Inedito
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Ho ascoltato mia moglie, solitamente molto timida, raccontarmi con lentezza le sue avventure sessuali.
La maggior parte degli uomini, che vogliono vedere o sentire storie delle loro mogli con altri uomini, concorderanno che genera il maggior interesse la costruzione lenta della storia e l'attesa che questa si realizzi. Mia moglie e mie figlie sono state gradualmente coinvolte nel fare sesso che per i più è un tabù. Ascoltare mia moglie raccontarmi tutti i dettagli è stato il più grande evento della mia vita, anche se lo ha fatto con riluttanza non sapendo come l’avrei pensata io.
Lei lo faceva perché sentiva irresistibilmente di farlo ed io ascoltavo scoprendo che il suo racconto fatto con lentezza ma ricco di particolari era perché mi voleva far partecipare al suo erotismo.
I dettagli che lei mi ha raccontato non sono veri al 100% perché mi ha dato versioni diverse pur essendo la trama sempre la stessa. Mi ci sono voluti anni per scoprire la verità e poiché si tratta di comportamenti reali, c'era in me anche rabbia, gelosia e dolore.
All'epoca ci eravamo trasferiti in una casa situata in un quartiere che stava subendo un importante programma di riqualificazione.
Mia moglie aveva 28 anni, bionda e bellissima ed in molti si giravano a guardarla, le nostre due figlie andavano all'asilo e quando le accompagnava all’asilo lei ha attirato l’attenzione di buona parte di coloro che lavoravano nel quartiere. Le case accanto alla nostra erano in costruzione e quindi non abitate.
Un giorno in cui ero malato e non ce la facevo ad andare al lavoro, mi sono alzato tardi e sono andato in bagno. Con la finestra aperta ho sentito degli operai della casa in costruzione affianco alla nostra parlare con mia moglie che in giardino stava stendendo il bucato. L’ho sentita scambiare i saluti con due uomini e poi dire “Oggi mio marito è a casa” ed uno dei due ha risposto “Ah, va bene! Allora non saliamo per il caffé”
La risposta dell’uomo mi ha insospettito perché non mi è sembrata una conversazione normale.
Quella frase detta senza che ci fosse stata una richiesta specifica, io l’ho intesa come un avvertimento, una segnalazione di un evento irrealizzabile per quel giorno. Mi sono chiesto come mai la conoscessero e delle brutte idee mi sono passate per la testa ed una delle tante è stata “Cosa fa questa donna mentre io sono fuori al lavoro?” ed a quel solo pensiero ho provato sia rabbia che gelosia che mi ha fatto scattare. Sono corso giù per le scale ed ho detto a mia moglie “Che cosa significa ciò che hai detto?”
Lei ha negato di aver detto quelle parole e ne è seguita una lunga discussione che non si è placata subito e nei giorni seguenti entrambe non ci siamo parlati ed ognuno ha pensato e fatto i fatti propri come se fossimo separati in casa ed infine, per preservare i nostri figli, ci siamo seduti uno di fronte all’altro per cercare di parlarne con calma lasciando da parte l’isteria ed i sospetti.
Mia moglie ha ammesso di aver mentito. Mi ha detto che quei due operai erano venuti a casa nostra per un caffè e una chiacchierata. Io ho risposto che, dal tono e dalle parole che lei aveva detto, ci doveva essere stato qualcos’altro. A quel punto lei ha ricominciato ad arrabbiarsi ed ha iniziato a piangere. Io non me la sono sentita di continuare il rapporto coniugale con lei e così ho deciso di lasciarla.
I nostri contatti si sono ridotti nel vedere nostre figlie.
In uno di quegli incontri, pochi mesi dopo, ho sollevato di nuovo l'argomento.
Quell'incidente mi era rimasto nella testa ed allora cercando di mantenere il buon umore, le ho detto che avevano parlato con lei e si erano dimostrati amici perché forse la ritenevano sexy, le ha anche detto che ero arrabbiato perché mi aveva mentito e che era stato un bene che fossero venuti solo per prendere un caffè e chiacchierare.
“Scommetto che ti è piaciuta l'attenzione che ti hanno dato” ho suggerito.
Mia moglie dopo aver sentito quelle ultime mie parole si è rilassata un po' e mi ha detto che si sentiva lusingata dai fischi di approvazione degli operai.
“Com’è che sei arrivata a parlare con loro?” ho chiesto.
“Quando ero in giardino a stendere il bucato, un operaio mi ha fischiato da una finestra della casa accanto”
Immediatamente nella mia testa si è creta l'immagine di mia moglie in giardino con le gonne corte di gran moda e lei, a volte, mostrava le gambe ed anche di più nel chinarsi ed allora perché stupirsi dei fischi?
“Hai fatto vedere loro le tue mutandine?” ho chiesto e lei della mia domanda si è sorpresa ed ho aggiunto “Non importa, non mi arrabbio. L'idea di flirtare quando sono al lavoro è piuttosto eccitante, dopotutto, dovevi essere annoiata ora che le ragazze sono a scuola”
A dire il vero, nella mia testa si mescolavano gelosia e rabbia perché mi aveva mentito, eppure, sebbene non accettassi il suo comportamento, ero eccitato sessualmente.
Lei mi dice “Beh, immagino che a volte abbiano visto le mie mutandine”
“Vuoi dirmi che sai che le hai mostrate?” cercando di dare alle mie parole un tono rassicurante.
Da come mi aveva parlato ho intuito una sua maggiore apertura nei miei confronti ma ho anche capito che nascondeva ancora delle cose.
“Hai mostrato intenzionalmente le tue mutandine?”
Lei ha annuito ed io l’ho incalzata “Dimmi!”
“Quando sono andata in giardino a ... stendere il bucato, … sapevo che stavano guardando dalla finestra così mi sono chinata più del necessario ed ho sollevato il vestito. Altre volte mi sono allungata sapendo che i miei vestiti corti sarebbero saliti quasi alla vita. …… quei due li ho sentiti parlare a bassa voce”
Il sapere che lei era stata vista da quei due operai e che era stata desiderata mi ha fatto indurire il cazzo nei pantaloni e il cuore battere più velocemente.
Gli dico “Continua!” e lei nervosamente ha aggiunto “Gli operai hanno cominciato ad andare nel giardinetto della casa vicina e si sono affacciati alla recinzione. Li sentivo guardarmi ed ho immaginato volessero dare un'occhiata più da vicino”
“E potevano vedere?” ho chiesto.
Lei ha abbassato lo sguardo imbarazzata ed ha annuito.
“Quindi quei due erano sulla recinzione mentre tu stendevi il bucato e ti chinavi apposta per mostrare le tue mutandine?”
“Sì” ha ammesso con un pizzico di riluttanza prima di aggiungere “L'ho fatto in modo che sembrasse accidentale”
Cercando di mantenere la calma le ho chiesto come hanno iniziato a venire a casa nostra.
“Un giorno, mi hanno detto che non avevano acqua per bere perché l’avevano dimenticata da un’altra parte, di conseguenza non potevano bere e così li ho invitati per un caffè. Per me è stata una cosa davvero innocente. Poi hanno preso a venire spesso durante le pause caffè e chiacchieravamo”
“Erano solo loro due o di più, quanti erano?”
“A volte tre, ma uno lavorava in un'altra casa, non qui”
“Lasciami pensare” ho detto, poi ho proseguito “Tre uomini a cui hai mostrato le tue mutandine, soli in casa con te? La cosa ti ha eccitata?”
Lei ha abbassato lo sguardo ed è rimasta in silenzio.
Io ho insistito “Ti sei chinata in casa?” e lei non ha risposto.
“Dai, non rovinare tutto mentendo ora!” le ho infine detto e la risposta dopo mezzo secondo è arrivata parlando come se fosse infastidita, a mezza voce “Sì”
“Cosa hai fatto esattamente?” ho chiesto cercando di calmare il mio tremore che non era di rabbia ma piuttosto di eccitazione sessuale.
“Loro si sono seduti al tavolo della cucina e io ho fatto finta di essere occupata. Sapevo che volevano vedere le mutandine ed ho trovato una scusa per piegarmi. A volte mi sedevo con loro e lasciavo il vestito tirato su. Lo sai che tutti i miei vestiti sono piuttosto corti, quindi non è difficile farlo”
Io non potevo più trattenermi e le ho messo una mano attorno alla vita mentre con l'altra le ho sollevato la gonna e poi guardandola in viso “Volevi che vedessero le tue mutandine solamente la parte frontale oppure tra le gambe e lo hai fatto intenzionalmente per eccitarli?” ed allora ho azzardato “Lo sai che me lo stai facendo diventare duro? Ora mi devi dire di più!”
Avevo di nuovo tra le mani quella che era la mia donna che ha iniziato a respirare pesantemente quando le ho messo la mia mano sotto le fatidiche mutandine e le ho sussurrato “Che altro hai fatto?”
Lei ha chiuso gli occhi ed ha appoggiato la testa sulla mia spalla.
“Ti sto eccitando?” ho aggiunto prima che iniziasse a raccontare.
“Hmm, un po'! Quando indosso una gonna, di solito metto un top corto ed alcuni di quei top sono piuttosto stretti, a dir la verità un po' troppo piccoli. Così, quando ho messo il caffè sul tavolo, i loro occhi sono andati subito sul mio petto”
- Quindi sapevi che loro... beh, avrebbero guardato le tue tette?”
“Sì, proprio così!”
“Quindi quando stavano per arrivare sei andata a vestirti per mostrare loro il più possibile il tuo corpo?”
Beh, sì” Perché non va bene?” ha detto alzando lo sguardo verso di me.
“Ok, continua!” dico piano.
“Nell’armadio ho nascosti degli abiti che non oso indossare fuori perché sono troppo corti o troppo piccoli. Ho anche magliette o top veramente piccoli ed alcuni vestiti sono così sottili che puoi vederci attraverso facendo effetto nude look. Li ho indossati quando sapevo che sarebbero venuti qui a casa accoppandoli con una gonna che mi copriva appena il culo e un top che mostrava i miei capezzoli sporgenti”
“E le tue mutandine? Hai scelto la più sexy?”
“Sì. Mi piaceva che loro godessero a vedermi”
“Ma quando facevi tutto questo?”
Dopo che accompagnavo le ragazze a scuola, quando tornavo a casa di solito uno degli uomini mi chiedeva se potevano venire più tardi. Quindi per eccitarli andavo subito a trasformarmi in una donna più sexy possibile. Mi controllavo allo specchio quello che avrei mostrato e sì, sceglievo mutandine sexy”
In quel momento, mentre raccontava, ha avuto un'ondata di franchezza ed ho pensato allora che doveva proseguire la narrazione.
“Hai messo le mutandine che hai comprato per eccitarmi? Sono queste piccole e trasparenti? E l'altra tutto rossa che dicevi di indossare solo per me?”
“Sì, proprio così. Loro in questo modo potevano vedere bene le mie mutandine quando mi sedevo di fronte a loro lasciando le gambe divaricate appositamente”
“Loro cosa dicevano?”
“Niente. Ma ho visto che erano eccitati. Infatti avevano dei rigonfiamenti nei loro pantaloni e mi sono accorta che avevano un aspetto ansioso e si passavano le mani sia sul viso che sui pantaloni”
“Eri eccitata anche tu?” le ho chiesto.
Lei con voce da persona colta sul fatto del misfatto “Sì, beh … non so come dirtelo … mi sentivo sexy ed avevo i capezzoli che si indurivano premendo sul tessuto del top e mostravo loro quanto mi piacessero. Potevo vederli squadrarmi da capo a piedi mentre parlavamo, i loro occhi andavano dalle gambe al mio petto”
Non volendo pressarla nel sapere delle sue avventure, le ho fatto un'altra domanda:
“Doveva essere ovvio per loro che ti fossi cambiata d'abito dopo il rientro a casa?”
“Sì, lo hanno notato. Per me è stato come un gioco. Loro si sedevano a chiacchierare ed a bere il loro caffè mentre io davo loro un piccolo spettacolo”
“In che modo davi spettacolo?”
“Ad esempio, cercando di prendere un oggetto su uno scaffale sopra di loro in modo che qualcuno potesse vedere la parte anteriore delle mie mutandine altre quella posteriore. Oppure mi sono chinata sapendo che la mia gonna mi avrebbe coperto a malapena il sedere. Oppure ancora allargavo un po' le gambe nel sedermi in modo che avessero una visuale migliore. Un giorno ho fatto finta di non notare che la gonna mi fosse arrivata fin quasi alla vita mentre mi sedevo e così ho fatto vedere loro tutta la mia parte bassa., gambe comprese”
“E così hai allargato le gambe!”
“Sì, perché così ho lasciato che casualmente vedessero la mia figa. Sai, a volte rimanevamo così per 20 o 30 minuti, loro ne approfittavano …. Con gli occhi e godevano tanto!”
Il racconto mi aveva eccitato tantissimo e mi sarei fatto una sega ma ho preferito continuare a sgrillettarla mentre lei raccontava e l’ho portata all’orgasmo, durante il racconto, ben tre volte.
Tornato nella mia casa presa in affitto mi sono segato sborrando a spruzzo pensando a lei che si mostrava e che si dava a farsi chiavare da quegli operai.
I giorni seguenti non sono riuscito a concentrarmi sul lavoro. Avevo l'irresistibile voglia di andare a casa e farle altre domande. Le immagini che mi aveva messo in testa mi hanno fatto andare in bagno a masturbarmi come un matto.
L’ho immaginata seduta in cucina con la gonna tirata su alla vita, le gambe divaricate, i capezzoli sporgenti da sotto la parte inferiore del top con intorno tre uomini con il cazzo in erezione che guardavano la sua figa attraverso le sue mutandine trasparenti. Mi sono chiesto se avesse indossato le mutandine color carne per dare l’idea che fosse nuda.
Sicuramente anche nella realtà questi uomini devono aver voluto andare oltre la sola visione, devono avela desiderata, toccarla, giocherellare con le sue tette, accarezzare la sua figa.
Quella immagine mentale mi ha fatto rabbrividire e pensare “Mio Dio! Sicuramente è ciò che lei voleva!” ed a conferma della mia ipotesi c’era il fatto che lei si vestiva in quel modo solo per loro, per eccitarli.
“Che abbia pensato ai loro cazzi rigidi sotto il pantalone oppure quegli uomini lo hanno tirato fuori esponendo i loro sessi? Devono avergli fatto delle avances e poi voleva che uno o tutti loro delle richieste? Quanto si sono tenuti lontani dal copro di colei che era stata mia moglie?
Poiché lei mi stava raccontando tutto con mie specifiche domande, ero ansioso di scoprirlo ma lei ad un tratto mi è parso che non mi ascoltasse.
“Che hai?” le chiedo.
“Oh, scusa. Mi sono perduta nei miei pensieri focalizzati su quanto mi è successo ieri”
“Cioé? Insisto e nella mia testa piena di pensieri e di immagini di lei che si fa scopare c’è anche una donna la cui immagine è intensa e vivida a cui le pare di sentire ancora in gola il sapore dello sperma del suo amante e provavo piacere nella deliziosa sensazione di veder colare sulle cosce della sborra che lui le ha eruttato in abbondanza sia nella figa che nel culo.
Ma la mia ex moglie prosegue nel racconto “Tutto è successo con molta naturalezza e quasi per caso.
Qualche volta invece di tornare a casa, nei giorni in cui nostre figlie avevano scuola anche la sera, sono andata con uno di loro nel paese non molto distante, dove lui abitualmente acquista la ricotta per fare dei dolci. Avevo capito benissimo che lui mi stava facendo una corte molto insistente e che, forse, questa sarebbe stata l’occasione in cui avrebbe tentato di fare qualcosa di più rispetto ai soliti ammiccamenti, doppi sensi e quant’altro mentre io gli mostravo le tette e la figa, anche entrambe coperte.
Quella confessione mi ha cambiato la mentalità ed il concetto che avevo di mia moglie. Mi sono ritrovato a dirle “Anna, se lui ci prova ed a te piace, stacci. Dipende solo da te. Non sarò certo io ad impedirti di goderti una piccola avventura”
La mia risposta l’ha liberata da quel che posso definire un vago senso di colpa poiché mi ha dato la chiara impressione che si sarebbe fatta scopare lui lo avesse voluto ed inoltre sarebbe stata più determinata a farmi le corna.
“Chissà se scoprendola in flagrante mi sarei ingelosito?”
Intanto lei ha proseguito il racconto arricchendolo di particolari che non ho ascoltato essendo concentrato sui miei pensieri. Mi ha riportato alla realtà la frase “Bene! Se non ci tieni così tanto a m, allora ti farò vedere di cosa sono capace” e mi ha dato a tradimento un lieve bacio sulla bocca ed è uscita per andare da lui il cui nome vengo a sapere essere Piero.
Sono rimasto inebetito e la mia mente si è messa di nuovo in moto.
L’ho pensata in macchina con lui che parcheggia l’auto sotto un albero in una zona lontana da sguardi indiscreti e lì , dopo essersi guardati intensamente negli occhi, senza parlare, si sono scambiati un bacio profondo con le loro lingue a duellare impazzite dalla voglia. Piero ha subito preso la sua mano e l’ha portata sui suoi pantaloni in corrispondenza del suo cazzo.
Il pensiero è poi andato alla mia ex, la quale con mio stupore, sotto la sua mano ha sentito un cazzo già molto grosso che stava ancora crescendo e la poi quella mano si è infilata sotto i pantaloncini e lo ha estratto.
Nel mio immaginario il cazzo di Piero era un splendido cazzo, lungo, solcato da grosse vene con una cappella incredibilmente larga. Lei lo ha stretto e lo ha guardato allibita. La cappella era già tutta bagnata ed una grossa goccia ne imperlava la punta, Piero l’ha raccolse con un dito e fu per lei è stato naturale aprire le labbra invitandolo a mettere quel dito in bocca per succhiarlo.
“Caro il mio maritino, in quel momento ho capito che stavo godendo tanto. Ho sentito per la prima volta il suo gusto e la mia figa ha reagito. Posso dirti che ho avvertito qualcosa che è colato da dentro la mia figa fino alle cosce un fiotto tiepido che mi ha bagnato le grandi labbra ed anche inzuppato gli slip”
A me sembrava che quelle scene le avesse scritte uno sceneggiatore di film porno. Tutto avveniva al rallentatore, sembrava una scena già scritta che ciascuno conosceva e che non aveva bisogno di rifinire o modificare.
“e poi che cosa è successo? Te lo ricordi?” chiedo alla mia ex.
“Ho abbassato lentamente la testa, ho spalancato le labbra per mettere in bocca quello splendido cazzo e le sue mani dietro la mia nuca mi hanno spinto verso quel cazzo. Dopo qualche pompata, non senza difficoltà, sono riuscita ad ingoiare completamente la cappella provando una sensazione estremamente erotica. La mia fica pulsava e colava mentre sentivo di dover spingere ad ingoiarlo maggiormente. I quel momento mi sono sentita profondamente femmina dandogli il chiaro messaggio che volevo essere chiavata e montata”
“Lui non ti ha detto niente? Non ti ha chiesto di farlo davanti ad altri suoi amici?”
“No, lui non mi ha parlato degli amici in quel momento. Ha solo forzato con le sue mani la testa verso il basso sussurrando nell’estasi che ero una brava troia, che dovevo succhiare bene il cazzo, ingoiarlo e che me lo avrebbe infilato fino ai coglioni poiché ero per lui la sua vacca da monta. Lo sai che ha capito le mie difficoltà? Ed allora mi ha aiutato a superare i conati dovuti al cazzo che si stava infilando nella mia gola sempre più profondamente. Inizialmente ho avuto paura delle sue mani che premevano in modo sempre più deciso, però non potevo, e non volevo, sottrarmi. L’idea di quello splendido cazzo piantato nella mia gola era talmente eccitante che non ho più avuto, non so perché, i conati e tutto è diventato così naturale e stimolante che in breve mi sono trovai col naso a contatto con il suo pube. Ero riuscita ad ingoiarlo tutto o, sarebbe meglio dire, lui era riuscito ad infilarmelo tutto in gola.
Sono rimasta ferma godendomi quel cazzo per qualche secondo prima di arretrare per respirare e, nonostante quella che chiami ‘brutalizzazione’, mi sono sentita la sua femmina piegata alle sue voglie di maschio. Ero colei che desideravo essere: la troia che deve dare piacere all’uomo, ero per lui la vacca destinata alla monta.
Quei pensieri di femmina sottomessa a fare un pompino profondo hanno causato in me una scarica elettrica che è finita direttamente nella figa ed allora ho cominciato a tremare sentendo arrivare l’orgasmo. Piero ha fatto allora due cose che ricordo in modo estremamente chiaro: mi ha chiuso il naso con le dita e contemporaneamente, facendo una forchetta con indice e medio dell’altra mano, si è infilato sotto le mutandine e mi ha inforchettato sia la fig che il culo.
Quelle dita mi hanno dato un’ulteriore scarica elettrica partita dalla figa e dal culo fino al cervello.
L’orgasmo è arrivato travolgente ed il suo cazzo ha cominciato a pulsare. Infatti subito dopo i suoi schizzi di sborra sono finiti direttamente nell’esofago. È stato allora che ho dovuto aprire leggermente la bocca per repirare ma non ho perso una goccia della sua sborra poiché me la stava iniettando direttamente nel fondo della gola e l’ho ingoiata da vera ingorda.
In preda all’orgasmo, Piero mi ha detto che ero la sua troia e mi ha invitato a bere la sua sborra come una gran puttana e che era stato il suo primo pensiero fin da quando mi aveva visto la prima volta tornando a casa dopo aver accompagnato le ragazze”
Il racconto della mia ex mi ha decisamente arrapato ed allo stesso tempo mi ha fatto riflettere sui tempi in cui tutto è avvenuto. Infatti lei si era fatta scopare da me di notte, nel letto matrimoniale, come una donna maritata ed io avevo notato che godeva meglio ma non mi sono posto la domenda del perché, io ne ero soddisfatto e mi bastava.
Visto il mio silenzio lei ha creduto che volessi altri particolari ed ha proseguito con che Piero che le ha detto “Sì, sì, così, ingioia tutto e godi! Con le sue dita che mi torturavano piacevolmente culo e figa. Sfilato il cazzo dalla bocca, l’ho leccato lascivamente e, guardandolo negli occhi, gli ho confermato che ero la sua troia, che ero a sua disposizione, che mi piaceva il suo cazzo ed anche la sborra in gola. È vero che con lui mi piace sentirmi profondamente femmina e ti dirò, caro il mio marito, che voglio essere la sua vacca e lui sarà il mio toro da monta che mi sfonderà davanti e di dietro!”
Queste ultime parole anziché ferirmi, hanno stimolato la mia voglia ed il mio cazzo è cresciuto a dismisura.
Il suo dialogo, all’inizio stentato, era diventato spigliato, sfrontato e sfacciato.
“Devi anche sapere che, al di là delle scappatelle di cui ti ho messo al corrente, ho avuto un’esperienza di sesso incredibile. È successo l’estate che sono andata in Sardegna con tua sorella, Carlo e Franco, ti ricordi?”
Ho annuito ed immediatamente ho avuto un fremito al basso ventre e mi sono detto “A qual tempo lei era la mia adorata moglie e già da allora ha avuto altre avventure di cui non sono a conoscenza”
“Su raccontami, prosegui” ho detto curioso ed eccitato come mai lo sono stato.
“Devi sapere che il terzo giorno della vacanza tua sorella non è stata molto bene e non se l’è sentita di fare una gita in barca, tuttavia ha insistito molto affinché noi non rinunciassimo e dopo le sue insistenze siamo andati al porto e quando stavamo per salire sulla barca di Franco qualcuno lo chiamò. A qual richiamo ci siamo tutti girati per vedere chi fosse colui che lo chiamava. Abbiamo visto un giovane di colore che si sbracciava verso di noi facendoci cenno di attendere. Velocemente si è avvicinato ed ha salutato calorosamente Franco. Lui era un amico di Franco che risiedeva in Sardegna, con il quale ogni tanto concludeva qualche affare. Sono stata presentata a quel giovane che fin da subito mi è stato simpatico. Si chiamava Kamal, se non ricordo male. Era alto e snello ed in quel momento indossava solamente degli short bianchi che mettevano in risalto la sua corporatura scura. Credimi, sono rimasta a bocca aperta incantata dal fisico di quel giovane. I miei occhi hanno incontrato il suo sguardo ma poi li li ho abbassati ed invece di distogliermi la mente mi sono sentita attratta, come se lui fosse una calamita, verso il suo pube che dal rilievo lasciava presagire un cazzo di notevoli dimensioni. Franco parlava ma né io né Kamal seguivamo le sue parole perché entrambi ci stavamo scambiando delle occhiate per dirci com gli occhi che avevamo voglia di monta, di pompa, di cazzo e lui di figa. Anche Franco si è accorto della scintilla scoccata tra noi due, infatti ha proposto a Kamal di unirsi a noi per la gita in barca.
Gli abbiamo dato il tempo di disdire alcuni suoi impegni e si è sistemato in barca con noi. Io continuavo a guardarlo all’altezza del sesso e devo confessarti che per la prima volta in vita mia mi sono sentita la figa colare ed avevo paura che il minuscolo triangolino del costume si macchiasse. Sarebbe stato decisamente imbarazzante se gli altri mi avessero vista bagnata.
Durante la navigazione mi sono perduta con delle fantasie. Pensavo al fisico di quel giovane, al fatto che fosse di colore, al pensiero di trascorrere una giornata con due uomini. Tutto ciò ha scatenato in me una voglia di sesso incredibile, una libidine che non sono riuscita a controllare. Il pensiero era tutto concentrato a come mi sarei dovuta comportare, a cosa avrei dovuto fare per riuscire nell’intento di farmi montare da quello splendido stallone e farmi riempire figa e culo di sborra calda.
Con Carlo ci sarei stata. Lui mi stava facendo il filo fin da quando siamo sbarcati dall’aeroplano e con lui forse ci sarei stata però in barca tutto sembrava svanito.
Ero lì in piedi, in preda alle mie fantasie, quando Franco mi ha leggermente toccato il gomito e, avvicinatosi al mio orecchio, ha detto maliziosamente che probabilmente Carlo stava sentendo un certo prurito da qualche parte.
Mi sono sentita avvampare al pensiero che Franco avesse intuito i miei pensieri più nascosti tuttavia non sono riuscita a trattenermi dal rispondere sfacciatamente “E allora? Una volta tanto si può fare, no!? D’altra parte con questo ben di Dio che ho davanti!” ed ho guardato sia Carlo che Kamal.
Una volta lontani dalla costa e da sguardi indiscreti, Franco ha fermato i motori e gettata l’ancora ci invitato a sdraiarci sul ponte per prendere il sole tutti insieme. Io mi sono sbrigata a farlo mettendomi tra Kamal alla mia destra e Franco alla mia sinistra ed ho visto che tra i due c’era simpatia ed hanno chiacchierato del più e del meno, io ho partecipato poco alle loro discussioni in quanto presa dai miei desideri di cui sentivo gli effetti tra le gambe, sulla punta dei capezzoli, in tutto il corpo. Desideravo intensamente la monta, desideravo sentirmi troia oggetto delle loro voglie ma non sapevo come dare il via senza sembrare troppo sfacciata. È stato Kamal a risolvere il problema osservando che la mia pelle chiara si sarebbe arrossata troppo rasentando le ustioni se fossi rimasta al sole e che sarebbe stato meglio se avessi spalmato un po’ di crema protettiva. Ho approvato ciò che lui aveva detto e gli ho chiesto di spalmarla con le sue mani sul mio corpo cogliendo al volo l’occasione.
Kamal si è dunque alzato, si si è avvicinato alla mia borsa dove, frugando, ha trovato la crema solare e subito dopo si è inginocchiato vicino a me. In quel momento avevo il suo sesso all’altezza della bocca e l’eccitazione è salita ancora. Sono riuscita dire a mala pena che per favore la spalmasse e subito Kamal l’ha fatto con delicatezza andando lentamente dal collo verso il sedere. Tieni conto che ero bocconi, Lui mi fissava come per dirmi ‘ ti piace, vero? vorresti qualcosa di più? ed io fissavo il suo cazzo. Ovviamente gli ho fatto capire che avrei voluto essere scopata, inculata, riempita di sborra, avrei voluto essere la sua troia da monta chiavata davanti a tutti e poter gridare al momento dell’orgasmo senza limiti.
Franco guardava la scena ed aspettava. Avevo notato che anche lui era infoiato perché dal suo costume si intravvedeva un cazzo in erezione di dimensioni ragguardevoli, cosa che già sapevo dalle confidenze fattemi da tua sorella.
Comunque le carezze di Kamal mi stavano sciogliendo. Altro che sole!
Per fargli capire meglio ciò che volevo da lui, ho sollevato leggermente il sedere comea dirgli: prendilo, toccalo, stringilo, palpalo, è tutto per te.
Kamal ha capito al volo ed il suo messaggio in risposta sono state le spalmate di crema che si sono fatte più intense.
Davanti agli altri che guardavano, ha messo la sua mano sotto il mio slip ed un dito si insinuato, scivolando per i miei umori, nel solco dei glutei soffermandosi sul buchetto ad attenedere il permesso di entrata. A quel punto ci siamo guardati nuovamente e, sia con gli occhi sia con un cenno forse impercettibile della testa, gli ho dato il via libera”
Rivolgendosi a me e guardandomi tra le gambe la mia ex ha detto “Non mi dirai che ascoltando il mio racconto ti stai eccitando?! Sono così erotica? Scommetto che vorresti scoparmi! Beh, te lo consentirò dopo, se ne avrò voglia”
Ho risposto “Beh, sì! Credi che l’essere troietta non mi sia piaciuto? Continua dai! Mi piace quallo che dici!”
Altro che Piero! Avevo una troia in casa e non lo sapevo! Ma l’eccitazione che ho avuto e la sua voglia impellente mi avrebbe consentito di scoparla per bene.
Lei soddisfando il mio desiderio ha proseguito il racconto anche perché sono sicuro che volesse essere scopata.
“Mentre il dito di Kamal cominciava a lavorare il buchetto disegnando cerchi sempre più stretti umiditi dalla saliva non senza disdegnare leggere escursioni verso la figa, ho sollevato la testa e l’ho appoggiata in modo che potessi appoggiare la bocca sulla grossa protuberanza che avevo davanti.
Con la bocca parzialmente aperta ho cominciato ad andare di qua e di là baciando la lunga asta di carne che poco dopo avrei gustato in modo più approfondito. Poi è stato un attimo, Kamal con la mano libera si ha abbassato il costume ed il suo cazzo è schizzato fuori come una molla.
La mia felicità era palese e mi sono immediatamente data da fare per baciarlo ed aprendo la bocca ho tentato di mettere in bocca la cappella che era enorme. Lui era tanto eccitato che aveva già emesso della sborrina che aveva inumidito la cappella e dalle labbra scivolava via come se quel cazzo fosse un’anguilla. Intanto il dito di Kamal era sprofondato nel mio culetto con due falangi.
Ero talmente arrapata, eccitata, troia, che non sono riuscita a trattenermi e dalla bocca mi è uscito un grido liberatorio ‘ ahhh, sìhh! Finalmente! Dai affondalo nel culo! Ohhh che bello!’.
Forse per il griso, forse per i miei tentativi fino a quel momento non riusciti, sono riuscita finalmente a fare entrare la cappella in bocca quasi soffocandomi. Con una mano gli ho circondato l’asta ed ho iniziato a segarlo con lentezza ma decisione. Uando la mano saliva verso le mie labbra, ricevevo in bocca gocce della sua sborrina che ho trovato assai piacevoli e che mi hanno dato una anticipazione della sborrata che sarebbe arrivata.
La mia figa non ti dico com’era ed anche il mio slip che aveva una chiara macchia di umido. A quel punto i miei freni inibitori sono svaniti e non mi è interessato più farmi vedere per quel che ero.
Quando mi scopavi non mi sono mai sentita così soddisfatta. Ti confesso che la figa colava come una fontana.
Intanto tuo cognato Franco si è avvicinato dall’altro lato del mio corpo e, sdraiatosi accanto a me, mi ha sussurrato ‘Hai visto che cazzo ha Kamal? Ti piace vero? Tra poco ti apriremo tutti i buchi con piacere di tutti, te compresa. Immaginavo fossi una troietta ma non fino a questo punto. Posso dirti che sei proprio una gran bella troia?’ ed io ho replicato ‘Sì, sì, ripetilo! Mi piace essere la vostra troia e voglio essere aperta, davanti e dietro. Voglio esser montata come una vacca dal toro. Voglio che mi affoghiate nella vostra sborra. Vi voglio sentire in tutta me stessa’.
Le mie parole hanno eccitato ancor di più sia Kamal che Franco.
Io e Kamal ci siamo messi in piedi e ci siamo spogliati del tutto. Anche Franco ha fatto la stessa cosa, era allupatissimo.
I miei due uomini erano davanti a me, con i cazzi svettanti, entrambi enormi e per me inginocchiarmi davanti a loro ed impugnare quei due bellissimi cazzi è stato un gesto naturalissimo, poi le ho baciati alternativamente ed in cuor mio li pregavo di scoparmi, di incularmi fino in fondo, di ricevere la loro sborra nella figa, nel culo ed in bocca.
Dopo un po’ Franco si è seduto, ha allargato le gambe ed impugnando l’enorme cazzo che gli era venuto si è segato lentamente. Ho osservato che ogni volta che la sua mano risaliva verso la cappella si vedeva del liquido affiorare. Alle prime gocce ho pensato che stesse venendo ma poi quelle gocce si sono viste ad ogni risalita e quindi non poteva essere sborra, in ogni caso lui lo spandeva sulla cappella oppure se la metteva in bocca ed intanto aveva sempre lo sguardo fisso su di me come a dirmi che l’aveva grosso, caldo e umido ed a chiedermi se lo volevo dentro di me.
Kamal che si era messo dietro di me e con una leggera pressione mi ha fatto inginocchiare spingendomi la testa verso il cazzo di Franco. Non mi ha certo forzato perché in quel momento non desideravo altro che fargli uj pompino per avere tanta sborra.
Non appena messa carponi, Franco mi ha spinto la testa sul suo cazzo che ho preso con una mano affondandolo nella mia bocca che già era da pompinara esperta.
Ho sognato tante volte quello splendido cazzo e pensando a lui mi sono sditalinata con furia.
Senza che lui facesse il minimo movimento me lo sono infilato in bocca fino alla gola.
Kamal ha capito che lo desideravo tantissimo e mi ha sfondata. Per farlo si è chinato dietro di me e la sua lingua calda ha torturato deliziosamente il buchetto. Io ho sculettato e l’ho incitato dicendogli dove toccarmi e dicendo che lo stava facendo bene ma non solo, gli ho chiesto, e lui lo ha fatto, di mettermi la lingua in culo e scoparmi con la lingua.
Le mie parole lo eccitato al punto giusto per fargli dire che ero una troiona e che mi avrebbe riempito il culo con il suo gigantesco cazzo. Infatti, staccatosi per un attimo, si è poi riavvicinato smettendo di leccare ed ha avvicinato la sua enorme cappella al mio buchino, si è inchinato su di me poggiando il suo petto sulle mie spalle, mi ha afferrato le tette ed ha cominciato a spingere.
Ero fuori di testa, ero in paradiso. Sentire quella bestia che tentava di forzare il mio culo mi ha dato una sferzata di libidine ed ho spinto anch’io all’indietro andando incontro al cazzo. Ho sentito la cappella che veniva risucchiata ed io ho sospirato incitandolo ancora a proseguire dicendo ancora inculami, di sfondami il culo e riempirlo con il suo splendido cazzo facendomi sentire la sua vacca, la sua troia da monta. Gli ho chiesto con insistenza di sborrarmi nel culo tenendo il cazzo dentro fino a sentire i coglioni poggiare sulle natiche. Non ho avuto dei forti dolori quando mi ha aperto e quei pochi sono stati sostituiti dal piacere. Avevo un piacere diverso e perverso nel sentirmi piena e sfondata davanti a mio cognato che anche lui poi sarebbe entrato in me. Ero presa dell’estasi del piacere e mi sentivo sfondata, allargata, inculata e mi immaginavo messa alla pecorina con un cazzo enorme piantato profondamente nel culo ed un altro cazzo, altrettanto grosso, vicino alla mia bocca vogliosa.
Li ho sentiti irrigidirsi, poi a tremare spingere i loro cazzi ancor più dentro di me. Fiotti caldi mi hanno riempito il culo e la gola. É stato un piacere travolgente quello di inghiottire la sborra calda e sentire nel mio culo quelle iniezioni di sperma.
Mi hanno tenuta ferma fino a quando i loro cazzi hanno perso consistenza e poi li hanno sgocciolati uno in culo l’altro in bocca.
Sfiniti siamo rimasti stesi per un po’ crogiolandoci al sole ed alla salsedine. Poi stando in ginocchio tra i due e li ho ringraziati perché mia avevano fatto godere come non mai. Ho messo le mani sui loro cazzi ormai senza consistenza ma non per questo piccoli, anzi, e li ho accarezzati con voluttà.
Kamal mi ha guardò con gli occhi socchiusi e mi ha ammonito che per lui non era finita perché il suo cazzo non aveva ancora assaggiato la mia figa. Ho avuto un brivido di piacere. Pensavo che la sborrata precedente avesse esaurito i miei due stalloni ma sbagliavo di grosso ma quel giorno di me non ho concesso altro. Loro si sono segati ancora facendomi vedere quanta sborra avevano. Quella sborra non me la sono perduta e l’ho ingoiata tutta.
Siamo poi rientrati in porto felici e più che soddisfatti dandoci appuntamento dopo due giorni. Franco doveva tornare in città con tua sorella, Kamal si è adeguato”
“Ora sei contento?! Sei abbastanza arrapato? Sai, ho una certa voglia anche io ma sto pensando che ….! Beh, ti racconto cosa è successo dopo due giorni quando Franco è ritornato al mare da solo” queste sono parole della mia ex moglie che, da giovane donna timida e paurosa della mia reazione, si è dimostrata molto felice di raccontarmi le sue avventure sessuali senza che io ne sapessi niente anche se eravamo sposati e mentre credevo fosse una moglie fedele dedita solo a me con il sesso. Quella sua confessione che ormai usciva dalla sua bocca fluentemente e che a lei piaceva fare, mi ha fatto scoprire un lato di me che mai avrei immaginato di avere: il piacere di avere una moglie (anche se ora ex) scopata da altri ed il grande piacere di sapere come e cosa le hanno fatto nonché di come lei si è offerta a loro.
Dopo pochi istanti il racconto è proseguito. Mi aveva appena detto che aveva una ‘certa voglia’ ma non ho afferrato e né capito cosa intendesse con ‘ma sto pensando che ….!’.
Su quelle parole la mia attenzione non c’è stata e lei ha ripreso a parlare senza che la sollecitassi.
“Ti dicevo che dopo due giorni Franco è tornato al mare senza tua sorella ma non si è fatto vedere per tutta la giornata. Da lontano ho visto Kamal ma non ci siamo incontrati.
Al terzo giorno Franco è venuto verso le dieci del mattino per invitarmi in barca. Lo aspettavo. In quei due giorni mi sono sgrillettata molte volte pensando a li ed a Kamal, mica a te!
Per farla breve ti dico che siamo usciti in mare e quando eravamo lontani dalla costa Kamal si stese sul ponte e, subito dopo essere usciti dal porticciolo, mi ha invitato a mettermi a cavalcioni con la figa sul suo volto. Al suo invito non esitato ad inginocchiarmi, ho divaricato le gambe ed in un attimo mi sono ritrovata con la sua lingua che rovistava la figa e mi succhiava il clitoride nel tentativo di allungarlo ma comunque di stimolarlo per renderlo sensibile, poi ha messo le mani dietro di me, sotto il sedere, mi ha sollevato leggermente ed è scivolato con la bocca all’altezza del culo per leccarlo per subito dopo cominciare a risucchiare. Per fortuna avevo fatto un lavaggio intestinale prima di uscire di casa; lo avevo fatto in previsione di farmi scopare in culo da Kamal a casa non sperando in una uscita in barca.
La bocca di Kamal, lì in barca, mi sembrava una ventosa.
Franco, oltre a tenere il timone, si era denudato e mi faceva vedere il suo cazzo già dritto e svettante. Penso che con tua sorella in quelle due notti in città non abbia scopato.
Certo che Kamal aveva un bel attrezzo. Se avessi saputo come fargli un calco, mi sarei fatta un dildo!
Lo scopo di quel giovane negro era di scoparmi e lo desideravo nella figa, invece lui dopo avermi ben preparata mi ha inculato. Come tre giorni prima per me è stata una chiavata da antologia persobale, da raccontare ma tu sai già come lui mi è entrato dentro. Me lo ha dato tutto e mi è piaciuto sentirmi larga. Quando è venuto si è piegato su di me e mi ha infilato il cazzo fino in fondo toccando con la radice del cazzo lo sfintere fermandosi per scaricare la sua sborra nella speranza che non ne uscisse.
Quando quel magnifico cazzo si è rilassato, Franco, che aveva assistito alla scena segandosi si è avvicinato a noi due a guardare ed ha sicuramente trattenuto la sborra.
Kamal invece si disteso di nuovo sotto di me e si è messo a succhiare il mio culo, ho sentito la sborra che fuoriusciva e veniva inghiottita da lui. L’idea che lui stesse bevendo la sua stessa sborra direttamente dal mio culo mi ha mandato fuori giri e l’ho incitato complimentandomi con lui”
“Cosa gli hai detto? Lo hai almeno ringraziato, spero!” ho chiesto alla mia ex ed ho aggiunto “Non ha usato preservativo?”
“No, non l’ho voluto io. Gli ho dato il culo così come ero fatta. Tutto naturale”
“…. e lui?” insisto nelle mie richieste di particolari.
“Beh, l’ho ringraziato. Ricordo di avergli detto ‘sì, bravo! Succhiami il culo, bevi la tua sborra calda!‘ ed intanto gli passavo la figa sul naso poiché avevo sempre voglia di monta, voglia di cazzo che mi riempisse la figa, che me la aprisse e che eruttasse sborra.
Franco intanto ha fatto aprire le gambe a Kamal, si è inginocchiato ed ha puntato il suo cazzo sul mio culo. Non era ciò che avrei voluto ma andava bene ugualmente. L’ho sentito grosso e caldo nel cercare di insinuarsi tra i miei glutei e la bocca di Kamal.
In un primo momento non avevo realizzato quale fosse lo scopo di Franco e, francamente, non l’avrei mai potuto immaginare ma improvvisamente ho capito tutto e l’idea che quello splendido ragazzo potesse fare un pompino a Franco mi ha esaltato ancora di più.
Ho detto che li avrei voluti vedere e mi sono spostata da sopra Kamal per assistere.
Ciò che ho visto ha fatto schizzare la libido alle stelle. Franco si è messo in ginocchio ed ha preso la testa di Kamal tra le mani infilandogli il cazzo in bocca. Kamal aveva con le guance gonfie, succhiava infoiato mentre Franco parlava facendo una specie di cronaca, dicendo che gli piaceva, che Kamal stava succhiando bene, che aveva la bocca calda, che faceva i pompini meglio di Laura e che voleva che quel giovane negro ingoiasse la sua sborra.
Ho guardato per un po’ la scena, incantata da tanta meraviglia e dal cazzo di Kamal che nel frattempo si era di nuovo drizzato maestosamente e per me è stato un invito giocarci.
Mi è venuto da sgridarli benevolmente chiedendo loro se pensavano di fare tutto soli e che c’ero anche io.
Alle mie parole Franco ha ritirato il suo cazzo dalla bocca di Kamal e, dopo essersi sdraiato, sono calata impalandomi sulla quello splendido cazzo. La figa si è allargata in un attimo inghiottendo quell’enorme cazzo che mi faceva anche sospirare di piacere. Subito dopo ho dato inizio alla mia personale danza del ventre incitandoli a scoparmi entrambe.
Che fossi la loro troia era già chiaro ed allora ho voluto godermi in pieno i loro cazzi.
Ho incitato tuo cognato Franco.
‘Oh che bello! Come mi hai riempito bene la figa! Me la sento piena e gonfia, dammelo tutto dentro fino all’utero, sfondala! Mettimi dentro anche i coglioni!’ ecco cose di questo genere.
Quando Franco ha messo le mani sulla schiena facendomi abbassare per esporre il culo, ho capito che a breve avrei avuto pieno anche il culo. Infatti con dolcezza, ma fermamente, Kamal mi ha spinto giù sul petto di Franco e poi mi ha preso per i capelli, ha appoggiato la sua cappella sul mio culo ed ha spinto. Non mi ha fatto male perché lo sfintere in quei giorni era stato strausato. Mi sono sentita aprire da quella enorme mazza di carne che lentamente è sprofondata nel mio culo.
Ti confesso che il pensiero di essere scopata ed inculata contemporaneamente, cosa che non avevo mai provato prima d’allora ma avevo visto nei film porno, mi ha reso pazza di voglia.
Ho iniziato ad urlare, tanto non ci sentiva nessuno, ‘Oh sì, sì!!! Vi voglio tutti e due dentro di me! Che bello averne uno in culo ed uno nella figa! Spaccatemi tutta, sfondatemi, riempitemi il culo e la figa, riempitemi di sborra, con la vostra sborra bollente! Fatemi sentire ancor di più la vostra troia, la vostra vacca da monta! Dai su, bravi, così, sì, sì, spingete insieme! Kamal riempimi anche l’utero, mettimi incinta! Franco datti da fare. Tuia moglie queste cose non le fa allora sfondami il culo, infilaci anche le tue palle e svuotale! Sono vostra, vostra, la vostra troia da monta!!!’
Anche se ero sul punto di saltarle addosso per la voglia che ha fatto venire, ho pensato di allungare la discussione chiudendole “Dimmi un po’, con Piero come sei messa? Oppure ce ne sono altri?”
Con Piero abbiamo scopato qui in casa, in cucina per la precisione. Mi sono fatta prendere perché l’ho fatto arrapare tanto ed anche lui ha fatto la stessa cosa con me.
lui non scopava da mesi e la sua ragazza lo stava pressando e se avesse proseguito a non fare sesso con lei lo avrebbe lasciato.
Io le ho chiesto se lei già pensava a lui pur stando con me e lei me lo ha confermato aggiungendo che si vedevano in auto e che le ore rubate in macchina non bastavano più ed erano stati costretti a trovare un nascondiglio abbastanza sicuro per vedersi in fretta trovando la scusa degli straordinari al lavoro per avere solo un po’ di tempo per sfogare la voglia senza pensare a niente. I baci, le leccate, le parole di passione, le dita di lui dentro le mutandine di lei inumidite dagli umori per l’eccitazione si sono sostituite le s sgrillettate solitarie e le voglie che si portava dentro fin dalla mattina, le spompinate a cui non resisteva nonostante il timore che potessi spuntare all’improvviso, le seghe che lei gli faceva in auto si sono sostituite alle scopate in camera da letto ed ovunque in quella che era la nostra casa con le venute urlate senza soffocare le urla di piacere. La mia ex mi ha confessato che non ce la facevano più, avevano bisogno di darsi completamente senza sentirsi chiusi in una alcova di lamiera che era l’automobile di Piero. Il rischio che io tornassi e li sorprendessi accoppiati, valeva tutto.
Per fargli sapere che la casa era disponibile, lei mandava un SMS classico “Vieni a casa, mio marito è già andato via, presto!”
Il primo giorno di intimità, a lei è sembrato il giorno più lungo della sua vita e ritornando dalla scuola delle ragazze ha scritto “Stanotte ho fatto un sogno: mi hai trovata sul divano seminuda con le autoreggenti, tu avevi il cazzo in tiro e ti sei tuffato su di me, me lo hai messo dentro e mi hai scopata senza tanto riguardo senza chiedere permesso di entrare”
Per me quel sogno stava per realizzarsi. Infatti lei si muoveva nervosamente per tutto il soggiorno e nel sedersi in una poltrona ha aperto le gambe mostrando il suo pantaloncino ultra corto con una bella grande macchia al centro. È stato un chiaro segnale e non me lo sono lasciato sfuggire.
Quel sogno ho voluto che lo rivivesse e ci avrei messo tutto me stesso per rendere indimenticabile quell’incontro a quattr’occhi.
Volevo che si ricordasse di me per sempre ma sadicamente ho pensato di farle uno scherzo; le ho dato l’impressione di volerla scopare ed invece non l’ho fatto.
La notte quasi non ho dormito e la sveglia non si decideva a suonare. Finalmente sono arrivate le 6:30, mi sono levato e con calma mi sono preparato per andare a lavorare. Ho fatto finta di uscire di casa senza svegliare né lei né le ragazze ed ho fatto finta di chiudere la porta. In realtà mi sono nascosto in garage che quella notte era vuoto di auto.
Ho sentito il trambusto di lei che si è levata dal letto, le ragazze che hanno fatto colazione, il loro lavaggio mattutino e poi la voce della mia ex che ha detto “Via libera” e poiché si era messa vicino alla porta del garage ho sentito anche la risposta “Arrivo tra mezz’ora”
Mi sono detto “Cavolo, ancora mezz’ora!”
La mia ex donna era tanto presa dalla voglia di Piero che non ha messo l’auto in garage ed è corsa subito in bagno a buttarsi sotto la doccia per farsi trovare fresca e profumata da colui che dopo poco l’avrebbe montata.
Quando si è messa sotto la doccia sono uscito dal garage dopo avermi levato le scarpe con passi felpati sono andato fino alla porta del bagno avvertendo il profumo caratteristico del sapone alla lavanda che era il suo preferito. Al termine, appena asciugata, si è cosparsa di crema profumata poiché a Piero voleva offrirsi profumata sulla pelle non appena avesse varcato la porta. È poi andata in camera da letto matrimoniale ed ha indossato un perizoma nero con un sottile filino dietro che avevo comprato mesi prima apposta pensando a lue ed un un reggiseno nero a balconcino scollato e trasparente tanto da far vedere l’areola scura del capezzolo, infine ha completato il suo look da troia con delle meravigliose autoreggenti nere alte a balza larga ricamata che sarebbero state, secondo me, il colpo di grazia per uno arrapato che va a trovare l’amante. Chissà se quella era la prima volta che le usava!
Lei è ignara della mia presenza in casa ed io sono arrapato moltissimo. Il cazzo non sapevo dove e come metterlo. Ho fatto molta attenzione a non farmi sorprendere e, da come si muoveva, ho capito che lei era nervosa ed eccitata allo stesso tempo. Il vedere Piero entrare dalla porta mi ha eccitato ed incuriosito per capire se lui fosse meglio di me come maschio. Dopo un SMS che ho supposto che fosse del suo stallone. Lei ha sbloccato la serratura e si è semi distesa sulla penisola del divano così lui, appena entrato, l’avrebbe trovata di fronte.
Dalla posizione in cui ero non potevo muovermi perché avrei svelato la mia presenza ed ho aspettato, in silenzio totale, pochi secondi che mi sono parsi interminabili.
Piero appena chiusa la porta, si è avvicinato a lei e le ha fatto dei complimenti per quanto era bella. Ciò lo sapevo anche io e me la sarei fatta senza aspettare lui, anzi mi sarei fatto trovare accoppiato con il cazzo in uno dei tre buchi di cui lei dispone.
Gli occhi di lei si sono accesi appena lo hanno visto, si è leccata le labbra con la lingua ed in un tempo infinitesimo Piero si è levato solo la camicia ed io per nascondermi mi sono ritratto. Quando li ho rivisti i due sono avvinghiati come due serpenti.
Lei gli ha detto a voce non sussurrata che sente il cazzo in tiro che preme sotto i pantaloni che slaccia e li sfila velocemente, subito dopo gli leva la maglietta ed i boxer; vuole che Piero sia nudo, vuole sentire la sua pelle ed l’odore di sesso maschile.
Piero le ha slacciato il reggiseno, famelico l’ha baciata in continuazione, le sue tette libere lo hanno eccitato da morire, i capezzoli scuri e turgidi per l’eccitazione li vedo tremare sotto la sua lingua. Con le mani lui è sceso ad accarezzare le calze, si è abbassato piegandosi sulle ginocchia a mordere il bordo della balza con i denti quasi a volerle levare ma poi non lo fa.
Le ha baciato e le leccato la parte delle cosce nude, lisce e profumate risalendo fino all’inguine e con la lingua si è infilato sotto lo striminzito perizoma. Lo vedo staccarsi per un attimo e gli sento dire “Avevo ragione che ti stava bene” e poi con le dita lo ha scostato per affondare nei suoi umori poiché era già oscenamente bagnata. Se fossi stato io al posto di Piero sarei venuto al minimo contatto.
Mentre la tortura piacevolmente con la lingua, con le dita si fa strada dentro la figa mettendone prima una, poi due, tre ed infine quattro muovendole dentro e fuori sempre più velocemente facendole quasi male ma scuotendola parecchio. Vorrei che non smettesse e, dall’espressione del volto di lei capisco che vorrebbe che Piero continuasse nelle spinte e nella penetrazione delle quattro dita facendomi supporre che in quel modo si sarebbe fatta fistare.
Invece Piero la lecca sul clitoride facendole urlare.
Quelle sue dita che penetrano la fanno sbrodolare di miele e la mia ex viene con un orgasmo violento che io mi aspettavo già da molto tempo.
Lei si sta facendo succhiare la figa dalla bocca dell’amante con addosso un perizoma e le autoreggenti e questo la fa sentire porca e troia come io non avrei mai pensato che fosse.
Lei interrompe il trattamento che Piero le sta facendo per sedersi sul divano e prendergli il cazzo in bocca.
Ho idea che le spompinate in macchina non fossero niente in confronto a quella che gli sta regalando, non si perde un centimetro di quel cazzo eretto e grosso testo allo spasimo con la cappella violacea.
Piero la scopa in bocca come se la sbattesse nella figa.
Lei gli conficca le unghie nei glutei e nei fianchi per stringerlo ed avvicinarlo a sé gustandosi quell’asta turgida come un’affamata. infatti gli tortura la cappella con la lingua, lo lecca andando giù fin sotto le palle, lo morde, lo succhia da assatanata ed inoltre lo smanetta. Lui gode invitandola a proseguire con maggiore decisione.
Tenendomi ancora nascosto ma vedendo di sfuggita il loro modo di fare sesso, li sento parlare per descriversi quanto stiano godendo. Inaspettatamente mi piace sentire quelle voci mentre lei è in preda alla goduria chiedendo a Piero di dargli cazzo ancora, ancora e ancora.
Ad un tratto sento lei che chiede a lui di stendersi sul tappeto, che aveva opportunamente liberato dal tavolino, affinché lui occupasse quella fucina caldissima che si ritrova tra le gambe.
Lui si stende e lei sale cavalcioni dandomi le spalle.
Per ringraziarlo della posizione assunta e del piacere di averlo dentro completamente, lei lo bacia chinandosi fino a mettergli la lingua in bocca. Così facendo i glutei si allargano e compare ai miei occhi il suo sfintere che poche volte mi ha fatto vedere in questi ultimi anni insieme a lei.
Io non resisto più, la voglio scopare.
In quel momento faccio il mio ingresso dove loro stavano scopando. Piero non si meraviglia ma non avvisa la donna ed io, con il cazzo duro come il marmo, mi abbasso e poggio la cappella sullo sfintere e lei si fa trafiggere piano inarcando la schiena e sollevando la testa tirando un profondo sospiro accompagnandolo da un lungo “Umhhh!!”.
Piero le dice “Ti va vero, di fare una doppia?”
“Oh, sì! Dai Mario entra in fondo!” esclama ma la mia sorpresa è grande perché non i chiamo Mario ma Gianni.
Per evitare che mi scopra non parlo ma lei si volta e guardandomi negli occhi mi dice “Oh, sì, tesoro! Tu sei meglio di Mario” e proseguo ad affondare in lei come se ogni affondo se fosse l’ultimo.
Lei ha sentito il mio cazzo scavare dentro nella sua carne ed è eccitante sentirla riempita in quel modo. Mi sento vittima e carnefice, perché in fondo lo so, e lo sa anche lei, che anche se provo, alla fine sono schiavo dell’esasperata goduria che lei sa darmi facendomi perdere ancora di più nella libidine.
“Lo sai che sei un adorabile bastardo, ma mi vendicherò, sai!” esclama lei. Sotto le spinte sia mie che di Piero nella figa.
Io prendo a cavalcarla come se fossi uno stallone selvaggio, voglio farle male, ma lei riesce molto bene a seguire i miei movimenti e quelli del suo amante inarcando la schiena nel tentativo di facilitare l’entrata fino a sentire le mie palle sbatte sulle sue natiche.
Rispetto ai primi momenti in cui sono entrato nel suo culo, la sento che rilassa lo sfintere e capisco che la sensazione di essere piena in culo e nella figa si fa sempre più piacevole, sento che in lei la tensione viene a mancare lasciando spazio al godimento. Quando sento che sono entrato completamente la mia ex ritrae i muscoli e mi risucchia dentro di sé stringendo il mio cazzo nelle sue viscere.
Da ciò che mi aveva detto, è chiaro che ha raggiunto il suo scopo di essere posseduta completamente e darsi tutta così come aveva fatto con Franco e Kamal al mare.
Piero le chiede se avesse male al culo ma lei mi prega di andare avanti poiché vuole essere scopata così. Anche i colpi di Piero diventano sempre più profondi, le sue mani sui fianchi la stringono forte ed ormai la scopa con impeto e passione restando sempre attento a me ed al mio piacere mentre lui le tocca con le dita le grandi labbra ed il clitoride.
Il godimento mi travolge, non so più se godo per le dita nella figa o per il cazzo nel culo oppure per la doppia chiavata che lei ha. So solo che vengo preso da un orgasmo come non l’ho mai avuto, un orgasmo totale, talmente completo che ogni singolo centimetro di carne del mio corpo ne è stravolto. Piero la fa venire e la trattiene per darmi modo di sfogarmi fino alla fine.
Poi tocca a lui. Infatti dopo poche spinte si ritrae e sento che si svuota sulla pancia di lei con degli abbondanti e caldi fiotti che le arrivano fino al collo. In quelle poche spinte lui emette dei suoni di piacere e goduria accompagnati da rantolii e grugniti. Mi affascina vederlo e non mi sembra più che sia l’amante della mia ex moglie.
Quando lui gode, mi volto a guardarlo per quello che posso e vedo che ha il viso sfatto, stravolto ed immagino che debba essere anche io come lui.
“Non ti farò mai scappare via da me, mi fai godere come nessuno” mi fa lei “È stato come essere aperta in due, ma ho goduto davvero come una porca. Che gran scopata!”
Non abbiamo finito di fare sesso in quel momento ed abbiamo proseguito poiché l’arrapamento è stato tanto. Lo abbiamo fatto in tante posizioni con grande soddisfazione e risate da parte di tutti e tre perché le nostre fantasie non sempre sono state realizzate.
Da quel momento ci siamo incontrati periodicamente e da un tradimento è nata una relazione. Piero è andato a casa mia, cioè dove abitava lei e quattro mesi dopo non si è accorto che quella donna tutta pepe era diventata per lui un’estranea.
Li sentivo discutere continuamente e non hanno avuto dei rapporti sessuali per due o tre settimane.
Ho notato che a lei mancava qualcosa e che si sentiva male. Quando scopavamo con Piero, da una parte ero felice mentre lei provava vergogna di sé stessa per essere diventata disonesta a causa di quell’uomo.
Piero le ha anche detto che la amava e che voleva vivere con lei in un appartamento. Dopo un po’ di tempo, quando non riusciva più a trovare delle scuse, gli ha detto la verità e per sfogarsi dalla tensione nervosa della rottura del loro rapporto ha iniziato a gridare contro di me, a gettare oggetti per terra e mi ha chiesto come avessi potuto farle questo.
In realtà non ero mai stato geloso quando lei usciva con le sue amiche, se tali erano. Per terminare la serata, lei ha preparato le sue valigie e se n’è andata dalla madre.
Mi sono ritrovato in un attimo solo in casa senza le ragazze ed avevo la sensazione di aver perso tutto, stavo malissimo. Sono rimasto seduto da solo ed ho capito la portata della tragedia, avevo perso un rapporto di molti anni per un tradimento. Ho poi saputo che lei, da allora, non ha più visto Piero.
Dopo una settimana lei è tornata nel nostro appartamento ed ho visto quanto stava male. Aveva parlato molto con sua madre e con i suoi amici, si era accorta che mi aveva trascurato molto, che le mancavo molto e riconosceva gli errori, tuttavia l’ho lasciata sola a casa con le ragazze e non ci siamo più visti per due mesi.
Io non l’ho di certo dimenticata. Ho pensato spesso al nostro amore e mi sono chiesto come fossimo arrivati fino a quel punto.
Era stata infedele ed aveva distrutto tutto con quelle relazioni sessuali. Entrambi però ci siamo accorti di quanto abbiamo perso e ci siamo incontrati di nuovo per un’ultima spiegazione. Ci siamo sentiti appartenere l’uno all’altra e per questo motivo abbiamo deciso di iniziare di nuovo. È difficile, molto difficile stare con lei e scoparla senza in assenza di un altro, ma il nostro amore ha vinto. Nel fine settimana usciamo di nuovo insieme, facciamo molto più cose insieme e crediamo entrambe in un futuro insieme.
Anche se è stato un momento difficile, ci ha cambiato in meglio.
«Mi sembra di rivivere quando spinsi mia moglie nelle braccia del cognato, sognavo sempre mia moglie che si faceva fottere e io mi eccitavo come un cornuto, cosi una mattina le dissi stamattina viene giovanni fatti trovare con la sottana rossa e nuda sotto vediamo come reagisce, lei mi disse che ero un porco, ma siccome so che lei è una troia ed ama il cazzo mi disse ok se tu lo vuoi. Arrivò giovanni e solo a vederla con i capezzoli duri le cosce di fuori si eccito come un porco, lei ciao ti faccio un caffè si grazie si abbassò per prendere la cialde e gli vece vedere il culo e la fica, io osservavo nascosto mentre mi menavo il cazzo, appena fatto il caffè si mise di fronte a lui accavallo le gambe e il seno fuorusciva lui si eccito come un porco e capi che lei aveva voglia si avvicino qualche carezza la bacio in bocca con la lingua e lei ma che fai, elui dai lasciati andare lo so che mi vuoi la spoglio si tiro giù i pantaloni e tiro fuori un cazzo duro e grosso, dai assaggia la spinse giu e lei puttana lo prese in bocca lo meno lo succhio come una troia, si eccito e gli disse dai ora fottimi, lui la pre la butto sul tavolo e vie le ficco tutto il cazzo dentro fottendola come una troia, dopo un po dai girati voglio il culo e lei ubbidì si giro dai prendimi il culo forza, lui non si fece pregara le mise un dito dentro gli lecco il buco e via poggio la grossa cappella nel buco e spinse dentro tutto quel cazzone io mi menavo eccitato guardando la mia troia che si faceva fottere, vidi che godeva mentre lui le fotteva il culo, dopo un po lui tiro fuori il cazzo e le sborro in faccia godendo come un porco dai ora leccami la cappella puliscila e lei si mise il cazzo in bocca leccando tutta la sborra. Che puttana io mi ero riempito la pancia di sborra godendo come un cornuto che guarda la moglie fare la puttana. Mmmm bellissimo vi consiglio di provare fatevi fottere la moglie da un amico un parente vedrete che vi piacerà da morire e godrete come un porco.»
«ottimo racconto mi sembra di rivivere una mia avventura successa tre anni fa bacione Lella»
«Gran bel racconto, fatto molto bene, un lavoro veramente piacevole. Bravo.»