Non ho mai creduto troppo alle avventure erotiche nate sui “social”, ma mi sbagliavo.


Cristina era una signora di età adeguata alla mia che incrociai su una chat - come dire? - birichina dove la gente, protetta dall’anonimato, si lasciava andare a confessioni “osè”.


Io mi ero iscritto con il nick “vogliadi69” e, di tanto in tanto, senza troppa convinzione, mi collegavo per vedere se riuscivo anch’io ad agganciare una “trombamica” come, dicevano, era capitato ad un paio di miei amici.


Un giorno, dopo una ventina di minuti di collegamento con la chat senza alcun esito, stavo per chiudere quando sentii il “bip” che mi informava di un messaggio da parte di un altro utente.


Andai subito a leggere e, non senza sorpresa, lessi il messaggio di una certa “Rosacandida”: “Ciao. Hai un bel nick … intrigante!”.


Risposi: “Ciao Rosa, … in effetti è una posizione che amo molto”


“Beh, in effetti … fatto con la persona giusta” mi rispose a sua volta, aggiungendo: “Comunque non mi chiamo Rosa”


“Eh Eh … e magari non sei neppure … candida”


“Candida? Scherzi? Sono una alla quale piace molto fare sesso. Peccato che, dopo alcune esperienze eccitanti, da qualche settimana non batto chiodo”


La faccenda si faceva interessante.


“Beh, siccome anch’io sono nelle tue stesse condizioni, chissà che non si possa combinare qualcosa”


“Io, però, sono esigente” disse lei.


“Ecco! per una volta che trovo una femmina vogliosa, lei cerca il palestrato … SGRUNT!”


“Macché palestrato - protestò lei - io voglio uno che sappia farmi godere! A me non interessano i muscoli … me ne basta uno … quello che sta fra le gambe di voi maschi”


“Beneeee! - risposi - Tu di dove sei? Io sono di Torino città”


“Caspita! Siamo vicini! Io abito a Vinovo”


“Urca! … Quando ci possiamo vedere … giusto per un primo approccio, ovvio”


“Stasera alle 21 ti andrebbe bene? Dovrei andare ad una lezione di inglese, ma ci rinuncio”


“Perfetto! Dove ci vediamo?”


“Dovresti venire fino qui, io ti aspetto vicino alla chiesa. Dimmi che auto hai, io ho una Opel Corsa grigia”


“Io una Punto verde”


“Bene. Allora, stasera ti aspetto. Quando arrivi non scendere dall’auto, salgo io sulla tua … poi andiamo in un posticino tranquillo”.


“Ok … Ah! … io mi chiamo Antonio, Toni per gli amici”


“Io Cristina, piacere … allora a stasera?”


“Certo! … non vedo l’ora”


Alle 21, mentre il campanile di Vinovo suonava i 9 rintocchi, mi accodai alla Opel Corsa ed attesi.


Ne uscì una donna bionda, con i riccioli e non magra (le ossute a me non sono mai piaciute).


Salì in auto e: “Vai - mi disse - ci salutiamo dopo. Non vorrei che qualcuno mi vedesse ed andasse a dirlo a mio marito”


Seguendo le sue istruzioni, ci inoltrammo in una strada sterrata in mezzo ai campi.


“Ecco. Fermati qui”


Spento il motore mi voltai e le dissi “Eccoci qua! … Posso darti un bacio?”


Non mi rispose, ma mi si avvicinò e le sue labbra si posarono sulle mie; tirai fuori la lingua e la insinuai fra le sue che si dischiusero e cominciò un “tango” di lingue vogliose.


Subito posai una mano sul suo seno prosperoso e lei lasciò fare sicché le sbottonai la camicetta e scoprii che non aveva reggiseno.


Giocai un po’ con i suoi capezzoli che si erano prontamente inturgiditi continuando a far incrociare la mia lingua con la sua.


Poi mi staccai e mi abbassai a succhiare prima uno, poi l’altro capezzolo.


Lei gradiva perché, non solo si lasciò sfuggire dei gemiti, ma mi chiese di spalancare la bocca per accogliere più seno possibile.


Siccome, ora, una mano era dietro le sue spalle e l’altra era libera, la insinuai sotto la gonna, sfrucugliando nelle mutandine che scoprii già molto bagnate.


Aveva una figa mimetizzata in fra una folta foresta di peli ed un clitoride importante, quasi che fosse un piccolo cazzetto.


Senza mollare il suo seno che teneva occupata la mia bocca, cominciai a dedicarle un ditalino.


Lei gemeva e si contorceva.


Si lasciò scappare un “Finalmente ho trovato un porco adatto a me!”.


Sotto le dita sentivo la vagina sempre più infradiciata; infilai il dito medio nella fessura e cominciai a cercare il misterioso Punto G.


Andai avanti per alcuni minuti poi lei urlò: “Vengoooo”.


Sussultava come mai mi era capitato di vedere in una donna in orgasmo.


Si calmò, si ricompose e guardandomi piena di gratitudine mi disse “Grazie tesoro!”


Poi mi chiese: “Vuoi un fazzolettino per asciugarti il dito?”


“Buona idea, ma prima … “ portai il dito alla bocca e lo succhiai con avidità; lei mi guardò emozionata ed io le dissi “Hai un buon sapore … Vorrei poter assaporare il gusto … direttamente”


“Ed io sarò contenta di fartela leccare. Dimmi quando sei disponibile ed andiamo in albergo”


“Domani pomeriggio?”


“Non vedo l’ora!”


Il campanile suonò dieci rintocchi più uno … erano le 22,30; un’ora e mezza in auto e mi venne da pensare “Chissà quanto tempo, domani, staremo in quel letto d’albergo!”


Lo scoprirete alla prossima puntata.


(FINE PRIMA PARTE)

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