Capitolo 2. 


Sara Kiss


Martedì. Mi vesto il meno provocante possibile e mi presento all’indirizzo concordato. Non c’è fila o gente davanti a me, appena arrivo mi fanno entrare e accomodare in una stanzetta laterale con una mobilia ridotta al minimo: un’ampia scrivania con un computer ed un paio di foto che non riesco a vedere, un unico quadro di una donna vestita solamente di un velo leggero ed un divano bianco in pelle.
Mi tremano le gambe e non è l’aria condizionata, è un misto di paura, aspettativa ed una vaga eccitazione. Come quando vai su una giostra particolarmente pericolosa al Luna Park.


Pochi minuti dopo arriva Roberto. 
“Cristina! Eccoti finalmente! Allora, che vogliamo fare? Lo facciamo questo provino? Ci saranno telecamere e tutto ovviamente” La sua espressione è sempre gioviale, allegra. Mi aiuta a rilassarmi.


“Visto che sono qui...facciamolo!” cerco di essere più naturale possibile e di non far trasparire il nervosismo. Sembra così una brava persona che mi darebbe fastidio pensare di deluderlo.


Lo seguo e mi accompagna in una stanza più grande, con un riflettore sul lato sinistro che punta dritto verso un divano di pelle nero, molto elegante, dove mi invita a sedere. Di fronte a me c’è una telecamera piuttosto piccola (chissà perché ma mi immaginavo si utilizzassero ancora quei cassoni da montare in spalla) appoggiata su un treppiedi. Roberto si sistema su una sedia dietro la telecamera, la accende, ne sistema la posizione e immagino la messa a fuoco e mi rivolge uno sguardo rasserenante prima di schiarirsi la voce e cominciare il provino.


“Nome”
 “Cristina”
“Età”
”21 anni”
“Esperienze nel campo cinematografico?”
 “Nessuna”
“Esperienze nell’ambito dell’alta moda”
 “Nessuna. Senti Roberto io…”
 “Non ti preoccupare. Nessuno ti sta giudicando. Per quanto mi riguarda sei già assunta, ma starà a te decidere se fare o no il grande passo. Fai un respiro profondo e cerca di rilassarti”
 “Ok...”


Già assunta. Mi strappa un sorriso. Fa un certo effetto sentirselo dire.


Quel botta e risposta dura ancora qualche minuto e dopo l’impaccio iniziale mi sento più tranquilla, più rilassata. Roberto mi chiede delle mie esperienze lavorative, della mia vita passata, della mia città natale ed altre piccolezze che trasformano il provino in un’amabile conversazione con un amico. Dopodichè lo vedo armeggiare con la telecamera, probabilmente per metterla in pausa e tornare a rivolgersi a me.


“Allora Cristina, come ti ho già detto sono un regista di film porno e desidero che tu sia una mia attrice. Quindi ora ti farò alcune domande sulle tue preferenze sessuali e ti prego di rispondermi con sincerità e in tutta tranquillità. Qui nessuno ti giudica, anzi, in questo campo del cinema più sei sincera con te stessa più il tuo lavoro ti piacerà e ti farà sentire appagata. Ovviamente nulla di ciò che dirai verrà utilizzata contro di te” Mi fa l’occhiolino e, dopo un mio titubante cenno di assenso, rimette in REC la camera.


“Hai qualche malattia che potresti rischiare di trasmettere svolgendo il tuo lavoro?”
 “No, non ne ho”. All’arrivo, in realtà, avevo già consegnato la certificazione medica che attestava il mio perfetto stato di salute, ma immagino lo abbia chiesto per avere una conferma video registrata.
“Avresti problemi a fare sesso con un uomo senza preservativo? Naturalmente con tutti i controlli del caso: la salute e l’igiene prima di tutto.”
 “Bè…no. Non credo” rispondo divertita. Mi sembra tutto così assurdo, lo prendo quasi come un gioco e mi rilasso.
“Provi fastidio all’idea che uno o più uomini ti vengano addosso?”
“No, direi di no”. In passato non ho mai disdegnato il contatto con la sborra. Farmi venire in faccia o sul petto era oramai diventata routine durante la relazione con il mio, oramai, ex fidanzato.
“Saresti disposta ad ingoiare lo sperma di un uomo?”
La mente vorrebbe tornare a vivere tutti i bei ricordi dei pompini con ingoio che facevo al mio ex o a quella volta a scuola durante la ricreazione con quel compagno di banco che mi piaceva particolarmente, invece è costretta a rivivere il giorno dell’abuso subito, di quel sapore violento eppure piacevole nonostante la situazione. Se mi è piaciuto anche dopo quel quasi-stupro…
”Sì, lo farei”
“Saresti disposta a farti venire dentro da un nostro pornoattore? Con i dovuti accorgimenti per evitare la gravidanza, naturalmente” Ricordo perfettamente cosa si provi nel farsi venire dentro. Quella sensazione di calore mista all’eccitazione passionale di raccogliere l’orgasmo del tuo uomo. Quegli odori. Dio quanto tempo è passato dall’ultima volta.
“Sì, lo sarei”
Le domande continuano incessantemente e rimango stupita nel constatare quanto mi abbiano eccitato. Tutto quel parlare di sesso, scopate, sborrate, mi scalda il ventre e mi inturgidisce i capezzoli, rendendomi più audace.


“Saresti disposta a fare anche sesso anale?”
Domanda critica, sapevo sarebbe arrivata. Ripenso alle mie esperienze passate: quella volta che abbiamo deciso di provare. Ero col mio primo ragazzo ed eravamo entrambi alle prime armi. Comprammo un gel lubrificante in un sexy shop tra mille risatine ed imbarazzi ed una peretta per ripulirmi. Guardai svariati video su youtube per capire come fare ed una volta sicura di avere tutto sotto controllo lo facemmo sul letto della sua casa al mare. Ricordo l’impaccio iniziale, la strana sensazione delle sue dita dentro il mio culetto, il freddo del gel lubrificante, l’attesa snervante che riuscisse finalmente a far entrare la cappella, il dolore come se mi stesse strappando la pelle a morsi, un dolore sempre più caldo, bollente, la soddisfazione di sentirlo centimetro per centimetro sempre più a fondo dentro di me, l’assuefazione a quel dolore, il sordo piacere derivante dalla mia frenetica masturbazione, le sue contrazioni dopo poche leggere spinte, il suo seme caldo dove non era mai stato.
 “Sì, sarei disposta”


“Saresti disposta a fare sesso con 2 o più uomini contemporaneamente? Il che include anche la doppia penetrazione e simili”
“Sì sono disposta” Cazzo, mi sento una troia. Forse sto esagerando. I ricordi della mia prima inculata mi hanno trasportato in un limbo di eccitazione e aspettativa, sento chiaramente le mutandine cominciare a bagnarsi, il respiro diventare a poco a poco più pesante


“Saresti disposta a girare scene lesbo? Con un’altra donna intendo”
I ricordi anche questa volta corrono all’indietro: era estate ed ero in montagna con un gruppo di amici tra i quali Laura, la mia migliore amica di sempre. Avevamo all’incirca 17 anni e voglia di esplorare i nostri corpi. Avevamo bevuto e ballato tutta la sera davanti al focherello improvvisato nel luogo del campeggio per poi, a notte fonda, andare a coricarci in tenda completamente sfinite. Mi sentivo leggera e vagamente eccitata. Stavamo parlando di ragazzi, di esperienze reciproche e di sesso, quando mi baciò. Un bacio fugace, molto timido. Poi mi baciò di nuovo, con la lingua questa volta. La sua bocca era così morbida, sapeva di fragole e mentine. Ci baciammo per quella che sembrò un’eternità. I suoi capelli mi solleticavano il naso, i suoi occhi erano chiusi, la sua lingua così audace. Le slacciai la camicetta liberandone i seni, più piccoli dei miei, e cominciai a toccarglieli delicatamente. Le presi la mano e gliela portai sui miei, invitandola tacitamente a spogliarmi e toccarmi. Ero bagnatissima e credo lo fosse già anche lei. Sentivo chiaramente l’odore dei nostri sessi mescolarsi nell’aria. Le infilai una mano dentro i pantaloni da trekking e sotto le mutandine. Era un lago. Cominciai a massaggiarle il clitoride protetto da un sottile strato di pelle per evitare che le desse fastidio. Sapevo come fare. Mi capitava spesso in quel periodo di masturbarmi. La sentivo gemere di piacere nella mia bocca, persa nel desiderio. Fece scivolare la mano all’interno dei miei vestiti. Voleva ricambiare, farmi provare quello che le stavo donando. Inarcai leggermente la schiena per facilitarle l’accesso. Le sue dita presero a sfiorarmi il sesso. Che sensazione meravigliosa. Non c’era dolore o fastidio era solamente piacere allo stato puro. Dita esperte, capaci, si muovevano dolcemente sopra il mio clitoride donandomi sensazioni straordinarie. Ci guardammo fugacemente per un attimo. Occhi negli occhi. Per poi richiuderli e riabbandonarsi a quel sogno. Eravamo vicine entrambe. Raggiungemmo l’orgasmo insieme, come in una favola. I gemiti dell’una soffocati dalla bocca dell’altra. 
Mi schiarisco la voce e riemergo dal sogno ad occhi aperti.
“Sì…sì, sono disposta”
“Ottimo Cristina, con le domande abbiamo finito. Ora facciamo un po’ di foto”
 “D’accordo” e mi alzo per permettergli di fotografarmi meglio. E’ tutta la vita che mi scattano foto. 
“Di nudo integrale” 
“Ah...Sì, giusto”
 Mi spoglio lentamente dando il tempo al mio corpo di calmarsi e ricomporsi. Spero con tutta me stessa che non si noti il profondo stato di eccitazione in cui verso, ma non credo di poter ingannare un occhio esperto come quello di Roberto, che però non si scompone nella sua professionalità.


Sono nuda davanti alla fotocamera. Le tette stanno su che è una meraviglia, merito della giovane età, i capezzoli duri che puntano verso l’alto. Più sotto la mia fighetta, quasi completamente rasata ad eccezione di un piccolissimo cespuglietto castano che sembra quasi indicare la via, è imperlata di goccioline che scintillano alla luce del faro. Mi fa girare e posso sentire i suoi occhi sul mio culo e sulla mie gambe. Sento gli scatti della fotocamera susseguirsi velocemente. Mi fa piegare all’avanti, aprire le gambe, stendere a terra, ogni volta una posizione differente e sempre più esplicita. 
10 minuti dopo sembra soddisfatto del lavoro svolto, oltre che piuttosto eccitato da quanto posso notare lanciando un fugace sguardo al suo pacco, e mi fa riaccomodare seduta.
“Ok Cristina. Questo lavoro è tuo. Sei perfetta. Hai un corpo stupendo, un visetto angelico e scommetto, e generalmente non sbaglio, che se presa dal verso giusto, riuscirai a tirare fuori una belva durante le scene di sesso. Che ne dici? Sali a bordo e sotto la mia guida aspiri a diventare un’attrice porno conosciuta in tutto il Mondo, rispettata, venerata e richiesta a tutte le feste di gala o torni a fare la cameriera e a servire caffè e toast per il resto della tua permanenza a Roma? Sta a te decidere”


Alla fine ci siamo. Il momento della scelta. Non si torna indietro. O sì o no. Non ci sono più forse o magari.


“Lo stipendio è di 200 euro a scena all’inizio, perché dovrai fare della gavetta con video o film a basso costo. Col passare del tempo si arriverà anche a 400 euro a scena con incentivi in base alle prestazioni richieste o al numero di attori impegnati. Se poi darai anima e corpo al lavoro e riuscirai a sfondare e a piacere al pubblico avrai film dedicati interamente a te, col tuo nome in prima pagina e qui parliamo di veri e propri contratti di migliaia di euro l’uno, senza contare tutta la linea di gadget e attrezzi fatti su misura del tuo corpo che verranno messi in vendita in tutti i sexy shop”.


All’improvviso quella ‘scalata al successo’ mi appare chiara in tutta la sua interezza e mi si stampa in mente come la via più facile per fare soldi e magari, perché no, anche divertirsi. Complice l’eccitazione non ci sto a rimuginare sopra troppo.


“Accetto” Dico tutto d’un fiato per evitare tentennamenti o cambi d’idea improvvisi. 
“Ottimo! Ottimo! Allora su! Fammi vedere come te la cavi sotto i riflettori”


Si dirige verso la porta, la socchiude appena e si rivolge a qualcuno lì fuori:
“Carla, per piacere mandami Gianni”
 “Subito”


Non afferro al volo la situazione. Mi risulta tutto chiaro quando il Gianni di cui parlava Roberto entra nella stanza. Completamente nudo. Per un attimo rimango esterrefatta, ma poi ricordo di essere completamente nuda anch’io. Non sembra essere un gran problema da quelle parti. Il mio sguardo ricade subito e inevitabilmente sul suo cazzo a penzoloni. E’…grosso. Di un rosa candido, molto pulito, con una nera peluria curata ed una cappella che fa capolino dal prepuzio tirato.


“Cristina-Gianni, Gianni-Cristina. Ottimo! Adesso vi conoscete. Gianni, Cristina qui è una nuova attrice e volevo vedere un po’ come se la cavava ripresa da una telecamera, ci sono problemi per te? Hai tempo?”


“Nessun problema Robby, quando vuoi” La sua voce è profonda, quasi radiofonica.


“Ok, Cristina. Rilassati e scollega il cervello. Non è un esame, prendilo come un test per vedere qual è il tuo grado di preparazione. Se poi, in qualsiasi momento, ti voglia fermare me lo dici e amici come prima” 


Prende la telecamera e la smonta dal treppiedi, infilandone la guaina nella mano destra e regolandone la posizione con la sinistra. Gianni si siede accanto a me sul divano, mi sorride in maniera rassicurante e comincia a baciarmi il collo. Sono nuda, con un perfetto sconosciuto che mi sta approcciando per scoparmi ed una telecamera mi sta filmando. Istintivamente chiudo le gambe e rimango immobile e insensibile ai baci dell’uomo. 
“Rilassati Cri, è tutto apposto. Lasciati andare” mi fa Roberto da dietro l’obbiettivo. 
Provo a fare come dice e, poco a poco, mi lascio andare. Comincio a ricambiare i baci di Gianni e le nostre bocche si incontrano, così come le nostre lingue. Il blocco allo stomaco comincia a sciogliersi e contemporaneamente anche le mie resistenze si fanno più blande. Gianni passa alle tette, ci si fionda praticamente. Ci butta la faccia dentro e comincia a leccare e succhiare, a mordicchiare e spremere. Sa quello che fa e si sente. C’è la tipica tensione sessuale spinta all’accesso dei film porno e devo dire che non mi dispiace.
“Hai due tette magnifiche Cristina” mi fa prima di ributtarcisi dentro come un bambino. Il mio respiro si fa più pesante. L’eccitazione precedentemente smorzata si riaccende con maggiore impeto. Mi fa stendere sulla schiena e scende piano a piano a leccarmi tutto il corpo. Ora tortura l’ombelico e continua a scendere. Si ferma ad annusare il cespuglietto prima del Paradiso e sembra inebriato da quell’odore. Molto scenico. Quindi, scende ancora, mi va a leccare le gambe e l’interno coscia. Rimandando il contatto con il mio sesso per aumentarne il desiderio. La sensazione di calore che mi trasmette mi avvolge tutta. Piano piano, quasi con paura, risale su e arriva alle porte del mio piacere. Allarga le grandi labbra con le dita, quindi si umidifica il medio con la saliva e lo passa lungo tutta la lunghezza di quel frutto. Si ferma sul clitoride e comincia a massaggiarlo delicatamente. Sa dove deve toccare, sa come deve fare, è stupendo. Allargo le gambe inconsciamente ed i suoi tocchi si fanno più decisi. La lingua comincia a giocare con tutto ciò che trova sul suo cammino, con grazia, ma al tempo stesso con decisione. Lappate a piena lingua su tutta la figa si alternano a piccoli colpetti al clito e a decisi affondi quasi come se volesse penetrarmi con la lingua. Il piacere mi avvolge e dal basso ventre si estende a tutto il corpo.


“Gemi pure Cri. Non ti devi trattenere.” 
Eseguo immediatamente e accompagno l’esperto lavoro di lingua di Gianni con gridolini e gemiti di pura estasi. Riapro gli occhi e mi trovo la telecamera che mi fissa, probabilmente in un primo piano della mia faccia deformata dal piacere. Non me ne curo. Sono troppo presa dal momento per preoccuparmi di quello che mi circonda. Comincio a giocare coi miei capezzoli e massaggio le tette. Sembrano passate delle ore quando si stacca da me e si alza. Noto solo ora che il cazzo è in tiro. Tutte quel leccare e succhiare l’hanno risvegliato ed ora reclama attenzioni. Saranno 18-19 centimetri di carne. Un cazzo davvero notevole, che svetta dritto verso di me come si mi avesse scelta come sua prossima preda. Le palle sono gonfie e proporzionate al palo che sorreggono e il resto del corpo di Gianni è muscoloso e aitante. Lo voglio. A questo punto non desidero altro. Sono in ballo, balliamo! Mi butto in ginocchio. Lo prendo in bocca e comincio a spompinarlo. Lecco, succhio e assaporo tutto. Facendo bene attenzione ad esasperare i suoni di risucchio e ad utilizzare quanta più saliva possibile. Mi sento una puttana ed il solo pensiero mi inonda la figa di caldi umori. Ho deciso che se devo essere puttana per un giorno tanto vale esserlo completamente e fino in fondo. Mi stacco solo per guardarlo negli occhi o per lasciare che un filo di bava si stacchi e colleghi la mia bocca alla cappella lucida, come ho visto fare nei pochi film porno che ho guardato. Quindi torno ad imboccarlo completamente e cerco di ingoiarlo il più possibile, fino a che non mi sento strozzare. Altra bava fuoriesce abbondantemente dalla mia bocca, andando ad imbrattare il cazzo ed il tappeto sotto di noi. Succhio tutto assaporando quell’odore di sesso inebriante e passo a leccargli le palle. So che agli uomini piace. Mi abbasso di più, quindi, fino a raggiungere quelle palle gonfie e coperte da una leggera peluria, come il resto del membro di Gianni. Intanto con la mano continuo a segare quel cazzo magnifico. Vedo la telecamera di Roberto inquadrarmi da sotto le gambe di Gianni, in un inquadratura che prende la mia bocca che si muove frenetica sulla palle e i miei occhi che non si staccano mai dal cazzo dell’uomo.


“Ok siete pronti ora” e subito capiamo ed eseguiamo l’ordine implicito di Roberto.


Gianni prende l’iniziativa e si va a sedere sul divano appoggiandosi allo schienale, quindi, mi chiama a se e mi fa salire su di lui. Ci scambiamo un sguardo fugace e diamo il via alle danze. Mi afferra per i fianchi e mi cala piano piano sulla sua asta di carne che si infila perfettamente e senza troppi problemi dentro di me provocandomi una sensazione di pienezza e soddisfazione che era da tempo che non provavo. Comincia così una lunga chiavata, che mi vede muovere freneticamente il bacino su e giù per facilitare le sue infilate, rafforzate da veloci colpi di reni. La telecamera ci gira attorno per inquadrare le mie tette che ballano davanti agli occhi dell’attore che non si fa pregare e si sporge in avanti per succhiarle e baciarle. Quindi Roberto si allontana e va a fare un primo piano del cazzo di Gianni che entra ed esce dalla mia fighetta. Come un stantuffo, in un movimento deciso e inesorabile. Riprende le mie e le sue smorfie di piacere e zoomma sui capezzoli bagnati di saliva.


Gianni sembra avere una resistenza pressoché infinita ed ogni affondo sembra essere più forte del precedente. Il mio corpo è un tutt’uno col suo ed i miei gemiti, un po’ esasperati all’inizio, ora sono di puro ed onesto piacere. Lui se ne accorge e rallenta il ritmo. Ora gli affondi sono meno frenetici ma decisamente più profondi. Come un metronomo entra ed esce a ritmo regolare dalla mia figa. Come fa a conoscere così bene il corpo di una donna? Lo guardo con sguardo interrogativo e lui mi sorride, consapevole di tenermi ad un passo dall’orgasmo. Presa da un impulso improvviso lo bacio appassionatamente tirandogli i capelli con le mani. Inarco la schiena in un urlo inconsapevole ed esplodo in un orgasmo liberatorio che trascina con se tutte le delusioni e le fatiche di quella che mi sembra oramai la mia vecchia vita. 


“Magnifico! Davvero magnifico Cristina. Ora, per piacere, finisci Gianni” 
A queste parole il cazzo dentro di me reagisce come un cagnolino ben ammaestrato: aumenta il ritmo delle pompate in maniera spaventosa, scuotendomi da capo a piedi e strappandomi più di un gridolino. Pochi minuti di quel trattamento e sento l’orgasmo crescere nel mio partner, che si sfila prontamente da me, mi appoggia su di sé e mi sborra, con 4-5 getti di caldo liquido, tutta la schiena e le chiappe, accompagnando ogni getto con un verso gutturale. Faccio per alzarmi, ma le mani di Gianni mi tengono ferma al mio posto. Roberto sta girando il finale: si dilunga per qualche minuto sui nostri volti esausti e soddisfatti per poi spostarsi e filmare il lento colare dello sperma sul mio corpo, dalle natiche fin sopra l’ano e poi giù verso la fica. Quindi stoppa, ripone apposto la cinepresa e ci gratifica con un lungo applauso al quale si aggiunge prontamente anche Gianni. Mi sento felice ed accettata, oltre che finalmente sessualmente appagata e mi sciolgo in una risata. 
“Complimenti davvero!! A tutti! A te Gianni perché come al solito hai svolto il tuo lavoro alla grande, e a te Cristina, che ti sei rivelata una pornostar nata! Te lo si leggeva negli occhi il piacere di scopare ed essere vista. Tutto l’impaccio iniziale è scomparso a poco a poco ed ha lasciato il posto ad una belva scatenata e bollente! Complimenti! Segui me e farai strada. Dico sul serio”.


Naturalmente sono gratificata da quelle parole e da tutti quei complimenti e finisco per convincermi del tutto che forse è proprio la mia strada questa. -Succhierò e scoperò cazzi per i prossimi 15 anni e se avrò successo sarò anche famosa e ricca- penso fra me e me quasi scherzando…. -Bè…direi che poteva andarmi peggio-


“Ecco a te Cristina. Sono per il disturbo e per il primo video ufficiale targato con il nostro marchio di fabbrica.” E mi porge due banconote da 50 euro 
“Hai già pensato ad un nome d’arte?”
“Sinceramente no”
“Che ne dici di… Sara Kiss?”
Mi strappa una risata, ma non è male.
“Direi che può andare!”
“Ottimo! Se acconsentirai il video appena girato sarà poi inserito nei filmini di annunci con i quali pubblicizziamo le nostre modelle e che verranno visionati dagli altri registi del settore. Non ci resta che salutarci ora. Le docce sono due porte più giù. Datti una ripulita, fai pure con calma. Martedì prossimo giro un film su un gruppo di ragazze poco più che 18enni che vanno ad una festa in riva al mare per soli uomini e si scatenano finendo poi per trombarseli tutti. Se ti interessa ci sarebbe una particina anche per te. Come ti ho già detto all’inizio sono 200 euro a scena, ma se tutto va come previsto e se il tempo ci assiste, ti voglio protagonista di almeno un paio di riprese. Vedi tu. L’importante è che se ci sei mi serve la tua conferma entro domenica. Così se non vieni posso sempre ripiegare su qualcun’altra.”


“Grandioso. Ti faccio sapere in settimana”


“Ok, siamo d’accordo allora. Ora scappo che devo fare da supervisore ad un orgia lesbo di un mio amico regista. Ci sentiamo! Stammi bene!”


“Ciao Roberto. E grazie ancora!”


Ci salutiamo con un ultimo sorriso. Sono piena di una gioia indescrivibile. Ho trovato un lavoro che mi piace e che paga molto bene. L’idea di martedì mi intriga. Un party di ragazzine e un gruppo di omaccioni rudi. Niente male. L’atmosfera mi esalta. Credo che andrò.


Saluto pure Gianni che ricambia con gentilezza ed esce, rigorosamente nudo com’è entrato. Quindi mi dirigo alle docce e poi, via, dritta a casa. Sulle ali del vento.
Domani telefonerò per licenziarmi dalla caffetteria. 
Fate spazio a Sara Kiss.

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Categorie: Etero
Tag: Pompinare