Capitolo 2. - Secondo Giorno


Sogni erotici e la vergogna dell'essere scoperto a farmi fare una sega sotto il tavolo fanno da padrone durante tutta la notte impedendomi di riposare davvero. Mi sveglio a pezzi, in una realtà che sa ancora di sogno, quasi intangibile. Ci metto un po a ricostruire la scorsa serata: Gabrielle completamente nuda che si tocca per me con una sorta di lasciva prepotenza, la sua fica curata, bagnata di saliva e Dio solo sa cos'altro. Il suo piedino sul mio cazzo, mentre i miei, ignari di tutto, continuano a parlare di Torre Eiffel e cazzate del genere...quell'orgasmo potente, liberatorio, incontrollato...l'imbarazzo. La corsa in bagno a pulirmi, la preoccupazione di nascondere i vestiti sporchi del mio stesso piacere...i brividi da cui il mio corpo era ancora scosso anche a distanza di ore dall'accaduto. Mi torna tutto in mente svegliandomi a dovere. Mi serve una doccia.


 


L'acqua calda mi rilassa e il blocco allo stomaco si scioglie. Ora sembra tutto così assurdo, irreale, una storia strampalata alla quale i miei amici non crederanno mai. Comincio il mio solito monologo davanti allo specchio. Immancabile. Adoro parlare col mio riflesso. Ci raccontiamo di tutto e non mi giudica mai. Sin da bambino, stare davanti allo specchio tira fuori la mia parte teatrale, quella che vorrebbe avere un copione da studiare e un ruolo da protagonista. Oggi sono un antico nobile romano. L'asciugamano a mò di toga intorno al corpo, lo sguardo fiero, la bocca piena di belle ed incoraggianti parole. Il pubblico pende dalle mie labbra. 


Un movimento ai margini del mio campo visivo mi distrae. E' Gabrielle. Si avvicina di scatto da dietro e mi tappa la bocca. Posso vedere distintamente nello specchio i miei occhi spalancarsi per la sorpresa e lo spavento. “Zitto Brandon. Non ti faccio niente....forse.“ Il suo sorriso riflesso mi inquieta e comincio a preoccuparmi seriamente. Con una mano continua a tenermi la bocca chiusa mentre l'altra comincia a scendere lungo il mio corpo…Con un movimento fluido slega il nodo dell'asciugamano e mi spoglia completamente nudo. Inerme. Totalmente in suo potere. 


La mano scende ancora e le unghie mi graffiano gli addominali...un brivido mi corre lungo tutta la schiena e sento il sangue cominciare a defluire verso il basso. Pochi secondi dopo mi afferma saldamente il cazzo, avvolgendolo con quelle sue dita così soffici e affusolate...lo stringe proprio alla base e rimane in attesa. Indipendentemente dalla mia paura e il mio disagio sento che comincia ad indurirsi, lo sento formicolare e cercare di stirarsi, come si fosse appena svegliato. Gabrielle rimane ferma, mi fissa attraverso lo specchio con quel suo fare sbarazzino e se lo lascia crescere in mano. Non vorrei darle questa soddisfazione, abbassarmi ad essere il suo giocattolo, ma non ho più il controllo del mio corpo. Il mio cazzo è più duro che mai, lo sento pulsare, vedo le vene ingrandirsi, gonfiarsi a causa della stretta della ragazza. Mi abbandono al piacere ed alle sue mani. Non si fa pregare. Comincia subito un leggero movimento su e giù ,lungo tutta la lunghezza dell'asta. Tornando verso la base lo scappella completamente e lo tiene qualche secondo così, regalandomi sensazioni indescrivibili. Finalmente la mano che mi tappava la bocca se ne va e comincia a scendere per unirsi alle danze. Mi ritrovo in una morsa paradisiaca nella quale la mano destra continua a fare su e giù in maniera lenta ma incredibilmente decisa e la sinistra corre lungo tutta la cappella, oramai rossa e gonfia come non l'ho mai vista prima. Dapprima me la massaggia con un leggero movimento circolare delle unghie, dopodichè apre la mano e comincia ad esplorarla con il palmo, quasi lucidandola. Il tocco è estremamente soffice e mi ritrovo ad aspettare che passi di nuovo, quasi con morbosità. Non mi accorgo nemmeno di aver chiuso gli occhi, abbandonandomi contro il suo corpo. Sento il calore del suo fiato sul mio orecchio, il suo profumo riempirmi la testa. Il caldo contatto della sua lingua che mi corre sul collo lasciando dietro di se solamente pelle d'oca. Le sue labbra che mi avvolgono il lobo destro, succhiandolo. Sono in estasi. Sento le gambe tremare e l'orgasmo crescere. Inesorabile. Necessario. Una solitaria gocciolina di sperma affiora in superfice e lei non se la fa sfuggire. La cattura con l'indice destro e la trasporta lungo tutto il frenulo, giù, fino alla base. Solamente per poi tornare da dove era partita...lentamente, con un leggero movimento oscillatorio. E' troppo. Il piacere mi cresce nello stomaco e lo sento diramarsi in tutto il corpo. Talmente forte da far male. Perdo il controllo ed esplodo. Vengo dappertutto. Schizzo lo specchio, imbrattandolo. Vengo per terra, sui miei piedi e ricopro completamente le mani di Gabrielle che continua a segarmi, indomita, quasi con più decisione. Le gambe mi cedono e cado in ginocchio. Sfinito, completamente svuotato. Ebete. Guardo la mia immagine allo specchio. E' quella di un uomo sconvolto, come fosse uscito da una maratona olimpica. Alzo lo sguardo ed incrocio il suo. Sempre sorridente. Soddisfatta. Appagata. Sa di possedermi e le piace. Sono suo. Non riuscirei mai ad opporle resistenza. Si china su di me, mi bacia sulla guancia e mi sussura: “Bravò Brandon, bravò“. 
La sua mano completamente ricoperta del mio sperma sale a sporcarmi il viso. Me lo spalma per bene in faccia, ovunque può, incurante del mio stupore e della mia tacita protesta. Due dita mi forzano le labbra. Le lascio entrare. Un sapore acre invade le mie papille gustative. Sapore di cazzo. Sapore di me. Le sfila fuori totalmente pulite. Si rialza, mi scompiglia i capelli con un buffetto affettuoso e se ne va, richiudendosi la porta alle spalle. 


 


Sono completamente ricoperto dal mio sperma e tutt'ora scosso da brividi di piacere che fanno da eco all'orgasmo di poco fa. Abbasso lo sguardo sul mio cazzo. E' di nuovo duro. Non ci posso credere. Non ci VOGLIO credere. 


 


 


 

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