Delia non riusciva a crederci. Cosa era preso a Cosimo? Perché si comportava in quel modo? Prima le aveva chiesto di fare cose assurde che non avevano mai fatto prima. Poi si era messo a piangere e si era chiuso in sé. Non aveva voluto parlare, inizialmente. Finché, con gli occhi rossi e lacrimanti, le aveva detto tutto. Sì, l’aveva scoperta. Sì, aveva spiato i messaggi nel suo cellulare. Sì, gli dispiaceva aver violato la sua privacy. Era passato da vittima a colpevole. Le aveva detto che se lei desiderava, poteva andare con altri uomini, ma doveva stare attenta a Giacomo: non era un uomo come altri. Avrebbe potuto farle del male. Ed infatti, quella mattina stessa, Cosimo aveva ricevuto una telefonata dal padre di Giacomo: gli aveva detto di aver trovato Margherita sul divano, sotto shock, come morta, che non riusciva a parlare. Gli aveva domandato se sapesse dov’era Giacomo.


Cosimo gli aveva risposto che non lo sapeva, ormai era da tempo che non erano più amici come prima. Delia aveva capito tutto. Era forse colei che conosceva più di chiunque altro Giacomo, o almeno il suo lato oscuro, che era venuto fuori negli ultimi anni. Ma Giacomo non era sempre stato così, o forse non aveva mai rivelato quella sua oscurità. Era stata lei a risvegliarlo. Era stata lei a sedurlo, era vero, anni prima, ma era stato solo un momento di debolezza. Giacomo però, da allora, aveva l’ossessione per Delia, era diventato feroce. Fino ad allora, era stato soltanto un ragazzino timido e impacciato che si faceva tante seghe davanti al computer.


Delia, però, aveva avuto paura di dire a Cosimo ciò che sospettava. Aveva preferito rivolgersi a suo fratello minore Vittorio, pur con la consapevolezza che lui l’avrebbe redarguita e giudicata, ma nonostante ciò l’avrebbe aiutata. Avevano un rapporto bellissimo: c’erano sempre l’uno per l’altra. Lei era stata la prima a comprendere che suo fratello era gay. Era sempre la prima a capire tutto prima degli altri, in effetti.


Vide suo fratello che arrivava sulla sua Vespa. Lo stava aspettando fuori casa, davanti al portone del palazzo.


Vittorio arrivò velocemente accanto a lei e frenò a poca distanza da dove si trovava sua sorella. In fretta, si tolse il casco. “Allora, che è successo?” domandò spegnendo la moto.


“Saliamo su, ci prendiamo un caffè…”


Salirono le scale ed entrarono nel loro appartamento.


“Cosimo è uscito?” domandò Vittorio.


“È proprio di lui che ti voglio parlare. E non solo…”


Vittorio la guardò con i suoi occhi intelligenti e curiosi. Delia preparò la moka e nel frattempo che saliva il caffè, sedette al tavolo con suo fratello.


“Ho scopato con Giacomo” confessò Delia, abbassando la testa.


Vittorio strabuzzò gli occhi, ebbe i brividi “Cosa? Mi prendi in giro? Com’è possibile? Con quel pazzo?”


“Non è nemmeno la prima volta”.


Vittorio tacque, non capiva come potesse essere possibile “ma ti ha costretto?”


“No, non ha mai avuto bisogno di costringermi. E voglio confessarti anche una cosa: anni fa mi mise incinta e dovetti abortire”. Lo disse tutto d’un fiato, in modo tale che non perdesse il coraggio per dirglielo.


“Tu sei più pazza di lui” disse Vittorio, che stava per alzarsi e andarsene.


“Aspetta, Vittorio…” Delia lo trattenne prendendolo per mano “ti, prego…ho troppe cose da dirti. Hai ragione, forse sono più pazza di lui, ma…non so, perdo il controllo con lui, esercita uno strano potere sulla mia mente…”.


Vittorio tacque e scosse la testa, non sapeva più cosa dire, avrebbe voluto insultare sua sorella con i peggiori epiteti, ma sapeva che lei aveva bisogno di lui.


“E Cosimo mi ha scoperta…”


“E adesso dov’è?”


“Aspetta…stamattina ha fatto una cosa strana. Ha voluto fare delle cose un po’…come dire…strane…a livello sessuale intendo. Mi ha fatto paura più di Giacomo, perché non lo avevo mai visto in quel modo. Dopo che abbiamo finito, si è messo a piangere e mi ha confessato tutto, cioè che sapeva di me e Giacomo. Ma non è finita qui. Stamattina ci ha chiamati il padre di Giacomo. Dice che ha trovato sua moglie sul divano sotto shock, svenuta, con le lacrime agli occhi e la casa tutta sporca di urina e di sperma. Credo che quel pazzo di Giacomo l’abbia stuprata”.


Vittorio sgranò gli occhi ancora di più, terrificato.


“Quel ragazzo è il demonio in persona” disse Vittorio “E allora si può sapere invece Cosimo dov’è? Con un pazzo un giro ti lascia da sola? O è successo qualcosa anche a lui?”


“No, è con sua sorella. Non so se abbia il mio stesso sospetto su Giacomo, ma credo di sì. Sai, troppe cose insieme lo hanno sconvolto. Io gli ho detto che mi sarei vista con te. Poverino, non ha voglia di vedermi forse…ah, il caffè è pronto”.


Cosimo infatti, poco prima si era fatto una doccia e si era vestito. Sul volto aveva un’espressione spenta, triste, stanca e affranta. Barcollava e tremava. “Dove te ne vai adesso?” aveva domandato Delia “vado da Stella. Ho bisogno di parlare con lei”. Delia non aveva aggiunto nulla né le sembrava di essere nella posizione adatta per opporsi. Lo aveva lasciato andare. Sapeva che Stella, per Cosimo, non era soltanto una sorella: era anche la sua migliore amica e confidente. Cosimo aveva preso la motocicletta e si era avviato per le strade del paese. Si fermò in un largo parcheggio. Da un’auto scese una ragazza bellissima, di qualche anno in meno di Cosimo: aveva i capelli neri lunghi e mossi, gli occhi castani, labbra carnose. Indossava un giubbotto di pelle, con sotto una maglietta zebrata con una scollatura che mostrava due bellissime tette sode. Le unghie delle mani dipinte di nero. Dei leggins neri e scarpe con i tacchi che risaltavano la forma del culo e delle cosce. Si avvicinarono e si baciarono sulle guance.


“Allora, si può sapere cos’è successo?”


Cosimo scosse la testa e scoppiò di nuovo a piangere. Stella lo strinse a sé, sul proprio petto.


“Vuoi venire un po’ a casa mia?” domandò Stella.


Cosimo annuì, come un bambino da consolare dopo che ha pianto.


“Seguimi con la moto”.


Stella aveva già qualche sospetto. Sicuramente c’entrava Delia. A lei non era mai piaciuta quella donna.


Giunti a casa di Stella, anche loro presero il caffè. Stella gli offrì anche qualche dolcetto. Cosimo, singhiozzando e piangendo, le raccontò tutto: prima la questione del tradimento, poi il terrore che stava seminando Giacomo in quel periodo. Stella ascoltava fissandolo con i suoi occhi grandi, senza muovere nemmeno una palpebra, ma con lo stupore e la paura che le si leggevano negli occhi, nonostante l’espressione apparentemente fredda.


“E adesso Delia dov’è?” domandò Stella “è a casa mia”.


“E la lasci da sola a casa tua con quel pazzo in giro?”


“Di solito a quest’ora viene a trovarci suo fratello Vittorio. E poi, se lei ci ha scopato tranquillamente…anche se, in effetti, avevo paura che lui la ricattasse, ma credo non sia così…credo che le piaccia, nonostante tutto”.


Vedendo l’espressione triste negli occhi di Cosimo e che era di nuovo sull’orlo del pianto, sua sorella Stella lo abbracciò e lo strinse a sé.


“Vieni qui, tesoro mio” disse lei stringendolo forte a sé. Lui le baciò la fronte e le guance, abbracciandola forte, le osservò le bellissime tette, il suo magnifico corpo e il suo culo sodo e perfetto. Si accorse che il cazzo gli si era indurito.


Alzò la testa e la guardò negli occhi. Entrambi si fissarono. Cosimo si avvicinò al volto della sorella e le baciò le labbra. Stella ricambiò il bacio, tirando fuori la lingua e succhiando quella del fratello. Si morsero le labbra e se le succhiarono. Cosimo accarezzò la schiena di Stella e fece scivolare le mani fino al fondoschiena, finché entrarono nei prima nei leggins e poi nel perizoma, toccandole il suo culo morbido, con il dito medio che le finiva tra l’ano e la fica. Lei gli infilò la mano nei pantaloni e nelle mutande afferrandogli il cazzo in mano. Cosimo cominciò a masturbarla. Stella gli sbottonò la cintura e il bottone dei pantaloni e gli tirò fuori il cazzo facendogli una bella sega. Si abbassò con la testa sulle gambe del fratello e glielo prese in bocca. I capelli lunghi coprivano il suo volto e il cazzo di Cosimo. Egli sentiva la bocca calda di sua sorella sul proprio cazzo. Stella si fermò un attimo e si tolse la maglia, mostrando il suo reggiseno bianco sul suo fisico scultoreo. Anche Cosimo si tolse la maglia, ma non si limitò a questo. Si tolse tutto. Anche i pantaloni e le mutande. Guardò negli occhi sua sorella e la baciò sulla bocca, con la lingua. Nel frattempo, spogliò anche la sorella, abbassandole i pantaloni che non poté toglierle perché aveva ancora le scarpe, che quindi le sfilò. I piedi erano bellissimi, lunghi, affusolati, perfetti. Cosimo glieli baciò e glieli leccò, glieli annusò, mentre il cazzo gli diventava sempre più duro. Stella si girò e si posizionò a novanta gradi, mostrando il suo bellissimo sedere in cui era intrappolato il suo perizoma nero. Cosimo le baciò il culo, spostando il filo del perizoma, e infilandole la lingua nell'ano. Le tirò giù il perizoma e fece girare la sorella, per leccarle la sua bellissima fica pelosa. Gliela baciò, gliela leccò, le succhiò il clitoride, facendo mille giochetti con la lingua. Ora erano entrambi troppo eccitati. Non resistettero più. Cosimo si afferrò il cazzo in mano e lo infilò nella fica di sua sorella, penetrandola.


Si udivano soltanto i loro gemiti di goduria. “Ah, sì, sì, ah, ah, sì”.


Cosimo la scopava e la baciava. “Mi mancava fare sesso con te, lo sai, amore mio?”


“Anche a me” rispose Stella “era troppo tempo che non lo facevamo”.


Cosimo la riempì di baci, non solo sulla bocca, ma anche sul viso e sul collo.


“Ti amo” le disse “ti amo, sorellina”.


“Anche io, tesoro” disse Stella abbracciandolo forte e muovendo il corpo per farsi penetrare meglio.


Mentre la scopava, Cosimo si ricordò di quando erano piccoli e si toccavano le parti intime spinti dalla curiosità tipica dei bambini, fino a quando, più grandicelli, avevano sperimentato il sesso anale e il sesso orale. Ma era stato quando lei aveva compiuto sedici anni e lui diciassette, che avevano avuto un vero rapporto sessuale e per entrambi era stata la prima esperienza. Da allora si erano affezionati di più l’uno all’altra, creando un rapporto speciale. Non erano gelosi se stabilivano relazioni con altre persone, perché consapevoli di dover dare almeno un’impressione di normalità, ma erano molto protettivi l’uno con l’altra. Il loro era un rapporto sia di fratellanza, sia di amicizia sia di amore.


Stella si era sposata e poi aveva divorziato, perché suo marito era convinto che lei lo tradisse e sospettava che il suo amante fosse proprio Cosimo (come sospettavano tutti in paese, ma fingevano di non sapere). In realtà, Stella scopava con tanti uomini, compreso suo fratello, il quale però, era l’unico che lei amava davvero. Cosimo aveva avuto un rapporto travagliato con Delia, fin da quando aveva venticinque anni. Soltanto adesso avevano trovato tregua. Tuttavia, aveva continuato a fare sesso con Stella. Quando Giacomo erano il suo migliore amico,, quest’ultimo aveva intuito cosa c’era davvero tra Cosimo e Stella. E così aveva promesso di mantenere il segreto, allo stesso modo in cui Cosimo aveva promesso di mantenere i segreti di Giacomo, ossessionato da ogni tipo di perversione possibile. Ora che Giacomo era impazzito, avrebbe davvero mantenuto la promessa?


Mentre chiavava sua sorella, aveva queste preoccupazioni, ma per fortuna il suo cazzo era sempre duro e dritto.


“Sborrami dentro, Cosimo” disse a un tratto Stella con tono supplichevole.


Cosimo non rispose e continuò a chiavarla.


“Ti prego” insistesse sua sorella “davvero, mettimi incinta…non lo diremo a nessuno che il bambino è tuo”.


Cosimo si fermò un attimo e la guardò negli occhi, con sguardo stupito. Ma ci volle poco per convincersi. La chiavò ancora e le sborrò dentro la fica.


Si sentì benissimo, rilassato. Lei si chinò su di lui e gli pulì la sborra con la lingua, leccandogli il cazzo. Si baciarono sulla bocca.


“Ora cosa dirai, se rimarrai incinta?” domandò Cosimo “a chi attribuirai la paternità?”


“Che con tutti gli uomini che mi hanno chiavata, non ho modo di saperlo né mi interessa” rispose Stella “l’importante è che noi sappiamo che il bambino è tuo”.


“Ti amo, lo sai?” disse Cosimo e si baciarono di nuovo sulla bocca, con la lingua. Dormirono un po’ insieme, ancora nudi nel letto, e quando si svegliarono, si fecero la doccia insieme. Si vestirono.


“Andiamo un po’ a casa mia” propose Cosimo “ci sono Delia e Vittorio, pranziamo insieme, però lascia qui la macchina, andiamo con la mia moto, tesoro”.


Scesero giù al palazzo, e salirono sulla moto di Cosimo. Stella sedette dietro. Lei aveva le guance rosate come una bambina ed entrambi erano felici e sorridevano.


Ma il loro sorriso si spense, quando si videro di fronte un uomo dallo sguardo cupo e un ghigno cattivo.


“Giacomo!” esclamò Cosimo con un filo di voce.


“Ciao, Cosimo. Ciao, Stella”.

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