E’ buio, ma un fioca luce posta nella parete in fondo al corridoio permette di vedere l’ambiente senza disturbare il sonno.


Siamo in otto in questa stanza, ed ognuno ha un suo armadietto. Sembra una camerata come quella dei militari ma senza letti a castello. A quel tempo avevo solo 14 anni e mi trovavo in quel luogo da più di due anni, per volere dei miei genitori.


Non sapevo ancora cosa fosse il sesso, né cosa significasse una pulsazione adolescenziale, e nemmeno l’onanismo o la sborra, eppure, durante la doccia settimanale, il mio sguardo si soffermava spesso su un mio compagno di camera. Non era il suo corpo, né il suo cervello ad attirarmi ma perché, a dispetto di tanti altri, aveva qualcosa in più.


In mezzo alle sue gambe Il suo membro era contornato da un folto pelo ed era grosso e anche lungo e questo mi attirava, senza un apparente motivo.


Spesso, di notte il pensiero di quel quel membro diverso dal mio, che spariva al confronto e che non aveva quasi neanche un pelo, mi teneva sveglio. Lo vedevo davanti a me mentre usciva dalla doccia bagnato e gocciolante e desideravo potermi inginocchiare davanti ad lui per asciugarlo, toccarlo, sentirne la consistenza.
Luca ( nome di fantasia), dorme di fianco al mio letto ed una notte, in cui il pensiero non mi lasciava in pace, mi giravo e rigiravo nel letto ed ogni tanto mi soffermavo a guardarlo. Eravamo in primavera inoltrata e i primi caldi ti consentivano di dormire con pochi indumenti ed un lenzuolo e in una delle mie occhiate verso Luca noto che le lenzuola sono in parte scostate ed si intravedono le sue mutande.
Le mutande di allora erano i mutandoni bianchi con un taglio in mezzo che permettevano l’estrazione del membro per urinare.


La posizione in cui era messo Luca lasciava l'apertura non aderente e quindi rimaneva sollevata dandomi la possibilità di intravedere il pelo ed un po’ di quell’oggetto che mi stava tarlando il pensiero.


Mi sollevai sul letto e controllai che tutti dormissero, quindi scesi e mi abbassandomi mi posizionai vicino al letto a fianco in modo da nascondermi alla vista di altri compagni di camerata. Non so perché ma, mi sentii come se stessi apprestandomi a rubare qualcosa.


Il mio viso era alla giusta altezza e anche se in penombra intravedevo parte del membro. Mi batteva forte il cuore e, senza rendermene conto, la mia mano scivolò molto lentamente sul lenzuolo avvicinandosi all’apertura.


Avevo i battiti a mille ma continuai entrando nello spazio della fessura e riuscii a sfiorare i suoi peli con le mie dita e continuando entrai in contatto con la pelle del suo membro.


Un movimento leggero mi fece sussultare, e mi fece allontanare velocemente e spaventato ritornai nel mio letto.


Luca si girò a pancia in su e il lenzuolo si scostò maggiormente e il suo membro fuoriusci dall'interstizio. Una rapida occhiata ai letti della camerata mi permise di accertarmi che tutti gli altri dormivano.
Il mio respiro rallentò e riprese un ritmo normale, era tutto tranquillo, e quindi mi rigirai a guardare luca e il suo membro che ora potevo guardare meglio e che sembrava un po’ più grande.


Mi feci coraggio e con cautela ripresi la mia posizione e mi ritrovai nuovamente inginocchiato di fianco al suo letto. Con la mia mano, in modo più sicuro e veloce, andai a lambire il membro di Luca e questo tocco mi diede una sensazione di piacere, la sua pelle calda, morbida e sembrava crescere tra le mie dita che lo sfioravano.
Ma sfiorarlo era ancora troppo poco, desideravo qualcosa di più e lo presi dolcemente, lo avvolsi, lo rilasciai e lo accarezzai per poi avvolgerlo nuovamente.


Il mio accarezzare probabilmente era un piacere anche per chi sentiva la mia mano perché Luca, cominciò a bisbigliare dei deboli lamenti che mi bloccarono e quindi, con la mia mano che contornava il suo membro, guardai il suo viso, i suoi occhi ancora chiusi e mi sentii incoraggiato dal suo sonno profondo a continuare.


Senti la sua punta bagnata e quel liquido mi permetteva di scorrere su tutta l'asta in modo delicato per poi riprenderlo in mano a cominciare a tirare dolcemente la pelle verso il basso per poi rilasciarla fino a sfiorare la punta per poi ribagnarmi la mano.


Un calore mi pervade e un desiderio di tenere per sempre in mano quel bel membro mi pervase.
Continuo il mio massaggio e il tempo sembra fermarsi fino a che un certo punto sentii la mia mano riempirsi di un liquido caldo e quasi immediatamente un suo movimento mi costrinse a ritornare nel mio letto.


Non sapevo cosa fosse successo, la mia mano era bagnata, la portai vicino al naso e poi provai con la lingua ad assaggiarlo e mi piacque molto. Mi resi conto di non poter più continuare, che la possibilità di tronare da lui era svanita in quanto Luca si giro completamente a pancia sotto.


Avvicinai la mano al mio viso appoggiandomi al cuscino e mi addormentai sereno con la mano vicino alle mie labbra.


Al risveglio mi sentii bene come non mai ed allo stesso tempo qualcosa mi tormentava.


"E se era sveglio? E se aveva capito chi lo toccava?"


Mi alzai e appena svolsi lo sguardo in direzione del compagno a cui avevo toccato il membro i miei dubbi diventarono certezze. Luca, mi guardava e mentre si infilava i pantaloni mise la mano sul suo bel pacco, non del tutto a riposo. Non potei fare a meno di non guardare diventando rosso dalla vergogna e lui se ne accorse.


Quella mattina non successe più nulla anche perché eravamo in separate, poi nel pomeriggio durante il periodo di svago che svolgevamo nel grande parco attinente all'edificio centrale. Me lo trovai di fronte in un angolo in disparte dal chiasso degli altri compagni.


Mi ero isolato per pensare e cercare di capire ed eccolo li.
Non alto, tozzo, anche po' grezzo con i suoi pantaloncini corti e le mani sul suo uccello. Non sapevo cosa dire e stavo per scappare ma lui mi ferma con un "Aspetta". Mi blocco e lo sento avvicinarsi mente mi parla e dice "ho capito che ti piace quindi ho deciso di farti un regalo". Lo sento dietro di me e mi giro rispondendo "che regalo".


Non dice nulla a comincia ad abbassare i pantaloncini e nel frattempo mi mette una mano sulla spalla.
Non capisco ma guardo il suo bel cazzo grosso e pendente mentre lui mi preme sulla spalla.
Ora è chiaro, vuole che mi abbassi e meccanicamente lo faccio.
Mi ritrovo davanti all'oggetto del mio desiderio notturno ma stavolta lo posso vedere in tutta la sua bellezza.
Le sue vene, il suo contorno e soprattutto posso sentire il suo odore forte ma non sgradevole.
Sono in adorazione e lui, capendo la mia disponibilità ma assoluta inesperienza, si avvicina a me e fa in modo che il glande sfiori le mie labbra. Non resisto e lo lambisco colpendolo con la lingua per saggiarne il sapore.
Sà di buono e allora lo contorno con entrambe le labbra e comincio ad usare la mia lingua. Lui ne approfitta e piano a piano comincia a spingermelo dentro, ma in modo delicato.
La sua intrusione non fa altro che aumentare la mia voglia e continuo a muovere la mia lingua su tutto quel bastone caldo che sta crescendo nella mia bocca sino a diventare un blocco duro e morbido allo stesso tempo.
La mia saliva cola dalla mia bocca, la faccio scorrere con la mia lingua su tutta l'asta, lo riprendo dentro, esco e rincorro le vene con la lingua fino ad arrivare allo scroto.
Risalgo e lo riprendo in bocca fino a che posso e continuo a succhiare e leccare quel membro che mi sta dando piacere sebbene Luca non stia facendo niente.
Non so quanto tempo, ma nel mio ricordo è stato anche troppo breve, ma ad un certo punto Luca mi prende la testa e la tiene ferma.
Si inchina su di me e mi sussurra, "ti sto facendo assaggiare la sborra per la tua prima volta" e mentre lo dice mi sento inondare la bocca di qualcosa di caldo e viscoso e capisco che si stratta della stessa cosa che era rimasta sulla mia mano durante la notte.
Non deglutisco e questo ne provoca l’uscita dai lati della mia bocca imbrattandomi la maglietta..


E come è iniziato tutto finisce improvvisamente, mi stacco da lui che mi dice in un orecchio "brava la mia boccuccia ma ancora hai molte cose da imparare" e subito dopo corre via.
Solo ora realizzo di essere in un luogo pubblico ed i rischi che ho corso, cerco di ripulirmi come posso dalla macchia che ho sul petto nella mia maglietta.
Mentre rientro in camerata un altro dei miei compagni di camerata mi guarda vedo che il suo sguardo cade sulla macchia nella mia maglietta.
Sono io che ho brutti pensieri, oppure mi ha fatto un sorrisino strano?

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