CAPITOLO 23 - Incredibile Pompino Al Meccanico


E arriviamo così quasi ai giorni nostri, in estate, una caldissima e afosissima estate in cui mi sono data da fare con lena e volontà, scopando tantissimo. Ma un episodio mi è rimasto impresso e voglio raccontare. Si tratta di un pompino clamoroso, incredibile sparato al mio meccanico di fiducia.


Andammo, io e il mio compagno, dal meccanico per un controllo alla mia auto. È un uomo sui 60 anni, alto, completamente calvo e, come si diceva in giro e come avrei scoperto in seguito, con un cazzo degno di un cavallo.


Al ritorno litigai col mio compagno, ingelosito perchè, a suo dire, il meccanico non mi aveva staccato gli occhi di dosso per tutto il tempo. Ovviamente, nonostante me ne fossi resa conto anche io, negavo e così finimmo col litigare. Lo accompagnai a casa stizzita e per un paio di giorni non lo chiamai, nè lo cercai, però la cosa mi lusingava tantissimo, perchè il mio essere troia mi fa eccitare appena noto che richiamo l'attenzione sessuale di un maschione.


Fu così che decisi di tornarci nel tardo pomeriggio del giorno dopo, ma questa volta da sola, senza avere il mio compagno attorno, per poter sfogare tutta la mia porcaggine e poter fare al meccanico un bel pompino con ingoio. Si, confesso che uscii di casa proprio con l'intento di succhiargli il cazzo e ingoiare la sua sborra.... Le voci che lo descrivevano come dotato di un cazzo esagerato, mi eccitavano da morire e lo volevo prendere in bocca. Non volevo il suo cazzo gigante in fica o in culo, in quel primo approccio, lo volevo esclusivamente nella bocca.


Così, mi vestii con maglietta a rete senza maniche, jeans, stivali e brasiliana, senza reggiseno. Arrivata in officina, subito il marpione mi si avvicinò. Gli chiesi di dare di nuovo un'occhiata alla mia auto e lui cominciò a trafficare nel cofano; mi rendevo conto che aveva intuito le mie porche intenzioni perché di tanto in tanto alzava lo sguardo e mi osservava mentre io mi aggiravo per l'officina dando un'occhiata ad un calendario, immancabile, di donnine seminude e troie. Ridendo gli dissi maliziosamente: 


"E’ incredibile, in ogni officina c'è un calendario come questo"! 


Lui si fermò, e mentre si puliva le mani con una pezza sporca, mi si avvicinò e mi chiese: 


"Quale di queste ragazze le piace di più"? 


Prontamente, con voce un pò roca e sensuale, risposi: 


"Beh, direi nessuna, visto che amo i maschi, ma se proprio dovessi scegliere, direi questa qua" ed indicai una mora dai capelli lunghi come i miei e con due labbra (visibilmente rifatte) da pompinara.


"E cosa la attira di lei"? mi chiese. 


Risposi: 


"Le labbra". 


Il porco, decisamente eccitato da questi discorsi, cominciò a toccarsi senza ritegno, accarezzandosi la patta gonfia da far paura. Infatti potei intuire dal rigonfiamento che o si metteva dell'ovatta oppure doveva essere dotato di un cazzo pauroso. Optai per la seconda scelta, la mia era più una speranza che una scelta.


Lasciò cadere ogni remora e mi chiese: 


"Le andrebbe di vederci un pò in privato e divertirci"? 


Prontamente risposi: 


"Si, perchè no"? 


Mi disse che alle 19 circa chiudevano l'officina e mi diede appuntamento per le 20 dicendomi che ci saremmo visti in via ......., dove avrei lasciato la mia auto e saremmo andati con la sua. Incrociammo lo sguardo e senza vergogna o esitazioni accettai ed andai via, visto che la mia auto non aveva praticamente nulla, ma era servita solo come scusa per agganciarlo.


Girovagai per un'oretta abbondante impaziente di fare quel pompino e finalmente, qualche minuto prima dell'ora prefissata, mi recai all'appuntamento, spensi il motore e restai in attesa. I minuti cominciarono a trascorre lenti ed interminabili; ero ecitatissima da quello che mi aspettava.


Era una strada piuttosto isolata e buia, non c'era nessuno in giro e temevo di fare pure qualche incontro spiacevole. Più di una volta pensai di andare via anche perchè lui tardava per cui cominciai a pensare che, chissà, forse mi aveva semplicemente presa in giro o semplicemente avesse avuto un contrattempo. 


Improvvisamente vidi i fari di un'auto che si avvicinava e, col cuore che mi batteva all'impazzata, sperai ardentemente che fosse lui. La macchina si fermò accanto alla mia e vidi che si trattava proprio di lui. Mi fece segno di raggiungerlo e così, presi la mia borsa, chiusi la macchina e salii nella sua.


Era un grande porco, ed infatti non girò attorno alle sue intenzioni. Mi disse che dal giorno prima che ero andata in officina col mio compagno, mi aveva adocchiata e si era eccitato tanto pensandomi col suo attrezzo in bocca. Mi disse di avere la moglie, ma che io lo eccitavo troppo, che desiderava un pompino da me. Pensai che mi avesse letto nel pensiero, perchè era anche il mio laido desiderio!


Mi salì il sangue in testa, fui colta da un'eccitazione incredibile e cominciai a bagnarmi come una fontana; presi ad accarezzarmi la fica in fiamme mentre lo guardavo. Durante il tragitto, disse che voleva devastarmi la bocca, voleva scoparmi in gola, voleva spararmi tanta sborra nello stomaco da farmi star male per i prossimi giorni. Divenni impaziente, desideravo ciucciare il suo cazzo più di ogni altra cosa al mondo rendendomi conto di avere sete e sentendomi golosa di sborra calda da ingoiare. 


“Sai, ho capito che sei troia e che ami il cazzo in gola” puntualizzò subito lui. 


In pochi minuti, mi portò ad un'officina sempre di sua proprietà dove facevano le revisioni alle auto e qui ci accomodammo in un ufficio. Ero veramente affamata, impaziente di prenderglielo in bocca, soprattutto dopo la sua promessa di regalarmi tanto sperma da ingoiare e mandare giù.


Mi disse che amava ricevere le pompe stando completamente nudo, mentre preferiva che io rimanessi vestita. Trovai bizzarra questa sua scelta, ma non mi interessava, volevo il suo cazzo in bocca.


Mi fece inginocchiare, mentre lui prese a denudarsi, prima si calò i calzoni, poi si tolse giubbotto, camicia e maglia, infine si calò gli slip rimanendo completamente nudo e piazzandosi davanti a me, in piedi con il cazzo a pochi centimetri dal mio viso, e quello che vidi fu shoccante. Un cazzo enorme, dritto, duro, ad occhio non saprei dire di quanti centimetri, ma per rendere l'idea, credo una rivista arrotolata.... La cappella, mamma mia, la cappella era uno spettacolo. Lucida, turgida, strabordante dall'asta, grossa con una gocciolina di liquido seminale che fuoriusciva dall'uretra, colando sull'asta nodulosa e dura.


Da pompinara di classe e di esperienza, mi fiondai senza esitazioni sul cazzo e cominciai a fargli un pompino indecoroso. Mi teneva la testa assecondando il ritmo, mentre pompavo il cazzo, mentre gli accarezzavo i coglioni, palpavo la cappella con le labbra, la lingua che la pennellava tutta a solleticarla. Ero impazzita dal piacere, mi lavoravo quella cappella con passione, eccitatissima, mentre lui mugolava dall'intenso piacere che gli stavo regalando con quell'estremo assolo di lingua. Poi, partendo dalla punta, scendevo con la bocca, ingoiando l'intero incredibile cazzo, facendomi arrivare la cappella fino in gola, all'inizio ad un ritmo tranquillo, poi sempre più veloce. Avanti e indietro, avanti e indietro in un pompino incredibile, da manuale, senza mani, impegnate ad accarezzargli il torace ed i coglioni, una pompa che stava letteralmente facendo impazzire l'uomo. Infatti, mentre lo spompinavo, potevo avvertire la sua cappella vibrare sotto i colpi della lingua, mentre ad occhi chiusi, strillava e godeva come un animale.


A tratti mi spingeva tutto l’enorme cazzo fino in gola in un classico soffocone da antologia, mentre fiotti di saliva schizzavano fuori dai lati della mia bocca. Era la prima volta che riuscivo ad ingoiare interamente un cazzo di quelle dimensioni, ho avuto esperienze soprattutto con neri dotatissimi senza riuscirci, ma la situazione e le dimensioni del suo uccello, mi avevano eccitata così tanto che sembravo impazzita dal piacere nel pompargli il grosso cazzo, nonostante violenti conati di vomito mi assalissero di tanto in tanto. Intanto mi tirò fuori le tette e prese a palparne una, cosa che mi eccitò ancora di più. Cominciai a masturbarmi con due dita piantate in fica.


Andammo avanti così per circa un quarto d’ora. Lo guardavo godere, quando, improvvisamente, tenendomi con la testa ferma sul cazzo, mi riversò in bocca con violenza un fiume di sborra densa, calda e saporita, dolce. 


“Ingoia troia, ingoia tutto, impazzisco a svuotarmi nella tua bocca, porca”, disse, mentre si liberava le palle nella mia bocca devastata da quella immensa poltiglia che, automaticamente, finiva nel mio stomaco. La sborra zampillava densa dalla cappella e mi riempiva la bocca, con la lingua impiastricciata, ingordamente ingoiavo quella marea calda di succo di palle, dal sapore acidulo.


Gli feci insomma un pompino da favola ed ingoiai una incredibile quantità di sperma e, sazia di cazzo e di sborra, mi alzai. Lui si rivestì e mi riaccompagnò alla mia auto, senza dire una parola.


Fu meraviglioso, avevo goduto tantissimo a succhiargli il grosso cazzo e lui, a giudicare dall'enorme quantità di sborra che aveva schizzato, aveva gradito molto il mio lavoretto.


... continua... 

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Categorie: Confessioni Tradimenti