Serena iniziava ad essere stanca dell'Africa, di essere lontana da casa e delle continue telefonate e messaggi dall'ufficio. L'Aereo e già in ritardo ed erano già passate oltre quattro ore da quando lei e il giovane Jonathan Kwaku Lumumba si erano seduti in quel fottuto aeroporto. Serena era una delle più importanti dirigenti della Corporazione Internazionale “A - Children ”. L'associazione si occupava fondamentalmente del' mantenimento e sostentamento dei bambini sia a distanza o anche in affidamento. Jonathan, era un ragazzino speciale, nonostante i suoi soli quattordici anni dimostrabili solo dai documenti, perché a tutti gli effetti a prima vista il ragazzo poteva benissimo passare per un ragazzo di 20-22 anni. Jonathan era speciale a tutti gli effetti, era autistico, epilettico e sonnambulo. In infanzia soffriva di feroci sbalzi d'umore, crisi che Serena con il suo lavoro perenne e costante li nel centro di Malawi ha saputo arginare e combattere, anche per questo il ragazzo e stato affidato in via definitiva alle sue cure e attenzioni, in sostanza e stato adottato.


Jonathan era seduto tranquillo accanto alla sua tutrice e maestra da poche ore era anche a tutti gli effetti anche la sua nuova madre. Serena era fissava nervosamente i pannelli dell'aeroporto, orari arrivi partenze ritardi e voli cancellati. Era stanca e in debito di ore di sonno, la testa a volte gli cascava dal sonno, improvvisamente dopo tanti messaggi inutili dall'ufficio italiano, finalmente una buona ottima notizia del tutto inaspettata.


“SERENA ABBIAMO UN JET DELL'UNICEF CHE STA FACENDO IL PIENO PROPRIO LI E CHE RIPARTE PER L'ITALIA (VERONA) TRA MENO DI MEZZ'ORA ABBIAMO GIA AVVISATO CHECK IN E STAFF DELL'AEREO”


Il messaggio proseguiva con altre indicazioni e nomi di riferimento del pilota e secondo pilota, Gate ecc.


alla vista di quel messaggio, di quel miracolo a Serena brillarono gli occhi, la stanchezza era sparita e il viso cupo si illuminò di felicità.


mentre cadeva girandosi fronte la sua nuova madre le diede una testata secca dal quale i due con sincronismo perfetto emisero lo stesso amento di dolore. Serena per qualche secondo ebbe la vista appannata per la botta, inizialmente pensò che fosse per il vapore.. Jonathan era riverso su di lei, con la mano sinistra sul piatto della doccia a sorreggersi e quella destra sul seno della sua nuova mamma bianca. Sentiva sotto il palmo il bagnato del tessuto del reggiseno e la consistenza del globo e amabile del seno della madre e il battere del suo cuore che correva come un treno. Serena non da subito si rese conto della mano di Jona che la palpava senza freno, ma tanto meno non si rendeva conto nemmeno della testa imprigionata tra le porte della doccia. Qualche istante dopo, quando precisamente l'aereo smise di ballare come fanno le montagne russe, scosse la testa e si stropiccio gli occhi. Si rese conto subito dopo che Jonathan era riverso su di lei e una sua mano gli stava tenendo con forza la mano sul cuore.. Fissò la mano nera grande del figliastro, avvolgeva nel palmo e dita l'intero seno. Per un attimo gli torno in mente il volto del facchino, la sua mano che la palpava e il suo sguardo lussurioso che la mangiava con gli occhi.
Serena con un tono incerto e frustrato si rivolse a Jonathan ma distogliendo lo sguardo dal suo corpo nudo, per la prima volta dopo tanto tempo si sentiva imbarazzata e indifesa.


“Jona amore.. puoi togliere la mano.. Tranquillo da li non si muove sai?! Jonathan togli la mano, alzati!!”


Jonathan, impacciato ed estraneo al sarcasmo della donna lentamente con movimenti incerti riconquistava una posizione eretta. Fu in quel momento che Serena non riusci fare ameno di notare l'erezione imponente del giovane Malawiano. I testicoli sembravano due grandi uova increspate, il suo pene era eretto puntava al soffitto e non era decisamente quello di un ragazzino adolescente di 14 anni. Il prepuzio a stento riusciva a contenere la cappella che da li sotto sembrava aver la forma di una prugna nera di medie dimensioni. Restò li ipnotizzata da quella nera figura erotica per qualche istante ancora (la sua mente ora mani l'aveva memorizzata per bene) fino a quando tentò di rialzarsi a sua volta, rendendosi conto che la sua testa era come incollata alle porte del box doccia.
Tentò inutilmente di divincolarsi dando due tre strattoni , ma fu tutto inutile oltre tutto quei bruschi movimenti non fecero altro che acutizzare il mal di testa provocato dalla testata ricevuta poco prima.


“Jonathan, apri le porte della doccia che sono incastrata! Jonathan apri le porte per favore!!”
Il ragazzo si sporse in avanti perdendo l'equilibrio finendo per ricadere rovinosamente e in maniera scomposta nuovamente sulla madre. Cadde da subito sulle ginocchia, prima oscillando inarcandosi all'indietro, in fine si curvò in avanti, sbattendo violentemente la sua erezione sulla faccia della madre, quel grosso nero membro gli diede una sorta di schiaffo sulla guancia e poi sul mento. Le ginocchia di Jonathan scivolarono all'indietro per colpa del sapone, istintivamente il ragazzo si aggrappo alle spalle della madre tentando di tirarsi su e lo fece a discapito di Serena. Le mani forti sulle spalle gli fecero male alla pari dei capelli che gli tiravano tra le porte della doccia. Jonathan risalì sul corpo della madre e il suo pene, la sua erezione si andò infilare sotto il reggiseno tra i grandi seni della madre. La sua erezione frizionava tra seni e reggiseno la sua cappella usciva e rientrava con i movimenti scomposti dei due.
La sua cappella batteva sul mento e collo della donna. Fino a quando all'improvviso l'estremità dell'erezione, quella viola prugna non si infilò tra le labbra di Serena, che proprio in quel momento chiedeva al figlio di divincolarsi da quella assurda situazione.


“Jonathan ma che cavolo daiii, liberati, staccaaatiii da meee, alza... blooophh blooophh blooophh!””


Jonathan se ne stava li con lo sguardo perso nel nulla, come se non fosse nemmeno li, eppure il suo corpo rispondeva con gratitudine alla bocca di Serena, i suoi fianchi ad un certo unto iniziarono a premere e spingere nella bocca della donna, le mani di Jonathan presero posizione sulle spalle della che non riusci a fermarne il movimento ne la posa. Serena ebbe voglia di morderlo ti staccargli a morsi quel nero membro duro e caldo,ma non ne ebbe il coraggio e la razionalità prese il sopravvento. Tento di spingere via il ragazzo da se, facendo pressione sugli addominali del ragazzo, ma il sapone sul suo addome rese la cosa inefficace. Oltre tutto la sua lingua ora mai piu di una volta e in fine dozzine di volte in pochi secondi aveva assaggiato l'estremità di quella erezione portentosa.


Il ragazzo, il suo volto le sue espressioni erano di totale assenza, solo a volte qualche istante, un accenno ad un sorriso malizioso o un espressione festosa. Serena chiuse gli occhi dalla vergogna e da un senso di disagio che andava a mescolarsi con sensazioni di perdizione che non aveva mai provato prima, fino a quando la sua lingua le sue labbra e la sua gola non iniziarono ad avere una loro volontà.
Inizio a lavorare con gusto la cappella del ragazzo, quella bella e viola prugna andava e meritava di essere pennellata a dovere dalla sua lingua.


Si ritrovò a succhiare e degustare per bene e con gusto l'erezione eccezionale di Jonathan, tenendolo per i fianchi, stingendo le sue labbra sull'estremità che non poteva fare a meno di paragonare a una prugna bruna, gli fece sentire per bene la lingua per tutta l'erezione fino a prendere in bocca uno per uno le sue uova, i suoi testicoli erano grandi e grinzosi, mentre teneva nella bocca i testicoli del figliastro con la mano destra masturbava lentamente e con gusto quella spropositata erezione, la sua mano stringeva forte quel mattarello nero e caldo, mentre la sua mano lavorava sapientemente non poteva fare a meno di avere per la testa immagini oscene e sporche di lei con Jonathan, poi di lei e il facchino conosciuto ai piedi del Jet in fine pensieri osceni con suo fratello altri familiari e conoscenti vari.
Serena stava per rimettersi quel glorioso mattarello nero nella bocca quando si rese conto con la coda dell'occhio che sulla porta d'ingresso c'era l'assistente di volo Sara.


Serena restò per un attimo impietrita, li seduta a cosce aperte nel piatto della doccia, con in mano il pene di un ragazzo africano minorenne al quale aveva succhiato per interminabili minuti il membro.
In fine, rinsanì per un momento e vide di fronti a se le seguenti immagini; la sua carriera rovinata, la vergogna di affrontare la famiglia e una possibile e fattibile denuncia per molestie su minori e quindi la galera certa. Ma alla fine Serena gli vene da dire solo l'unica cosa che da qualche minuto più l'affliggeva.


“Sara scusami potresti aprire la porta della doccia e liberarmi i capelli.. sono rimasta incastrata!”


La ragazza si avvicinò senza dire un parola e dopo aver fissato ancora un istante in silenzio i due nella doccia e l'evidente problema Ciappo-Porta, divincolò il ciappo e poi apri le porte della doccia.


Serena nell'identico momento che le porte si aprirono senti un senso di sollievo proprio li dove prima c'era il ciappo, allo stesso tempo fini per cadere sulla schiena e su di lei Jonathan, nel cadere l'erezione di Jonathan riusci per sino a togliere il reggiseno della sua matrigna. Serena non se ne accorse per nulla, era troppo concentrata su che reazione e opinione avrebbe avuto da li in poi la giovane assistete di volo.


Serena era li per terra, quasi a quattro zampe, su di un fianco accanto a lei c'era Jonathan, Sara non poteva fare a meno di notare quella carne nera in erezione con la Dottoressa che ancora se lo stringeva nella mano. La donna si ricompose per quello che poteva mettendosi sulle ginocchia, rilasciando finalmente la presa dal membro del ragazzo che iniziò a balbettare e farfugliare qualcosa in africano.


Sara si chinò sulle sue gambe e per la prima volta da quando entrò nel bagno incrociò lo sguardo della Dottoressa Dall'Aglio. Serena era imbarazzata ed ancora eccitata per quello che stava facendo nella doccia con Jonathan, Sara si avvicinò quanto basta per averla a pochi centimetri dal suo naso. In fine parlo e disse qualcosa che Serena non avrebbe mai pensato di sentire in una situazione del genere.


“Ero entrata per vedere se stavate bene, per via del vuoto d'aria.. Non pensa che ti avrei trovata nella doccia con lui a succhiargli l'uccello!”
“Ma ii-o,.. Veramente..”
“Shhhh..”


Sara che all'apparenza sembrava cosi timida e servile, si rivelò con un certo carattere, zitti Serena che in vano tentò di giustificare l'accaduto. Sara poi allungo la mano sul seno della Dottoressa e gli chiese con un tono irriverente;


“E dimmi Dottoressa, il tuo figliolo negro ti ha succhiato questi bei capezzoli o vi ho interrotto troppo presto?!?!”.


Serena per istinto tento di darle uno schiaffo, ma il gesto si fermo da se a metà strada, restò li un momento a fissare la bocca di Sara e i suoi occhi scuri e profondi mentre aveva ancora la mano alzata. Improvvisamente Sara afferro Serena per la nuca e incollo le sue labbra a quelle di Serena.
La bocca si Sara era dolce e delicata come seta, i seni della dottoressa erano ostaggio delle mani di Sara, nel medesimo momento in cui l'assistente di volo iniziò a stropicciare malamente con forza i capezzoli di Serena, lei emise un gemito, fu quello per Sara il momento di affondare il colpo e di far bagnare la sua lingua nella bocca di Serena. Per la dottoressa era la prima volta, non gli era mai capitato nemmeno nei lontani anni 80, quando con le amiche si facevano le canne di nascosto nel retro della casa della Claudia Linari e dire che lei lesbica lo era per davvero.


Serena era piacevolmente colpita da questa ennesima sorpresa, il loro bacio si ruppe, ma solo perché Sara aveva il vorace desiderio di succhiare i seni esuberanti della dottoressa, succhio avidamente il seno sinistro mentre continuò imperterrita a rovinargli l'altro tra le dita. La mano audace di Sara scese tra le cosce della donna e le dita iniziarono ad accarezzargli il pube rasato e lindo come quello di una bambina. Serena gemeva e si mordeva le labbra senza sosta, finalmente i suoi lamenti furono placati nuovamente dalla bocca di Sara. Questa volta però fu Serena ad aver voglia di esplorare la bocca di Sara, gli prese la testa tra le mani e la baciò come non aveva mai fatto con nessun altro.
Adorava affondare le sue mani nei capelli della sua nuova amica, mentre questa affondava il suo dito medio dentro di lei. Il bacio fu disarmato senza il consenso delle due donne da il giovane Malawiano, il ragazzo si era rialzato dal pavimento e vedendo, sentendo e percependo li ai suoi pedi tutto quell'eros no poteva farne a meno di parteciparvi. Jonathan interruppe il loro bacio semplicemente avvicinandosi alle due donne e frapponendo la sua erezioni tra le loro bocche nel medesimo momento iniziò accarezzando entrambe le donne sulla nuca, dolcemente come si fa ad un cucciolo. Sara fu la prima a non battere ciglio e iniziare a lubrificare dal suo lato la verga nera del ragazzo, guardando con occhi sornioni e divertiti Serena che ancora una volta restò li di stucco, ma dopo qualche istante di smarrimento inizio a far sentire sul pene del ragazzo la sua bocca e la sua lingua.
Fu a questo punto Serena a prendere l'iniziativa nei confronti della sua nuova amica, inizio ad esplorare il corpo di Sara con le mani dita e unghie solleticandogli con queste, il piercing che aveva sul capezzolo destro, gli venne da sorridere quando si rese conto solo dopo tutto quel tempo che erano li nude sul pavimento che Sara sul suo bel corpo aveva enormi tatuaggi, uno sull'addome raffigurante una grande falena, sulla coscia sinistra un fiore che a prima vista gli sembrò un tulipano o una rosa. Sulla gamba destra due mani raffigurate di profilo, una di fronte all'altra chiuse in una strette di concilio o amicizia una parola accompagnava il tatuaggio “insieme”.
Serena era rapita dai tatuaggi di Sara e ne invidiava il coraggio per aversene tatuati di cosi enormi e dal personale cosi privato e per nulla banale. Arrivò a questa conclusione mentre le sue dita si bagnavano dolcemente dentro il pube della ragazza. Serena vedeva crescere e sentire il desiderio di Sara, attraverso i suoi occhi ai suoi spasmi ai suoi dolci versi, allo schioccare delle sue labbra dolci ogni ogni volta che queste si separavamo mal volentieri dal negro martello caldo di Jonathan. Si ritrovò cosi, in competizione con la giovane ragazza dai gradi seni e tatuaggi, a litigarsi a colpi si succhiate a perdifiato la cappella del giocane e lussuriose e sbavanti leccate di quel negro albero. Serena fu cosi abile nel manipolare la rosea apertura glabra di Sara che questa a stento riusciva a restare seduta sulle ginocchia, innumerevoli volte perse l'equilibrio accompagnando i suoi maldestri e scomposti movimenti con gemiti e versi esplosivi, infine si alzo e sedette sul bordo del lavabo, rivolgendosi a Jonathan in modo brusco e deciso da padrona ariana senza scrupoli.


“Jonathan!! ..Molla li la mamma per favore e vieni qui davanti a me, che ti do una cosa bella su!!”
“Jonathan!! ..Hooo Ci seeeiii?!! Dai su, vieni davanti a me che facciamo amicizia come si deve!!”


Serena era divertita sia dal tono d'esprimersi di Sara che dalla sua innocente ignoranza dal rendersi conto che Jonathan era un ragazzo handicappato. Serena dopo un ennesimo sorriso irriverente alle spese di Sara mentre era ancora li atterra a baciare i gioielli e il diamante nero del suo figliastro, si alzò prese per una mano Jonathan e lo indirizzo difronte al lavabo proprio dove Sara lo stava aspettando a cosce aperte. Gli prese il suo negro membro caldo e pulsante e lo punto sull'apertura lucente di Sara, da quando Jonathan aveva iniziato ad avvicinarsi con Serena, aveva iniziato a sfregare per bene all'indirizzo del suo clitoride, mordendosi le labbra e con l'altra mano reggendosi forte al lavabo, tenendo cosi forte tra le dita quella ceramica bianca che un unghia gli si crepò, era cosi ansiosa di sentirlo dentro di lei che solo Serena si rese conto del rumore secco di quell'unghia rotta.
> penso Serena.


Serena prese per bene il membro di Jonathan e inizio con lo sfregare la sua violacea cappella sulle labbra di Sara che attendeva con sbavo e fremito il ghiotto evento, mordendosi cosi forte le labbra che con tutta probabilità gli sarebbe rimasto il segno per ore.


“Guarda tato, adesso Sara che ti vuole tanto bene si mette attera a quattro zampe.. Tu da dietro di lei di vai a coricare praticamente su di lei...”


Jonathan a stento fece un cenno col capo mente i suoi occhi fissavano la schiena della giovane e i suoi occhi sorridevano dalla voglia di essere di nuovo dentro di lei. Si inginocchio dietro di lei, per poi inarcarsi su di lei mentre Serena gli masturbava il membro indirizzandoglielo verso gli sfinteri della giovane, allo stesso tempo con le dita Sara si lubrificava il retto con le dita. Serena notò dalla destrezza della ragazza nel masturbarsi il retto che con tutta probabilità quella non sarebbe stata la prima scopata anale. Jonathan al contatto della sua virile ferrea estremità sulla soglia bagnata di Sara, afferrò la ragazza per i fianchi con forza, Sara emise un caldo verso che venne seguito a ruota da versi incomprensibili di Jonathan, parole sconnesse probabilmente in Malawiano, che diedero il via alla penetrazione anale del ragazzo. Nel frattempo serena si era inginocchiata di fronte a Sara, porgendogli nuovamente la sua bocca.
Timidamente il ragazzo diede una prima leggera spinta, come chi entra in un ambiente buio e non sa bene dove mettere i piedi. Una prima spinta venne seguita da una seconda e una terza fino a quando il ragazzo si fece sentire con forza dentro Sara che emise un sordo verso soppresso dalla mano di Serena, che rise divertita dalla cosa, mentre Jonathan inizio a martellare di gusto il suo membro nel retto dilatato di Sara. La Dottoressa continuava a premere il suo palmo sulla bocca di Sara e con l'altra mano a tirargli i capelli sulla nuca in segno di un ironica sfida, che Sara ricambio con un sorriso tramite i suoi occhi e facendo senti la lingua sul palmo della mano di Serena.
A quel punto la Dottoressa esclamò senza rendersene conto;
“Sei proprio una bella Troia senza vergogna!!”


Sara sorrise compiaciuta e al medesimo tempo la sua espressione si distorceva per il picchiare incessante e costante di Jonathan dentro il suo retto. Al punto che la sua figa iniziò ad ogni due colpi profondi nel retto a fare un leggero e filato gettito di squirt. Serena accarezzava bruscamente il capezzolo borchiato della ragazza mentre con l'altra mano continuava a sigillare la bocca di Sara che non smetteva piu di lamentarsi, gemere e farfugliare parole che Serena poteva solo ipotizzare.
Serena mentre giocava con il seno di Sara si rivolse decisa a Jonathan ma guardando negli occhi lucidi e bagnati Sara;


“Jona amore della mamma, sculaccia per bene la Sara, fagli sentire a mano aperta una bella botta sulla chiappa!!”
Jonathan questa volta rispose imediatamente al comando della sua matrigna, e con la mano destra assesto con decisione e forza uno schiaffo sul gluteo destro della ragazza. Poi un altro ancora e un altro e un altro ancora..


“PAACHH.. PAACHH.. PAACHH PAACH.. PAACHH PAACH PAACH.. PAACH PAACH PAACH!”


Sara inveiva e godeva, rideva per riflesso nervoso e shock attraverso le dita della Serena, maledicendola, mentre sempre piu velocemente sentiva che perdeva il controllo del suo corpo, per colpa di quel ragazzo negro che lavorava abilmente la sua verga bruna dentro il suo retto, la sua figa sputava olio ad ogni colpo ora mai e Sara iniziò a mordere la mano di Serena che tornò a tirargli i capelli..
Sarà iniziò a supplicare Jonathan di smetterla di fermarsi, ma Serena non demordeva e comprimeva la mano sempre piu la mano sulla sua bocca. Il ragazzo non poteva sentirla, gli schiaffi sul culo e il suo incessante martellare anale oltre tutto l'avevano completamente rapito. Fino a quando Serena gli ordinò anche di fargli sentire ancora di più, con più frequenza e forza il suo negro martello nel retto.


Sara sbuffava, tentando di mordere il palmo di Serena, mentre le sue unghie grattavano il pavimento gommato e i suoi occhi strabuzzavano. Fino a quando improvvisamente senti nel suo retto dopo tanto scavare il pene del negro Malawiano sputare un lungo gettito di sborro caldo, quattro distinte fucilate di caldo seme.


Serena accompagno l'evento, quella seconda eiaculazione con una grassa risata che sfociò in fine con un sorriso sincronizzato tra le due ragazze.. Anche se Sara aveva il volto paonazzo e il volto rigato dal pianto. Un pianto felice e appagato. Jonathan, accarezzo lungamente la schiena di Sara, raggiungendo anche i seni sudati e le spalle, per poi rialzarsi lentamente dopo qualche lungo istante ancora ben dentro la giovane assistente di volo. Evase dal suo corpo e si lascio sedere pesantemente sul pavimento, mentre Sara si rifugio tra le braccia della sua nuova amica, entrambe le donne fissarono lungamente il ragazzo esausto, immobile, il suo copro d'ebano imperlato dal sudore e il membro negro ancora in una distinta erezione, lucido e unto come un agnello pronto per il forno.


Rimasero cosi nudi sul pavimento finché una voce elettronica, la medesima che Serena udì al suo ingresso nel Jet. Per la sorpresa le ragazze sobbalzarono, Jonathan non fece nemmeno una mossa.
Ma fissava affamato i seni delle donne, poi si porto un pugno alla bocca e lo morse, era il suo modo per far capire che aveva fame o sete. Serena riconobbe il gesto e il senso, si alzò dal pavimento, aiutando Sara a fare altrettanto, quest'ultima si rivestì nervosamente ed aveva completamente cambiato atteggiamento, si ricompose e rinfresco il viso come se fosse da sola in quel bagno fradicio dall'odore di sesso e sudore. Bacio frettolosamente Serena sulla bocca, con un bacio a stampo cosi veloce e timido che Serena non ebbe modo di gustarselo, subito dopo lo schiocco di quel bacio Sara senza nemmeno guardare la Dottoressa esclamo con tono impostato e irriverente;


“Fai la brava ne..!!”


Che tradotto voleva dire, non fare la stronza, questa cosa resta tra noi ok!??!
Serena d'istinto ebbe appena il tempo di dirle “anche tu..” mentre Sara stava già lasciando il bagno.
La dottoressa Dall'Aglio, si ricompose a sua volta e rivesti Jonathan, disturbata innumerevoli volte dal ragazzo che ogni volta che ella gli si parava da vanti a distanza ravvicinata, il ragazzo gli toccava con poca delicatezza seni e pube. Serena finito di vestire Jonathan era di nuovo zuppa, tra le cosce e come se avesse un rubinetto senza guarnizioni.. Ogni volta che Jonathan la toccava con quella manona negra accompagnando il gesto con versi incomprensibili ma dal suono carnale, Serena si mordeva le labbra carnose e avrebbe voluto mangiargli il cazzo a forza di cavalcarglielo.. ma il loro tempo in quel bagno e in quel contesto era oramai al termine.


I due riaffiorarono dalla toilette proprio mentre la voce elettronica degli altoparlanti per la terza volta si manifesto nuovamente per avvertire che stavano sorvolando l'Egitto e di li a poco il Mar Mediterraneo all'altezza di Malta. L'aereo tra non molto sarebbe arrivato a Verona. Accomodò il ragazzo su una delle 12 poltrone, gli allacciò la cintura di sicurezza, nel curvarsi sul ragazzo, la sua attenzione fu rapita dall'oblò dell'abitacolo, il cielo era grigio e il vetro era rigato dall'acqua.


Serena era stremata, piu mentalmente che fisicamente, si lasciò cadere pesantemente sulla poltrona al fianco opposto di quella di Jonathan, per essere a distanza di sicurezza ed evitare palpeggiamenti fuori luogo. Mancavano ancora poco piu di 8 ore alla destinazione prefissata, Serena era assorta tra mille pensieri, ebbe la volontà e la forza di mandare due sms, uno alla sorella minore a Verona ed uno al fratello a Rovigo, informandolo che avrebbe fatto tappa a Verona dalla sorella. Era cosi stanca che fu Sara passando in un secondo momento a chiuderle la cintura di sicurezza e riporgli un cuscino dietro la nuca, e togliergli il telefonino di mano, mentre ora mai Serena era andata KO.


 


Continua  ... 


 


 


 


 

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