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l mio grande amico Jeff nel 2018 fa si è sposato e sono stato il suo testimone di nozze. Jeff è un avvocato d’affari che ha tra i suoi clienti le più importanti aziende del mondo. E’ figlio di un ex ministro, è stato deputato della camera dei comuni fino alle elezioni successive alla Brexit.


E’ un grande appassionato di bdsm come me e per l’occasione del suo addio al celibato organizzò una grande festa in un castello dello Yorkshire, un posto meraviglioso immerso nella natura dove tra l’altro nessun cellulare ha campo.


La festa non fu l’addio al celibato ufficiale, ma quello più libertino e organizzato con gli amici più stretti (eravamo in quattro). Alle ragazze pensò il nostro amico Jack titolare di un’agenzia di modelle che reclutò una decina di ragazze disposte a tutte per lanciare la loro carriera di modella, anche se in realtà il talento di cui erano dotate era pressoché nullo, se non aver visto programmi televisivi con ragazze scosciate.


Le ragazze furono portate con un pulmino dai vetri oscurati nelle segrete del castello e alloggiate in quelle che un tempo dovevano essere le segrete: un luogo scuro, tetro, illuminato da una luce tenue che terrorizzò le ragazze a morte. Tutto questo faceva del diabolico nel piano di Jeff che tra le altre cose amava alla follia la dominazione e la tortura psicologica e si eccitava da matti al pensiero del terrore che stavano provando quelle ragazze in quel momento.


Nel primo pomeriggio una volta che erano passate parecchie ore da quando le ragazze erano state rinchiuse nelle segrete, furono accompagnate da noi tutti vestiti da militari nella grande piazza d’armi del castello dove furono messe in fila come si farebbe a un mercato delle vacche per esporre la merce.


Qui Jeff spogliò completamente le ragazze levandole tutti i vestiti con una forbice, finendo per gettarli come degli stracci qualsiasi per terra. Una volta finita l’operazione numerò con un pennarello le ragazze, da quel momento infatti non dovevano essere più una persona, ma un numero.


Portammo poi le ragazze in una grande sala sempre sottoterranea tra le segrete del castello che probabilmente avrebbe dovuto essere stata la stanza della tortura e qui ammanettammo le ragazze.


Qui Jeff palesò a tutti noi cosa intendeva fare. Sarebbe stato il grande sacerdote che aveva diritto a usare le ragazze per primo dopo di che avremmo potuto usarle anche noi.


Legò con delle manette cinque ragazze e ordinò loro di stare al centro della stanza, mentre le altre cinque le legò al muro con delle catene.


Si avvicinò alle prime cinque e cominciò a strizzare a ognuna di loro i capezzoli con le unghie fino a farle urlare dal dolore, , dopo di che l’operazione fu ripetuta da ognuno di noi, il dolore per le ragazze era sempre più lancinante,  ma nessuna osò il benché minimo cenno di ribellione, la presenza di Jack tra noi era un potente deterrente per impedire qualsiasi loro tentativo di ribellione: la loro carriera di modelle sarebbe finita in quel momento, non c’è catena più forte dell’ambizione.


Dopo diche ordinò alle ragazze di andare su e giù per i scalini della sala al ritmo dettato da lui nel chiaro intento di farle sbagliare e punirle cosa che avvenne abbastanza presto e ci divertimmo a turno a frustarle con una bull whip. Il dolore per le ragazze fu tremendo ad ogni frustata urlavano come delle ossesse, anche perché noi eravamo sempre più eccitati dalla situazione e quindi sempre più sadici.


Per divertirci ancora di più suggerii a Jeff di essere clementi e dare un ulteriore possibilità alle ragazze facendole camminare di nuovo a tempo, ma se non ce l’avessero fatta neanche questa volta le avremmo punite ancora più severamente.


Jeff fu d’accordo e ricominciò a far camminare di nuovo le ragazze per gli scalini, ma anche questa volta dopo un po’ non andarono più a tempo e quindi avremmo dovuto punirle di nuovo, ma questa volta in modo molto più severo,  anche perché fece notare che nella nostra estrema bontà avevamo dato loro un’altra possibilità.


Jeff chiese allora a me di punire le ragazze. Ordinai alle ragazze di sedersi a cavalcioni e misii dei morsetti sui capezzoli delle ragazze in modo tale da legare il capezzolo di una ragazza con quello dell’altra attraverso una catena in modo che ad ogni loro movimento il dolore si intensificasse dato che stando a cavalcioni era per loro impossibile non muoversi, ma per rendere ancora più impossibile non muoversi diedi un vibratore a Jeff e agli altri amici e chiesi loro di masturbarle. Le ragazze non riuscirono più a stare ferme e si muovevano continuamente e in modo repentino fino a staccare i morsetti dai capezzoli.


Jeff si arrabbiò molto per questo dicendo loro che sono proprio delle troie che non pensano altro al piacere delle loro fighette, senza nessuna preoccupazione di procurare del dolore alle altre, le legò con delle catene al muro e fece venire le altre cinque ragazze al centro della stanza.


Ordinò a queste di mettersi in ginocchio al centro della stanza. Jeff passò per ognuna di queste ragazze con uno strumento che dà una piccola scossa elettrica, ma estremamente doloroso se duraturo nel tempo. Ordinò loro di non avere nessuna reazione mentre faceva ciò, ma nessuna di loro ci riuscì, d’altronde era quasi impossibile.


Decise allora di punirle: ordinò loro di alzarsi in piedi e le frustò con un paddle di legno nel sedere. Jeff disse poi che, come avevamo dato un’altra possibilità alle altre, era giusto darla anche a queste e noi tutti concordammo.


Questa volta la prova fu decisa da un altro degli amici presenti a quell’addio al celibato: ordinò loro di non ansimare e godere per nulla, mentre le avremmo masturbate sia con le mani che con dei vibratori.ci divertimmo allora a far eccitare le ragazze, all’inizio queste cercarono di resistere al godimento che stavamo provocando ai loro corpi, ma nessuno di queste ci riuscì a lungo.


A un certo punto intervenne Jeff dicendo basta siamo stati troppo buoni con queste cagne, vanno trattate come delle sgualdrine da taverna dell’antica Roma e sottoposte a prove molto più dure e mi dovete dare una mano, perché sapendo che finiva così ho studiato una prova veramente simpatica , ma che ha bisogno della collaborazione di diverse persone.


Eravamo tutti curiosi e demmo immediatamente la nostra disponibilità a collaborare.


Legammo  con delle corde su un gancio al soffitto un pesante secchio, poi legammo al soffitto delle altre corde fino ad arrivare a legare le ragazze attorno alla figa e al clitoride, in pratica le la corda intorno alla figa e al clitoride delle ragazze teneva il pesante secchio sollevato in aria, la smorfia di dolore sul viso delle ragazze era palpabile , così come l’odio nei nostri confronti, ma non ci facemmo impietosire e per aggravare la difficoltà della prova mettemmo un grossa pietra dentro il secchio, il dolore aumentò a dismisura, ma non ci bastò ordinammo loro di avvicinarsi in modo che tale che il secchio sarebbe stato tenuto su in modo perpendicolare e le ragazze si misero a urlare dal dolore fino a che decidemmo che ci eravamo divertiti abbastanza e la prima parte della festa poteva dirsi conclusa.


 


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