Era estate, un’estate calda e afosa, di quelle in cui dovevo restare in città per finire un lavoro mentre tutti ormai erano al mare. La città era quasi deserta, e la sera la noia era diventata la prassi: la televisione non faceva altro che mandare repliche a ripetizione, e per la città le manifestazioni erano poco attraenti per chi come me era tornato stanco da una giornata di lavoro.
Per cui quella sera decisi di rilassarmi un po’ con qualche porno intrigante, ricco di inculate sfrenate e copiosi schizzi finali come piace a me. L’eccitazione ci mise poco a superare il livello di guardia, e, stanco di vedere un video, decisi di tirar fuori il mio fedele fallo in lattice, che dopo poco scorreva nel mio culo dandomi finalmente un po’ di piacere vero.
Ma avevo voglia di qualcosa in più, per cui, entrato in una chat, mi misi a cercare qualcuno da far godere, almeno in cam. Avevo voglia di mostrare il mio culo e la voglia di cazzo che aveva, eccitato all’idea di un bel maschio che godesse nell’ammirarlo. Un cazzo vero sarebbe stato l’ideale, ma per quella sera mi sarei anche potuto accontentare di far godere così un maschio.
Venni quindi contattato da un uomo sui 40, dal fisico robusto e muscoloso, con un nick che era tutto un programma: “Scassaculi”. Chattammo un po’, con l’eccitazione che cresceva, io con una mascherina e lui con l’inquadratura che non saliva mai oltre l’ombelico, finché lui non sfilò gli slip mettendo in bella mostra un uccello davvero notevole. Certo che con quell’affare tra le gambe, il suo nickname sembrava ancor più appropriato: era di certo lungo, ma soprattutto molto largo. “Ti bastano 16 centimetri di circonferenza?” disse lui con la voce piena di orgoglio ed eccitazione. “Non so… secondo te?” risposi io girandomi e mostrando alla cam il mio culo in cui il fallo era ben piantato a fondo. Lentamente lo sfilai, centimetro dopo centimetro, finché lui poté finalmente ammirare il mio buchetto spalancato sul suo schermo. “Cazzo, che culo che hai… sarebbe perfetto per il mio cazzo!” esclamò mentre si segava con forza il grosso uccello, ormai duro come il marmo.
Io infilai di nuovo nel culo il grosso fallo di lattice, iniziando a scoparmi il buchetto con movimenti profondi e lenti, lasciando che lui apprezzasse come riuscissi a prenderlo tutto con facilità. Io ammiravo nello schermo il suo grosso cazzo, turgido e bagnato, mentre lo sentivo ansimare e ripetere che avrebbe tanto voluto essere lui a sfondarmi il culo. Io adoravo sentirglielo ripetere, e muovevo il culo e il fallo per eccitarlo sempre di più, con la voglia sempre crescente di vederlo sborrare.
Ad un certo punto però realizzai una cosa… distratto da quello splendido cazzo, non mi ero reso conto che quello che vedevo in cam non era altro che il salottino del mio vicino di casa Claudio!
Dissi allora al mio interlocutore in cam ormai a me non più sconosciuto, che sarei andato un attimo a prendere una sorpresa per lui, e che sarei tornato in pochi minuti. Lui non sembrò molto contento, eccitato com’era, ma accettò di aspettarmi incuriosito dalla sorpresa che gli avevo promesso. L’ultima cosa che vide nello schermo fu il fallo di lattice che mi entrava tutto nel culo, io che mi alzavo e lo salutavo mandandogli un bacio. Sfilai la mascherina e in fretta infilai un accappatoio e mi precipitai a suonare alla sua porta.
Claudio ci mise un po’ a venire ad aprire, evidentemente non preparato ad una improvvisa visita a tarda sera.
“Chi è?” chiese evidentemente irritato.
“Ciao Claudio sono Alex! Scusami per l’ora, potresti aprire per favore?” risposi.
Claudio aprì la porta, e me lo ritrovai davanti con indosso solo dei pantaloncini, evidentemente infilati in fretta e furia, con l’uccello che li gonfiava a dismisura. “Scusami per l’ora, mi dispiace davvero” dissi mentre, incurante di ogni sua reazione, entravo dentro casa sua ritrovandomi nel suo salottino.
“Volevo farmi una doccia ma ho qualche problema con l’acqua calda” dissi inventando la prima scusa che mi veniva in mente, mentre lui mi seguiva evidentemente nervoso per quella invasione che rischiava di mandare a monte la sua scopata, seppur virtuale.
Indicai lo schermo acceso del suo PC, sul quale campeggiava una spoglia parete bianca che sarebbe potuta essere casa di chiunque. “Ehi, stavi facendo porcherie in cam, eh?” chiesi provocatorio a Claudio che ormai non sapeva più come fermarmi, evidentemente anche reso nervoso dal fatto che temeva che il suo interlocutore sarebbe potuto tornare sullo schermo da un momento all’altro, rivelandomi la sua passione per i culetti maschili.
Farfugliò qualcosa, e stava quasi per spegnere tutto in preda al panico, quando io rapidamente feci cadere per terra l’accappatoio e mi misi a quattro zampe sul divano dicendogli “Ma non sarebbe più eccitante dal vivo invece che in cam?”.
Claudio rimase per un attimo interdetto, ma riconobbe subito il culo che fino a poco prima si esibiva in cam per lui, ed il grosso fallo ben piantato fino in fondo. Io muovevo lentamente il culo e gli sorridevo, finché vidi anche sul suo viso un sorriso carico di promesse. Si mise quindi dietro di me e sfilò delicatamente il fallo dal mio culo, restando ad ammirare il buco spalancato davanti a lui.
“Mi hai fatto davvero una splendida sorpresa sai?” disse mentre appoggiava la grossa cappella al centro del mio buchetto fremente.
“Adesso ne faccio io una bella grossa a te, troietta!” disse mentre iniziava a spingere nel mio culo il suo grosso cazzo.
Incurante di ogni mia possibile reazione, spingeva inesorabilmente e con decisione il suo grosso trapano di carne dentro di me, che sentivo il buco del culo aprirsi e dilatarsi come non avevo mai provato prima. Gemevo sentendo quell’arnese farsi strada inarrestabile, senza troppi riguardi nei miei confronti, finché finalmente non fu tutto dentro.
Sentii le mani di Claudio afferrarmi saldamente per i fianchi, e, prima che io potessi dire nulla, lo sentii dire a denti stretti, con un tono che non lasciava dubbi riguardo al livello di eccitazione a cui era arrivato: “Hai ragione troia… molto meglio dal vivo… ora vedrai perché il mio nick in chat è “Scassaculi”…”.
Non mi diede il tempo di rispondere. Sentii il suo cazzo iniziare a muoversi avanti e indietro nel mio culo con decisione, mentre le sue mani si saldavano ben strette sui miei fianchi. Le spinte diventarono in pochi secondi profonde e sempre più rapide, togliendomi il fiato per il piacere intenso che mi davano.
Claudio spingeva con forza, quasi con rabbia, aumentando il ritmo ad ogni affondo, ed io sentivo il suo cazzo prepotente aprirmi il culo sempre di più. Nella stanza risuonava il ritmico suono del suo inguine che sbatteva con forza contro il mio culo, e il nostro ansimare sempre più intenso. Io gemevo quasi in estasi con il culo preda di quel toro potente, che spingeva con forza mentre allo stesso tempo, con altrettanta forza, tirava il mio bacino verso di sé.
All’improvviso sfilò dal culo il suo cazzo, tenendomi i glutei allargati con le mani, mettendo in mostra il mio buco ben aperto dal suo instancabile lavoro. Io ansimavo senza riuscire a dire nulla, cercando di riprendere fiato dall’impegnativa monta.
“Mmmmm… ancora non ci siamo sai troietta?” disse lui con voce roca “Ci vuole ancora una bella dose di cazzo!” aggiunse, infilandomi d’un colpo nel culo il suo cazzone, togliendomi il fiato.
Mi girai a guardarlo, e lo vidi quasi con un ghigno dirmi “E’ quello che vuoi, vero troia?”. Io non riuscii a fare altro che ad annuire con la testa mentre lui ricominciava a fottermi con furia animalesca, levandomi il fiato. Non riuscivo a dire nulla, se non ad ansimare e gemere, in balìa di quel toro scatenato che sembrava non doversi fermare mai, inculandomi senza alcuna pietà.
Ma ad un certo punto mi tirò a sé con un’ennesima, potente spinta, piantandomi a fondo il suo grosso cazzo, ed io lo sentii rantolare. Il cazzo si irrigidì… si gonfiò… e un istante dopo sentii abbondanti schizzi riempirmi il retto. Quel porco mi stava inondando il culo di sborra, incurante di quello che io avrei voluto. Si prendeva ciò che voleva, come voleva, e quando lo voleva.
“Troia…” sussurrò quasi “mi hai fatto sborrare… Sei proprio una troia…”.
Mi girai e lo guardai sorridendo. “Il tuo nick è davvero quello giusto sai?” dissi finalmente ansimando, mentre sentivo che il suo cazzo era ancora ben piantato nel mio culo, duro come il marmo, mentre Claudio non accennava minimamente a tirarlo fuori.
“Oh, non immagini quanto…” disse lui con un tono che lasciava presagire di tutto. “Non credere che sia finita qui, sai?” aggiunse ricominciando a muoversi nel mio culo.
Dopo pochi secondi, il suo grosso cazzo era ancora una volta all’opera, scopandomi con colpi profondi e ritmati, dalla cappella alla radice, scorrendo ancora meglio lubrificato dall’abbondante sborrata che Claudio mi aveva schizzato dentro.
“Oh sì… così… dammelo ancora” gemetti io.
“Ce n’è ancora tanto sai?” disse lui “Tanto cazzo per la mia troietta…” aggiunse aumentando leggermente il ritmo. “Ho proprio voglia di sfondarti a dovere” rantolò mentre le spinte ricominciavano a tornare quelle di un vero toro.
“Oh sì… sfondami… spaccami il culo…” ansimai “Adoro il tuo cazzo…”.
“Allora ce l’hai la voce… pensavo non ti piacesse il mio cazzo o che ti stessi facendo male” ghignò ironicamente Claudio, ricominciando ad incularmi con ancora più foga.
E finalmente riuscii a gridare tutto il mio godimento che il suo cazzo mi dava. “Aaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!!! Spaccameloooooooo!” gridai senza più alcun freno.
“Brava troia! Urla… urla quanto ti pare… così ti voglio… Te lo spacco questo culo!” disse lui mentre il ritmo accelerava ancora e il suo cazzo mi devastava il culo facendomi impazzire.
Assestò altri due o tre colpi, potenti e profondi, ogni volta tenendo più a fondo che poteva il suo cazzo per alcuni secondi, e poi lo sfilò all’improvviso.
“Mmmmmmm… gran culo, non c’è che dire… davvero fatto per prendere cazzi…” disse soddisfatto, per poi afferrarmi all’improvviso, cogliendomi di sorpresa, e rigirarmi con la schiena sul divano.
Mi sollevò le gambe fino a portare le ginocchia contro il mio petto, e il mio culo fu di nuovo davanti a lui, aperto ed invitante.
“Hai ancora voglia di cazzo, vero?” mi disse guardandomi, conoscendo già la risposta.
“Oh sì… ti prego… dammelo ancora… incula la tua troietta…” fu la mia ovvia risposta.
Lui mosse abilmente il bacino in modo che la punta del suo cazzo fosse sul mio buco fremente, e spinse all’improvviso, con un colpo deciso, penetrandomi a fondo. Chiusi gli occhi e inarcai la schiena, gemendo di piacere, sentendo ancora quel grosso pezzo di carne durissima dentro di me. Li riaprii, e Claudio mi guardava con un sorriso di compiacimento, fiero del piacere che mi dava e che si prendeva.
“Sei un toro insaziabile” gli dissi guardandolo dritto negli occhi, mentre lui annuiva con la testa, sempre con quel sorriso malizioso sul viso, e ruotava lentamente il bacino, facendo sì che il suo grosso uccello mi massaggiasse per bene il retto.
Con le mani afferrai con decisione i suoi glutei e gli dissi con voce roca per il piacere: “Dai allora… finisci il lavoro… scassaculi… spaccamelo… distruggimi il culo…”.
Claudio non se lo fece ripetere, dato che sapeva bene che sarebbe arrivato il momento in cui lo avrei implorato di fottermi ancora.
“Con piacere, troia…” disse subito prima di iniziare un forsennato andirivieni nel mio culo. Io ero schiacciato contro il divano, con le ginocchia premute contro il petto e con le sue spinte potenti che mi pressavano ancora di più tanto che in alcuni momenti facevano spostare leggermente il divano. Io lo tenevo per i glutei, anzi, accompagnavo le sue spinte per far sì che fossero ancora più decise, mostrandogli che adoravo quel suo modo di incularmi.
“Troia… sei una troia… e il tuo culo è mio…” ansimava lui.
“Bravo… così… Spaccami il culo… SPACCAMELOOOOOOO!!” urlavo io senza ormai più alcuna remora, facendolo infoiare ancora di più, tanto che ormai spingeva nel mio culo sfondato come se stesse inculando la più rotta delle troie. E forse era quello che mi aveva fatto diventare…
Mi inculò così per alcuni interminabili e meravigliosi minuti, ripetendo quanto fossi troia e quanto ora il mio culo appartenesse a lui e a lui solo, finché all’improvviso non sfilò quel meraviglioso attrezzo di piacere dal mio culo e si spostò in avanti premendo con le sue cosce contro le mie, immobilizzandomi ancor di più contro il divano.
Afferrò il suo cazzo lucido e venoso, iniziando a menarselo velocemente, avvicinandolo al mio viso più che poté.
“Apri la bocca troia!” mi ordinò perentoriamente. Ed io eseguii, docilmente, e fremente per il desiderio di essere inondato dopo quella monta superlativa.
“Ora ti inondo… vedrai…” disse quasi mi avesse letto nella mente, un attimo di prima di rantolare in preda ad un devastante orgasmo. Il cazzo si gonfiò, si contrasse, ed il primo abbondante schizzo mi colpì il viso, bagnandomi la fronte, il naso e le labbra.
Al primo seguirono molti altri schizzi, che mi bagnarono le guance e le labbra, colandomi sul mento, e che Claudio cercava di dirigere il più possibile verso la mia bocca spalancata. Avevo il viso ormai pieno di sperma, quando Claudio si spinse col bacino ancora più avanti, infilandomi in bocca la grossa cappella che ancora schizzava gli ultimi fiotti di nettare bollente, che mi affrettai ad ingoiare, gustando il sapore di quella furibonda scopata.
Claudio lasciò che gli ripulissi per bene il cazzo, poi me lo passò sul viso per rimettermelo ancora in bocca, facendomi assaporare lo sperma che mi aveva schizzato in faccia.
“Sei proprio una brava troietta” disse lui una volta ripreso fiato “e hai un culo da favola…”.
“Beh… come hai detto tu… è tuo…” risposi. “Se in chat vedo uno Scassaculi posso venire direttamente da te a farmi scopare? Adoro essere inculato così…”.
Claudio rise. “Puoi venire ogni volta che vuoi… ogni volta che hai voglia di cazzo… anche se non mi trovi in chat… spaccarti il culo è un godimento davvero speciale… il tuo Scassaculi sarà sempre a tua disposizione”.
“Sempre? Davvero?” gli chiesi sorridendo mentre gli massaggiavo il cazzo.
“Quando vuoi, troia” mi rispose, sorridendo malizioso, mentre sentivo tra le dita il suo cazzo riprendere vita.
«Anchio voglio essere inculato cosi forte e riemmpito di sborra e poi te lo pulisco con la lingua»