Erano oramai tre mesi che, il giovedì pomeriggio, andavo da Valeria per passare due ore di sesso, alla faccia del marito, Sergio, che, oltre ad essere più vecchio di lei di una decina di anni, era anche interessato esclusivamente alle partite a tresette al dopolavoro ferroviario.
Ma solo il giovedì pomeriggio; ecco perché ci incontravamo in quel giorno.
Lei mi aveva confessato di avere ancora voglie intime, nonostante i suoi sessant'anni e, così, un giorno, ci ritrovammo a letto e, siccome tutt'e due ne uscimmo stremati, ma soddisfatti, prendemmo l'abitudine di trovarci il giovedì pomeriggio, quando Sergio usciva alle 15 per tornare a casa verso le 19.
Quel pomeriggio, però, avvenne qualcosa di straordinario.
Io amavo, come lei, i lunghi preliminari e, fra le altre cose, mi abbandonavo a lunghe e profonde leccate in mezzo alle cosce, assaporando il gusto della sua topa ed eccitandomi nel sentire i suoi gemiti.
Anche quel giorno, dunque, le stavo facendo un sontuoso ditalino con la mia lingua, quando squillò il telefono che era sul comodino.
Lì per lì, provammo ad ignorare i trilli, ma, alla fine, lei mi disse:
- Aspetta, tesoro: può essere qualcosa di importante!
Rispose e, dopo le prime parole dell'interlocutore che stava dall'altro capo del filo, lei disse, titubante:
- Veramente non so se ci sta ... provo a chiederglielo - poi, scostando la cornetta dall'orecchio mi disse - E' Rosangela, la mia vicina di casa ... sai, quella di cui ti ho parlato più di una volta ...
- Ah, sì - risposi.
In effetti, un paio di volte Valeria, al termine delle nostre "cavalcate", mi confessò che la vicina di casa - Rosangela, appunto - le aveva detto, con fare malizioso "Ti sei fatta un amante, eh? E dev'essere un gran bravo stallone perché, dai gemiti che sento attraverso la parete, si capisce che ti fa godere come una troia in calore ... Chissà che, un giorno o l'altro, non decida di chiederti di condividerlo con te".
Io avevo ridacchiato, aggiungendo che, alla mia età, era già tanto se riuscivo a soddisfare lei.
Invece, quel giorno, Valeria, dopo avermi detto che, al telefono, c'era la sua amica, mi disse: "Vorrebbe venire qui, ... adesso ... per unirsi a noi".
- Per me va bene, se, però, va bene anche a te ... - risposi.
Valeria lo comunicò a Rosangela che urlò - WOW!!! Arrivo! -
Passarono pochissimi minuti ed il campanello della porta squillò; Valeria, completamente nuda, andò ad aprire.
Sentii che si salutavano e, poi, parlottarono sottovoce.
Valeria riapparve e si venne a sdraiare accanto a me - Ora arriva - disse - ma, intanto, noi andiamo avanti. -
Ci abbandonammo ad un 69.
Lei era sopra di me e, mentre ai colpi della mia lingua, la sentivo gemere e sussultare, sentivo il mio arnese nella sua bocca con la quale ci sapeva davvero fare.
Ad un certo punto staccò la bocca dal mio cazzo che aveva assunto dimensioni importanti, ma, subito dopo sentii nuovamente il mio cazzo avvolto in una bocca.
Che non era quella di Valeria, ovviamente, ma di Rosangela.
Se lo prese in bocca fino alla radice, succhiando e stantuffando con una foga tale che, ad un certo momento, rantolai un "Così mi fai venire ...!".
Allora Valeria si scostò ed anche Rosangela sollevò la bocca ... "dal fiero pasto".
Rosangela era una donna sui 55 anni, morbidamente in carne, bionda, un seno che ritenni essere una quarta abbondante e, in mezzo alle tette, aveva un tatuaggio che, seppur molto stilizzato, ricordava un cazzo.
La figa coperta da un pelo rossiccio, folto in mezzo al quale facevano capolino le grandi labbra della vulva.
- Avete deciso di spomparmi? - chiesi alle due.
- Certo che sì - risposero insieme.
- Io avrei una proposta - disse Valeria - una gara: io e Rosangela ci mettiamo, affiancate, alla pecorina e tu lo infili, a turno, prima nella mia passera per qualche minuto, poi passi a trapanare Rosangela e così via. Quando stai per venire ce lo dici e noi ci mettiamo in modo che la tua sborra ci inondi le facce.
Detto, fatto: dinanzi a me ebbi due culi stupendi e due fighe altrettanto stupende e vogliose.
Dopo una decina di colpi a Valeria passai a Rosangela e la trovai bagnatissima.
Mentre la pompavo vidi, con la coda dell'occhio che Valeria si era infilata una mano fra le cosce e si sgrillettava furiosamente.
Non so quanto andammo avanti; so, però, che le lenzuola erano fradice perché, sia Valeria che Rosangela, squirtarono abbondantemente.
- Sto per venire! - rantolai.
Le due donne si voltarono prontamente e, scendendo dal letto, si accucciarono per offrirmi le loro bocche pronte a ricevere lo schizzo.
Che fu abbondante come raramente mi capita.
Quando i getti furono esauriti, le due si leccarono a vicenda, assaporando la calda crema che io avevo loro distribuito; poi si dedicarono al mio cazzo e le loro bocche me lo pulirono con cura.
- Adesso tocca a me farvi il bidet! - dissi, stendendomi supino.
Pareva non aspettassero altro: prima Valeria, poi Rosangela si accovacciarono, a turno, sul mio petto, offrendomi le fighe bagnatissime che la mia lingua cercò di pulire con cura, ma più le leccavo e più si bagnavano.
Alla fine, prima Valeria, poi Rosangela, godettero urlando.
Quindi giacquero, stremate, al mio fianco.
Pare che Rosangela sia rimasta così soddisfatta dell'esperienza che, d'ora in avanti, invece che nel letto di Valeria, ci troveremo nel suo letto.
Così non scoperemo solo il giovedì pomeriggio ...

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