La Signora, la Padrona fu buona, incredibilmente.. quasi...dolce, con le sue mani calde, morbide mi accarezzò in tutto il corpo, mi baciò e leccò la schiena, e sulla mia schiena nuda avvertii il contatto delle sue splendide tette.
L'attrezzo con cui si era munita in mezzo alle gambe, non era grosso, anzi sottile, non lungo, provai forse un po' di dolore mentre mi faceva il culo, all'inizio ma poi piacere, se ne accorse, spostò le mani dalle mie spalle, sul davanti, stuzzicandomi i capezzoli, e poi scendendo giù, masturbamdomi .
Alla mia sinistra invece suo marito, il Padrone inculò Jenny, palpandole rudemente le tette, urlò, ma poi anche lei, come me cominciò ad agitarsi e gemere dal piacere, avvertivo la sua mano stringere sempre di più la mia, stavamo godendo
...Godono le puttane ! esclamò il vecchio , la Signora evidentemente contenta mi sussurrò all'orecchio destro...Sei più una schiava che uno schiavo..e mi baciò sulla bocca, cosa che di solito i padroni non fanno mai
...Si siamo le vostre puttane, schiave...godiamo, ma vi prego sfogatevi ma poi non fateci del male ...implorò nuovamente la mia amichetta d'avventure particolari, la donna si mosse dicendo al marito ...Dai...Pietro, voglio fare una cosa ..
Lui si spostò di lato, lei si sdraiò su Jenny, iniziò a baciarle e leccarle la schiena nuda, poi riuscì a baciarla sulla bocca e papandole le tette, cominciò a penetrarla, facendole il culo
Si girò verso di me , le stavo ammirando eccitantissimo, mi urlò...Tu non stare li a guardare, inculami con il tuo cosetto...non fartelo ripetere o vi faccio frustare ..Non me lo feci ripetere, avevo un'erezione e vincendo timori per la presenza del marito, le feci il culo
Fu bellissimo, le baciavo e leccavo la schiena, potevo palparle le meravigliose tette ed arrivavo anche a toccare, stringere e palpare quelle di Jenny , poi però il marito, mi venne dietro, e fece rudemente il culo, il suo cazzo, come aveva sperimentato la mia amica trans, era veramente duro, grosso
Anche se avanti con gli anni quel Pietrò rivelava un vigore ed una resistenza notevole...Urlate schiave...baldracche tanto non vi sente nessuno ...ci ordinò e non ce lo facemmo ripetere
...Si...Si ..ce lo state rompendo... siamo le vostre prigioniere...schiave rispose ansando Jenny, Lo specchio posto in fondo alla stanza rese l'immagine di quello che stavamo facendo, i nostri corpi nudi, caldi, sudati , uno sopra l'altro
In piedi vicino all'ingresso il negro sembrava poco attento alla vicenda, teneva una mano sull'impugnatura di un lungo coltello che portava infilato in una larga fascia che gli cingeva pantaloni rossi, corti, al polpaccio, con l'altra una specie di frustino, ricavato forse pulendo accuratamente un lungo ramoscello .
Dopo esclamazioni di piacere la Padrona decise di interrompere quella specie di..."trenino " di corpi, eccitati, nudi, e con il marito andò ad accomodarsi nuovamente vicino al camino, sulle sdraie, noi ci lasciammo scivolare in ginocchio, sul pavimento.
Il negro subito ci inflisse ci colpì con il frustino, indicandoci un tavolino accanto alla credenza, sopra c'era un fiasco di vino e due calice, comprendemmo subito, senza altre ...sollecitazioni, Jenny fu la prima a scattare.
Riempimmo due calici di vino e li servimmo ai Padroni, bevuta una lunga sorsata la Signora ordinò ..Schiave puliteci con la lingua ...stavo per inginocchiarmi davanti a lei, ma lei mi respinse ....No tu pensa a mio marito ! vieni tu schiava ho voglia della tua lingua ... ordinò a Jenny
Lei ubbidì subito, mentre io, come mi aveva insegnato bene la mia amica, accarezzai delicatamente il cazzo di suo marito, il Padrone, gli leccai i testicoli e poi lo presi in bocca, facendogli un pompino
Leccammo e pulimmo con le nostre lingue, poi dopo essersi scambiati uno sguardo il Padrone e la Padrona, finito il vino , ci consegnarono i calici , si alzarono e si diressero verso una porta posta a fianco di quella d'ingresso.
Noi stavamo per riporre i calici, poi, quasi certamente evitando frustate, li lavammo sotto l'acqua nel secchiaio, prima di abbandonare la stanza la Padrona si rivolse al loro...servitore...o più probabilmente uomo di guardia, il negro, dicendogli
...Malik, sono tuoi, divertiti poi portali nel posto dove mettiamo le schiave che vengono qui a consegnarsi ... dopo questo ordine i due uscirono dalla stanza, probabilmente per raggiungere la camera da letto, posta al piano superiore
Infatti da quella porta, mezza aperta, avevo notato due rampe di scale, il negro solo in quel momento mutò la sua espressione quasi assente, ferdda, sorrise rivelando sul volto nero, probabilmente veniva dal centro Africa, forse si trattava di un nigeriano o di un senegalese, una fila di denti bianchissimi.
Ci afferrò per le braccia e ci fece stendere nuovamente sul lungo tavolo al centro della stanza, abbassò i pantaloni e ci inculò, prima Jenny, poi con il cazzo gocciolante me.
Urlammo, implorammo , ....Pietà ...sei un vero mandingo... un Padrone nero. ce lo stai sfondando ...siamo le tue schiave bianche ...gridò Jenny ed anch'io, quando toccò a me
Fortunatamente no durò molto, tirò su i pantaloni, infilò nuovamente il pugnale nella fascia, e con due colpi di frustino ci fece muovere, ci condusse anche noi oltre la porta, attraversata poco prima dai Padroni
...Doce ci porti Malik ? osò chiedere Jenny, pensavamo nelle camere dei padroni o forse nella sua, temevamo in una stanza adibita a torture...Ci vuoi torturare ? chiese Jenny baciandogli una delle sue possenti mani
Lui senza rispondere ci indicò una porta sotto alle scale, ci condusse in uno stanzino, era piccolo completamente spoglio, tranne un materasso con uno strato di paglia , posto a terra, nell'angolo destro
Ce lo indicò ..Voi schiave, notte lì .. disse poi con il piede sinistro spinse in avanti due recipienti posti dietro alla porta, uno era un secchio di metallo e lui precisò...Acqua...bere..lavarvi... l'altro una catinella di plsastica , indicandolo con il frustino aggiunse ...Per cagare...piscio ..
Prima di chiudere la porta precisò indicando l'unica finestra dotata di sbarre ...Domani, quando luce si vede, uscite, lavate secchi al pozzo, fuori, poi preparate la colazione per i Padroni, loro decidere cosa fare di voi schiave
No scappare...io frustare, loro diventare cattivi, molto ...No ...no Malik noi ubbidiamo siamo le vostre schiave ...Lo rassicurò Jenny
Bevemmo, sciacquandoci la bocca ed a vicenda i buchi dei nostri culi, pieni dei liquidi dei Padroni , cercando di lenire con l'acqua fredda il bruciore che avevamo nei culi, ce li avevano veramente sfondati
...Non ho osato chiederlo...avevo portato una pomata, nello zaino... Mi disse Jenny , poi ci sdraiammo sul paglerticcio, abbracciandoci e baciandoci, mentre ascoltavamo i rumori del vento e del bosco che circondava la casa
...Cosa ci faranno...domani ? Domandai
Jenny mi bacò poi sorrise, nel modo particolare , intrigante che tanto mi piaceva ...Forse ci inculeranno ancora, speriamo non ci torturino ...forse ci venderanno come schiave ad amici, altri negri...altri contadini , dai scherzo .... commentò poi mi baciò
...In ogni caso caro, domani serviamo la colazione, poi lascia parlare me, ho un'idea
La baciai anch'io, poi rimanemmo abbracciati nudi ...nude come preferivano dire i Padroni, con quel pensiero mi addormentai
...........Continua......