I peccati di due novizie – la retta via –
La novizia arriva a Roma
E’ forte il desiderio in Halena, una ragazzetta di un paese lontano, dove il suo credo è decisamente in minoranza di riuscire a realizzare la sua vocazione religiosa.
Bella, alta, capelli neri come la notte e occhi azzurroverde, e con un corpo decisamente da urlo. Nulla da invidiare ad una modella ma il suo cuore è puro e il suo corpo incontaminato.
Grazie ai contatti giusti arriva a Roma nel convento che la renderà ciò per cui è nata, il suo destino è scelto…Ecco l’occasione della sua vita , quella che le permetterà di realizzare il suo più grande desiderio, essere una suora vera.


Il diavolo e l’acquasanta
A condividere la stanza con Halena c’è un altra ragazza, anche lei molto giovane, di nome Miriam. Una moretta di Roma, dagli occhi scuri e profondi. Una bellezza mediterranea tutta Italiana. Miriam, a differenza di Halena, è sempre stata una ragazza frivola, tutta tacco 12, minigonne e gloss. Una vita dissoluta tra i festini nella Roma bene e troppi vizietti che le avrebbero garantito certamente una vita incasinata. Così, in cerca di ritrovare se stessa e la retta via soprattutto…viene accolta in questo luogo lontano dalla perdizione, ma sappiamo bene quanto certi vizi siano difficili da lasciare andare.
Tra le due ragazze ci fù da subito una forte intesa. Così diverse ma affini come se si compensassero, alla vista erano il diavolo e l’acquasanta. Ma divennero subito amiche in questa realtà dura, fatta di preghiere, regole, privazioni e reclusione.


Dure giornate e piccoli segreti da novizie
Le giornate erano tutte uguali, iniziavano alle 5:00 con preghiere e meditazione, la messa delle 8:00, poi la colazione frugale, compiti e mansioni da svolgere fino alle 12:00 e  poi il pranzo, altrettanto frugale. Subito dopo si ascolta in rigoroso silenzio la lettura di un testo spirituale, si lavora ancora fino alle 18:00 , la cena(forse), si prega di nuovo fino alle 22:00 e poi si dorme. Il rapporto tra Halena e Miriam si fa più forte, le ragazze sono complici, e Halena mantiene i piccoli segreti di Miriam per se. Come quei rumorini che la svegliano in piena notte, i fremiti e gemiti strozzati sul cuscino di Miriam che si masturba freneticamente ogni santa notte. Halena che non ha mai sperimentato nella sua vita i piaceri della carne proprio non comprende come sia possibile lasciarsi andare in quella maniera.


Amore saffico tra le due amiche
La ragazza, un giorno, durante i lavori nell’orto decide di affrontare l’argomento con la sola amica che ha e Miriam scoppia a ridere incredula.
“Sei così bella e non hai mai preso il cazzo? Non ci credo! Nemmeno una leccatina a na bella cappella?”
Halena, con il viso rosso di vergogna scuote la testa ad occhi bassi, confermando che non ne sa proprio nulla di maschi.
Inconcepibile per Miriam, che le si avvicina, dolce e maliziosa. Lei con quella vocina innocente e quello sguardo da zoccoletta eccitata, le accarezza le forme nascoste dall’abito casto. Halena in quell’istante sente un brivido che mai ha provato prima, lo sente nascere nel ventre ed esplodere in qualcosa di bollente che le pervade il grembo. Scivola sulle cosce che le tremano, il tocco di Miriam si fa più intenso e mentre scende con le mani le si inginocchia davanti intrufolandosi sotto le vesti.


Halena crede di morire per l’emozione che sta provando con la lingua di Miriam e quelle dita che vanno a stuzzicarle ogni punto li sotto, sente come quell’intenso momento stiaa per scoppiarle tra le cosce. Quelle cosce pure, fino a prima della bocca di Miriam e di quelle dita sottili e affusolate che l’ accarezzano da dio. Halena non sa come fermarsi e la sua carne pulsa, trema e schizza nella bocca di Miriam che beve di gran gusto tutti quegli umori, per poi uscire da quelle cosce tremanti e baciare sulla bocca la sua amica, facendole sentire il buon sapore che ha il sesso.
Le ragazze da quel momento furono più unite e complici che mai e le lunghe notti non erano più così fredde, le grandi leccate di quelle giovani fichette gonfie e sempre bagnate le rendevano notti bollenti e piacevoli.


I piaceri dell’orto
Miriam, un pomeriggio nell’orto, ebbe l’idea di chiedere ad Halena se voleva provare qualcosa di più eccitante, che le avrebbe dato un piacere molto più intenso.
Il desiderio che aveva Miriam era quello di penetrare e farsi penetrare da Halena, povera Miriam, lei senza cazzo non sapeva davvero stare ma Halena che non ne aveva mai preso uno non poteva capire di che piacere si stava privando da una vita.
“Dai Ale, appoggia le mani su quel tronco e apri le gambe, vieni, spingi fuori sto culetto che ora la mia lingua ci fa magie…Tranquilla che sarai vergine come tutte le spose, vergini in fica sfondate nel culo!”


Miriam inizia a leccarla e Halena se la gode dilatandosi tutta, sempre più gonfia e aperta inizia a sentire qualcosa che le si appoggia in quel buchino…si proprio quello nel suo culetto. Miriam le spinge una piccola carota, si fa spazio, le apre quel culetto dolcemente con un gioco da maestra di lingua e rotazioni, scivolamenti dentro fuori e ancora lingua tra culo e fica, tutto va per il meglio, è fatta. Ormai Halena è aperta, può prendere qualcosa di più grosso come una di quelle zucchine chiare, lunghe e strette.
Una volta dentro Halena, Miriam si infila dentro l’altra estremità della zucchina  per scoparsi la figa mentre incula la sua amica, il piacere è così forte che i gemiti sono incontenibili, tanto da richiamare l’attenzione della madre superiora che impazzisce alla vista di questo spettacolo osceno e perverso.
Prese per il collo e staccate l’una dall’altra dalla madre superiora che, senza perder tempo, le prende a colpi di canna di rattan che la vecchia aveva sempre con se, perchè le punizioni non mancavano mai, per un motivo o per l’altro.


Punizione
I primi colpi sulle cosce delle ragazze, i successivi sul culo, prima una e poi l’altra sulle ginocchia della Superiora a farsi fare il culo rosso da innumerevoli sculacciate. Quelle natiche dai cordoni rossi, bollenti, dovevano espiare le colpe della lussuria ma, per la madre superiora, la vista di quei buchini spanati era inaccettabile. Bisognava estirpare il seme della lussuria da queste piccole puttane.


Arrivate le alte sfere, dopo essere state informate dell’accaduto, vengono accompagnati in una grande aula dove li attendeva la Badessa con le due ragazze. Private dell’abito che ormai non meritano più, nude, umiliate e in ginocchio attendono con terrore la punizione imminente.
Gli alti prelati, alla vista di queste due cagnette addestrate al suono del clicker in mano alla badessa, si alzano e si inginocchiano a seconda dei click-clack che sentono, si rendono conto che la punizione deve essere esemplare. Per colpa di queste due puttanelle i loro cazzi sono di pietra, i pensieri annebbiati dal peccato della carne…si insomma se le voglio fottere.


Pene corporali a colpi di cazzo
Il più alto in carica prende l’iniziativa avvicinandosi alle ragazze e porgendo la mano destra per farsi baciare l’anello. Le due, spaventate, baciano timidamente l’anello, ma la Badessa furiosa con le due, le afferra per i capelli intimandogli di tirare fuori per bene la lingua come le cagne che sono e spingendole sulla mano dell’uomo le obbliga a leccare l’anello.
Alla vista di ciò anche gli altri si avvicinano come lupi affamati, mostrando le loro cappelle gocciolanti che sotto gli abiti talari erano ormai ben visibili. Accerchiate da questi uomini non hanno scampo e dovranno subire le punizioni che verranno loro inflitte senza pietà.


Uno di loro, con in mano una vecchia paletta di legno, inizia a colpire le tette gonfie e turgide di Halena mentre un altro pizzica e torce quelle di Miriam per poi schiaffeggiarle entrambe sulle bocca. Le labbra ora gonfie, rosse e colanti di saliva e quei faccini rigati dalle lacrime rendono ancora più eccitati e violenti gli inquisitori che, uno a uno, spingono il membro duro e gonfio nelle bocche delle ragazze. La suora preme con forza le teste delle giovani, schiacciando quei nasini contro quei peli ricci e folti ingozzandole di cazzo fino a fargli girare gli occhi al contrario.


Ritrovare la retta via
Ma le ragazze nell’orto si scopavano con i frutti della terra e certo non poteva finire così la punizione, un click e le troie erano in piedi ,un altro click e subito a pecora. I cazzi che le due prendevano a ripetizione ormai non si contavano più e la suora esordisce con una saggia osservazione “luride troie,lo volevate dentro? ECCOVI SERVITE!!!”
Scopate in culo e in figa senza pietà, un solo attimo di tregua avviene quando uno degli esecutori scoppia in una risata sadica e crudele . “Questa puttanella era vergine” dice fiero di averle spaccato la fighetta per primo. Goduto nella fighetta violata di Halena e fiero della sborrata copiosa che le ha riempito il ventre, sfila il suo cazzo, glielo porta alla bocca e le ordina di ripulirlo tutto. “Guarda piccola troia cosa hai fatto ,volevi il cazzo? ora ne hai quanti ne vuoi”.


Ma ecco che mentre Halena ripulisce ubbidiente, l’uomo ride ancora e le piscia in bocca con la suora che pretende che non ne vada persa neanche una goccia. Le ragazze lavate dai peccati con il piscio vengono schiaffeggiate e sculacciate  con la faccia a terra mentre leccano nella pozza formatasi sotto di loro.
Con il culo e la figa colanti di sborra le ragazze hanno finalmente trovato la RETTA via.


racconto di Ylenia, chiamala allo 0695541845 oppure all’899626217

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