Dopo quell'inusuale fine settimana tornai a lavoro. Non provai alcun imbarazzo in presenza del padre di Roberto, anzi provai la maligna volontà di sapere come avrebbe reagito alla notizia che suo figlio è un travestito e un pompinaro. Ma, come ovvio, non dissi nulla. 


La troietta continuava a mandarmi foto del culo. Via chat decidemmo come si sarebbe svolto il fine settimana: sarei andato a prenderlo a casa di un'amica e poi saremmo andati da me. 


Roberto si presentò truccato come una baldracca: il volto ricoperto di fondotinta, due guance innaturalmente rosa, un rossetto verde brillante in tinta col cortissimo vestitino e coi tacchi vertiginosi. Indossava anche delle autoreggenti nere. Sembrava davvero una ragazza, sebbene le mani e le gambe, viste da vicino, tradissero una lieve mascolinità. 


Salì nella mia automobile atteggiandosi da femmina. Si teneva una mano sul collo, notai le lunghe unghie finte, si era acconciata per bene, alla fine la tolse e mi mostrò il collarino che aveva indosso, recante la scritta "daddy slut". Il cazzo mi divenne duro come il marmo. 


Fui particolarmente duro quella sera. Appena entrati in casa lo spinsi sul divano, gli ordinai di mettersi con le gambe appoggiate alla spalliera e con la testa a penzoloni, e cominciai a scopargli la bocca. Mentre glielo spingevo in gola, la puttanella dimenava le gambe, perse anche una scarpa. Ogni tanto gli sfregavo il culo e il "sottopalla" sulla faccia. Mi feci anche ciucciare i coglioni. Infine, le sborrai in bocca. 


Afferai Roberto, ossia "Tatiana", come ama farsi chiamare quando si traveste, per i capelli e la buttai sul pavimento, dicendole di leccarmi il buco del culo. La mignotta non perse tempo, si mise a leccare, sbavando, il mio ano mentre mi faceva una sega. 


Appena il cazzo mi tornò duro, me la sbattei volgarmente sul divano. Mentre spingevo il cazzo in quel culo a mandolino così poco maschile, lo vedevo piantare le unghiette su un cuscino, mentre diceva frasi come "scompami papi" e "sono tua". Le venni nel culo. 


Ero deciso a non darle tregua. Le ordinai di seguirmi fino in bagno muovendosi a quattro zampe. Una volta lì feci una lunga pisciata e mi feci leccare via le gocce di urina dal cazzo. Infine, mi sedetti sul bidet e mi feci lavare il cazzo da Roberto/Tatiana. 


La troietta fece tutto con un'aria servizievole e soddisfatta. Come da accordi, le permisi da farsi una doccia da me e di rimettersi in abiti maschili. Prima di andare via, mi fece una sega e mi chiese di sborrarle nelle mutande. Voleva tornare a casa col mio seme appiccicato alle sue parti intime. La cosa mi eccitò molto.