Io e mia sorella Valentina ci passiamo tre anni e mezzo e siamo molto uniti, da sempre. Con gli anni poi quello che era un forte ma classico legame affettivo tra fratelli si è sviluppato divenendo un legame incestuoso intenso e passionale e che ha portato a risvolti impensabili, che ha coinvolto l'intera famiglia, e che solo adesso mi sono deciso di raccontare.
GLI INIZI
Ho iniziato io a notare che mia sorella diventava ogni giorno più carina. Le volevo un bene smisurato ma non avevo mai pensato che potesse esserci di più di un affetto fraterno, mi limitavo semplicemente a constatare quanto diventasse una bella ragazzina. Aveva (e ha ancora) un faccino bello rotondo e due occhi nocciola e profondi ed una bella bocca carnosa. Era, allora, un po' in sovrappeso ma a me piaceva (sempre in maniera innocente) il suo corpo bello morbido.
Man mano che cresceva apprezzavo quelle sue forme che si facevano sempre più accentuate e generose fino a quando, durante l'adolescenza , mi sono ritrovato diverse volte a masturbarmi non davanti alle immagini di donne nude sui giornaletti porno ma bensì pensando a lei, a Valentina. Mi smanettavo il cazzo ripensando alle volte in cui mi capitava di vederla uscire mezza nuda dal bagno o, passando davanti alla sua cameretta, vederla in mutande e reggiseno mentre si cambiava.
Negli anni della pubertà le mie voglie si fecero più intense , e con esse le mie fantasie sessuali. E mia sorella era sempre lì, con le sue forme che prendevano sempre più sostanza e visibilità. Queste generose forme Valentina ha iniziato a tenerle molto più coperte. Ho notato che non mi era più facile sbirciarla quando si faceva la doccia, perché usciva dal bagno molto più coperta di prima e, quando doveva vestirsi, si chiudeva in camera, con mia grande delusione.
Questo suo modo di fare mi rese ancora più desideroso di lei e fu allora che mi resi conto di quanto la desiderassi; di quanto fosse lei la ragazza che volevo più di tutte le altre.
C'è da dire che ero un bel ragazzo e non mancavano le ragazze con cui flirtare, se avessi voluto. Ma a parte qualche tenerezza e qualche avvicinamento con qualcuna di queste per brevissimi periodi, il mio interesse sentimentale e sessuale era solo per lei. E più lei si allontanava da me man mano che cresceva e più aumentava questo desiderio.
Io poi iniziai a frequentare una palestra e ad allenarmi con i ragazzi under 20 della squadra di calcio della nostra città e questo mi permise di mettere su un fisico di tutto rispetto. Non ero un palestrato ma, come già detto, un bel ragazzo atletico, e usai questo mio aspetto per provare a fare colpo su mia sorella. Cercavo il più possibile di farmi trovare da lei a torso nudo, mettendo in mostra il mio fisico per suscitare in lei quegli stessi turbamenti che da tempo lei suscitava in me. E con intrigante piacere iniziai a notare che ogni qualvolta incrociavo il suo sguardo lei era rossa in faccia, e se le andavo vicino con disinvoltura Valentina trovava sempre una scusa, un pretesto per allontanarsi.
I nostri genitori non si accorsero di nulla; per loro era tutto normale mentre io e mia sorella invece stavamo bruciando di desiderio. Un desiderio sbagliato, immorale e peccaminoso ma che ci era impossibile ignorare né tantomeno reprimere.
L'ESTATE PIÙ CALDA
Arrivò l'estate e le giornate passavano lente, noiose e molto calde e mia sorella, nonostante la ritrosia a farlo, dovette alleggerire il suo abbigliamento, tornando a vestirsi in maniera da rintuzzare le mie fantasie oscene sul suo corpo.
I miei ormoni erano in continua tempesta ed anche il comportamento aveva quella spavalderia tipica della gioventù e così mi feci più audace con mia sorella, mettendomi a girare per casa e per il giardino a petto nudo e con dei pantaloncini leggeri sotto i quali si vedevano bene le mie erezioni.
Valentina continuava ad arrossire ogni volta che incrociava il mio sguardo. Ormai era lampante che tra noi due si era creata una situazione molto particolare e tesa. Capii che dovevo rompere gli indugi affrontando mia sorella senza girarci attorno. E una sera lo feci, ai primi di luglio. Una sera in cui i nostri genitori erano fuori per il battesimo del figlio di una parente.
Valentina se ne stava rintanata nella sua cameretta, io giravo per casa nervoso ed eccitato. Era da giorni che sapevo che io e mia sorella ci saremmo trovati soli in casa tutta la serata, ed io avevo rifiutato la proposta dei miei amici di uscire con loro in discoteca. Sentivo che dovevo chiarire quella situazione che si faceva sempre più difficile da sostenere perché oramai sapevo di stare perdendo la testa per lei.
Bussai alla porta e lei mi chiese che volevo.
Niente, mi chiedevo solo perché con sto caldo e visto che siamo solo noi due in casa tu debba startene chiusa in camera. Le dissi aprendo la porta.
Perché devo studiare. Rispose lei seccata.
Mi misi a ridere con fare strafottente e ribattei: non studi mai quando c'è la scuola e guarda caso ti va di farlo in piena estate? E proprio stasera poi, che abbiamo la casa tutta per noi? Incalzai molto dubbioso. Mi guardai poi intorno e dissi: che caldo qui dentro. Come fai a starci!
Io non sento caldo. Rispose laconica e un po' infastidita. Io invece ne approfittai per levarmi la maglietta e restare a torso nudo, con addosso solo i bermuda dove si poteva benissimo notare il gonfiore dato dal mio cazzo che si era indurito appena io e Valentina siamo rimasti soli.
Appena rimasi in bermuda, e alla vista di quel marcato gonfiore tra le gambe, mia sorella si agitò e arrossì in volto. Stava semisdraiata sul lettino e subito afferrò un libro dal comodino e se lo piazzò davanti al muso fingendo di interessarsi alla lettura. Io mi sedetti sul bordo del letto e poggiai una mano sul suo polpaccio dicendole, con un tono confidenziale e dolce, che avremmo passato una bella serata insieme. La mia mano intanto massaggiava dolcemente la sua gamba, dal polpaccio al ginocchio, poi lenta e languida prese a salire sulla coscia morbida, liscia e bianca di mia sorella che si faceva sempre più rossa in viso, mentre cresceva a dismisura la mia eccitazione. Nel mentre le sussurravo che era ora di mettere da parte quel comportamento infantile tra di noi e che non dovevamo affatto vergognarci di quello che provavamo l'uno per l'altra.
Lei, con la voce tremante e nervosa, disse: chi ti dice che io provi qualcosa per te. Cazzo sei mio fratello!
È vero, risposi io, e tu mia sorella, ma questo non può certo impedirmi di andare oltre la parentela e vedere quanto sei bella e desiderabile.
Notai che quelle parole la colpirono lasciandola non indifferente né infastidita, ma piuttosto scossa e come indifesa. Capii che le sue per altro deboli difese erano sul punto di cedere ed allora incalzai: credimi sorellina non c'è una sola ragazza che io desideri più di te. Lo sai bene che ce ne sono diverse che mi trovano piacente e che ci starebbero pure se ci provassi con loro, ma nessuna di queste mi attraggono come invece mi attrai tu. Sei carne della mia carne... Nel dirle questo, con voce bassa e sussurrante, feci salire sfacciatamente la mano sempre più sul morbido della sua coscia fino ad arrivare a toccarle le mutandine. Lei trasalì ma non oppose alcuna resistenza e solo quando io infilai le dita sotto il tessuto mormorò disorientata: ma... cosa... cosa stai facendo...
Quello che desidero farti da tanto..., le sussurrai sempre più eccitato al pensiero che stavamo arrivando al punto di non ritorno. Mia sorella iniziò ad ansimare quando le mie dita presero a sfregare le grandi labbra carnose della sua fica, intanto mi sistemai sul letto mettendomi dietro di lei, senza togliere la mano da sotto le mutandine e infilandole le dita nella deliziosa fichetta che era sempre più bagnata.
Sei pazzo... Non... non si può... Noi non possiamo..., disse mia sorella ansimando.
Perché no? Noi possiamo eccome..., risposi io, poi continuai: A me piace tantissimo e se anche a te piace allora possiamo. Le sussurrai dolcemente. Mia sorella non si ribellava e anzi si lasciava massaggiare la fica tranquillamente mentre mormorava solo che non dovevamo, ed io prontamente rispondevo che non facevamo nulla di male a nessuno. Le ribadii che finché fosse una cosa che piaceva ad entrambi allora era giusto che la facessimo, e mentre andavamo avanti con questi discorsi io non smettevo di masturbarla e lei, dal canto suo, continuava a muovere il bacino accompagnando il mio massaggiarle la fica.
Mia sorella continuava a mormorare quanto fossimo pazzi, dicendo anche: se ci avessero visti mamma e papà ci avrebbero ammazzati di botte!... Però era chiaro che si era arresa, perché mugolava di piacere ogni volta che le mie dita si infilavano tra le labbra della sua passera sempre più bagnata. Tolsi poi la mano dalle sue mutandine e me la portai alla bocca succhiandomi le dita impregnate del suo umore.
Che fai? Mi chiese lei sorpresa. Ehm...Mi piace assaporare il tuo succo, sorellina. Mi giustificai riprendendo a succhiarmi le dita, poi le dissi: Vedrai che anche a te piacerà la mia sborra. E così dicendo tirai finalmente fuori il mio cazzo, che era molto duro, e iniziai a smanettarlo e dopo un po' strusciai la cappella contro i pantaloncini di mia sorella, poi glielo abbassai un po' e ho iniziato a premere la cappella sulle sue chiappe facendola poi scorrere lungo il solco del culo.
Era una sensazione bellissima. Sentire la mia cappella strusciare decisa lungo quel solco morbido e bianco mi eccitò da pazzi, quando scorrendo arrivai al buco del culo mi venne una voglia matta di infilarle tutto il cazzo!
Sapevo che era una cosa impossibile da mettere in atto, mia sorella era vergine in tutto, però non rinunciai a saggiare quel buchetto, che era bello elastico, e per farlo ci piazzai sopra la mia cappella e spinsi forzandolo un po', giusto per capire che stuzzicandolo più volte sarei arrivato a penetrarlo.
Il pensiero che avrei inculato mia sorella aumentò ancora di più la mia già folle eccitazione e inavvertitamente le premetti di più la cappella contro l'ano. Valentina, che si era lasciata strusciare le chiappe dal mio cazzo senza opporre alcuna resistenza, si dimenò appena sentì quella spinta un po' più accentuata verso il suo buco e mi pregò di fermarmi immediatamente.
"Tranquilla " le dissi "è stato uno spasmo improvviso del cazzo, scusami sono eccitatissimo... Sei troppo bona!" Le sussurrai mentre continuavo a strusciare il cazzo contro le sue chiappe. Poi ripresi: "cazzo sorellina hai un culo da favola... è meraviglioso! Che voglia di farmelo!".
Nel dirlo presi a smanettarmi con più vigore la mazza e Valentina, compiaciuta dai miei apprezzamenti, si fece più vezzosa e disse: "ti piace eh,? Fratellone non sei l'unico ad apprezzarlo..." e mi sorrise con fare civettuolo.
"Eh, immagino quanti sguardi allupati attirerà questo bel culo. Sguardi dei tuoi compagni ma anche dei professori...", ho commentato mentre lasciato il cazzo mi mettevo a palparle avidamente le chiappe.
"Ehm sì anche, ma non mi riferivo solo a loro...", fece con aria sempre più civettuola, suscitandomi un po' di curiosità.
"E a chi?", la interrogai.
"A nostro padre! Sai, ci ho fatto caso da un po' che mi guarda il didietro ogni volta che gli capita a tiro. Un paio di volte mi sono voltata di scatto e l'ho beccato a squadrarmelo! E poi arrossisce e guarda subito da un'altra parte."
Mia sorella mi confida questo con una recitata indifferenza poi ride facendomi capire che la cosa non la disturba anzi pare proprio farle piacere, mentre a me invece sale istintivamente un senso di fastidio e gelosia. Non me l'aspettavo proprio una cosa del genere. Nostro padre che guarda il culo di sua figlia! E chissà che pensieri da porco ci fa sopra!!!
Questa rivelazione aumenta ancora di più la mia già marcata eccitazione. Non mi accontento più di stare dietro a mia sorella, la giro a pancia in su e mi metto sopra di lei. Valentina riprende a fare un po' di storie con i suoi: no non possiamo... Sei pazzo e stai fermo! Io però ho tanta voglia di lei e infilo le mani sotto la sua maglietta leggera e inizio a palparle senza ritegno le belle e morbide tette che sono già di una 5^ misura. Le sento i capezzoli che si sono induriti e mi metto a pizzicarglieli, lei continua a dirmi di stare fermo e a fare no con la testa però sospira e geme vogliosa mentre la palpo sempre più sfacciatamente e oscenamente.
Lo so che ti piace sorellina... Dimmi di andare via ed io uscirò da quella porta e non ti guarderò mai più. Le sussurrai mentre continuavo a palparla. Lei non rispose e continuò a sospirare ad occhi chiusi, allora io che mi ero deciso a suscitarle una qualche reazione mi alzai da sopra di lei e feci per avviarmi verso la porta della sua stanza, deciso ad andarmene. Valentina mi fermò. No, aspetta! Disse sporgendosi dal letto. Mi prese la mano e mi tirò di nuovo verso di sé.
In quella posizione semisdraiata in pratica la sua faccia si venne a trovare la mia mazza che le svettava davanti. Si trovò proprio davanti la bocca la mia minchia, una vigorosa mazza di più di venti centimetri, e dopo un istante di silenzio e immobilità di entrambi (un istante che a me parve durare un infinità) Valentina toccò il mio cazzo, ci strinse le dita attorno e iniziò lentamente a fare su e giù.
Io sospirai e rimasi come in apnea, lei mi fissava l'uccello che puntava dritto sulle sue labbra e poi mormorò a se stessa: sì, lo voglio anch'io, e si infilò in bocca la cappella prendendo a succhiarla e a lavorarla con gusto.
Rimasi impietrito. Paralizzato dall'emozione e dall'incredulità. La reazione di mia sorella, per quanto l'avessi sempre sognata e desiderata, stava superando ogni mia più ardita fantasia.
CAPITOLO 2
SBORRO SULLE TETTE DI MIA SORELLA!
Valentina si era seduta sul letto ed era tutta intenta a farmi un pompino. A fare un pompino a suo fratello!
Non credevo che stesse succedendo davvero, eppure ero lì, in piedi davanti a lei, con il cazzo infilato nella sua bocca a sentirmelo succhiare, leccare e stuzzicare dai suoi fantastici tocchi con la lingua!
Valentina mi fece un pompino davvero meraviglioso. Un po' mi succhiava il cazzo e un po' se lo sfilava di bocca e si dedicava a leccare e baciare l'asta e a scendere, sempre leccando, fino ai coglioni che mi baciava e succhiava mettendoseli oscenamente in bocca mentre, con la mano mi masturbava frenetica.
A prova del fatto che la sua eccitazione stesse crescendo sensibilmente, una volta smesso di imboccare i miei coglioni disse: fratellone, io te lo succhio e ti tiro un pompino da favola però anche tu datti da fare con la mia fica dai!!!
Mi prese la mano e se la portò tra le cosce, infilandola nelle mutandine. La sua passera era vergognosamente allagata di umori e le mutandine bagnatissime, le labbra erano dure e sporgenti e non appena le toccai sussultò scossa da un fremito e mugolò di piacere. Io mi misi a massaggiargliele mentre con l'indice presi a sfruculiarle il clitoride che sporgeva duro e carnoso. Era fantastico! Le infilai la punta delle dita nello spacco e sentii la sua fica calda e pregna di succhi, e intanto lei si dimenava lenta inarcando la schiena, ansimando e mugolando di piacere.
Ebbene, mia sorella continuò a succhiarmelo e a leccarmelo dalla cappella alla base e viceversa fino a farmi giungere all'orgasmo, ma prima che io venissi si è levata la maglietta restando con il solo reggiseno che manteneva due tette da favola, enormi, bianche, rigogliose e morbidissime. Incredibile. Ci avevo sempre perso la testa solo ad immaginarle, sbirciandole attraverso le scollature più o meno generose delle maglie, e in quel momento invece me le trovai davanti in tutta la loro immensità a sporgere maestose davanti al mio cazzo!
Valentina mi disse di aspettare un attimo (alla vista delle sue tette nude io capii che non sarei riuscito a trattenere a lungo l'orgasmo) e si sfilò il reggiseno stringendomi poi il cazzo tra le mammelle e iniziando a masturbarmi con le tette. Io ero al culmine della felicità e liberai una sborrata mai così intensa e copiosa, che le inondò il mento e il collo e scorse sulle grandi tette fino a colarle gocciolando dai capezzoli e macchiandole i pantaloncini che intanto, a furia di strusciate, le erano scivolati a metà cosce.
Incredibile, avevo svuotato un mare di sborra sulle tettone di mia sorella! Ero incredulo, soddisfatto e felicissimo. Valentina però non era soddisfatta e voleva venire pure lei, così tornò a sdraiarsi sul letto e mi disse con un tono eccitato e a metà tra la supplica e l'ordine: Ti ho soddisfatto fratellone. Adesso però devi farmi venire tu... Leccami la fica, dai! Leccamela!!!
Io, ben contento, mi inginocchiai sistemandomi tra le sue gambe che uscivano dal letto, gliele allargai e iniziai a leccarle la fica.
La fica di mia sorella era una freschissima e profumata fica di quindicenne. Le labbra erano sporgenti, turgide e carnose ed erano irrorate dai succhi che le avevo fatto uscire quando la masturbavo, e che emanavano un odore che mi inebriò. Così, ingolosito da quella appetitosa meraviglia, ci ho affondato la faccia, infilato la lingua nello spacco tra le labbra e iniziato a leccargliela come un ossesso.
Che favolosa sensazione quella di poter slinguare la fica di Valentina e sguazzare fra i suoi tessuti pregni degli umori che mia sorella rilasciava godendo. Slappai a lungo con lunghe leccate, affondando la lingua il più possibile nell'interno bagnatissimo. Mia sorella per tutto il tempo ansimò dal piacere, lanciando mugoli e sussurrando in modo incalzante dei "sì sì sì ancora oh si ancora..." Poi, nell'invitarmi a non smettere di mulinarle nella fica, mi strinse la testa fra le mani, spingendosela contro il pube per farmi affondare il più possibile la lingua dentro di lei, e mentre lei inarcava la schiena io sentivo gli spasmi di piacere che le preannunciavano l'imminente orgasmo. E infatti mia sorella strinse forte la mia testa serrandola tra le sue cosce, piantò i polpacci sulle mie spalle e liberò diversi spruzzi di umori che, dalla sua fica, mi inondarono la bocca e colarono lungo il muso.
Avevano un sapore dolciastro gli umori di mia sorella. Dolciastro e favoloso che assaporai a lungo in bocca prima di ingoiarli.
Ero al settimo cielo dalla felicità perché finalmente, dopo che lo desideravo da tanto tempo, io e Valentina ci eravamo lasciati andare. E quel succo del suo orgasmo che avevo in faccia, così come la mia sborra che le aveva impiastricciato le tette, erano il segno bagnato e concreto che testimoniava la nascita della nostra INCESTUOSA RELAZIONE.
CAPITOLO 3
RIVELAZIONI OSCENE
Dopo quell'orgasmo rimasi inginocchiato tra le cosce di mia sorella, continuando a baciarle la fica e le labbra gonfie e impregnate di un inebriante odore mentre le accarezzavo la soffice peluria che le cresceva sul pube.
Anche se dentro di me ero felicissimo ed entusiasta all'idea di essere diventato il ragazzo di mia sorella, preferì non esternarle nulla finché non fossi stato certo che anche lei provasse un sentimento più o meno simile al mio. Così, con un tono rassicurante e dolce, mi limitai e le dissi che non doveva preoccuparsi di niente e che nulla sarebbe cambiato tra di noi. Poi in tono più scherzoso le dissi che era davvero fenomenale a fare pompini.
Devi proprio avere una gran succhiatrice, una maestra pompinara in gamba, fra le tue compagne di scuola, sorellina!
Valentina mi fissò rossa in viso, aveva un'espressione a metà tra il vergognato e il malizioso e intrigato, e sorridendo mi confessò:
Macché compagne di scuola! La maestra pompinara l'abbiamo in casa... Sono anni che spio nostra madre fare pompini...
Tu cosa??? Trasalii sorpreso. Spii nostra madre fare pompini a papà???
Non solo a lui... Mi rispose lei con un aria tranquilla per poi confessare con estrema disinvoltura che: L'ho vista più volte succhiarlo anche a zio Carlo.
Io la fisso basito e lei incalza come a voler essere ancora più chiara: La prima volta è successo quando avevo otto anni. Mi allontanai da scuola perché non volevo essere interrogata e rientrai a casa di nascosto. Passai in silenzio davanti la camera di mamma e papà, sentii dei lamenti soffocati e dalla porta socchiusa vidi nostra madre in ginocchio che glielo tirava fuori e glielo succhiava e zio la teneva per la testa e sussurrava : Oh si... Succhiamelo e leccamelo come una cagna... Ooooh che troia di sorella che sei...
Fu uno shock. Nostra madre era una troia depravata! Saperlo mi scosse in modo incredibile, mi si abbatté addosso una tempesta di stati d'animo e pensieri. Non sapevo se essere più arrabbiato o eccitato e in verità i due sentimenti si equivalevano.
L'idea che una donna sposata e con figli intrattenesse una relazione sessuale con il proprio fratello tradendo il marito era eccitantissima, ma il fatto che quella adultera fosse nostra madre e che mettesse le corna a nostro padre (con zio Carlo poi, il nostro zio preferito) era inaccettabile! Un tradimento imperdonabile che mi mandò fuori dai gangheri!
***
Dopo quella rivelazione choc l'atteggiamento nei confronti di nostra madre cambiò e mi mostrai alquanto taciturno e irascibile e più di una volta le risposi in modo sgarbato, lei però attribuì quel mio comportamento come a qualcosa di normale nell'età adolescenziale e ci passò sopra.
Anche nei confronti di mia sorella Valentina cambiai atteggiamento e per un po' fui scontroso e sgarbato.
Il fatto che mia sorella sapesse da anni che nostra madre si faceva scopare da suo fratello (e zio nostro) lo presi come un tradimento al resto della famiglia e soprattutto a nostro padre.
Il condividere, in un certo senso, quel torbido segreto li rendeva ai miei occhi come delle complici. E a lei quella mia freddezza diede fastidio, tanto che per ripicca iniziò a fare la civettuola proprio con nostro padre!
MIA SORELLA FA LA CIVETTA CON NOSTRO PADRE!
Mia sorella mi svelò in quel periodo, e con quel comportamento, tutto il suo essere puttana. Sapendo che nostro padre più di una volta si era mostrato non indifferente alle sue sempre più generose forme, prese a girargli intorno con vestitini succinti, quando non anche mezza nuda, e più vedeva il turbamento del padre più si mostrava perversa con la sua finta ingenuità.
C'era una tensione morbosa enorme in famiglia in quel periodo, con papà dilaniato dal turbamento per quella ragazza (ormai diventata donna) che vedeva girare per casa tutti i giorni e che con le sue movenze e il suo fare provocante, fintamente ingenuo, lo eccitava e turbava facendolo sentire un depravato per il fatto di provare tanto desiderio per sua figlia; con nostra madre che da un lato continuava il rapporto incestuoso con suo fratello e dall'altro iniziava a soffrire la concorrenza di sua figlia che, diventando sempre più donna, metteva in discussione il suo ruolo di "regina" di casa, visto che il "re" era sempre più distratto e tentato dalla fresca e giovane bellezza di Valentina.
E in mezzo a questo marasma di desideri morbosi e depravati quello che osservava tutto ero io, che comunque ero sbattuto tra la voglia di farmi questa troietta in calore di sorella e la rabbia che provavo per il gioco che stava facendo con nostro padre. Quella spudoratezza che stava tirando fuori però non faceva che aumentare il mio desiderio di lei; la mia voglia di averla e di averla a tutti gli effetti. Di scoparmela proprio!
L'OSSESSIONE PER IL SESSO A CASA NOSTRA
A questa insana e ossessiva fissa per mia sorella si aggiunse poi quella ancor più torbida e perversa per nostra madre. Avere scoperto della sua relazione con suo fratello mi procurò una rabbia e un disgusto che sfociarono nel più osceno desiderio sessuale. Il sovrapporre all'idea di madre quello di moglie adultera e incestuosa mi scatenò un profondo desiderio di farci del sesso. Saperla contemporaneamente come madre che ha tirato su me e Valentina, e come moglie di papà , e scoprire poi che di nascosto se la faceva con altri uomini mi fece nascere un sacco di pensieri osceni su di lei. Su di noi.
Pur non rivelandole che sapevo della sua relazione con zio, pur non rivelandole che sapevo quanto fosse porca mi approcciai a lei con quella sfrontatezza che ti viene dal sapere che hai un asso nella manica da sfruttare a tuo piacimento.
E così presi a iniziare un gioco provocatorio con mamma. Presi a girare per casa a torso nudo e senza mutande, stando attento a capitarle spesso vicino, così che potesse notare la potente erezione del mio cazzo che gonfiava in modo eloquente il tessuto del pigiama o della tuta.
E a mia madre quelle erezioni non sfuggirono, inoltre non poté nemmeno sfuggirle il fisico asciutto e discretamente scolpito che gli anni di palestra mi stavano facendo mettere su. Insomma ero un davvero piacente ragazzo di quasi diciotto anni, dal bel fisico e con gli ormoni altrettanto vigorosi, e una donna di quaranta anni, per di più una porca depravata come lei, quell'odore di maschio giovane e bramoso di sesso non riusciva certo ad ignorarlo.
Pur non scambiandoci che poche parole e non guardandoci mai in faccia era come se ci fosse comunque un dialogo muto tra noi due. Poi quell'atteggiamento piccato e scontroso che io continuavo a portare avanti rispondendole con monosillabi e rifiutando un dialogo sereno, non faceva altro che far crescere una tensione sempre palpabile che trovavo eccitante.
Quando stavamo nella stessa stanza e ci trovavamo soli si sentiva solo il rumore dei nostri respiri. Respiri tesi che svelavano il turbinio di emozioni contrastanti che ci scuotevano. Del desiderio proibito che si insinuava sempre più strisciante. Consapevolezza dell'immondo peccato che era lì, aleggiando tra di noi. E che era sempre più dannatamente difficile scacciare dai nostri pensieri. Era ormai inevitabile che cadessimo prede di questo peccato e, confesso, non vedevo l'ora che succedesse.
La spinta decisiva la trovai un tardo pomeriggio di quello stesso luglio che era quasi al termine. Mentre tornavo dall'allenamento vidi la Opel di zio Carlo parcheggiata davanti casa e mi bloccai. Non volli entrare dal cancello e dal portone perché mi sarei fatto sentire, mentre il mio proposito era quello di sorprenderli in flagranza di scopata! Così feci il giro e scavalcai il muro in un punto più accessibile, poi mi intrufolai in casa forzando appena la finestra del salotto che, per via del caldo torrido dei periodo, non stava mai completamente chiusa.
Casa nostra era divisa in zona giorno a pianoterra e zona notte al piano superiore ed una volta entrato dal salotto salii le scale che portavano nel piano delle camere da letto.
Quando camminavo con passo leggero nel corridoio sentii la porta della camera dei miei aprirsi e con uno scatto riuscii ad infilarmi nella mia. Feci in tempo a socchiudere la porta e spiando vidi passare mio zio che si sistemava i pantaloni e mentre si allontanava sentii mia madre chiudersi in bagno, aprire l'acqua e tirare lo sciacquone.
Quei maledetti porci avevano scopato! Avevano fatto le loro porcate e ora tranquillamente riprendevano i loro ruoli abituali. Lui quello dello zio simpatico, buon marito e buon padre di famiglia e lei la moglie devota, la brava madre e la premurosa sorella.
L'idea che mio zio si fosse appena scopato mia madre e che lei si fosse fatta chiavare da un altro uomo che non fosse mio padre mi fece salire il sangue alla testa dalla rabbia e dall'eccitazione. Quella sera, per la prima volta in tanti mesi, ignorai completamente mia sorella Valentina perché i miei pensieri erano tutti rivolti verso nostra madre.
Già durante la cena sbirciai più volte la scollatura della sua maglietta di cotone, e al pensiero che quelle belle e procaci tette di cui fissavo il solco e una buona parte della massa fossero state palpate e leccate da un altro uomo mi faceva imbestialire dalla gelosia e allo stesso tempo mi faceva indurire il cazzo sotto al tavolo della cucina.
Mentre parlava con nostro padre le guardai la bocca e nell'immaginare quella bocca prendere e succhiare il cazzo di zio la mia verga gonfiò oscenamente la tuta.
CAPITOLO 4
CI PROVO CON MIA MADRE!
Mi fermai a tavola più del solito quella sera, con la scusa di mangiare più frutta, ma in realtà volevo osservare mia madre che, rivolta verso il lavandino, mi dava le spalle e soprattutto il suo bel culo tondo e grosso, insaccato in un paio di short stretti che lo risaltavano facendolo sporgere in modo quasi osceno.
Vederla là impegnata a lavare i piatti come una brava donna di casa e allo stesso tempo sapere che si era fatta scopare da un uomo, in quella stessa casa, tradendo suo marito (e nostro padre), aumentò la mia rabbia e la mia eccitazione in modo esponenziale, tanto da non farmi più resistere al desiderio.
Volevo farmela e umiliarla allo stesso tempo, così mi alzai dal tavolo e le andai alle spalle. Senza alcun preambolo né alcun riguardo mi addossai a lei e la presi per i fianchi. Lei sussulto sorpresa e stava per dire qualcosa ma io la zittii bisbigliandole deciso: zitta puttana!
Diede uno strattone per liberarsi, voleva girarsi e magari assestarmi uno schiaffone ma io incalzai dicendole che sapevo di lei e zio.
Rientro a casa e cosa vedo? Mia madre che si fa scopare come una cagna da suo fratello!!! Ti piace prenderlo da dietro eh... Farti montare come fanno i tori con le vacche!!! Senti come ce l'ho duro... Senti mamma..., le sussurrai mentre strofinavo il mio randello sul suo grosso culo.
Ti piace eh? Mi si è drizzato non appena ho capito che ti stavi facendo sbattere da zio Carlo e da allora non ha smesso di ingrossarsi. Non vedevo l'ora di fartelo sentire, e adesso devi provare quanto ce l'ha duro tuo figlio. Vedrai che non ho niente da invidiare a quello di zio! Ti piacerà il randello di tuo figlio, mamma porca. Vedrai come ti piacerà!!! E poi a sto punto sono così arrapato che se fai storie e ti rifiuti non esito un attimo a dire tutto a papà. A sputtanare te e zio davanti alle vostre famiglie, e anche davanti a tutto il paese. Immagina quanto ne parlerà la gente della coppia di adulteri e per di più incestuosi!!!
Rivolgermi così sfacciatamente e in modo così incalzante a mia madre aumentò la mia eccitazione, mentre a lei lo sgomento e la rabbia che aveva all'inizio si tramutarono in sorpresa e preoccupazione e piano piano abbandonò le resistenze. Mi vide così deciso ed arrapato che capì fosse meglio sottomettersi al mio volere.
E così, stando sempre alle spalle di mia madre, addossato a lei, tirai fuori il mio cazzo dalla tuta. Era durissimo e pulsante per l'eccitazione e presi a spingere con la cappella contro il tessuto degli short di mamma, poi strofinavo l'asta all'altezza delle sue natiche. Mamma smise di lavare i piatti e appoggiò le mani al bordo del lavandino. Era rassegnata e sconvolta ma allo stesso tempo eccitata, e quando le sbottonai gli short e arrivai alle sue mutandine le trovai bagnate!
A QUELLA PORCA DI MIA MADRE PIACEVA L'IDEA DI SCOPARE CON IL FIGLIO!!!
Infilai le dita sotto le mutandine e presi pizzicarle la fica, poi le sgrillettai il clitoride che in poco tempo divenne turgido e sporgente e poi la penetrai con due dita. Feci dentro e fuori dalla sua fica un bel po' di volte e lei si piegò in avanti e non fece altro che ansimare e mugolare tutto il tempo.
SCOPO CON MIA MADRE IN CUCINA!
Era bella calda e vogliosa e non oppose alcuna resistenza quando le abbassai gli short fino alle caviglie. Lei se li sfilò sollevando un piede ed io le feci divaricare le gambe. Le infilai di nuovo due dita nella fregna e la trovai ancora più bagnata, calda e con le pareti dilatate e rilassate, segno che quella troia di mia madre dopo aver fatto un po' di storie era adesso pronta a farsi sbattere come una cagna in calore.
Ne aveva proprio voglia perché cominciò a sussurrarmi: sbattimi figlio mio... fammi godere daiii!, e mentre la penetravo infilandole il mio cazzo tutto dentro, fino a sbattere con le palle contro le sue cosce, incalzava con: "hhhmmm sì così dai... Oooh che bel cazzo duro e potente che hai figlio mio! Mmmh sfondami dai, sfondami la fica! Fammi godere come una cagna in calore... Fammi tua... Voglio essere la tua troia! Siiii!!!
Mi stavo scopando mia madre con una foga pazzesca! La scopavo da dietro, con lei piegata in avanti e appoggiata al lavandino della cucina, che muoveva languidamente la testa, sospirava e mi incitava con i suoi ripetuti sì, sìì, sììì.
Il mio cazzo stantuffava senza sosta nella sua fica fradicia di umori, e mentre il mio randello faceva avanti e indietro dentro di lei allungai le mani e le afferrai le enormi tette da sesta misura che i miei colpi facevano ballare oscenamente.
Incuranti di poter essere scoperti abbiamo continuato a scopare come due amanti incoscienti travolti da una improvvisa passione, e l'idea che mia sorella e mio padre fossero lì in casa invece che preoccuparmi mi eccitò ancora di più.
Continuai a cavalcare mia madre da dietro senza sosta finché non fui pronto a sborrare. Lei per tutto il tempo che le stantuffai nella fica continuò a mugolare sotto voce ed a farsi ballare le grosse tette, poi , quando le sussurrai "vengo" lei si sfilò il cazzo da dentro.
Mi sarebbe piaciuto sborrarle dentro, era una fantasia che avevo da tanto, però lei non lo permise, voleva che mi svuotassi su dei tovaglioli. Non mi piacque proprio l'idea e così la afferrai sprezzante per i capelli. Lei mi guardò sorpresa e infastidita da quel gesto e quando capii le mie intenzioni il suo sguardo si fece prima implorante (mi sussurrò dei 'no non farlo ti prego') poi, quando vide che non mollavo la presa e continuavo a tirarla giù per i capelli, rabbioso e carico di odio.
LA SBORRATA IN FACCIA
Impietoso l'ho tirata giù fino a farla accosciare ed a farla trovare con la faccia davanti al mio cazzo pronto a sborrare. Ho stretto più forte la presa sui suoi capelli e tirato per farle del male e farle tenere la bocca aperta, e nonostante le smorfie di riprovazione ha preso in bocca tutta la sborra che le ho scaricato.
Diedi delle belle smanettate al mio cazzo che tenevo stretto in mano, dirigendo gli spruzzi di sborra sulla sua faccia.
Nonostante la contrarietà che mostrava, mia madre non si fece scappare una sola goccia del mio sperma. Se lo ingoiò tutto leccandosi poi quelle che le erano rimaste sulle labbra.
Prima di lasciare la presa però volli levarmi un altro sfizio e godermi un'altra sua umiliazione. Mi tenni il cazzo sollevato puntandolo dritto verso l'alto e le spinsi la faccia verso la sacca dei coglioni, costringendo mia madre a leccarmi le palle ed a mettersele in bocca e succhiarle.
Fu una vera umiliazione per lei, che scena arrapantissima! Mia madre inginocchiata e costretta a leccarmi e succhiarmi le palle! I peli del pube le davano continuamente fastidio e finito il lavoretto si mise a sputacchiare per toglierseli dalla lingua.
A quel punto potevo dirmi soddisfatto. Mi ero scopato mia madre da dietro con una cavalcata fantastica, le avevo sborrato in bocca e mi ero fatto fare un bidè con la sua bocca e la sua lingua. Mi sentivo un dio.
Mi sistemai il cazzo nella tuta e mi allontanai, quando trovai Valentina immobile sulla soglia, con le braccia incrociate che mi fissava accigliata.
La sua espressione era eloquente. Si sentiva come una amante tradita. Era schifata ed allo stesso tempo ferita e arrabbiata e mi disse a bassa voce, con un tono gelido e carico di rabbia: brutto porco schifoso, me la pagherai...!
CAPITOLO 5
MIO PADRE PERDE LA TESTA PER QUELLA TROIA DI SUA FIGLIA
La vendetta di mia sorella si attuò in un modo perverso che io trovai anche stupido. Del resto è caratteristico delle donne il ficcarsi in situazioni complicate (o il complicarle loro stesse) e l'agire impulsivamente solo per ripicca.
Fatto sta che a soli 15 anni, sfoggiando atteggiamenti provocanti come una vera e consumata troia, mia sorella Valentina irretì nostro padre al punto di fargli perdere la testa per lei.
Il girargli intorno con addosso pochi indumenti non le bastò più. Come una puttanella iniziò a provocarlo piazzandoglisi davanti in canottiera. Una canottiera leggera con una larga scollatura che lasciava spudoratamente esposte quelle grosse favolose tette da sesta misura. Una canottiera che si ritirava mostrando pure l'ombelico e la pancia e quei fianchi così morbidi che non si resisteva alla tentazione di afferrarglieli e palparglieli. E mio padre un giorno lo fece.
Una mattina di quella torrida estate lui e Valentina erano scesi in cucina prima di me. Nostra madre era uscita presto perché andava a fare i servizi negli appartamenti di alcune famiglie di villeggianti, lì nel quartiere, e mia sorella preparò la colazione come era solita fare quando nostra madre era fuori casa.
Lei nel prepararla si mise maliziosamente di spalle in modo che nostro padre potesse vederle il culo. Un culo bello tondo e sporgente davvero fantastico, che quella mattina era stretto in un paio di short cortissimi a vita bassa che lasciavano vedere il solco in mezzo alle chiappe, e così corti e stretti di sotto da fare uscire la parte bassa delle chiappe stesse. In pratica più che pantaloncini sembrava avesse uno straccio di jeans stretto attorno al culo.
Aveva gli auricolari nelle orecchie e mentre imburrava i toast iniziò a muovere lentamente il culo a destra e a sinistra seguendo il ritmo lento della musica che ascoltava.
Quel muoversi sinuoso del favoloso culo di mia sorella che gli si agitava ammiccante davanti fece perdere la testa a nostro padre che allungò le mani proprio sulla porzione di culo che usciva dall'orlo basso di quegli striminziti short.
Nonostante stesse volutamente provocando nostro padre da settimane, mia sorella sussultò al sentire le sue mani piazzarglisi sul culo e palpeggiarla con avidità e libidine. Si finse sorpresa e scandalizzata e gli disse: ma papà che fai??? Si girò verso di lui e lo fissò interdetta, con i suoi occhioni da cerbiatta sgranati. Mio padre, che ormai non ne poteva più di resistere alla sua procace e provocante bellezza e a quel ben di dio che lei gli sbatteva sempre davanti al muso, se la attirò a sé e riprese a palparle il culo con manate sempre più vogliose, poi le baciò il collo e portò una mano davanti e iniziò a strizzarle le tette.
Valentina tentò di divincolarsi e prese a dimenarsi a destra e a sinistra borbottando infastidita: papà!!! Oooh ma che cazzo fai!!! Sta fermo!!!
Nostro padre però non si curò affatto di quel protestare e continuò imperterrito a toccare sua figlia abbracciandola, palpandola ed avvinghiandoglisi addosso senza più ritegno. Ormai aveva ceduto, aveva rotto i freni della ragione e della morale e non gliene fregava niente dell'abominio che stava compiendo. Adesso gli interessava soltanto scoparsi quella troietta di sua figlia!
LA SCOPATA
A furia di dimenarsi e lottare mia sorella si ritrovò addossata al frigo, con mio padre che le stava addosso e la palpava famelico.
Io fui richiamato dalle proteste di Valentina quando stavo scendendo le scale. In verità non erano proteste troppo convinte, sembravano più delle moine. E così, incuriosito, mi avvicinai in silenzio e spiai restando fuori dalla cucina.
Mia sorella mugolava dei "mmmh papà no dai..." e il suo dimenarsi si attenuava fino a rendere quel movimento solo un agitarsi sensuale. Nostro padre colse quei segnali e prese a sussurrare parole più languide alla figlia, mentre le sollevava la canottiera e affondava la faccia nelle sue tette. Succhiava e leccava con avidità quel ben di dio da 5^ misura; spremeva quelle morbide bocce spingendosele sulla faccia e infilava la mano negli strettissimi short della figlia.
"Visto come sei bagnata? Hai fatto un po' di storie però ne hai voglia anche tu, troietta di papà!"
Al sentire quelle parole mi salì il sangue alla testa dalla gelosia, mentre la rabbia mi aveva montato una grossa erezione.
Mia sorella mi aveva visto, in piedi, accostato alla porta, che li spiavo, ed aveva subito cambiato atteggiamento attenuando le proteste e mettendosi a fare le moine da gatta in calore. Mi lanciava sguardi impertinenti e occhiatacce cariche di sfida e di lascivia per mostrarmi quanto era in grado di divertirsi con nostro padre mentre lui le palpava le tette e le succhiava i capezzoli.
Mi guardava di traverso e con una espressione di superbia e soddisfazione pareva dirmi: guarda a cosa ho ridotto nostro padre: ad un malato; un depravato che sta morendo dalla voglia di scoparsi la figlia!
Ed era vero. Era tutto vero!
Nostro padre spostò mia sorella e la fece mettere a novanta gradi, piegata sul tavolo della cucina; si abbassò i pantaloni e liberò un cazzo tesissimo che prese a smanettare avidamente, mentre con l'altra mano abbassava short e mutande a Valentina e le massaggiava la fica bagnatissima.
La fica di mia sorella era favolosa, aveva uno spacco lungo e reso profondo dalle due labbra gonfie che le vedevo spuntare sotto le chiappe mentre mi dava la schiena e stava col culo a ponte.
Era proprio oscena come quelle troie che guardavo nei film porno.
Le fissavo quel culo enorme, ed esposto senza alcuna vergogna, sul quale continuavano ad affondare le mani avide di nostro padre, poi Valentina girò la testa guardandomi dritta in faccia e in un supremo atto di sfida e di vendetta, con un'espressione gelida negli occhi, fissando me disse: su, papà... Scopami!
Lui non se lo fece ripetere, le infilò il cazzo nello spacco della passera e prese a chiavarsela da dietro ripetendole: sì che ti scopo... certo... troia... che troia che sei! Poi iniziarono ad ansimare tutti e due mentre nostro padre faceva avanti e indietro, con il cazzo infilato nella fica della figlia, e Valentina veniva agitata dai colpi decisi di quel cazzo che la sfondava; con le grosse tette pendenti che le ballavano davanti, sotto la tovaglia apparecchiata.
Fu la scena più eccitante che avessi mai visto. Mia sorella era bellissima, con la canottiera sollevata fino alle spalle e pantaloncini e mutande abbassate fino ai piedi, con le lunghe ciocche dei capelli che sussultavano e le grosse tette che le ballavano davanti. Con il bellissimo viso rotondo, gli occhi profondi e neri e l'aria innocente sembrava un angelo ed una troia allo stesso tempo.
Non potei resistere oltre, ero arrabbiatissimo ma anche eccitatissimo, mi tirai fuori il cazzo (che aveva raggiunto dimensioni notevoli), presi a smanettarmelo con una foga pazzesca e subito i miei ansimi si unirono a quelli dei due che a pochi passi scopavano come infoiati.
In preda all'eccitazione più frenetica mi ritrovai, senza accorgermene, nella cucina mentre avanzavo verso di loro. Camminavo e mi smanettavo il cazzo. Quando fui vicino a loro mio padre sussultò sorpreso e fece per fermarsi e arretrare ma Valentina intervenne e lo incitò a continuare.
Non fermarti! Scopami scopami scopami! Non farti problemi papà, lui avrebbe voluto scoparmi già tre anni fa. Non è vero fratellino? Disse mia sorella guardandomi di traverso, con gli occhi molli per il piacere che il cazzo di papà, che pompava dentro la sua fica, le stava procurando.
Ora che nostro padre aveva interrotto i suoi colpi era lei che si agitava e spingeva il suo bacino contro quel cazzo, facendoselo così entrare nella fica il più possibile. E mentre dimenava frenetica il culo come una scatenata ballerina, sbattendolo contro l'inguine e facendosi impalare, Valentina afferrò il mio randello e prese a smanettarlo continuando così il lavoro che stavo facendo.
Che scena incredibile! La mia bellissima e infoiatissima sorella piegata a novanta gradi, che mentre si fa scopare da dietro dal padre (e si dimeno spingendo col bacino verso di lui) si china sul cazzo del fratello e si mette prima a smanettarglielo poi a succhiarglielo, tirandogli un favoloso pompino!
Avevo dunque Valentina piegata in avanti con il mio cazzo in bocca. Mi abbassò i pantaloncini liberando tutto il pacco e poté così dare delle lunghe leccate dalla base dell'asta e salire fino alla cappella che si infilava in bocca e succhiava golosa, poi tornava giù per affondare la bocca nella peluria e per spennellarmi le palle con dei delicati ma vogliosi colpi di lingua.
Ero in estasi. Mia sorella mi stava regalando un pompino meraviglioso e non riuscivo a credere che una ragazza così giovane fosse capace di tanta maestria e avesse un tale grado di depravazione.
Cazzo, mia sorella stava proprio crescendosi come una vera zoccola!, pensai mentre mi godevo il suo smanettarmi la mazza che intanto si induriva sempre più, e il suo slinguare nelle mie palle.
E così mio padre aveva sverginato mia sorella e nonostante fossi gelosissimo trattenni tutta la rabbia che avevo in corpo e li osservai scopare come due ossessi, con lui che spingeva in avanti il bacino dandole decise stantuffate nella fica e lei che spingeva indietro col culo per farsi infilare il cazzo fino alla base. Con nostro padre che grugniva eccitato e Valentina che si agitava come una tarantolata lanciando ansimi e gridolini di goduria.
MIA SORELLA SI FA SBORRARE NELLA FICA!
Quando nostro padre arrivò al culmine del suo orgasmo Valentina gli disse che voleva che le sborrasse nella fica, che gran troia!
E non contenta prese a menare il mio cazzo con ancora più foga perché voleva che, contemporaneamente, anche io le venissi in bocca.
E così mentre nostro padre si scaricava nella sua fica, io le riempivo la bocca e le inondavo la gola della mia sborra calda e vischiosa. Ero così eccitato ma anche così arrabbiato che mentre mi svuotavo le palle nella sua bocca una parte di me sperava che quella puttana di mia sorella ci si affogasse!
Poi io e mio padre ci mettemmo a tavola affamati e Valentina si tirò su gli short e si tirò giù la canottiera, ricomponendosi dal bello ma osceno spettacolo che offriva (come se allora si preoccupasse di fare scandalo ;-)) e ci servì la colazione che tutti e tre consumammo senza rivolgerci la parola.
Non potei scoparmi mia sorella quella volta e nonostante mi spompinò per bene fino a farmi svuotare le palle nella sua gola sentii una profonda insoddisfazione che avrei soddisfatto solo riuscendo a farci sesso. E la cosa ero certo che si sarebbe verificata al più presto, solo che quel pomeriggio stesso ero arrapato e volevo assolutamente scopare. Da quella mattina poi provavo rabbia verso mio padre per essersi scopato Valentina e covavo il pensiero di fargliela pagare. Così unii le due cose: sfogare la necessità di fare sesso e tornare a cornificare quel porco depravato di mio padre.
CAPITOLO 6
SCOPARMI MIA MADRE PER VENDICARMI SU MIO PADRE!
Rientrata dai lavori mia madre si fece una doccia e si mise indosso un semplice e leggero prendisole, mettendosi poi a girare per casa per fare qualche servizio. Io restai nascosto in camera mia in silenzio, facendole credere che non ci fossi; mio padre era al lavoro e mia sorella andava a lezione privata da un'amica di famiglia in vista del nuovo anno delle superiori.
Quando decisi che potevo approfittare della situazione scesi le scale con il massimo silenzio e mi misi a spiare mia madre che passava lo straccio per terra. Come l'altra volta anche allora mi sono soffermato a guardare il suo bel culo. La volta scorsa lo teneva stretto negli short di jeans cortissimi, che lo modellavano come un enorme cocomero, mentre quest'altra volta il grosso culo di mia madre stava libero sotto il leggero prendisole giallo.
Spiai per tutto il tempo le sue belle chiappe gonfie e il solco tra loro dove riuscivo a vedere che si erano infilate le mutandine, e, nascosto dalla porta, mi tirai fuori il cazzo e presi a segarmi facendolo in breve diventare bello duro e grosso.
Finito di passare lo straccio si accese una sigaretta e si stravaccò sul divano. Da dove ero nascosto io vedevo la sua coscia sporgere nuda e la gamba pendere dal grosso bracciolo, e sentivo il rumore dell'agitare di fogli. Si stava sventagliando con una rivista per farsi aria. A me cresceva l'eccitazione al pensiero che fosse lì a pochi metri, però ero ancora bloccato. Credevo fosse più facile andare da lei e farci sesso visto che avevamo già rotto il ghiaccio invece non riuscivo a decidermi, eppure ero eccitatissimo! Poi iniziai a sentire dei sospiri e dei mugolii soffocati e subito dopo la sua voce che parlava al telefono.
"Carlo, sono sola. Non verrà nessuno prima di stasera. Dai ho tanta voglia di scopare... Ho voglia di farmi sfondare dal cazzo del mio fratellone... Vieni subito dai!"
Smise la chiamata e riprese con i mugolii. Mia madre si stava masturbando ed io non potevo vederla, e questo, unito alla telefonata che avevo appena ascoltato e all'idea che questa porca avesse voglia di scopare, mi montò una tremenda erezione!
Così mi decisi. Salii lentamente le scale e le scesi normalmente, per farle sentire la mia presenza. Entrai nel salotto e mi finsi sorpreso di vederla. Lei anche mi fissò sorpresa; sussultò e mi squadrò basita.
Ah, tu sei a casa..., borbottò incredula, poi aggiunse: Non dovevi uscire con tuo padre?
Le dissi che all'ultimo momento non ne ebbi voglia e che mi ero appisolato nel letto di mia sorella.
Notai che si era frettolosamente messa composta e finiva di fumarsi la sigaretta mentre io mi andai a sedere su quello stesso divano.
Scesi con indosso solo una canottiera e i pantaloncini di tela che mostravano sfacciatamente la mia grossa erezione e passai davanti a mia madre con il cazzo teso che gonfiava oscenamente il cavallo dei pantaloncini. Mi sedetti accanto a lei stravaccato con il bacino sul bordo di modo che il gonfiore le restasse sempre in evidenza sotto gli occhi. Subito dopo le arrivò una telefonata e lei un po' imbarazzata si affrettò a dire: no no non serve più grazie ciao! E chiuse la chiamata. Io ne approfittai per rompere il ghiaccio.
Chi era? Chiesi con finta indifferenza.
Niente di che... Una ordinazione che non mi interessa più. Rispose mia madre che intanto sfogliava distrattamente la rivista con cui prima si faceva aria. Io pensai che fosse il caso di provarci e dissi:
È da un po' che zio Carlo non si fa vedere e non ti nascondo che provo un gran piacere ad avere quel porco lontano da qui.
Mia madre mi guardò girando la testa di scatto e accigliata in volto mi interruppe: Senti! Non voglio che nomini più tuo zio! Se è un porco tu non lo sei certo meno di lui!
Beh si hai ragione..., ribattei io. In effetti devo aver preso da lui la passione per l'incesto. E non mi pare che la cosa ti sia mai dispiaciuta, visto quanto hai goduto a farti scopare da lui per anni!
Quella punzecchiata verso mia madre mi eccitò ancora di più e così mi spinsi oltre mettendo la mano sul pacco e massaggiandolo vistosamente. Poi mi decisi e le dissi:
Quindi visto che so essere tanto porco quanto lui allora ti conviene approfittarne, mammina... Ora che hai tanta voglia di fottere, hai me... E siamo soli...
Il tono di quelle parole fu eloquente, e nel pronunciarle mi abbassai l'elastico del boxer e tirai fuori il cazzo che si era ingrossato all'inverosimile, con una cappella gonfia che pulsava dalla voglia.
Mia madre reagì istintivamente dandomi del porco schifoso ma non nascose il turbamento e la sorpresa nel vederlo e si lasciò scappare poi un: "figlio mio che cazzo di bastone che hai!", detto con ammirazione, apprezzamento e tanta voglia di averlo per sé.
Vero che è un gran bel randello, eh, mamma? Ti leggo in faccia la voglia di toccarmelo...
Le misi una mano sul petto e senza indugio alcuno la feci scendere sulle tette infilandola sotto il prendisole. Mi misi a palpargliele senza nessuna vergogna, prima una poi l'altra e nel mentre mi avvicinavo a lei, senza smettere di massaggiarmi il cazzo che intanto aveva raggiunto dimensioni notevoli e che mia madre non smetteva di guardare e di mangiarsi con gli occhi.
Era arresa al piacere e, al contrario della volta precedente, non opponeva resistenza. Infatti la mia mano palpava beata passando da una tetta all'altra e le dita si stringevano giocando coi suoi capezzoli.
Dai, che vuoi toccarmelo, confessa. Vuoi tirare una sega a tuo figlio, con questo cazzo bello grosso, eh?
Non ci fu bisogno di risposta, il suo volto rosso come un peperone e la sua espressione languida e vogliosa erano eloquenti. Allora io le presi la mano e la portai sul mio cazzo facendomelo smanettare. Lasciai la sua mano a segarmi e portai la mia sulla sua coscia, poi la feci scorrere sotto il vestito e la infilai nelle mutandine, trovando la sua passera già gonfia e pregna di umori.
Wow che fica bella bagnata che hai mammina... È proprio fradicia!, le sussurrai eccitatissimo. Voglio scoparti!
E che aspetti, cazzo... che aspetti! Mi sentii rispondere da lei con la voce piena di eccitazione.
Mia madre si tirò su il prendisole fino ad averlo arrotolato ai fianchi e spalancò oscenamente le cosce per invitarmi a passare all'azione. Io le sfilai le mutandine poi scivolai in ginocchio sul pavimento e affondai la faccia tra le sue cosce mettendomi a leccarle la fica. Gliela leccavo con avidità; le leccavo goloso lo spacco fra le labbra e mi piaceva sentirmi sulla bocca i ciuffi di peli di cui era ben fornita. Le davo delle profonde slappate poi mi mettevo a succhiarle il clitoride e lei gemeva e ansimava dal piacere, liberando delle urla di goduria che le avrebbero sentite dal piano di sopra se ci fosse stato qualcuno.
Per fortuna eravamo soli e potei slinguare a lungo e senza problemi in quella bella fica pelosa che grondava umori come una fontana. Lei mi afferrò per i capelli e premette come ad invitarmi ad affondarci la bocca il più possibile, voleva letteralmente essere scopata dalla mia lingua. Era una vera assatanata di sesso!
CAPITOLO 7
UNA BELLA FAMIGLIA DI PERVERTITI
MAMMA MI FA UN POMPINO!
La leccai fino a farmi inondare la bocca da un suo copiosissimo orgasmo e per tutto quel tempo continuai a strizzarle le belle e grosse tette. Poi fu la mia volta di godere e lei mi disse di alzarmi in piedi, mi abbassò i boxer e prese prima a smanettarmi la mazza che svettava dura e lunga poi a leccarmela e a succhiarmela con avidità.
Ad occhi chiusi e mugolando di gusto mi fece un favoloso pompino e tra una leccata e una succhiata commentava: Uhmmmm che bel manganello duro che hai figliolo... Lo voglio, lo voglio! Sì dai scopami di nuovo... E nel dirlo si rilasciò sul divano e sollevò le cosce, portandosele all'altezza delle spalle e le tenne in equilibrio divaricate. Mi offrì così la sua fica completamente ed oscenamente esposta.
Vidi quello spacco carnoso enorme e tutto un cespuglio di peli sul pube; le labbra dure e gonfie e il clitoride ingrossato per l'eccitazione. Quel solco bagnato non aspettava altro che farsi sfondare dalla mia mazza sempre più dura e non mi feci certo pregare. Tenendo la mazza alla base la diressi verso lo spacco aperto e gliela infilai. Mia madre sussultò non appena sentì la mia asta dura entrarle con decisione nella fica e si mise ad ansimare di goduria via via che il mio cazzo guadagnava centimetri.
Uhmmmm siiii figlio mio sfondami! sfondami la fica!... dai... Scopami ! Scopa tua madre come una puttana!!!
Lei stava affossata sul divano con il culo esposto e la fica oscenamente aperta e rivolta verso l'alto ed io la sovrastavo; mi ero portato le sue cosce lungo il corpo e avevo i suoi piedi sulle spalle. Mi misi ad assestarle dei decisi colpi ritmati del mio cazzo e lei li riceveva sussultando e mugolando di piacere ad ogni mio affondo.
Oh sì... Si si si!!! Sfondami! Ripeteva ad ogni colpo mentre io inoltre non smettevo di mungerle le tette e i capezzoli duri e ingrossati.
Adesso mamma voglio sfondarti il culo..., le dissi ansimando e sfilando il cazzo dalla sua fica.
Uhmmmm che figlio ingordo e porco che ho..., rispose mia madre compiaciuta mentre prontamente si afferrava le natiche e le divaricava, mettendo in mostra un buco del culo bello elastico che accolse molto bene il mio cazzo.
Avanti figlio mio, prendilo... Uhmmmm fammi vedere di cosa sei capace!
Infilai dunque il mio randello nel culo di mia madre e spinsi lento ma deciso, e più guadagnavo centimetri più sentivo la mazza forzare piacevolmente nel suo canale.
Cazzo che male!!! Che dolore e che piacere!!! Disse lei urlando e mugolando come una vacca alla monta. Cazzo, mi stai sfondando il culo!... Mmmmhhh sìììì mi stai facendo godere come non è riuscito nessuno prima. Né tuo padre e né tuo zio hanno un cazzo grosso e duro quanto il tuo!!! Uhm dai, fammelo sentire tutto dentro! Oooouhhhh sììì dai così! Infilamelo tutto... Sfondami amore di mamma... Sfondami il culo fino in fondo!!! Ooooohhh cazzo che potenza che sei!!!
Con un ginocchio piantato sul divano continuai a stantuffare imperterrito nel culo di mia madre mentre lei non smetteva di lanciare mugolii alternati ad imprecazioni di piacere e incitamenti a continuare a fotterla nel culo.
Ti piace eh... Che gran troia che sei!!! Un troione di madre che voglio far diventare la mia cagna!!! Le dissi mentre incalzavo con le stantuffate, con lei che rispondeva: Ah sì sì sììì... Lo voglio!... Sì fammi essere la tua cagna!!! Sììììììììì!!!!
Mia madre accompagnava il mio scoparla muovendo il culo, spingendolo verso il mio cazzo perché assatanata com'era voleva sentire il randello duro entrarle tutto, fino alla base. Fino a sfondarla.
Che gran puttana di donna! Pensare che fino a poco tempo fa mi consideravo l'unico malato in famiglia per via del mio morboso desiderio per Valentina, e invece nell'arco di pochi giorni scopro che mio padre è un porco tanto quanto me; mia sorella a quindici anni è già una puttana ninfomane e nostra madre è una grandissima troia che non si fa ritegno nell'incitare il figlio a sfondarle il culo ed a fare di lei una cagna!!!
Non c'è che dire, proprio una gran bella famigliola di pervertiti!!!
LA SBORRATA NEL RETTO!
Ad un certo punto dico a mia madre che sto per sborrare e lei mi fa:
Sborrami dentro il culo... Voglio che la tua sborra calda mi riempia tutta la pancia!!! Dai, dai!!!
Non me lo lascio ripetere due volte. Ho proprio voglia di riversare questo mare di sborra nel suo intestino. Ho tantissima voglia di svuotare le mie palle nel culo di mia madre e così do gli ultimi colpi con l'anca e libero dentro di lei tutta la sborra che ho, mentre lei agita il culo spingendolo ancora verso di me per sentirsi sfondata da tutto il mio cazzo e commenta soddisfatta: Oooh si sììì così riempimi, riempimi tutta... quanta bella sborra calda hai figliolo... Sììììììììì tua madre è ingorda della tua sborra!!!
Finito di svuotarmi levo il cazzo da dentro il suo culo. Lei si mette seduta e subito lo imbocca senza problemi e prende a ripulirlo leccandomelo per bene, come una cagna diligente, e a succhiarmelo gustandosi tutti i suoi umori anali e la sborra che impregnano il mio bastone, liberando dei mugolii di piacere mentre succhia golosa la mia asta.
Mi fa un pompino favoloso poi si mette a succhiarmi le palle e con la lingua mi spennella da lì fino al buco del culo. Si mette a leccarmi tutto intorno al buco e poi ci infila la lingua dentro prendendo a muoverla avanti e indietro come se mi scopasse, ed è una sensazione meravigliosa, tanto che quel gioco di lingua unito ad un sapiente massaggio che mi fa dietro le palle mi portano subito ad una nuova potente erezione che quella porca infoiata di mia madre accoglie e commenta con entusiasmo.
Uhmmmm è di nuovo duro... Ed è anche più grosso di prima! E bravo il mio ragazzo!... Che gran maialone che è! Dai sì, che la tua mamma ha di nuovo una gran voglia del tuo cazzo enorme!
E così dicendo si rimette in bocca il mio randello tornando a succhiarmelo soddisfatta.
***
Mi fece accomodare sul divano con la schiena tutta appoggiata allo schienale e le gambe bene allungate, mentre lei si inginocchiò salendo sul divano accanto a me è si piegò accovacciandosi in modo da dedicarsi ad un favoloso pompino.
Mi succhiò l'asta con tanta voracità e premura, alternando poi delle golose e scrupolose leccate nelle palle, senza peraltro tralasciare di massaggiarmi le chiappe e di stuzzicarmi il buco del culo sia solleticando lungo il bordo che infilandoci e sfregandoci un dito.
Fu una sensazione meravigliosa. Ogni volta che il dito spingeva penetrandomi, forzando il buco e scivolando, guadagnando sempre più centimetri, sentivo una scossa che dalle chiappe mi saliva lungo la colonna vertebrale. Un brivido strano ma sempre più piacevole, tanto che, mentre mia madre continuava a succhiarmi il cazzo, pensai con una profonda eccitazione che non mi sarebbe affatto dispiaciuto se al posto di quel dito nel mio culo ci fosse stato infilato un bel cazzo duro!
Continua
Per commenti: roscoporcellone@hotmail.com
«Che bella storia vorrei che capitasse a me..»