu sei stato e sei l’unico uomo della mia vita… Prima e dopo, ho  sempre limonato soltanto con donne, e questa nuova situazione mi sta eccitando da pazzi…”. 
A quelle parole andai in tilt, mi alzai e mi sdraiai sul letto, con il cazzo che svettava come un missile nucleare intercontinentale pronto a colpire l’obiettivo, e con la cappella gonfia in piena tensione.
La feci salire a cavalcioni sopra di me, e cominciai a baciarla con passione, invitandola a muovere il suo bacino sul mio senza però giungere fino a penetrarci. 


Quando, tempo addietro, la sverginai, non ebbi occasione di “addestrarla” a fare sesso orale, e mai lei ne aveva fatto su un uomo fino a quel momento, ma adesso Barbara – benché tuttora il solo pensiero la disgustasse – sentì una gran voglia di provare.
Mi guardò fisso negli occhi, dimostrando una confidenza tra noi via via crescente, e con tristezza mi confessò:
- “Vorrei regalarti un pompino, ma non sono capace…”.
Mi sembrò di sognare… E nel mentre che lei allontanava il suo pube fremente dal mio, Giorgia balzò verso di noi e con un sorriso la tranquillizzò:
- “Non ti preoccupare… ci sono qua io! Ho fatto così tanta esperienza con Marco, che posso sicuramente insegnarti molti trucchetti!”.
La fece chinare tra le mie gambe, le indicò di prendere il mio uccello in mano ed insieme iniziarono a muoverlo su e giù.
Sentivo tutta la sua inesperienza, a tratti mi faceva anche male, ma volevo sapevo che mia sorella le avrebbe insegnato tutto ciò che era necessario che sapesse, anche a costo di sbagliare maltrattando il mio povero cazzo.
A un certo punto, quando Barbara si fu un po’ impratichita, Giorgia le prese il polso che reggeva ormai da sola la mia asta, la fermò e le domandò: 
- “Adesso, glielo prenderò in bocca, poi se te la senti lo farai pure tu…”. 
Abbassò la testa sulla mia cappella e ingurgitò tutto il membro, mentre io le sussurravo:
- “Eheh, sei proprio una troietta… Ogni occasione è buona per ciucciarmelo…”. 
Si rialzò dopo poco, fece avanzare la cugina e le spostò verso il basso la sua testa fino a far avvicinare la punta del prepuzio – ancora chiuso – alle sue labbra… 
Barbara lo leccò per prenderci confidenza, e parve che il sapore le piacesse, altro che disgusto! 
Così, la “maestra” le fece superare un altro step:
- “Scappellalo… vedrai che è divertente!”.
Barbara sapeva bene cosa le si stesse chiedendo, ma anche questo non lo aveva mai fatto, così vi si cimentò da neofita: prese il punto più stretto di quel biscione con indice e pollice di entrambe le mani, e cominciò ad abbassare la pelle, lentamente…
Vedendo Giorgia che sadicamente rideva, divertendosi a constatare che la sua imperizia mi stava conducendo ad uno stato misto di dolore e piacere, per non rischiare di venire così ingloriosamente, tagliai corto e le consigliai di ammorbidire la pelle con la sua saliva: 
- “Aspetta… Guarda, sputa sul prepuzio e tira giù la pelle… Vedrai che si scopre  tutto”.
Lentamente, e con movimenti incerti, cercò di fare come le avevo suggerito, e infine ci infilò la lingua dentro, proprio in quello spazio tra la pelle e il glande.
Poi, mi guardò chiedendo con gli occhi istruzioni, e io la rincuorai:
- “Calma, che stai andando bene… Vai avanti così… Mettici solo un pò più di forza…”.
Ormai era partita, e senza che le dicessimo più nulla – né io né Giorgia – cominciò a fare il vero pompino: succhiava, e allo stesso tempo muoveva la testa su e giù lungo l’asta, sempre più velocemente, e più io godevo e più lei si eccitava…
Travolti dalla passione, la rivoltai senza tanti complimenti pancia in su e posi la mia attenzione ai suoi capezzoli, leccando e ciucciando più volte con la lingua e le labbra. 
Quando rallentavo per riprendere fiato e far riposare le mascelle che mi dolevano, lei mi implorava: 
- “Ti prego, non smettere, è troppo bello…”.
Allora io, per portarla ancor più in estasi, le sussurrai: 
- “Cugi, voglio leccartela, vedrai come sono bravo… Vero Giorgia?”.
Mi voltai indietro verso mia sorella, la quale nel frattempo – a forza di strofinarsi la fica – se l’era fatta arrossare in una maniera incredibile.
E lei, da vera porca, mi rispose:
- “Vero… Barby, credimi, non ho mai trovato nessuno che mi abbia fatto venire con la sola lingua… Dai, porcello, faglielo provare!”. 
Ma la tardona voleva essere fottuta, solo fottuta, voleva il cazzo, e me lo disse esplicitamente:
- “Marco, di sesso orale ne ho quanto ne voglio, è l’unica alternativa tra noi donne… Adesso, però, voglio godermi un uomo vero… Che voglia di essere posseduta...”.


A me non parve vero di saltare tutto e arrivare al dunque tanto sperato… Senza alcun riguardo verdo una donna matura, le allargai le gambe e glielo feci scendere tutto dentro, in profondità…
Per la prima volta, nostra cugina potè sentire – senza il timore di quando perse la verginità – cosa voleva dire avere un cazzo vero nella fica… 
Presi a scoparla con potenza, la sbattevo sul letto con tutta la voglia che avevo repressa dall’ultima volta, ma questa volta era già aperta e fu solo piacere, un immenso indescrivibile piacere, per me e per lei.
Vedevo Barbara toccarsi il clitoride come una troia, forse anche meglio di come faceva Giorgia, in maniera pazzesca. 
Al che, osai  il tutto per tutto: sapevo che anche dietro era “semaforo verde”, e quindi la feci mettere a pecora e glielo spinsi con decisione nel culo, tenendola ferma con le mani sui fianchi stretti e tutt’ossa. 
Presto, il dolore dell’inculata lasciò spazio al puro piacere, e mia cugina venne travolta da inesauribili orgasmi, mentre io – arrapato da morire al pensiero che lei era lesbica ma io me la stavo scopando ugualmente – mi sentii orgoglioso di sapere che Giorgia fosse fiera del lavoro fatto dal suo fratellino. 
Poco dopo, anch’io arrivai al limite, non feci nulla per tirarmi fuori, ma anzi le venni nell’intestino, allagandolo di sperma…
Quando tutto fu finito ed io mi sfilai da lei, Barby – un pò dolorante ma molto soddisfatta – si girò verso di me e mi baciò:
- “Finalmente sono stata scopata e inculata come desideravo… Grazie, cuginetto, e grazie Giorgia…”. 


Erano passate due ore che stavamo scopando in quel modo, e a un certo punto – dopo che ci eravamo risistemati un pò – quella donna fantastica ci rivelò finalmente la ragione della sua visita…
- "Allora ragazzi, mamma mia che scopata! Mi fa ancora male il culo… Sei veramente largo… Comunque, vi dicevo che avrei bisogno di voi... Ebbene sì, ho una nuova amichetta, piuttosto anzianotta visto che è più grande di me; e anche lei, come è capitato a me prima di conoscervi, non è stata ancora mai goduta da un uomo... Insomma, sento che le manca qualcosa e vorrei rimediare…". 
Poi, dopo aver tirato un profondo sospiro, riprese: 
- "Vorrei farle provare quel piacere così intenso e così diverso da quello che io posso darle, quel piacere che voi mi avete dato ancora stasera... Avevo pensato a voi, che lavorate così bene... Siete così affiatati e così delicati… Mi piacerebbe che ve ne occupaste insieme... Allora, che ne pensate?".


4. Un piacevole "sacrificio". 


Quando Barbara ebbe finito di parlare con l’entusiasmo che metteva nelle cose a cui teneva particolarmente, io e mia sorella ci guardammo, e con un rapido sguardo d'intesa fummo subito d'accordo a prendere tempo, per confrontarci e prendere una decisione definitiva... 


Da soli, nel lettone, silenziosi l'uno accanto all'altra, fiutai nell'aria un qualcosa che non andava, qualcosa che stava generando tensione tra di noi. 
Sapevo che – nonostante il nostro affiatamento, frutto ormai di tanti anni di vita simbiotica – ogni volta che un’altra femmina si metteva tra me e Giorgia potevano essere grattacapi se prima non chiarivamo bene i rispettivi ruoli e necessità... 
Eravamo una coppia aperta, certo – altrimenti non avremmo potuto fare quella vita –, ma allo stesso tempo eravamo molto possessivi, e Giorgia non perdeva occasione per ricordarmi il prezzo della nostra unione “speciale”. 


Così, a un certo punto, prima che fossi io a rivolgerle la fatidica domanda, fu lei a chiedermi: 
- "Che ne pensi?". 
Non c'era bisogno di aggiungere altro, perché ormai da giorni ogni discorso in casa finiva su quella donna anche più attempata di nostra cugina. 


Giorgia, era chiaro, attendeva da me una risposta positiva che le permettesse di appagare la sua curiosità, "scoprendo" quella donna. 
Ma io le risposi: 
- "Sai bene che l'offerta di Barby mi alletta, e non poco, ma che sappiamo di lei? Nemmeno la conosciamo... L'idea basta che respira non mi piace proprio... Con nostra cugina era diverso: dovevamo fare un piacere alla zia, e poi Barbara è una femmina sì magra ma molto affascinante, ma questa nonnetta? Dai, non abbiamo bisogno di queste cose per scopare...". 
Dissi questo perché sentivo che avevamo bisogno di ritrovare la libertà di sceglierci con chi "giocare", ed ero stanco di sentirmi usato un pò come un jukebox del sesso. 
Era degradante per tutti accettare una cosa del genere, e quindi alla fine conclusi: 
- "Insomma, Giorgia, secondo me è una follia, non siamo qui per far divertire gli anziani!". 


Tornò a scendere il silenzio tra di noi, un silenzio pieno di interrogativi, che forse per la prima volta portò tra me e mia sorella un'ombra di disaccordo. 
Lei mi conosceva bene, e infatti non tentò di pressarmi affinché acconsentissi a qualcosa che non condividevo, e di cui in fondo anche lei stava cominciando a dubitare.


Il giorno dopo, però, Giorgia – a cui, al contempo, sarebbe dispiaciuto anche voltare le spalle a Barbara – riprese il discorso e cercò di ammorbidire la faccenda: 
- "In fondo, possiamo provare, magari con un caffè senza impegno, e se non ci piace finisce lì...". 
Ecco perché adoro la mia sorellina, perché riesce sempre a trovare una via d'uscita ad ogni situazione di stallo! 
Accolsi la sua proposta, e così lei si incaricò di comunicare la decisione a Barby: 
-" Sai", le disse, "ad essere sinceri non eravamo molto propensi, in fondo nemmeno la conosciamo, ma alla fine sono riuscita a strappare a Marco la promessa che avremmo provato ad aiutarti... Però a una condizione: si organizza un incontro senza impegno, e vediamo come va... E un'altra cosa... Se funziona, tu dovrai esserci solo a questa prima fase, poi ci dovrai lasciare campo libero...". 


La donna, parve soddisfatta della proposta, d'altra parte quello che contava era il risultato... 
Ma la mia metà ebbe in extremis un'altro scrupolo, e le domandò: 
-" Dimmi una cosa... Questa signora, sa cosa le stai organizzando?". 
Nostra cugina, a quella domanda, si senti un po’ messa alle strette... Aveva fatto tutto lei, e la sua "amichetta" si sarebbe trovata all'improvviso di fronte a qualcosa che non era proprio facile da digerire. Però, riprendendosi immediatamente e mostrandosi sicura di sé, rispose: 
- "Ehm... Non proprio... Insomma, le ho detto che le faccio un bel regalo, ma non che cosa... Su, aiutatemi per favore... Vedrete che non ve ne pentirete... Oltretutto... È completamente vergine!", esclamò con un pizzico di ironia sapendo di giocarsi un poker vincente e la nostra passione per "aprire nuove strade"...


5. La scoperta di Emma. 


Finalmente, eravamo tutti d'accordo, e con Barbara stabilimmo il “gran giorno” in cui ci saremmo incontrati con la verginella. 


Così, quel pomeriggio, ecco che nostra cugina si presentò ancora una volta a casa nostra accompagnando la sua amica: difatti, dopo una attenta valutazione, alla fine reputammo più logico e pratico che tutto avvenisse lì, per poter avere un clima più intimo e familiare... 


Per dovere di ospitalità, pur non essendo molto persuaso, mi preparai a dimostrarmi il più accogliente possibile con l’ospite, ma non appena la vidi non potei fare altro che rimanere a bocca aperta dal fascino che emanava, mentre Giorgia non si capacitò di staccarle più gli occhi di dosso. 
Ci accomodammo in sala, in attesa che mia sorella ci servisse il caffè, e nel frattempo io cominciai a squadrarla dalla testa ai piedi, mentre Barbara – con il suo sguardo vigile e beato – mi fece l'occhiolino aiutandomi a rompere il ghiaccio: 
- "Eh!? Che vi dicevo? Vedrete che poi mi ringrazierete...". 
E in effetti, la donna che avevamo davanti non dimostrava assolutamente i suoi 73 anni anagrafici, anzi già a prima vista mi ispirò pensieri che definire immorali era poco. 


Emma – questo era il suo nome – era una ex professoressa in pensione, con una capigliatura biondo platino tagliata alla maschietta. 
Alta 1 metro e 68 per 70 kg, occhi verde acqua e una quarta abbondante di seno piuttosto, ben tenuta – almeno da quanto si intravedeva da sopra l’abito che indossava, un vestitino giallo pastello – più sotto mostrava dei fianchi piuttosto pronunciati e una vita stretta, gambe sottili e caviglie fini. 
Per finire, mi impressionò favorevolmente il suo culo grosso ma ancora tonico, che immaginai essere un ottimo luogo di divertimenti. 


Dinanzi alla bevanda, iniziammo a chiacchierare del più e del meno, finché la cuginona ci presentò reciprocamente e – raccontando la nostra storia come se fosse la cosa più naturale – disse che grazie a sua madre io le avevo aperto la "via maestra e la selva oscura"... 
Scoppiammo tutti a ridere per quell’espressione che si addiceva perfettamente a un insegnante, ma invece Emma mostrò un evidente imbarazzo, e allora Barbara calcò ancor di più la mano, e rivolta alla sua “compagna” le disse: 
- "Ora hai capito cosa intendevo quando ti dissi che ti avrei fatto un bel regalo? Devi ammettere che sono due bocconcini freschi e appetitosi, rispetto a me...". 
Poi, guardò l'orologio e finse lo stupore di chi è in ritardo: 
- "Emma, ragazzi, mamma mia quant'è tardi... A parlare con voi, il tempo vola... Sono desolata, ma vi devo lasciare... Ho un impegno importante… Voi però non vi preoccupate, tanto mi pare che la cosa si combini, vero?". 
Io e mia sorella non riuscivamo più a controllarci dall'eccitazione, e le rispondemmo a monosillabi: 
-" Si... Certo... Vai pure...". 
Anche Emma, che si stava sciogliendo, le disse: 
- "I tuoi cugini sono proprio simpatici... Pensi che dopo mi potranno dare uno strappo fino a casa?". 
E io, senza attendere un intervento chiarificatore di Barby, mi affrettai a dire: 
- "Ma certo, vai pure, cugi, non ti preoccupare per Emma, ci penso io!". 
Al che mia sorella, che sapeva benissimo l’antefatto di quell’incontro, lapidaria mi sussurrò, velenosa: 
- "E da quando ti sei messo a fare il badante?".
Accompagnai Barbara alla porta, e lei – prima di lasciarci al nostro "lavoro" –  mi toccò sulla patta dei pantaloni, me lo strinse e mi disse: 
- "Libera il mostro, ma mi raccomando andateci piano...". 
Quando rientrai in casa, e andai verso la sala, mi trovai di fronte ad uno show che non mi sarei mai immaginato di poter vedere: Giorgia ed Emma si stavano slinguazzando, e i loro occhi si incrociavano e si inseguivano mentre languidamente si svestivano a vicenda... 
La più grande, si lasciava cullare dalle sapienti mani di mia sorella che la stava palpeggiando dappertutto. 
Allora, anch’io mi spogliai, e avvicinandomi a loro iniziai a toccarle con slancio, ora l'una ora l'altra.
Finalmente, potevo ammirare il corpo nudo di quella tardona, abbronzato alla perfezione, tirato al punto giusto, con due mammelle splendide e appena vacillanti verso il basso. 
Unimmo i nostri corpi come in un sandwich di cui Emma era la ghiotta farcitura... Uscii la cappella e l'appoggiai nel solco del suo fondo schiena, muovendola per tutta la sua lunghezza, mentre con la mano destra afferrai la coppa della tetta per saggiare la compattezza del capezzolo. 
La donna parve gradire, e reagì a quello stimolo così deciso, si voltò indietro verso di me e ci baciammo con impeto... Un bacio carico di desiderio e di voglia... 
Mi disse: 
- "Prendimi dove vuoi, davanti, dietro... Mi metto nelle tue mani, sarò tua...". 
In quel frangente, capii di averla in pugno, di avere davanti una donna con tanta voglia repressa da anni, e con la lingua mi aprii un varco nella sua bocca, cogliendo un suo sapore che mi mandò davvero molto su di giri... 
Nel frattempo mia sorella stava strofinando la sua pelliccia sul suo pube, e quando – per pochi istanti – si separarono, potei scorgere il contrasto con ciò a cui ero abituato: Emma era completamente liscia sul monte di Venere, e quella frizione dovette scatenarle un brivido tremendo, tanto che la mano di Giorgia –  che vi si era rapidamente intrufolata – ne uscì assolutamente fradicia... 


Il mio cazzo, intanto, continuava ad esplorare, sempre più duro, le sue natiche, finché la sentii che cominciava ad ansimare, e con un filo di voce si complimentò con me: 
- "Che bello il cazzo... Soprattutto se è giovane… Fammelo assaggiare, non resisto...".
Credo che se ci fosse stata lì Barbara si sarebbe ingelosita, ma Emma in quel momento aveva troppo bisogno di un maschio, e noi ne approfittammo... 
Giorgia si era innamorata di quelle tette e le stava leccando quasi con ingordigia, prendendole i capezzoli – carnosi ma non esagerati – tra i denti, "strapazzandoli" e facendola ululare di piacere. 
Emma, non fece nulla per ostacolarla, ma anzi la lasciò scendere giù fino a quella patata dall'odore acre ma coinvolgente che mia sorella si scopò in maniera magistrale, "giocando" con il clitoride che era diventato duro come un piccolo pene. 
Le inumidì con la lingua le cosce, due stupende cosce che sembravano scolpite da Canova, e che si facevano ammirare per la loro tonicità nonostante la donna non fosse più una ragazzina. 
La prendemmo a tenaglia, poiché nel frattempo io da dietro mi ero chinato a carezzarle prima e baciarle poi il culo, un sedere speciale che – nella sua voluminosa maestosità – mi arrapava, e che emanava una fragranza sublime e un gran desiderio di essere usato... 
Eravamo tutti e tre accaldati, e non ricordo per quanto tempo restammo lì così, avvinti come l'edera… Fatto sta che le allargai le chiappe, e mi avventai sul buchino più piccolo, e ne lambii i contorni con brevi colpi di lingua sulla mucosa increspata, che rispose restringendosi istantaneamente. 
E mentre ero impegnato in questo lavoretto, udii la voce di Giorgia quasi piagnucolare: 
- "Però è scomodo così... Perché non andiamo sul lettone?". 
Mi spostai leggermente di lato, come a rimuovere quel voluminoso ostacolo che avevo dinanzi, e guardando mia sorella risposi: 
- "Ma certo... Emma, vedrai come sarà meglio!". 
Ci incamminammo verso la nostra camera, e intanto sfiorai il “lato b” di Giorgia come a rassicurarla – senza profferir parola – che il mio preferito era quello, e lei mormorò: 
- "È calda al punto giusto, la troia... Credo che non aspetti altro che essere posseduta". 


Pratica dei ruoli, una volta di là – sul letto – la mia sorellina prese a gustarsi il mio palo a cominciare dalla punta, giocherellando intorno al forellino, strofinando con il pollice tutto intorno alla corona del glande, fino a scendere sulla vena a rilievo dell'asta e alle palle gonfie e palpitanti… 
Poi, iniziò un pompino stupendo, con le mani e con la bocca, facendoselo entrare fino in fondo e facendolo riuscire.
Esasperata, non riuscì a trattenersi, e sbraitò, guardando prima il mio uccello e poi Emma:
- “Che voglia che ho di farmi scopare dal mio gioiello, ma purtroppo oggi dovrà essere solo a tua disposizione…”.
Allora, quella donna matura prese coraggio, e a sua volta mi chiese:
- “Fammelo succhiare pure a me, voglio sentire bene il tuo sapore… Mi avete fatto eccitare come una cagna!”.
Sdraiato pancia in su, mia sorella la fece salire a cavallo, senza però ancora cominciare la penetrazione…
La vedevo grondante di umori, e le dissi:
- “Ti avevo sottovalutata… Sei una favola, fammi assaggiare il tuo succo”.
Al che Emma si passò una mano in mezzo alla fessura e me la offrì. La leccai fino all’ultima stilla, e ad ogni goccia di quella meravigliosa “bevanda” sentii il cazzo drizzarsi sempre di più…
Ansimavo forte, e Giorgia – per non rischiare che facessi il patatrac – mise una mano sulla spalla di lei e la preparò mentalmente:
- “Adesso ti allargherò con le mie mani la fichetta per permettere a Marco di appoggiarsi… Il resto, fai fare a noi…”.
La fece accucciare, le afferrò le labbra, scostandole e facendo sì che aderissero alla mia cappella, e sistemò bene il mio arnese.
Poi, prese posizione alle sue spalle, e con le mani salde sui fianchi di Emma la fece oscillare su e giù, e a un mio repentino cenno la abbassò con forza facendole percorrere tutta l’asta fino ad arrestarsi con violenza sui miei testicoli.
Le avevamo rotto l’imene… Era incredibile che una donna della sua età fosse ancora chiusa… Evidentemente Barbara non aveva voluto sverginarla artificialmente, lasciando il compito a situazioni più “naturali”…


A quel punto, Emma ebbe solo per un attimo una sorta di mancamento, ma subito si riprese e cominciò a muoversi e a saltare sul mio uccello duro per una scopata davvero inarrestabile e pienamente soddisfacente per entrambi. Le entrai fino all’utero, mentre le sue tette penzolavano allegramente davanti al mio viso.
La donna lesbica aveva lasciato il posto a una troia che mai prima avrei immaginato di poter scopare… 
A un certo punto, urlò dal piacere e con una smorfia di dolore appena disegnato crollò su di me.
Era venuta, il suo primo squirt con un maschio e senza l’ausilio di nessun oggetto estraneo… 


Giorgia, era  al mio fianco, e mi carezzava il capo mentre con l’altra mano infilò un dito nella fica di Emma, per poi succhiarselo tutto come fosse un ghiacciolo. 
Infine, la donna più grande la baciò, le loro lingue si intrecciarono con passione, ed io – ancora dentro la sua passera – le sborrai a non finire una densa e bollente crema…


Mia sorella, era come al solito la mia prima fan, era orgogliosa di come stavo assolvendo l’incarico che ci era stato affidato, ma – mentre io cominciavo a sentirmi un po’ provato – voleva concludere presto, per poi tuffarsi solitaria tra le mie braccia. 


Ma Emma, aveva ancora molta "fame" di cazzo, erano anni che aspettava quel momento, e poi le era capitato di incontrare Barbara che l'aveva assolutamente stregata... 
Ci disse: 
- "Ragazzi, ho la fica in fiamme... Mi sento proprio una gran maiala, ma ancora non mi basta, non avete qualche sextoy con cui giocare un altro pò?". 
Così, di fronte ai miei 18 centimetri di cazzo, di nuovo duro, non seppe resistere, e riprese: 
- "Mi sa che questo è meglio di un giocattolo... Beata te, Giorgia, che lo hai sempre a disposizione!". 
La mia erezione impiegò davvero poco a finire nella sua bocca, afferrata dai suoi muscoli che mi "ruminavano"... Dio com'era brava, chissà come aveva imparato, o se era una dote naturale!? 
La mia mente vacillava di sensazioni contraddittorie quando Giorgia ruppe gli indugi, prese Emma e la mise a pecora... 
Ormai non vi erano più dubbi sulle sue intenzioni, sopratutto quando mi prese per il cazzo e sfregò la mia cappella sullo sfintere della donna... 
Quel buchino si rivelò veramente strettissimo al primo contatto, e allora mi bagnai due dita nella sua caverna umida per poi umettarle lo sfintere e farle scivolare dentro. 
All’inizio la donna, che era messa di spalle, ne fu sorpresa, ma quel dito era estremamente piacevole mentre si insinuava nella parte più profonda del suo corpo, e lei non fece obiezioni. 
Misi un ginocchio alto e l'altro giù sul letto, salii sopra di lei, e in un sol colpo mi presi la sua verginità anale. 
Era meraviglioso sentirmi accogliere dentro, il calore del suo retto, e dopo la spinta iniziale fatta per superare il suo sfintere tutto fu compiuto. 
Fu una questione di pochi secondi, dopo di che Emma lanciò un grido lancinante: 
- "Dio che male, aspetta... Fermati... Mi hai rotto tutto l'intestino...". 
Ma Giorgia sembrò non dargli peso, tanto che – per la prima volta – si lasciò sfuggire un risolino: 
- "Beh, è quello che ci ha chiesto Barby!". 
Ben presto, però, il dolore si tramutò in puro godimento, e la donna iniziò ad assecondare i miei movimenti, spingendo indietro per andare ad incontrare le mie spinte...
Le avevo effettivamente sfondato il culo, come potei appurare meglio quando mi sfilai da lei: un rivolo di sangue le colava in mezzo alle due natiche; ma io sapevo che presto sarebbe tutto finito, glielo rimisi dentro fino alle palle, ed allora sentii uno stimolo irresistibile... Lo sperma stava risalendo su, e quando raggiunse la cappella e venne "sparato" con forza nel budello, Emma venne in una maniera sfacciata, e il suo corpo fu scosso violentemente. 
Restammo così, io aggrappato alle sue tette, e lei stringendo la mucosa dell'ano che mi imprigionava dentro di sé... 


Giorgia era venuta anche lei a forza di masturbarsi, e tutti e tre ci adagiammo sul letto, esausti, ad occhi chiusi. 
Era mattina quando Barbara, non vedendo rientrare la sua compagna, ci venne a cercare, trovandoci in quello stato... Eravamo assolutamente impresentabili, in un lago di saliva, umori e di sperma, e nostra cugina ne fu compiaciuta, certa che quella situazione era il segnale che Emma aveva avuto finalmente il suo "regalo"...


6. Epilogo.


Il sole era ormai alto, e noi due – dopo esserci fatta una doccia per ripulirci da quella sozzura – ci coricammo. 
Eravamo stanchi, anche mentalmente, per quell’impresa epica, ma non riuscimmo ad addormentarci tanta era l’adrenalina accumulata… 
E dire che da principio io non volevo fare quel “lavoro sporco”, e c’era voluto tutto l’impegno di Giorgia – che come sempre ci aveva visto lungo – per convincermi. 


Più passavano le ore da quell'evento e più mi sentivo quasi disgustato… 
Scopare Barbara era stato un “affare di famiglia”, ma adesso mi sentivo un “pornoattore” che aveva recitato la sua parte… 
Perciò, a letto le chiesi: 
- “Ma, secondo te, Barbara tornerà a cercarci per qualche altro servizio?”.
Percepii anche in mia sorella quelle che erano le mie sensazioni, e infatti mi assicurò: 
- "Barbara è troppo intelligente per banalizzare tutto... E d'altra parte, pure io non ho più voglia di svolgere solo un ruolo da assistente...". 


Capimmo che un'altra fase della nostra vita si era conclusa, e ci abbracciammo, perché quello era il nostro modo – infallibile – di recuperare le energie, ma non facemmo altro, desiderosi soltanto di far valere l'unica ragione che punteggiava la nostra vita: il sesso "razionale" e spontaneamente libero che non ci avrebbe mai abbandonato...


FINE.

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