“Che cosa ci fai qui, Giacomo?” domandò Cosimo, con un’espressione mista tra irritata e spaventata.
Giacomo continuava a sorridere in modo cattivo.
“Siete voi la coppia più bella del mondo. Siete voi che vi amate davvero. Non certo tu e Delia, caro Cosimo. Lo sanno tutti, ma fanno finta di non saperlo. Chissà quante ve ne dicono alle spalle. Io vi adoro, per me siete fantastici, siete i miei idoli”.
“Che cosa è successo a tua madre? Sei stato tu a farle del male?”
“Del male?” sbottò Giacomo “io le avrei fatto del male? Io me la sono soltanto chiavata, è lei che ha fatto del male a me facendomi nascere in questo mondo in cui sono ritenuto un mostro…”
Vedendo le facce spaventate di Cosimo e Stella, il sorriso di Giacomo si allargò di più.
“Ma che cosa sei tu?” domandò Stella, disgustata.
“Io? Io sono un bastardo” rispose Giacomo “sono cattivo. E sapete che vi dico? Mi piace. Mi eccito al solo pensiero di fare del male. E di tutto il male che ho fatto. Mia madre dice che io sono il diavolo. È strano, sai? Ho sempre immaginato il diavolo come un bell’uomo, affascinante, o una bella donna seduttrice. Ad esempio come la tua Delia, caro Cosimo. E infatti fu lei a tentarmi, non il contrario. Non lo sapevi?”
Cosimo e Stella non risposero.
“Siete così belli” esclamò estasiato “dovete ribellarvi ai vostri genitori. Dovremmo fottere davanti a loro per vendicarci del bigottismo che ci hanno inculcato. Potremmo fare un’orgia a casa mia, davanti a mia madre. Quella puttana mi ha cacciato fuori di casa dopo avermi fatto nascere contro la mia volontà. Mio padre lo terremo legato mentre guarda” e scoppiò a ridere in modo febbrile, scuotendo tutto il corpo.
“Giacomo, sei ancora lo sfigatello timido e verginello. Non sei il diavolo, sei solo un coglione” disse Cosimo con volto arcigno.
“Sarà…ma tu hai visto cosa sono capace di fare? Non voglio essere ostacolato. Sarei capace di uccidervi tutti e due e rendere pubblica la vostra relazione”.
Cosimo tacque, temeva che Giacomo potesse avere qualche registratore. Rifletté. E soltanto dopo rispose “non c’è nessuna relazione, siamo fratello e sorella”.
“Certo, ma io sarei capace di inscenare un suicidio e far credere che lo avete fatto perché non volevate far sapere la vostra relazione, fasulla o reale che sia”. Aveva capito che la replica di Cosimo significava che non c’erano prove per dimostrare ciò che affermava.
“Facciamo una cosa semplicissima e nessuno si farà male…”
“Che cosa vuoi?” domandò Cosimo, con il volto duro.
“Andiamo a casa tua, facciamo un’orgia, io tu, tua sorella, Delia e quel bel frocetto di Vittorio. Ti chiedo soltanto questo, poi non darò più fastidio a nessuno di voi. Me ne andrò via. Tanto mi passerà la voglia e cercherò altri stimoli ah ah ah!” concluse ridendo.
“Tuo padre avrà già chiamato la polizia, Giacomo. Se ti trovano a casa mia, passerò dei guai anche io”.
“Se mi trovano a casa tua, vuol dire che non mi hai nascosto bene. E se tu non mi nascondi bene, non potrai mai più dormire sonni tranquilli finché sarò vivo. Perché io uscirò dalla galera, prima o poi. Che io evada subito o esca tra trent’anni…”
“Non starlo a sentire, Cosimo. È stupido, oltre che pazzo. Non sa quello che dice”.
Cosimo tacque un attimo, fissò negli occhi Giacomo senza batter ciglio, con fierezza e disse con espressione sicura di sé “Sai che ti dico, Stella? Accontentiamolo”.
Stella si voltò a guardare il fratello, rabbrividendo e strabuzzando gli occhi “Ma che dici? Sei impazzito?”
“Ma sì, vediamo che cosa è capace di fare con quel cazzetto” lo provocò Cosimo con tono sarcastico.
Giacomo sorrise maligno, senza che la provocazione lo toccasse minimamente “Cazzetto? Dovresti chiedere alla tua fidanzata, non credo sia d’accordo” e trattenne la risata.
“Andiamo, allora” lo sfidò Cosimo, scendendo dalla moto “Stella, prendiamo la tua auto…vieni, Giacomo…”
Stella sedette al posto del guidatore, era gelosa della sua auto, non la faceva guidare nemmeno al fratello. Cosimo a fianco a lei, al posto del passeggero. Giacomo sedette dietro.
Tutti erano in silenzio. Stella era tesa, preoccupata. Non capiva cosa avesse in mente Cosimo. Mentre guidava, si voltò un attimo a guardare suo fratello, il quale aveva un’espressione accigliata sul volto, ma allo stesso tempo sicura. Doveva avere qualche piano, o era soltanto temerario. Cosimo era coraggioso: o almeno questa era l’idea che se ne era fatta Stella, fin da quando erano piccoli. Ma magari l’amore la rendeva cieca.
“Che cazzo” fece a un certo punto Giacomo, con il suo tipico sorriso beffardo “mettete almeno un po’ di musica”.
“Che vuoi ascoltare?” domandò Cosimo, senza cambiare espressione.
“Simpathy for the devil, sono il diavolo o no?”
“Te lo ripeto, non sei il diavolo, sei solo un coglione”, disse Cosimo assecondando la sua richiesta, e Mick Jagger prese a cantare dallo stereo. Il tempo della canzone e si ritrovarono sotto casa di Cosimo.
“Eccoci” disse Cosimo, scendendo dall’automobile, seguito da Giacomo. Stella era ancora intimorita, prese fiato e scese lentamente, per ultima.
“Andiamo…” disse Cosimo invitando i due a seguirlo. Salirono le scale, Cosimo aprì la porta con le sue chiavi e si trovarono davanti Delia e Vittorio con un’aria perplessa.
“Entrate” ordinò Cosimo. Giacomo e Stella obbedirono. Prima Giacomo, poi Stella.
Vittorio si alzò in piedi, spaventato e irritato contemporaneamente “Che cosa ci fa lui qui?” domandò indignato. Delia restò seduta, con gli occhi sbarrati e la bocca chiusa.
“Rilassati, ricchioncello, che oggi ci facciamo tutti una bella scopata qui, ci divertiremo” fece Giacomo.
“Che significa?” domandò ancora Vittorio, rivolgendosi a Cosimo.
“Quello che ha detto: Giacomo vuole fare un’orgia con noi tutti, vediamo cosa è capace di fare…”
“Io non mi farò toccare da lui” protestò Vittorio.
“Ma dai” fece Agostino avvicinandosi a Vittorio, toccando il suo bellissimo culo, rotondo e duro.
“Non mi toccare” gridò Vittorio afferrandogli la mano “non ti permettere”. Giacomo non insistette. Si avvicinò a Delia “E tu? Nemmeno tu vuoi chiavare con me? Eppure stanotte ti è piaciuto…”
Le accarezzò il viso e il collo e Delia non riuscì a opporsi, anzi, chiuse gli occhi, estasiata. Giacomo la baciò sul collo, toccandole il seno.
“Guarda, Cosimo! Guarda la tua fidanzata come si arrapa appena la tocco…”
Fece alzare delicatamente Delia e la afferrò per i fianchi, cingendola alla vita e baciandola sulla bocca con la lingua. “Guarda qui, Cosimo…”
Cosimo non capiva perché guardare la sua ragazza nelle braccia di un altro lo eccitava. Non poté confessarlo, ma non riusciva a dire nulla, non riusciva a protestare: che Giacomo fosse davvero il diavolo con un potere ipnotico e plagiatore? Non era possibile, nessuno di loro credeva a queste sciocchezze. Delia si spogliò spontaneamente, rimanendo completamente nuda e chinandosi davanti a Giacomo, gli sbottonò i pantaloni, gli calò le mutande e glielo prese in bocca.
Il cazzo di Cosimo divenne duro.
“Delia, ma che cazzo fai?” disse Vittorio, indignato.
Ma Delia era come assente, non sentiva nulla, continuava a succhiare e leccare il cazzo di Giacomo.
“Su, Cosimo” disse Giacomo “fatti una pugnetta mentre mi fotto la tua fidanzata, dai…”
Cosimo si leccò le labbra e, come fosse anche lui ipnotizzato, tirò fuori il cazzo e iniziò a masturbarsi davvero.
Stella lo guardò stupida e indignata.
“Che stai facendo, Cosimo?”
“Fammela tu” disse Cosimo.
Stella non capiva cosa stesse succedendo, era confusa, non fece altre domande e prese in mano il cazzo del fratello.
“Siete tutti pazzi” esclamò Vittorio “voi non state bene”.
“Vieni qui, Vittorio” disse Giacomo mentre Delia lo spompinava “dai una mano alla tua sorellina”.
“Non ci penso nemmeno…”
“Vieni a succhiarmelo insieme a lei. Te ne pentirai se te ne andrai. Sarà una goduria quest’orgia…”
Vittorio ci pensò su, occhi strabuzzati. Fissò il cazzo di Giacomo e si rese conto che nemmeno a lui sarebbe dispiaciuto prenderlo in bocca.
“Vieni, Vittorio, vieni”.
Vittorio si avvicinò lentamente, senza dire nulla, con gli occhi sbarrati, e infine si precipitò in ginocchio, a fianco alla sorella, davanti al cazzo di Giacomo.
Delia gemeva di piacere, si tolse il cazzo dalla bocca e continuando a masturbarlo, lo puntò in faccia a Vittorio, che aprì la bocca e iniziò a leccarlo.
“Sì” gemeva Giacomo “siete il mio sogno proibito voi due, sì…”. Poi volse lo sguardo verso Stella e Cosimo “e anche voi due”.
Stella masturbava Cosimo e glielo prese in bocca.
“Guarda, Delia: il tuo fidanzato si sta facendo fare un bocchino da sua sorella. Lo avresti mai detto? Lui che ha sempre fatto il moralista, lui che faceva tanto l’uomo serio e il santerello…”
Delia si voltò a guardarli e, senza dire nulla, si allontanò da Giacomo e si avvicinò al fidanzato, camminando a gattoni. Guardò Stella negli occhi e le due donne subito si capirono. Stella lasciò il cazzo del fratello e imboccò la cognata, che prese subito a leccarlo. Ora le due donne spompinavano Cosimo mentre Vittorio lo succhiava a Giacomo. Proprio lui, Vittorio, che aveva sempre odiato Giacomo. Vittorio non riuscì più a controllarsi, il cazzo di Giacomo gli piaceva, amava succhiarlo e leccarlo. Era un bel cazzo grosso, lungo e dritto. Altro che cazzetto come aveva erroneamente detto Cosimo!
Giacomo si girò “leccami il buco del culo” ordinò a Vittorio. Il giovano non esitò, aprì la bocca, tirò fuori la lingua e la infilò nell’ano di colui che fino a pochi minuti fa era il suo nemico. “Oh sì, brava, puttanella” gemeva Giacomo, sentendo la lingua calda e umida di Vittorio. Si voltò di nuovo, fece alzare Vittorio e lo baciò sulla bocca con la lingua, toccandogli il cazzo. Gli abbassò i pantaloni e questa volta fu Giacomo a prendere in bocca il cazzo di Vittorio. Mentre lo succhiava e lo masturbava, si interruppe e disse alle due donne “venite qua, belle troiette”.
Stella non si mosse. Delia avanzò subito verso di lui, mugugnando di eccitazione e guardando anche Cosimo, con la speranza che lo seguisse. Quest’ultimo, che veniva spompinato da sua sorella, seguì la sua fidanzata. Stella seguì lui. Così ora erano tutti riuniti nello stesso posto, quasi ammucchiati. Delia masturbò Giacomo, mentre lui continuava a prendere in bocca il cazzo di Vittorio. Stella lo succhiò a suo fratello Cosimo, e questi un attimo dopo inculò la fidanzata. Stella leccò il culo al fratello. Dopodiché, avvicinandosi a Delia, divise con lei il cazzo di Giacomo, che masturbarono e succhiarono a turno.
Giacomo si spostò e si posizionò sotto Delia per chiavarle la fica mentre Cosimo continuava a incularla. Stella si mise in piedi su Giacomo facendosi leccare la fica. Poi cambiarono posizione. Giacomo e Cosimo chiavarono Stella: il primo le fotteva la fica e il secondo la inculava.
“Ti piace il culo di tua sorella, eh?” disse Giacomo.
Delia leccava la fica e il cazzo di Giacomo. Vittorio guardava i cazzi dei due ragazzi ed era rimasto solo a farsi una pugnetta.
“Adesso levatevi, brutte troie” ordinò Giacomo alzandosi in piedi e tirando fuori il cazzo dalla fica di Stella “il mio cazzo è tutto per Vittorio”.
Fece girare Vittorio il quale si appoggiò con le mani su di una sedia e sporse il culo all’infuori. Giacomo gli sputò nell’ano, infilandoci la lingua dentro e un po’ alla volta, inserì il cazzo. Era contento che nessuno gli chiedesse di usare il preservativo. Quando Giacomo cominciò a chiavarlo nel culo, Vittorio era estasiato dal piacere, lo si capiva dai suoi gemiti di goduria. “Sei una vera puttana, lo sai?” sussurrò Giacomo all’orecchio di Vittorio.
Nel frattempo, Delia e Stella si stavano baciando in bocca con la lingua, toccandosi la fica a vicenda con la mano, leccandosi le tette. Stella fu colpita dalla bellezza dei piedi di Delia e volle chinarsi a baciarli, poi a leccarli. Cambiando posizione, si abbracciarono e fecero combaciare le due fiche, muovendo il bacino per scopare come solo le lesbiche sanno fare. Mentre chiavavano, si slinguazzavano. Cosimo puntò il cazzo tra i loro visi, che le due leccavano e succhiavano a vicenda e contemporaneamente fottevano tra di loro.
Nella casa, si udiva un continuo “ah, ah, ah, sì, sì…ah..ahhhhh” di due voci maschili, due femminili e una effeminata.
Giacomo stava godendo tantissimo a inculare Vittorio. Tuttavia, a un certo punto si fermò, come se si fosse ricordato che mancava qualcosa. Vittorio si lamentò, con la sua voce effeminata, perché avrebbe voluto ancora prenderlo in culo. Giacomo non disse nulla e lo prese per mano. I due si allontanarono e sparirono nelle altre stanze.
“Dove sono andati?” domandò Cosimo mentre veniva spompinato da Stella e Delia che continuavano a lesbicare tra loro. Cosimo era zuppo di sudore. Anche lui aveva già sborrato due volte quella mattina. Ritornarono dopo un quarto d’ora. Vittorio indossava vestitino corto verde, dal quale si vedeva il perizoma nero, una parrucca bionda, era perfettamente sbarbato e le cosce depilate erano bellissime sui tacchi della sorella. E aveva un po’ di trucco sugli occhi e rossetto rosso sulle labbra.
“Vi presento Vittoria, anzi Vittroia” disse ridendo e cingendo il travestito da dietro, facendogli sentire il cazzo “che ne dici Cosimo? Gliela vuoi dare una botta alla tua cognatina?”
Mai a Cosimo era sfiorata un’idea del genere, eppure, vedendo Vittorio in quegli abiti femminili, si eccitò. “Venite, ragazze” invitò Cosimo. Lui e Giacomo restarono in piedi. Stella, Delia e Vittorio si misero in ginocchio a succhiare i due cazzi, facendo a turno. Cosimo ci provò veramente gusto a ficcare il cazzo nella bocca del cognato. Giacomo si mise dietro Vittorio e ricominciò a incularlo. Poi si fermò “Vieni, Cosimo, incula tuo cognato”. Cosimo si avvicinò e infilò il cazzo nel culo di Vittorio, guardando negli occhi la sua fidanzata, che lungi dall’essere indignata, si eccitò, mentre Stella le leccava la fica.
Giacomo lo mise in bocca a Vittorio, che glielo succhiava facendo a turno con la sorella.
“Vorrei veder chiavare anche voi due” disse Giacomo.
“No, che schifo” disse Vittorio “non mi piacciono le donne e poi è mia sorella”.
Ma Delia aveva perso la testa e prese in bocca il cazzo di Vittorio. “Ma che fai?”
“Nemmeno io sono lesbica, però sto godendo con Stella” osservò Delia, eccitata.
In fondo, Vittorio non sentì alcun fastidio, perché il cognato lo stava inculando e ne godeva tantissimo. “Oh sì, sto sborrando” disse Cosimo.
Le ragazze si avvicinarono inginocchiate e con la bocca aperta. Lui tirò fuori il cazzo dal culo del cognato e sborrò facendo schizzare tutto in aria e sul pavimento. Le ragazze andarono a leccarlo prima sulla sua cappella e poi sul pavimento. Cosimo si asciugò qualche goccia di sperma nel culo del cognato. Delia e Stella andarono a leccare anche quelle e i loro visi gocciolavano di sborra fino al mento. Cosimo era confuso. Non capiva cosa stesse succedendo, come mai si trovasse in quella situazione. Gli girava la testa. Sedette sul divano con il capo tra le mani.
Giacomo chiavò Stella nella fica, baciando in bocca, a turno, Delia e Vittorio. “Oh sì” fece Stella “sì, dai, ancora”.
“Hai visto che ti piace, puttana?”
“Sì” confermò Stella.
“Guarda, Cosimo. Sto scopando sia la tua sorellina che la tua fidanzata. Come ci si sente a essere cornuti?”
Cosimo alzò lentamente la testa “E come ci si sente a scopare donne che non ti amano?”
Giacomo ridacchiò maligno “Oh, è bellissimo! Ci si sente liberi e soddisfatti”.
“Stronzate. Ci si sente soli, vuoti, tristi, inutili e arrabbiati” replicò debolmente Cosimo.
“Quello sei tu, ma non siamo tutti uguali. Io sto godendo come un matto” e chiavò ancora di più Stella, finché non le sborrò dentro.
“Così non potrete sapere se l’ho messa incinta io oppure tu” e rise cattivo.
Stella non protestava, le era piaciuta la sensazione di avere di nuovo la sborra nella fica. Delia e Vittorio gli leccarono il cazzo, pulendogli la sborra. Delia infilò la lingua nella fica della cognata per raccogliere la sborra di Giacomo. Lo guardò negli occhi e lo baciò in bocca.
“Ti amo, Giacomo. Io voglio te” disse Delia, stringendosi a lui. Cosimo restò pietrificato.
Vittorio e Stella, che ora erano seduti sul pavimento, rimasero a guardare stupefatti.
Giacomo abbracciava e stringeva Delia a sé, sorridendo compiaciuto dalle espressioni inebetite degli astanti.
«Voglio avere anchio una storia cosi come mi piace succhiare cazzi e prenderlo in culo mmm»
«Grazie, Giò! Arriva il capitolo ottavo tra un po' anche qui!»
«Sempre piu eccitante srmpre piu intrigante con la giusta perversione. Giò continua»