Il giorno stabilito, alle 15 in punto, Antonella arrivò in ufficio da me.
Avevo disdetto tutti gli appuntamenti ed avevo messo le lenzuola pulite nel letto che avevo in una camera dell'ufficio e che, a volte mi serviva quando lavoravo fino a tardi la sera e non avevo voglia di tornare a casa.
Altre volte mi serviva per ospitare occasionali amanti (che, solitamente, erano clienti o mogli di clienti ...).
Antonella, come al solito, vestiva una camicetta leggera e dei jeans molto attillati.
"Buong ... emh ... ciao Toni" mi salutò quando le aprii la porta e, mentre entrava, mi baciò su una guancia.
Avevo voglia, ma, nel contempo, avevo preso coscienza che mi attendeva un compito arduo.
Le chiesi se voleva bere qualcosa o se, invece, preferiva passare subito al "dunque".
Mi sorrise e rispose: "Sai, mi piace la tua delicatezza! Un altro mi avrebbe subito scaraventata nel letto ... ed è quello di cui ho più paura e che, fino ad oggi, non mi ha mai permesso di fare ... di fare ..."
"Di fare l'amore?"
"Ecco! Anche in questo sei delicato! Un altro avrebbe usato quell'altro verbo ..." ed arrossì, leggermente imbarazzata.
"Intendi dire ... scopare? - al suo gesto di assenso, proseguii - Vedi, io, come potrai immaginare ho avuto molte ... avventure, ma con tutte le donne ho sempre fatto l'amore ... non ho mai scopato"
"Va a finire che m'innamoro di te ... allora ... facciamo l'amore?"
"Certo, seguimi"
Aprii la porta della camera da letto e lei si stupì "Vivi qui?"
"No, mi serve per quando, la sera, faccio tardi con il lavoro e ..."
Mi interruppe "E quando ... fai l'amore"
L'abbracciai, le accarezzai i capelli e le posai la mia bocca sulla sua ... piano piano la mia lingua si insinuò fra le sue labbra e la sua bocca si aprì ad accogliere la mia lingua.
Ci sdraiammo sul letto e, continuando a baciarla, con una mano iniziai a sbottonarle la camicetta.
Le, allora si scostò.
Pensai che avesse cambiato idea, invece si alzò dal letto e, lentamente, con gesti misurati, ma senza titubanze, si sfilò la camicetta, poi si tolse le scarpe e tirò giù la cerniera dei pantaloni.
Si mise una mano dietro la schiena e si tolse il reggiseno.
Infine si sfilò le mutandine.
Poi tornò nel letto.
"Voglio essere tua ed uscire di qui donna"
Le accarezzai i seni, le baciai i capezzoli che si inturgidirono in fretta.
"Adesso, però, devi spogliarti anche tu" mi disse in un soffio.
Lo feci e, quando cadde l'ultima barriera, lasciando scoperto il mio cazzo, lei mi chiese un po' interdetta: "Ma, sei sicuro che ... mi entri dentro?"
"Certo, tesoro"
Mi infilai il preservativo, poi mi abbassai verso la sua figa e cominciai a leccargliela delicatamente.
Era già un po' bagnata, ma dopo un paio di minuti di lingua, era un lago.
Aveva voglia di essere penetrata e me lo disse, quasi in un rantolo: "Dammelo ... lo voglio"
Appoggiai la cappella sulla figa fradicia e spinsi piano.
Non entrai subito, ma detti una serie di delicati colpetti ed ogni volta sentivo il cazzo entrare un po' di più.
Lei era tesa, e, allora, le dissi "Rilassati tesoro, vedrai che sarò dolcissimo"
Ripresi con in colpetti di cazzo ... la sentivo abbandonarsi sempre di più e cominciò a gemere di piacere.
Allora iniziai ad aumentare il ritmo dei colpi ... ormai il cazzo era quasi tutto dentro e, dunque, pensai di averla deflorata e, così, entrai fino in fondo cominciando a pomparla, sia pure con estrema delicatezza.
Ad un tratto lei insinuò una mano fra i nostri corpi e la ritrasse guardandola.
Poi mi guardò con uno sguardo pieno d'amore e mi disse. "Caspita, è sangue! Sono donna! Grazie amore mio!"
A quel punto aumentai ancora il ritmo e lei, oramai libera da complessi, cominciò a dimenarsi per il piacere,
Gemeva, le sue mani mi cingevano la schiena e, di tanto in tanto, arcuava la schiena per accogliere ancora più profondamente, dentro di sé, il mio cazzo.
Ad un tratto cominciò a tremare ed i suoi gemiti aumentarono d'intensità.
Poi un urlo. "Godoooooo!".
Mi fermai e lei ... "Non ti fermare, è bellissimo".
Ripresi cercando di non lasciarmi andare.
Lei venne una seconda volta e, a quel punto, sborrai anch'io.
Ansimanti, sudati, restammo abbracciati ancora un po'.
Poi, io, tolsi il cazzo e constatai che, di sangue, c'erano pochissime tracce.Lei mi chiese "Posso vedere cosa non ho potuto ricevere nella mia ... figa?"
Mi sfilai il preservativo e le feci vedere il contenuto.
"Mi hanno detto delle amiche, che si può bere ... è vero?"
"Sì, certo, facendo ... emh ... un pompino"
E se bevessi quello che c'è nel profilattico?"
Glielo porsi e lei, non senza qualche incertezza, se lo portò alla bocca e bevve il contenuto.
"Buono" esclamò, poi "Ma come si fa il pompino?"
"Tesoro, la prossima volta te lo insegno"
"Quando?"
"Facciamo dopodomani?"
"Non vedo l'ora! ... Devo imparare tutto sul ... sul ... sullo scopare! ... Ora ho 18 anni, sono sverginata e voglio godere e far godere!"
Era nata una vera porca?

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Categorie: Prime Esperienze