Scendemmo le scale a chiocciola dopo che con una rapida occhiata ci eravamo rese conto che Francesco e il ragazzo della biondina non erano più al loro posto nella stanza Lap Dance.


Li ritrovammo in piacevole compagnia di altre due coppie che sorseggiavano un drink al bar.
“Pensavamo non tornaste più…” scherzò Francesco.
“Tranquillo… non ci siamo perse…” replicai io cercando di nascondere quel senso di imbarazzo che comunque mi pervadeva ripensando a tutto quanto era successo fino a quel momento. Inconsciamente non riuscivo ancora a scrollarmi di dosso la sensazione di stare facendo qualcosa di sbagliato.
Le presentazioni con le nuove coppie mi permise di conoscere il nome (o almeno quello che dichiarava essere il suo nome) della mia nuova amica: “Katia… con la K” (precisò).
“Prendi da bere?” mi chiese mentre mi invitava a prendere posto un po' più in là rispetto alla pista da ballo…dove si potesse chiacchierare senza urlarsi nelle orecchie.


Aveva voglia di parlare. E questo me la rese ancora più simpatica.
Ci accomodammo su un divanetto dietro un separè.
“Scusa se te lo chiedo. Sei bellissima e veramente ben fatta ma … sei veramente maggiorenne ?”. Mi ritrovai a pronunciare quelle parole senza rendermene conto e tentai di rimediare con un “no…scusa non volevo…lascia stare…”.
“No No..tranquilla!” sorrise lei “ non sei la prima che me lo chiede”. I capelli lunghi e biondi le cadevano come rivoli ai lati del seno perfetto, appoggiato sul reggiseno a balconcino.
“Che bei capelli hai” le dissi “prima con l’elastico che li teneva annodati dietro non mi ero resa conto di quanto lunghi fossero.”
“Grazie…”rispose lei con tono soddisfatto. “Comunque si … ho quasi 19 anni … ma tutti me ne danno molt meno.”
La guardai pensierosa…
“So cosa stai pensando. Una bambina cosi giovane e già così troietta…”
Io mi schernii: “ no… no… ecco … diciamo …molto esperta… “ dissi senza guardarla negli occhi perchè sapevo bene che la definizione che Katia si era data era sicuramente la più corretta.
“Ho scoperto che mi piaceva il sesso molto presto” riprese lei “. Inizia a origliare i miei genitori mentre scopavano … e intanto mi accarezzavo.
Poi un giorno trovai un dildo nel cassetto dei gioielli che mia madre mi aveva sempre proibito di aprire.
Praticamente è stato lui il mio primo amante.
Con tutto il corredo di pornografia varia che cominciai ad apprezzare su Internet non appena ebbi accesso al mio primo Computer.
I compagni di scuola non facevano altro che parlare di YouPorn… e la cosa mi incuriosiva. Guardando quei filmati mi sono resa conto di essere sostanzialmente una ninfomane”.
“E il tuo ragazzo ?” azzardai…
“Che tu ci creda o no … lui è stato il primo e unico amore della mia vita. Almeno fino ad ora. Ci siamo conosciuti a scuola e da allora non ci siamo mai lasciati.
Le nostre prime volte le abbiamo vissute tutte insieme, io e lui. Sempre condividendo tutto, anche la scelta di praticare lo scambismo.
Veniamo qui tutte le settimane da quasi due anni.
Sostanzialmente abbiamo festeggiato il mio 18° compleanno venendo qui la prima volta.
Insieme abbiamo scoperto anche di essere bisex.
Ma gli altri restano sempre e solo amici di letto. Niente più.”
“Capisco… “replicai.
“E voi ?” mi disse lei “Siete proprio una bella coppia. A dire il vero anche voi mi sembrate molto giovani E per essere la prima volta siete proprio due bei porcellini…” disse scoppiando a ridere.
Non indagai ulteriormente su come avesse fatto a capire che era la prima volta che frequentavamo il privè. Probabilmente il continuo arrossire mi tradiva.
Non sapevo come fare a spiegarle che mentre raccontava di sè mi sembrava che stesse facendo la mia biografia. Avrebbe sicuramente pensato che mi inventavo una storia per non dire niente di me.
“Baci in un modo fantastico. Anche il modo in cui mi hai succhiato i capezzoli, stasera appena ci siamo incontrate… veramente da urlo. E prima, mentre il negro mi inculava, il modo in cui mi hai leccato la fica mi ha fatto godere quasi più del cazzo che avevo dentro”.
La sua esternazione estemporanea mi colse di sorpresa.
Mi sentivo lusingata ed eccitata allo stesso tempo.
I capezzoli che fino a quel momento se ne erano stati a riposo ebbero una reazione improvvisa. Anche quelli di Katia si erano improvvisamente accesi ed inturgiditi.
Si avvicinò e iniziò a succhiarli.
La mia vagina iniziò immediatamente ad inumidirsi.
Le sollevai dolcemente il viso dal mio seno e “ …ti prego ...leccami …” le dissi quasi implorando.
Lei non se lo fece ripetere; mi fece stendere sul divano e mi divaricò repentinamente ma con grande dolcezza le gambe.


Non si smentì.
Era veramente una troietta ninfomane.
Non si accontentava di penetrarmi la fica con la lingua ma facendomi ritrarre le ginocchia verso il seno iniziò a leccarmi le grandi labbra su e giù fino ad arrivare piano piano fino al buco del culetto. Indugiando anche lì. Cercando di penetrarlo.
Poi si sollevò verso di me e mi baciò, così da farmi assaporare tutti i miei umori.
“Non hai ancora risposto alla domanda che ti ho fatto prima sulle scale”… mi disse sorniona, mentre mi fissava con i suoi splendidi occhi azzurri.
“No … non l’ho mai fatto… ma questa sera ho imparato che …c’è sempre una prima volta per tutto”…le replicai altrettanto maliziosa.
“Bene … allora seguimi” mi disse.


Di lì a poco mi presentò Albert e Morice, due splendidi stangoni colore dell’ebano che avevo già notato in precedenza stazionare al tavolo del bar, mentre prendevamo i nostri drink.
Con loro, due ragazze di colore altrettante statuarie.
L’accento dei quattro tradiva la loro origine francese.
Le polo attillate dei ragazzi e le camicette delle due che trattenevano a stento il contenuto denunciavano fisici palestrati anche se non culturisti.
Un bel vedere insomma.
Non potei evitare il sorriso di Morice, al quale non era sfuggito il mio patetico tentativo di non farmi notare mentre lanciavo uno sguardo sfuggente al basso ventre dei ragazzi.
Mi sentii lusingata, pensando che lo stato di erezione denunciato dalla protuberanza dei pantaloni fosse dovuto anche alla mia presenza fisica, dal momento che io a Katia a differenza loro eravamo vestite solo di tanga, reggicalze e reggiseno a balconcino.
Si dimostrarono molto signorili e ci offrirono un altro drink: lo presi analcolico perché volevo essere completamente sobria per avere il totale controllo della situazione.
Dopo qualche minuto di convenevoli (era evidente che Katia li conosceva piuttosto bene) loro si alzarono e si allontanarono dicendo qualcosa a Katia che però non riuscii a capire a causa della musica un po' troppo alta.
Finimmo con calma il nostro Drink e poi Katia mi prese nuovamente la mano: “vieni …ho una sorpresa per te” mi disse.
Mentre ci incamminavamo ancora una volta verso il piano rialzato… Katia fece un cenno al suo ragazzo che si intratteneva ancora con Francesco e le due coppie.
Lui annuì facendo capire che ci avrebbero raggiunte da li a poco.


La stanza in cui entrammo era praticamente di fronte a quella del Glory Hole.
Era arredata con un unico grande letto circolare, posto al centro, con quattro colonne circolari rivestite di gomma piuma, a comporre un immaginario quadrilatero a racchiudere la struttura.
I lati della stanza erano ricoperti da tende tessute a maglie piuttosto larghe, installate in modo tale da lasciare un passaggio fra tenda e parete.
Chi fosse stato presente in quella sorta di corridoio avrebbe assistito comodamente alla scena che si consumava all’interno...e viceversa.
Ad intercalare le tende alcuni tavolini con il solito corredo di profilattici, salviette e dildo di ogni genere.
E anche qualche bottiglia di Champagne immerse nel ghiaccio dei loro contenitori.
Comodamente adagiate sui cuscini che ricoprivano il lettone stavano le due coppie di colore che avevamo conosciuto poco prima.
Chiacchieravano continuando a sorseggiare il loro drink.
Si erano completamente spogliati, ed ora avevo conferma di ciò che in precedenza avevo solo potuto immaginare.
Eravamo di fronte a quattro corpi perfetti.


“Niente male vero ? E pensare che non sono ancora in erezione...”.
La voce sussurrata di Francesco giunse di sorpresa alle nostre spalle, mentre io ancora attonita ammiravo tutta quella bellezza.
Lui, e il ragazzo di Katia erano entrati subito dopo di noi. Con loro le altre due coppie che subito si erano dirette ai tavolini per versarsi una coppa di champagne per poi iniziare a spogliarsi.
Si vedeva che erano degli abituè della situazione, anche per il modo confidenziale con il quale salutarono le due coppie di colore.
Realizzai immediatamente che Francesco aveva ragione.
Quello che i pantaloni dei due neri facevano fatica a trattenere quando li squadrai giù al bar non era affatto un’erezione ma due membri che sebbene ancora in totale relax avevano una dimensione del tutto fuori dalla norma.
“Tranquilla ...rilassati e ti divertirai. Loro sanno come usare quegli attrezzi” mi disse Katia, che doveva aver colto la mia esitazione
Accettai volentieri il bicchiere di bollicine che Francesco da bravo maritino mi porgeva mentre ci apprestavamo a salire sul letto con gli altri.
“Ma si...” pensai trangugiando lo champagne “ Vive la France!”.
Ci accomodammo al fianco di Morice e della sua compagna.
Ringraziammo i nostri trascorsi di studenti come corrispondenti in lingue estere che ci permetteva di conversare un po' in Italiano e un po' in francese.
Francesco attaccò subito bottone con lei.


“Tu as deux beaux mésanges”. Non mi aspettavo un complimento così diretto per le mie tettine ma mi fece un enorme piacere, considerato che proveniva da chi aveva al fianco un tale pezzo di gnocca.
“Merci...” replicai … abbassando lo sguardo sul membro dell’uomo..
Non avevo ancora finito di pronunciare quel “grazie” che la lingua del nero si era già catapultata sui miei capezzoli, inturgiditi solo all’idea di essergli vicino.
Era una coppia molto intraprendente, pensai, considerando anche che il cazzo di Francesco era già nella bocca della ragazza di Morice ...ed era stata lei a prendere l’iniziativa.
Decisi di non perdere tempo neanche io e allungai la mano perché non volevo passare per la verginella totalmente inesperta e decisi di iniziare almeno a masturbarlo mentre lui mi succhiava i capezzoli.
Quel coso che già faticavo a tenere nel palmo della mano iniziò a gonfiarsi.
Ero impressionata ed eccitata allo stesso tempo.
Dopo poco Morice, con un sorriso complice, mi fece delicatamente posizionare sulle ginocchia e si alzò in piedi, giusto di fronte a me .
Lo spettacolo che avevo davanti mi fece trasalire.
Mi trovavo di fronte ad un vero e proprio totem di carne.
Il glande leggermente più chiaro spiccava su quell’enorme asta nera, dalla quale era evidente che a suo tempo era stato asportato il prepuzio.
Bellissimo, il pene dell’uomo terminava in uno scroto altrettanto voluminoso e rigonfio…
“Pensa quanto sperma caldo c’è qui dentro...”.
Le parole di Katia, che si era materializzata al nostro fianco, mi fecero pensare che mi aveva letto nel pensiero.
“Di solito io inizio proprio da qui...” e iniziò a leccare con avidità i testicoli dell’uomo.
Mentre continuava a leccare e succhiare quello scroto rigonfio volse gli occhi verso di me e con la mano diresse il cazzo verso il mio viso.
Raccolsi l’invito e iniziai a leccare quella prelibatezza, facendo scorrere la mia lingua dalla cappella giù lungo tutta l’asta per poi ritornare a salire quando la mia lingua si scontrava con quella di Katia.
Mi resi conto di essere molto brava in quell’operazione quando, a fronte di alcuni colpi di lingua ben assestati all’altezza del frenulo, vidi fare capolino sulla testa del glande alcune gocce di liquido prespermatico. Mi precipitai a raccoglierlo mettendo in bocca con avidità l’intero glande fino alla corona.
Non nego che per succhiare quel cazzo dovetti divaricare oltremodo la mia cavità orale in modo anomalo, considerando che si trattava ancora solo della punta.
“La tua amica succhia il cazzo da vera troia...”.
Nonostante l’accento e la pessima pronuncia avevo capito benissimo la frase che Morice aveva rivolto a Katia.
“Si lo so...per questo è mia amica!” ammiccò lei fissandolo negli occhi.
Morice e Katia dovevano aver capito di aver colto nel segno, perché a quella frase un primo schizzo di umore della mia fichetta mi inumidì le mutandine
Evidentemente non riuscivo più a celare la mia vera natura.
Katia scese dal letto e tenendomi per le spalle mi fece appoggiare con la schiena e la nuca alla colonna più vicina a noi. Ora a cosa servivano tutte quelle imbottiture di velluto.
“Scopale la bocca !” intimò a Morice mentre mi tratteneva i capelli da dietro in modo che il mio viso fosse leggermente rivolto verso l’alto.
Con l’altra mano prese il cazzo dell’uomo, che a quel punto aveva raggiunto dimensioni veramente asinine, puntandomelo verso la bocca mentre Morice agevolava l’operazione flettendo le ginocchia dall’alto verso il basso.
Io istintivamente aprii la bocca al massimo che mi era possibile.
Sentii dapprima il glande , turgido e morbido allo stesso tempo, appoggiarsi sulla lingua e farsi strada iniziando a comprimere il palato.
Poi l’asta di carne iniziò lentamente ma con decisione a forzare la mia apertura orale, mentre la punta del cazzo mi arrivava in gola.
Katia aggiustò la posizione con una leggera tensione dei capelli che teneva nella mano, in modo tale che la mia bocca e la mia gola potessero raggiungere una posizione il più allineata possibile. La manovra funzionò perché senza provare alcun senso di asfissia riuscii ad accogliere ancora più a fondo nella gola quell’enorme cazzo.
Poi Morice iniziò a scoparmi la bocca.
Su e giù. Lentamente dapprima e poi con un po' più di foga. Ma sempre senza provocarmi alcun fastidio. Anzi mi stava piacendo.
Mentre igoiavo quel cazzo assolutamente fuori dalla norma, ebbi il tempo di rendermi conto di cosa stesse succedendo di fronte a me, sbirciando fra le cosce di Morice (benché la visuale mi fosse resa difficoltosa dallo scroto dell’uomo che mi ballonzolava davanti agli occhi) negli sporadici istanti in cui l’uomo si rialzava sulle gambe prima di riaffondare nella mia gola.


L’orgia aveva preso il via.
Al centro del letto un unico groviglio di corpi bianchi e neri.
Dietro le tende uno stuolo di guardoni di entrambi i sessi si masturbavano rimirando la scena. Francesco era passato dalla negretta ad un rossa tutta tette e si stava occupando della sua fichetta, mentre il ragazzo di Katia si occupava del cazzo di Francesco.
La posizione del ragazzo permetteva a sua volta alla ragazza di Albert di cavalcarlo.
A completare questa parte del quadro, Albert, che scopava la bocca della rossa più o meno come Morice stava facendo con me con la differenza che la rossa era completamente distesa sul letto.
“Maintenant je veux baiser sa chatte...” Morice ordinava a Katia di prepararmi alla penetrazione vaginale.
Mentre Katia mi faceva accomodare a pecorina sul letto mi chiesi se la mia fichetta, per quanto lubrificata al massimo e non certo di primo pelo, sarebbe stata in grado di contenere quel palo di carne.
Katia si posizionò a 69 sotto di me e iniziò a leccarmi.
Dapprima le grandi labbra, per poi affondare la lingua nelle piccole labbra inframmezzando il tutto con rapidi colpi sul clitoride.
Con la coda dell’occhio vidi Morice che in piedi dietro di me sosteneva quell’enorme coso con la mano destra, masturbandosi mentre fissava eccitato la mia fica che sbrodolava sotto i colpi di lingua di Katia.
La rossa e la ragazza di Albert in un impeto di emulazione avevano assunto la medesima posizione .
Ora Francesco fotteva la rossa alla pecorina mentre la nera gli leccava lo scroto. .
Albert passava rapidamente dalla bocca della rossa alla fica della fidanzata avendole entrambe a pochi centimetri di distanza.
Invogliato da quella scenetta, il ragazzo di Katia mi si parò di fronte offrendomi il cazzo.
Non feci a tempo a prenderlo avidamente in bocca che l’uomo si ritirò dalla mia bocca si abbassò leggermente per poi affondare repentinamente il cazzo nella vagina di Katia.
Il gemito di Katia mi fece capire che non se lo aspettava, mentre il ragazzo tornava a spingermi il cazzo nella bocca per poi ritirarlo e affondare di nuovo dentro di lei.
Abbassai per un istante la testa per rilassare i muscoli del collo e diedi distrattamente un fugace sguardo dietro di me, giusto l’istante che il ragazzo mi lascio prima di sollevarmi la testa (tirandomi leggermente i capelli che aveva raccolto formando una coda di cavallo che teneva con entrambe le mani) per penetrare nuovamente la mia bocca.
Quell’istante fu sufficiente solo per intravedere le gambe di Morice che si flettevano cercando la posizione.
Poi mentre il ragazzo mi entrava in bocca la mano sinistra di Morice si appoggiò sulla mia corrispondente natica premendola verso l’esterno così come Katia stava facendo con la destra. Mentre realizzavo cosa stava per succedere sentii distintamente il glande dell’uomo appoggiarsi alla mia vagina e subito iniziare ad entrare.
Diversamente da quanto mi aspettavo, memore delle rassicurazioni di Katia, la penetrazione fu lenta, ma profonda e senza soluzione di continuità. Morice sapeva veramente il fatto suo perché inaspettatamente la mia vagina perfettamente lubrificata non opponeva la minima resistenza.
Mano mano che il cazzo avanzava dentro di me sentivo un enorme ed appagante senso di riempimento.
Si fermò solo quando sentii distintamente i testicoli sbattermi sul clitoride.
Si. Lo avevo dentro. Tutto.
A differenza del ragazzo di Katia, che nel frattempo era già uscito e rientrato dalla mia bocca più volte, Morice, una volta affondato completamente dentro le mie viscere, si immobilizzò.
Sentivo la lingua di Katia indugiare sulla parte della mia fica rimasta accessibile, per poi passare all’asta (e immaginai anche lo scroto) di Morice.
Poi iniziarono i colpi. Cadenzati e decisi. Il palo scivolava fuori e dentro di me facendomi impazzire di piacere. Io oscillavo avanti e indietro assecondando ogni affondo.
“Aaargghhh! Sborro !” Inaspettatamente il ragazzo di fronte a me stava già per venire. Evidentemente quella doppia scopata bocca/fica era troppo anche per chi come lui era abituato ad ogni tipo di perversione.
Quando già mi stavo preparando a godermi la vista della colata di sperma bollente uscire dalla fica di Katia, il ragazzo con l’ennesimo balzo felino uscì dalla vagina della donna e puntò il cazzo verso di me.
I sussulti del membro che stava per erutttare furono amplificati dal fatto che il ragazzo non lo tratteneva con le mani.
Fissavo quel cazzo singhiozzante di fronte a me che si avvicinava e allontanava anche in base ai colpi dell’uomo che mi penetrava da dietro.
Uno, due, tre, quattro… i sussulti sembravano non terminare mai.
Poi quando meno me lo aspettavo, il primo schizzo interminabile mi raggiunse il viso. Un fiotto di liquido caldo e inebriante mi colpì come una saetta attraversandomi il viso. Per puro caso in quel momento avevo socchiuso gli occhi godendomi l’ennesimo affondo di Morice, altrimenti l’occhio sinistro sarebbe rimasto colpito in pieno da quella bordata di sperma che aveva continuato la sua corsa passando dal naso alla guancia destra per poi spegnersi sul mento.
Istintivamente aprii la bocca sporgendo la lingua, pronta a ricevere dritto in gola almeno una parte del secondo schizzo.
Mi aspettavo che il ragazzo avrebbe gradito scaricare il suo nettare direttamente nella mia cavità orale penetrandola, invece…