Lei in fondo non gli aveva mai fatto tirare il cazzo. 


Anzi l’aveva trovata sempre bruttina. Piccolina, minuta, di base due elementi che gli piacevano anche ma… no, lei proprio no.


Però… Però quel giorno si era presentata in ufficio con una gonnellina scozzese e degli stivaletti a tacco basso. Il tutto unito a una camicietta bianca che la facevano sembrare più un costume da scolaretta che non una donna over quaranta.


Eh niente… quel giorno vederla così gli faceva proprio tirare il cazzo. Cercava di non farsi beccare a guardarla ma…erano soli in stanza e lui la vedeva accavallare e scavallare le gambe. 


No, non poteva tirare sera così. Doveva darsi una calmata per non farsi sgamare.


Decise di andare in bagno per allentare la tensione. Neanche il tempo di entrare e di calarsi i calzoni che subito sentì bussare.


“e che cazzo, oggi ce l’hanno con me allora” pensò. “occupato” risposte sgarbato.


“cretino apri” era lei che, sottovoce, cercava di non farsi sentire dagli altri.


Lui lo rimise nei boxer e aprì. Visibilmente stupito e un po’ imbarazzato. L’aveva sempre vista come una tipa quasi asessuata, remissiva. Cosa voleva ora.


“se devo averti in stanza tutto il giorno con quel rigonfiamento nei pantaloni, almeno voglio la mia parte di merito”. Lui non sapeva che pensare ma almeno ora gli stava tornando un po’ di coraggio e intraprendenza. Slacciò i calzoni ed estrasse il cazzo, ancora visibilmente duro e gonfio.


Lei lo guardò con soddisfazione “apperò…meglio di quanto pensassi”. Inizialmente non dovette neanche inginocchiarsi, tanto era piccola ma prima si chinò in avanti e poi si piegò sulle ginocchia. Lo prese avidamente in quella piccola bocca e iniziò a mostrare doti da impensabile pompinara.


Lui le prese la testa e glielo spinse in fondo alla bocca… poi in gola. Lei non fece una piega. Era galvanizzato ed eccitatissimo. Non voleva certo però venire così. Voleva il pacchetto completo. Le tirò i capelli per far sì che se lo estrasse di bocca, cosa non facile perchè lei cercò di rimanere attaccata a succhiarlo.


“ti conviene toglierti i collant, se non vuoi che te li strappi”. Lei ubbidì. Ora piegati in avanti e appoggiati al lavandino. Ubbidì di nuovo. Lui piegò le gambe e guidò la sua cappella verso la figa di lei. Manco a dirlo, fradicia. Scivolò dentro fino alle palle, risucchiato da quella figa sorprendentemente profonda e accogliente.Iniziò a pomparla con forza. Lei, in risposta, si mordeva il pugno per non gridare.


Non ce la faceva più… “dove vuoi che ti sborri?” “vienimi in faccia” risposte lei con il fiatone e visibilmente sudata” e subito si girò inginocchiandosi devota, davanti al cazzo, con la bocca aperta e il naso all’insù. Quello era troppo anche per lui: subito le schizzo in bocca e in faccia, cercando di evitarle i capelli. Lei raccolse tutto con le dite e la ingoiò fino all’ultima goccia. Seguì un minuto di silenzio. Si sentiva solo il loro fiatone. “dovremmo farlo più spesso, disse lei” e uscì dal bagno.