Capitolo 47


La mattina successiva mi svegliai per andare al lavoro, Roberta mi diede un bacio e si riaddormentò all’istante, restai qualche minuto ad ammirarla, la trovavo di una bellezza e tenerezza imbarazzanti, provavo davvero qualcosa di molto profondo nei suoi confronti, mi avvicinai baciandola delicatamente sulle labbra, senza aprire gli occhi disse:
- "Buon lavoro tesoro mio, ti amo da impazzire.”;
- "Anch’io ti amo Roberta.”.
Provai un attimo di stupore, quella frase mi era uscita senza volerlo, non voglio dire che non era quello che provassi ma non glielo avevo mai detto così apertamente, forse la mia bocca aveva semplicemente pronunciato quello che avevo nella mente, non la sentì, credo che se fosse stata cosciente ne sarebbe stata molto felice, invece aveva parlato nel sonno, uscii dalla stanza facendo in modo di non svegliarla.
Quella mattina rimuginai tutto il tempo sulla questione; in passato avevo sempre cercato di dare un nome al sentimento che provavo per Roberta, ero confuso, continuavo a domandarmi se ero davvero innamorato di lei? Come distinguere l’amore da altri sentimenti? Erano domande che occupavano i miei pensieri più intimi e turbavano la mia mente. Nella pausa non rincasai, avevo un appuntamento con il direttore a pranzo con un cliente importante, era il titolare di una grossa società e voleva presentarmi come un suo collaboratore di fiducia, la cosa mi aveva fatto molto piacere, fui molto utile nel fargli sottoscrivere una grossa polizza ed il direttore disse che d’ora in avanti avrei cambiato incarico, dandomi la giornata successiva di riposo premio, in quel modo il weekend sarebbe davvero diventato lungo, sarebbe stato bello trascorrerlo insieme a Roberta.
Mentre eravamo a tavola con il cliente mi aveva chiamato Simona, le avevo mandato un messaggio spiegandole che non potevo rispondere, nel pomeriggio le telefonai poco prima di ritornare a casa:
- "Ciao Simona, scusa ma prima ero con un cliente ed il direttore, non potevo risponderti, tutto bene?”;
- "Nessun problema amore mio, mi manchi da impazzire lo sai? Raccontami un po’ di questo cliente.”.
Le raccontai quello che era successo e si complimentò:
- "Dimmi un po’, come va con Roberta?”;
- "Benissimo direi, avrò un giorno libero in più domani e credo che ci divertiremo parecchio...”;
- "Mmm quanto la invidio, le hai parlato di quella cosa?”;
- "Non ancora, ma non escludo che affronterò il discorso, ti stai divertendo?”;
- "Lascia perdere, abbiamo degli appuntamenti uno dietro l’altro con notai ed avvocati, una noia mortale, pensa che sono così in astinenza che ieri sera avrei avuto voglia di farmi inculare da Paolo, però non ho ceduto perchè so che non vuoi…”.
Ero molto orgoglioso di sentirle chiedermi il permesso di farsi inculare da suo marito, aveva il ciclo e non poteva fare altro, proprio per questo glielo vietai categoricamente:
- "Hai fatto bene a non darglielo, quello è solo mio lo sai…”;
- "Certo che è solo tuo, puoi parlare liberamente in questo momento?”;
- "Si, sono solo in auto.”;
- "Sono nuda a letto, vogliosa e sola, ordinami cosa devo fare ti prego…”.
Le ordinai di masturbarsi il culo e di infilarsi dentro i suoi due fidati dildo, arrivando a usarli anche nella figa nonostante avesse il ciclo, la sentii provare due orgasmi al telefono, alla fine disse che il letto era tutto sporco ma mi ringraziò per averla fatta godere come una pazza, fu eccitante e tornai a casa carico come una molla. Trovai Roberta sorridente al mio arrivo, le raccontai della giornata e del lungo weekend che ci attendeva, poi facemmo l’amore sul divano a lungo, non fu solo sesso, ci scambiammo carezze sussurrandoci parole dolcissime tutto il tempo, quanto stavo bene, averla tra le braccia era quello di cui avevo bisogno, dimenticai per tutto il tempo il resto, esisteva solo lei e mi sentivo come sulle nuvole.
Fu un lungo weekend, restammo in casa per tre giorni di fila a scopare come ricci, nemmeno con Simona avevo mai tenuto certi ritmi, senza sosta, senza sentire la necessità di una pausa, parlammo moltissimo, ci raccontammo un sacco di cose che non ci eravamo mai detti, ripeteva incessantemente che mi amava, non contraccambiai mai, avevo paura di pronunciare nuovamente quella parola. Domenica pomeriggio, dopo l’ennesima scopata, mentre mi accarezzava i capelli e baciava il petto disse:
- "Sarei pronta a passare tutta la mia vita con te Gianluca, vorrei che questo fine settimana durasse per l’eternità, ti ho già detto che ti amo oggi?”;
- "Si, mille volte Roberta, so che vorresti sentirmi dire la stessa cosa e ti confido che provo qualcosa di importante per te…”.
Deglutì nervosamente, gli occhi luccicarono e abbondanti lacrime scesero sul suo viso, non disse nulla, però un sorriso abbagliante comparve come il sole in mezzo alle nuvole:
- "Non devi dirlo solo per farmi felice, lo sono ugualmente...”;
- "Mi conosci Roberta, non sono il tipo che dice cose del genere senza ragione, sto parlando sul serio...”;
- "Vuoi vedermi piangere come una bambina? Sai cosa significa per me anche solo avere una speranza che tu possa provare qualcosa di importante nei miei confronti?”;
- "Non ti prometto niente ma credo che provo per te qualcosa di molto intenso e profondo, dimmelo te se è amore o cosa?”.
Non rispose, ci baciammo a lungo e tornammo a fare l’amore, per l’ennesima volta con una passione travolgente, inarrestabile, lo stomaco si contorceva e gli istinti animaleschi che spesso provavo erano completamente spariti, avevo voglia di abbracciarla, baciarla, lo facevamo con tenerezza estrema, il mio cellulare squillava ma era un suono lontano e fastidioso, non andai a rispondere, non mi importava di nulla, c'era solo lei al centro dei miei pensieri.
Dopo aver fatto l'amore andammo a fare la doccia, mentre Roberta si asciugava i capelli andai a vedere chi mi aveva chiamato, era Simona, aveva provato altre due volte per poi mandarmi un messaggio nel quale mi chiedeva di contattarla al più presto, approfittai che il phon era acceso per chiamarla:
- "Ciao Simona, mi hai cercato?”;
- "Tesoro, che bello sentire la tua voce, eri con lei vero?”;
- "Sono ancora con lei in realtà...”;
- "Che invidia, beata lei, mi racconterai tutto vero?”;
- "Non credo, a proposito quanto tornerai?”;
- "Senti tanto la mia mancanza vero? Pazienta fino a martedì tesoro, farò di tutto per essere da te!”;
- "In realtà volevo chiederti una cortesia...”;
- "Tutto quello che vuoi tesoro, dimmi...”;
- "Puoi tornare sabato prossimo, o domenica? Ho bisogno di riflettere e la tua presenza mi offuscherebbe la mente...”.
Restò in silenzio per qualche secondo, sentivo solo il suo respiro sull'altoparlante del telefono, quindi chiesi:
- "Ci sei ancora?”;
- "Ti sei innamorato di lei vero?”;
- "Sarò sincero Simona, devo capirlo...”;
- "Apprezzo la tua sincerità Gianluca, allora faremo con calma e tornerò sabato insieme a Paolo, pensavo di farti un piacere ma evidentemente l'ho pensata male.”.
Il tono della sua voce era triste e lasciava trasparire quanto fosse infastidita dalla mia richiesta:
- "Non ti arrabbiare però, so che ti sto chiedendo una cosa assurda ma cosa non lo è tra noi? Dimostra quanto ci tieni a me lasciandomi il tempo di capire quali siano i miei sentimenti per lei, credo che tu possa capire...".
Restò in silenzio per qualche secondo, poi rispose con tono di voce decisamente più sereno, credo che si stesse sforzando di apparire tale ma fosse profondamente scossa:
- "Ma certo che lo capisco, tranquillo non mi arrabbio, ricorda solo che ti amo, non ho bisogno di pensarci io...".
Evitai di continuare il discorso, anche perché mi resi conto non solo che il phon di fosse spento ma che Roberta era in mezzo alla porta della camera da letto che mi guardava con aria perplessa, mi congedai da Simona salutandola, dandole appuntamento a sabato.
Gli occhi di Roberta erano lucidi, la sua bellezza e dolcezza mi fecero provare un misto di desiderio e commozione, ero confuso, si sedette sulle mie ginocchia e con il groppo in gola chiese:
- "Ho capito bene che hai chiesto a Simona di non tornare prima di sabato?";
- "Stavi origliando?";
- "Ti giuro che non l'ho fatto apposta...";
- "Sto scherzando tranquilla, si, le ho chiesto proprio quello, ti spiace restare da me fino a sabato?";
- "Resterei tutta la vita con te Gianluca, non vorrei lasciarti nemmeno per un istante. Come l'ha presa?";
- "Ti ho già spiegato che il nostro è un rapporto particolare, non era entusiasta ma capirà...";
- "Ti ama molto per accettare ciò, sa anche che sono stata tutti questi giorni nel vostro letto?";
- "Si, glielo avevo detto che ti saresti trasferita a casa nostra in sua assenza.";
- "Come può accettare una cosa del genere? Io impazzirei se fossi al suo posto.";
- "È difficile da capire lo so, in realtà nemmeno io la comprendo fino in fondo, ma perché stiamo parlando di lei?";
- "Hai ragione, le hai detto che vuoi qualche altro giorno per riflettere, non ho ben capito però su cosa...";
- "Fai la finta tonta? Lo sai su cosa devo riflettere...";
- "Lo posso immaginare ma ho bisogno di sentirmelo dire...";
- "Ho bisogno del tuo aiuto Roberta, ho bisogno di capire se quello che provo per te è solo un profondo affetto oppure qualcosa di più importante, tu dici di amarmi, non credo di aver mai capito cosa voglia dire veramente questa parola, spiegamelo tu.".
I suoi occhi non avevano mai smesso di luccicare, cominciarono a lacrimare abbondantemente, la voce era soffocata dai singhiozzi:
- "Amare è un sentimento complesso, è difficile capire se si tratta di quello vero, ti posso dire quello che sento io, trai da solo le tue conclusioni... Quando penso a te e non ci sei mi commuovo perché non sei davanti ai miei occhi, quando sento la tua voce al telefono un brivido mi parte dalla nuca ed arriva fino in fondo alla schiena, quando ti vedo il mio cuore batte forte, sembra scoppiarmi nel petto, quando mi guardi il fiato mi manca, vorrei baciarti, sentire il tuo respiro sul mio corpo e le tue mani sfiorarmi, quando facciamo l'amore non ho bisogno di nient'altro, qualunque cosa brutta mi sia successa o pensiero negativo avessi in mente scompare all'istante, insomma tu sei tutto il mio mondo, la mia vita...".
La guardai ed una lacrima scese sul mio volto, mi guardò intensamente, restai in silenzio per qualche secondo, sentivo il cuore battere forte, il respiro diventò affannato e balbettai:
- "Wow...".
Mi asciugò con una mano la lacrima, sorrise continuando a singhiozzare, quindi aggiunsi:
- "È la cosa più bella che mi sono mai sentito dire...";
- "Sai che non ti ho mai visto piangere?";
- "Sono grave dici?";
- "Sei meraviglioso Gianluca...";
- "Non provo esattamente tutto quello che hai detto, però ci vado molto vicino, la cosa che maggiormente mi ha sorpreso è che durante le vacanze, nonostante sono stato benissimo, pensavo spesso a te, a quanto avrei voluto che ci fossi stata tu con me in quei giorni. Sai benissimo che ti voglio bene, però durante il nostro precedente rapporto non avevo mai provato quello che nutro adesso nei tuoi confronti, dici che è amore?";
- "Solo tu lo puoi capire...posso solamente dirti che non ti avevo mai sentito parlare in questo modo e non hai idea di quanto mi facciano piacere le tue parole.".
Senza aggiungere altro ci baciammo a lungo, non ho idea di quanto tempo passò, ad un certo punto si alzò, fece cadere a terra l'accappatoio, prese la mia testa e la appoggiò sulla sua pancia, la baciai dolcemente, la sua pelle era liscia come la seta e profumata come una rosa, tornò a sedersi sulle mie ginocchia, baciai i suoi seni, i capezzoli erano turgidi e la pelle d'oca comparve all'istante sul suo meraviglioso corpo, ebbe un fremito, gemette intensamente, mi strinse forte e sussurrò:
- "Non c'è nessuno più importante di te nella mia vita, sono tua Gianluca, non c'è posto al mondo dove vorrei essere in questo momento, sono una tua proprietà...".
Mi piacque molto quella frase, mi alzai tenendola in braccio e la portai in sala continuando a baciarla, la feci sedere sul tavolo, mi inginocchiai e passai la lingua sulla sua figa, era grondante di umori, ebbe un altro fremito, la pelle d'oca sulle sue cosce era impressionante, accarezzò i miei capelli sulla nuca dirigendomi con la bocca in mezzo alle sue gambe, cominciai a leccarle il clitoride, gonfio e pulsante di desiderio, ad un ritmo sempre più elevato e poco dopo ebbe un orgasmo, sentivo la bocca riempirsi facendo fatica a deglutire, mi invitò ad alzarmi, la penetrai dolcemente, piantò le unghie sulle mie chiappe tirandomi a se con decisione, non riuscivo a controllarmi, nonostante avessimo fatto sesso tutto il giorno durai pochissimo venendole dentro, restammo fermi a lungo in quella posizione baciandoci, infine con dolcezza indescrivibile si inginocchiò, lo prese in bocca, lo leccò e succhiò a lungo, mi guardava con i suoi meravigliosi occhi, mi sembrava di essere in Paradiso.
La serata trascorse serenamente, stavo bene con lei, a differenza di Simona si poteva parlare dei più svariati argomenti con un filo logico, non si finiva sempre a parlare di sesso, le raccontai del mio nuovo lavoro, era curiosa e molto interessata.
Mi parlò di come fosse ormai ai minimi termini con il padre, l'aveva affrontato accusandolo di aver rovinato il nostro rapporto, il fatto che non gli avesse mai telefonato nei giorni in cui eravamo stati insieme era un'ulteriore dimostrazione, aveva parlato sempre solo con sua madre.
In fin dei conti mi dispiaceva che si fosse così allontanata da lui, lo odiavo profondamente, però credo che non riuscirei mai ad arrivare al punto di evitare mio padre, nella nostra famiglia c'è sempre stata l'abitudine di parlarsi senza avere risentimenti, la invitai a cercare un dialogo con lui e ricucire il rapporto, mi ringraziò dicendo che mi faceva onore, considerando quanto mi avesse fatto, la storia con Simona, a suo dire, mi aveva fatto maturare, mi trovava più profondo e riflessivo.
Guardammo un film insieme, era coricata sul divano con la testa sul mio petto, le accarezzavo i lunghi capelli mentre con le unghie mi accarezzava le gambe, senza malizia o provocazione, le guardai i seni, indossava una canotta corta che lasciava intravvedere la pancia, non aveva il reggiseno ed i capezzoli spuntavano dal tessuto, ebbi un'erezione, passando la mano sulle gambe arrivò ad accarezzarmelo e la notò, abbassò lo sguardo, poi mi guardò e sorridendo sussurrò:
- "Cosa è successo al piano di sotto?";
- "Non saprei, vuoi controllare?".
Senza togliermi gli occhi di dosso fece scivolare gli slip, lo prese alla base salendo piano piano graffiandolo delicatamente con le unghie, un brivido attraversò la mia schiena, sorrise nuovamente, abbassò la testa e prese in bocca la cappella, roteando la lingua, intanto mi accarezzava la pancia, insalivò abbondantemente l'asta scendendo a leccarmi palle e buco del culo, si girò mettendosi a "69", sfilandosi il perizoma, i suoi due meravigliosi buchetti erano davanti alla mia bocca, passai la lingua sul clitoride, gemette mentre aveva il cazzo in bocca, era fradicia, ci dedicammo a lungo uno all'altra, ebbe un orgasmo, le sue gambe tremarono forte e la quantità di umori che colarono nella mia bocca furono abbondanti, si girò cavalcandomi e penetrandosi, piegò le gambe e cominciò a saltare sul cazzo molto velocemente , si teneva con le mani sulle mie inarcando la schiena, arrivava fino in fondo per poi spingere forte per farlo scorrere dentro di se, era meraviglioso, lasciavo fare tutto a lei guardandola negli occhi. Ad un certo punto se lo sfilò puntandoselo sul buco del culo, mi guardò intensamente, dissi:
- "Non è necessario che tu lo faccia...";
- "Se lo faccio è perchè mi va, però se vuoi mi fermo.";
- "Devi fare quello che desideri, non quello che piace a me".
Senza aggiungere altro se lo infilò piano piano tutto dentro, spalancò la bocca e le gambe tremarono, quando fu arrivato in fondo cominciò a roteare il culo, quasi ad allargarselo, le cominciai a sgrillettare il clitoride e penetrare la figa, si passava la lingua sulle labbra, sembrava che ci avesse preso gusto con il sesso anale, non la vedevo sofferente ma eccitata, si inculava ad un ritmo notevole, ero al limite e venni dentro di lei, ebbe un orgasmo in simultanea squirtando leggermente, uno schizzo arrivò sulla mia pancia, arrossì vistosamente, mi guardò e sussurrò:
- "Scusami, non mi era mai successo...";
- "Nessun problema, non è successo niente...";
- "Non sono riuscita a trattenermi, è stato così bello...";
- "L'importante è quello.".
Se lo sfilò e si coricò esausta sulla schiena, allargò le gambe, notai il mio sperma che le usciva dal buco del culo, arrossato ed ancora dilatato, mise una mano sotto per non farlo cadere sul divano, mi alzai e la baciai abbassandomi con la testa, sorrise, avvicinò alla bocca la mano sporca del mio seme e la leccò:
- "Ti piace vedermelo fare?";
- "Mi piace tutto quello che fai.".
Sorrise mettendosi in bocca le dita succhiandole, era maliziosa quando voleva, ma lo faceva in maniera diversa da Simona, non era volgare ma dolce anche quando faceva la porca, rifece lo stesso gesto raccogliendone ancora un po', allungò una mano, prese il cazzo, si alzò leggermente e lo prese in bocca nuovamente, infine si alzò in piedi davanti a me e mi baciò.


Continua...

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Categorie: Etero Racconti Cuckold
Tag: Amatoriale